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Vaccini, aborti, cosmetici: parlano i Children of God for Life

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Il mondo pro-life italiano, durante gli anni, si è sfaldato sempre di più allontanandosi dall’autenticità delle intenzioni. «Pro -life» in Italia è ormai uno slogan, un mondo fatto di associazioni e gruppi che non hanno più voglia – o forse non ne hanno mai avuta – di combattere per difendere la Vita in tutto e per tutto. Mentre da una parte si tentano di difendere i cosiddetti «principi non negoziabili», dall’altra non si ostacolano le voragini create dalla Cultura della Morte in campo bioetico e, oggi più che mai, nel campo delle biogenetica.

Non solo non le si ostacolano, ma a volte le si appoggiano anche.

 

Ben diverso pare ancora essere il mondo pro-life americano, dove si combattono battaglie che qui in Italia non sono nemmeno lontanamente pensate. È il caso dell’Associazione Children of God for Life, che da anni si batte su temi etici e morali, primo fra tutti, totalmente inesplorato (se non addirittura  negato nelle file pro-vita italiane ), quello delle linee cellulari di feti abortiti utilizzate per produrre medicinali, in particolare vaccini, e altri prodotti di cosmesi.

 

Abbiamo intervistato la Dr.ssa Debi Vinnedge, Executive Director dell’Associazione – per saperne di più sul loro operato e su tutto ciò che riguarda il tema della cooperazione al male.

 

Signora Vinnedge, quando e come è nata la vostra associazione?

Children of God for Life è stata fondata nel 1999 con l’intento di informare il pubblico sulla ricerca di cellule staminali, embrionali e fetali, sull’uso di questo materiale nella produzione di vaccini, medicine e prodotti di consumo come la cosmesi.

«I vaccini sono richiesti negli Stati Uniti per frequentare la scuola, ma in 47 dei 50 stati, i genitori possono presentare esenzioni religiose per i loro figli e il diritto alla coscienza morale è sacro e riconosciuto»

 

Perché avete scelto il nome «Figli di Dio per la vita»?

Fin dall’inizio del mio lavoro, sapevo che Dio mi aveva chiamato a fare questo. Andavo alla Messa quotidiana e pregavo con fervore perché sapevo del compito grande che stavo per intraprendere; ma sapevo anche che con la grazia di Dio si poteva fare. «Tutti coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio». (Romani 8:14). Quelli che vogliono ascoltare, imparare e aiutarci nella lotta contro la ricerca sperimentale sui feti sono, come me, mossi dallo Spirito a farlo.

L’aggiunta di “for Life” significava due cose:

1) che siamo per la vita – siamo pro-vita

2) che siamo e saremo figli di Dio per sempre.

 

Nel concreto di cosa vi occupate?

Il nostro lavoro è quello di educare e informare il pubblico. Io viaggio a livello nazionale e in Canada per tenere conferenze a scopo divulgativo. Disponiamo inoltre di opuscoli che spiegano quali vaccini, medicinali e altri prodotti contengono materiale fetale abortito, fornendo negli stessi opuscoli le opzioni morali disponibili. Lavoriamo con la Catholic Medical Association e la nostra US Conference of Catholic Bishops per promuovere vaccini prodotti con criteri morali leciti, come il nuovo vaccino contro l’herpes zoster Shingrix. Incoraggiamo sia il clero che i laici – e in particolare i nostri medici – a scrivere alle aziende farmaceutiche, chiedendo loro di fornire opzioni moralmente lecite ai pazienti, ringraziandoli quando ciò viene reso possibile.

 

Quindi vi considerate a tutti gli effetti un’associazione pro-life?

Assolutamente! Siamo al 100% pro-life senza eccezioni, come lo sono tutti i membri del nostro consiglio.

«Attualmente si sta intensificando una grande protesta contro l’uso di materiale ottenuto da cellule di feti abortiti recentemente e impiegate dalle agenzie del governo federale per produrre topi con cellule umane»

 

Il tema delle linee cellulari di feti abortiti è un argomento conosciuto e dibattuto in America?

Certo. Attualmente, ad esempio, si sta intensificando una grande protesta contro l’uso di materiale ottenuto da cellule di feti abortiti recentemente e impiegate dalle agenzie del governo federale per produrre topi con cellule umane. Non solo: con il suddetto materiale testano anche vaccini e altre medicine. La nostra Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, insieme all’Associazione Medica Cattolica e ad oltre 50 leader pro-life, sta chiedendo al Congresso di porre fine a questa ingiustizia.

 

C’è un’obiezione di coscienza a questo problema?

In effetti è un grosso problema per le due parti coinvolte, cioè i medici e pazienti. I medici che non vogliono usare prodotti con materiale fetale abortito, e i pazienti che vogliono proteggere la loro salute ma non possono violare le loro convinzioni religiose, morali ed etiche profondamente radicate. I vaccini sono richiesti negli Stati Uniti per frequentare la scuola, ma in 47 dei 50 stati, i genitori possono presentare esenzioni religiose per i loro figli e il diritto alla coscienza morale è sacro e riconosciuto.

 

In Italia negano che alcuni vaccini siano prodotti con linee cellulari di feti abortiti. Nel corso degli anni avete raccolto materiale su questo?

Non tutti i vaccini sono prodotti usando cellule fetali abortite, ma in Italia molti lo sono. Ad esempio, non esiste un’alternativa morale per i vaccini MMR (morbillo, parotite, rosolia) o per l’epatite A in tutto il mondo, tranne che in Giappone. Non esiste alcuna alternativa morale in nessuna parte del mondo per la varicella e fino all’inizio di quest’anno, neanche nessuna opzione morale per l’herpes zoster era disponibile. La abbiamo ora negli Stati Uniti, in Canada e forse in alcune parti dell’Europa arriverà presto.

«Ci sono migliaia di linee cellulari fetali abortite che vengono immagazzinate e vendute attraverso società come American Type Cell Culture e Coriell Cell Repository per la ricerca e per le colture»

 

Quante linee derivate da feti abortiti volontariamente esistono ad oggi?

Ci sono migliaia di linee cellulari fetali abortite che vengono immagazzinate e vendute attraverso società come American Type Cell Culture e Coriell Cell Repository per la ricerca e per le colture. Quelle che vengono utilizzate per produrre vaccini e medicinali alcuni ancora in fase di sviluppo, ma la maggior parte già sul mercato sono 9: WI-26, WI-38, MRC-5, RA273, HEK-293, lambda.hE1, PER C6, Walvax 2 e PSP che viene utilizzato nelle creme per la pelle Neocutis.

 

E in quali vaccini sono presenti?

Questo può variare nei diversi paesi, ma i vaccini contenenti materiale fetale abortito negli Stati Uniti e in Canada sono: MMR, Varivax (varicella) Zostavax (fuoco di Sant’Antonio), Polio, Rabbia, Epatite-A (4 di questi), Vaiolo ed Ebola. Poi ci sono alcuni vaccini che si combinano con quanto sopra, come un morbillo-rosolia, parotite-rosolia, MMR + varicella (4 di questi), epatite-A + B, epatite-A più tifoidea, combinazioni di poliomielite come Pentacel, Quadracel , Infanrix-IPV-HiB. Inoltre ci sono molti altri medicinali che usano materiale fetale abortito come Adenovirus 4,7, Pulmozyme, Procrit, Epoetin alfa, Epogen, Aranesp, Darbepoetin alfa, Abciximab, rhFV1, Nuwiq, Eloctate, G-CSF ( per le gravi infezioni) – sono oltre 40 in totale.

 

Lo scandalo della Planned Parenthood ha a che fare, secondo lei, con tutta questa combinazione di morte e “ricerca”?

Solo nella misura in cui ha codificato tutto ciò che dicevamo da anni. Qui non si trattava solo di uno o due aborti (come qualcuno vuole  far credere riferendosi sempre ai due casi degli anni ’60) : ce n’erano migliaia, e i tessuti e gli organi fetali sono stati voluti e ottenuti con il pieno intento di produrre vaccini –  in molti casi gli aborti sono stati forzati come nella ricerca iniziale della poliomielite.

«Qui non si trattava solo di uno o due aborti (come qualcuno vuole  far credere riferendosi sempre ai due casi degli anni ’60) : ce n’erano migliaia, e i tessuti e gli organi fetali sono stati voluti e ottenuti con il pieno intento di produrre vaccini – in molti casi gli aborti sono stati forzati come nella ricerca iniziale della poliomielite»

 

Ma la Chiesa, in particolare l’organo della Pontificia Accademia per la vita, ha affermato che non vi è alcun problema morale perché gli aborti sono stati fatti molti anni fa. Cosa ne pensate e come avete reagito a queste affermazioni?

In realtà non è quello che hanno detto nel 2005. La Pontificia Accademia per la Vita, in quel documento dichiarò i vari gradi di colpevolezza morale, osservando che gli abortisti, i ricercatori e le compagnie farmaceutiche che li hanno prodotti sono colpevoli di una cooperazione materiale diretta e formale con il male, che è illecita e peccaminosa. I gradi di cooperazione per medici e pazienti che avevano bisogno di usarli erano vari e complicati. Ecco cosa hanno dichiarato nel documento del 2005:

«Per quanto concerne chi ha la necessità di utilizzare tali vaccini per ragioni di salute, va precisato che, esclusa ogni c. formale, generalmente medici o genitori per i loro bambini che ricorrono all’uso di tali vaccini, pur conoscendone l’origine (l’aborto volontario), realizzano una forma di cooperazione materiale mediata molto remota, e quindi molto debole, rispetto alla produzione dell’aborto, e una cooperazione materiale mediata, rispetto alla commercializzazione di cellule procedenti da aborti, e immediata, rispetto alla commercializzazione dei vaccini prodotti con tali cellule. La cooperazione è più forte da parte delle autorità e dei sistemi sanitari nazionali che accettano l’uso dei vaccini.

Ma in questa situazione, più emergente è l’aspetto della c. passiva. Ai fedeli e ai cittadini di retta coscienza (padri famiglia, medici, ecc.) spetta di opporsi, anche con l’obiezione di coscienza, ai sempre più diffusi attentati contro la vita e alla “cultura della morte” che li sostiene. E da questo punto di vista, l’uso di vaccini la cui produzione è collegata all’aborto provocato costituisce almeno una cooperazione materiale passiva mediata remota all’aborto, e una cooperazione materiale passiva immediata alla loro commercializzazione. Inoltre, sul piano culturale, l’uso di tali vaccini contribuisce a creare un consenso sociale generalizzato all’operato delle industrie farmaceutiche che li producono in modo immorale».

Hanno poi continuato a parlare dei doveri di noi cattolici in questa materia:

«Pertanto, i medici e i padri di famiglia hanno il dovere di ricorrere a vaccini alternativi (se esistenti), esercitando ogni pressione sulle autorità politiche e sui sistemi sanitari affinché altri vaccini senza problemi morali siano disponibili. Essi dovrebbero invocare, se necessario, l’obiezione di coscienza rispetto all’uso di vaccini prodotti mediante ceppi cellulari di origine fetale umana abortiva.

Ugualmente dovrebbero opporsi con ogni mezzo (per iscritto, attraverso le diverse associazioni, i mass media, ecc.) ai vaccini che non hanno ancora alternative senza problemi morali, facendo pressione affinché vengano preparati vaccini alternativi non collegati a un aborto di feto umano e chiedendo un controllo legale rigoroso delle industrie farmaceutiche produttrici.

Per quanto riguarda le malattie contro le quali non ci sono ancora vaccini alternativi, disponibili, eticamente accettabili, è doveroso astenersi dall’usare questi vaccini solo se ciò può essere fatto senza far correre dei rischi di salute significativi ai bambini e, indirettamente, alla popolazione in generale».

Come può vedere non è un problema semplice, e certamente una parte di Chiesa lo ha preso molto seriamente, così come i nostri medici e tutti quelli che seguono Children of God for Life in questa opera di apostolato.

 

In America ci sono preti, vescovi o cardinali che sostengono la vostra battaglia bioetica?

Sì! Abbiamo avuto il pieno sostegno di numerosi membri del clero, tra cui cardinali e vescovi, molti dei quali mi hanno fatto parlare nelle loro parrocchie o in eventi pro-life su questo tema, nel tentativo di informare il pubblico e di unire le forze impegnandosi a fare pressione per ottenere alternative moralmente lecite.

 

Cambiamo argomento: come state vivendo le vicende sugli scandali degli abusi sessuali in America, a quanto pare coperti da così tante autorità ecclesiali?

Lo scandalo non ha colpito direttamente la nostra attuale diocesi, ma in passato ci sono stati problemi qui in Florida e negli Stati Uniti. I laici stanno alzando la voce chiedendo risposte e rimozioni di quei cardinali e vescovi che hanno coperto gli abusi. Anche i nostri buoni vescovi chiedono una riforma completa. C’è grande dolore e bisogno di una preghiera senza fine rispetto a queste gravi vicende.

 

Cosa ne pensa del memoriale di Mons. Viganò?

Anche se non conosco personalmente l’ex Nunzio, non ho motivo per dubitare della veridicità di ciò che ha detto e scritto. Lo ricordo e lo sostengo sempre nelle mie preghiere.

 

Grazie signora Vinnedge, per il tempo e la disponibilità. I migliori auguri per il vostro lavoro!

 

 

Cristiano Lugli

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Caso Von der Leyen-Pfizer: la Commissione europea ha violato la legge rifiutandosi di consegnare gli SMS dei contratti per il vaccino

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

La Corte di giustizia europea ha stabilito oggi che la Commissione europea ha violato il diritto dell’UE respingendo la richiesta del New York Times di esaminare i messaggi di testo tra il presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla.

 

La Commissione europea ha violato il diritto dell’Unione europea (UE) respingendo la richiesta del New York Times di esaminare i messaggi di testo tra la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla, ha stabilito oggi la Corte di Giustizia Europea (CGUE).

 

I messaggi di testo contenevano discussioni sull’acquisto di dosi del vaccino contro il COVID-19 da parte dell’UE.

 

La sentenza, descritta da Politico come una «decisione legale storica» ​​e una «vittoria importante» per la trasparenza in quello che è ampiamente noto come scandalo «Pfizergate», annulla la decisione della Commissione europea di non pubblicare i messaggi.

 

Euronews ha riferito che la Commissione europea – l’esecutivo dell’UE – ha affermato di non essere in possesso dei testi. Ma, secondo la sentenza, la Commissione non ha fornito «spiegazioni plausibili» per giustificare «l’inesistenza o il mancato possesso» dei documenti.

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Lo studioso tedesco Harald Walach, Ph.D., fondatore e direttore del Change Health Science Institute e ricercatore presso l’Università Kazimieras Simonavicius in Lituania, si è dichiarato «positivamente sorpreso» dalla sentenza. Ha aggiunto che in precedenza «l’ostruzionismo nei confronti della Commissione e dei politici è sempre stato sostenuto dai tribunali».

 

Secondo Politico, l’esistenza dei messaggi di testo è stata rivelata per la prima volta in un’intervista del 2021 condotta dal Times con Bourla sull’acquisto da parte dell’UE di un massimo di 1,8 miliardi di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 per 35 miliardi di euro.

 

Nel dicembre 2020, il vaccino Pfizer-BioNTech è stato il primo vaccino contro il COVID-19 a ricevere l’autorizzazione dell’UE. Un funzionario UE, rimasto anonimo, ha dichiarato a Euronews: «questi contratti erano totalmente senza precedenti in un contesto totalmente senza precedenti».

 

Politico ha riferito che il contratto dell’UE con Pfizer è stato il più grande contratto per la produzione di vaccini nella storia dell’UE.

 

Nel 2022, la giornalista del Times Matina Stevis-Gridneff ha chiesto alla Commissione di ottenere i messaggi di testo tra von der Leyen e Bourla. Secondo Euronews, a seguito di «ripetuti tentativi infruttuosi di ottenere i messaggi», il Times ha presentato il suo ricorso alla CGUE nel gennaio 2023.

 

Euractiv ha citato un portavoce del Times, il quale ha affermato che la sentenza «è una vittoria per la trasparenza e la responsabilità nell’Unione Europea».

 

«È già di per sé uno scandalo che il presidente della commissione abbia concluso un accordo del valore di miliardi tramite SMS senza alcun effettivo controllo parlamentare», ha affermato Walach. «È ancora più scandaloso che questo materiale sia stato tenuto nascosto al pubblico».

 

In una dichiarazione citata da Politico, la Commissione ha affermato: «La trasparenza è sempre stata di fondamentale importanza per la Commissione e la Presidente von der Leyen», aggiungendo che la Commissione «continuerà a rispettare rigorosamente il solido quadro giuridico in vigore per far rispettare i nostri obblighi» e rivedrà i suoi «prossimi passi».

 

Secondo Politico, la sentenza «probabilmente avrà enormi ripercussioni sulla trasparenza e la responsabilità nell’UE» ed è «particolarmente dannosa ” per von der Leyen, «il funzionario più potente dell’UE e custode dei trattati UE».

 

Von der Leyen si è già espressa a favore dei passaporti vaccinali e della vaccinazione obbligatoria contro il COVID-19.

 

La commissione ha due mesi per presentare ricorso. L’avvocato olandese Meike Terhorst ha dichiarato: «Probabilmente la Commissione presenterà ricorso e non consegnerà i messaggi di testo», paragonando il processo a un «gioco del gatto e del topo».

 

In un caso separato, lo scorso anno, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che la decisione della Commissione di censurare pesantemente parti fondamentali dei contratti per i vaccini contro il COVID-19 con le aziende farmaceutiche durante la pandemia violava le norme sulla trasparenza.

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«Un preoccupante modello di segretezza»

Secondo Politico, la commissione «inizialmente ha sostenuto che i messaggi non si qualificavano come documenti secondo le sue regole interne a causa della loro natura effimera». La commissione ha poi «mantenuto ambiguo» l’esistenza dei messaggi.

 

L’anno scorso un dirigente dell’UE ha dichiarato alla Corte di giustizia europea che il contenuto dei messaggi non era abbastanza significativo da poterli classificare come documenti.

 

Il Times ha sostenuto che, secondo il regolamento UE del 2001 sull’accesso del pubblico ai documenti, i messaggi di testo sono considerati «documenti» che dovrebbero essere conservati.

 

La Corte di Giustizia Europea ha concordato con la tesi del Times, affermando nella sua sentenza che la richiesta della Commissione di dimostrare l’esistenza dei messaggi richiesti ai richiedenti è un requisito «impossibile» da soddisfare per i cittadini comuni. Secondo la decisione, i messaggi di testo sono coperti dalle leggi sulla trasparenza se relativi a comunicazioni ufficiali.

 

Christof Plothe, DO, membro del comitato direttivo del Consiglio mondiale per la salute, ha affermato: «il modo in cui la Commissione ha gestito questa questione ha inviato un messaggio dannoso sulla trasparenza nelle istituzioni dell’UE».

 

«Nonostante si posizioni come paladino della governance aperta, il suo rifiuto di divulgare queste comunicazioni, che secondo quanto riferito hanno avuto un ‘ruolo centrale’ nella negoziazione del più grande contratto nella storia dell’UE, rivela un preoccupante schema di segretezza», ha affermato Plothe.

 

La sentenza potrebbe avere «effetti a catena» a livello globale

Jeffrey Tucker, presidente e fondatore del Brownstone Institute, ha affermato che il contenuto dei messaggi, se rivelato, potrebbe avere implicazioni globali e sarebbe «essenziale per portare alla luce le macchinazioni avvenute lontano dagli occhi del pubblico».

 

«Dopo anni di ricerche, abbiamo gradualmente ricostruito la storia, ma ci sono ancora molte prove che attendiamo, tra cui questi testi. Ciò che probabilmente rivelano è un rapporto di collaborazione tra governi e un’industria enormemente potente», ha affermato Tucker.

 

Plothe ha affermato che la sentenza «potrebbe avere effetti a catena anche oltre l’Europa», poiché altri Paesi potrebbero ora riesaminare i loro contratti con i produttori di vaccini contro il COVID-19.

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«Se i messaggi divulgati rivelassero pratiche discutibili nei negoziati dell’UE sui vaccini, altre nazioni potrebbero essere costrette a riesaminare i propri contratti stipulati durante la pandemia con i giganti farmaceutici», ha affermato Plothe.

 

Ciò potrebbe portare a un «nuovo controllo» di questi contratti, «con possibili conseguenze legali e reputazionali per tutte le parti coinvolte».

 

Il caso del Times è solo uno dei tanti casi a livello europeo e nazionale che mettono in discussione le procedure di approvvigionamento dei vaccini dell’UE.

 

Secondo Politico, la Procura pubblica europea (EPPO) ha avviato un’indagine penale sull’acquisto di vaccini contro il COVID-19 da parte dell’UE, attraverso la quale «gli investigatori potrebbero, in teoria, accedere ai fornitori di servizi di telecomunicazioni o ai server delle app per recuperare i messaggi eliminati, a seconda delle leggi locali sulla conservazione dei dati».

 

Tuttavia, Laura Codruţa Kovesi, a capo dell’EPPO, deve affrontare una denuncia penale presentata dal lobbista belga Frederic Baldan, secondo cui Kovesi e l’EPPO non hanno rispettato gli standard di trasparenza e imparzialità nelle indagini sulle accuse contro von der Leyen in merito all’approvvigionamento del vaccino contro il COVID-19.

 

France Soir ha riferito che una denuncia penale presentata in Belgio, con il sostegno di Ungheria e Polonia, accusa von der Leyen di corruzione e distruzione di documenti pubblici. Un tribunale belga si è pronunciato contro i ricorrenti, ma è pendente un appello.

 

Rob Roos, ex membro del Parlamento europeo dei Paesi Bassi, è parte attrice nel caso. In un post su X in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia Europea, ha scritto: «il mio caso… è stato dichiarato inammissibile, mentre un giornale straniero è stato accettato. La trasparenza non è facoltativa. La democrazia la esige. Torniamo in tribunale».

 


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L’avvocato di Roos, Diane Protat, ha affermato che la sentenza della Corte di Giustizia Europea è un esempio di doppi standard. «Che dire dei cittadini europei, degli Stati membri dell’UE, dei parlamentari europei che hanno chiesto di essere ascoltati durante l’udienza penale in Belgio? Hanno forse meno diritto alla trasparenza di un giornale americano?»

 

«Solo un procedimento penale può aiutare a trovare i messaggi di testo o a forzarli. Il New York Times lo sa, ma non ha aderito a questa denuncia penale», ha affermato Protat.

 

La sentenza del Times arriva a meno di un anno dalla rielezione di von der Leyen da parte del Parlamento europeo come presidente della Commissione. Dopo la sua rielezione, von der Leyen si è impegnata a mantenere standard di trasparenza nel suo secondo mandato.

 

Nel 2022, Bourla si è rifiutato di testimoniare davanti al Parlamento europeo. Documenti trapelati quell’anno rivelano che funzionari statunitensi e dell’UE hanno fatto pressione sulle autorità europee di regolamentazione dei farmaci affinché accelerassero l’approvazione del vaccino contro il COVID-19 di Pfizer-BioNTech, nonostante le preoccupazioni sulla sicurezza.

 

Nel 2023, il Parlamento europeo ha bloccato un tentativo di controinterrogare von der Leyen in merito ai messaggi di testo. Ma secondo Terhorst, i membri del Parlamento europeo ora «richiedono i messaggi di testo e potrebbe diventare molto difficile continuare a non consegnarli».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 14 maggio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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Immagine di European Union, 2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International 

 

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Reazioni avverse

35 australiani sono morti durante il «giorno zero» della vaccinazione anti-COVID

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Documenti recentemente pubblicati nell’ambito della legge australiana sulla libertà di informazione (FOI) e ottenuti dal Canberra Daily suggeriscono che il pubblico sia stato tratto in inganno riguardo al numero ufficiale di persone decedute a causa dell’iniezione di COVID.   Nello specifico, 35 persone in Australia sarebbero morte lo stesso giorno in cui sono state vaccinate – il cosiddetto «giorno zero» – ma non sarebbero state aggiunte alle statistiche ufficiali sui decessi, che affermano che solo 14 persone in totale sono morte a causa del vaccino COVID in Australia. In totale, si ritiene che migliaia di australiani siano probabilmente morti a causa dell’iniezione e l’aumento del numero di decessi in eccesso indica stime molto più elevate.   «Contrariamente a quanto si crede, i documenti dimostrano che la TGA (Therapeutic Goods Administration) non indaga a fondo su ogni decesso segnalato al DAEN (un database di sorveglianza sulla sicurezza). Questo vale anche per i casi in cui le persone sono decedute lo stesso giorno in cui hanno ricevuto il vaccino anti-COVID», ha scritto il sito Daily Sceptic.

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«Il Canberra Daily può rivelare che, su 35 segnalazioni di australiani i cui decessi si sono verificati lo stesso giorno della vaccinazione anti-COVID, la TGA ha completato una valutazione di causalità solo per 24. Per i restanti 11 decessi non era disponibile alcun rapporto di valutazione di causalità. Inoltre, nemmeno uno di questi 35 decessi del “giorno zero” è stato segnalato al Vaccine Safety Investigation Group (VSIG), un gruppo di esperti che dovrebbe essere convocato per gli eventi avversi più gravi successivi alla vaccinazione (AEFI), in particolare quelli che hanno il potenziale di alterare il rapporto beneficio-rischio di un vaccino o di minacciare la fiducia del pubblico nella sicurezza dei vaccini».   L’organismo australiano di controllo sulla sicurezza dei farmaci, TGA, ha dichiarato al Canberra Daily di non aver escluso un nesso causale tra la stragrande maggioranza dei decessi segnalati e la vaccinazione contro il COVID».   «Tutti i decessi segnalati sono considerati dall’ente regolatore come potenzialmente collegati alla vaccinazione, nonostante le regolari dichiarazioni pubbliche insinuino il contrario», scrive ancora il Daily Sceptic. Il numero estremamente basso di 14 decessi ufficiali dovuti al vaccino COVID in Australia si basa su dati che non sono stati completamente analizzati.   «I continui resoconti che affermano che solo 14 decessi sono stati collegati a questi vaccini sembrano un commento molto fuorviante, se non si analizzano in modo adeguato tutti gli altri mille e più decessi», ha affermato la dottoressa Suzanne Niblett, la ricercatrice che ha scoperto i 35 decessi nel giorno zero.   Mentre 35 persone sarebbero morte il giorno in cui hanno ricevuto l’iniezione, il 39 percento dei decessi successivi all’iniezione si è verificato entro una settimana dalla vaccinazione e l’86% entro sei settimane, il che indica una relazione temporale.   «La temporalità è una componente fondamentale per valutare se esiste un nesso causale tra un farmaco e un evento avverso», ha affermato il dott. Niblett. Per quanto riguarda la causalità, il 73 percento delle segnalazioni di decessi dovuti al vaccino COVID in Australia è stato redatto da professionisti sanitari o dipartimenti sanitari statali o territoriali, il che indica che cause come, ad esempio, incidenti stradali non alterano il numero di decessi dovuti al vaccino.   «Tutti i decessi segnalati alla TGA vengono attentamente esaminati per valutare se i vaccini possano aver causato o contribuito all’esito fatale. Questa revisione considera la solidità delle prove disponibili. Non è progettata per determinare se un evento non sia correlato, ma piuttosto se le condizioni cliniche che hanno portato a un esito fatale rappresentino un segnale di sicurezza emergente per il vaccino», ha dichiarato un portavoce della TGA al Canberra Daily. «È importante sottolineare che la causa del decesso è determinata dai medici legali e dai medici curanti, non dalla TGA».   Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato il Senato australiano ha avviato un’inchiesta sui morti in eccesso dopo la vaccinazione COVID.   Come ha già avuto modo di scrivere Renovatio 21, l’Australia raggiunse livelli mostruosità durante il biennio pandemico, quando lo Stato praticò una repressione ferale contro la sua popolazione, con la violenza delle forze dell’ordine portata – e autorizzata – fin dentro le automobili e persino le case delle famiglie, e ordini che proibivano baci e abbracci a capodanno, i regali di Natale, e perfino le conversazioni, nonché gli abbracci tra nonni e nipoti, con i non vaccinati definiti dalle autorità sanitarie come «infelici» e «soli» per tutta la loro vita, e bambini che venivano aggrediti dalla polizia.

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Sanità

L’OMS promuove Farrar, alleato di Fauci e architetto delle politiche di vaccinazione di massa contro il COVID

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha promosso Jeremy Farrar, Ph.D., ideatore di diverse politiche chiave durante la pandemia di COVID-19, tra cui la vaccinazione di massa, a vicedirettore generale nell’ambito di un più ampio riassetto che prevede significativi tagli al bilancio, ha riferito Reuters mercoledì.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha promosso Jeremy Farrar, Ph.D., ideatore di diverse politiche chiave durante la pandemia di COVID-19, tra cui la vaccinazione di massa, a vicedirettore generale nell’ambito di un più ampio riassetto che prevede significativi tagli al bilancio, ha riferito Reuters mercoledì.

 

Secondo Health Policy Watch, Farrar, capo scienziato dell’OMS da gennaio 2023, assumerà il ruolo di vicedirettore generale per la promozione della salute, la prevenzione e il controllo delle malattie il 16 giugno.

 

Il team direttivo dell’OMS è stato ridotto da 14 a sette membri nell’ambito dei cambiamenti annunciati mercoledì dal Direttore Generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Tra questi, significative riduzioni del personale e del numero di dipartimenti e divisioni.

 

Queste misure arrivano solo pochi mesi dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall’OMS e appena una settimana prima dell’incontro annuale dell’organizzazione, la 78a Assemblea mondiale della sanità, che si terrà a Ginevra, in Svizzera, dove verrà discusso il proposto «accordo sulla pandemia».

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Farrar «premiato per il suo ruolo nella frode ai danni del pubblico e dei politici»

A seguito della ristrutturazione di questa settimana, Farrar «è emerso come una figura ancora più importante nel rinnovamento dell’agenzia e qualcuno da tenere d’occhio per il futuro», ha riferito Health Policy Watch.

 

Prima di entrare nell’OMS nel 2023, Farrar è stato direttore del Wellcome Trust e ideatore di diverse direttive chiave per la pandemia di COVID-19 adottate dall’OMS, tra cui il lockdownl’uso delle mascherine e la vaccinazione di massa.

 

Farrar ha avuto anche un ruolo chiave nel promuovere «L’origine prossimale del SARS-CoV-2 », un articolo pubblicato su Nature Medicine a marzo 2020, in cui si sosteneva che il COVID-19 avesse avuto origine animale. «Origine prossimale» è stato ampiamente utilizzato per respingere la «teoria della fuga da laboratorio» sulle origini del COVID-19 e screditare i suoi sostenitori come teorici della cospirazione.

 

Farrar ha collaborato con i coautori di «Proximal Origin» e con personalità come il dottor Anthony Fauci per redigere e pubblicare l’articolo, nonostante Farrar alla fine non sia stato elencato come coautore, il che potrebbe violare la politica editoriale di Nature.

 

Farrar ha collaborato con il dottor Peter Daszak, ex presidente dell’EcoHealth Alliance, che ha ricevuto sovvenzioni dal governo statunitense per condurre ricerche sul coronavirus presso il Wuhan Institute of Virology in Cina, da cui si presume sia emerso il COVID-19. Lo scorso anno, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti per l’EcoHealth Alliance.

 

Richard Ebright, Ph.D., biologo molecolare della Rutgers University e critico della controversa ricerca sul guadagno di funzione condotta nel laboratorio di Wuhan, ha affermato che Farrar e Fauci erano tra le figure che hanno preso «la decisione di frodare l’opinione pubblica mondiale e i responsabili politici globali sull’origine del COVID-19».

 

«Farrar è stato ricompensato per il suo ruolo nella frode ai danni dell’opinione pubblica e dei politici, venendo nominato prima direttore scientifico dell’OMS e ora direttore generale associato dell’OMS», ha dichiarato Ebright. Ha aggiunto che Farrar «a quanto pare è in fase di valutazione per la nomina a prossimo direttore generale dell’OMS».

 

L’avvocato olandese Meike Terhorst, che ha seguito da vicino i lavori dell’OMS e i suoi sforzi per attuare il trattato sulla pandemia, ha affermato che, nel suo ruolo di direttore scientifico dell’OMS, Farrar è stato così influente che «potrebbe essere stato il vero direttore dell’OMS durante la pandemia di COVID-19».

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I tagli al bilancio suggeriscono che l’OMS «sta lottando per sopravvivere»

In un discorso pronunciato mercoledì al Comitato per i programmi, il bilancio e l’amministrazione dell’OMS, Tedros ha affermato di essere «fiducioso che questo nuovo team, nell’ambito dell’organizzazione ristrutturata, sia nella posizione migliore per guidare l’OMS mentre affrontiamo le sfide dei prossimi anni», ha riferito Health Policy Watch.

 

Tedros ha anche affermato che l’OMS taglierà i costi del personale del 25% e ridurrà il personale da 76 a 34 dipartimenti, secondo quanto riportato da Reuters. All’inizio di quest’anno, l’OMS ha annunciato «misure di efficienza» volte a far risparmiare circa 165 milioni di dollari quest’anno.

 

«Per essere schietti, non possiamo fare tutto», ha detto Tedros. «Sia chiaro: ridurre la portata della nostra forza lavoro significa ridurre la portata e la portata del nostro lavoro», ha detto Tedros, aggiungendo che l’organizzazione avrebbe chiuso uffici in alcuni paesi ad alto reddito.

 

Nel 2023, l’OMS ha approvato un aumento del budget del 20% per contrastare la minaccia della «prossima pandemia», tra cui una possibile epidemia causata da una «Malattia X» ancora sconosciuta.

 

Ma l’ultima ristrutturazione dell’OMS prevede un taglio del budget del 21% per l’anno fiscale 2026-2027, portandolo a 4,2 miliardi di dollari. Secondo Reuters, l’OMS potrebbe anche avere difficoltà a raggiungere tale cifra, poiché al momento è stato garantito solo il 60% di tale importo.

 

Terhorst ha affermato che, nonostante la promozione di personaggi come Farrar, i cambiamenti all’interno dell’OMS indicano che l’organizzazione “sta ora lottando per sopravvivere».

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«Il futuro non è con l’OMS… non possono riparare la credibilità danneggiata»

Il primo giorno del suo ritorno in carica a gennaio, Trump ha emesso un ordine esecutivo con cui ha ritirato gli Stati Uniti dall’OMS, citando l’oneroso sostegno finanziario che l’organizzazione ha ricevuto dagli Stati Uniti e la sua «cattiva gestione della pandemia di COVID-19» come alcune delle ragioni della decisione di andarsene.

 

Finora, gli Stati Uniti erano il principale contributore al bilancio dell’OMS. La legge statunitense richiede un preavviso di un anno e il pagamento delle tasse in sospeso al momento del ritiro dall’OMS. Ciò significa che il ritiro completo e definitivo entrerà in vigore all’inizio del 2026. Il pagamento di tali tasse rimane «in sospeso», ha riferito Reuters.

 

Secondo Reuters, l’OMS sta cercando collaborazioni con «gruppi sanitari globali per discutere di una migliore collaborazione» dopo il ritiro degli Stati Uniti e gli ultimi tagli.

 

Tra questi gruppi potrebbe esserci la Fondazione Gates, il secondo maggiore donatore individuale dell’OMS dopo gli Stati Uniti, con 689 milioni di dollari. La scorsa settimana, la Fondazione Gates ha annunciato che avrebbe «raddoppiato la spesa» fino al 2045, «per accelerare i progressi nel salvare e migliorare vite umane». Non è chiaro se questo includerà un aumento dei finanziamenti all’OMS.

 

Anche GAVI, la Vaccine Alliance, il terzo maggiore donatore individuale dell’OMS, potrebbe collaborare più strettamente con l’OMS. Inserita ufficialmente tra gli «stakeholder» dell’OMS, Gavi è stata fondata nel 1999 dalla Fondazione Gates, che detiene uno dei quattro seggi permanenti nel consiglio di amministrazione di Gavi e finanzia in modo consistente l’organizzazione.

 

L’OMS ha inoltre collaborato strettamente con gruppi come la Clinton Foundation.

 

Il giornalista indipendente James Roguski, che ha indagato a fondo sul funzionamento dell’OMS, ha affermato che l’Unione Europea, attraverso il suo ramo esecutivo, la Commissione Europea, potrebbe anche cercare di aumentare la propria influenza all’interno dell’OMS.

 

«È stato molto chiaro che la Commissione europea ha esercitato un’influenza molto forte sui negoziati svoltisi negli ultimi tre anni», ha affermato Roguski, riferendosi ai negoziati per l’attuazione dell’accordo sulla pandemia.

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L’anno scorso, l’Assemblea Mondiale della Sanità non è riuscita a raggiungere un accordo sul trattato pandemico, ma i negoziati sono proseguiti. Roguski ha affermato che questi sforzi hanno incontrato continue difficoltà, «nonostante i loro sforzi propagandistici per confondere la questione».

 

Oggi, l’OMS ha pubblicato una risoluzione per adottare la proposta di «accordo pandemico». Tuttavia, secondo Roguski, poiché l’OMS non ha rispettato le scadenze precedenti per finalizzare l’accordo, quest’ultimo non può legalmente entrare in vigore quest’anno.

 

«Anche se “adottassero” l’accordo pandemico proposto, i Paesi membri non potranno sottoscriverlo come parti» finché tutti i negoziati non saranno ultimati e “concordati alla 79a Conferenza dell’OMS a maggio 2026», ha affermato Roguski.

 

Secondo Roguski, il nuovo «accordo pandemico» è incentrato su un «meccanismo finanziario di coordinamento che mira a raccogliere decine di miliardi di dollari per agevolare un’espansione massiccia dei mezzi globali di produzione, logistica e rete di distribuzione per test, farmaci, “vaccini” e terapie basate su cellule e geni».

 

Jeffrey Tucker, presidente e fondatore del Brownstone Institute, ha affermato che gli ultimi sviluppi presso l’OMS indicano che il ruolo globale dell’organizzazione sta diminuendo:

 

«Il futuro non è con l’OMS. L’organizzazione ha gestito in modo clamoroso la pandemia, fin dall’inizio e per anni, senza correggere la rotta e senza ammettere alcun illecito. Questo non è sconosciuto in tutto il mondo. Hanno coronato questo disastro chiedendo più fondi, che ora non arrivano».

 

«Devono esserci opzioni, non globali, ma nazione per nazione, comunità per comunità, persona per persona. Tutti gli sforzi futuri saranno concentrati su questo e non sul rifacimento di un modello fallito. Donatori privati ​​e aziendali possono rimettere a posto le finanze, ma non possono riparare la credibilità compromessa».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 15 maggio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0

 

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