Necrocultura
Cannibalismo di ritorno. Leggiamone i segni

Nel 2022 Renovatio 21 aveva notato questa strana, improvvisa, martellante infatuazione della cultura popolare per il cannibalismo. Vari romanzi, un film, articoli. Poi perfino un caso di cronaca, che riguardava una celebrità.
Il trend non può arrestarsi, anzi. Del resto, quando l’ordine da seguire, l’impulso che viene dal profondo, è quello, là si va a parare, dove esiste ancora, in teoria, un tabù che preserva l’umanità da prospettive infernali.
Pochi giorni fa compare un articolo sul tema nelle pagine italiane di Wired, rivista scientista, vaccinista, filo-omotransessualista che nella sua versione madre, quella californiana, ha ospitato nel corso dei decenni vari contributi sul movimento transumanista.
Prendendo spunto da un recente paper pubblicato, la testata del gruppo Condé Nast va a ripescare gli studi di una paleontologa del Museo di Storia Naturale di Londra, che già avevano fatto scalpore nel 2012, esperta della pratica preistorica del cannibalismo «è sì raccapricciante, ma che va letta nel contesto in cui si è sviluppata».
Apprendiamo che 15 mila anni fa da queste parti gli uomini mangiatori di uomini prosperavano.
«Le ultime scoperte sulla cultura Magdaleniana risalente al Paleolitico superiore che mostrano come questi uomini moderni (…) praticassero in maniera diffusa il cannibalismo (o antropofagia che dir si voglia). E non per necessità, quanto piuttosto come pratica funebre» scrive Wired, che produce quindi una serie di virgolettati.
«Il cannibalismo, per quanto oggi possa sembrarci una pratica estranea e raccapricciante, è stato diffuso a lungo, e se ne hanno testimonianze anche in tempi recenti».
Bisogna infatti ricordare al lettore che dalla Nuova Guinea alle isole Fiji, «ci sono evidenze di cannibalismo».
«Nella cultura Warì del Sud America, per esempio, il cannibalismo era praticato fino agli anni Sessanta, come simbolo di grande rispetto nei confronti dei morti (…) infatti piuttosto che lasciare che i vermi mangiassero i resti dei propri cari, un fenomeno percepito come una mancanza di rispetto, consumare altri individui era visto come una sorta di atto di amore».
Mangiare il caro estinto come segno d’affetto: dopo il vaccino come «atto d’amore» (copyright Bergoglio), facciamo ulteriori passi più in là.
Sostieni Renovatio 21
Secondo lo studio, «il corpo di questi uomini veniva infatti non solo cannibalizzato ma anche trasformato, con le ossa che venivano lavorate». Crani divenivano coppe, e sarebbero state trovate, in una grotta inglese dove la ricercatrice aveva in passato concentrato i suoi studi, ossa incise probabilmente per questioni estetiche.
«Il cannibalismo, concentrato in un periodo che va dai 18 mila a 14 mila anni fa, si pone dunque come un diverso rito funebre spiegano gli esperti» scrive la rivista.
«Per capire se in corpo è stato cannibalizzato si analizzano le tracce presenti sulle ossa, cercando delle similitudini tra il modo di macellare gli animali eventualmente presenti nel sito e il trattamento riservato ai resti umani (…) tracce di utensili nelle ossa, segni di tagli, frantumazioni per estrarre il midollo osseo, disarticolazioni delle ossa, sono tutti indizi che portano a ipotizzare la presenza di un comportamento cannibale» spiega la tafonomista (la tafonomia è quella parte della paleontologia che si occupa della formazione dei fossili a partire dai processi di decomposizione).
Vi sono alcuni criteri paleontologici, fissati anni fa dall’Istituto Catalano di Paleoecologia ed Evoluzione Sociale di Tarragona, che individuano i segni dei denti umani sulle ossa.
«Quando troviamo tracce simili negli animali nessuno dubita che venissero mangiati, nell’uomo è più difficile pensare al cannibalismo, accettarlo, anche se è stato trovato in diversi animali, e anche noi lo siamo».
Secondo quanto dice la ricercatrice, fra i Neanderthal diffusa di mangiarsi il proprio simile. Ma anche presso gli homo sapiens: nelle 59 località magdaleniane esaminate, che si estendono dalla Francia alla Germania, dalla Spagna all’Inghilterra, in 25 di esse sono presenti evidenti segni di cerimonie funebri, e in 13 di queste si trovano prove di cannibalismo.
«È una percentuale elevata, diffusa all’interno della cultura magdaleniana, e presente in diversi luoghi, alcuni con una fauna ricca, per cui è difficile immaginare che questi uomini moderni patissero tutti la fame e fossero cannibali per necessità, in luoghi così diversi» sostiene la studiosa, che cita anche analisi genetiche, «mostrano come i siti in cui si praticava il cannibalismo avevano tutti un’origine comune, mentre quelli con pratiche funebri diverse avevano anche un’origine diversa» specifica Wired.
In fondo all’articolo – non all’inizio, proprio alla fine – un caveat di non poco conto: «gli autori invitano però infine alla cautela: gli studi e le conclusioni per quanto verosimili si basano sull’analisi di pochi resti, estendendole anche la nostra comprensione sul comportamento umano di migliaia di anni fa potrebbe cambiare».
Insomma, potrebbe essere che gli ancestrali rosicchiatori di ossa fossero casi isolati? Sappiamo che atti cannibalistici sono anche oggi perpetrato da segmenti specifici della popolazione: i serial killer. Jeffrey Dahmer, Richard Chase (il «vampiro di Sacramento») e forse pure, (secondo quanto evocava l’espressione «compagni di merende»), il Mostro di Firenze sono esempi di assassini seriali antropofagi da tener presenti. Tuttavia, si tratta di frazioni infinitesimali della popolazione – si tratta, appunto, dei mostri.
Giudicare quindi la popolazioni a partire da pochissimi elementi devianti sarebbe un errore di distorsione dei dati di non poco conto. Un antropologo alieno caduto dallo spazio direttamente in casa Dahmer (dove il killer omosessuale aveva in programma di crearsi un tempio pagano fatto di ossa e teschi delle vittime) non si potrebbe fare un’idea statisticamente corretta dell’umanità.
Poco importa, il sasso nello stagno – l’ennesimo – è stato lanciato. Il titolo per la testata a grande diffusione è assicurato: «quando in Europa eravamo cannibali».
Dunque, i nostri antenati si mangiavano a vicenda. Dobbiamo pensarlo, o quantomeno dobbiamo accettarne la possibilità. Ma perché?
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Vogliamo ricordare che quando una dozzina di di anni fa il regista russo Nikita Mikhalkov ritirò fuori dal dimenticatoio la teoria della Finestra di Overton, scelse, durante il suo programma video, di offrire il quadro – totalmente credibile – della possibile normalizzazione del cannibalismo, dalla categoria dell’«impensabile» sino alla sua piena legalizzazione.
Lungo le fasi overtoniane, dimostrava Mikhalkov, il cannibalismo diveniva «antropofagia» (parola scientifica) e poi «antropofilia» (parola non disforica, etimologicamente magnanima, e pure vicina a «filantropia»). Accettato, richiesto e legalizzato per vox populi, l’alimentazione a base di carne umana sarebbe stata non solo possibile, ma pure incoraggiata, in tutta la società.
È bene ripassare quale sia prima fase della Finestra di Overton, e in cosa consista. Il passaggio dalla categoria dell’«unthinkable» («impensabile») al «radical» («radicale») avviene quando l’idea passa dalla dimensione del totalmente inaccettabile alla quella in cui essa è sì ancora vietata, ma con deroghe. Essa diventa una realtà che, pur radicalmente lontana, rappresenta un qualcosa di tuttavia esistente.
Precisamente in questa fase entrano in scena gli scienziati: nel caso del cannibalismo, ecco che ne parlano gli antropologi, gli psicologi, perfino i nutrizionisti. Si organizzando convegni sul tema. Si ricordano le tribù della Papuasia e di altre crudeli isole del Pacifico, magari pure la disavventure dei sopravvissuti del volo schiantatosi sulle Ande da cui Hollywood trasse il film Alive – sopravissuti (1999).
Insomma, celo.
Secondo lo schema di Overton, è in questo momento che, parallelamente al «dibattito scientifico», dovrebbero apparire dei «gruppi oltranzisti», che, facendo un frastuono inimmaginabile, non si curano del fatto che risultano come estremisti, zeloti inaccettabili.
Ora, direte, tali gruppi che promuovono apertamente il cannibalismo ancora, per fortuna, non li abbiamo visti. O forse sì…
Ho recentemente appreso con raccapriccio, guardando un documentario Netflix sulla caccia agli assassini seriali, dell’esistenza su internet di forum per cannibali: gli aficionado si scambiano ricette, pensieri, immagini. Di più: interagiscono come si trattasse di un marketplace, di una piattaforma che fa incontrare la domanda e l’offerta: ci sono persone che vogliono mangiare essere umani, e – davvero, per perversioni che non si riesce e comprendere neppure sforzandosi – ci sono persone che vogliono essere mangiate da altri esseri umani.
I casi tedeschi, di cui abbiamo parlato su Renovatio 21, di tale «cannibalismo consenziente», sono la punta dell’iceberg: online chissà quanti accordi cannibalistici sono stati stipulati. Il forum di cui parlava la serie in streaming si chiamava Zambia Meat. Non so se il sito esista ancora, non ho verificato, e non lo farò mai.
Quindi possiamo leggere i segni overtoniani: la scienza che dice che di fatto potremmo essere tutti cannibali avanza. Qualche gruppo che rivendica apertamente la pratica, pure.
Uniamoci l’articolone con cui l’anno passato il New York Times celebrava la tendenza nella narrativa di occuparsi di personaggi cannibali (con vari libri usciti sul tema) e pure il film presentato a Venezia Bones and All, un racconto (che il cineasta definisce romance, «storia d’amore») tutto incentrato sul cannibalismo.
Aiuta Renovatio 21
Il regista è l’italiano, per qualche ragione celebrato internazionalmente, Luca Guadagnino, che aveva fatto il grande salto con la stranamente love-story gay tra un professore e un ragazzo giovane (stranamente non ritenuta controversa da stampa e opinione pubblica, nonostante qualche rimostranza da parte di qualche conservatore americano) Chiami con il tuo nome, (2017) film premiato con l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale a James Ivory.
Protagonista della pellicola era Armie Hammer, che negli anni successivi sarebbe stato al centro di uno scandalo immenso: nel gennaio 2021, un account Instagram anonimo ha pubblicato screenshot – non confermati – sostenendo si trattasse messaggi di testo che Hammer aveva inviato a varie donne. In tali messaggi, scrive la Wikipedia italiana «l’attore confessa di avere fantasie sessuali BDSM estreme, sangue, violenza, stupro e cannibalismo». BDSM è la sigla che indica il sadomasochismo. L’uomo era quindi stato accusato di molestie sessuali, ma le accuse sono cadute la scorsa primavera: nessun processo. Notiamo en passant che la parola «cannibal» è totalmente assente dalla voce sul divo nella Wikipedia anglofona, e abbondano citazioni dei suoi avvocati. A febbraio, l’attore ha rotto il silenzio, confidando ad un giornalista di essere stato abusato da un pastore protestante quando era tredicenne, un’esperienza che lo avrebbe portato ad interessarsi della sottocultura sadomaso.
Sullo scandalo Hammer, con dovizia di dettaglio sui presunti pensieri cannibalistici dell’attore hollywoodiano (come il messaggio «sono un cannibale al 100%», o la proposta alla ex di farsi asportare una costola e prepararla al barbecue), nel 2022 la rete Discovery ha prodotto un documentario in più puntate, House of Hammer, in cui si racconta l’oscura storia del casato, con il nonno Armand che petroliere e collezionista miliardario americana e al contempo molto vicino all’Unione Sovietica – è una vicenda assai interessante, ricca di conferme per chi ha della storia una visione non superficiale, che racconteremo per esteso altrove se lo chiederanno i lettori.
Il clamore per l’uscita della serie sullo scandalo «cannibale» di Hammer era coincisa, l’anno scorso, con il lancio di Bones and All a Venezia. Diciamo che i giornalisti italiani non hanno fatto ressa per chiedere al regista di questa coincidenza – film sul cannibalismo, attore di precedente pellicola invischiato in uno scandalo a base di fantasie cannibalistiche. Tuttavia qualcuno è finito per domandarlo a bruciapelo come, il sito americano Deadline.
Il regista, di cui peraltro i giornali celebrano l’alta competenza culinaria, ha negato seccamente: «non mi è venuto in mente. Me ne sono reso conto in seguito, quando ho iniziato a sentirmi parlare di alcune di queste allusioni sui social media. Qualsiasi collegamento con qualsiasi altra cosa esiste solo nell’ambito dei social media, con i quali non mi impegno. Il rapporto tra questo tipo di scandalismo digitale e il nostro desiderio di fare questo film è inesistente e dovrebbe essere accolto con un’alzata di spalle. Preferisco parlare di ciò che il film ha da dire, piuttosto che di cose che non c’entrano nulla».
Torniamo al cuore della questione, l’antropofagia detabuizzata. Il lettore si può chiedere perché mai i padroni del vapore ci stiano sommergendo di storie di mangiatori di uomini. Perché qualcuno lassù, dove vengono prese le vere decisioni, dovrebbe mai lavorare per il caricamento del nuovo cannibalismo?
Diamo una serie di risposte, da quelle per le persone terra-terra a quelle per chi invece vuole un pensiero più articolato, per finire con quelli che ancora conservano la Fede.
Innanzitutto, c’è da considerare che la società moderna, con i suoi mezzi di comunicazione in primis, è programmata per cercare i limiti della morale ed abbatterli: i tabù vengono abbattuti uno a uno, e lo abbiamo visto chiaramente per quanto riguarda la sessualità, il figlicidio, le varie perversioni. Vediamo in chiarezza come la pedofilia stia subendo un analogo trattamento overtoniano, mentre per l’incesto, come ci giunge talvolta voce, ci stanno lavorando.
In seconda battuta, bisogna realizzare che, esattamente con nel film distopico 2022: i sopravvissuti (1973), il potere tecnocratico contempla l’antropofagia come un’ingrediente della futura società sostenibile edificata sulla Necrocultura. Come ripetuto da Renovatio 21, ciò è immediatamente evidente nel caso del «compostaggio umano», ossia della trasformazione dei cadaveri in concime, una pratica ora legale in vari Stati USA. Chi si sofferma a riflettervi, non può non imbattersi nel pensiero che, di fatto, il compost di cadavere, che va a far crescere le piante nei campi dell’agricoltura, di fatto reimmette l’essere umano nel ciclo alimentare – un passo, insomma verso, il degrado della figura dell’uomo cannibalizzato.
Infine, a quanti ancora mantengono la mente aperta alle cose dello Spirito, diciamo pure che una società di cannibali è tra gli ingredienti necessari all’instaurazione del Regno Sociale di Satana, dove l’Imago Dei è umiliata, calpestata, degradata, uccisa e in fine pure consumata. Ecco l’ulteriore vilipendio all’uomo immagine di Dio, in un processo che è, se ci pensate, la solita, meccanica scimmiottatura invertitrice dell’avversario: non più l’uomo che consuma il corpo di Dio come nella Santa Messa, ma l’uomo che, in un modo senza morale e senza Dio, si deve nutrire del corpo dell’uomo stesso.
È sempre lo stesso schema, l’inferno sulla Terra. Ci lavorano in tanti, anche dentro i Sacri Palazzi, lo sapete.
Potete essere liberi di non crederci: almeno fino a quando non vi ritroverete che di addenta le cosce, vi divora le braccia, stacca via la carne dalle ossa con i denti. Magari per DPCM.
Roberto Dal Bosco
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Essere genitori
Giurare per Ippocrate, o giurare per il CUP. La macchina sanitaria disumana e tuo figlio

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram
Aiuta Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Necrocultura
La terapia antirigetto sta finendo. Il tempo dei mostri e delle vacche sacre arcobaleno pure

Nella vita è capitato a tutti, magari giocando da bambini, di infilarsi una scheggia sotto pelle. A quel punto interveniva la saggezza della mamma o della nonna: non ti preoccupare, il corpo espellerà il pezzettino di legno, è una reazione naturale.
Il corpo non tollera qualcosa di altro da sé, qualcosa di contrario al suo programma.
Che poi è la grande questione – rimossa, censurata nel palcoscenico pubblico – dei trapianti: ti dicono che hanno trovato un donatore «compatibile», poi però il trapiantato finché campa deve pigliare farmaci che impediscano il rigetto dell’organo alieno inserito nel suo corpo (uccidendo un’altra persona, ma questo è un altro discorso…fino ad un certo punto). Un modo come un altro – ce ne sono vari altri, tutti di gran moda – di diventare ad vitam cliente di Big Pharma.
In pratica l’immenso business dei trapianti non si reggerebbe senza le droghe che reprimono la natura e i suoi processi fisiologici. In mancanza di farmaci antirigetto, la realtà dei trapianti si manifesterebbe per quello che è: una discendenza del mostro gotico di Frankenstein.
Ora, lo stesso fenomeno si può dire lo abbiamo subìto per la mente. Non solo la nostra, ma quella di tutta la società mondiale.
Sostieni Renovatio 21
Per decadi (in ispecie l’ultima), hanno trapiantato nel cervello dei singoli e dei popoli ogni sorta di aberrazione: ecco i matrimoni gay, ecco il feticidio come diritto assoluto, ecco la morte di Stato per deboli ed ammalati, ecco gli immigrati importati e privilegiati, ecco il fanatismo climatico appaltato alla ragazzina Asperger, ecco i sieri genici obbligatori, ecco i bambini castrati e imbottiti di ormoni sintetici (prodotti forse biochimicamente nemmeno troppo lontani dai quelli usati per evitare il rigetto di organi altrui).
Non è la prima volta che nella società umana sono innestati tessuti mostruosi – la decadenza è simile per ogni civiltà – e nel tempo, emersa la loro incompatibilità con la vita, sono stati combattuti e infine esplusi. Essi, per potersi mantenere e replicare all’interno del corpo sociale, richiedono dosi potenti di immunosoppressori e di cocktail antirigetto.
Adesso sappiamo come ciò avveniva: dalla nuova amministrazione americana apprendiamo che serque infinite di enti, conventicole e movimenti venivano pagati da USAID (che, con un budget di 50 miliardi, poteva distribuire 1 miliardo di dollari a settimana) per megafonare l’aberrazione, la riforma antinaturale della società.
L’orda di effeminati infervorati, di obese con la chioma viola, di psicosessuologhe oltranziste, di avvocaticchi d’assalto, e di comizi, corsi di aggiornamento, conferenze e concerti di riporto, non erano un fatto organico, spontaneo. No. Erano innaturali come i capelli pittati o il davanzale al silicone di un trans disperato: erano tutti lì, a suonare lo stesso spartito, solo perché pagati per diffonderlo urbi et orbi, sulla pelle dei più vulnerabili.
Siccome ogni società umana rimasta sana tende alla propria sopravvivenza e non tollera inclusioni ad essa incompatibili, era indispensabile una propaganda senza requie, ed era necessario pure abbinarla alla censura, per spegnere i globuli bianchi ancora in circolazione.
Per decenni siamo stati drogati per accettare il gender, l’Ucraina democratica, ogni sorta di diktat della cultura della morte. Ci hanno iniettato oceani di sostanze antirigetto. La scuola, le serie TV, lo sport, i film, Sanremo… la terapia è stata ubiqua e persistente. Eppure – ci viene da sorridere – siamo ancora qui. E stiamo per assistere alla fine di questa cura fallita.
Possiamo sperare che la chiusura dei rubinetti da parte dello Stato profondo americano produrrà esiti da non credere: muri di opposizione si sbricioleranno, agenti della necrocultura cambieranno mestiere, armate di attivisti agguerriti svaniranno lasciando il nulla dietro di sé. Vacche sacre arcobaleno si dissolveranno.
Niente di tutto questo esisteva davvero: si trattava di una presenza disorganica nelle nostre vite, che pensavamo di non poter scacciare mai, ma che stava lì solo perché qualcuno pagava un esercito di piccoli mostri mercenari per tenerla in piedi.
Aiuta Renovatio 21
Qualche esempio concreto lo abbiamo appena veduto.
Nello studio ovale, il presidente ha investito del massimo potere sanitario il re dell’antivaccinismo mondiale. E nel discorso di investitura, ha citato l’autismo, e il numero tragico di cui è (era…) proibito parlare in pubblico: pochi anni fa i bambini autistici erano uno su 10.000, ora nello spettro se ne conta uno ogni 38.
A Monaco, davanti ai papaveri europei e mondiali, il vicepresidente americano ha parlato, chiamandolo per nome e cognome, di Adam Smith-Connor, il veterano britannico arrestato e condannato per aver pregato in silenzio dinanzi a una clinica abortista.
Ora, capiamoci: questa storia di Connor era circolata solo sui siti pro-life, e in Italia probabilmente gli unici a conoscerla erano i lettori di questa testata. Ora invece ne parla il numero 2 della superpotenza egemone, e in faccia ai burocrati parassiti che vegetano ai vertici della geopolitica planetaria.
È come se il nostro piccolo mondo antico fosse ora il mondo intero.
Quelle che sembravano energie sprecate, storie dimenticate, battaglie perdute, sono ora al centro di tutto, nella stanza dei bottoni. O almeno, pare proprio che sia così. Stropicciamoci gli occhi: era solo l’incubo di una lunga notte.
Il tempo dei mostri sembra che stia per finire, la natura si riapproprierà dei suoi spazi come un elastico di ritorno, e presenterà i suoi conti. Mai avremmo pensato di vedere il momento in cui d’improvviso diventa possibile dirlo.
Dopo la disintossicazione della società dal trattamento di immunosoppressione massiva forse si prepara una nuova vittoria della realtà e della vita.
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Necrocultura
Il piano inclinato della morte cerebrale

Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Bioetica2 settimane fa
Il sostituto di Paglia alla Pontificia Accademia per la Vita è tanto meglio?
-
Droni2 settimane fa
Attacco di droni ucraini ad aeroporti in tutta la Russia
-
Cancro1 settimana fa
Come la Repubblica italiana ci ha dato una teoria alternativa sul cancro
-
Essere genitori1 settimana fa
Giurare per Ippocrate, o giurare per il CUP. La macchina sanitaria disumana e tuo figlio
-
Salute2 settimane fa
I malori della 22ª settimana 2025
-
Spirito2 settimane fa
«Raggiungere il Signore in Cielo, perché è quella la nostra vera Patria»: omelia di mons. Viganò per l’Ascensione
-
Vaccini2 settimane fa
Gli Stati Uniti annullano contratti del valore di 766 milioni di dollari per il vaccino contro l’influenza aviaria di Moderna dopo una «rigorosa revisione»
-
Persecuzioni1 settimana fa
Fallito attacco terrorista contro i cristiani nella basilica dei martiri del re omosessuale in Uganda