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«Ippocrate non è più un riferimento per i medici»

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Cristiano Lugli intervista Roberta Doricchi, Segretaria dell’Ass.ne “Vita al Microscopio”,
“Vita al Microscopio” è in prima linea per la difesa della vita, e lo fa sostenendo le ricerche dei dottori Gatti e Montanari. Perché è così importante riuscire ad acquistare un microscopio? Lo abbiamo capito intervistando un fondatore dell’Associazione.

CL: Quando è nata la vostra Associazione e su quali presupposti?

RD: Nel Febbraio del 2011, con l’intento di restituire alla dottoressa Antonietta Gatti e al dott. Stefano Montanari il microscopio elettronico, quello acquistato mediante la raccolta fondi promossa da Beppe Grillo. Dopo la sottrazione dello strumento e il trasferimento presso l’Università di Urbino nel gennaio del 2010, ai dottori Gatti e Montanari fu impedito di utilizzarlo, nonostante ne fosse garantita la disponibilità per “almeno una volta alla settimana”. Fu veramente un duro colpo per tutti i donatori che sottoscrissero alla raccolta fondi “per acquistare un microscopio per i dottori Gatti e Montanari e nessun altro”. Decidemmo, quindi, con i sostenitori più inossidabili, di affiancarli in giudizio nel procedimento civile contro la Bortolani Onlus. Davanti ad un giudice, riuscimmo a far valere quel diritto. La Bortolani fu condannata alle spese e la ricerca riuscì ad andare di nuovo avanti . Questo è stato il nostro più grande successo.

 

CL: Avete molti membri all’interno di essa?

RD: Fare numeri non è la nostra specialità. Abbiamo puntato sempre alla qualità delle collaborazioni per realizzare il nostro scopo e sostenere la ricerca sulle nanopatologie.

 

CL: Possiamo dire che avete scelto di operare del volontariato su un campo piuttosto articolato a cui non sono risparmiati ostracismi…

RD: Chi ha scelto di affiancarci in questo compito, cioè quello di sostenere la ricerca dei dottori Gatti e Montanari, conosce esattamente tutti gli inconvenienti a cui va incontro, soprattutto sul piano dell’informazione. In Italia, ancora per molti, quello che non passa attraverso la televisione è totalmente sconosciuto. Se poi non hai degli sponsor tra gli attori, i cantanti, le soubrette, i campioni sportivi, non sei nessuno. E’ difficile essere credibili per chi naviga nell’ignoranza più totale, nel senso buono del termine. Ancora più difficile è combattere con l’ignoranza morale. Eppure Antonietta Gatti nel 2012 è stata nominata Fellow (riconoscimento importantissimo tra gli scienziati di tutto il mondo)dalla International Union  of Societies for Biomaterials Science e Engineering, per il suo contributo nel campo delle Scienze di Biomateriali e di Ingegneria, ma in Italia era una perfetta sconosciuta, fino a qualche tempo fa…

 

CL: Fiancheggiate i ricercatori Gatti e Montanari costantemente, cosa vi ha spinti a questo forte interesse nel sostenere le loro ricerche?

RD: Sono gli unici ricercatori che possono garantirci la verità, perché la loro è una ricerca indipendente, non viene finanziata da nessuno, se non dal frutto del loro lavoro e dai risparmi di una vita. Con le loro scoperte sappiamo come tutelare la nostra salute, quella dei nostri figli, quella delle generazioni future e salvaguardare l’ambiente in cui viviamo.  Chiunque abbia questo interesse dovrebbe sostenerli.

 

CL: Ora però rischiano di essere impossibilitati a continuare il lavoro…Potete spiegarci cosa sta per accadere con il microscopio e perché?

RD: Il contratto di comodato d’uso gratuito concesso all’ARPAM dall’Università di Urbino sta per scadere e non verrà rinnovato. Inoltre il microscopio attualmente in uso è in stato di rottamazione e non vi è alcuna possibilità che possa venir utilizzato in qualche altro posto.

 

CL: Beppe Grillo c’entra in tutto questo?

RD: Non lo so. Stefano Montanari e Antonietta Gatti hanno troppi nemici per identificarne uno solo.

 

CL: In ogni caso diversi genitori cosiddetti “No-Vax” o “Free-Vax” credono molto nella volontà dei 5 Stelle di contrastare la legge 119/2017…

RD: Personalmente ritengo che non ci sia nessun partito politico che abbia questo interesse. Mi ricrederò quando saranno i fatti a parlare.

 

CL: La ricerca da più fastidio della Medicina? Chiedo questo perché mi pare di capire che Gatti e Montanari siano più osteggiati di chiunque altro.

RD: Ippocrate 2500 anni fa diceva che “prevenire è meglio che curare”. Non credo che al giorno d’oggi Ippocrate sia più un riferimento per i medici. Dalle notizie di cronaca sulla malasanità  il malato risulta più essere un cliente che una persona da curare. Quindi, una ricerca in grado di prevenire gravi patologie quali la leucemia, l’infarto cardiaco, l’ictus, la tromboembolia polmonare, il diabete, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e altre patologie neurologiche, le malformazioni fetali, la sensibilità chimica multipla… quanto può infastidire gli interessi delle multinazionali farmaceutiche e di tutto il sistema sanitario internazionale?

“Ippocrate 2500 anni fa diceva che “prevenire è meglio che curare”. Non credo che al giorno d’oggi Ippocrate sia più un riferimento per i medici. Dalle notizie di cronaca sulla malasanità  il malato risulta più essere un cliente che una persona da curare”

 

 

CL: Qualche giornalista di campagna è arrivato a sostenere che il dott. Stefano Montanari sia un infiltrato, addirittura una sorta di spia della NATO. Oltre alla sciocchezza in sé , possibili che certuni siano sempre pronti a gridare al complotto? Questo modus operandi non rischia di far passare la battaglia sul tema delle vaccinazioni come qualcosa di gestito da quattro invasati “dietrologisti” a tutti i costi?

RD: Purtroppo, per esperienza passata, non posso avere una buona opinione su chi cerca di screditare il dottor Montanari.  Questo tipo di atteggiamento non giova alla causa. E’ un autogol. Montanari con le sue analisi scientifiche ci fornisce le prove per vincere le nostre cause nei tribunali. Prove, non chiacchiere. A questo punto mi chiedo chi è l’infiltrato… .

 

CL: Un fenomenologismo molto in voga tra i complottisti è la costante paura verso l’America, come se da questo colosso non potesse mai uscire niente di buono. Potenzialmente la cosa è certamente vera e fonda, tuttavia ci risulta che in America la battaglia sulle vaccinazioni sia affrontata con grande coraggio, soprattutto da Robert F. Kennedy Jr., incaricato dallo stesso Presidente Donald Trump. Non è così?

RD: Questo è quanto è accaduto quando Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. Siamo rimasti positivamente colpiti dalla  scelta di mettere Robert Kennedy alla guida della commissione che vigila sulla sicurezza dei vaccini. Kennedy è un attivista anti vaccini e sostiene che questi farmaci siamo legati all’autismo. Non ha tardato a convocare i dottori Gatti e Montanari per relazionare su quanto scoperto sul loro contenuto. Ultimamente ha anche scritto un bell’articolo sui nostri due scienziati, mettendo in ridicolo chi tenta di screditarli. Credo, però, che sia presto per cantar vittoria.

 

CL: Siete in contatto con Kennedy?

RD: Sì, confidiamo in un suo aiuto per sostenere la ricerca.

 

CL: Veniamo al senso pratico: cosa proponete per fermare questa deriva?

RD: Nella soluzione politica non vedo alcuno spiraglio di luce, ma invito tutti a ricordare alle prossime elezioni i nomi di chi ci ha messo in questo inferno. L’altra strada che possiamo percorrere è quella giuridica. Bisogna avere coraggio ed esporsi per difendere la salute dei propri figli, il nostro diritto di scelta verso di loro. Abbiamo le prove, le abbiamo tutti, perché Gatti e Montanari le hanno messe a nostra disposizione scrivendo libri, articoli scientifici, rilasciando interviste. Però, per continuare a fornirci le prove scientifiche, indiscutibilmente esatte, dobbiamo sostenerli anche economicamente, perché loro hanno già dato tanto e non possono più permettersi di aiutarci.

 

CL: Molti genitori cadono però spesso nell’utilitarismo, una vera piaga moderna. Questo succede perché ognuno vorrebbe condurre la propria battaglia per sistemare la situazione personale, e una volta ottenuto il proprio contento – ovviamente solo apparente-, come si suol dire, chi si è visto si è visto! Rischia di diventare una mera battaglia legale, perdendo di vista, ipso facto, il cuore del problema. Quale messaggio vorreste lanciare ai genitori?

RD: E’ umano tirare l’acqua al proprio mulino. L’importante è che non si leda l’interesse di nessuno. Purtroppo molto spesso accade che  alcuni genitori affidino le loro speranze a chi non ha gli strumenti necessari per aiutarli. Quindi, il messaggio che vorremmo inviare a tutti coloro che non vogliono vaccinare i propri figli o che hanno figli danneggiati dai vaccini o semplicemente vogliono avere informazioni esatte sull’argomento di rivolgersi a veri esperti, sia sul campo legale che sul campo scientifico. Informatevi sulla loro professionalità e non fatevi incantare dalle belle parole. Sono sempre i fatti che contano.

 

CL: Come si può aiutare la raccolta fondi e qual è il materiale utile per diffondere questa urgente campagna?

RD: Principalmente donando quello che si può e pensando alla donazione come ad un investimento per la propria salute e quella dei nostri cari. Poi divulgando il più possibile questa richiesta d’aiuto, attraverso i social network o utilizzando il volantino scaricabile a questa pagina pagina. E’ vitale che la ricerca sulle nanopatologie non si fermi.

 

CL: Per concludere: possiamo parlare di una “vita al microscopio” per difendere la Vita?

RD: Assolutamente sì.

CL: Grazie, per il prezioso tempo dedicatoci e per tutta la grande opera che con coraggio state portando avanti.

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Autismo

5 scoperte scientifiche spiegano il legame tra vaccini e autismo: perché le agenzie sanitarie le ignorano?

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Le agenzie federali per la sanità pubblica continuano a ignorare i progressi scientifici, compiuti in gran parte da illustri scienziati che lavorano al di fuori degli Stati Uniti, nonostante gli appelli degli scienziati alle agenzie affinché indaghino sul collegamento e smettano di dire ai genitori che l’alluminio nei vaccini è sicuro.

 

Cinque importanti scoperte scientifiche, prese insieme, spiegano come i vaccini scatenano l’autismo, ha scritto l’autore JB Handley sul suo Substack. La causa è radicata nella risposta del corpo all’adiuvante di alluminio utilizzato in sei vaccini nel programma di immunizzazione infantile.

 

Le agenzie federali per la salute pubblica continuano a ignorare questi progressi scientifici, compiuti in gran parte da eminenti scienziati che hanno lavorato fuori dagli Stati Uniti nell’ultimo decennio, nonostante gli appelli degli scienziati alle agenzie affinché indaghino sul collegamento e smettano di dire al pubblico americano che l’alluminio nei vaccini è sicuro.

 

Secondo Handley, l’elemento scatenante dell’autismo e di altri disturbi dello sviluppo neurologico è l’attivazione del sistema immunitario, che può alterare lo sviluppo del cervello quando l’attivazione avviene in una madre incinta o in un bambino piccolo.

 

Ciò accade perché l’alluminio neurotossico nei vaccini viaggia facilmente verso il cervello. Lì, può causare infiammazione nelle persone vulnerabili innescando la produzione di una citochina chiave, l’interleuchina 6 o IL-6, una proteina che colpisce il sistema immunitario. L’IL-6 è stata collegata all’autismo.

 

Handley, autore del best-seller How to End the Autism Epidemic, co-fondatore del sito web Age of Autism e padre di un figlio autistico, attinge ampiamente al sito web Vaccine Papers , che raccoglie e analizza dati scientifici rilevanti, per delineare le principali scoperte scientifiche che sostengono questa tesi.

 

Questa importante ricerca avviene in gran parte al di fuori degli Stati Uniti perché la ricerca sull’autismo che è «anche lontanamente controversa» è impossibile da finanziare o approvare, ha scritto.

 

La ricerca citata da Handley ha iniziato a emergere nel 2004 e gran parte di essa è stata pubblicata dopo il 2009, dopo che la Corte dei vaccini ha respinto l’ipotesi del vaccino contro l’autismo e negato il risarcimento per i danni causati dai vaccini a migliaia di famiglie.

 

Citando Vaccine Papers, Handley ha scritto che i vaccini devono essere sottoposti a un’analisi oggettiva del rapporto rischio-beneficio e dovrebbero essere considerati un trattamento medico solo se fanno più bene che male:

 

«Il problema con i vaccini è che i rischi sono stati sottovalutati e i benefici sovrastimati. In particolare, il rischio di lesioni cerebrali da vaccini è molto più alto di quanto comunemente si creda».

 

«Le lesioni cerebrali possono essere devastanti per la vita di un bambino e della sua famiglia. I costi personali e finanziari delle lesioni da vaccino sono spesso enormi. Pertanto, anche un piccolo rischio di lesioni cerebrali deve essere preso in seria considerazione. E la scienza suggerisce fortemente che il rischio non è piccolo».

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Adiuvante in alluminio: i dati mancanti per una «spiegazione inequivocabile» dell’autismo indotto dal vaccino

Handley ha iniziato la storia con la scoperta che, a suo dire, collega la ricerca sui vaccini e l’autismo: un articolo del 2018 di Christopher Exley, Ph.D., e colleghi che mostra livelli «sorprendentemente elevati» di alluminio in 10 campioni di cervello di persone autistiche.

 

Secondo Exley, la posizione dell’alluminio suggeriva che stava entrando nel cervello attraverso cellule pro-infiammatorie che si erano caricate di neurotossina. La scoperta di Exley è simile a precedenti ricerche che mostravano cosa accade ai monociti, un tipo di globuli bianchi, nei siti di iniezione del vaccino.

 

Questo è significativo, scrisse Handley, perché diventerebbe chiaro che i macrofagi (un tipo di monociti) stavano spostando l’alluminio dal sito di iniezione al cervello.

 

Secondo Handley, lo studio di Exley «ha fornito gli unici dati mancanti per una spiegazione inequivocabile» di quanto accaduto alle innumerevoli famiglie i cui figli hanno sviluppato l’autismo dopo la vaccinazione.

 

L’adiuvante di alluminio è un additivo che «serve a risvegliare» il sistema immunitario in modo che riconosca l’antigene contro cui il vaccino dovrebbe proteggere, ha spiegato.

 

Secondo uno studio del 2016, la quantità di alluminio a cui sono esposti i bambini è aumentata vertiginosamente a partire dagli anni Novanta, perché i tassi di vaccinazione per tutti i bambini sono aumentati notevolmente e sono stati aggiunti più vaccini al calendario vaccinale infantile.

 

«Un bambino a metà degli anni Ottanta avrebbe ricevuto 1.250 microgrammi di alluminio dai suoi vaccini entro il suo 18° mese di vita se fosse stato completamente vaccinato», ha scritto. «Oggi, quel numero è di 4.925 microgrammi, quasi quadruplicando l’alluminio totale».

 

Tuttavia, l’alluminio non è mai stato testato per la sicurezza nei vaccini per neonati. È una neurotossina dimostrata che comporta un rischio di autoimmunità, secondo gli scienziati canadesi Chris Shaw, Ph.D., e Lucija Tomljenovic, Ph.D., scienziati canadesi.

 

L’alluminio è l’adiuvante più comune nei vaccini, anche se i meccanismi attraverso cui agisce come adiuvante restano sconosciuti.

 

Nonostante la mancanza di dati sulla sua tossicologia, «l’idea che l’alluminio nei vaccini sia sicuro sembra essere ampiamente accettata», hanno scritto Shaw e Tomljenovic.

 

Anche i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e i National Institutes of Health (NIH) hanno ammesso di non avere dati che dimostrino che le iniezioni ripetute con un adiuvante di alluminio siano sicure, ha scritto Handley.

 

Ora un volume crescente di letteratura scientifica dimostra che quelle iniezioni ripetute non sono sicure. La letteratura mostra che «cinque scoperte chiare, replicabili e correlate che spiegano come viene innescato l’autismo hanno formato un quadro innegabilmente chiaro della causalità dell’autismo», ha scritto Handley.

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Cinque scoperte chiave: 

1. Nel cervello delle persone affette da autismo si verifica un’attivazione permanente del sistema immunitario.

La ricerca del defunto scienziato del Caltech, il dott. Paul Patterson, autore di «Gravidanza, immunità, schizofrenia e autismo», ha dimostrato che il sistema immunitario interagisce con il cervello in modi che possono influenzare lo sviluppo neurologico.

 

Patterson e i colleghi hanno scoperto che se il sistema immunitario di una madre incinta è soggetto a un’elevata attivazione, ad esempio a causa di una grave infezione virale o batterica durante la gravidanza, ciò può influire sullo sviluppo neurologico del bambino, provocando problemi neurologici in seguito.

 

Patterson ha osservato che i cervelli delle persone con autismo mostrano che tale attivazione del sistema immunitario si è verificata, citando i dottori della Johns Hopkins University School of Medicine che hanno trovato «infiammazione neurale» in un esame post-mortem dei cervelli di pazienti con autismo. Tale scoperta è stata da allora replicata più volte, ha scritto Handly, anche da ricercatori in Giappone.

 

Patterson e i suoi colleghi hanno ipotizzato che l’infiammazione neurale cronica sia il risultato di citochine, prodotte dai globuli bianchi a tassi più elevati quando è presente un’infezione, che interagiscono con il cervello fetale. In particolare, una citochina, IL-6, ha un effetto particolarmente potente, hanno sostenuto.

 

Hanno innescato questa infiammazione neurale in un esperimento che prevedeva l’iniezione di IL-6 nei topi e hanno osservato cambiamenti nella neurologia della prole dei topi. In seguito hanno anche collegato l’attivazione immunitaria materna specificatamente ai sintomi dell’autismo nei topi e nelle scimmie. Altri scienziati hanno replicato i loro studi.

 

Nel 2006, Patterson collegò la vaccinazione materna alla possibile attivazione immunitaria. Disse che la ricerca attuale sollevava la questione: «Dovremmo davvero promuovere la vaccinazione materna universale?»

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2. L’adiuvante di alluminio è altamente neurotossico e provoca l’attivazione immunitaria. 

La Food and Drug Administration e il CDC degli Stati Uniti basano le loro raccomandazioni sull’uso dell’alluminio nei vaccini su uno studio del 2011 che ha concluso che l’alluminio si accumula nel sistema scheletrico anziché nei tessuti molli ed è sicuro.

 

Tuttavia, Handley ha scritto che le “ipotesi” sull’alluminio si basano su studi sull’alluminio disciolto, non sull’idrossido di alluminio utilizzato nei vaccini.

 

Ricerche più recenti hanno dimostrato che l’idrossido di alluminio è una nanoparticella che viene assorbita dai macrofagi del corpo, che possono trasportarla facilmente al cervello.

 

Un articolo del 2007 di Shaw ha dimostrato un collegamento tra adiuvante di alluminio e morte dei motoneuroni. Shaw e colleghi hanno pubblicato diversi articoli che dimostrano che l’idrossido di alluminio è neurotossico, in particolare nelle popolazioni pediatriche.

 

Hanno chiesto una rivalutazione «urgente» del profilo di sicurezza dei vaccini contenenti adiuvante in alluminio.

 

Diversi studi condotti in Francia hanno inoltre dimostrato che l’adiuvante di alluminio iniettato nell’organismo finisce spesso nel cervello, causando neurotossicità.

 

Uno studio francese del 2017 pubblicato su Toxicology ha scoperto che l’adiuvante aveva una «biopersistenza di lunga durata», ovvero il corpo non riusciva a liberarsene, ed era collegato a diverse malattie, tra cui «sindrome da stanchezza cronica, disfunzione cognitiva, mialgia, disautonomia e caratteristiche autoimmuni/infiammatorie».

 

Gli autori dello studio francese hanno anche scoperto che dosi basse e costanti erano più neurotossiche di una singola dose elevata e hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che lo “sviluppo massiccio di strategie basate sui vaccini in tutto il mondo” richieda una rivalutazione della sicurezza dell’adiuvante.

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3. L’attivazione immunitaria che scatena l’autismo può avvenire nell’utero o dopo la nascita del bambino, mentre il suo cervello è ancora in via di sviluppo. 

I ricercatori del Medio Oriente e dell’Europa che hanno utilizzato l’alluminio per indurre l’Alzheimer nei ratti vivi hanno dimostrato che l’alluminio ha causato un aumento di quattro volte dell’IL-6 e ha anche aumentato altre citochine.

 

Sebbene i ricercatori possano accettare che nel cervello delle persone affette da autismo vi sia una disorganizzazione, vi è disaccordo sul fatto che tale disorganizzazione si verifichi nell’utero o dopo la nascita.

 

Molti di coloro che rifiutano l’ipotesi del vaccino contro l’autismo, come il dottor Peter Hotez, negano che sia possibile una riorganizzazione cerebrale postnatale.

 

Tuttavia, le prove di fattori scatenanti postnatali dell’autismo sono forti, ha scritto Handley. Ha citato Vaccine Papers per spiegare che ogni evento di attivazione immunitaria in un bambino suscettibile rende il sistema immunitario più sensibile e reattivo agli stimoli immunitari. Ciò può accadere sia in utero che dopo la nascita, mentre il cervello di un bambino si trova in fasi chiave dello sviluppo.

 

Studi hanno dimostrato che i topi iniettati con IL-6 dopo la nascita mostrano in seguito capacità cognitive compromesse. E studi di casi tra bambini hanno mostrato l’insorgenza dell’autismo a seguito di infezione e infiammazione del cervello.

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4. IL-6 indotta dal vaccino contro l’epatite B nei ratti postnatali.

I ricercatori in Cina hanno testato gli effetti dell’attivazione immunitaria indotta dal vaccino sullo sviluppo cerebrale nei ratti. Il vaccino contro l’epatite B, che aveva un adiuvante di alluminio, ha aumentato l’IL-6 nell’ippocampo. Significativamente, gli effetti non sono comparsi fino a quando i ratti non avevano 8 settimane di età, quando i ratti sono quasi completamente adulti. La maggior parte degli studi sulla sicurezza dei vaccini esamina i risultati a breve termine.

 

Secondo Handley ciò potrebbe contribuire a spiegare la comparsa delle malattie mentali in età molto avanzata tra gli esseri umani e a supportare l’ipotesi che i vaccini stiano contribuendo all’aumento delle malattie mentali negli Stati Uniti negli ultimi 25 anni.

 

«Questa è la prova biologica del collegamento tra un vaccino, somministrato a un animale postnatale, che induce un evento di attivazione immunitaria, incluso il marcatore citochinico per l’autismo, IL-6. Una prima assoluta scientifica», ha scritto Handley.

 

5. Diverse analisi hanno rilevato livelli elevati di alluminio nel cervello delle persone affette da autismo. 

Come discusso in precedenza, studi come quello di Exley hanno poi rivelato livelli molto alti di alluminio nei campioni di cervello di persone affette da autismo.

 

Questa scoperta è stata fondamentale per comprendere una causa fondamentale dell’infiammazione nel cervello delle persone affette da autismo, ha scritto Handley.

 

 

La spiegazione più aggiornata e completa del ruolo dei vaccini contenenti alluminio, dell’infiammazione e del sistema immunitario nell’autismo si trova in un articolo del 2022 sulla rivista Toxics.

 

Lo studio, condotto da ricercatori francesi, ha evidenziato i percorsi attraverso i quali un bambino predisposto potrebbe acquisire l’autismo se esposto ad adiuvanti di alluminio.

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Che dire del vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia)? 

Secondo Handley, gli adiuvanti di alluminio possono anche indurre altre condizioni autoimmuni e infiammatorie , tra cui problemi gastrointestinali riscontrati in molti bambini affetti da autismo.

 

Inoltre, molte famiglie di bambini autistici hanno visto i loro figli regredire dopo il vaccino MPR, che non contiene l’adiuvante di alluminio.

 

Sono necessarie ulteriori ricerche per spiegare appieno perché ciò potrebbe accadere, ha scritto Handley. Ma la ricerca indica che gli effetti dell’MMR potrebbero essere correlati al fatto che è il primo vaccino vivo che i bambini ricevono, intorno ai 12-18 mesi, dopo aver ricevuto molti vaccini che contengono adiuvanti di alluminio.

 

Un «sistema immunitario immerso nell’adiuvante di alluminio e probabilmente già in ebollizione con eventi di attivazione» potrebbe essere spinto oltre il limite dall’incontro con il virus vivo. Potrebbe persino innescare l’alluminio nel corpo per spostarsi nel cervello, ha scritto.

 

Handley si è lamentato del fatto che le agenzie di sanità pubblica continuino a rifiutarsi di studiare la questione.

 

«Ciò che è stato vero durante l’epidemia di autismo rimane vero anche oggi: un numero schiacciante (decine di migliaia) di segnalazioni da parte dei genitori di regressione dei loro figli nell’autismo dopo la vaccinazione».

 

Questi genitori osservavano i cambiamenti nei loro figli ma non avevano una spiegazione scientifica per ciò che stava accadendo, ha scritto Handley.

 

Sono ormai disponibili prove scientifiche sufficienti per elaborare una teoria più rigorosa sul modo in cui i vaccini e gli adiuvanti di alluminio in essi contenuti scatenano l’autismo e altre malattie.

 

«È tempo che il CDC, la FDA [Food and Drug Administration statunitense], Autism Speaks e l’Accademia americana di pediatria affrontino le prove biologiche che ci stanno tutti davanti agli occhi!» ha scritto.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 4 settembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

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Vaccini

Vaccino sperimentale contro la poliomielite distribuito a centinaia di migliaia di bambini a Gaza

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   L’esperta di sicurezza dei vaccini, la dott. ssa Suzanne Humphries, si è unita a Polly Tommey di CHD.TV per discutere della campagna di vaccinazione antipolio dell’OMS a Gaza. Humphries ha affermato che l’OMS sta distribuendo un vaccino orale geneticamente modificato per combattere un tipo di poliomielite indotta da vaccino.   Questa settimana, oltre 187.000 bambini sotto i 10 anni sono stati vaccinati contro la poliomielite nella zona centrale di Gaza durante la prima fase di una campagna di vaccinazione antipolio in due turni, ha riferito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).   La campagna, che continua oggi nella Gaza meridionale, dovrebbe concludersi la prossima settimana nella Gaza settentrionale. Sarà rivolta a circa 640.000 bambini. Israele e Hamas hanno concordato un cessate il fuoco giornaliero di otto ore nei luoghi in cui vengono somministrati i vaccini, ha riferito Reuters.   Il ciclo di trattamento prevede che i bambini ricevano una seconda dose del vaccino dopo quattro settimane.   La campagna è stata lanciata dopo che a giugno era stato rilevato il poliovirus di tipo 2 derivato dal vaccino in campioni di acque reflue nella zona centrale di Gaza e quattro bambini sono stati segnalati come affetti da paralisi flaccida acuta, una condizione che può avere molteplici cause, tra cui il poliovirus.   Uno dei quattro bambini, un neonato di 10 mesi non vaccinato, è risultato positivo al poliovirus circolante di tipo 2 derivato dal vaccino.   Secondo l’OMS, la poliomielite derivata dal vaccino si verifica quando il poliovirus attenuato utilizzato per produrre vaccini orali riacquista la sua virulenza e inizia a circolare.

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Il vaccino orale contro la poliomielite è comunemente utilizzato perché gli amministratori sostengono che ha diversi benefici per la vaccinazione di massa in aree con scarse risorse, ha detto oggi la dottoressa Suzanne Humphries, coautrice di Malattie, vaccini e la storia dimenticata: Epidemie, contagi, infezioni, alla conduttrice di CHD.TV Polly Tommey in un’intervista. (Il libro di Humphries include una lunga storia della poliomielite e del vaccino contro la poliomielite)   Poiché il vaccino orale non necessita di refrigerazione e non deve essere somministrato da operatori sanitari professionisti, è più facile utilizzarlo per campagne di vaccinazione di massa, ha affermato Humphries.   Tuttavia, il vaccino orale è anche responsabile della creazione del poliovirus, che ora circola e infetta centinaia di persone in tutto il mondo ogni anno.  

I bambini di Gaza ricevono il vaccino geneticamente modificato sviluppato dalla Fondazione Gates

Il vaccino attualmente somministrato ai bambini palestinesi a Gaza è nOPV2, un nuovo vaccino orale contro la poliomielite, incentrato sulla poliomielite di tipo 2.   Il vaccino nOPV2 è geneticamente modificato per impedirne la mutazione e il riacquisto della virulenza. Non è completamente autorizzato, ma nel 2023 l’OMS gli ha concesso un elenco di uso di emergenza.   La rivista Nature ha riferito che il vaccino nOPV2, finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation, ha già dimostrato di riacquistare virulenza in almeno due Paesi.   Humphries ha detto:   «È interessante notare che fermeremo una guerra che non ha avuto assolutamente alcun riguardo per i bambini. Israele è improvvisamente umanitario e fermerà una guerra perché l’ONU e l’Organizzazione Mondiale della Sanità glielo hanno chiesto, così possono entrare e salvare tutti questi bambini che sono stati potenzialmente infettati da un poliovirus derivato da vaccino, somministrando loro un nuovo vaccino orale antipolio geneticamente modificato che non è mai stato completamente testato, che viene rilasciato per uso di emergenza».   «E la maggior parte dei test iniziali sono stati effettuati su persone già completamente vaccinate, in modo che le loro possibilità di avere una mutazione fossero minori per questo motivo».   Humphries ha detto che, nonostante il bambino di 10 mesi sia parzialmente paralizzato, probabilmente recupererà l’uso dell’arto. La maggior parte delle persone che contraggono la poliomielite recupera l’uso degli arti entro 60 giorni, ha detto.   La poliomielite, la malattia che colpisce il midollo spinale e paralizza gli arti, «può essere indotta solo con le tossine», ha detto. «E se è coinvolto un virus, diventa più invasivo in presenza di alcune sostanze chimiche».   La Humphries ha detto che c’è stata poca o nessuna discussione sulle bombe sganciate su Gaza, che hanno «sciolto edifici, sciolto plastica, sciolto elettricità e sostanze chimiche, per non parlare di ciò che contenevano le bombe», ha detto. «La quantità di tossicità che le persone in quella regione hanno dovuto sopportare è astronomica».   Non sappiamo nemmeno a quali sostanze chimiche sono esposte quelle persone, ha detto. Ad esempio, «Se sganciassero bombe su qualsiasi fabbrica che producesse pesticidi, voglio dire, sarebbe sufficiente a causare la paralisi in molte persone in quella zona, proprio lì».

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Anche gli eventi avversi del vaccino non vengono discussi. «Chi seguirà e cercherà gli eventi avversi?», ha chiesto Humphries. «Chi troverà problemi in questi bambini se succede qualcosa [con questo nuovo vaccino]?»   «È sempre la solita vecchia strategia», ha detto, in cui una guerra o una crisi vengono utilizzate per lanciare un nuovo vaccino minimamente testato.   «Penso solo che le persone in quella regione dovrebbero essere un po’ sospettose di ciò che sta accadendo qui», ha aggiunto.   La Humphries, il cui libro descrive nei dettagli la corruzione all’interno dell’OMS e delle Nazioni Unite in merito a malattie e vaccini, si è anche chiesto perché le agenzie si stessero concentrando sulla vaccinazione anziché su questioni di salute pubblica più urgenti e fondamentali, create come conseguenza di questa guerra e in tutto il paese, nei campi profughi.   Gli abitanti di Gaza non hanno cibo, acqua e cure mediche di base, ha detto. E la gente si ammala perché i campi non hanno sistemi fognari, il che potrebbe essere risolto scavando latrine.   Secondo quanto riportato da Common Dreams, al 19 agosto almeno 16.480 bambini sono stati uccisi come conseguenza diretta della guerra e migliaia risultano ancora dispersi o morti.   Molti di quei bambini muoiono di fame e molti altri soffrono la fame e la malnutrizione.   Brenda Baletti Ph.D.   © 5 settembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Geopolitica

Israele istituisce un’unità dell’esercito per supervisionare il controllo di Gaza «per gli anni a venire»

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Il sito di informazione israeliano Ynet ha riferito che l’esercito israeliano si sta preparando a occupare e controllare la Striscia di Gaza per gli anni a venire, e questa è sempre più l’ipotesi di partenza degli ufficiali militari israeliani in assenza di una missione a lungo termine chiaramente definita dai vertici dell’organizzazione.

 

La testata israeliana ha scritto che ciò avviene «in assenza di chiari obiettivi strategici per il futuro della Striscia di Gaza». Secondo quanto riportato, «l’esercito israeliano ha iniziato ieri, attraverso questa nomina, ad accettare il fatto che la sua responsabilità per la Striscia continuerà per anni e si espanderà, e circa due milioni di palestinesi rimarranno sotto la sua responsabilità».

 

Il tenente colonnello Elad Goren dell’esercito è stato nominato capo dello sforzo umanitario-civile a Gaza per supervisionare questi sforzi a lungo termine. «Questa nuova posizione non è per spettacolo (…) Avrà un ruolo importante per gli anni a venire (…) Chiunque creda che il controllo e l’intervento israeliano nella Striscia di Gaza finiranno presto, sia fermando o meno i combattimenti e il loro declino, o anche con o senza un accordo, si sbaglia», ha detto un funzionario della sicurezza di alto rango a Ynet.

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L’ambito della nuova posizione includerà la supervisione delle consegne di aiuti umanitari, il ripristino delle infrastrutture civili e il coordinamento con i gruppi di aiuti umanitari.

 

«In ultima analisi, questo serve anche a impedire che Hamas possa mai tornare come autorità di governo locale in qualsiasi parte della Striscia di Gaza. Ciò che Hamas stava facendo prima del 7 ottobre in termini di amministrazione delle città di Gaza, ora sarà fatto da Israele» valuta EIRN.

 

«All’ordine del giorno della nuova unità dell’esercito israeliano ci saranno importanti operazioni, già iniziate, per evacuare i feriti gravi e i malati negli ospedali in Giordania, Egitto o Emirati Arabi Uniti (…) e preparare l’inverno nella Striscia di Gaza, alla luce dell’enorme quantità di infrastrutture distrutte, nonché coordinare la campagna per vaccinare più di un milione di abitanti di Gaza contro la poliomielite», spiega ulteriormente Ynet.

 

Tra le iniziative più grandi a lungo termine ci sarà quella di «lavorare con la comunità internazionale per ripristinare tutte le strutture civili crollate nella Striscia». In molti casi ciò ha comportato il crollo della produzione di elettricità e persino dell’acqua. Molti abitanti di Gaza affermano che a questo punto «non è rimasto nulla».

 

Attualmente, Israele ha dato il via libera a un programma di vaccinazione antipolio guidato dall’ONU per i bambini della Striscia di Gaza. Si prevede che circa 2.000 operatori sanitari entreranno a Gaza questa settimana e l’IDF avrebbe accettato di implementare pause graduali nelle sue operazioni in base alle diverse zone, a partire dalla Gaza centrale.

 

Per Gaza l’inferno non ha mai fine.

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Immagine di Israel Defense Forces via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
 

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