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Nucleare

Gates come Montgomery Burns: Bill sta costruendo una centrale nucleare sperimentale in una piccola città USA

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Bill Gates sta avviando una propria centrale nucleare in una piccola cittadina nello Stato americano del Wyoming. Lo riporta il  Guardian.

 

La centrale nucleare sarà costruita a Kemmerer, località non lontanissima dal confine con gli Stati dello Utah e dell’Idaho.

 

La centrale di Gates va a sostituire una centrale a carbone che, secondo i piani, chiuderà entro il 2025. Il reattore dimostrativo che sarebbe quindi operativo dal 2028, con un costo di 4 miliardi di dollari.

«La nostra tecnologia innovativa contribuirà a garantire la produzione continua di elettricità affidabile e allo stesso tempo a trasformare il nostro sistema energetico e a creare nuovi posti di lavoro ben retribuiti nel Wyoming»

 

Secondo i calcoli, l’impianto atomico firmato Bill Gates creerà 250 posti di lavoro. La cittadina ha 2600 abitanti, quindi, stante questa cifra di popolazione, un 10% potrebbe essere impiegato nel reattore nucleare dell’uomo Microsoft.

 

L’operazione è parte di TerraPower, un’azienda energetica fondata da Gates e di proprietà della Berkshire Hathaway di Warren Buffet, suo grande amico, donatore della Fondazione Gates, nonché commensale in cene «filantropiche» dove si parla della riduzione della popolazione terrestre.

 

«La nostra tecnologia innovativa contribuirà a garantire la produzione continua di elettricità affidabile e allo stesso tempo a trasformare il nostro sistema energetico e a creare nuovi posti di lavoro ben retribuiti nel Wyoming», dice il CEO di TerraPower Chris Levesque in un comunicato stampa.

 

TerraPower sta pianificando di costruire i suoi reattori in collaborazione con GE Hitachi, sotto il nome di Natrium (sodio, in latino)

«Pensiamo che Natrium cambierà le regole del gioco per l’industria energetica», ha affermato Gates

 

Lo stesso Natrium sarà un reattore raffreddato al sodio da 345 megawatt che servirebbe circa 250.000 case nell’area intorno a Kemmerer, secondo il giornale britannico. Questo tipo di reattore, scrivono, consente all’impianto di spegnersi rapidamente in caso di una catastrofica emergenza stile Chernobyl.

 

«Pensiamo che Natrium cambierà le regole del gioco per l’industria energetica», ha affermato Gates durante l’evento di lancio del progetto a giugno .

 

Nel frattempo, altri non sono così convinti della tecnologia. Edwin Lyman, direttore della sicurezza dell’energia nucleare presso il gruppo di difesa della scienza senza scopo di lucro Union of Concerned Scientists, ha dichiarato al Guardian che crede che l’uso di sodio liquido «abbia molti problemi».

 

«Onestamente non capisco la motivazione», ha detto Lyman al giornale inglese. «Ci sono alcune persone che sono solo forti sostenitori e hanno in qualche modo vinto convincendo Bill Gates che questa è una buona tecnologia da perseguire».

 

In molti non hanno resistito al pensiero che, con la sua centrale atomica infilata in una piccola cittadina americana, Bill Gates sia diventato a tutti gli effetti Montgomery Burns

In molti non hanno resistito al pensiero che, con la sua centrale atomica infilata in una piccola cittadina americana, Bill Gates sia diventato a tutti gli effetti Montgomery Burns, il diabolico magnate de I Simpsons.

 

Di fatto, la famosa serie di Matt Groening aveva anticipato anche questa: in un episodio (E14S09), Bill Gates rileva l’azienda di Homer Simpson.

 

 

In passato era stato notato che Montgomery Burns aveva anticipato Bill Gates nel progetto di oscurare il sole, che, come sa il lettore di Renovatio 21, il magnate di Microsoft sta portando avanti seriamente.

 

 

Degli interessi farmaceutici, politici e vaccinali di Bill Gates si sa oramai molto; dei suoi interessi alimentari ed agricoli stiamo cominciando a capire qualcosa ora; dei suoi interessi «giornalistici» sta, come riportato da Renovatio 21, emergendo ora qualcosa.

 

Degli interessi di Gates riguardo all’energia si parla ancora poco

Degli interessi di Gates riguardo all’energia, invece, si parla ancora poco.

 

Molti mesi fa Renovatio 21 aveva ulteriormente raccontato di uno dei piani meno conosciuti, «Macro Grid», il progetto per la trasformazione dell’intera rete elettrica statunitense.

 

La Macro Grid Initiative (MGI), un progetto per collegare le città statunitensi (cioè, i «consumatori») con le zone rurali rurali, cioè i «produttori» della maggior parte dell’energia eolica e solare negli Stati Uniti. Il collegamento avverrebbe con una rete di linee di trasmissione a lunga distanza.

 

Si tratta dell’ennesimo progetto di stampo «ambientalista» voluto da miliardari che fanno il danaro con imprese altamente inquinanti – se non distruttive dell’umanità in modo puro e semplice

 

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Nucleare

Zelens’kyj lamenta la mancanza di bombe atomiche

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Il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha ribadito il suo rammarico per il fatto che Kiev non possieda armi nucleari in grado di scoraggiare efficacemente Mosca, in un’intervista rilasciata domenica al podcaster statunitense Lex Fridman.

 

Durante la conversazione di tre ore pubblicata domenica, il Fridmanno, ingegnere informatico di origini russo–ebraiche non noto per le sue espressioni di empatia, ha detto di aver avuto un «sogno» che il leader ucraino, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump si sarebbero «riuniti tutti insieme in una stanza e avrebbero fatto la pace».

 

La domanda su quali garanzie di sicurezza potessero soddisfare sia l’Ucraina che la Russia ha spinto lo Zelens’kyj a lanciarsi in una lunga invettiva su come i «partner» e i «garanti della sicurezza» occidentali avessero tradito l’Ucraina in passato.

 

«L’Ucraina aveva garanzie di sicurezza. Il Memorandum di Budapest, le armi nucleari sono le garanzie di sicurezza che aveva l’Ucraina. L’Ucraina aveva armi nucleari. Non voglio caratterizzarlo come buono o cattivo. Oggi, il fatto che non le abbiamo è un male», ha affermato il presidente-attore.

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Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, circa 1.700 testate nucleari sono rimaste sul territorio dell’Ucraina. Mentre questa riserva ha reso tecnicamente l’Ucraina la terza potenza nucleare al mondo, le armi stesse sono sempre rimaste sotto il controllo operativo della Russia. L’attuale governo di Kiev ha ripetutamente affermato che l’Ucraina ha rinunciato al «suo» arsenale nucleare ai sensi del Memorandum di Budapest del 1994 in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Russia, Regno Unito e Stati Uniti.

 

«Il Memorandum di Budapest, le armi nucleari, ecco cosa avevamo. L’Ucraina le ha usate per proteggersi. Questo non significa che qualcuno ci abbia attaccato. Non significa che le avremmo usate noi. Avevamo quell’opportunità. Queste erano le nostre garanzie di sicurezza», ha continuato lo Zelens’kyj.

 

Il leader ucraino ha poi criticato gli Stati Uniti, il Regno Unito e le altre potenze nucleari per aver ignorato i ripetuti appelli di Kiev a proteggere l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina.

 

«Non gliene fregava un cazzo», ha detto Zelens’kyj. «Alla Russia non gliene fregava un cazzo, e nemmeno tutti gli altri garanti della sicurezza… Nessuno di loro se ne fregava di questo Paese, di queste persone, di queste garanzie di sicurezza, etc.»

 

Lo Zelens’kyj ha ripetutamente accusato Mosca di aver violato il Memorandum di Budapest e ha espresso rammarico per il fatto che il suo Paese abbia rinunciato alle armi nucleari, dichiarando all’inizio del 2022, prima che la Russia lanciasse la sua offensiva, che Kiev aveva «ogni diritto» di annullare la decisione.

 

A ottobre, il presidente ucraino aveva affermato che ci sono solo due opzioni per garantire la sicurezza dell’Ucraina: unirsi alla NATO o ottenere armi nucleari.

 

Come riportato da Renovatio 21, un mese fa il deputato ucraino Oleksyj Goncharenko aveva dichiarato che Kiev deve diventare una potenza nucleare.

 

L’Ucraina ha a lungo sostenuto di essere stata in precedenza tra le principali potenze nucleari, con USA e Russia, con il suo arsenale consegnato ai sensi del Memorandum di Budapest del 1994. Il documento prevedeva che USA, Regno Unito e Russia estendessero garanzie di sicurezza a Kiev in cambio della rimozione delle armi. Tuttavia, Kiev non ha mai avuto effettivamente il controllo delle armi nucleari, che erano i resti dell’arsenale sovietico che finirono in territorio ucraino dopo il crollo dell’unione.

 

Il governo ucraino ha negato di avere un piano segreto di nuclearizzazione, dopo che il mese scorso i media tedeschi avevano affermato che era in atto un piano per trasformare l’energia atomica in un’arma.

 

Secondo quanto riportato dal New York Times pochi giorni fa, alcuni funzionari degli Stati Uniti e della NATO hanno ipotizzato che il presidente Joe Biden potrebbe teoricamente fornire all’Ucraina armi nucleari.

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Zelens’kyj aveva ripetutamente invocato in precedenza la questione delle armi nucleari, esprimendo apertamente rammarico per la decisione di Kiev di cedere l’arsenale poco prima che scoppiasse il conflitto con la Russia nel febbraio 2022. All’epoca, aveva affermato che il Paese aveva «ogni diritto» di tornare indietro sulla decisione e passare al nucleare.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Cremlino due anni fa affermava che l’Ucraina stava sviluppando armi nucleari. Le competenze tecnico scientifiche per farlo, grazie al lascito dell’Unione Sovietica, Kiev le ha.

 

Zelens’kyj parlò di riarmo atomico di Kiev alla Conferenza di Sicurezza di Monaco, pochi giorni prima dell’intervento russo. In seguito, Zelens’kyj e i suoi hanno più volte parlato di attacchi preventivi ai siti di lancio russi e di «controllo globale» delle scorte atomiche di Mosca.

 

Come riportato da Renovatio 21, in settimana una fonte ucraina avrebbe rivelato al giornale tedesco Bild che Kiev potrebbe ottenere armi atomiche in poche settimane.

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Nucleare

Lavrov: «nessun vincitore nella guerra nucleare, ma non mettete alla prova la nostra pazienza»

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Mosca è convinta che un conflitto nucleare non possa essere vinto e non debba essere scatenato in nessuna circostanza, ha detto mercoledì il ministro degli Esteri Sergej Lavrov al programma televisivo 60 Minutes. Ciò non significa che nessuno possa mettere alla prova la pazienza della Russia, ha avvertito il ministro, aggiungendo che il suo paese non esiterebbe a difendere i propri interessi con tutti i mezzi disponibili.   La Russia «non ha mai avviato una discussione su… se le armi nucleari possano essere utilizzate», ha detto il ministro. Mosca vuole che le potenze nucleari riconoscano ancora una volta ufficialmente che «non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e che non dovrebbe mai essere innescata», cosa che il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e il leader sovietico Mikhail Gorbachev hanno fatto negli anni Ottanta, secondo Lavrov.   La Russia ha presentato per la prima volta un’iniziativa in tal senso durante i colloqui tra il presidente Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, per poi presentarla ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2021.

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Tutte le dichiarazioni che «consideravano possibili vari scenari di una guerra nucleare» provenivano esclusivamente da capitali occidentali, ha affermato il ministro. Ha fatto riferimento in particolare alle recenti dichiarazioni del portavoce dello US Strategic Command (STRATCOM), il contrammiraglio Thomas Buchanan, il quale il mese scorso aveva affermato che Washington era pronta a lanciare attacchi nucleari, ma lo avrebbe fatto solo «alle condizioni più accettabili per gli Stati Uniti».   Secondo Lavrov, la Russia ha chiesto agli USA di chiarire quelle affermazioni, ma non ha ricevuto alcuna risposta «ragionevole». Mosca non ha intenzione di «alzare la temperatura» sulla questione dell’uso delle armi nucleari o delle sue conseguenze e farebbe volentieri qualsiasi cosa per risparmiare alla gente in Occidente il fastidio di costruire bunker nucleari, ha detto.   L’uso da parte della Russia del suo sistema missilistico balistico ipersonico Oreshnik all’avanguardia con capacità nucleare contro un obiettivo in Ucraina ha portato a un aumento di quattro volte del numero di americani alla ricerca di bunker nucleari, ha affermato a metà dicembre il CEO di una società di rifugi di sopravvivenza con sede in Texas. Il missile utilizzato nell’attacco era dotato di testate convenzionali.   «Stiamo attenendoci fermamente alla posizione secondo cui non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare», ha affermato. Il ministro ha comunque messo in guardia gli avversari della Russia dal provocare Mosca a prendere misure drastiche per proteggere i propri interessi.   «Consiglierei a chiunque di non mettere alla prova la nostra pazienza, la nostra determinazione a difendere i nostri legittimi interessi nazionali con tutti i mezzi disponibili», ha detto Lavrov. «Chi ha orecchie per intendere, intenda; chi ha cervello per comprendere, comprenda».   Parlando a un incontro di alti funzionari del Ministero della Difesa russo la scorsa settimana, Putin ha dichiarato che il sostegno militare attivo dell’Occidente all’Ucraina stava spingendo la Russia al punto in cui non poteva fare a meno di reagire. Il presidente ha accusato Washington di cercare di «indebolire il nostro Paese e infliggere una sconfitta strategica» a Mosca, riempiendo l’Ucraina di denaro e armi.

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Geopolitica

Israele si prepara a colpire i siti nucleari iraniani. Trump si aggiungerà?

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L’aeronautica militare israeliana si sta preparando per «potenziali attacchi» alle strutture nucleari iraniane, hanno dichiarato alcuni funzionari militari al Times of Israel.

 

Secondo l’agenzia di stampa, lo Stato ebraico ritiene che la presa a sorpresa della Siria da parte dei ribelli jihadisti abbia indebolito la posizione di Teheran nella regione, il che potrebbe spingere l’Iran ad accelerare il suo programma atomico.

 

Nel frattempo, gli attacchi aerei israeliani hanno distrutto gran parte delle difese aeree siriane, aprendo la strada a un’operazione contro l’Iran.

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Teheran ha a lungo insistito sul fatto che il suo programma nucleare è di natura pacifica e civile, contrariamente alle accuse del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu secondo cui l’Iran avrebbe cercato una bomba atomica. Nel 2015, le prime cinque potenze nucleari del mondo hanno stretto un accordo con l’Iran per monitorare le sue attività nucleari in cambio di un alleggerimento delle sanzioni, ma gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall’accordo nel 2018.

 

Secondo quanto riferito, Israele avrebbe preso in considerazione attacchi contro siti nucleari iraniani dopo il lancio di missili da parte di Teheran del 1° ottobre, ma non ha mai dato seguito ai suoi piani.

 

Il governo di Netanyahu ha sfruttato i recenti eventi in Siria per distruggere le capacità militari del suo vicino, lanciando «una delle più grandi operazioni di attacco nella storia» della sua aeronautica militare. All’inizio di questa settimana, i jet israeliani hanno colpito oltre 250 obiettivi in ​​tutta la Siria, tra cui aeroporti e porti marittimi, siti di difesa aerea e missilistica, strutture dell’industria militare e magazzini.

 

Le truppe israeliane si sono anche spostate oltre la zona cuscinetto nelle alture del Golan, rivendicando il monte Hermon.

 

Il governo di Bashar Assad in Siria è stato rovesciato dai militanti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) la scorsa settimana. Il gruppo jihadista non ha ancora consolidato il potere.

 

Israele ritiene che l’Iran sia «isolato» dopo la cacciata di Assad e che l’altro suo principale alleato nella regione, Hezbollah con sede in Libano, sia stato significativamente indebolito dalla recente offensiva delle IDF. Ciò potrebbe spingere l’Iran ad accelerare il suo programma nucleare e creare una finestra di opportunità per un attacco preventivo israeliano, secondo il Times of Israel.

 

All’attacco potrebbe aggiungersi anche la nuova amministrazione Trump, secondo un importante giornale statunitense.

 

Secondo quanto riferito al Wall Street Journal da fonti a condizione di mantenere l’anonimato, il team di transizione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump starebbe valutando varie opzioni per colpire l’Iran, tra cui un attacco diretto ai suoi impianti nucleari.

 

Durante il suo primo mandato presidenziale, dal 2017 al 2021, Trump si è ritirato dall’accordo nucleare multilaterale del 2015, che aveva lo scopo di rendere più difficile per l’Iran ottenere un’arma nucleare, e ha avviato quella che ha definito una «campagna di massima pressione».

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Secondo quanto riportato dal quotidiano venerdì, gli assistenti di Trump stanno ora discutendo di una strategia di «massima pressione 2.0», che potrebbe includere un’azione militare diretta.

 

Si ritiene che Trump abbia detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una recente telefonata che non vuole che l’Iran diventi nucleare sotto la sua supervisione. Teheran nega di voler raggiungere la capacità nucleare, ma ha accumulato una quantità significativa di uranio altamente arricchito come ritorsione per il sabotaggio dell’accordo nucleare da parte di Trump.

 

Secondo il WSJ, la nuova amministrazione sta cercando un’opzione che non trascini gli USA in una guerra importante in Medio Oriente. I falchi anti-Iran credono che Trump avrà una breve finestra di opportunità per agire dopo l’insediamento a gennaio.

 

«Gli assistenti e i confidenti di Trump che sostengono le opzioni militari per il suo secondo mandato hanno affermato che l’idea principale sarebbe quella di supportare gli attacchi israeliani contro le strutture nucleari iraniane come Natanz, Fordow e Isfahan, e persino potenzialmente far partecipare gli Stati Uniti a un’operazione congiunta», scrive il WSJ.

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Bisogna capire se l’articolo uscito dal giornale dei Murdoch non sia un’opera di disinformazione. È stato infatti riportato che Trump avrebbe mandato a Nuova York Elon Musk ad incontrare segretamente diplomatici iraniani. È altresì evidente che Trump vuole imporsi come presidente della pace mondiale, sia pure secondo la dottrina peace through strenght, cioè «pace attraverso la forza».

 

Nonostante sia stata giurata vendetta contro Trump per la morte di Soleimani, bisogna anche ricordare che Trump evitò la guerra convenzionale con Teheran: l’episodio più noto è quello in cui richiamò dei caccia che stavano a dieci minuti dall’obiettivo da bombardare in rappresaglia di un drone americano abbattuto dagli iraniani nel Golfo Persico. La decisione fece andare su tutte le furie il neocon che (forse strategicamente) Trump si era scelto come consigliere, John Bolton, che lasciò l’incarico divenendo nemico giurato di Trump. Bolton, che negli ultimi anni ha ammesso di aver organizzato colpi di Stato nel mondo, un anno fa ha detto che Trump, se rieletto, avrebbe portato gli USA fuori dalla NATO.

 

Secondo quanto riportato, la decisione di Trump di richiamare i jet fu presa dopo una breve telefonata con Tucker Carlson, allora giornalista di punta del canale di Fox News (sempre dei Murdoch), che disse al presidente che la guerra non era ciò per cui gli americani lo avevano eletto. Anni dopo, gli stessi Murdoch hanno licenziato Carlson – la star più popolare e redditizia della loro TV – senza dare spiegazioni.

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Immagine di U.S. Embassy Jerusalem via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

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