Essere genitori
Il decreto dell’umiliazione finale: niente primo giorno di scuola ai genitori senza green pass
E fu così che arrivammo alla più umiliante, infame mossa del potere pandemico: proibito assistere al primo giorno di scuola dei propri figli.
O ti sottometti alla siringa genetica, e al biototalitarismo elettronico conseguente, o non potrai stare accanto a tuo figlio nel primo giorno di scuola. Chi ha un bambino domani 13 settembre dovrà affrontare il primo giorno di scuola elementare – dove, in alcuni istituti, è permessa la presenza dei genitori in classe per le prime ore, come accompagnamento al mondo nuovo della «scuola dei grandi» – rimarrà escluso.
Il decreto uscito l’altro giorno parla chiaro:
O ti sottometti alla siringa genetica, e al biototalitarismo elettronico conseguente, o non potrai stare accanto a tuo figlio nel primo giorno di scuola
«Fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica, chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative (…) deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde COVID-19».
Il decreto legge 122 del 10 settembre è già in Gazzetta Ufficiale.
Niente green pass, niente ricordo del primo, toccante, momento del percorso di formazione di tuo figlio. E sorvoliamo sulle questioni sollevati da chi adesso si sta chiedendo cosa succederà in caso di bambino con la febbre, isolato a scuola, e con un genitore impossibilitato a percorrere i corridoi.
Non crediate si tratti di un caso, se lo hanno annunciato il venerdì quando le scuole apriranno lunedì, cioè poche ore dopo e con il fine settimana di mezzo. Siamo abituati a queste tempistiche sadiste dai tempi del DCPM del governo precedente, scodellati a tarda notte per il giorno successivo.
Si prepara una società dell’emarginazione programmatica, che scatta a partire dai cinque anni. Odio e apartheid. Nessun futuro, se non ti pieghi alla macchina biotica dello Stato moderno
Non è quindi sbagliato che si tratti di un atto di crudeltà deliberata con cui si vuole colpire i genitori non vaccinati, e indurli così alla siringa mRNA.
In realtà, è molto peggio di così: quando domani i bambini saranno accompagnati in classe dai genitori, alcuni ne saranno sprovvisti, resi «orfani» perché, a differenza degli altri, i loro genitori non sono vaccinati.
Ciò introduce non solo una violazione della privacy – la famiglia sarà presumibilmente etichettabile come «no-vax», esponendo quindi in pubblico le sue scelte sanitarie – ma anche un principio di discriminazione che giocoforza sfocerà, in molti casi, in vera e propria emarginazione.
I bambini, si sa, fanno attenzione a queste cose, e sanno essere spesso «cattivi». Il bambino privo di genitori in sala, il primo giorno, sarà subito individuato come proveniente da una famiglia affiliata ai nuovi nemici del popolo. Immaginiamo anche i casi in cui saranno gli stessi genitori greenpassati a dire a loro figlio «non giocare con quello là», e potete capire cosa succederà poi in cortile.
L’emarginazione è una tecnica di ingegneria sociale, che va applicata ai bambini, facendoli soffrire fino a che non verranno offerte le loro carni e quelle dei genitori al Moloch vaccinale
Sì, si prepara una società dell’emarginazione programmatica, che scatta a partire dai cinque anni. La violenza dell’odio e della segregazione su creature innocenti che dovrebbero essere accompagnati dagli adulti e dalle istituzioni verso un futuro da vivere insieme ai loro simili.
No. Ora è il contrario. Odio e apartheid. Nessun futuro, se non ti pieghi alla macchina biotica dello Stato moderno.
Nello screenshot che circola in rete (l’originale non siamo riusciti a trovarlo: forse è stato cancellato, forse non è mai esistito) un notissimo virologo dei social media, ai tempi delle prime lotte contro la legge Lorenzin, avrebbe twettato:
«Io sono favorevole ad una legge che vi obblighi. È una mia opinione e naturalmente voi non siete d’accordo. Ad ogni modo comincio a sentire di feste di compleanno dove i non vaccinati non vengono invitati, magari la legge non serve neanche, basta l’emarginazione sociale. Voi siete pochi e i vaccinati tanti». Segue emoji sorridente
Abbiamo accettato l’idea dello Stato come ente preesistente, onnipotente, intoccabile – non invece l’istituzione creata dalla collettività per favorirla, proteggerla, permettere la prosperità
Tutto giusto: l’emarginazione è una tecnica di ingegneria sociale, che va applicata ai bambini, facendoli soffrire fino a che non verranno offerte le loro carni e quelle dei genitori al Moloch vaccinale.
Non si tratta più di un pensiero da Twitter. Non si tratta più delle festicciole di compleanno. È una legge dello Stato, votata da quasi tutti i partiti, e firmata dal Presidente della Repubblica. È la scuola dei nostri figli, scuola alla quale, con le nostre tasse, permettiamo l’esistenza.
Come sia stato possibile finire in un tale scollamento tra lo Stato e il popolo, tra la Repubblica e l’essere umano, è presto detto.
Abbiamo accettato l’idea dello Stato come ente preesistente, onnipotente, intoccabile – non invece l’istituzione creata dalla collettività per favorirla, proteggerla, permettere la prosperità.
Ci siamo abituati all’idea dello Stato della Necrocultura. Lo abbiamo accettato, e questo è l’unico vero problema di tutta questa storia.
Abbiamo introiettato l’idea che di uno Stato che può ferirci, umiliarci, toglierci i diritti che le sue carte fondamentali giurano di difendere – quando invece, dice qualcuno oggi negli USA, nel momento stesso in cui uno Stato non solo non rappresenta, ma non fa il bene del suo popolo, esso perde la sua stessa legittimità, e quindi, idealmente, esso cessa di esistere.
Ci siamo, cioè, abituati all’idea dello Stato della Necrocultura. Non ci stupiamo, quindi, se lo Stato uccide i bambini (legge 194/78), o se li obbliga ad assumere sostanze potenzialmente nocive.
Lo abbiamo accettato, e questo è l’unico vero problema di tutta questa storia.
Quanto possiamo andare avanti a subire la devastazione della nostra dignità umana?
Ora, ai danni fisici, aggiungono quelli esistenziali, emotivi, familiari.
Alle coercizioni aggiungono vere e proprie umiliazioni, che resteranno per sempre incise nella memoria e nella psiche di una famiglia: quel primo giorno di scuola, tu non c’eri…
Quanto possiamo andare avanti a subire la devastazione della nostra dignità umana?
Roberto Dal Bosco
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Animali
Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale
Gli scienziati dell’Istituto indiano di tecnologia Roorkee, in India, hanno pubblicato un articolo sulla rivista Scientific Reports per discutere della loro scoperta del Vasuki Indicus, una nuova specie di serpente gigante, vissuto circa 47 milioni di anni fa nello Stato indiano del Gujarat.
I resti del gargantuesco serpentone sono stati trovati nella miniera di carbone di Panandhro, nella regione di Kutch. Il suo nome è stato scelto in riferimento al luogo del ritrovamento e alla leggendaria creatura simile a un serpente associata alla divinità induista Shiva.
I ricercatori hanno osservato 27 vertebre, per lo più in buono stato di conservazione e alcune delle quali ancora articolate, che sembrano essere state raccolte da un individuo adulto. I pezzi ossei hanno dimensioni comprese tra 37,5 e 62,7 millimetri in lunghezza e tra 62,4 e 111,4 millimetri in larghezza, indicando un corpo ampio e cilindrico.
Sulla base di queste misurazioni, gli scienziati hanno ipotizzato che l’esemplare di Vasuki Indicus di cui facevano parte potesse raggiungere una lunghezza compresa tra 10,9 e 15,2 metri.
«Il team, guidato da Debajit Datta e Sunil Bajpai, ha scoperto i resti fossili della specie, che poteva raggiungere una lunghezza stimata tra gli 11 e i 15 metri, praticamente quanto uno scuolabus» scrive La Stampa.
Tuttavia non è dato sapere quanto letale per l’uomo potrebbe essere stato il rettilone. Sappiamo invece perfettamente quando posso ferire, di questi tempi, il suo termine di paragone, lo scuolabus.
«Autista dello scuolabus ha un malore e muore a Chiavari: aveva appena concluso il giro con i bambini»: Il Messaggero di due settimane fa.
«Incidente a Cittadella: autista di scuolabus ha un malore e va a sbattere contro una corriera». Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2023.
La Spezia, maggio 2022: «Malore improvviso per l’autista dello scuolabus, mezzo fa un volo di venti metri». Lo riporta La Città della Spezia.
«Padova, autista di scuolabus muore alla guida». Automoto, ottobre 2023.
Corridonia, provincia di Macerata: «Malore fatale in strada, arrivano i soccorsi e uno scuolabus resta bloccato sui binari mentre arriva il treno». Il Resto del Carlino, il mese scorso.
Ottobre 2023: «Autista di scuolabus ha un malore alla guida: Jessica muore a 15 anni schiacciata dal mezzo». Lo riporta il Corriere Adriatico.
Stati Uniti, aprile 2023: «L’autista dello scuolabus ha un malore: studente di 13 anni prende il controllo del mezzo».
Roma, dicembre 2022: «Scuolabus fuori strada a Roma, paura per 41 bambini: Malore dell’autista». Lo riporta IlSussidiario.net.
Renovatio 21 ha riportato tanti altri casi.
«I ricercatori ipotizzano inoltre che il predatore preistorico cacciasse in modo lento, come le anaconde» scrivono gli scienziati scopritori del serpentazzo indico.
Abbiamo imparato invece che il suo termine di paragone, lo scuolabus, miete vittime all’improvviso.
«Malori improvvisi» del conducente, che rischiano di tirare giù con loro le vite di diecine di bimbi trasportati.
E quindi: cosa è più pericoloso? Il boa preistorico di 15 metri o mandare il proprio figlio a scuola?
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Essere genitori
Il 25% dei bambini di età compresa tra 3 e 4 anni possiede uno smartphone: studio
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Essere genitori
«Influencer» per genitori condannata per abusi su minori
Una madre americana di sei figli, i cui consigli online sui genitori hanno attirato più di due milioni di abbonati su YouTube, è stata condannata il mese scorso ad almeno quattro anni di carcere con l’accusa di aggravamento di abusi su minori.
Ruby Franke, 42 anni, che gestiva il canale YouTube «8 Passengers», ora cancellata, è stata arrestata lo scorso agosto nello stato americano dello Utah quando suo figlio dodicenne malnutrito è scappato dalla casa di un’altra donna, Jodi Hildebrandt, 54 anni, per chiedere cibo e acqua a un vicino.
Il bambino era stato legato con nastro adesivo e aveva ferite aperte visibili a causa dell’essere stato legato con una corda, secondo i documenti della polizia. Hildebrandt, con il quale Franke collaborava in un’impresa commerciale separata, è stata condannata alla stessa pena detentiva di quattro pene da uno a 15 anni ciascuna.
Entrambe si erano dichiarate colpevoli a dicembre delle accuse di abuso aggravato di secondo grado su minori.
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Scusandosi con i suoi figli dopo la sua condanna, Franke ha detto di aver «creduto che l’oscurità fosse luce e che il giusto fosse sbagliato. Farei qualsiasi cosa al mondo per voi. Ho preso da voi tutto ciò che era tenero, sicuro e buono». Nella sua stessa dichiarazione, la Hildebrandt ha detto che spera che i bambini possano «guarire fisicamente ed emotivamente».
Durante il processo dell’anno scorso, il pubblico ministero Eric Clarke ha detto alla corte che due dei figli di Franke erano stati costretti a vivere in un «ambiente simile a un campo di concentramento» e gli erano stati «regolarmente negati cibo, acqua, letti in cui dormire e praticamente ogni forma di divertimento».
La Franke aveva creato il suo canale YouTube «8 Passengers» nel 2015 e l’estate scorsa aveva accumulato 2,3 milioni di abbonati, molti dei quali attratti dai video della vita familiare suburbana di Franke.
Tuttavia, alcuni spettatori si sono preoccupati nel 2020 quando uno dei suoi figli ha detto in un video che aveva dormito su un pouf per sette mesi. Altri video descrivevano Franke che tratteneva il cibo dai suoi figli e «annullava» il Natale come punizione.
Il canale YouTube «8 Passengers» è stato cancellato nel 2022, lo stesso anno in cui la Franke si era separata dal marito Kevin.
Nell’ambito di un patteggiamento, Hildebrandt – che ha collaborato con Franke in una serie di video di «life coaching» – ha ammesso di essere a conoscenza degli abusi sui minori e di aver costretto uno dei figli di Franke a «saltare più volte in un cactus».
Ha aggiunto che Franke aveva detto ai suoi figli che erano «malvagi e posseduti» e dovevano «pentirsi».
In una dichiarazione rilasciata dal suo avvocato prima del processo l’anno scorso, Kevin Franke ha chiesto che fosse inflitta la pena massima al suo ex partner per l’abuso «orribile e disumano» dei suoi figli.
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Immagine screenshot da YouTube
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