Autismo
Autismo, lo scaricabarile. Questa volta è il grembo materno
Renovatio 21 pubblica questa traduzione su gentile concessione di Children’s Health Defense.
Negli anni Cinquanta, quando il termine «“autismo» era poco diffuso, i maggiori psichiatri e psicologi dell’epoca ritenevano che la causa fossero le «madri-frigorifero». Secondo questa teoria, l’autismo – all’epoca rarissimo – era il risultato di madri emotivamente distanti.
In un contesto tanto sfuggente, vi sorprende che i media usino le mamme come capri espiatori?
Mentre la condizione oggi nota come disturbo dello spettro autistico (DSA) ha iniziato a raggiungere dimensioni allarmanti (con 1 bambino su 36 a cui è stato diagnosticato un disturbo DSA nel 2016 contro 1 su 10.000 negli anni Ottanta), i ricercatori hanno ritenuto pretenziosa la teoria delle «madri-frigorifero» e hanno spostato l’attenzione su altre teorie – sempre incentrate sui fattori di rischio materni.
Una delle ipotesi preminenti sostiene che l’autismo si origini nel grembo. Anche se questa teoria è fondata sulle prove dello sviluppo neurologico, per cui ciò che accade in gravidanza può avere «conseguenze significative sul cervello e influenzare il comportamento per il resto della vita», sembra che i sostenitori la usino come una cortina di fumo.
Come funziona questa cortina di fumo? In primo luogo, puntare l’attenzione sul periodo prenatale rende possibile minimizzare il fatto che la maggior parte dei casi di autismo sono retrogradi, cioè si manifestano in bambini che si stavano sviluppando normalmente. Inoltre, consente di distogliere l’attenzione dal fatto che l’esplosione dell’autismo è avvenuta in concomitanza con eventi specifici, come l’aumento dei vaccini infantili contenenti sostanze tossiche come l’alluminio o il glifosato – rendendo difficoltosa l’analisi accurata dell’esposizione ambientale. Come ha sostenuto un ricercatore del governo: «Quando ai bambini viene diagnosticato l’autismo, a 3 o 4 anni, è difficile andare indietro e vedere a cosa erano esposte le madri».
Come ha sostenuto un ricercatore del governo: «Quando ai bambini viene diagnosticato l’autismo, a 3 o 4 anni, è difficile andare indietro e vedere a cosa erano esposte le madri»
I ricercatori non hanno esitato a sostenere che virtualmente qualsiasi cosa può alterare lo sviluppo del cervello – «la società, le tossine ambientali, la dieta, l’abuso di sostanze» – e, specialmente, il comportamento individuale più di quello nel gruppo. In un contesto tanto sfuggente, vi sorprende che i media usino le mamme come capri espiatori?
Non sono innocenti
Paradossalmente, ipotizzare che le cause dell’autismo sono strettamente personali non serve a scagionare i vaccini. Il Center for Disease Control and Prevention (CDC) raccomanda a tutte le donne in gravidanza di sottoporsi al vaccino antinfluenzale e dTpa (difterite-tetano-pertosse), anche se non sono stati testati né approvati per l’uso in gravidanza.
Paul Patterson, ricercatore che ha studiato l’attivazione immunitaria materna (MIA), già da tempo ha stabilito una relazione tra l’esposizione a organismi infettivi nel periodo prenatale e l’insorgenza di disturbi dello sviluppo neurologico simili al DSA nel nascituro.
Nel 2014, alcuni operatori dell’industria farmaceutica allusero alla possibilità che la reazione al vaccino in una donna incinta avrebbe avuto conseguenze dannose sul bambino
Quando alla metà degli anni 2000 il CDC aumentò gli sforzi per far vaccinare le donne incinte, Patterson avvertì che sarebbe stato impossibile «prevedere quante volte una risposta immunitaria prenatale potesse causare danni cerebrali nel feto» e affermò che «vaccinare un’intera popolazione di donne in gravidanza potrebbe danneggiare migliaia di bambini».
Nel 2014, alcuni operatori dell’industria farmaceutica allusero alla possibilità che la reazione al vaccino in una donna incinta avrebbe avuto conseguenze dannose sul bambino, ammettendo anche che «le verifiche nel lungo periodo sull’incidenza di disturbi nello sviluppo neurologico nei bambini di madri vaccinate in gravidanza» erano «misere».
I ricercatori di Harvard indicano che i rischi di una stimolazione immunitaria ingiustificata non sono limitati al periodo prenatale. Ipotizzano che l’esposizione a tossine ambientali o a sostanze infettive nei primi mesi di vita possa provocare disfunzioni nelle cellule immunitarie del sistema nervoso chiamate migroglia e contribuiscano allo sviluppo di malattie neurodegenerative in età avanzata.
I ricercatori di Harvard ipotizzano che l’esposizione a tossine ambientali o a sostanze infettive nei primi mesi di vita possa provocare disfunzioni nelle cellule immunitarie del sistema nervoso e contribuiscano allo sviluppo di malattie neurodegenerative in età avanzata
L’effetto è quello di un doppio gancio destro: il «primo colpo» inizia presumibilmente nel periodo prenatale e crea una «vulnerabilità di base», il «secondo colpo», in seguito, «manifesta la patologia» e «causa l’iperattività delle microglia». Ritengono anche che chi non ha ricevuto il «primo colpo» potrebbe non reagire con la stessa «esagerata» reazione infiammatoria in seguito.
Parlando delle implicazioni della ricerca, i ricercatori sostengono che «dovrebbe certamente far rivalutare la politica vaccinale, specialmente quando si tratta di vaccinare donne incinte e neonati».
Ampliare la discussione
«Gli studi sull’autismo hanno sempre preso la direzione sbagliata». Questa è l’affermazione di Dan Olmsted e Mark Blaxill nel loro libro The Age of Autism. Gli autori notano che, anche se c’è un evidente trascorso di esposizione a sostanze chimiche nelle famiglie con i primi casi di autismo, gli scienziati del tempo preferirono accusare le madri di rovinare i figli e di essere genitori inadeguati. Le generazioni di ricercatori successive non considerarono i fattori ambientali e accusarono le madri di trasmettere geni difettosi, anche se i geni «sono responsabili solo per una minima parte dei casi di DSA».
È ancora di moda accusare le madri per i loro «uteri velenosi»
Ad oggi, la scienza ufficiale permette di prendere in esame alcuni fattori ambientali dell’autismo – ma solo alcuni. È consentito incolpare l’inquinamento dell’aria, i farmaci assunti in gravidanza e alcune sostanze chimiche.
Tuttavia, è ancora di moda accusare le madri per i loro «uteri velenosi»
È ora di smettere di colpevolizzare le vittime e l’evasività, e iniziare a riconoscere che le diagnosi di autismo/DSA sono una copertura per i danni causati dalle tossine ambientali che devono essere studiate, catalogate ed eliminate.
© 9 luglio 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Autismo
Il vaccino ha causato l’autismo della figlia dice Nicole Shanahan, vice di Kennedy. E racconta di IVF e transumanismo in Silicon Valley
L’ex vicepresidente nella corsa a presidente, ora fermata, di Robert F. Kennedy Jr., Nicole Shanahan, ha rivelato durante una recente discussione durante il tour nazionale di conferenze di Tucker Carlson che a sua figlia è stato diagnosticato l’autismo solo pochi mesi dopo aver fatto i vaccini del settimo mese.
La Shanahan ha spiegato al pubblico che sua figlia era sana e sembrava stare bene fino a quando non ha ricevuto il vaccino all’età di sette mesi.
Nicole dice di aver «dato alla luce una bambina sana» ma tutto è cambiato dopo l’iniezione di siero. «Era una bambina diversa».
«Ho provato un dolore enorme, ma poi mi sono lasciata andare alla confusione perché non mi era permesso considerare il fatto che lo sparo avesse causato qualcosa», ha detto.
You can’t talk about this on YouTube, Facebook, or liberal communities.@NicoleShanahan reveals that she “gave birth to a healthy baby girl” but everything changed after “a shot at seven months old.”
“She was a different kid.”
Andrew Wakefield was canceled 25 years ago for… pic.twitter.com/WdiZk4hH5u
— The Vigilant Fox 🦊 (@VigilantFox) September 19, 2024
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L’esperienza della Shanahan è, come noto, quella di tantissimi genitori, i cui bambini regrediscono proprio dopo la vaccinazione.
Dopo aver capito che la causa della diagnosi di sua figlia poteva essere stata il vaccino, Shanahan ha detto di essersi sentita molto «sola» perché non c’erano molte persone nella sua ambiente – la classe alta della Silicon Valley – con cui parlare di questo tema, totalmente ostracizzato perfino dai discorsi privati, spiegando che «questa idea che forse il vaccino abbia causato una reazione avversa, è un semaforo rosso per i progressisti. Non si può parlare di queste cose tra queste comunità».
Più avanti nel discorso la Shanaha, che è sembrata ancora non troppo avezza a parlare in pubblico, ha fatto rivelazioni interessanti. Ex moglie dell’ultramiliardario co-fondatore di Google, l’informatico di origine russo-ebraica Sergej Brin (che è il padre della bambina in questione), ha informato il pubblico della persistenza nelle cerchie della Silicon Valley del pensiero transumanista, quasi fosse la religione che alligna da quelle parti.
In particolare, la donna sembra connettere il culto transumanista con la fecondazione in vitro (IVF), alla quale si è sottoposta, e di cui è divenuta accesa critica. Sostiene infatti che, oltre che innaturale, essa è guidata da interessi di multinazionali.
L’ex vice di RFK arriva a rivelare di aver donato 100 milioni di dollari in quella che le era stato detto era ricerca scientifica per il benessere delle donne, per poi scoprire invece che si trattava di esperimenti transumanisti come l’utero artificiale.
Sorprendentemente, in questo dibattito pubblico, la Shanahan ha tirato fuori un tema che lascia sbigottito Carlson, ma non Renovatio 21, che è praticamente una delle poche realtà che ne parlano appena si può: la gametogenesi. La signora infatti descrive l’esperimento per cui si sono ottenuti cuccioli di topo di laboratorio a partire da cellule della pelle.
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Nicole dice di essere cambiata, «come molti» attraverso «Grief and God», «il lutto e Dio», e di aver incontrato entrambi dopo diagnosi di autismo di sua figlia, che poteva trasformarla alternativamente o in «un’eremita» o in una «warrior-mon», una «mamma-guerriero». A fine intervista, dichiara di credere (forse in un modo generico, ma sentito) in Dio e nella sua presenza, auspicando la vittoria di Trump, che, «nonostante le sue limitazioni», porterà grande cambiamento negli Stati Uniti.
Durante l’intervista con Tucker Carlson la Shanahan ha segnalato che in sala c’era il dottor Andrew Wakefield, che recentemente aveva avuto ospite anche in un podcast di Children’s Health Defense. La donna ha detto al pubblico che Andrew Wakefield è stato «cancellato» 25 anni fa per aver trovato che «l’MMR causa in alcuni bambini un’infiammazione intestinale, che porta a sintomi come l’autismo».
Alla fine dell’intervista, rispodendo alla domanda se ha speranza del futuro, dice di averne per le persone che si stanno battendo, indicando Tucker, il pubblico, e sembrerebbe anche lo stesso Wakefield – una persona che non troverete citata nei giornali mainstream anche italiani se non preceduta da termini come «discreditato», «radiato», «frodatore» etc.
Come riportato da Renovatio 21, Wakefield ha diretto vari film sui programmi di sierizzazione, il penultimo dei quali riguarda il sospetto uso in Kenya di vaccini per sterilizzare le donne, con effetti devastanti.
Wakefield ha prodotto un nuovo film sull’argomento vaccini in uscita in questi giorni chiamato Protocol 7.
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Immagine screenshot da YouTube
Autismo
5 scoperte scientifiche spiegano il legame tra vaccini e autismo: perché le agenzie sanitarie le ignorano?
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Adiuvante in alluminio: i dati mancanti per una «spiegazione inequivocabile» dell’autismo indotto dal vaccino
Handley ha iniziato la storia con la scoperta che, a suo dire, collega la ricerca sui vaccini e l’autismo: un articolo del 2018 di Christopher Exley, Ph.D., e colleghi che mostra livelli «sorprendentemente elevati» di alluminio in 10 campioni di cervello di persone autistiche. Secondo Exley, la posizione dell’alluminio suggeriva che stava entrando nel cervello attraverso cellule pro-infiammatorie che si erano caricate di neurotossina. La scoperta di Exley è simile a precedenti ricerche che mostravano cosa accade ai monociti, un tipo di globuli bianchi, nei siti di iniezione del vaccino. Questo è significativo, scrisse Handley, perché diventerebbe chiaro che i macrofagi (un tipo di monociti) stavano spostando l’alluminio dal sito di iniezione al cervello. Secondo Handley, lo studio di Exley «ha fornito gli unici dati mancanti per una spiegazione inequivocabile» di quanto accaduto alle innumerevoli famiglie i cui figli hanno sviluppato l’autismo dopo la vaccinazione. L’adiuvante di alluminio è un additivo che «serve a risvegliare» il sistema immunitario in modo che riconosca l’antigene contro cui il vaccino dovrebbe proteggere, ha spiegato. Secondo uno studio del 2016, la quantità di alluminio a cui sono esposti i bambini è aumentata vertiginosamente a partire dagli anni Novanta, perché i tassi di vaccinazione per tutti i bambini sono aumentati notevolmente e sono stati aggiunti più vaccini al calendario vaccinale infantile. «Un bambino a metà degli anni Ottanta avrebbe ricevuto 1.250 microgrammi di alluminio dai suoi vaccini entro il suo 18° mese di vita se fosse stato completamente vaccinato», ha scritto. «Oggi, quel numero è di 4.925 microgrammi, quasi quadruplicando l’alluminio totale». Tuttavia, l’alluminio non è mai stato testato per la sicurezza nei vaccini per neonati. È una neurotossina dimostrata che comporta un rischio di autoimmunità, secondo gli scienziati canadesi Chris Shaw, Ph.D., e Lucija Tomljenovic, Ph.D., scienziati canadesi. L’alluminio è l’adiuvante più comune nei vaccini, anche se i meccanismi attraverso cui agisce come adiuvante restano sconosciuti. Nonostante la mancanza di dati sulla sua tossicologia, «l’idea che l’alluminio nei vaccini sia sicuro sembra essere ampiamente accettata», hanno scritto Shaw e Tomljenovic. Anche i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e i National Institutes of Health (NIH) hanno ammesso di non avere dati che dimostrino che le iniezioni ripetute con un adiuvante di alluminio siano sicure, ha scritto Handley. Ora un volume crescente di letteratura scientifica dimostra che quelle iniezioni ripetute non sono sicure. La letteratura mostra che «cinque scoperte chiare, replicabili e correlate che spiegano come viene innescato l’autismo hanno formato un quadro innegabilmente chiaro della causalità dell’autismo», ha scritto Handley.Sostieni Renovatio 21
Cinque scoperte chiave:
1. Nel cervello delle persone affette da autismo si verifica un’attivazione permanente del sistema immunitario.
La ricerca del defunto scienziato del Caltech, il dott. Paul Patterson, autore di «Gravidanza, immunità, schizofrenia e autismo», ha dimostrato che il sistema immunitario interagisce con il cervello in modi che possono influenzare lo sviluppo neurologico. Patterson e i colleghi hanno scoperto che se il sistema immunitario di una madre incinta è soggetto a un’elevata attivazione, ad esempio a causa di una grave infezione virale o batterica durante la gravidanza, ciò può influire sullo sviluppo neurologico del bambino, provocando problemi neurologici in seguito. Patterson ha osservato che i cervelli delle persone con autismo mostrano che tale attivazione del sistema immunitario si è verificata, citando i dottori della Johns Hopkins University School of Medicine che hanno trovato «infiammazione neurale» in un esame post-mortem dei cervelli di pazienti con autismo. Tale scoperta è stata da allora replicata più volte, ha scritto Handly, anche da ricercatori in Giappone. Patterson e i suoi colleghi hanno ipotizzato che l’infiammazione neurale cronica sia il risultato di citochine, prodotte dai globuli bianchi a tassi più elevati quando è presente un’infezione, che interagiscono con il cervello fetale. In particolare, una citochina, IL-6, ha un effetto particolarmente potente, hanno sostenuto. Hanno innescato questa infiammazione neurale in un esperimento che prevedeva l’iniezione di IL-6 nei topi e hanno osservato cambiamenti nella neurologia della prole dei topi. In seguito hanno anche collegato l’attivazione immunitaria materna specificatamente ai sintomi dell’autismo nei topi e nelle scimmie. Altri scienziati hanno replicato i loro studi. Nel 2006, Patterson collegò la vaccinazione materna alla possibile attivazione immunitaria. Disse che la ricerca attuale sollevava la questione: «Dovremmo davvero promuovere la vaccinazione materna universale?»Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
2. L’adiuvante di alluminio è altamente neurotossico e provoca l’attivazione immunitaria.
La Food and Drug Administration e il CDC degli Stati Uniti basano le loro raccomandazioni sull’uso dell’alluminio nei vaccini su uno studio del 2011 che ha concluso che l’alluminio si accumula nel sistema scheletrico anziché nei tessuti molli ed è sicuro. Tuttavia, Handley ha scritto che le “ipotesi” sull’alluminio si basano su studi sull’alluminio disciolto, non sull’idrossido di alluminio utilizzato nei vaccini. Ricerche più recenti hanno dimostrato che l’idrossido di alluminio è una nanoparticella che viene assorbita dai macrofagi del corpo, che possono trasportarla facilmente al cervello. Un articolo del 2007 di Shaw ha dimostrato un collegamento tra adiuvante di alluminio e morte dei motoneuroni. Shaw e colleghi hanno pubblicato diversi articoli che dimostrano che l’idrossido di alluminio è neurotossico, in particolare nelle popolazioni pediatriche. Hanno chiesto una rivalutazione «urgente» del profilo di sicurezza dei vaccini contenenti adiuvante in alluminio. Diversi studi condotti in Francia hanno inoltre dimostrato che l’adiuvante di alluminio iniettato nell’organismo finisce spesso nel cervello, causando neurotossicità. Uno studio francese del 2017 pubblicato su Toxicology ha scoperto che l’adiuvante aveva una «biopersistenza di lunga durata», ovvero il corpo non riusciva a liberarsene, ed era collegato a diverse malattie, tra cui «sindrome da stanchezza cronica, disfunzione cognitiva, mialgia, disautonomia e caratteristiche autoimmuni/infiammatorie». Gli autori dello studio francese hanno anche scoperto che dosi basse e costanti erano più neurotossiche di una singola dose elevata e hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che lo “sviluppo massiccio di strategie basate sui vaccini in tutto il mondo” richieda una rivalutazione della sicurezza dell’adiuvante.Aiuta Renovatio 21
3. L’attivazione immunitaria che scatena l’autismo può avvenire nell’utero o dopo la nascita del bambino, mentre il suo cervello è ancora in via di sviluppo.
I ricercatori del Medio Oriente e dell’Europa che hanno utilizzato l’alluminio per indurre l’Alzheimer nei ratti vivi hanno dimostrato che l’alluminio ha causato un aumento di quattro volte dell’IL-6 e ha anche aumentato altre citochine. Sebbene i ricercatori possano accettare che nel cervello delle persone affette da autismo vi sia una disorganizzazione, vi è disaccordo sul fatto che tale disorganizzazione si verifichi nell’utero o dopo la nascita. Molti di coloro che rifiutano l’ipotesi del vaccino contro l’autismo, come il dottor Peter Hotez, negano che sia possibile una riorganizzazione cerebrale postnatale. Tuttavia, le prove di fattori scatenanti postnatali dell’autismo sono forti, ha scritto Handley. Ha citato Vaccine Papers per spiegare che ogni evento di attivazione immunitaria in un bambino suscettibile rende il sistema immunitario più sensibile e reattivo agli stimoli immunitari. Ciò può accadere sia in utero che dopo la nascita, mentre il cervello di un bambino si trova in fasi chiave dello sviluppo. Studi hanno dimostrato che i topi iniettati con IL-6 dopo la nascita mostrano in seguito capacità cognitive compromesse. E studi di casi tra bambini hanno mostrato l’insorgenza dell’autismo a seguito di infezione e infiammazione del cervello.Sostieni Renovatio 21
4. IL-6 indotta dal vaccino contro l’epatite B nei ratti postnatali.
I ricercatori in Cina hanno testato gli effetti dell’attivazione immunitaria indotta dal vaccino sullo sviluppo cerebrale nei ratti. Il vaccino contro l’epatite B, che aveva un adiuvante di alluminio, ha aumentato l’IL-6 nell’ippocampo. Significativamente, gli effetti non sono comparsi fino a quando i ratti non avevano 8 settimane di età, quando i ratti sono quasi completamente adulti. La maggior parte degli studi sulla sicurezza dei vaccini esamina i risultati a breve termine. Secondo Handley ciò potrebbe contribuire a spiegare la comparsa delle malattie mentali in età molto avanzata tra gli esseri umani e a supportare l’ipotesi che i vaccini stiano contribuendo all’aumento delle malattie mentali negli Stati Uniti negli ultimi 25 anni. «Questa è la prova biologica del collegamento tra un vaccino, somministrato a un animale postnatale, che induce un evento di attivazione immunitaria, incluso il marcatore citochinico per l’autismo, IL-6. Una prima assoluta scientifica», ha scritto Handley.5. Diverse analisi hanno rilevato livelli elevati di alluminio nel cervello delle persone affette da autismo.
Come discusso in precedenza, studi come quello di Exley hanno poi rivelato livelli molto alti di alluminio nei campioni di cervello di persone affette da autismo. Questa scoperta è stata fondamentale per comprendere una causa fondamentale dell’infiammazione nel cervello delle persone affette da autismo, ha scritto Handley. La spiegazione più aggiornata e completa del ruolo dei vaccini contenenti alluminio, dell’infiammazione e del sistema immunitario nell’autismo si trova in un articolo del 2022 sulla rivista Toxics. Lo studio, condotto da ricercatori francesi, ha evidenziato i percorsi attraverso i quali un bambino predisposto potrebbe acquisire l’autismo se esposto ad adiuvanti di alluminio.Aiuta Renovatio 21
Che dire del vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia)?
Secondo Handley, gli adiuvanti di alluminio possono anche indurre altre condizioni autoimmuni e infiammatorie , tra cui problemi gastrointestinali riscontrati in molti bambini affetti da autismo. Inoltre, molte famiglie di bambini autistici hanno visto i loro figli regredire dopo il vaccino MPR, che non contiene l’adiuvante di alluminio. Sono necessarie ulteriori ricerche per spiegare appieno perché ciò potrebbe accadere, ha scritto Handley. Ma la ricerca indica che gli effetti dell’MMR potrebbero essere correlati al fatto che è il primo vaccino vivo che i bambini ricevono, intorno ai 12-18 mesi, dopo aver ricevuto molti vaccini che contengono adiuvanti di alluminio. Un «sistema immunitario immerso nell’adiuvante di alluminio e probabilmente già in ebollizione con eventi di attivazione» potrebbe essere spinto oltre il limite dall’incontro con il virus vivo. Potrebbe persino innescare l’alluminio nel corpo per spostarsi nel cervello, ha scritto. Handley si è lamentato del fatto che le agenzie di sanità pubblica continuino a rifiutarsi di studiare la questione. «Ciò che è stato vero durante l’epidemia di autismo rimane vero anche oggi: un numero schiacciante (decine di migliaia) di segnalazioni da parte dei genitori di regressione dei loro figli nell’autismo dopo la vaccinazione». Questi genitori osservavano i cambiamenti nei loro figli ma non avevano una spiegazione scientifica per ciò che stava accadendo, ha scritto Handley. Sono ormai disponibili prove scientifiche sufficienti per elaborare una teoria più rigorosa sul modo in cui i vaccini e gli adiuvanti di alluminio in essi contenuti scatenano l’autismo e altre malattie. «È tempo che il CDC, la FDA [Food and Drug Administration statunitense], Autism Speaks e l’Accademia americana di pediatria affrontino le prove biologiche che ci stanno tutti davanti agli occhi!» ha scritto. Brenda Baletti Ph.D. © 4 settembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Autismo
Vaccini e autismo, i dieci anni delle rivelazioni sull’insabbiamento del CDC
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Dieci anni dopo che un informatore del CDC ha fatto trapelare dati che dimostravano che l’agenzia aveva individuato un collegamento tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MMR) e l’autismo nei ragazzi afroamericani, l’agenzia non ha fatto nulla per affrontare il problema.
Dieci anni dopo che un informatore dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha fatto trapelare dati che dimostravano che l’agenzia aveva individuato un collegamento tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) e l’autismo nei ragazzi afroamericani, l’agenzia non ha fatto nulla per affrontare il problema.
Il 27 agosto 2014, William Thompson, Ph.D., scienziato senior del CDC, ha rilasciato una dichiarazione tramite il suo avvocato rivelando che lui e i suoi colleghi del CDC hanno omesso dati da un articolo del 2004 su Pediatrics che «suggeriva che i maschi afroamericani che avevano ricevuto il vaccino MPR prima dei 36 mesi di età erano a maggior rischio di autismo».
«Dopo la raccolta dei dati sono state prese decisioni su quali risultati riportare e ritengo che il protocollo finale non sia stato seguito», ha scritto Thompson.
Da allora, il CDC ha continuato ad affermare che «gli studi hanno dimostrato che non esiste alcun collegamento tra vaccini e ASD», disturbo dello spettro autistico.
Nel frattempo, l’agenzia segnala anche che i tassi di autismo hanno continuato a salire: secondo il suo studio più recente, 1 bambino su 36 è affetto da autismo.
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Per la prima volta da quando l’agenzia ha iniziato a condurre studi sulla prevalenza dell’autismo nel 2000, nel 2023 il CDC ha anche riferito che i tassi di autismo erano più alti tra i bambini neri, ispanici e asiatici/delle isole del Pacifico rispetto ai bambini bianchi e birazziali.
Da allora, l’agenzia ha continuato ad aggiungere altri vaccini all’elenco delle vaccinazioni infantili raccomandate, tra cui quelli contro l’influenza, il COVID-19 e il virus respiratorio sinciziale (RSV).
Mary Holland, CEO di Children’s Health Defense (CHD), ha dichiarato a The Defender:
«Dieci anni dopo la rivelazione che il CDC ha falsificato i dati riguardanti l’autismo indotto dal vaccino, il CDC non ha ancora detto nulla pubblicamente.
«È uno scandalo che per 10 anni il CDC abbia nascosto al pubblico informazioni che potrebbero prevenire l’autismo. Hanno completamente abrogato il loro dovere ed è tempo di un cambiamento radicale».
Il direttore scientifico del CHD, Brian Hooker, Ph.D., a cui Thompson aveva raccontato per la prima volta nel 2013 le azioni del CDC in una serie di quattro conversazioni registrate e poi trapelate, ha dichiarato a The Defender che Thompson era un eroe.
Sebbene il CDC non abbia mai preso alcuna iniziativa, ha detto Hooker, le rivelazioni di Thompson hanno contribuito a informare il pubblico sulla questione. Le conversazioni registrate sono state la base per il film ampiamente visto Vaxxed: From Cover-Up to Catastrophe.
«Fortunatamente, abbiamo avuto un informatore che si è fatto avanti con le informazioni il 27 agosto 2014, ed è un eroe per me», ha detto Hooker. «E sarà un eroe per sempre perché credo che quella rivelazione abbia salvato delle vite».
Ten years ago today, CDC whistleblower Dr. William Thompson released a statement regarding internal studies confirming a link between the MMR vaccine and the development of autism.
Dr. Thompson’s statement reads, in part: “I regret that my coauthors and I omitted… pic.twitter.com/3IURCbkCd2
— Children’s Health Defense (@ChildrensHD) August 27, 2024
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Thompson ha descritto la cultura della corruzione al CDC nelle chiamate a Hooker
Thompson è uno scienziato senior del CDC da decenni ed è autore di decine di pubblicazioni sottoposte a revisione paritaria, tra cui molti studi del CDC sulla sicurezza dei vaccini nell’autismo.
Tra novembre 2013 e settembre 2014, Thompson entrò in contatto con Hooker, che all’epoca era biochimico alla Simpson University e padre di un figlio affetto da autismo.
Nella serie di conversazioni registrate, Thompson ha espresso le sue preoccupazioni su diversi problemi relativi alla sicurezza dei vaccini emersi dalla sua ricerca presso il CDC.
Ha discusso la relazione tra il timerosal, un adiuvante a base di mercurio utilizzato in molti vaccini all’epoca, e i tic, basandosi sulle pubblicazioni del CDC stesso.
Ha anche spiegato nel dettaglio cosa è successo ai dati dello studio sul vaccino MPR che erano stati omessi dall’articolo di Pediatrics.
Thompson ha anche descritto una cultura di corruzione diffusa presso l’Immunization Safety Office del CDC, ora denominato Vaccine Safety Monitoring, in particolare per quanto riguarda la ricerca sull’autismo. «Ho un capo che mi chiede di mentire», ha detto. «I piani alti volevano fare certe cose e io ci sono andato».
Thompson è stato autore di 2 dei 3 studi epidemiologici utilizzati dal CDC per sostenere che il timerosal era sicuro e non causava disabilità dello sviluppo. L’agenzia ha utilizzato i documenti per «smentire» il collegamento tra autismo e vaccini.
Tuttavia, nelle conversazioni registrate, Thompson ha affermato che i suoi superiori al CDC lo hanno pressato affinché alterasse i risultati del suo studio per nascondere i rischi del timerosal.
«Pensi che una madre incinta vorrebbe fare un vaccino che sa causare tic? Assolutamente no!!» ha detto a Hooker. «Non darei mai a mia moglie un vaccino che pensavo causasse tic».
Ha anche detto a Hooker di essersi pentito di aver trattenuto i dati nello studio Pediatrics del 2004. «Ora provo una grande vergogna quando incontro famiglie con bambini autistici perché io sono stato parte del problema», ha detto.
Il team del CDC responsabile dello studio ha trovato prove statisticamente significative del fatto che i bambini maschi neri avevano maggiori probabilità di sviluppare l’autismo se ricevevano il vaccino MPR prima dei 36 mesi di età rispetto a quando la vaccinazione veniva posticipata a tale età.
Allarmati dai risultati, i dirigenti del CDC chiesero a Thompson di eliminare dal campione i bambini che non possedevano un certificato di nascita valido dello Stato della Georgia. Ciò eliminò i bambini che vivevano nell’area di Atlanta e che non erano nati in Georgia, che rappresentavano circa il 40% del campione e diluirono la significatività statistica del risultato.
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Thompson ha anche detto a Hooker che tutti i dati che mostravano l’effetto originale sui ragazzi afroamericani sono stati distrutti nel settembre 2002. Hanno cambiato il protocollo durante lo studio per evitare di riportare la scoperta statisticamente significativa.
Secondo un comunicato stampa del CHD, l’uomo ha presentato un reclamo etico all’Office of Research Integrity del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, ma i risultati dell’indagine non sono stati resi pubblici.
Dopo la pubblicazione delle conversazioni registrate, Thompson ha invocato la protezione degli statuti federali sui whistleblower e in seguito ha rilasciato la dichiarazione.
Dopo la pubblicazione dei nastri, il dottor Frank DeStefano, capo dell’Immunization Safety Office e autore principale dello studio, ha ammesso in un’intervista del settembre 2014, con l’allora reporter della CBS Sharyl Attkisson, che il CDC aveva eliminato un ampio gruppo di bambini afroamericani in base all’assenza di certificati di nascita. Ha difeso la decisione e ha affermato che non esiste alcun nesso causale tra vaccini e autismo.
Tuttavia, ha ammesso ad Attkisson che i vaccini potrebbero effettivamente scatenare l’autismo in alcuni bambini vulnerabili.
Thompson ha anche confermato in una deposizione al deputato William Posey della Florida che i dati mostravano tale possibilità. Posey ha chiesto al Congresso nel 2015 di citare in giudizio Thompson, ma non è stata emessa alcuna citazione.
Thompson, che continua a lavorare per il CDC, è stato chiamato a testimoniare su frode scientifica e distruzione di prove da alti funzionari del CDC in una causa del 2016.
Tuttavia, in conformità con il Whistleblower Protection Act e altre normative federali, Thompson non poteva testimoniare sotto giuramento senza il permesso del direttore del CDC, il dottor Thomas Frieden, che ha respinto tale richiesta.
Hooker ha esaminato i dati del CDC sull’incidenza dell’autismo e la tempistica della prima dose di MPR. Ha scoperto che i bambini che hanno ricevuto il vaccino prima del loro terzo compleanno hanno il 152% in più di possibilità di essere diagnosticati con «autismo isolato».
Hooker ha anche scoperto che i bambini afroamericani che avevano ricevuto il primo vaccino MPR prima di aver compiuto 3 anni avevano il 286% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di autismo rispetto a quelli che avevano ricevuto il vaccino dopo il terzo compleanno.
«Questo avrebbe potuto prevenire oltre 100.000 casi di autismo nei ragazzi afroamericani nei 10 anni successivi alla rivelazione di Thompson», ha affermato Hooker. «Evidentemente, la politica e l’industria farmaceutica sono molto più importanti dei bambini al CDC».
Brenda Baletti
Ph.D.
© 23 agosto 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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