Spirito
Rito catto-sciamanico in USA, «orrori liturgici abominevoli»: parla Mons. Viganò
Poco prima di Pasqua, monsignor Carlo Maria Viganò si è occupato con un messaggio pubblicato su X di una messa crismale tenutasi negli Stati Uniti, dove, secondo quanto si sostiene, sarebbero consumati degli abomini liturgici
«La Messa crismale, spostata arbitrariamente al 19 Marzo, solennità di San Giuseppe, è un compendio degli orrori liturgici più abominevoli che la “chiesa” conciliare ha originato sin dal principio» scrive l’arcivescovo.
«La cerimonia sciamanica, all’inizio della funzione, costituisce un atto sacrilego che profana la Cattedrale della diocesi di Superior (Wisconsin) nel giorno in cui si consacra il Santo Crisma».
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«Quello che “conforta” – per così dire – è vedere che i partecipanti alle profanazioni della setta bergogliana sono quasi tutti in età avanzata (specialmente le sciamane…). La generazione del Vaticano II, sterile e senescente, si avvia verso il viale del tramonto».
«Sta ai Cattolici organizzarsi, nella latitanza dell’Autorità, per assicurare la formazione tradizionale dei sacerdoti di domani, fedeli alla Messa Apostolica».
La pseudoreligione sciamanica interessa in modo evidente il presente papato, come dimostrato subito dall’istituzione del culto della Pachamama, che a Roma, gode di grande salute.
Come riportato da Renovatio 21, Bergoglio fece un giro anche sul paganesimo spiritista nordamericano, appassionatamente abbracciato da Bergoglio nel suo viaggio in Canada.
Ancora più impressionante sono stati gli ammiccamenti alla cultura maya – popolo che praticava il sacrificio umano – la quale ora ha il suo rito specifico, la famosa «messa maya». Notiamo che un rito pagano amazzonico è stato eseguito lo scorso gennaio sul palco del World Economic Forum di Davos, al quale partecipano prelati di alto grado dopo che il papa ha mandato lettere di augurio a Klaus Schwab.
I culti pagani e sciamanici si avvicinano sempre più al cuore del papismo, mentre vi viene estromessa, apertis verbis, la tradizione cattolica.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso ottobre durante la Messa celebrata dai frati presso la Basilica di Sant’Antonio di Padova, si è udita quella che sembrava una preghiera contro «qualsiasi tradizione che offusca lo spirito evangelico».
Messa sciamanica sì, messa tradizionale no. Le cose paiono andar così… Chissà perché?
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Il vescovo Strickland contro il Sinodo: «Lo respingo», «non è cattolico»
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Spirito
Diaconato femminile: il «tuttavia» è stato invitato al sinodo
Mentre i membri della sessione autunnale del sinodo hanno consegnato i loro compiti, le tensioni sono apparse nei dibattiti riguardanti il posto e il ruolo delle donne nella Chiesa.
La questione del diaconato femminile si sarebbe conclusa con una risposta vaga da parte del Vaticano? A meno che non si tratti di una sottile attuazione ecclesiastica dell’atteggiamento del «e tuttavia»…
Ricordiamo che la spinosa questione del diaconato femminile sembra essere stata messa sotto accusa per la prima volta da Papa Francesco stesso che l’ha rimossa dall’agenda sinodale nel febbraio 2024. Senza contare i gruppi di pressione femminili rappresentati attraverso le 58 donne presenti alla sessione d’autunno della XVI Assemblea ordinaria del Sinodo Romano.
Donne – religiose o laiche – che, come nota Jean-Marie Guénois su Le Figaro del 25 ottobre, «hanno finito per costringere il Vaticano, che intendeva controllare questa materia delicata, a venire a rendere conto davanti all’assemblea sinodale, giovedì sera, in un modo imprevisto e senza precedenti».
Il culmine della crisi è arrivato il 18 ottobre 2024, durante un incontro tra un centinaio di membri del sinodo e due esperti nell’ambito dei circoli di riflessione sul ruolo e il posto delle donne nella Chiesa.
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Secondo i media che hanno ampiamente riportato l’evento, l’incontro è stato teso, soprattutto perché il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) ha brillato per la sua assenza: comportamento definito «scandaloso» e «deludente» da diversi partecipanti.
I comunicatori sinodali hanno subito preso in mano la situazione e il cardinale Victor Manuel Fernandez è venuto pochi giorni dopo a parlare per un’ora e mezza davanti all’assemblea sinodale sul ruolo delle donne nella Chiesa. E per evitare ulteriori polemiche, il Vaticano ha deciso di rendere pubblica la registrazione dell’incontro.
Il prefetto della fede – controverso per le sue posizioni progressiste – ha distinto l’aspetto dell’ordinazione al diaconato da quello della promozione della donna, ribadendo che «sono già adottate misure chiare e concrete per dare maggiori responsabilità alle donne nella Chiesa, avendo cura di distinguere ciò che è inseparabile dal sacramento dell’ordine e ciò che non lo è».
Per il porporato argentino, la maggior parte delle donne «non chiede il diaconato, nel senso che non vuole essere aggiunta al clero», ma secondo lui aspirerebbe a «esercitare più autorità e sviluppare i propri carismi e le proprie capacità».
Se il diaconato femminile è una questione «non matura» per il cardinale Fernandez, quest’ultimo afferma che i suoi servizi operano «per poter affidare ai laici e, di conseguenza, alle donne, funzioni di autorità nella Chiesa».
Un modo di intervenire che non soddisfa davvero nessuno: secondo quanto riportato da FSSPX.Attualità, il 30% degli elettori ha detto «no» all’articolo 60 sulla posizione delle donne nella Chiesa, segno del malcontento dei progressisti di fronte a un documento ritenuto troppo timido. Mentre nelle file più conservatrici, si resta stupiti nel vedere che l’attuale prefetto del DDF considera «non matura» una questione già decisa sotto il sigillo dell’infallibilità.
Ma poteva la Santa Sede fare di meglio di questa risposta incerta quando la diluizione dell’autorità nell’insegnamento della fede e della morale caratterizza l’approccio sinodale messo in atto da diversi anni? Ci sentiremmo quasi sollevati se il testo finale del sinodo permettesse di evitare il peggio.
Una magra consolazione, che non deve far dimenticare che questa sessione ha tuttavia delineato un piano posto sotto il controllo dei vescovi, posto tuttavia sotto una maggiore vigilanza dei laici, nonché un’evoluzione del rapporto tra la Santa Sede e le Chiese locali di che «finirà per scuotere gli attuali equilibri della Chiesa cattolica, molto centralizzata nella Santa Sede dove si decidono molte cose», ha osservato il capo del dipartimento di religione di Le Figaro.
Basti dire che l’orizzonte della Chiesa sembra da tempo ancora ghiacciato nel clima invernale: nebbioso e fioco.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Il Concilio Vaticano II fatto per disperdere il gregge ed abbandonarlo ai lupi: omelia di mons. Viganò
SERVUS, PATER, ET ANGELUS
Omelia nella festa di San Carlo Borromeo, vescovo e confessore
Sacerdos et Pontifex, et virtutum opifex.
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