Pensiero
Il Drago continua. La palude pure.
Quindi, sembra di capire che saremmo al capolinea del governo Draghi. Almeno, del Drago-1.
Il primo ministro è salito due volte al Colle (sentite quanta italica gravitas in quest’espressione!) a rassegnare le dimissioni dinanzi al Presidente della Repubblica.
Il quale le ha respinte, rinviandolo alla Camere mercoledì. Questa cosa delle dimissioni respinte non l’abbiamo mai capita: uno se ne vuole andare perché sente di aver fallito, perché è arrabbiato con i colleghi, perché è malato, per gli affari suoi, ma il padrone ti dice «e invece stai qua e lavori».
Boh. Del resto il lettore accorto sa bene che del figlio di Bernardo Mattarella per motivi legali, non possiamo scrivere più di tanto. Rassegnatevi.
Quindi, la faccenda è questa: al voto non ci vuole andare nessuno, tranne una piccola fronda piddina filo-grilla (Boccia, Orlando) convinta che si si va alle urne al volo il M5S sarebbe costretto ad allearsi al PD, racimolando così gli ultimi rimasugli elettorali a cinque stelle – in ispecie al Sud.
Tutti gli altri, dall’idea di votare fuggono a gambe levate. Salvini frena come può, sa che con l’abbrivio, giocando sul pedale, può riuscire a rimanere al volante della Lega, e ripartire come vuole e con chi vuole tra un po’. Si mormora che stia avvenendo pure l’indicibile: Renzi e Letta si stanno parlando (ricordate quella cerimonia della campanella di quasi dieci anni fa?) perché spingono ambedue per il Draghi-bis. Che è un’ipotesi più che plausibile, che vedremo poco sotto.
Il risultato sarebbe, a quanto ci è dato di capire, l’eliminazione dell’elemento alieno in Parlamento, ossia il M5S con sopra Conte, vero intruso della situazione, che con le sue mosse erratiche ed ottuse non ha davvero nessun senso nell’odierna situazione di concertazione assoluta, quella che dobbiamo chiamare, su suggerimento di Rino Formica, lo Stato-partito.
Nella palude, le creature minori, non adattate all’ecosistema, vengono divorate da chi con l’ambiente palustre ha dimestichezza. Pace.
Liquidato l’avvocato del popolo, che ha un malloppo di seggi senza sapere cosa farci (del resto mica è stato votato, né ha fatto parte del partito), si può andare avanti in tranquillità. La scissione di Giggino di Maio, lapalissianamente, a questo serviva. Ora si va oltre: Conte sarà emarginato e dimenticato, con tutta la schiera di dimenticabili peones vincitori della lotteria Casaleggio che si porta dietro (sempre senza sapere bene perché, né per cosa).
E ora?
Diremo che il Draghi-bis sembra inevitabile: basta alterare un po’ la maggioranza, biodegradare qualche partitino acefalo, aprire un minimo mercato delle vacche e ci siamo.
Draghi incredibilmente nelle comunicazioni di queste ore parla dei rischi per la sua «credibilità personale»: eccerto, la Nazione va allo sfascio, mentre l’Europa abbrucia, e il tizio del Britannia, giustamente, pensa al personal branding.
Ciò ci spiega in chiarezza che non è davvero preoccupato di quel che accadrà. Questo sito, a differenza di tanti altri, dopo la fallita ascesa al Colle del Drago, è rimasto dell’idea che al Quirinale esso è destinato comunque sia al prossimo giro. C’è tempo, tuttavia.
Qualora non dovesse tornare Draghi, le opzioni di cui si vocifera sono Amato (l’immortale, il dottor sottile, l’unico socialista non frantumato da Tangentopoli, premier durante il mercoledì nero 1992 in cui Soros distrusse la lira italiana guadagnandoci miliardi di dollari) oppure Frattini (il giudice del Consiglio di Stato amico degli animali che, correndo anche lui verso il Quirinale, ha ribaltato la sentenza TAR sulla libertà dei medici rispetto alla «tachipirina e vigile attesa» del governo).
Noi aggiungiamo il nome di Colao, il tecnocrate che piace a Mattarella, che lo aveva infilato nella grottesca idea della Task Force pandemica di geni impegnati a salvare l’Italia, che l’ex top manager Vodafone guidava comodamente dalla sua magione londinese. Avrete notato: dopo mesi in cui si era inabissato attirandosi sibili velenosetti (ma questo serve davvero?), ora è riemerso con conferenze stampa fluviali e interviste chilometriche in cui loda tutti i partiti ribadendo però di essere unico al mondo.
Ad ogni modo, niente paura: non cambia nulla. Anzi: se non si va a elezioni qui siamo pure più felici. Perché, lo avrete notato, non c’è un solo partito, un singolo cognome, a cui dare il voto.
No. Non uno – compresa anche e soprattutto la cosiddetta opposizione della Giorgia Melona. Sono tutti, senza eccezione, dei traditori. Sono personaggi che vi hanno imprigionato e impoverito, che vi hanno schiavizzato e canzonato, per mettervi poi – ciliegina sulla torta della decrescita pandemica e post-pandemica – a rischio di annientamento termonucleare.
Così, forse ingenuamente, crediamo che il momento del voto non sia ora: non prima di aver visto organizzare, magari anche solo per tentativo, un qualche soggetto vagamente presentabile, che non sembri il coacervo verminoso e putrescente che vorrebbe farsi votare adesso come «opposizione al sistema». Avete presente: avanzi 5 stelle, dei più rancidi. Partitelli di dilettanti paracattolici stupidamente altezzosi quanto vacui (di pensieri, di voti). Accozzaglie di medici e avvocati youtubari paraculi fino al parossismo. Sindacalisti spaccatutto con il superpotere di diventare rapidamente invisibili, e di fidarsi per ingenuità di chiunque (di senatori, di se stessi). C’è perfino, che circola, forse perfino una trappoletta dell’establishment, che i maligni dicono messo in piedi in funzione carta moschicida da qualche apparato dello Stato profondo italiota.
Sì, avete presente. Lo spettacolo è francamente rivoltante. È invotabile – perfino per chi nel voto non crede.
Quindi, bene così, e non preoccupiamoci – perché la maschera è calata, perché, come raccomanda Sun Tzu nell’Arte della Guerra come condizione per la battaglia, il nemico si è rivelato.
Il disegno oramai, se leggete Renovatio 21, lo conoscete.
Sto pensando che per vederlo riflesso, in queste ore, dobbiamo tornare all’esempio dello Sri Lanka. Un Paese diversissimo, certo, dall’Italia, ma fino ad un certo punto.
Colpisce come la fame, il collasso energetico siano arrivate a Ceylon con politiche distruttrice venute fuori, quelle dell’ONU e del World Economic Forum. Il premier che avevano messo lì da maggio, Weckremesinghe, è un uomo di Davos. Tuttavia, la cosa interessante era che era stato già premier con il governo precedente, quello di Sirisena, prima che tornassero gli avversari, i crudeli fratelli Rajapaksa responsabili dell’eccidio di almeno 20 mila Tamil nel 2009 (crimine contro l’umanità sul quale la Comunità internazionale, Putin compreso, sì, nulla ha avuto da eccepire).
Insomma: era un governo multicolore anche quello di Ceylon. Opposizione e maggioranza assieme, clan nemici da decenni governano insieme. Come in Germania. Come, da qualche mese, anche in Italia – sempre più grottescamente, certo.
Voglia dire: siamo nella fase in cui la politica, con le sue differenze, è sottomessa e resa vestigiale. Contano solo gli ordini mondialisti, da eseguire alla lettera. E il risultato è fame, blackout e violenza a livelli apocalittici.
Avrete capire dove voglio andare a parare: i comandi della Necrocultura globalista hanno camerieri anche in Italia. E anche un capo maggiordomo.
Quindi, il programma va avanti. Sappiamo peraltro che è un programma incentrato sulla nostra stessa distruzione. Ce lo hanno detto in tutti i modi, apertis verbis. Ricordate la storia della «distruzione creativa» promossa dal Gruppo dei 30 guidato da Draghi?
Il ruolino di marcia ora prevede forse un altro po’ di green pass, magari nemmeno per il virus, ma per la siccità, per l’inflazione, per la mancanza di riscaldamento, per la crisi economica totale, per la guerra. Razionamenti, interruzioni di energia elettrica, magari pure un bello shock di guerra diretta: è una mossa cinica e facile, attacchi i russi, che non si fanno pregare per risponderti, ma tanto dell’Ucraina, della guerra, dell’Italia, dell’Europa, non ti frega niente, perché il tuo fine è impaurire e schiavizzare ancora più profondamente la popolazione.
Ecco, distruggeranno ancora di più per introdurre quest’idea del sistema premiale, dove i tuoi diritti, il tuo sostentamento, ti vengono erogati solo se sei allineato e obbedisci. Devasteranno le vostre case, le vostre vite e quelle dei vostri cari, vi sostituiranno per installare la piattaforma che deve contenere la vostra esistenza.
I Draghi servono a questo. E le paludi che li circondano, fatte dei nostri voti marciti, della nostra incapacità di essere rispettati e di cacciare le creature parassite che vi si ingenerano, sono lì per proteggere i grandi rettili terrifici che gli stregoni delle tenebre hanno destinato alla devastazione del nostro villaggio.
Fino a che non si bonificherà, sarà così. Fino a che non emergeranno i cacciatori di draghi, questi continueranno la loro opera.
Sta a noi.
Per questo, chiudiamo con un messaggio di servizio a quanti ci leggono e conoscono la sincerità e la determinazione di queste pagine. Scriveteci, rimaniamo in contatto, seguiteci. Avremo voluto aprire un forum, per scambiare le idee con i lettori, ma non ne abbiamo i mezzi – e temiamo le infiltrazioni di chi poi ci infila porcherie per far saltare tutto in aria. Di nostro, possiamo dirvi, che stiamo tentando di ripristinare gli incontri di persona, le conferenze in giro per l’Italia, come prima del virus cinese.
Questo è per dire che Renovatio 21 non sono solo gli articoli che leggete: è, concretamente la forza, materiale e spirituale, che voi che state leggendo offrirete in questa guerra spaventosa.
Se vi riconoscete in quello che ho scritto qui sopra, significa che siete portatori di qualcosa di preziosissimo: la lucidità. E forse di qualcosa ancora di più introvabile, della sostanza più rara dell’Universo: la volontà.
Dovete capire che questo è un tesoro che in questo momento non dovete sprecare per niente al mondo. Non è nemmeno qualcosa che vi appartiene: probabilmente vi è stato concesso per combattere la battaglia contro le Forze del Male, per il bene dell’umanità assediata dai mostri.
È con la presenza, dei nostri corpi e dei nostri spiriti, che vinceremo.
Di questo dovete essere certi. Perché sta scritto.
Roberto Dal Bosco
Immagine di Pierre-Lagarde via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)
Pensiero
Mistica dell’Ultra-MAGA: Trump e il «mandato del cielo»
Ieri mattina, viaggiando con un amico sull’A4, ho visto due aerei da guerra che volavano bassi.
Erano americani? Non ho fatto in tempo a discernerlo, stavo guidando. Venivano da che base? Ghedi? Istrana? Aviano? Potevo solo fare supposizioni.
Il fatto è che, per qualche attimo, ho sentito distintamente un sentimento di paura. Così, una reazione subitanea, non mediata da nulla se non dall’animo. E se fanno partire una guerra oggi…?
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Se pensate che il pensiero di un disastro militare internazionale nel giorno del voto della grande burocrazia – pardon, democrazia – USA sia peregrino, sappiate che ieri gli USA hanno indetto, per pura coincidenza, un test del Minuteman III, un missile balistico intercontinentale ipersonico a capacità nucleare. Proprio nelle ore delle elezioni: ma guarda che combinazione.
Ogni cosa poteva succedere in queste ore. Come avevo predetto, non c’è stato discorso di concessione da parte di Kamala – è troppo vuota, troppo pupazza, per ammettere la sconfitta; parlerà solo quando i pupari le diranno di farlo, e abbiamo già visto come Obama poche ore fa se ne è uscito con un discorso pazzesco sul fatto che ci potrebbero volere giorni per certificare il voto.
(Sulla strana personalità di Kamala, che sembra direzionabile, malleabile a piacimento, capace di qualsiasi contraddizione e non in grado di esprimere un’idea sua che non sia la ripetizione di un talking point assegnatole, sono avanzate in questi ultimi giorni ipotesi sorprendenti, come quella secondo cui potrebbe essere un prodotto del progetto MK-Ultra: non sappiamo se chi ha fatto la sparata ora sentirà il bisogno di approfondire).
Non mi aspettavo, certo, la valanga di voti, con il ribaltamento di Georgia, Pennsylvania, Wisconsin, i tre Stati chiave, finiti tutti e tre senza problemi in mano a Trump. Vedevo l’uomo e il suo entourage – tra cui contiamo, ora, pure Elon Musk – particolarmente tranquilli. Dobbiamo farlo too big to rig, troppo grande per un broglio. Seguendo alchimie politiche percentuali precise, hanno portato a casa il risultato. E magari i voti sarebbero ancora di più, perché è impensabile che non vi siano stati tentativi da parte dell’establishment di truccare anche queste elezioni.
È più che una vittoria storica, è un cambiamento di paradigma totale. Più che il Partito Repubblicano, che certo ha fornito l’infrastruttura, ha vinto il movimento MAGA. La spinta popolare più netta, unita, potente vista in questi anni, in tutto il mondo. Come se il popolo americano avesse ritrovato, dopo decadi di sentimenti oscuri, fiducia in se stesso.
Il popolo ha fatto vincere la democrazia, o forse no. Di fatto, gli USA paiono ora una monarchia – un unico al vertice, con tantissimo potere, secondo alcuni esattamente quello che volevano i padri fondatori americani, che si ribellarono a Londra perché volevano una monarchia senza re ed una aristocrazia senza nobili.
Chi ha visto la convention repubblicana di luglio, quella fatta con il cerotto all’orecchio poche ore dopo l’attentato di Butler, si è reso conto che oramai l’intera famiglia Trump ha colonizzato il partito e il discorso politico: dopo che al microfono si sono susseguiti figli e nuore varie, parenti amici di famiglia di ogni sorta, ha parlato dal palco persino la nipote 18enne, figlia di Don jr. È un casato, una dinastia reale. E con il popolo, nella democratica America, che l’acclama come tale.
Non abbiamo mai dato peso alle storie di QAnon, che come avete visto sono sparite completamente in questi anni. C’era questa sorta di religione oracolare, alimentata da misteriosi, criptici messaggi postati su internet, che descriveva Trump come una sorta di eroe con un’agenda segreta, un piano occulto in via di svolgimento che avrebbe sconvolto il Paese e riportato la giustizia.
Si trattava di una sorta di messianismo immanente: Trump non era investito di poteri soprannaturali, ma gli veniva assegnato questo ruolo salvifico nell’opera di imminente distruzione, dicevano, dell’élite corrotta e perversa. Ho ritenuto che si trattasse di qualcosa di vago e di losco, e guardando il documentario HBO Q Into the Storm (2021), con il regista che ritiene di aver capito chi vi era dietro, ho trovato conferma alle mie sensazioni.
Tuttavia, vale la pena di ricordare che la realtà, anche stavolta, è ben più bizzarra della finzione. I Qanonisti sostenevano che Trump avrebbe tirato fuori i nomi dell’élite pedofila di Washington ed Hollywood: il biondo ha annunciato che vuole pubblicare la lista di Epstein, mentre ci si chiede cosa accadrà a quella di Puff Daddy – con quantità di divi ospiti del rapper lubrificatore che hanno apertamente appoggiato la Harris, compresa l’ex fidanzata, l’irriconoscibile Jennifer Lopez.
Il mondo di QAnon bisbigliava di tunnel sotterranei a Nuova York, dove avvenivano indicibili traffici: ebbene, tutti ricordiamo con stupore ancora vivo i sotterranei scoperti sotto le sinagoghe hassidiche di Brooklyn.
Ancora: i Qanonimi dicevano che, ad una certa, grazie a Trump e al suo piano sarebbe uscito dalla latitanza John John Kennedy, il figlio di JFK morto nel 1999 in un incidente aereo (en passant, rammentiamo che sarebbe stato sfidante di Hillary Clinton per il seggio senatoriale democratico nella Grande Mela): ebbene, con Trump un Kennedy, il cugino Robert junior, sta per tornare davvero al governo degli USA.
Sì, what a time to be alive stanno dicendo molti ora. Che epoca incredibile ci tocca di vivere.
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Eppure, vogliamo andare un po’ oltre, e parlare di qualcosa che va oltre la stramberia del cospirazionismo realizzato. Vogliamo parlare dello spirito, vogliamo parlare della cifra mistica di ciò che sta accadendo.
In Cina, le dinastie imperiali iniziate 3000 anni fa con i Zhou hanno goduto nei millenni del Tiānmìng (天命), il «mandato del cielo».
L’idea, definita in seguito da filosofo confuciano Mencio, è che il cielo (天, Tiān) approva il sovrano giusto fornendogli un mandato a regnare. Il potere politico, quindi, ha giustificazione politica che viene dalla morale e dalla divinità. A differenza dell’Europa, non era necessario che alla base di una dinastia ci fosse un nobile: il mandato del cielo si estendeva a uomini comuni, come i fondatori delle dinastie Han e Ming, perché esso derivava dalla virtù del regnante, prima che dal suo lignaggio.
Possiamo dire che Trump abbia avuto un mandato del cielo? Sì. Di questo, personalmente, siamo convinti – dopo l’attentato che gli ha sfiorato l’orecchio, dal quale si è rialzato mostrando una fibra morale mai vista prima (con annessa foto del secolo, ottenuta naturalmente a fronte di immagini iconiche come quella di Iwo Jima che sono artefatte) e disprezzando l’idea di rintanarsi in casa lontano dai comizi mentre in circolo ci sarebbero almeno cinque team di assassini, alcuni dotati di missili terra-aria, con l’ordine di ucciderlo. (Qui ricordiamo i dittatori uccisi mentre scappano o suicidi mentre si rintanano tra il tanfo del piscio nel bunker)
L’attentato di Butler ci ha lasciato senza parole: perché una cosa così non l’abbiamo mai vista. O meglio: giammai abbiam veduto qualcosa che assomiglia di più ad un intervento divino.
Come ha detto Tony Hinchliffe, il comico che al comizio del Madison Square Garden della settimana scorsa ha rischiato di far deragliare la campagna di Trump con la battuta su Porto Rico e spazzatura (in realtà, è stata la propulsione per la gaffe odiosa di Biden e il conseguente irresistibile sketch del Trump-netturbino): «noi voteremo il 5 novembre, Dio ha votato il 13 luglio».
Non è possibile spiegare in altro modo l’accaduto: i complottisti, che ora stanno a sinistra, hanno provato a dire che era tutta una scenata per prendere voti, tuttavia, oltre ai morti, ricordiamo anche il New York Times che pubblicò l’immagine della pallottola che sfreccia nell’aere, captata per caso dalla macchina del fotografo.
Dio vuole che Trump governi? È molto probabile. E la spiegazione che ci siamo dati è piuttosto semplice: certo, Nostro Signore odia l’aborto, ma potrebbe odiare ancora di più la guerra termonucleare globale. Perché la guerra atomica è l’aborto della civiltà. L’assassinio dell’umanità tutta.
Il cielo ha assegnato il suo mandato, perché il rischio è che il cielo si ritrovi senza la terra.
E quindi, è giusto, per quanto possa sembrare sconsiderato, sentire la cifra mistica di questo momento. È possibile dire: ma Trump ha detto di essere abortista, vuole liberalizzare la provetta (che fa più vittime dell’aborto), con la religione cristiana c’entra poco. Magari è tutto vero: ma quando mai si era visto al mondo che una regolamentazione abortista – la Roe v. Wade – venisse ritirata? Con Trump: una promessa mantenuta tramite la Corte Suprema.
Perché se Trump è uno strumento della Provvidenza lo è in quanto essere umano, in quanto essere imperfetto – come tutti noi. È Dio che sa scrivere dritto su righe storte. E al momento, sembra proprio che questa pagina la vuole scrivere.
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Da qui, mandiamo un caro saluto anche ai Soloni ebeti, abbondanti assai nel giro della cosiddetta «controinformazione», che ora berciano il classico «tanto non cambia nulla». Imbecilli: se solo cambiano gli algoritmi censorii di internet (cosa fattibile in un minuto) la rivoluzione sulle nostre vite, potendo dire ed ascoltare la verità, sarebbe immane. Ne sappiamo qualcosa.
E ribadiamo: la fine dei banning su internet (non solo sui social), sarebbe un low hanging fruit, un risultato semplice da ottenere.
Immaginiamoci il resto: e se Trump comincia, come ha promesso, aa deportare gli immigrati, significa che anche in Italia possiamo cominciare a parlare di «remigrazione»?
Se Trump toglie, come promesso, gli uomini dagli sport femminili, significa che magari possiamo arginare la follia gender anche nelle scuole e nelle cliniche italiane?
Se Trump chiude con la buffonata ucraina, significa che possiamo tornare ad avere energia a basso costo?
Se Trump affonda la NATO, significa che finalmente possiamo avere la pace in Europa?
È tanta roba. C’è davvero da perdersi in questa mistica del MAGA, anzi, come si era iniziato a dire l’anno passato, ultra-MAGA. Perché né più e né meno potrebbe trattarsi di un movimento di rigenerazione dell’intero mondo – con le nostre esistenze quotidiane incluse.
Concludiamo con un segno concreto di celebrazione, un qualcosa per ricordarsi per sempre di questa giornata. Quattro anni fa, nei mesi in cui la lotta post-elettorale di Trump sembrava possibile, avevamo avuto l’idea di fare una maglietta da vendere ai lettori di Renovatio 21, che allora ci raggiungevano, en masse, tramite Facebook. Circolava questa espressione, quella del «Kraken», il mostro che – come da battuta del film Scontro di Titani (1981) conservata pure nel remake del 2010– sarebbe stato liberato con esiti devastanti.
Creammo dunque un simbolo, che chiamammo «Donald Kraken». Un’icona che doveva finire su di una t-shirt per chi segue Renovatio 21. Non facemmo in tempo a realizzarne la produzione – erano, peraltro, i mesi del lockdown duro, e di lì a poco si sarebbero abbattute su di noi censure ed avvertimenti…
Il Kraken, come sapete, nel 2020 non venne liberato. È libero ora.
La maglietta quindi, a questo punto la rendiamo disponibile.
È questa.
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Cotone organico, realizzata in serigrafia – cioè, senza stampa digitale, ma con macchine manuali.
Se la volete, costa €49, spese di spedizione in Italia incluse: potete pagare con PayPal, indicando la taglia e l’indirizzo. Per ogni questione ulteriore, scriveteci.
Portate pazienza: a breve avremo un ecommerce serio, sì. E con altri prodotti. A breve, giuriamo – perché senza non è che possiamo andare avanti molto.
Intanto però volevamo fare questa maglietta, e spedirla a chiunque voglia ricordarsi di questa storia.
Lo dobbiamo allo spirito dell’Ultra-MAGA, lo dobbiamo al mandato celeste palesatosi sotto i nostri occhi.
Lo dobbiamo ai nostri lettori, perché oggi siamo mostruosamente felici.
Roberto Dal Bosco
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Pensiero
La notte di Halloween tra incidenti stradali, vandalismi e chissà cos’altro
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Pensiero
Halloween, vero e costante fiume di sangue
Puntuale come un treno di altri tempi arriva l’articolo di Renovatio 21 sull’orrore di Halloween, la festa americanoide oramai installata con successo anche in Italia e in altri Paesi d’Europa (e perfino, abbiamo riportato due anni fa, in Arabia Saudita…).
A dire il vero, ci siamo un po’ rotti di scrivere, anno dopo anno, delle origini occulte, pagane, se non sataniche, della festa di Halloween. Stiamo cedendo? Stiamo invecchiando? Forse, ma siamo anche quelli, confessiamo, che non si offendono davanti ad un «Buon Ferragosto» invece che «Buona Festa dell’Assunta».
Il fastidio certo rimane, specie quando scopriamo che allenamenti di minibasket sono cancellati «causa Halloween», facendo capire che, in ispecie in contesto infantile, la festa diabolica è assurta a ricorrenza vera e propria. Massì: la festa di precetto della zucca maledetta.
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Fuor di scherzo (anzi, di scherzetto), l’orrore di Halloween resta tutto.
Quella che pubblichiamo, anche stavolta, è una lista incompleta delle atrocità che, per coincidenza, sono state perpetrate durante la «notte degli spiriti». Un elenco spaventoso – quello sì – che cerchiamo di aggiornare ogni volta.
Senza fare scandalismo, perché oggi non abbiamo voglia, lasciamo al lettore un giudizio sulla ricorrenza della zucca orrorifica. E sulle potenze che stanotte, ci creda o meno, potrebbero scatenarsi.
Notte del 31 ottobre 1957, Los Angeles, California: il veterano della II Guerra Mondiale Peter Fabiano, un marine, apre la porta a quello che crede essere un ragazzino che chiede le caramelle. Trova invece la morte: qualcuno gli spara a bruciapelo. La Polizia incastrerà l’ex amante lesbica della moglie di Fabiano, e una complice.
Notte del 30 ottobre 1973, Fond du Lac, Wisconsin: la bambina Lisa French, 9 anni, fa toc toc alla porta del vicino Gerald Turner per la routine del trick or treat, «dolcetto o scherzetto». Turner la stupra, la uccide, la metta in sacchetto di plastica e la getta in una discarica.
Notte del 31 ottobre 1974, Deer Park, Texas: il bambino di otto anni Timothy O’Brien ingerisce alcune caramelle del tipo Pixy Stick raccolte durante il tour del vicinato in modalità «trick or treat». Cade al suolo, ha le convulsioni. Muore un’ora dopo in ospedale. Era stato in realtà il padre, che voleva incassare l’assicurazione sulla vita del figlio. Nove anni dopo, l’uomo fu giustiziato.
Notte del 31 ottobre 1975 (anno con un Halloween tosto), Greenwich, Connecticut: la quindicenne Marta Moxley viene trovata percossa e pugnalata a morte sotto l’albero davanti casa. A fianco del corpo, una mazza da golf ferro 6, spezzata in quattro parti.
Notte del 31 ottobre 1979, Los Angeles, sobborgo si Sunland Tujunga: Shirley Ledford, sedicenne, sta tornando a casa in autostop da una festa di Halloween quando due uomini le danno un passaggio in furgone. Non sapeva che i due uomini erano conosciuti come i Toolbox Killers, gli assassini della cassetta degli attrezzi. Lawrence Bittaker e Roy Norris erano famosi per raccogliere autostoppiste e poi torturarle con strumenti che tipicamente si trovano in una cassetta degli attrezzi. Spesso scattavano foto delle loro vittime durante gli omicidi. Dopo aver torturato Ledford, gettarono il suo corpo sul prato di uno sconosciuto. La Ledford è diventata la quinta e ultima vittima della coppia dopo che un amico li ha denunciati.
Notte del 31 ottobre 1981, ad Amarillo, Texas: il diciassettenne Johnny Lee Garret stupra una suora di 76 anni e la uccide a coltellate.
Ancora nella notte del 31 ottobre 1981, Manhattan, Nuova York: il fotografo Ronald Sisman e la studentessa dello Smith College Elizabeth Platzman sono picchiati nel loro appartamento di Manhattan la notte di Halloween del 1981 prima di essere uccisi. Il loro appartamento viene completamente saccheggiato, ma non sembra mancare nulla. Su questo massacro girano le speculazioni più pazzesche, che collegano il fotografo ad una setta che avrebbe ordito ed eseguito gli assassini seriali di Son of Sam. Secondo il reporter Maury Terry vi sarebbero possibili implicazioni anche con produttori cinematografici e produzione di snuff movie: ne parla il documentario Netflix Sons of Sam.
Sempre nella notte del 31 ottobre 1981, Point Pleasant, Virginia Occidentale: Maria Ciallella, 17 anni, dice al padre che sarebbe uscita e sarebbe tornata verso mezzanotte. Quella notte un poliziotto l’ha vista camminare sul ciglio della strada e stava per darle un passaggio sulla via del ritorno. Torna entro 10 minuti, ma lei è sparita. Il corpo viene trovato tagliato in tre pezzi nel 1983 nel giardino della madre del serial killer Richard Biegenwald, detto il «Thrill Killer» del Jersey Shore.
Notte del 31 ottobre 1992, New Orleans, Louisiana: lo studente giapponese in scambio culturale Yoshihiro Hattori esce per andare ad un party di Halloween. Persosi per strada, bussa ad una porta, nessuno gli risponde. Tornato alla macchina, sente che la porta si apre: «siamo qui per la festa» disse il giovane nipponico, che in risposta ottiene una revolverata. Il proprietario di casa è stato accusato di omicidio colposo, ma ha invocato la «Castle Doctrine» («dottrina del castello»), l’idea per cui gli americani possono affermare di avere il diritto di usare mezzi letali per proteggere le proprie case. L’assassino di Halloween è stato dunque dichiarato non colpevole da una giuria.
Notte del 31 ottobre 1993, Pasadena, California: tre ragazzi uccisi a colpi di arma da fuoco mentre tornano da una festa.
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Notte del 31 ottobre 1994, Tony Bagley, 7 anni, è con la famiglia a fare «dolcetto o scherzetto», vestito da scheletro. Allo stesso tempo, un uomo che indossava una tuta con cappuccio corse in strada e iniziò a sparare alla famiglia Bagley. Tutta la famiglia è colpita, il bambino muore in ospedale. Caso irrisolto.
Notte del 31 ottobre 1998, South Bronx, New York: il parabrezza del programmatore di computer Karl Jackson viene colpito da un uovo. L’uomo, il quale stava recandosi a prendere il figlio ad una festicciola, scende per lamentarsene con i discoli autori del lancio, che non la prendono bene; lo inseguono, lo fermano, e gli sparano nella testa.
Notte del 31 ottobre 2002, Università del Minnesota: lo studente Carl Jenkins sparisce e viene ritrovato nel fiume Mississippi quattro mesi dopo. Alcuni attribuiscono la morte allo «Smiley Face Killer»: secondo una teoria avanza da alcuni esperti, negli Stati americani del Midwest tra gli anni Novanta e gli anni Dieci un killer avrebbe ucciso almeno 45 giovani uomini. In una dozzina di casi, i corpi sono stati trovati vicino a graffiti con un volto sorridente.
Notte del 31 ottobre 2004, Napa Valley, California: Leslie Mazzara e Adriane Insogna vengono massacrate nel loro appartamento. L’assassino, scoprirà la polizia poi, è il fidanzato di una loro cara amica.
Notte del 31 ottobre 2005, Frederica, Delaware: l’intera comunità osserva una macabra decorazione che campeggia su di un albero in pubblica piazza. Ci vogliono diverse ore per capire che non si tratta di una scenografia per una festa: è davvero il corpo di una signora quarantaduenne, impiccata.
Notte del 31 ottobre 2008, Sumter, Carolina del Sud: il dodicenne T.J. Darrisaw bussa ad una porta per fare «trick or treat», ma riceve in cambio 29 proiettili sparate da un kalashnikov, 11 dei quali lo trafiggono uccidendolo immediatamente. Anche il padre e il fratellino sono colpiti ma sopravvivano. L’assassino era un narcotrafficante che si aspettava la vendetta di una gang rivale.
Notte del 31 ottobre 2010, Benton Township, Michigan: Devon Griffin, 16 anni, torna a casa ad Halloween per giocare ai videogiochi dopo essere stato in chiesa e aver passato la notte precedente a dormire fuori. Nota che la casa del Michigan era troppo tranquilla, quindi va a controllare i suoi familiari. Griffin trova il suo patrigno a letto, coperto di sangue. Quando arriva la polizia, trovarono altri due corpi: la madre e il fratello di Griffin. Alla fine la polizia ha scoperto che l’assassino era il fratellastro di Griffin, William Liske.
Notte del 31 ottobre 2011, Armstrong, British Columbia: Taylor van Diest, 18 anni, manda un SMS al fidanzato in cui dice di sentirsi pedinata da qualcuno. Viene ritrovata a lato della ferrovia in fin di vita, picchiata a sangue. Morirà poco dopo in ospedale.
Notte del 31 ottobre 2012, Michigan: il predicatore John D. White bussa alla roulotte della sua amante, che vive con il figlio in un trailer park. Quindi, la strangola e ne getta il corpo in mezzo ai boschi, quindi torna alla roulotte dove veste il figlio di lei con un costume da Halloween.
Notte del 31 ottobre 2013, Nuova York: il diciannovenne Anthony Seaberry muore dopo che uno sconosciuto con la maschera del film Scream gli spara. Caso irrisolto. Tuttavia, potrebbe essere stato opera di un uomo responsabile di altre sparatorie ucciso dalla polizia durante la stessa serata.
Halloween 2023: le morti nel weekend di Halloweeno includevano due a Tampa, in Florida, tre a Texarkana, in Texas, e due ciascuna a Dodge City (Kansas) Sant’Antonio (Texas) e Mansfield (Ohio). Molte morti sono venute da alterchi derivanti dalle celebrazioni di Halloween, inclusa la sparatoria di massa nella sezione Ybor City di Tampa domenica mattina presto mentre i bar chiudevano e decine di persone in costume si riversavano per le strade.
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A Indianapolis, una sparatoria durante una grande festa hallowenista ha provocato la morte di un adolescente e il ferimento di altri nove adolescenti e giovani adulti di età compresa tra 16 e 21 anni, ha detto la polizia. I feriti erano in condizioni stabili.
A Chicago, la polizia ha detto che almeno 15 persone sono rimaste ferite, due delle quali in modo grave, dopo che un killer ha sparato sulla folla durante una festa di Halloween. Il sospettato è stato preso in custodia, ma fino a lunedì mattina le autorità non avevano annunciato alcuna accusa.
In Texas, cinque persone sono state uccise e altre sei sono rimaste ferite in due sparatorie separate il sabato sera.
La polizia di San Antonio ha detto che una ragazza di 13 anni è rimasta ferita e i suoi genitori sono stati uccisi dopo una sparatoria durante una festa in casa. Un uomo di 20 anni è arrivato alla festa e ne è seguita una discussione, ha detto la polizia. L’uomo ha iniziato a sparare con una pistola e un uomo di 40 anni ha risposto al fuoco.
A Texarkana – a 450 miglia (724 chilometri) di distanza lungo il confine con l’Arkansas – la polizia ha detto che tre persone sono morte e altre tre sono rimaste ferite durante una festa nel retro di un’azienda. Due uomini hanno iniziato a scazzottarsi, poi sono state tirate fuori le armi da fuoco, ha detto la polizia. Non è stato effettuato alcun arresto.
Un ragazzo di 17 anni è stato ucciso e tre persone di età compresa tra 20 e 24 anni sono rimaste ferite in una sparatoria all’inizio di sabato, secondo la polizia di Cumberland, nel Maryland.
Se non trovate ragioni per rifiutare Halloween nell’elenco della morte qui sopra, non sappiamo cosa dirvi. O forse sì.
Come ha scritto Renovatio 21 negli anni, «Trick or treat», indebitamente tradotto con «dolcetto o scherzetto», la formula di rito che devono pronunciare i bambini che vagano per la città estorcendo leccornie, ha in origine un significato cruento: «maledizione o sacrificio». O si offre il cibo agli «spiriti» (che surrogati oggi dai mostri nei quali si travestono i nostri bimbi), o se ne viene maledetti. (un’usanza degli antichi di varie latitudini che in qualche modo ancora si ricorda: lasciare cibo e latte fuori dalla porta, per ingraziarsi gli spiriti, non dissimilmente da quanto taluni fanno ancora con Babbo Natale).
In questa notte, però, il tributo è come estorto. Gli spiriti lo pretendono, e mandano dei proprio bambini a farne l’ingiunzione. È quale è il sacrificio più grande che questi «spiriti possono chiedere»? Qual è l’ultimo sacrificio che gli uomini possono offrire?
Sapete come Renovatio 21 risponde: il sacrificio umano.
Rivogliono il tributo primigenio, quello che era in uso in ogni angolo della terra (da Cartagine agli Aztechi, dalla Nuova Guinea al paganesimo indoeuropeo più antico) prima dell’avvento del Signore della Vita. Vogliono il sangue degli esseri umani, specialmente quello innocente.
Non è difficile da capire. A questo punto, si può comprendere come mai molte persone non amino Halloween. Chi crede che l’universo abbia una componente spirituale, non può in alcun modo prestarsi alla celebrazione, sia pur ironica, del sacrificio di esseri umani, e del Male che lo esige.
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Chi ama la propria anima, chi ama la vita non ama Halloween. Entrambe le cose sono in gioco stasera, simbolicamente e anche no.
Per cui, un consiglio: stasera state a casa. E tenete a casa i vostri figli. State con loro, giocate con loro, se siete del team, pregate con loro i santi. Non esponetevi a niente di quello che questa ricorrenza infera rappresenta – ed è.
Qualche genitore lo sa: il senso di tanto di quello che sta succedendo nella società moderna è la progressiva realizzazione della possibilità di portarvi via i figli senza che voi possiate reagire in alcun modo. È una battaglia che conosciamo, che riguarda tutti, ed è dappertutto.
Non celebriamo, neanche per ischerzo, neanche per una sola notte, i mostri che vorrebbero che sacrificassimo la nostra prole.
Perché mostri che mirano a terrorizzare e rapire i nostri piccoli esistono. E ci troviamo a combatterci contro tutto l’anno, e, se non ci muoviamo, per tutto il XXI secolo, ed oltre.
E se non credete a tutto il ciarpame spiritualista di Renovatio 21, ascoltate, al meno, la sfrontata saggezza del tesoro nazionale vivente Vittorio Sgarbi le spiegazioni laiche sul rifiuto che bisogna opporre ad Halloweeno.
Buona festa di Ognissanti a tutti.
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