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Politica

LA NEOMINISTRO GRILLO, LE EPIDEMIE, I TOPI DI FOGNA

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Ammettiamo che il giro sulle montagne russe è stato interessante.

 

La partenza con centrodestra e grillini in confusione (cioè, lo stato perenne del PD anche mentre ci governava, rappresentato plasticamente dalla costante espressione interrogativa dipinta sul volto del segretario Martina). Poi il saliscendi dei «due forni» di Di Maio. Poi Berlusconi che dà i numeri. Poi le settimane per il contratto gialloverde.

 

Arrivati al giro della morte – con Mattarella, che, più realista del Re sfiora l’alto tradimento (il Re, se non lo avete capito, non è lui) – un po’ di paura ce la siamo presa.

Riguardo a ciò che qui ci compete, quando è sbucato Cottarelli (che in verità era «precottarelli», visto come è stato tirato fuori dal taschino del Presidente, per poi divenire all’istante decottarelli), abbiamo visto uscire il nome che questi voleva come ministro della Sanità: Walter Ricciardi. Massì, proprio lui: il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

Più che paura, queste montagne russe stavano mettendo sconforto, rassegnazione, finanche noia.

 

Ricciardi, un nome che (specie considerando il risultato elettorale!) dovrebbe essere ritenuto «impresentabile» viste le storie di conflitti di interesse recentemente emerse («Non sapevo che ci fosse una lobby dietro quelle riviste» è una giustificazione che se la gioca con l’appartamento che Scajola ha acquistato a sua insaputa), rappresentava la più perfetta continuità possibile con gli anni lorenzinici.

 

Ricordiamo la fortuna di Beatrice: negli ultimi tre governi, con tre premier diversi, lei ha sempre mantenuto il posto… Come mai? Vallo a sapere.

(Una fortuna davvero sfacciata: quasi quanto ottenere con una gravidanza sola due bambini eterozigoti)

 

Ricciardi che addiveniva ministro significava che il Moloch industrial-sanitario e i suoi reggicoda statali e clericali non volevano tirarsi indietro di nemmeno un millimetro, neanche quando decine di milioni di italiani gli votano contro.

Ma la giostra si è dimostrata davvero coinvolgente, quindi ecco che rispunta l’idea esecutivo gialloverde, che scombina due nomi (Savona trasloca al numero civico successivo…) e firma in un batter di ciglia.

 

Tutti amano Giulia Grillo

 

Fanno ministro Giulia Grillo. Di mestiere fa l’anatomopatologa: un medico al Ministero della Salute, roba rara dopo gli anni della diplomata al liceo classico che parla di virus saltellanti.

 

Molti tirano un sospiro di sollievo: forse a settembre potremo mandare i bambini all’asilo.

 

Tuttavia, insospettisce che i giornaloni siano più teneri del previsto.

La neoministro «si è contraddistinta per posizioni sempre miti e di ascolto del mondo scientifico» scrive Repubblica.

 

La linea incarnata dalla Grillo è «una sintesi faticosa raggiunta nei gruppi parlamentari del Movimento nella scorsa legislatura», una posizione architettata da quell’esempio di eleganza, sobrietà ed acume politico che è la senatrice Paoletta Taverna. «Una posizione di mediazione», dice il giornale di De Benedetti: «no all’obbligo se non in caso di picchi, di epidemie come quella recente sul morbillo». Questo ultimo parrebbe non essere un virgolettato dell’interessata, ma il riassunto della giornalista di Repubblica.

«No all’obbligo se non in caso di picchi, di epidemie come quella recente sul morbillo»

 

Il Corriere pubblica una foto in cui la Grillo appare professionale e sofisticata. Poi nell’articolo fa parlare praticamente solo Burioni. Uno non può non finire a chiedersi: ma perché? Ancora?!?

Se qualcuno non ha ancora capito il suo ruolo di messia prescelto dal dio Pharma e non solo da quello, per favore apra gli occhi: ci aspettano altri mesi, anni di Burioni che fuoriesce da ogni anfratto di TV e giornali dell’establishment.

 

Tuttavia Burioni, invece di dirle «somara» e ricordarle che la democrazia non vale nulla rispetto alle sue opinioni (Burioni assomiglia sul serio sempre più ad un titolo di Lercio), inspiegabilmente fa partire una leccatina: «vediamo che cosa farà, intanto buon lavoro».

Burioni inspiegabilmente fa partire una leccatina: «vediamo che cosa farà, intanto buon lavoro»

 

Cioè: quello che gioiva pazzamente per la radiazione del dottor Gava, quello che si augurava che i bambini non vaccinati venissero emarginati, saluta quasi con cauto ottimismo l’installarsi al Ministero di un personaggio in odore di No-Vax.

 

Il Corrierone spinge il violino perfino più in là. ecco il commento di Lucio di Mauro, presidente dell’Ordine dei Medici (sì: l’organo che ha espulso Gava, Miedico, Rossaro, Lesmo) di Catania: «riservata, seria, non l’ho mai vista agire per interesse personale. Ha vinto il concorso alla scuola di specializzazione col massimo dei voti, 67 su 67. Sembra finta per quanto è brava». Slurp.

«Sembra finta per quanto è brava». Slurp

 

Se non siete già travolti dalla glicemia, potete leggere anche del «papà Archimede, detto Dino, anestesista e pionieri del surf» che insegna alla figlia «segreti e magie del vento».

Per il lettore che insiste il diabete è alle porte, e al momento non sappiamo quale farmaceutica si avantaggerebbe con la conseguente necessità di insulina.

 

Lo zampino del Gatto Silvestri

 

A chiarirci le idee potrebbe essere il post su Facebook che la Grillo ha approntato ieri, dove illustra le indicazioni sul futuro della Sanità. Qualcuno ha notato che più che quanto viene scritto è più rilevante il non-detto:  sui vaccini, il tema più caldo che esista (soprattutto se tra dopo due giorni si va a fare un passaggio di consegne materiale con Beatrice Lorenzin), neanche mezza parola.

«Ora tace, o comunque non mette la cancellazione della legge Lorenzin alle prime cose a cui pensa»

 

«Ora tace, o comunque non mette la cancellazione della legge Lorenzin alle prime cose a cui pensa» scrive oggi in un ulteriore articolo Repubblica.

 

La realtà è che in atto c’è già la metamorfosi dei grilli: da antivaccinari da bar (memorabili i candidati alle parlamentarie online 2013 che ritenevano che i vaccini rendessero omosessuali i bambini) stanno rientrando verso più miti consigli.

Per Guido Silvestri e multinazionali del farmaco vanno difese: «Pensare che loro facciano i soldi coi vaccini è come pensare che le industrie del petrolio facciano i soldi con la miscela dei motorini».

Il garante di tale metamorfosi lo si trova negli USA, è uno scienziato e si chiama Silvestri.

Questi è un vaccinofilo convintissimo, intransigente, estremista. Da quale aereo sia stato paracadutato nel M5S non è dato saperlo (supporlo, però, sì).

 

L’opera del Silvestri è tale che tocca di vedere sugli organi grillini titoli come «Il MoVimento 5 Stelle è per la massima copertura vaccinale».

Guido Silvestri, il Burioni a 5 stelle

Il dottore «americano» considera le storie che circolano su Big Pharma e vaccini «delle sciocchezze». Le multinazionali del farmaco vanno difese: «Pensare che loro facciano i soldi coi vaccini è come pensare che le industrie del petrolio facciano i soldi con la miscela dei motorini».

 

In pratica, Silvestri sta al M5S come Burioni sta al PD: sacerdoti del dio Vaccino il cui compito è tuonare contro chi dentro o fuori dal partito osa sfidare l’ortodossia della siringa. (I due, riportano le cronache, si conoscono e si complimentano vicendevolmente)

In pratica, Silvestri sta al M5S come Burioni sta al PD

Insomma, a dettare la linea del nuovo ministro della Salute è decisamente il Burioni grillino.

 

Se ne accorge persino il quotidiano milanese nell’articolo di oggi: il ministro «ha precisato più volte la sua linea, ispirata al manifesto tracciato da Guido Silvestri, ricercatore marchigiano, ora figura di rilievo in USA, chiamato come consulente a titolo gratuito per correggere l’iniziale ostilità grillina».

a dettare la linea del nuovo ministro della Salute è decisamente il Burioni grillino.

 

Colpisce, oltre all’ennesima sviolinata che però aiuta a ben comprendere il disegno sottostante, la sincerità con cui si può parlare della normalizzazione del M5S, che si infiltra e si dirotta senza neanche tanto sforzo. Gratis, perfino.

 

Obbligo del sushi

 

Veniamo alla sostanza: riteniamo che la linea del neoministro Grillo sia pericolosa (oltre che illogica) per due ordini di motivi. Uno pragmatico, e uno più oscuro.

 

Da un punto di vista pragmatico, la dottrina Silvestri sposata devotamente dalla Grillo, è un controsenso tossico e allucinante.

La dottrina Silvestri sposata devotamente dalla Grillo: «Noi siamo favorevoli all’obbligatorietà dei quattro vaccini che oggi, per legge, sono già obbligatori, e siamo anche favorevoli all’introduzione di misure di obbligatorietà per vaccini che proteggono da malattie per le quali esiste una reale emergenza epidemica (come esiste al momento per il morbillo)»

 

«Noi siamo favorevoli all’obbligatorietà dei quattro vaccini che oggi, per legge, sono già obbligatori, e siamo anche favorevoli all’introduzione di misure di obbligatorietà per vaccini che proteggono da malattie per le quali esiste una reale emergenza epidemica (come esiste al momento per il morbillo)» si legge sulla Pravda a 5 stelle nel post che ha segnato la conversione del partito alla dea siringa.

 

In pratica, il grillino ti fa lo sconto: macché 10 vaccini, se ci voti a tuo figlio ne faremo solo 4. Come sempre. Sulla pericolosità della siringa (dopo centinaia di ore di spettacoli di grillo, video, comizi, e perfino l’antica collaborazione con il dott. Montanari) abbiamo scherzato.

Siamo seri, su: dobbiamo fare gli adulti, ché tra poco si va al governo.

 

Fateci capire: la libertà vaccinale la si chiede per coloro che ritengono che i vaccini (alcuni più di altri, come il MPR) siano degli intrugli venefici che possono danneggiare i propri figli. Dire che si è per i vaccini liberi, per poi obbligare a siringarne quattro ai bambini italiani, è, più che un controsenso, una presa per i fondelli.

Dire che si è per i vaccini liberi, per poi obbligare a siringarne quattro ai bambini italiani, è, più che un controsenso, una presa per i fondelli.

 

Sappiamo che il mercurio nel pesce fa male: invece che lasciarci in pace lontani dal ristorante che lo serve (o, meglio, invece di chiuderlo), i grillini ci obbligano ad entrare, «ma costringiamo i vostri figli a mangiare solo il sushi con il salmone, con il tonno e il California Maki, il resto del menu glielo prendete se volete».

Non fa una grinza.

Il conto del ristorante, ça va sans dire, lo pagherai comunque tu, il contribuente.

 

È tuttavia sulla seconda parte dell’enunciato che preme dire due parole.

 

«Una reale emergenza epidemica (come esiste al momento per il morbillo)» è un’espressione bella impegnativa. Innanzitutto per la definizione di emergenza epidemica: i pochi casi di morbillo dell’anno scorso sono un’epidemia?

Come si quantifica una epidemia?

Una malattia che, dicono alcuni studi di cui abbiamo dato conto, avrebbe persino effetti benefici a lungo termine, può essere considerata alla stregua dell’HIV, dell’influenza aviaria o dell’Ebola?

 

Qui poi si apre lo scenario più oscuro, finanche un pochino apocalittico.

Nel momento in cui la molla per rendere obbligatorio il vaccino (pensate dal punti di vista di Big Pharma: venderlo) diviene l’epidemia, come si può essere certi che nessuno lo metterà volontariamente in circolo?

Nel momento in cui la molla per rendere obbligatorio il vaccino (pensate dal punti di vista di Big Pharma: venderlo) diviene l’epidemia, come si può essere certi che nessuno lo metterà volontariamente in circolo?

È una cosa di cui qualche medico che ha conservato l’umanità parla, anche se, certo, solo sottovoce. La diffusione programmatica di patogeni è un incubo da complottisti?

 

Diciamo proprio di no.

 

 

Disneyland e il traffico dei virus

 

Dovrebbe sovvenire alla mente di un caso di non molto tempo fa. Fu coinvolta Ilaria Capua, virologa ben nota nonché senatrice di Scelta Civica (partito massonico biodegradabile e unto dai vescovi che Dagospia ribattezzò efficacemente «Sciolta civica»).

 

Per i PM, la consorteria di cui faceva parte l’onorevole Capua poteva essersi resa colpevole di «una pluralità indeterminata di delitti di ricettazione, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, corruzione, zoonosi ed epidemia».

I dodici imputati accusati a vario titolo di traffico illecito di virus dell’influenza aviaria furono portati in tribunale «per aver utilizzato virus altamente patogeni dell’influenza aviaria, di provenienza illecita, al fine di produrre in forma clandestina, specialità medicinali ad uso veterinario (quale è il vaccino dell’influenza aviaria), procedendo successivamente, sempre in forma illecita, alla loro commercializzazione e somministrazione agli animali avicoli di allevamenti intensivi».

 

I dodici imputati accusati a vario titolo di traffico illecito di virus dell’influenza aviaria furono portati in tribunale «per aver utilizzato virus altamente patogeni dell’influenza aviaria, del tipo H9 ed H7N3, di provenienza illecita, al fine di produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali ad uso veterinario (quale è il vaccino dell’influenza aviaria), procedendo successivamente, sempre in forma illecita, alla loro commercializzazione e somministrazione agli animali avicoli di allevamenti intensivi».

 

Gli accusati secondo i PM avevano agito «determinando la diffusione non più controllata del virus dell’influenza aviaria negli allevamenti avicoli del nord Italia, con grave pericolo per l’incolumità e la salute pubblica, che determinava, da un lato, il contagio di sette persone tra gli operatori del settore come accertato dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso un’indagine epidemiologica, e dall’altro il grave pericolo per la salute derivante dal consumo della carne oggetto della vaccinazione indiscriminata, determinando, quale misura di prevenzione, l’abbattimento di milioni di capi di polli e tacchini, con un considerevole danno al patrimonio avicolo nazionale, calcolato dal Centro regionale epidemiologia veterinaria in 40 milioni di euro»

Ilaria Capua

Come immaginerete, stiamo copiando e incollando frasi da carte processuali.

 

Non è un panzana cospirazionista : è una inchiesta giudiziaria vera e propria, che mette in luce la facilità con cui si può trafficare virus devastanti, al di fuori di ogni controllo.

«…grave pericolo per l’incolumità e la salute pubblica (…) il contagio di sette persone tra gli operatori del settore come accertato dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso un’indagine epidemiologica, (…) il grave pericolo per la salute derivante dal consumo della carne oggetto della vaccinazione indiscriminata, (…)  l’abbattimento di milioni di capi (…) un considerevole danno al patrimonio avicolo nazionale, calcolato dal Centro regionale epidemiologia veterinaria in 40 milioni di euro»

 

La Capua fu prosciolta, ma nel frattempo era espatriata: andò permanentemente in Florida con il marito, anche lui imputato.

 

Come notava L’Espresso, il giornale che fece lo scoop passato però sotto silenzio presso le altre testate (del resto un deputato che traffica virus in uno scenario da guerra biologica è cosa che capita tutti i giorni, no?), il proscioglimento dell’onorevole non toglie come le intercettazioni del caso abbiamo svelato le dinamiche del grande, mostruoso business.

 

«Le conversazioni registrate dai Nas dei carabinieri svelano, fra i tantissimi episodi, gli interventi di Capua sulla Intervet, filiale italiana di un colosso dei farmaci veterinari. I vertici di Intervet si erano mostrati critici sull’efficacia del sistema Diva. Ma la signora dei virus gli avrebbe fatto sapere che nell’Istituto zooprofilattico di Padova era in corso un esperimento su un vaccino prodotto da Intervet: il marchio però sarebbe stato menzionato nel suo studio solo se i responsabili della casa farmaceutica avessero assecondato le sue richieste, tra le quali quella di rivalutare il test Diva. E parlarne bene. E ai manager avrebbe fatto arrivare un messaggio chiaro attraverso un intermediario: “Lei (Capua ndr) non è una persona che si compra con quattro lire”».

 

«l manager della Merial (la multinazionale coinvolta, ndr) si rivolge alla virologa (…) perché lei è la responsabile del Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria e quindi è nella possibilità di sapere con certezza con quale ceppo virale si preparerà il nuovo vaccino. Nello stesso tempo è una delle poche persone che in ambito internazionale ha la possibilità di farsi inviare, in breve tempo, un ceppo virale da altri istituti senza la prescritta autorizzazione ministeriale”».

Multinazionali e istituti profilattici trafficano virus – incluso linguaggio che faceva pensare a mazzette – con una disinvoltura pressoché assoluta

 

Insomma, multinazionali e istituti profilattici trafficano virus – incluso linguaggio che faceva pensare a mazzette – con una disinvoltura pressoché assoluta.

 

Come pensare, quindi, che davanti alla prospettiva di vendite record grazie ad una epidemia, a qualche stakeholder del sistema vaccinale non venga la matta tentazione di diffondere qualche patogeno fra i bimbi italiani?

 

È una ipotesi, oscura quanto volete, che però può tornare alla mente certe volte.

Vi furono a Disneyland 52 casi, la vasta maggioranza dei quali riguardava – surprise! – fanciulli già vaccinati proprio per il morbillo.

 

Molti conosceranno il caso Disneyland.

Come noto, nel 2015, scoppiò un focolaio di morbillo (sempre lui…) in quello che è il luogo per eccellenza simbolo dell’innocenza, della cosa più importante che il nostro mondo adulto deve proteggere: i nostri bambini.

Vi furono 52 casi, la vasta maggioranza dei quali riguardava – surprise! – fanciulli già vaccinati proprio per il morbillo.

Questo dato garantì stupende contorsioni da parte dei media dell’establishment siringatore, tuttavia non placò la narrativa che doveva emergere: per quanto possa essere incongruo, la colpa era, dissero i mezzi di informazione, delle mamme no-vax.

 

Sì. Era per colpa loro, e per colpa dei loro figli non vaccinati, che era scoppiata l’«epidemia» di Disneyland.

Le conseguenze non tardarono ad arrivare: il New York Times mandò in rete una mappa interattiva con il numero di non vaccinati per asilo, la California divenne uno dei tre stati dell’Unione che rifiuta l’obiezione di coscienza riguardo le vaccinazioni.

 

Prima era possibile evitare lo shot (a sé e alla propria prole) citando motivazioni filosofiche e/o religiose. Dopo Disneyland, anche l’ultima scappatoia è stata cancellata.

 

Bene: conoscendo questo film, come è possibile non pensare, quando la Lorenzin tira fuori Gardaland, ad un remake?

Conoscendo questo film, come è possibile non pensare, quando la Lorenzin tira fuori Gardaland, ad un remake? Che non si tratta di accadimenti, ma di uno schema preciso?

 

Che non si tratta di accadimenti, ma di uno schema preciso?

 

Sono supposizioni che uno è tentato di fare.

 

Per questo motivo, riteniamo che lasciare aperta la porta dell’obbligo in epidemia sia pericoloso, pericolosissimo: anzi forse più dannoso dell’obbligo stesso!

 

Il ministro dei ratti di fogna mangiatori di feti?

 

Ma c’è un’ultima rilievo che Renovatio 21 non può non muovere al neoministro.

La Grillo è nota alle microcronache parlamentari per essersi spesa in abbondanza a favore della pillola abortiva RU486

 

La Grillo è nota alle microcronache parlamentari per essersi spesa in abbondanza a favore di un particolare farmaco: la RU486.

 

Un farmaco speciale, che è l’apoteosi della medicina moderna – cioè, della Necrocultura – perché uccide l’essere umano, anzi, capolavoro, talvolta ne uccide due in un colpo solo.

Per chi non conoscesse questa sigla, stiamo parlando della pillola che ha trasformato l’aborto da chirurgico a chimico, da ospedaliero a domestico.

 

La neoministro grillina volle impegnare il governo nella risoluzione in commissione 7/00362 «ad avviare una campagna informativa attraverso corsi, seminari nelle scuole e nei consultori, periodici e diffusi su tutto il territorio nazionale che chiariscano la necessità e i tempi di assunzione della stessa, nonché gli effetti e i meccanismi di funzionamento del farmaco anche al fine di accompagnare le donne, specie le più giovani, in una fase estremamente delicata della propria vita, con la giusta consapevolezza e l’adeguata assistenza socio-sanitaria».

 

Con la RU486, la madre che vuole sbarazzarsi di suo figlio non si sottopone più ad intervento: piglia la pillola e va a casa.

Con la pillola RU486 il feto espulso finisce nel sistema fognario tramite il water dicasa; qui è molto probabile venga divorato dalla fauna locale: ratti, nutrie, rane, pesci.

 

Quando il farmaco ha effetto rendendo impossibile la gravidanza, alla madre viene somministrata una prostaglandina che provoca contrazioni espellendo quindi il feto.

Il lettore può immaginare dove: di solito, nel water di casa.

 

Chiediamo lo sforzo di pensare a quanto stiamo scrivendo, perché, essendo questa la verità, nessuno ve lo dirà con facilità altrove: il feto espulso finisce nel sistema fognario.

 

Qui, mi fece riflettere una volta una signora esperta di queste cose, è molto probabile venga divorato dalla fauna locale: ratti, nutrie, rane, pesci, e poi forse anche «i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi» di cui parla l’enciclica antiumana di Bergoglio Laudato Sii. La vendetta delle creature sull’uomo, in pratica.

Ma sono soprattutto i ratti a sembrarci degni di interesse: essi posseggono un fiuto talmente fino da rifiutare l’accoppiamento con un loro simile se questi ha il cancro, che essi riescono a determinare olfattivamente.

 

Davanti ad una porzione così succulenta di giovane carne umana – così ricca di cellule staminali! – la popolazione pantegana festeggia.

Altro che le polemiche sui «cimiteri» per i resti dei non-nati, altro che gli ospedali che usano i resti dell’aborto come materiale per la caldaia (succede). Le fogne, con l’aborto chimico (cioè il metodo che soppianterà per sempre quello chirurgico, costoso ed invasivo), si innalzano a luogo di umiliazione massima dell’essere umano, in cui la Necrocultura pagana neppure sacrifica più  i bambini a maestosi dèi della morte; li consegna a topi affamati.

È così, un piccolo bambino italiano innocente, invece che tuffarsi in mare con il papà a fare windsurf come capita alla bravissima e fortunatissima Grillo, si deve tuffare nella melma degli scarichi per essere divorato dalle bestie più infime e schifose. Alla Grillo Dio ha dato il paradiso marittimo, ai non-nati la Grillo vuole dare l’inferno fognario.

Anche qui, non fa una grinza.

 

Chiunque chieda di aumentare il numero di aborti chimici nel Paese è di fatto la proiezione politica  dei topi di fogna. E dei loro banchetti a base di carne umana innocente.

 

La vera informazione che lo Stato dovrebbe far circolare, di cui la Grillo non si cura minimamente, dovrebbe essere invece riguardo alla possibilità, se attuata in tempi rapidi, di invertire il processo. Se la donna si pente, esiste una via biochimica per eliminare l’effetto del mifepristone (la sostanza antiprogestinica contenuta nella RU486) e salvare il bambino. Di Abortion Pill Reversal negli USA si parla apertamente, in Italia non molto in verità.

Chiunque chieda di aumentare il numero di aborti chimici nel Paese è di fatto la proiezione politica  dei topi di fogna. E dei loro banchetti a base di carne umana innocente

 

Chiaramente, non nutriamo speranze in merito: sappiamo che i 5S sono al traino del pensiero radicale (aborto, eutanasia, matrimoni omosessuali e «fra specie diverse purché consenzienti» – quest’ultimo copyright on. Carlo Sibilia) e, cosa ancora più grave, non sanno nemmeno bene perché.

 

Abbiamo detto.

 

Come Burioni, non resta che augurare al ministro Grillo «buon lavoro».

 

Tuttavia avrete anche capito per quali buone ragioni siamo – incredibile ma vero – molto meno ottimisti di Burioni.

 

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Politica

Legge marziale in Sud Corea

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Il presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol ha annunciato che revocherà la «legge marziale d’emergenza» poche ore dopo averla introdotta, in seguito al voto unanime del Parlamento contro la misura.

 

Lo Yoon ha fatto l’annuncio a sorpresa martedì, citando la minaccia delle «forze filo-nordcoreane» e accusando la maggioranza parlamentare di attività anti-stato.

 

 


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Nel giro di poche ore, 190 legislatori che hanno potuto accedere all’edificio dell’Assemblea nazionale hanno votato all’unanimità per revocare il decreto. I militari hanno risposto che la legge marziale sarebbe rimasta in vigore «finché il presidente non avesse detto diversamente».

 

Poco dopo le 4 del mattino, ora locale, lo Yoon ha annunciato che avrebbe posto fine allo stato di emergenza.

 

Il leader del Partito Democratico all’opposizione, Lee Jae-myung, ha condannato la dichiarazione di Yoon definendola «incostituzionale» e ha invitato l’esercito e la polizia a riprendere le loro normali funzioni.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il Lee fu accoltellato al collo in un attentato. Il politico, non nuovo a esperienze di sciopero della fame, è stato oggetto di mozioni di arresto negli anni passati.

 

La scorsa settimana il partito di Lee ha votato contro il bilancio 2025 di Yoon e ha chiesto che vengano avviate indagini su diversi scandali che coinvolgono la moglie del presidente e altri alti funzionari.

 

Secondo l’AP, il tasso di approvazione di Yoon è crollato negli ultimi mesi e lui ha avuto difficoltà a promuovere la sua agenda politica in un parlamento controllato dal partito avversario. Il presidente sudcoreano è entrato in carica nel 2022 ed è membro del conservatore Partito del Potere Popolare. L’opposizione proviene dal Partito Liberal Democratico, che ha combattuto i conservatori sul disegno di legge di bilancio dell’anno prossimo.

 


 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa, appena salito al potere, il presidente Yoon aveva dichiarato la volontà di Seul di entrare nella «NATO globale». Nel 2022 la Corea del Sud è diventata il primo stato membro asiatico del Centro di eccellenza per la difesa informatica cooperativa (CCDCOE) della NATO. In pratica, Seoul è già fusa con gli atlantici per quando riguarda ciberarmi e hacking di Stato.

 

La Corea del Sud ha una lunga storia di dittatura militare, che ha ancora importanti cascami nella società e nella politica. L’anno scorso un uomo è stato mandato in prigione per aver scritto una poesia che elogiava la Corea del Nord.

 

Nelle scorse settimane Seul ha accusato il Nord Corea di prepararsi a far saltare in aria le strade del Paese.

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Come riportato da Renovatio 21, il sindaco di Seul Oh Se-hoon due mesi fa ha dichiarato che la Corea del Sud deve dotarsi di un deterrente nucleare per tenere sempre a bada il suo vicino settentrionale. Tuttavia, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha affermato che Seul non cerca di creare le proprie armi nucleari, ribadendo il suo impegno a raddoppiare gli sforzi per affinare una strategia di deterrenza nucleare con gli Stati Uniti, che hanno fornito a Seul un ombrello nucleare sin dagli anni Cinquanta.

 

Nelle scorse settimane palloni di spazzatura presumibilmente mandati da Pyongyang hanno colpito un palazzo governativo sudcoreano.

 

Come riportato da Renovatio 21 in settimana Kim ha dichiarato che la Corea del Nord sta divenendo una «superpotenza militare» nucleare.

 

La tensione alle stelle tra le Coree, e dentro le Coree, è – dopo Ucraina, Siria, Gaza, Georgia etc. – l’ennesimo regalo che ci fa la fine della demente presidenza di Joe Biden.

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Politica

Il governo francese potrebbe cadere in settimana

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Il primo ministro francese Michel Barnier potrebbe trovarsi ad affrontare un voto di sfiducia entro mercoledì in una controversia di bilancio che riguarda la spesa sociale. Lo riporta il sito Politico.   Il presidente Emmanuel Macron aveva nominato il Barnier a settembre, facendo infuriare il blocco goscista del Nouveau Front Populaire (NPF), usato per mettere da parte il partito di destra Rassemblement National (RN) di Marina Le Pen nelle elezioni parlamentari anticipate di quest’estate.   Il governo di minoranza sostenuto da Macron si è aggrappato al potere mettendo entrambe le parti l’una contro l’altra da allora.

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Tuttavia, un bilancio imminente ha costretto le fazioni parlamentari a un conflitto aperto. Il bilancio proposto da Barnier è «una punizione» che renderà i francesi più poveri, e il RN voterà contro il governo «salvo un miracolo dell’ultimo minuto», ha detto lunedì alla radio RTL il giovane leader del partito lepeniano Jordan Bardella.   La Francia, seconda economia della zona euro, ha «una montagna di debiti», secondo Politico, mentre «il suo governo non è così fragile né il suo Parlamento così frammentato da una generazione».   Per evitare una crisi politica e finanziaria, il governo abbisogna dell’approvazione del bilancio della previdenza sociale dell’anno prossimo da parte dell’Assemblea nazionale. Il deficit della Francia dovrebbe raggiungere il 6,1% del PIL l’anno prossimo.   La proposta originale di Barnier era di tagliare la spesa di 40 miliardi di euro e aumentare le tasse di 20 miliardi di euro. Il suo problema, secondo Politico, è che entrambe le opzioni per approvare il bilancio richiedono la cooperazione di RN.   Il partito lepenista ha posto delle «linee rosse» che includono l’eliminazione di un aumento proposto della tassa sull’elettricità e il ritardo pianificato dell’adeguamento annuale dell’inflazione alle pensioni. I lepeniani vogliono anche che Parigi «tagli drasticamente» l’assistenza sanitaria finanziata dallo stato per gli immigrati clandestini e negozi con l’UE per ridurre i contributi finanziari della Francia a Bruxelles.   Secondo Politico, anche la stessa Marine Le Pen vorrebbe una vittoria simbolica, perché Barnier ha presentato le sue concessioni come estranee alle loro richieste.   «Vogliono i nostri voti, ma non i nostri volti associati a loro», ha detto all’agenzia AFP lo scorso fine settimana, definendo l’atteggiamento di Barnier nei colloqui «estremamente ottuso e settario» e ha detto che aveva tempo fino a lunedì per soddisfare le richieste di NR o affrontare un voto di sfiducia.   Il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin, tuttavia, sembra aver respinto l’idea di qualsiasi concessione. «Non c’è modo di garantire il ripristino delle finanze statali se andiamo oltre quanto abbiamo già fatto», ha detto a Le Parisien in un’intervista pubblicata domenica. «Il compromesso non è un ricatto, non può esserci un ultimatum».   Se il premier Barnier dovesse riuscire ad assicurarsi il sostegno del Rassemblement National e a mantenere il potere per qualche settimana in più, osserva Politico, si troverà ad affrontare lo stesso problema più avanti questo mese, quando verrà discusso il bilancio generale per il 2025.   Dimissione del premier francese erano state ventilate ancora due mesi fa.

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Come riportato da Renovatio 21, il governo del Barnier ha valutato l’aumento delle tasse per le grandi aziende, mentre l’agenzia di rating Moody’s un mese fa ha deciso di non declassare la Francia, ma ha lanciato un avvertimento sull’outlook negativo del Paese.   A fine estate si erano registrate proteste di massa contro il nuovo primo ministro. Le forze politiche di sinistra hanno inoltre lanciato una risoluzione per l’impeachment dello stesso presidente Macron.   Come riportato da Renovatio 21, il neopremier Barnier, ex commissario europeo, aveva teorizzato uno stop all’immigrazione per «tre o cinque anni».

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Politica

Biden grazia il figlio Hunter. Trump e i repubblicani reagiscono

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Il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden è tornato sulla sua parola e ha graziato il figlio Hunter Biden, condannato all’inizio di quest’anno per aver violato le leggi federali sulle armi e sulle tasse.

 

A giugno, il giovane Biden è stato condannato per tre reati gravi relativi all’acquisto di un revolver nel 2018. Secondo i pubblici ministeri, ha mentito sulla documentazione per l’acquisto dell’arma, affermando di non essere dipendente o di non usare droghe illegali.

 

In un caso separato, Hunter si è dichiarato colpevole di tre reati fiscali gravi e sei reati fiscali minori a settembre. La sentenza per entrambe le condanne avrebbe dovuto essere pronunciata questo mese.

 

In una dichiarazione rilasciata domenica sera, il presidente ha affermato che il «perdono completo e incondizionato» copre i reati che suo figlio «ha commesso o potrebbe aver commesso o a cui ha preso parte durante il periodo dal 1° gennaio 2014 al 1° dicembre 2024, inclusi ma non limitati a tutti i reati accusati o perseguiti».

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Il presidente ha sostenuto che suo figlio è stato perseguito «selettivamente e ingiustamente» a causa dei suoi legami familiari. Ha affermato che «le persone non vengono quasi mai processate per reati gravi solo per come hanno compilato un modulo per le armi».

 

«È chiaro che Hunter è stato trattato in modo diverso», ha detto. Il presidente ha continuato affermando che le accuse contro suo figlio sono state presentate «solo dopo che diversi dei miei oppositori politici al Congresso li hanno istigati ad attaccarmi e a opporsi alla mia elezione». Ha accusato i repubblicani di sabotare «un patteggiamento attentamente negoziato» che sarebbe stato una «ragionevole risoluzione dei casi di Hunter».

 

«Nessuna persona ragionevole che esamini i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato individuato solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato», ha detto il presidente. «Nel tentativo di spezzare Hunter, hanno cercato di spezzare me, e non c’è motivo di credere che si fermeranno qui. Basta così».

 

La decisione è un’inversione della precedente posizione di Biden, poiché lui e il suo team hanno ripetutamente affermato in passato che avrebbe accettato il verdetto della giuria e non avrebbe perdonato suo figlio. Quando ABC News gli ha chiesto a giugno se avrebbe accettato l’esito del processo e se avrebbe escluso la grazia per suo figlio, il presidente ha risposto «sì» a entrambe le domande.

 

Nella sua dichiarazione di domenica, Biden ha confermato che la sua opinione sulla questione è cambiata. «Credo nel sistema giudiziario, ma mentre ho lottato con questo, credo anche che la politica cruda abbia infettato questo processo e abbia portato a un errore giudiziario», ha affermato.

 

Hunter Biden ha rilasciato la sua dichiarazione poco dopo l’annuncio della grazia. «Ho ammesso e mi sono assunto la responsabilità dei miei errori durante i giorni più bui della mia dipendenza, errori che sono stati sfruttati per umiliare e svergognare pubblicamente me e la mia famiglia per sport politico», ha affermato.

 

«Non darò mai per scontata la clemenza che mi è stata concessa oggi e dedicherò la vita che ho ricostruito ad aiutare coloro che sono ancora malati e sofferenti».

 

Hunter Biden è stato oggetto di molte critiche durante il mandato del padre, poiché i repubblicani hanno sostenuto che avrebbe agito come «portaborse» del presidente in presunti accordi corrotti con Paesi come l’Ucraina e la Cina.

 

Il presidente aveva negato le accuse di corruzione e ha pubblicamente sostenuto il figlio, descrivendolo come «l’uomo più intelligente che conosca». Durante il dibattito elettorale con Trump nel 2020 Biden mentì dicendo che la storia del laptop di suo figlio era disinformazione.

 

Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e i repubblicani del Congresso hanno attaccato duramente il Joe Biden per aver graziato il figlio Biden. I repubblicani, che da tempo accusano l’amministrazione Biden di azioni penali motivate politicamente, hanno condannato la grazia.

 

Nonostante avesse dichiarato pubblicamente che non avrebbe interferito nei casi del figlio, il presidente è tornato sui suoi passi e ha annunciato la grazia domenica sera. Ha definito le condanne come «un errore giudiziario», sostenendo che Hunter Biden è stato «preso di mira» a causa dei suoi legami con il presidente.

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«La fallita caccia alle streghe contro il presidente Trump ha dimostrato che il Dipartimento di Giustizia controllato dai democratici e altri procuratori radicali sono colpevoli di aver trasformato il sistema giudiziario in un’arma», ha affermato in una nota il portavoce di Trump, Steven Cheung.

 

«Quel sistema di giustizia deve essere sistemato e il giusto processo deve essere ripristinato per tutti gli americani, che è esattamente ciò che il presidente Trump farà quando tornerà alla Casa Bianca con un mandato schiacciante da parte del popolo americano», ha aggiunto.

 

Trump ha paragonato il trattamento riservato al figlio del presidente all’azione penale contro i suoi sostenitori che hanno preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti il ​​6 gennaio 2021, sperando di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. «La grazia concessa da Joe a Hunter include gli ostaggi J-6, che sono stati imprigionati per anni? Un tale abuso e un tale errore giudiziario!» ha scritto su Truth Social.

 

Molti dei più importanti esponenti repubblicani del Congresso sono rimasti inorriditi, tra cui il senatore Chuck Grassley che ha dichiarato di essere «scioccato» dalla decisione di Biden.

 

«Questa grazia è l’ammissione di Joe Biden che Hunter è un criminale», ha scritto la deputata Marjorie Taylor Greene su X. La Greene è nota per aver mostrato cartelloni con screenshot del laptop di Biden jr. che lo ritraevano nudo ed intento in quelli che sembravano atti sessuali durante un’audizione del Congresso USA.

 

La Greene accusa ancora una volta Hunter di aver infranto la legge FARA, che regola gli agenti stranieri in America. Parimenti, lo accusa di aver trafficato donne per sesso tra Stati dell’Unione.

 

 

Il deputato Andy Biggs ha scritto che «Joe Biden passerà alla storia come uno dei presidenti più corrotti nella storia americana». In un post successivo, il Biggs ha scritto che «Joe Biden è una disgrazia per la presidenza americana».

 


«Si tratta di un oltraggioso abuso dello stato di diritto, tutto per proteggere l’attività della famiglia Biden di vendita di accesso e influenza», ha scritto il senatore Josh Hawley su X. In un post successivo, il senatore ha scritto che: «Non dimenticate mai: mentre Hunter vendeva l’accesso al “big guy”, l’amministrazione di Joe Biden inviava squadre SWAT [cioè di assalto, ndr] nelle case dei pro-life; reclutava spie nelle parrocchie cattoliche; trattava i genitori come terroristi interni; e processava Trump. L’amministrazione più illegale della storia».

 


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La Commissione per la vigilanza e la responsabilità della Camera, controllata dai repubblicani, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che «l’abuso di potere senza precedenti di Joe Biden è una macchia sull’onore della presidenza degli Stati Uniti».

 

Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Trump si era detto pronto a graziare Hunter Biden.

 

Nel 2020, il contenuto del portatile personale di Hunter Biden, che avrebbe smarrito in un negozio di riparazioni del Delaware, è trapelato online, mostrando immagini del rampollo che si droga (sembra piacergli il crack, le cui pene per il consumo furono severamente alzate per volontà politica del padre anni fa) o fa sesso con prostitute (immagini finite anche in un’audizione del Congresso USA grazie alla deputata Marjory Taylor-Greene) e implicando la famiglia Biden in molteplici schemi di corruzione estera. Da allora, i funzionari dell’Intelligence statunitense hanno cercato di denunciare lo scandalo come «disinformazione russa», nonostante il contenuto del portatile sia stato verificato come autentico.

 

Di recente è emerso che lo Hunter avrebbe ricevuto danaro da un oligarca romeno.

 

Come riportato da Renovatio 21, la famiglia Biden era stata accusata al Congresso USA di aver preso mazzette dalla Russia. La Commissione di supervisione della Camera afferma di aver identificato 20 milioni di dollari in pagamenti da fonti estere alla società di Hunter Biden, che descrivono come una copertura per vendere l’accesso al «network Biden» mentre suo padre era vicepresidente di Barack Obama dal 2009 al 2017.

 

In particolare danari sarebbero arrivati dall’oligarca russa Yelena Baturina, vedova del controverso sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, a Rosemont Seneca Thornton, una società di comodo gestita da Hunter Biden e dal suo socio in affari Devon Archer. Dei 3,5 milioni di dollari trasferiti dalla Baturina, 1 milione di dollari è stato trasferito direttamente ad Archer, mentre il resto è stato utilizzato per avviare Rosemont Seneca Bohai, un nuovo account utilizzato per ricevere più finanziamenti dall’estero, ha affermato la Commissione camerale.

 

Accuse per il giro di corruzione dei Biden in Ucraina sono arrivate da Igor Shokin, il procuratore di Stato che a Kiev che investigava, tra le altre cose, sul colosso gasiero Burisma, che aveva assunto nel board l’inesperto Hunter Biden. Il vicepresidente Joe Biden si è vantato in pubblico di averlo fatto licenziare durante un suo breve viaggio diplomatico, in cui praticò estorsione nei confronti di presidente e premier ucraini.

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Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Viktor Medvedchuk, un politico ucraino e del partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, ora in esilio in Russia dopo essere stato arrestato dal regime Zelens’kyj e scambiato con Mosca, ha accusato Kiev di essere la «mangiatoia» per la corruzione del clan Biden.

 

Renovatio 21 aveva segnalato una pista kazaka ancora a inizio 2022 quando il Kazakistan fu oggetto di disordini, e riaffiorò una foto dei Biden con oligarchi di Astana, ripubblicata da organizzazioni locale anti-corruzione che chiedono la restituzione dei miliardi dei corrotti, politica poi abbracciata dall’attuale presidente Tokaev.

 

Un’altra parte consistente della corruzione del clan Biden riguarderebbe la Cina, con affari che comprendono anche investimenti in centrali atomiche, con legami con personaggi legati all’Intelligence della Repubblica Popolare così come, si è ipotizzato, il network interno di Xi Jinpingo.

 

Sull’origine del capitale del fondo internazionale di Hunter Biden fece un’ammissione un professore pechinese ad una conferenza pubblica appena dopo le elezioni 2020.

 

 

«Ora vediamo che Biden è stato eletto. L’élite tradizionale, l’élite politica, l’establishment sono molto vicini a Wall Street, giusto? Trump ha detto che il figlio di Biden ha una sorta di fondo globale. Lo avete sentito? Chi lo ha aiutato a mettere in piedi il fondo?» dice Di Dongsheng, un professore all’Università Renmin di Pechino, nel discorso finito in TV.

 

Si tratta, ad ogni modo, solo della punta dell’iceberg di un giro di «truffe» dei Biden che il senatore del Wisconsin Ron Johnson ha definito «sconvolgente».

 

Come riportato da Renovatio 21, la costante presenza in questi giorni di Hunter vicino al padre anche in riunioni in cui non dovrebbe stare potrebbe indicare il fatto che, forse per tentare di salvare il salvabile prima della defenestrazione del padre, l’uomo sia penetrato nella stanza dei bottoni.

 

Nel frattempo, Mosca ha avviato un’indagine su una società ucraina collegata a Hunter Biden che sarebbe stata utilizzata per attacchi terroristici in Russia.

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Nel marzo 2022 quotidiano britannico Daily Mail aveva ottenuto messaggi di posta elettronica che confermavano, almeno in parte, accuse russe secondo cui il figlio di Joe Biden, Hunter, è coinvolto nel finanziamento di laboratori di armi biologiche in Ucraina.

 

Come riportato da Renovatio 21, poco dopo lo scoppio dello scandalo, Wikipedia avrebbe rimosso la voce per Rosemont Seneca Partners, la società di investimento collegata a Hunter Biden e ai suoi presunti traffici in Ucraina.

 

A luglio era stato riportato che dopo il disastroso dibattito elettorale di Biden con Trump della scorsa estate, il figlio Hunter aveva iniziato a prendere parte alle riunioni della Casa Bianca insieme al padre Joe Biden. In pratica, Hunter era entrato nella stanza dei bottoni.

 

La quantità di scandali in cui è coinvolto Hunter Biden – dal lavoro in Ucraina (che tocca perfino l’affare dei biolaboratori) al business con pericolose centrali nucleari cinesi fino alle illazioni in rete sulla cocaina alla Casa Bianca – è impressionante. Basti pensare che tempo fa si disse che chiunque consultasse il materiale rinvenuto nel suo laptop – che è finito online – poteva incorrere in un reato orrendo, mentre Hunter, che è proprietario di quel computer ed è presente in quelle immagini, rimane tranquillamente libero.

 

In particolare, riguardo alla droga, c’è da considerare come il senatore Joe Biden fu firmatario di una legge che inaspriva duramente le leggi per i consumatori di crack, portando alla carcerazione di decine di migliaia di persone (magari appartenenti a minoranze…), mentre suo figlio si riprende svariate volte mentre fuma la droga o la pesa durante uno dei festini con quelle che sembrano escort, con amplessi registrati e forse, è stato riportato, caricati su Pornhub.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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