Necrocultura
Il New York Times parla del «gusto del cannibalismo». Partita la finestra di Overton antropofaga?

Il New York Times ha pubblicato la settimana passata un articolo sul cannibalismo. Il pezzo è impaginato con grafiche artistiche prodotte appositamente, segno che a questo scritto l’editore ci tiene.
«Si scopre che il cannibalismo ha un tempo e un luogo» scrive il grande quotidiano, riportando la grande quantità di opere di finzione dedicate all’antropofagia.
Ecco A Certain Hunger, un recente romanzo su un critico di ristoranti con un gusto per la carne umana maschile. Ecco Yellowjackets, una serie su una squadra di calcio femminile del liceo bloccata nei boschi per alcuni mesi. Ecco Fresh, serie uscita marzo, riguarda un commercio clandestino di carne umana per i ricchi.
E ancora Lapvona, romanzo pubblicato a giugno, ritrae il cannibalismo in un villaggio medievale sopraffatto dalla peste e dalla siccità. Il libro Tender Is the Flesh, pubblicato in inglese nel 2020 e in spagnolo nel 2017, immagina una società futura che alleva gli esseri umani come bestiame. Sempre nel 2017, il celebre film intellettuale Raw, raccontava la storia di una studentessa di veterinaria vegetariana il cui gusto per la carne aumenta dopo aver consumato frattaglie crude.
In arrivo a fine anno c’è il film Bones and All, interpretato da Timothée Chalamet, dove un giovane comincia a bramare di consumare carne umana. Il regista è un italiano, Luca Guadagnino, già noto per perle come Melissa P.
L’autrice del romanzo A Certain Hunger, Chelsea Summers (è uno pseudonimo: si sa solo che vive tra Nuova York e Stoccolma) anni fa per il suo libro cannibale aveva subito almeno 20 rifiuti da parte degli editori.
Ora ritiene che l’aria sia cambiata, grazie alla potenza delle serie TV. «Dio benedica Yellojackets» dice nell’intervista col NYT.
L’episodio pilota di Yellowjackets mostra un’adolescente intrappolata, dissanguata come un cervo e servita su un piatto in un rituale terrificante. «I fan assetati di sangue continuano a sezionare la scena su Reddit, dove una bacheca di messaggi subreddit dedicata alla serie conta più di 51.000 membri».
I creatori della serie, Ashley Lyle e Bart Nickerson, che vivono a Los Angeles, affermano di volere che la trama suggerisca che il consumo umano non era solo per la sopravvivenza dei personaggi. «Quale parte della nostra repulsione per queste cose è la paura dell’estasi di esse?» si chiede il Nickerson, lasciando immaginare, quindi, che forse mangiare esseri umani potrebbe essere un’esperienza estatica, bellissima.
L’articolo va in cerca delle radici di questo revival cannibalistico e trova, ma guarda, le parole di uno scienziato. Ecco a voi lo zoologo Bill Schutt, autore del testo Cannibalismo: una storia perfettamente naturale, un titolo che è tutto un programma. Nello studio lo Schutt «afferma che le trame di fantasia sul consumo di carne umana sono antiche quanto la letteratura stessa». Sono, quindi, inevitabili fenomeni storici, naturali.
Ecco a voi quindi gli esempi storici della «mumia», la pratica di usare ossa mummificate macinate per lenire vari disturbi che era popolare nell’Europa occidentale del XVII secolo. Eccovi i famigerati pionieri di Donner che rimasero intrappolati nella Sierra Nevada nel 1846. Eccovi cannibalismo rituale in Papua Nuova Guinea fino agli anni ’50 . Eccovi il cannibalismo indotto dalla carestia in Cina negli anni Sessanta.
Il libro del professor Schutt presenta anche la storia del cosiddetto poliziotto cannibale, un ex agente del dipartimento di polizia di New York che è stato arrestato nel 2013 per aver partecipato a forum fetish che fantasticavano sulla cannibalizzazione delle donne e successivamente assolto.
Il Times non mette in elenco la sequela degli omo-cannibali tedeschi, su cui Renovatio 21 ha speso un po’ di parole, tuttavia ricorda il recentissimo scandalo riguardo all’attore Armie Hammer, accusato di essersi scambiato messaggi «cannibalistici» con una partner. Il giornalone, ovviamente, non menziona il fatto che Armie (che avete visto in film come The Social Network) sia nipote di uno stranissimo miliardario americano, Armand, Hammer, ritenuto essere stato durante la Guerra Fredda un potente punto di collegamento tra l’élite USA e il potere profondo sovietico.
Ad ogni modo, viene aggiunto un po’ di pepe: «Dopo che le accuse sono diventate pubbliche, [Armie Hammer]è stato abbandonato dalla sua agenzia, è stato ricoverato in riabilitazione e ora (…) vende case in multiproprietà alle Isole Cayman» scrive il NYT. «Per coincidenza, Hammer ha lavorato con Chalamet e il signor Guadagnino in Chiamami col tuo nome». Aggiungiamo qui che alcuni videro nel film, che parlava del rapporto omosessuale di un professore con un adolescente, una cifra «problematica» se non addirittura, ha sbottato qualcuno, con allusioni alla «pedofilia». (In Italia, dov’è ambientata la storia, l’età del consenso è 14 anni; il personaggio di Chalamet nel film ne ha 17, si è difeso lo Hammer).
Insomma il cannibalismo non è impensabile: c’è. La sua esistenza va, come dire, accettata…
Il lettore di Renovatio 21 riconoscerà i molti segni della finestra di Overton, che è seguita alla lettera nel suo esempio più crudele, quello appunto che simula una possibile normalizzazione – e legalizzazione – del cannibalismo.
Fu il regista russo Nikita Mikhalkov che, una diecina di anni fa, in un suo videoblog che finiva su YouTube, Besogon.tv, cominciò a tirar fuori questa «tecnologia politica» delineata dallo studioso americano.
Mikhalkov faceva proprio l’esempio del cannibalismo, chiedendosi come fosse possibile prendere un fenomeno così ripugnante e renderlo non solo tollerato dalla società, ma legale.
Ripassiamo: il salto dalla fase «impensabile» alla fase «radicale» avviene in genere grazie a scienziati che ti dicono che il fenomeno, per quanto ripugnante, c’è sempre stato, fa parte della sfera delle cose umane. Guardate più sopra, scienziato che dice che è tutto naturale e storicamente visibile: celo.
Nelle fasi da «radicale» ad «accettabile» a «razionale», interviene un fatto estremo che rende improvvisamente «sensato», «ponderato» il fenomeno aberrante. L’esempio che faceva il Mikhalkov nella sua simulazione era disastro aereo delle Ande» (1972), quando 16 sopravvissuti, dispersi nelle altitudini della Cordigliera, decisero, per sopravvivere, di cibarsi dei morti. L’episodio fece grande scalpore all’epoca, e continuò anche poi quando uscì, un quarto di secolo dopo, un film con Ethan Hawke.
L’articolo del NYT fa esplicito riferimento al disastro andino parlando di Yellowjackets, per poi però dire che i suoi autori desideravano trasmettere l’idea che non è la mera sopravvivenza al disastro aereo subito dalle ragazze della serie a farle divenire antropofaghe. C’è dell’altro… Quindi, anche per questa parte di Overton, celo.
Secondo Overton, il salto successivo di fase, da «razionale» a «popolare», avviene sotto la pressione di qualche persona di influenza, in ispecie le star del cinema, le persone di fama, etc.
Anche qui, celo. Apprendiamo dall’articolo che l’attrice Anya Taylor-Joy – nota per aver interpretato la strega nell’Amleto ultraviolento The Northman così come la strega nel film The Witch – ha pubblicato un post su Instagram e TikTok lodi al libro cannibale della Summers.
In nuce, vediamo realizzate, sia pur senza la portata massiva necessaria, tutte le tappe overtoniane.
Manca la legalizzazione – tuttavia lì si sta arrivando anche per un’altra via, quella biotecnologica.
Da tempo si parla di bistecche di carne umana cresciute in laboratorio. Tecnicamente, quindi, non si tratterebbe di cannibalismo, sostengono – quantomeno perché non stai mangiando una persona, ma la sua carne coltivata in vitro. La versione antropofaga della carne vegetale, sì. Ecco quindi il kit Ouroboros, per fare le bistecche di se stessi, in circa tre mesi usando le cellule prelevate dall’interno della guancia. Al momento, è un progetto da museo di design, che nel 2020 è stato candidato a Londra al premio di «progetto dell’anno».
Sappiamo tuttavia, che il cannibalismo è sulla rampa per il ritorno nel mondo finito in crisi sacrificale ben al di fuori del musei eccentrici.
Abbiamo visto, in Ucraina, il video di un ragazzo che trova un pezzo di gamba di russo in un tank distrutto e ne fa un barbecue.
Sentiamo, sempre in zona ucraina, in continuazione parlare di Holodomor, dove la fame portò i genitori a mangiare i figli. Sappiamo che la fame sta tornando anche qua: al punto che pure i presentatori TV ora parlano del fatto che la crisi alimentare porterà al cannibalismo.
Abbiamo visto come la magia nera, con i suoi riti cannibaleschi, sia stata definita una «emergenza» nel Parlamento nigeriano. Et pour cause: non è improbabile che essa faccia nel Paese più morti del COVID.
Il cannibalismo torna, perché sta tornando il sacrificio umano. Che è il contrario del sacrificio divino di Gesù Cristo: non è più Dio che si sacrifica per l’uomo divenendo carne e cibo per esso; è l‘uomo che sacrifica il suo simile (suo figlio, un bambino, una vergine…) per gli dei pagani, magari nutrendosi delle sue carni nel processo – perché, la carne umana sacrificata è giocoforza sacra, quindi preziosa, da consumare…
Siamo dinanzi all’inversione della religione della Civiltà, quindi alla barbarie satanica realizzata. Il cannibalismo è uno degli effetti del crollo del mondo retto dalla dignità umana, e quindi uno degli strumenti con cui la Necrocultura devasterà il pianeta finito sotto il tallone dell’anticristo.
E se pensate che esso sia di là da venire, seguite questo sito da poco.
Cosa credete che sia l’utilizzo di feti abortiti nei vaccini, nei cosmetici, nella ricerca scientifica?
Cosa credete che sia l’utilizzo terapico di cellule staminali embrionali?
Cosa credete che sia il vero significato del nuovo trend della trasformazione dei cadaveri in concime, se non quello di reimmettere il corpo umano nel ciclo alimentare?
Il mondo moderno è già cannibale. Ciò ci aiuta a capire quanto urgente sia la sua rigenerazione nel XXI secolo.
Roberto Dal Bosco
Necrocultura
Il re britannico va in Germania a vendere la sua agenda verde di morte

Carlo III d’Inghilterra è in visita in Germania. Come noto, il re britannico doveva andare in Francia, ma a causa delle proteste contro Macron, dove spesso, come da tradizione repubblicana francese, si inneggia alla decapitazione dei sovrani, vi ha rinunziato.
Eccolo quindi sbarcare in terra germanica, dove l’agenda verde estremista del re si sposa a pennello con le scellerate scelte green di Berlino e, soprattutto, con la deindustrializzazione in corso, che oramai non è nemmeno un tabù per i giornali.
Il nobile redattore del tabloid Bild Alexander von Schönburg (nome esteso Alexander conte di Schönburg-Glauchau) ha spiegato che «Carlo è molto vicino alla Germania. Ci vede come pionieri nelle politiche climatiche e ambientaliste. È stato qui più di 40 volte, anche dai suoi parenti, gli Hessen, gli Hohenloher, i Baden».
Come risaputo, ma non da tutti, gli Windsor non sono originariamente una casata inglese, ma tedesca, i Sassonia Coburgo-Gotha, che, chiamati a regnare in Albione, cambiarono il cognome (il brand) in qualcosa di più adatto agli indigeni anglici, prendendo spunto dalla tranquilla cittadina di Windsor. Il Kaiser tedesco commentò questa mutazione onomastica citando con umorismo Shakespeare: «le allegre comari di Sassonia Coburgo-Gotha.
Il nobilerrimo von Schönburg, sposatosi con una principessa del casato degli Hesse, tesse sul giornale popolare tedesco le lodi del figlio di Elisabetta: «vuole farci capire che avere la Germania come prima visita di stato è – lo so da fonti altamente affidabili – un segno del suo amore unico per il nostro Paese»
Tuttavia, i cittadini tedeschi rifiutano sempre più le politiche ecologiche di re Carlo, come dimostra il fallimento del 26 marzo del referendum «carbon neutral» nella città-stato di Berlino, e il governo federale è costretto ad ammorbidire alcune politiche a causa del crescente malcontento pubblico nei confronti degli effetti della loro politica sociale. Dopo circa 30 ore di incontro, i partner della coalizione di governo, che include i Verdi (oggi più che mai impegnati, più che per l’ambiente e per i loro elettori, per la continuazione della guerra alla Russia in Ucraina), hanno concordato di ammorbidire la loro legge sulla protezione del clima.
Le risoluzioni tedesche prevedono procedure di pianificazione più rapide dei grandi progetti infrastrutturali, tra cui 144 progetti autostradali, nonché per ferrovie, reti elettriche ed energie rinnovabili. I rigorosi obiettivi settoriali annuali imposti ancora in era Merkel per le emissioni di gas a effetto serra devono essere attenuati per i trasporti e gli edifici. Inoltre, è stato stabilito futuro sarà possibile compensare gli obiettivi mancati in un settore in un altro.
I partner della coalizione hanno anche concordato di indebolire la controversa proposta del ministro dell’Economia verde Robert Habeck di vietare i sistemi di riscaldamento a gasolio e gas.
«Non ci sarà alcun obbligo di sostituire i sistemi di riscaldamento esistenti, solo le specifiche per i sistemi di riscaldamento di nuova installazione», ha affermato il leader del Partito Democratico Libero Christian Lindner.
Sia la Deutsche Umwelthilfe che Greenpeace hanno definito le decisioni un «orrore», in particolare la decisione di finanziare 144 nuovi progetti autostradali.
Il principe Carlo porta avanti l’agenda verde da decenni, o è meglio dire, che la sua famiglia lo fa da generazioni. Ovviamente, dietro la salvaguardia per l’ambiente dell’agende verdi, c’è la Cultura della Morte è l’odio per gli esseri umani.
«Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l’eliminazione per mantenere l’equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat. Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l’umanità è parte del mondo vivente» aveva dichiarato alla Deutsche Press Agentur nel 1998 il padre di Carlo, Filippo di Edimburgo, che peraltro parlava un tedesco eccellente.
Filippo fu cofondatore e presidente del WWF International, la famosa ONG ambientalista con il panda.
Rimane celeberrima, tuttavia, la celebre dichiarazione che il principe Filippo fece nella prefazione del libro del 1986 If I were an animal («Se io fossi un animale»), di reincarnarsi un giorno come un virus mortale, per poter contribuire ad un giusto sterminio di questa umanità in eccedenza. Ripeté questo suo desiderio varie volte, anche di fronte ad Agenzie di Stampa.
Re Carlo non è stato da mano, e il suo attivismo mai si è fatto scrupoli, arrivando a ricevere milioni in sacchetti di plastica mandati dalla famiglia Bin Laden. è stato coordinatore della Conferenza sul Cambiamento Climatico a Parigi, da cui proviene la quantità di legge sul clima che stiamo subendo (e dalla quale Trump aveva levato gli USA) e sostenitore della «decarbonizzazione», nuova parola orwelliana per dire «depopolazione», e della riduzione delle terre agricole – meno cibo meno uomini.
La prossima generazione sta facendo lo stesso. Il principe Guglielmo, che per qualche ragione la stampa italiana chiama «William» continuando a chiamare il padre Carlo e la nonna Elisabetta, ha avuto il coraggio di parlare di limitazione delle nascite dopo aver prodotto il terzo figlio.
Stessa cosa, detta in termini ancora più beceri ed insopportabili (il personaggio, del resto, è quello che è), riguarda il principe Enrico, che è andato all’ONU (perché?) a fare un discorso a favore dell’aborto appena dopo la sentenza della Corte Suprema USA che gli ha negato lo status di diritto federale.
È una bella famigliuola, quella degli Windsor, e ci sarebbe da ricordare un paio di cose anche riguardo alla compianta Elisabetta.
Una famiglia della Morte, un vertice della nobiltà della Necrocultura. Lo avevamo visto con Alfie, Charlie, e gli altri bambini, sudditi di Buckingham Palace, trucidati dal sistema sanitario di sua Maestà.
Immagine di Dan Marsh via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Farmaci
La verità sulla pillola abortiva: «bambini completamente formati galleggiano nel water»

Abby Johnson, già direttrice di una clinica per aborti poi convertitasi all’attivismo pro-life, ha parlato sul palco del CPAC, uno dei principali eventi annuali tenuto dalle fazioni conservatrici della politica americana.
Il suo discorso era incentrato sull’«espansione dell’aborto farmacologico in tutte le farmacie» che l’amministrazione Biden e la sua «FDA incredibilmente partigiana» stanno tentando. Dopo la sentenza della Corte Suprema che abrogava la sentenza abortista Roe v. Wade, i giornali americani hanno cominciato a promuovere le pasticche dell’aborto fai-da-te. Come noto, nel 2020 anche in Italia – nel pieno dei lockdown pandemici – il ministro Speranza aveva annunciato che la RU486 avrebbe potuto essere utilizzata senza ricovero, cioè a casa.
«Stiamo parlando di donne che vanno in farmacia, richiedono questi farmaci abortivi chimici molto pericolosi, tornano a casa senza alcun tipo di controllo medico, prendono queste pillole senza sapere davvero cosa succederà ai loro corpi, senza capire davvero cosa succederà dentro del loro grembo», ha detto la Johnson dinanzi al pubblico del CPAC.
«Stanno mettendo questi bambini nel water, bambini completamente formati – 12, 14, 16 settimane di gravidanza – forse hanno un’emorragia nel loro bagno, incapaci di raggiungere una struttura di pronto soccorso, guardano nella toilette e vedono i loro completamente formati bambino che galleggia lì nella water» ha continuato l’attivista antiabortista.
BREAKING: At CPAC, Abby Johnson goes on a disgusting tirade about the abortion pill. The only problem is that almost everything she says is a pure lie.
Lie #1: @AbbyJohnson claims that women are getting these drugs at pharmacies 12, 14, and 16 weeks into their pregnancy, and… https://t.co/jhhZyhIb22 pic.twitter.com/wBMWNSlNey
— Ed Krassenstein (@EdKrassen) March 2, 2023
«E poi queste donne devono prendere una decisione, giusto – cosa devo fare con questo bambino completamente formato?» continuò Johnson. «Cosa devo fare con questo bambino? Porto questo bambino fuori dal gabinetto? Porto questo bambino per essere seppellito? Cosa ne faccio? Scarico mio figlio tirando l’acqua?»
Le parole della Johnson, che possono sembrare durissime, rappresentano la cruda realtà dell’aborto domestico reso possibile dal farmaco RU486, altrimenti detto «il pesticida umano». Un farmaco che, ricordiamo, può avere conseguenze mortali.
La questione dei bambini finiti letteralmente nel cesso – un’immagine fortissima, intollerabile, ma veritiera – è stata ribadita varie volte da Renovatio 21 in articoli sul tema del farmaco figlicida.
La storia orrenda raccontata dalla Johnson, tuttavia, è manchevole del prosieguo, che è, se possibile, ancora più agghiacciante.
Quel «bambino pienamente formato», una volta scaricato tirando l’acqua, finisce nelle fogne. E qui, oltre agli escrementi di altri esseri umani e ad ogni altra sozzura, troverà delle creature ben felici di incontrarlo – per divorarlo. Topi, rane, pesci… festeggiano la RU486, che tanta carne umana tenere e prelibata fa giungere loro senza che facciano alcuno sforzo, nella plastica immagine della catena alimentare ribaltata: le bestie mangiano gli esseri umani.
Diciamo la verità, non siamo sicuri che queste immagini sconvolgenti – che rispondono al vero – bastino per far cambiare idea a chi sostiene l’aborto e la sua pillola maledetta. Di certo, non aiuta il ridicolo mondo pro-life italiano, i cui rappresentanti (messi lì da chi, non si sa) oramai annunciano che non ha nemmeno senso combattere la legge abortista 194/78 – figurati se si interessano dei feti divorati dai topi di fogna.
Anni di battaglie ci hanno fatto capire che disinstallare il sistema operativo della Necrocultura dalla mente liberal-goscista richiede qualcosa di più delle parole, e perfino qualcosa di più delle immagini.
Serve l’aiuto di Dio: solo esso può davvero illuminare i cuori avvolti dalle tenebre. Solo esso può togliere il paraocchi agli esseri umani di modo che essi vedono l’orrore e l’abominio dell’ora presente.
Necrocultura
Il Tempio Satanico aprirà una clinica per aborti nel Nuovo Mexico

Il Tempio Satanico (TST), un gruppo di attivisti politici noto per protestare contro il simbolismo religioso negli spazi pubblici, ha annunciato che aprirà una clinica per aborti nel New Mexico, offrendo prescrizioni per prodotti abortivi.
«Il TST è orgoglioso di espandere le opzioni di riproduzione per i nostri membri. Questo è solo l’inizio», ha affermato Erin Helian, direttore esecutivo delle operazioni della campagna del gruppo. «Rimarremo saldi (…) per sostenere la giustizia riproduttiva negli Stati Uniti».
L’aborto è legale fino alla nascita nel New Mexico, ad eccezione delle città di Clovis e Hobbs, che hanno approvato leggi che vietano l’aborto dopo il ribaltamento di Roe v. Wade. La mossa del TST è un tentativo di contrastare qualsiasi restrizione all’aborto nello stato.
Il gruppo, che nega l’esistenza di Satana ma si associa a immagini sataniche, afferma che la clinica online fornirà pillole abortive per posta a coloro «che desiderano eseguire il rituale di aborto religioso del Tempio satanico».
La scelta di un nome sprezzante per un giudice federale
La clinica per aborti del New Mexico si chiamerà The Samuel Alito’s Mom’s Satanic Abortion Clinic – «La clinica abortiva satanica della madre di Samuel Alito» –, secondo il sito web della TST. Alito è il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha redatto l’opinione della maggioranza in Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization nel giugno 2022, che ha ribaltato Roe v. Wade.
Il TST ha scritto sul suo sito web: «nel 1950 la madre di Samuel Alito non aveva alternative. Il nome della clinica serve a ricordare alle persone quanto sia importante avere il diritto di controllare il proprio corpo e le potenziali conseguenze della perdita di tale diritto». Il sito web presenta una donna anziana che entra nella clinica dicendo: «Se solo l’aborto fosse stato legale quando ero incinta».
Ethel Maharg, direttore esecutivo di Right to Life nel New Mexico, ha dichiarato a KOB4 che l’annuncio di TST è «una cosa oltraggiosa». Ha aggiunto: «stanno cercando di renderlo un diritto religioso in modo da poter usare, immagino, il Primo Emendamento, ma c’è una differenza tra libertà di parola e libertà di religione».
Il «rituale dell’aborto»
Per potersi avvalere del Primo Emendamento, il TST ha sviluppato il «rituale dell’aborto» che si estende per tutta la durata dell’interruzione della gravidanza e comprende l’aborto. La donna si guarda allo specchio e recita una «affermazione rituale» dichiarando la sua autonomia e la sua decisione. Questi sono in realtà il 3° e il 5° principio fondamentale del movimento.
Poiché l’aborto fa parte del rituale, il TST sostiene che sottoporre una donna a un periodo di attesa equivale a un’interferenza del governo in un battesimo o in una comunione. Nel febbraio 2021, il TST ha intentato una causa contro il Texas, accusando violazioni della libertà religiosa.
La clinica affronta anche il tema dell’accesso all’aborto per coloro che non vivono nel New Mexico. È possibile utilizzare i suoi servizi, purché la persona sia nello stato durante il videoconsulto e durante il rito dell’aborto. Il costo di un aborto è fissato a 90 dollari, ma l’assistenza finanziaria è possibile.
Ciò che è più inquietante è il fatto che il TST sia riconosciuto come una società “religiosa” e possa quindi sperare di invocare il Primo Emendamento per i suoi rituali, in altre parole, per l’aborto.
Infine, il sito offre anche l’assistenza di «ministri ordinati» alle donne che ne sentono il bisogno! È risaputo che il diavolo è la scimmia di Dio…
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine screenshot dal sito web TST
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