Terrorismo
L’Europol ammette: le armi spedite in Ucraina potrebbero essere usate da «gruppi criminali» per anni
Ulteriori ammissioni sul disastro convintale che si prepara con l’invio indiscriminato di armi all’Ucraina.
In un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag, il capo dell’agenzia di polizia europea Europol Catherine De Bolle ha lanciato un terribile avvertimento sull’enorme quantità di armi pompate dall’Occidente in Ucraina.
La De Bolle ha dichiarato che l’inondazione di armi sul campo di battaglia Ucraina-Russia potrebbe finire nelle mani di gruppi criminali negli anni a venire.
«Ad un certo punto la guerra sarà finita. Vogliamo evitare una situazione come quella che seguì la guerra nei Balcani 30 anni fa», ha detto il capo Europol riferendosi alla catastrofe seguita alle guerre yugoslave: una conseguenza che gli italiani ricordano bene, gli «assalti in villa» di fine anni Novanta.
«Le armi di questa guerra sono ancora utilizzate dai gruppi criminali oggi», ha sottolineato De Bolle parlando dei conflitti balcanici e di quella che sembra essere una situazione simile che sta emergendo in Ucraina.
«La situazione è molto dinamica e frammentata e stiamo ricevendo cifre diverse dai nostri partner europei”, ha affermato De Bolle, che sostiene di voler «trovare un modo per affrontare la situazione dopo una possibile fine della guerra», magari attraverso l’«organizzazione di una task force internazionale che affronterà questo problema».
Il tipo di scenario di cui parla con allarma il vertice Europol è già accaduto in Siria: i programmi della CIA e del Pentagono per armare i cosiddetti «ribelli moderati» hanno portato a che tali armi, tra cui TOW missili anticarro, venissero poi dirette verso l’al-Qaeda siriana, l’ISIS e tutte le sigle terroristiche del caso.
Come riportato da Renovatio 21, perfino gli stessi funzionari USA ora stanno ammettendo che le armi inviate a Kiev stanno finendo al mercato nero. La portavoce degli Esteri della Federazione Russa Maria Zakharova ha affermato pubblicamente che le armi occidentali finiranno nelle mani di terroristi che minacceranno l’Europa. È emerso peraltro che gli USA stanno inviando agli ucraini armi che questi ultimi non possono utilizzare in maniera corretta.
La questione del dopoguerra dei battaglioni neonazisti armati è stata trattata in diversi articoli di Renovatio 21, che già vedevano la similitudine con il disastro balcanico di due decenni fa.
Immagine di 7th Army Training Command via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Terrorismo
Due giudici iraniani uccisi a colpi di arma da fuoco in Iran
Due giudici iraniani, Ali Razini e Mohammad Moghiseh, sono stati uccisi in una sparatoria presso la Corte Suprema iraniana a Teheran il 18 gennaio, hanno riferito i media statali iraniani. Lo riporta Iran Daily.
«Questa mattina, un uomo armato si è infiltrato nella Corte Suprema in un atto pianificato di assassinio di due giudici coraggiosi ed esperti. I due giudici sono stati martirizzati nell’atto», ha detto il portavoce della magistratura Asghar Jahangir, scrive la testata iraniana.
Jahangir ha detto che l’assalitore «si è ucciso» dopo le sparatorie, aggiungendo che anche una guardia del corpo dei giudici è rimasta ferita nell’attacco. Il movente dietro la loro uccisione non è stato immediatamente chiaro. Le autorità hanno avviato un’indagine sull’incidente.
«Speriamo di poter pubblicare rapidamente i risultati dei follow-up per arrestare i coinvolti» nell’incidente, ha detto Jahangir, il quale ha dichiarato alla televisione di Stato che «una persona armata di pistola è entrata nella stanza» dei due giudici e ha sparato loro, ha riferito il quotidiano britannico Guardian.
Entrambi i giudici erano a capo di sezioni della Corte Suprema e si occupavano di casi «che combattevano crimini contro la sicurezza nazionale, spionaggio e terrorismo».
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Uno dei giudici assassinati, il giudice Moghiseh, è stato sanzionato dall’Unione Europea nel 2011 e dagli Stati Uniti nel 2019, ha riferito la CNN. Il giudice Razini era già stato il bersaglio di un tentativo di assassinio nel gennaio 1998.
L’Iran è stato oggetto di uccisioni terroristiche di scienziati, ingegneri nucleari e politici nel corso degli anni. Nell’indagine sulle uccisioni di ieri, questo contesto deve essere preso in considerazione.
C’è una fazione anglo-americana-israeliana che sta cercando di bombardare l’Iran e i suoi impianti nucleari, forse precipitando un conflitto più ampio e crescente, che potrebbe portare, potenzialmente, a una guerra nucleare.
Gli assassinii, compresi gli «assassini derivati», assassinii indotti da agenzie di intelligence esterne che sembrano avere origine da premesse completamente diverse, potrebbero essere utilizzati in questo momento, in particolare dalle capacità di intelligence britanniche o israeliane ostili a qualsiasi cambiamento verso la pace nell’Asia sud-occidentale.
Il 17 gennaio, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e il presidente russo Vladimir Putin hanno firmato un accordo di partenariato strategico globale a Mosca. Come noto, il suo predecessore Ebrahim Raisi è stato ucciso in un incidente in elicottero.
Come riportato da Renovatio 21, un ayatollah era stato assassinato in pubblico due anni fa.
L’Iran era stato anche teatro della brutale uccisione seriale di scienziati atomici, ammazzati presumibilmente dal Mossad per fermare la corsa di Teheran al nucleare. In un caso, il massimo scienziato atomico di quel momento, Mohsen Fakrizadeh, è stato trucidato tramite un robot mitragliatore ad AI comandato via satellite.
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Immagine screenshot da YouTube
Terrorismo
Strage terrorista anche in Benin. In Ciad attacco al palazzo presidenziale sventato
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Terrorismo
«Pista ucraina» per l’attentatore suicida anti Trump-Musk di Las Vegas?
Il veterano dell’esercito americano sospettato di aver fatto esplodere un Tesla Cybertruck fuori dal Trump International Hotel di Las Vegas era un sostenitore della causa nazionalista ucraina, secondo una foto pubblicata su Facebook.
Il trentasettenne Matthew Livelsberger è stato ucciso e sette passanti sono rimasti feriti quando il Cybertruck che stava guidando è esploso fuori dall’hotel mercoledì. Il CEO di Tesla Elon Musk ha attribuito l’esplosione ai materiali esplosivi trasportati nel cassone del camion e l’FBI sta indagando sull’incidente come potenziale atto di terrorismo a causa della sua vicinanza al Trump International Hotel e a un attacco simile a New Orleans in precedenza quel giorno.
In una foto presumibilmente condivisa dalla moglie di Liveslberger su Facebook nel 2016, l’ex soldato indossa una maglietta con lo stemma ucraino e lo slogan «Slava Ukraini», ovvero il noto saluto banderista «Gloria all’Ucraina».
Everyone take a close look at the Ukraine shirt Matthew Livelsberger is wearing in this picture.
And now, new photo surfaces from LinkedIn that he inquired about “a job” in Ukraine as well.
Does this have anything to do with the Las Vegas attack? pic.twitter.com/VYCjgBKmit
— Bo (@dittletv) January 2, 2025
Coniata dai nazionalisti ucraini all’inizio del XX secolo, la frase è stata resa popolare dall’ala dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN) del collaborazionista nazista Stepan Bandera. È stata dichiarata il grido di battaglia ufficiale delle Forze armate ucraine nel 2018 dal presidente Petro Poroshenko, salito al potere dopo il colpo di Stato di Maidan del 2014.
Da quando il conflitto con la Russia si è intensificato nel 2022, «Slava Ukraini» è diventato uno slogan riconosciuto a livello internazionale utilizzato dai sostenitori di Kiev. Prima, tuttavia, era utilizzato prevalentemente dai neonazisti e da altri estremisti di destra ucraini.
Al momento in cui è stata pubblicata la foto, Livelsberger prestava servizio come specialista di intelligence e operazioni con i Berretti Verdi d’élite dell’esercito americano, secondo il suo profilo LinkedIn. Un portavoce dell’esercito ha detto a CBS News che Livelsberger ha prestato servizio per 19 anni ed è stato di stanza vicino a Stoccarda in Germania prima di prendersi un congedo e tornare negli Stati Uniti il mese scorso.
L’esercito ha confermato che ha completato diversi dispiegamenti in Afghanistan e missioni in Tagikistan, Georgia e Congo, che gli hanno fatto guadagnare numerosi riconoscimenti, tra cui cinque Bronze Stars.
In un commento su LinkedIn, Livelsberger ha risposto a un’offerta di lavoro in Ucraina dicendo di conoscere un «importante» sergente medico delle forze speciali che stava «cercando proprio questa opportunità».
Secondo l’agenzia di stampa Associated Press, che cita fonti dell’esercito USA, il Livelsberger non solo è stato schierato due volte in Afghanistan, ma arebbe anche prestato servizio in Ucraina.
L’esercito americano avrebbe anche confermato che Livelsberger stava «prestando servizio in Ucraina» in un dato momento, anche se il momento esatto non è chiaro, riporta AP.
«Il Comando per le operazioni speciali dell’esercito americano sta collaborando pienamente con le agenzie federali e statali delle forze dell’ordine, ma per una questione di politica, non commenteremo le indagini in corso», ha affermato l’esercito americano.
In quanto Berretto Verde, Livelsberger era di stanza a Fort Liberty (ex Fort Bragg) nella Carolina del Nord. Shamsud-Din Jabbar, che ha ucciso 14 persone nell’attacco con un veicolo a New Orleans mercoledì mattina, era anche lui di stanza a Fort Liberty, e inviato in Afghanistan. L’esercito sta attualmente indagando se gli uomini si conoscessero, ha detto un portavoce all’AP.
Livelsberger e Jabbar hanno entrambi noleggiato i veicoli utilizzati nei loro attacchi tramite la società di car sharing Turo, ha confermato un portavoce della società. Il portavoce ha affermato che nessuno dei due sospettati «aveva precedenti penali che li avrebbero identificati come una minaccia per la sicurezza».
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Livelsberger era in congedo dal suo incarico in Germania durante l’incidente. Sua moglie avrebbe riferito agli investigatori che era stato assente dalla loro casa di Colorado Springs in seguito a una discussione sull’infedeltà durante le vacanze.
Gli ufficiali delle forze dell’ordine hanno indicato che Livelsberger aveva riempito il Tesla Cybertruck noleggiato con fuochi d’artificio, carburante da campeggio e altri materiali esplosivi.
Come riportato da Renovatio 21, Afghanistan e soprattutto Ucraina erano elementi saltati fuori subito anche nel caso del secondo attentatore di Trump, Ryan Routh, uno zelota sostenitore dell’Ucraina che ha trascorso molto tempo nel Paese, agendo come reclutatore di Foreign Fighters ed apparendo in video promozionali del battaglione Azov.
Routh avrebbe lasciato una lettera in cui offriva una taglia da 150 mila dollari a chiunque avrebbe ucciso Trump nel caso lui fallisse. Dettaglio che confonde ancora di più il lettore, a poca distanza dall’arresto di Routh, il figlio è stato arrestato nella Carolina del Nord per possesso di materiale pedopornografico.
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