Connettiti con Renovato 21

Spirito

Papa Francesco attacca i non vaccinati, vescovo svizzero reagisce

Pubblicato

il

Il vescovo svizzero Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito della diocesi di Coira, ha criticato Bergoglio per il recente attacco ai non vaccinati contenuto nella sua biografia in uscita.

 

Monsignor Eleganti, teologo benedettino, ha espresso il suo pensiero in un testo fatto circolare da LifeSite.

 

«Nella sua autobiografia recentemente pubblicata, Papa Francesco è preoccupato per la resistenza contro il vaccino sperimentale a mRNA. Purtroppo ha aperto la strada anche alla chiusura delle chiese e al “lockdown sacramentale”». scrive il prelato elvetico. «Contro gli standard medici ed etici generalmente stabiliti, ha costretto il suo personale vaticano a vaccinarsi sperimentalmente con l’mRNA se non volevano perdere il lavoro. Altri hanno fatto lo stesso. Ma non me lo sarei aspettato dal Papa. Il Dicastero per la Dottrina della Fede presieduto dal cardinale Luis Ladaria, con l’approvazione del Papa, non si era espresso a favore della libertà dei fedeli di vaccinarsi o meno».

Sostieni Renovatio 21

«È ormai noto che i protagonisti della pandemia non disponevano di dati affidabili per le loro affermazioni e, dove li avevano, sono stati deliberatamente ignorati per imporre mascherina obbligatoria, lockdown e vaccinazioni per volere dei politici a scapito di molti milioni di persone innocenti» continua il monsignore. «Non c’era alcuna protezione di terzi attraverso le vaccinazioni e, tutt’al più, un beneficio a breve termine per la persona vaccinata stessa. La cosiddetta “pandemia dei non vaccinati” era un’affermazione maliziosa e infondata».

 

«Sfortunatamente, con la sua conformità secolare, la Chiesa ha mostrato al mondo quanto poco crede oggi nel potere soprannaturale dei suoi sacramenti e dei suoi sacramentali, ma tanto più quanto crede nei disinfettanti e asseconda gli interessi politici. Le assurdità nelle chiese quando si riceve la Comunione si sono superate a vicenda in tutto il mondo. Basta uno sguardo al web mondiale per convincersene» dice l’Eleganti.

 

«Ora il Papa continua: su quali basi, infatti? – far sentire in colpa i cattolici che non hanno preso il vaccino anti-COVID e che, in numero crescente, non pensano di farlo in futuro. Questo perché i suoi numerosi effetti collaterali sono ormai ben noti. Ricercatori in Giappone, Malesia e Filippine hanno recentemente chiesto la sospensione a livello mondiale di queste vaccinazioni sperimentali con mRNA, per citare solo uno dei tanti esempi. Sebbene i critici delle misure, i cosiddetti idioti (COVID), avessero ragione – le prove stanno aumentando in tutto il mondo, dando a questi vaccini un verdetto negativo – il Papa ne rimane convinto e critica i loro oppositori».

 

Il vescovo procede interrogandosi in merito alla questione della sierizzazione dei politici.

 

«Vorrei sapere quali politici hanno fatto il vaccino (cfr. Nuova Zelanda) e quali no, e – come facevano quando indossavano le mascherine – ci hanno ingannato davanti alle telecamere. Anche questo è documentato. In ogni caso, è sorprendente che alla maggior parte dei politici siano stati risparmiati gravi effetti collaterali dai vaccini (miocardite, ictus, malattie neuronali, il cosiddetto turbocancro, immunodeficienza, ecc.), mentre altri sono morti, si sono ammalati gravemente o sono rimasti danneggiati per sempre e rimangono fino ad oggi senza alcun aiuto governativo significativo. Non lo auguro a nessuno. Ecco perché il Papa non dovrebbe insistere nella sua autobiografia senza alcuna necessità».

 

Monsignor Eleganti ricorda la tragedia sacramentale che la politica COVID ha inflitto alle anime.

 

«Quanti credenti sono morti a causa del “blocco della pastorale” senza l’aiuto dei sacramenti e senza visite! Le conseguenze del lockdown per i bambini, della chiusura ingiustificata delle scuole e della vaccinazione dei giovani dal punto di vista medico e del palese eccesso di mortalità in tutto il mondo dopo la vaccinazione con mRNA non possono essere trascurate».

 

«I risultati di questa terapia genetica sono scarsi a meno che non si intenda qualcos’altro» prosegue il religioso. «In ogni caso, la pandemia era pianificata, la formulazione e l’ingegneria sociale erano preparate e sorprendentemente unanimi. La pandemia potrebbe essere modellata e gonfiata a piacimento con l’aiuto del numero di test PCR e del modo senza precedenti e assurdo di contare coloro che sono morti “con” o “a causa” del COVID. Con l’inizio della guerra in Ucraina la questione è stata eliminata e la pandemia è stata sconfitta. L’influenza annuale è tornata. Negli anni precedenti ha causato più vittime del cosiddetto virus killer della passata pandemia di test PCR. Non si è verificata alcuna infezione asintomatica. Le persone sane venivano dichiarate malate. Tutto questo ormai è noto e documentato, ma a quanto pare non in Vaticano. E di questo ne vedremo e sentiremo ancora di più in futuro».

Aiuta Renovatio 21

«Negli ultimi decenni, l’autonomia dei pazienti è stata ampiamente propagandata nella società come primo comandamento in tutti gli interventi medici. È stato elevato a standard etico di riferimento della medicina moderna sotto forma di consenso informato, ma è stato abolito senza pietà durante la pandemia. È stato promosso anche il suicidio assistito con riferimento all’autonomia del paziente. “Il mio grembo mi appartiene”, hanno cantato per decenni le donne che cercavano di abortire. Ma durante la recente finta pandemia di tutti i tempi, questa autonomia non esisteva più».

 

«E la Chiesa era proprio in prima linea. I nostri diritti costituzionali fondamentali sono stati violati in modo totalitario e senza battere ciglio. Abbiamo visto elaborare piani per campi di internamento per coloro che si rifiutavano di conformarsi alla maggioranza».

 

«E il Papa? È stato il primo a violare le libertà civili dei suoi dipendenti nel suo stesso Stato e ordinò la chiusura delle chiese. Fa male dirlo. E faceva male vederlo. L’estetizzazione e l’orchestrazione del suo isolamento senza il popolo di Dio e i cardinali in Piazza San Pietro nella Pasqua 2020, la prima “non-Pasqua”, la Basilica di San Pietro inaccessibile al pubblico, le acquasantiere vuote in tutto il mondo, non sono state manifestazioni della fede della Chiesa per me».

 

«E un’ultima nota: la crescente banalizzazione della comunicazione papale attraverso formati come interviste, tweet, TV del sabato sera e ora, per la prima volta, attraverso un’autobiografia, a mio avviso non ha fatto alcun bene a questo ufficio. La storia ne sarà il giudice. Potete già vederlo adesso».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

 

Spirito

L’arcivescovo Forte contro i fedeli che vogliono la Comunione sulla lingua. Mentre continuano le profanazioni sataniche

Pubblicato

il

Da

In un video emerso in queste ore è visibile l’arcivescovo Bruno Forte, dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto mentre rimprovera tre parrocchiani per aver ricevuto la Santa Eucaristia sulla lingua. Lo riporta LifeSite.   Durante l’omelia, Forte rimprovera i tre fedeli per aver ricevuto la Santa Comunione sulla lingua e affermata che qualsiasi cattolico che scelga di ricevere la Comunione sulla lingua non solo è «disobbediente» alla gerarchia ecclesiastica, ma commette anche il peccato di orgoglio.   «Permettete che chiarisca un punto. Ci sono state tre persone che non hanno voluto la Comunione in mano. Prima di tutto, nel Nuovo Testamento Gesù dice “làbete“. Il verbo lambano in greco significa prendere in mano» ammonisce il prelato, che decisamente non condivide le posizioni di quanti, come monsignor Athanasius Schneider nel libro Christus Vincit, ritiene che la giusta traduzione, visto anche il latino accipere, non è «prendere» ma «ricevere».  

Sostieni Renovatio 21

«Per secoli la Chiesa ha preso in mano la comunione. Solo in alcuni secoli oscuri, temendo la mancanza di igiene, si è sostituito questo gesto con quello del prenderla in bocca» spiega monsignor Forte, forte forse di tanti insegnamenti pandemici pienamente recepiti dal cattolicesimo moderno.   «Ma grazie a Dio oggi siamo tutti cresciuti. Le mani ce le laviamo», assicura l’arcivescovo, che in realtà non lo può sapere, e che probabilmente non è mai stato nel bagno di un Autogrill, dove è possibile osservare l’immancabile tragitto delle moltitudini dal pisciatoio all’auto senza passare per il lavandino. (Monsignor Forte probabilmente è di quelli che non sanno perché nei bar all’aperitivo la ciotola della nocciolino include un cucchiaino).   «Per cui la Comunione si prende in mano» annunzia perentorio il religioso, «con il gesto umile di stendere la mano e di accoglierla».   «Chi non lo fa, fa un atto di orgoglio, si crede più saggio e più esperto del papa e dei vescovi che hanno deciso che la Comunione si prende in mano». Anche qui, è sensibile un accento dai tempi pandemici, quando alla popolazione veniva ripetuto di fidarsi degli esperti.   «Per piacere siate umili ed obbedienti alla Chiesa. Almeno nel momento in cui fate la Comunione, facendo la volontà che è quella espressa nella Chiesa, dal papa e dai vescovi».  
  Non è chiaro da dove il monsignore esperto tragga l’ordine secondo cui «la Comunione si prende in mano» secondo la volontà di Chiesa, papa e vescovi.   La Santa Comunione sulla lingua è stata la norma nella Chiesa per oltre 1.300 anni, mentre la Comunione sulla mano si è diffusa a livello mondiale solo con le riforme degli anni Settanta.   Nell’istruzione Memoriale Domini papa Paolo VI scrive della Comunione sulla lingua: «Questo modo di distribuire al Comunione, tenuta presente nel suo complesso la situazione attuale della Chiesa, si deve senz’altro conservare, non solo perché poggia su di una tradizione plurisecolare, ma specialmente perché esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia. Non ne è per nulla sminuita la dignità della persona dei comunicandi; tutto anzi rientra in quel doveroso clima di preparazione, necessario perché sia più fruttuosa la Comunione al Corpo del Signore».   Monsignor Forte pare inoltre ignorare l’istruzione Redemptionis Sacramentum (2004) scrive che ogni fedele ha «sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca».   L’arcivescovo è ritenuto da alcuni osservatori come teologo pro-LGBT che ha introdotto il tema dell’omosessualità al Sinodo per la famiglia.   Il vaticanista Edward Pentin in un articolo dell’anno passato sulle nomine al Dicastero per la Dottrina della Fede scriveva che il prelato sarebbe «responsabile delle sezioni sull’omosessualità nel controverso documento provvisorio del primo Sinodo sulla famiglia del 2014 che tentava di aprire la porta all’accettazione delle relazioni omosessuali nella Chiesa». Il link è ad un articolo della BBC sull’argomento. «È stato una voce di spicco nel sostenere una maggiore inclusione e rispetto per l’omosessualità e i diritti degli omosessuali all’interno della Chiesa» scrive il giornalista linkando un articolo de La Stampa.   Della chiesa moderna colpisce l’ostinazione, al limite della fake news, riguardo la Comunione nella mano come unica forma liturgica. È infatti arcinoto come la possibilità di non dare sulla lingua l’Eucarestia crei la questione della profanazione: in breve, alimenti network satanisti, che per i loro immondi riti necessitano dell’Ostia consacrata (hanno, di fatto, più fede di molti vescovi…)   L’idea di tale pericolo era giù presente nell’istruzione di Paolo VI, quando si dice che «con questa forma ormai tradizionale (…)si evita il pericolo di profanare le specie eucaristiche, nelle quali «è presente in modo unico, sostanzialmente e ininterrottamente, il Cristo tutto e intero; Dio e uomo». Parimenti, la Redemptionis Sacramentun scrive che «se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli».   La questione è rimbalzata nelle cronache mondiale, in maniera comica e tragica al contempo, quando un gruppo Satanista ha officiato un rito fuori dal Campidoglio del Kansas, dovendo però assicurare che l’Ostia che sarebbe stata utilizzata non era consacrata.   Tale cortocircuito dello Stato moderno ha visto quindi l’attuarsi di una scena eroica: quando il satanista ha innalzato la particola e la ha buttata al suolo calpestandola, un signore che stava ai lati è intervenuto gettandosi a terra per consumarla con la bocca, ricevendo quindi le botte dal leader satanista.  

Iscriviti al canale Telegram

Solo questo episodio, con immagini pubbliche che parlano chiarissimo, dovrebbe far decadere urbi et orbi la pratica della Comunione sulla mano, vero grande sistema di alimentazione del satanismo odierno.   Renovatio 21 tenta di seguire da vicino i casi di Ostie trafugate, che – lontani dalle cronache mainstream – si ripetono costantemente in tutto il mondo.   Come riportato da Renovatio21, all’inizio di maggio dello scorso anno, in Francia, il tabernacolo della chiesa di Notre-Dame, a Livry-Gargan (Seine-Saint-Denis) è stato divelto e ritrovato a pochi metri dall’edificio. Il Santissimo Sacramento non è stato trafugato, a differenza di quanto accaduto nella chiesa Sainte-Trinité a Louvroil (Nord) dove sono scomparse le Ostie consacrate.   Un altro episodio sacrilego è avvenuto nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Portland, in Oregon, dove è stato invece rubato il tabernacolo.   Anche l’Italia ha i suoi casi: ad aprile 2024  qualcuno è entrato di notte all’interno del Santuario di Ponte delle Pietra, a Perugia. È stato detto che l’effrazione aveva probabilmente l’intento di trafugare oggetti di arte sacra, tuttavia, ha scritto Renovatio 21 all’epoca, è lecito ipotizzare che l’obiettivo principale dei malviventi fosse quello di rubare le Ostie consacrate.   Molti fedeli sono arrivati alla Santa Messa tradizionale – il vetus ordo, il rito antico, la «Messa in latino», chiamatela come volete – durante la pandemia, quando impressionarono, oltre che il sacerdote con i guanti di lattice, la distribuzione forzata in mano della Santa Comunione.   I lettori di Renovatio 21 che vogliono evitare lo scempio di vedere la Santa Eucarestia piazzata nelle mani dei fedeli possono scriverci per chiederci dove assistere a delle Sante Messe dove ciò non può accadere.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine: Jan van den Hoecke (1611–1651), La Santa Comunione del Beato Federico di Ratisbona (1630-1651), collezione privata. Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia  
           
Continua a leggere

Spirito

Sede vacante: dal funerale ai giorni successivi

Pubblicato

il

Da

La vacanza della Sede Apostolica, che segue la morte o le dimissioni di un papa, è un momento chiave nella vita della Chiesa cattolica. Le norme che regolano questo periodo sono rigidamente codificate e lasciano poco spazio all’improvvisazione. FSSPX.Attualità offre ai lettori una comprensione più chiara delle norme che governano lo Stato della Città del Vaticano fino all’elezione del nuovo papa.

 

Mentre è prevista la partecipazione di numerosi capi di Stato e di una grande folla di fedeli ai funerali di Papa Francesco, si stanno organizzando anche le giornate successive. I cardinali hanno a disposizione un tempo massimo di venti giorni dalla vacanza della sede per iniziare a eleggere il nuovo papa: in realtà il termine è più breve, e la velocità con cui sono stati decisi i funerali del pontefice argentino sembra dimostrare che la Curia – cardinale Parolin in testa – non vuole perdere tempo.

 

Il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio, ha convocato i futuri elettori che convergono a Roma: erano già 113 – su 135 – presenti nella Città Eterna il 24 aprile 2025. Questa convocazione non è una formalità, ma un invito imperativo, posto sotto il sigillo della «santa obbedienza». Ogni cardinale, investito del sacro incarico di partecipare all’elezione del Pontefice, è tenuto a rispondere a questa chiamata e a recarsi nel luogo designato, a meno che non ne sia gravemente impedito.

Sostieni Renovatio 21

Il quadro legislativo del Vaticano prevede il caso dei cardinali che, per motivi imprevisti, giungono dopo l’inizio del conclave, ma prima che sia completata l’elezione del nuovo papa. A questi ultimi verrebbe consentito di partecipare al processo elettorale, garantendo così che la loro voce, legittimamente attesa, possa contribuire alla deliberazione. Questa disposizione dimostra la volontà di preservare l’unità e la rappresentatività del Sacro Collegio, nonostante i rischi del viaggio.

 

Allo stesso modo, se un cardinale dovesse lasciare la Città del Vaticano nei prossimi giorni per un motivo grave, riconosciuto dalla maggioranza degli elettori, conserverebbe il diritto di ritornarvi e di riprendere il suo posto nell’elezione.

 

La Santa Sede ha già reso noti i nomi dei due predicatori che interverranno, uno nei giorni successivi ai funerali del defunto papa, l’altro all’inizio del conclave: Dom Donato Ogliari, O.S.B., abate di San Paolo fuori le Mura, e il cardinale Raniero Cantalamessa, frate cappuccino che ha voluto restare sacerdote nonostante la sua elevazione al cardinalato, e che è anche un ex predicatore della Casa Pontificia.

 

Il primo è un benedettino che ha conseguito il titolo di dottore in teologia presso l’Università Cattolica di Lovanio, dopo aver pubblicato una tesi sulla grazia e il libero arbitrio nel dibattito tra Sant’Agostino e i semipelagiani. Nominato membro del Dicastero per i vescovi da Papa Francesco nel luglio 2022, Dom Ogliari svolge un ruolo nella selezione dei nuovi vescovi e vanta esperienza amministrativa, in particolare come vicepresidente della Conferenza monastica italiana.

 

Il cardinale Cantalamessa è più noto, avendo svolto l’incarico di predicatore in Vaticano sotto gli ultimi tre papi. È uno dei sostenitori del «Rinnovamento Carismatico» nel quale vede una grazia per tutta la Chiesa.

 

Si può dire che questi due religiosi, il cui compito è quello di pronunciare davanti al Sacro Collegio alcune prediche che delineeranno i contorni del prossimo pontificato, siano sostenitori di un riformismo moderato, nello spirito del Concilio Vaticano II, ma non troppo come si dice oltretevere. Ciò illustra una forma di rifocalizzazione – molto relativa – a cui una parte del Sacro Collegio sembra ora aspirare per il futuro della Chiesa.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

Continua a leggere

Pensiero

Il ritorno della diplomazia vaticana. A papa morto

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 ha spesso sottolineato che una delle tragedie del papato bergogliano è stata senza dubbio la perdita del prestigio diplomatico.   Quello che una vola era un canale di comunicazione saldissimo ed affidabile tra nazioni terrestri – al punto che il Giappone nei primi mesi del 1945 cercò di attivare la Santa Sede per trattare la pace con gli americani, procedimento che per qualche ragione si arenò cagionando la distruzione atomica di Hiroshima e Nagasaki – era ridotto ad una pantomima superficiale, vuota, sbagliata, come nello stile dell’argentino.   La fine del rispetto internazionale per il Vaticano come paciere mondiale è stata incontrovertibile. Lo abbiamo visto negli insulti del romano pontefice ad alcune etnie russe (si è dovuto poi, molto ineditamente per un papa, scusare), agli elogi agli stessi russi (per i quali Kiev e baltici), nelle conferenze stampa aeree dove è sembrato che Bergoglio millantasse iniziative di pace improbabili, nei viaggi a vuoto del cardinale Zuppi (ahimè, ora tra i papabili) a Kiev, dove il governo ha perennemente ignorato e schernito il Sacro Palazzo, persino quando vi è stato ospite. Per non parlare dei disastri con la Cina dove il Partito Comunista Cinese, valutato il peso internazionale del vaticano bergogliano, vìola impunemente gli accordi nominandosi da sé i vescovi, senza ovviamente incorrere in scomunica, e continua senza requie nella persecuzione dei veri vescovi, chiamati per qualche ragione «sotterranei»..   Eppure, sabato mattina una scena di potenza immane si è materializzata ai margini dei funerali papali: Trump ha incontrato Zelens’kyj tra i marmi della Basilica, sedendosi sulle due seggiole messe lì per loro. L’immagine, subito ripubblicata dai canali del presidente statunitense, ha fatto il giro del mondo.    

Sostieni Renovatio 21

Alcuni ora stanno scrivendo che nel vertice di pace estemporaneo è stato snobbato Macron, che ronzava da quelle parti interessato. Così come Starmer, che pure era lì – e, ovviamente, Giorgia Meloni. La quale, ci sovviene, è romana.   Non è chiaro cosa uscirà dalla scena. Alcuni nella stampa mainstream scrivono che Trump, notoriamente avverso all’ucraino, si sarebbe rabbonito. Lo Zelens’kyj, dicono, avrebbe chiesto ancora armi. Tanto per cambiare. A San Pietro, poi – non una cosa che scandalizza il lettore di Renovatio 21, che ricorderà quando Parolin parlò del diritto agli armamenti poco prima che Bergoglio fece quel suo bizzarro rito fatimoide – quello che su queste colonne abbiamo descritto come «consacrazione a mano armata». Il segretario di Stato, il lettore lo sa, ora è nelle prime corsie per lo sprint verso il Soglio petrino.   Tuttavia, nessuno dei retroscena è in realtà importante.   Perché è innegabile la bellezza, la giustizia di questa immagine. Questi pretini, monsignori, belli e sorridenti che portano le sedie. E quei due, qualsiasi cosa si possa pensare di loro, che si mettono a parlare, nel pieno centro della cristianità. Hanno parlato, per forza di cose, di pace. Ciò è bellissimo, ciò è giusto.     Qualcuno dirà: la solita trovata, perfetta, di Trump. Optics. Look. PR – è comunicazione visuale, lui è un maestro, a partire dall’insistenza diacronica per il ciuffo sintetico, inconfondibile, immediato. Non saprei dire: l’ultima volta che aveva saputo ingenerare un’immagine di tale potenza forse Dio stesso gli aveva dato una mano: quando gli spararono e lui alzò il pugno al cielo col volto rigato di sangue e la bandiera USA che garriva sopra di lui.   Il Vaticano quindi pare essere tornato, brevemente, estemporaneamente, involontariamente, il vero luogo della diplomazia, e della pace globale. Dio, la tradizione cattolica – quella per cui questa micrologica monarchia teocratica, per quanto acciaccata, è ancora nella mente e nel cuore di tutta l’umanità e dei suoi leader – lo hanno permesso.   Una preghiera acciocché torni quel tempo dove il centro del mondo coincideva con il centro del suo spirito. Solo da lì si può ricostruire l’equilibro.   Solo ricostruendo la Chiesa si potrà avere la vera pace.   Make Vatican Great Again. Ma sul serio.   Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 Immagine da Twitter
Continua a leggere

Più popolari