Pensiero
Leccatori di citofoni NATO
Che viviamo in un era che glorifica la perversione lo avete capito tutti, e non fateci dire di più, perché la cosa praticamente già non è più legale.
La questione è che in superficie affiorano oscene parafilie di cui non avevamo contezza. Molti non conoscevano, ad esempio, il radicamento della scena dei sadomasochisti (che chiamano S&M).
Quando nel 2002 saltò fuori che Jack McGeorge, uno degli ispettori mandati dall’ONU in Iraq, era un convinto sadomasochista, mi posi la domanda: scusate, ma se è sadico, potrebbe avere la tendenza di infliggere dolori al popolo iracheno?
Se è masochista, potrebbe arrecare un danno al suo stesso Paese? Se è una combo delle due… cosa può succedere?
Abbiamo visto in Iraq cosa è successo, ed in effetti è un mix delle due cose, tuttavia non siamo sicuri sia dipeso proprio dal signor ispettore S&M, ma rileva come il sadomasochismo avesse iniziato il suo percorso nella finestra di Overton. In un episodio della serie americana Billions, intitolato appunto Overton Window, il protagonista, candidato alle elezioni per il procuratore generale di New York, ricattato da una cricca che conosce il suo segreto, decide di fare outing e dichiarare all’elettorato di essere un sadomasochista. Viene eletto.
Ci sono cose possibilmente ancora più oscure: l’oggettofilia, ad esempio. Ci sono gruppi di persone che hanno «rapporti» con le automobili, il maggiolino Volkswagen, per esempio, ma anche le Porsche. In un film recente intitolato Titane, una fanciulla ha un rapporto con un’auto e ne rimane incinta. Non possiamo dire che si tratti di pura nicchia: la pellicola ha vinto al Festival di Cannes 2021 con grande scorno del cinematografaro della piddocrazia Nanni Moretti.
Insomma: le perversioni diventano mainstream, anche quelle che non sapevate bene esistessero.
È così che ci si può imbattere nella più bizzarra delle parafilie emerse nella maledizione del mondo moderno: il leccamento di citofoni.
A Salinas, in California, nella notte di capodanno 2019 la famiglia Dungan ha fatto una scoperta agghiacciante. Un uomo, nottetempo, si era posizionato sull’uscio della loro casa. L’uomo, un 33enne di origine ispanica, sembrava voler rubare le luci di Natale, o volersi appisolare nell’androne. Invece, d’un tratto, ha attaccato a fare una cosa incredibile, spaventosa.
Nel buio della notte, l’uomo inizia a leccare il citofono dei Dungan. Secondo alcune testate, lo avrebbe fatto per 3 ore di seguito, secondo altre solo per qualche minuto.
La telecamera di sorveglianza ha ripreso tutto.
Il signor Dungan, quando ha visionato il filmato il mattino dopo, non credeva ai suoi occhi: mai vista una cosa del genere. La polizia ha fatto lo stesso commento.
L’incidente ha attirato l’attenzione di tutti gli USA e ha rapidamente ispirato l’hashtag #doorbelllicker («leccatore di campanelli») su Twitter.
Ma non finisce qui.
In Florida, dall’altra parte del continente, è stato visto un altro leccatore di citofoni. Anche qui, notte fonda. Un personaggio improbabile, che in mano pare avere un elenco del telefono. D’un tratto, si mette a leccare senza pietà il campanello di una povera casa.
Insomma, quello del leccamento dei citofoni è un trend serio. Una perversione sottovalutata, che, improvvisamente, sta prendendo quota in quest’era di dissoluzione patente.
Ci dobbiamo porre qualche domanda.
Perché lo fanno?
Nella loro psiche, cosa sta a significare la saliva sul campanello altrui?
Possesso?
Sottomissione?
Desiderio sessuale?
Volontà di contatto?
Non ne abbiamo idea. Nessuno, con probabilità, ne ha. Neanche loro.
Vi parliamo di questo fenomeno perché crediamo sia utile per capire il fenomeno di perversione più vasta che ci sta investendo, e che sta minacciando la nostra esistenza quotidiana come il futuro dell’intera Civiltà umana (e non scherziamo): il leccaggio infinito di politica e media rispetto all’Ucraina, e cioè alla NATO e alla sua guerra alla Russia.
Innanzitutto: si tratta per forza di una perversione. Perché, pur danneggiando patentemente i propri interessi (bollette alle stelle, fabbriche chiuse, catena alimentare in bilico) e la propria decenza, questi stanno continuando a dare addosso alla Russia e a Putin con ogni balla, e arma, possibile.
Ad un certo punto, la propaganda si stinge in pura astrazione libidinale.
Il Corriere pubblica un libro intitolato Zelensky nella mente di un eroe. (Della mente del doppiatore dell’orsetto Paddington, delle sostanze che la abitano e delle sue angosce svasticate, ne abbiamo parlato anche noi in realtà)
Abbiamo sentito con le nostre orecchie membri di Fratelli d’Italia (l’opposizione, in teoria) dire in TV che fermare Putin potrebbe non bastare, perché chiaramente dopo il Donbass e la Crimea potrebbe volere molto di più, aggredire senza fine tutto e tutti, espandersi come nemmeno Gengis Khane.
Abbiamo visto partiti pacifisti e sedicenti democratici votare e spedire armi ai nazisti, sapendo pure che oltre a questi finiranno anche ai criminali e ai terroristi.
Abbiamo visto tutti i politici USA versare 40 miliardi (quaranta!) al Paese che fino a pochi mesi fa descrivevamo come inguaribilmente corrotto.
Abbiamo visto ministri tedeschi paventare, a causa del disastro energetico, rivolte nel loro Paese, senza però che facciano anche solo un centimetro di retromarcia nelle sanzioni a Mosca.
Ora, lo capisce anche il lettore: è chiaro che non è più propaganda, è pura perversione.
È un lavoro da leccatori di citofoni NATO.
Cosa possano ottenere, mostrandosi anche in video in simili oscenità, non ci è chiaro.
Sperano in un premio?
Forse no. Forse la faccenda è, appunto, patologica. Lo fanno perché lo sentono dentro, è come una pulsione impellente: il citofono NATO va leccato, per ore e ore, per 104 giorni e più.
Sì, siamo dalle parti dei sadomasochisti, quelli che nei film si fanno picchiare con una palla in bocca, e obbediscono a qualsiasi ordine impartito loro da chi, per contratto, ha potere su di essi.
La bava non deve fermarsi mai, bisogna continuare a dare di lingua sul campanello, senza requie.
Ecco i racconti agiografici dei nazisti Azov: leggono Kant, hanno mogli innamorate cui mandano lettere che Abelardo-Eloisa levatevi, sono veri patrioti. Slurp, slurp.
Ecco che la lingua batte sulle balle sulle stragi, il missile con su scritto «bambini», i martiri dell’Isola dei Serpenti, il fantasma di Kiev, i 30 mila soldati russi uccisi dagli invincibili ucraini, il teatro di Mariupol’, Mariana la ragazza morta assieme al suo bambino, etc.
Ecco che la lingua batte fino a che non spariscono i crimini di guerra ucraini, spariscono i vecchi articoli sugli ucronazisti, spariscono (perché vengono trucidati in pieno giorno dai loro connazionali) i negoziatori della prima ora.
Ecco che la lingua batte sulla lista dei Putinversteher, neologismo tedesco coniato per la bisogna dai kapò della stampa italiana.
Ecco che la lingua batte sulla blacklist degli «influencer» stilata, a quanto dice il primo quotidiano del nostro Paese, dai Servizi Segreti e passata ai nostri parlamentari preposti al loro controllo..
Non fermarti, lingua gloriosa, continua.
Cosa sperano? Che il citofono che stanno leccando senza pietà, ad una certa, gracchierà loro un grazie? Aprirà loro la porta?
Una cosa sappiamo: mentre leccano in estasi, fuori dall’androne si prepara una guerra totale.
Lo temiamo davvero, ci stiamo pensando nelle ultime ora.
Se leccano così duro, è perché si prepara qualcosa, e qualche vertice ne sarà informato.
Se iniziano davvero con le liste di proscrizione – cioè l’anticamera del plotone di esecuzione, e mica per iperbole – è perché stanno preparando l’operazione di pulizia cognitiva che prepara la guerra: il dissidente, l’oppositore politico, allo scoppio del conflitto diventa traditore.
Chiedete alle migliaia di cittadini americani di origine giapponese piazzati nei campi di concentramento dopo Pearl Harbor.
Chiedete a Zelens’kyj che ha dissolto innumeri partiti e TV, arrestato capi di partiti di opposizione sperando di usarli in scambi di prigionieri con Putin.
A questo serve l’accelerazione in corso: a conformare l’opinione pubblica e i media ad una guerra che si fa inevitabile, perché Putin sta vincendo sotto ogni profilo possibile: militare (deve solo decidere dove fermarsi…), economico (il rublo record, le risorse energetiche e minerarie alle stelle, la filiera alimentare di mezzo mondo nelle sue mani), morale (con fette immense della popolazione, in Europa e in USA, che di fatto tifano per l’unico adulto nella stanza, Vladimir).
Quindi: stanno stringendo le maglie, perché si preparano ad entrare in Ucraina, o forse anche in Russia? Si preparano a vedere Taiwan, finalmente priva dello «scudo dei microchip» a causa del conflitto russo-ucraino, invasa dal potere traballante di Xi?
Stanno leccando il citofono NATO con una nuova intensità perché sanno che esso a breve emetterà ordini soldateschi, razionamenti, annunci di blackout?
Non possiamo sapere nemmeno questo. Quello che sappiamo, tuttavia, è quanto ci faccia schifo questa cosa.
Non dimentichiamolo: abbiamo visto, nel recente passato, veder leccato il citofono dei cinesi. Leccavano, anche di nascosto, anche con decreti notturni, il 5G pechinese. Leccavano i monopattini della Repubblica Popolare.
Insomma, i citofoni possono essere anche diversi, ma rimane lo spettacolo di una classe dirigente inguardabile nella sua indecenza, nelle sue pulsioni perverse fino all’inspiegabile, nella sua sottomissione rivoltante al padrone del vapore.
Questo, del resto, è ciò che significa essere una Nazione a sovranità limitata, ed averlo accettato, da decenni.
Questo è il contrario di ciò di cui ha bisogno una Nazione per vivere: il rispetto. Il potere di essere onorati della fiducia reciproca degli altri Paesi, e dei cittadini.
Rispetto – uvazhenie – è del resto il fulcro ideale, sin da subito, della politica di Putin.
Non è quindi un mistero che lo vogliano far fuori: perché vogliono un mondo di leccatori di citofoni.
Un mondo di esseri perversi e quindi manovrabili, poveri e quindi sottomessi. Senza casa e senza dignità.
Senza legge naturale, senza rispetto per la vita umana.
E se vi state chiedendo perché oramai siano così superficiali e così schifosi nei loro lavoretti di saliva, beh, dobbiamo ripetervelo: non stanno parlando a voi. Stanno parlando alla massa vaccina, sperando che compatta essa continuerà a leccare il citofono NATO mRNA.
Staremo a vedere. Intanto, vomitiamo.
Roberto Dal Bosco
Pensiero
Vi augurano buona festa del lavoro, ma ve lo vogliono togliere. Ed eliminare voi e la vostra discendenza
Buona festa dei lavoratori! Ve lo ripetono da tutte le parti, del resto è una festa importantissima per la Repubblica: il Venerdì Santo, il giorno in cui Dio muore per l’umanità secondo quella che in teoria è la religione maggioritaria del Paese, si lavora. Il giorno dei morti, pure. Il Primo maggio, invece, no: vacanza.
Questo basterebbe a far comprendere qual è la vera religione che lo Stato italico vuole imporre alla sua popolazione – del resto, il suo libro sacro, la Costituzione, scrive al suo primo articolo che la Repubblica stessa è fondata sul lavoro – espressione incomprensibile, se non comprendendo la smania sovietica che avevano i comunisti e la sciocca acquiescenza dei democristiani che glielo hanno lasciato scrivere, accettando pure di lasciare fuori dalla Carta la parola «Dio».
Il dio della Costituzione, il dio della Repubblica è il lavoro?
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La divinizzazione politica di un concetto astratto, di un’attività umana, non solo l’indice della volontà di laicizzazione dello Stato. Poggia, essenzialmente, nel rigetto di avere per la cosa pubblica il fondamento del Cristianesimo.
Non è un caso che la festa del dio-lavoro avvenga l’indomani della notte di Valpurga, ritenuta nei secoli un momento di vertice dell’ attività del male sulla Terra – in genere, su Renovatio 21, facciamo ogni anno un articolo sull’argomento, annotando gli eventi concomitanti. La realtà è che la festa del Primo maggio è un tentativo di inculturazione, o meglio, di reintroduzione di usanze pagane – in particolare la festa celtica chiamata Beltane, di cui parla anche J.G. Frazer nel suo studio su magia e religione dell’antichità europea Il ramo d’oro.
La prima menzione di Beltane è nella letteratura irlandese antica dell’Irlanda gaelica. Secondo i testi altomedievali Sanas Cormaic (scritto da Cormac mac Cuilennáin) e Tochmarc Emire, Beltane si teneva il 1° maggio e segnava l’inizio dell’estate. I testi dicono che, per proteggere il bestiame dalle malattie, i druidi accendevano due fuochi «con grandi incantesimi» e guidavano il bestiame in mezzo a loro.
La vulgata progressista del Primo maggio, nata nel secondo Ottocento, si attacca quindi a questo sostrato antico, non cristiano, alla guisa di come ha fatto la Chiesa con alcune festività nel corso dell’anno.
Quindi: un nuovo dio, una nuova religione. Ma il problema è che neanche i suoi stessi sacerdoti ci credono. I loro discorsi – i loro incantesimi – sono inganni, sempre più infami, sempre più ridicoli.
Abbiamo sentito ieri il segretario generale CGIL Maurizio Landini dichiarare che «il governo Meloni difende il fossile e nega il cambiamento climatico, come si può pensare di cambiare modello di produzione?». Lo ha detto ad un evento dell’«Alleanza Clima Lavoro», di cui apprendiamo l’esistenza. Stendiamo un velo pietoso sull’attacco ai combustibili fossili, che fossili non sono (no, il petrolio non è succo di dinosauro!), che dimostra un allineamento con i gruppi ecofascisti più estremi e grotteschi visti negli ultimi anni – e pagati da chi, possiamo intuirlo.
Quindi: prima il «clima», poi i lavoratori. L’intero sistema industriale va cambiato per favorire l’ambiente, non l’uomo che lavora: conosciamo questa solfa, ora condita automaticamente dal terrorismo climatico. Si tratta di un’idea che avanza da tanto tempo, e si chiama deindustrializzazione.
Come abbiamo ripetuto tante volte su questo sito, la deindustrializzazione altro non è che deumanizzazione. Cioè, riduzione non dei lavoratori, ma della quantità stessa di esseri umani che camminano sul pianeta. Ciò era chiaramente esposto nelle opere di Aurelio Peccei e compagni oligarchi, quando l’élite – la stessa che stava dietro al Club di Roma, Club Bilderberg, WWF, etc. – cominciò a lavorare decisamente alla riduzione della popolazione.
Non è possibile diminuire il numero di esseri umani sul pianeta se si continua a produrre. Perché l’industria – il lavoro – dà cibo, e il cibo dà la vita, e la vita si moltiplica. La filiera dell’essere deve essere interrotta, molto prima. Niente industria, niente lavoro, niente vita. Niente persone. Niente umanità. Ora potete capire da dove vengono la povertà e la fame, che sembrano di ritorno anche nel Primo Mondo.
In alcuni testi risalenti a più di mezzo secolo fa, la cosa era messa nera su bianco: avrebbero creato deliberatamente un concetto prima sconosciuto, quello di inquinamento, per avere uno strumento di controllo del comportamento di popoli e Nazioni. Se ci pensate, anche questa è una scopiazzatura del cattolicesimo: non il peccato, ma l’impronta carbonica. Non il peccato originale, ma l’essere umano in sé, alla cui nascita c’è già un debito ecologico personale importante. Non la Santa Trinità, non l’Incarnazione, ma Gaia, dea terrifica che si fa pianeta.
Non ci sorprende, ma nondimeno continua a riempirci di orrore, vedere che chi è pagato per difendere i lavoratori è in realtà alleato delle forze che ne vogliono l’eliminazione. Lo aveva capito, con decenni di anticipo, il filosofo marxista Gianni Collu, che nel libro Apocalisse e rivoluzione notava che il paradigma non era più quello rivoluzionario della crescita operaia, cioè industriale, ma quello di una contrazione dell’intera società produttiva.
In pratica, Collu aveva compreso che stava venendo innestato, specie presso partiti, sindacati, intellettuali di sinistra, l’odio per l’uomo – in una parola, era stata avviata la Necrocultura. Non per niente il filosofo cominciò a scoprire, e rivelare, l’interesse crescente che molti circoli goscisti cominciavano a sentire verso un tema divenuto tabù nei millenni cristiani, cioè il sacrificio umano.
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Ora, guardate celebrare il vostro lavoro da chi è inserito, con stipendio, nel disegno per togliervelo – ed eliminare la vostra esistenza e la vostra discendenza. Non dobbiamo ricordare qui gli sforzi, fatti anche in sede europea, che i sindacati hanno fatto per il feticidio.
Nessuno dei vostri lavori è al riparo dal disegno mortale che avanza: se vi hanno detto che imparando a programmare avreste avuto sempre lavoro, provatelo a ripetere alle migliaia di licenziati alla IBM, come in tantissimi altri colossi tecnologici, sostituiti dall’Intelligenza Artificiale.
Nessuno è al sicuro: i grafici, cosa pensano di fare davanti alla presenza di incredibili programmi text-to-image, dove digiti cosa vuoi vedere e ti viene servito in un’immagine perfetta?
Attori, registi, produttori cinetelevisivi, cosa potranno di fronte ai software come Sora di ChatGPT, che promette di generare sequenze video a partire da semplici richieste? Sappiamo che l’ultimo sciopero ad Hollywood verteva su questo, e che già operano società di computer grafica talmente ultrarealista da aver disintermediato regioni immense della filiera.
Domani, cioè già oggi, tocca agli insegnanti. Ai bancari. Ai lavoratori dei fast food. A qualsiasi lavoratore. Alla realtà stessa.
Tuttavia, notatelo, nessun sindacato parla di fermare l’Intelligenza Artificiale. Vi parlano di cambiamento climatico, combustibili fossili, etc.
Lo fanno dopo aver assistito all’assassinio, con il green pass e l’obbligo al vaccino genico, dell’articolo 1 del loro libro sacro, il dogma primigenio della loro religione: ve lo abbiamo detto, non ci credono nemmeno loro.
E quindi, se anche quest’anno un boss sindacale, dinanzi al milione di ebeti ammassati per il concertone del Primo maggio, dovesse d’improvviso farsi scappare di nuovo l’espressione «Nuovo Ordine Mondiale», beh, sappiamo bene di cosa si tratta.
Non c’entrano le ricorrenze druidiche primaverili, qui siamo altrove nel calendario, in un’altra festa importante: sotto sotto, negli auguri ai bravi lavoratori, vi stanno dicendo che arriva il Natale. E che voi siete i tacchini.
Buon lavoro.
Roberto Dal Bosco
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Pensiero
I biofascisti contro il fascismo 1.0: ecco la patetica commedia dell’antifascismo
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Pensiero
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?
All’inizio di questo mese, il rituale dell’accensione della torcia olimpica – di fatto la prima cerimonia dei Giochi Olimpici – si è tenuta ad Olimpia, in Grecia, presso l’antico tempio di Era, la moglie di Zeus, padre degli dei greci detti, appunto, olimpici. Lo riporta LifeSite.
Accompagnata da uno stuolo di vestali per qualche ragione tutte bianche, l’attrice greca Mary Mina ha interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» che aveva funzione, tra le altre cose, di offrire una «preghiera» agli dèi olimpici.
«Apollo, dio del sole e dell’idea della luce, invia i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola per la città ospite», cioè Parigi. «E tu, Zeus, dona la pace a tutti i popoli della terra e incorona i vincitori della corsa sacra».
🗣️ “Apollo, God of sun, and the idea of light, send your rays and light the sacred torch for the hospitable city of Paris. And you, Zeus, give peace to all peoples on earth and wreath the winners of the Sacred Race.”#Paris2024 | @Paris2024 pic.twitter.com/FHMEmJ134U
— The Olympic Games (@Olympics) April 16, 2024
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Il Comitato Olimpico Ellenico organizza l’evento, che ha una durata di circa 30 minuti, ed elenca sul suo sito il resto dell’«Invocazione ad Apollo».
Silenzio sacro
Risuonino il cielo, la terra, il mare e i venti.
Le montagne tacciono.
I suoni e i cinguettii degli uccelli cessano.
Per Febo, il Re portatore di Luce ci terrà compagnia.
Apollo Dio del sole e dell’idea della luce
manda i tuoi raggi e accendi la sacra fiaccola
per l’ospitale città di…
E tu Zeus dona la pace a tutti i popoli della terra e
incorona i vincitori
della Razza Sacra
Il gruppo spiega che la prima cerimonia di accensione della torcia ebbe luogo nel 1936 con «l’alta sacerdotessa Koula Pratsika, considerata una pioniera della danza classica in Grecia e fu la prima coreografa della cerimonia di accensione». La Pratsika nell’ambito dei celeberrimi Giochi di Berlino – quelli dello Hitler e di Jesse Owens, e di Leni Riefenstahl – e che da allora si è svolta più o meno prima di ogni Olimpiade.
La coreografa Artemis Ignatiou dirige lo spettacolo dal 2008. Originaria della Grecia, ha precedentemente interpretato il ruolo di «alta sacerdotessa» ed è stata coinvolta nella produzione dagli anni Novanta.
È, ammetterà anche il lettore, molto molto curioso: la preghiera ai dei dell’Ellade rispunta per lo Sport, quando invece, l’invocazione che nei secoli si è pronunziata per la medicina – il giuramento di Ippocrate – è oramai quasi del tutto sparito in tutto il mondo – e mica lo vediamo solo in Israele, lo abbiamo visto anche sotto casa durante il COVID. I motivi, li sapete: quelle frasi sul fatto che il medico non darà sostanze abortive, né cagionerà la morte del paziente… Siamo lontani anni luce da ciò che oggi deve fare il dottore, e cioè servire la Necrocultura, estendendo la morte ovunque si possa.
È bene ricordare anche che il mondo moderno ora esige un altro culto pagano greco, quello alla dèa preolimpica (cioè, ctonia) Gaia, che tramite le elucubrazioni dell’ambientalismo è divenuta la Terra stessa, intesa come unico essere vivente minacciato dalla presenza umana. Del resto, Gaia apparteneva alla stirpe dei titani, come Crono, il dio che divorava i suoi figli…
Ma torniamo al fuoco pagano dei Giuochi. Il sito olimpico ricorda che i giochi iniziarono nel 776 a.C. e continuarono fino al 393 d.C. quando l’imperatore cristiano Teodosio I li abolì. «Le sue cerimonie di apertura sembrano quasi sempre incorporare temi massonici o globalisti» scrive LifeSite. «I giochi di quest’anno sono stati annunciati come le prime Olimpiadi “della parità di genere”. Ciò significa che uomini e donne avranno una rappresentanza 50-50 nella competizione. Detto in altro modo, ci saranno tanti atleti maschi quante sono le atlete. Questo è stato presentato come un importante segno di “progresso”».
Alla cerimonia di accensione della torcia, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach ha sottolineato che i giochi di quest’anno saranno «più giovani, più inclusivi, più urbani, più sostenibili». Si riferiva al fatto che sarà allestita una «Pride House» pro-LGBT per «sostenitori, atleti e alleati LGBTI+».
«I Giochi sono una celebrazione della diversità», afferma il sito ufficiale delle Olimpiadi. «In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, Parigi 2024 ribadisce il suo impegno nella lotta contro ogni forma di discriminazione», riferendosi eufemisticamente a qualsiasi opposizione all’omosessualità o al transgenderismo e aggiungendo che la «Pride House» ha lo scopo di «celebrare» le «minoranze» LGBT e il loro «orgoglio».
LifeSiteNews ci tiene a ricordare che «come i precedenti Giochi Olimpici, Parigi 2024 sarà probabilmente una cloaca di impurità. (…) la fornicazione è dilagante e nel Villaggio Olimpico dove soggiornano gli atleti vengono distribuiti contraccettivi gratuiti».
Riguardo al sesso al villaggio olimpico, chi ha partecipato da atleta ad un’Olimpiade in genere torna con racconti impressionanti – dionisiaci, erotici, del resto sempre di dèi greci si tratta, Dioniso, Eros, e mettiamoci pure dentro pure la poetessa greca Saffo, che dea non è, ma popolare di certo lo deve essere presso certe giocatrici di basket, ad esempio, e neanche solo quelle.
Del resto, metti quantità di giovani sani (in teoria: da Tokyo sappiamo quanti ne ha rovinati, financo sportivamente, l’mRNA) tutti insieme nello stesso luogo, e cosa vuoi che succeda? Sappiamo che la cosa capita anche alla Giornate Mondiale della Gioventù organizzate dai papati moderni, al termine delle quali trovano a terra tra la spazzatura, oltre che le ostie consacrate, anche preservativi usati da giovani e previdenti papaboys.
La questione, semmai, è capire che l’abominio pagano dello sport olimpico potrebbe essere andato molto oltre le semplici fornicazioni degli atleti: da anni si parla sommessamente del fenomeno dell’aborto-doping. Funziona così: per giovarsi della biochimica ormonale fantastica offerta dalla gravidanza e migliorare quindi le proprie prestazioni sportive, le atlete si fanno ingravidare per poi uccidere il figlio e godere del beneficio organico e muscolare della gravidanza.
Praticamente: vero e proprio doping, senza alcuno steroide sintetico – quindi perfettamente legale. Specie, immaginiamo, nelle Olimpiadi delle «pari opportunità».
«Ora che i test antidroga sono di routine, la gravidanza sta diventando il modo preferito per ottenere un vantaggio sulla concorrenza» avvertiva ancora nel 2013 Mona Passiganno, direttrice di un gruppo pro-life texano. In quell’anno emerse anche la storia di un atleta russo che avrebbe raccontato a un giornalista che già negli anni Settanta, alle ginnaste di appena 14 anni veniva ordinato di dormire con i loro allenatori per rimanere incinte e poi abortire. La procedura sarebbe così conosciuta da arrivare persino anche sui libri di testo: un libro di testo online di fisiologia del dipartimento di Fisiologia Medica dell’Università di Copenaghen sembra averne ancora traccia.
«Le atlete di punta – proprio dopo il momento in cui hanno dato alla luce il loro primo figlio – hanno stabilito diversi record mondiali» scrive il testo danese di fisiologia sportiva. «Naturalmente, questo è accettabile come evento naturale e non intenzionale. Tuttavia, in alcuni Paesi le atlete rimangono incinte per 2-3 mesi, al fine di migliorare le loro prestazioni subito dopo l’aborto».
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Altro che preghiera ad Apollo: questo è un sacrificio umano, un atto propiziatorio tramite l’uccisione della propria prole al dio pagano della prestanza fisica, della vittoria sportiva, della ricca sponsorizzazione, dell’ego incoronato etc.
E quindi: quanti sacrifici umani agli dèi antichi e moderni verranno consumati per i Giochi parigini?
Va ricordato l’aborto nel mondo sportivo non è una novità, una importante multinazionale di vestiario, negli anni, è stata accusata di aver fatto pressioni affinché le proprie atlete sponsorizzate abortissero, anche se non è chiaro se semplicemente per continuare a sfruttarne le prestazioni o per ottenerne anche i benefici corporei del doping feticida.
Diciamo pure che la strage olimpica occulta dei bambini delle atlete non potrebbe essere l’unico accento di morte da aspettarsi a Giochi di Parigi. Come noto, Macron ha fatto capire di temere per l’incolumità della sua Olimpiade, arrivando a chiedere, anche grottescamente, una «tregua» dei conflitti in corso – lui che, contro l’opinione degli omologhi europei e dello stesso popolo francese, paventa truppe NATO in Ucraina, e che secondo alcuno già sarebbero state spedite ad Odessa.
Abbiamo visto, nel frattempo, come qualcuno degli organizzatori olimpici si stia lamentando del fatto che per il nuoto la Senna sembra non andare bene: è stata rilevato troppo Escherichia Coli, cioè troppa materia fecale. Parigi è baciata da un fiume escrementizio, e vuole che gli atleti di tutto il globo vi si tuffino.
Questa immagine, del fiume di cacca in cui obbligano la gente ad immergersi, racconta bene il senso occulto dell’Olimpiade.
Tuffatevi anche voi nell’acqua marrone: dietro l’Olimpiade non c’è solo l’afflato neopagano e massonico (con le logge che da sempre rivendicano la consonanza con i principi olimpici), potrebbe esserci un’ondata di morte vera e propria.
Giochi di morte: lo Stato moderno pare volerceli infliggere a tutti i costi.
Roberto Dal Bosco
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