Sorveglianza
Green pass e nuove piattaforme comportamentali: comunicato CIEB

Renovatio 21 pubblica il comunicato del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB).
Nei suoi più recenti Pareri il CIEB ha messo in guardia dai rischi collegati e conseguenti all’accettazione acritica dell’approccio neo-paternalistico fatto proprio dal governo con la «spinta gentile» alla vaccinazione anti-COVID e con la pretesa valenza premiale del green pass.
Alla luce delle notizie che annunciano l’avvio in alcune città italiane di «progetti per la sperimentazione di sistemi legati al concetto di “comunità intelligente” promosso da AgID» (l’Agenzia per l’Italia digitale creata nel 2012 dal Governo tecnico allora in carica), il CIEB ritiene necessario richiamare ancora una volta l’attenzione sui rischi relativi all’instaurazione in Italia del modello di credito sociale fondato sulla digitalizzazione di ogni aspetto della vita quotidiana, da una parte, e sull’applicazione dei principi dell’economia comportamentale, dall’altra.
In questa prospettiva, un esempio è fornito dal sistema premiale avviato da Roma Capitale (la piattaforma «Citizen Wallet»), il cui scopo è indurre residenti e turisti ad assumere comportamenti definiti virtuosi sul piano ambientale allo scopo di ottenere punti convertibili in beni e/o servizi offerti dall’amministrazione comunale e dai suoi partners: i punti saranno accreditati a partire dalle 72 ore successive alla messa in atto dei comportamenti virtuosi, mentre il «borsellino elettronico» così creato sarà accessibile dalla «Casa Digitale del Cittadino – My Rhome» tramite le credenziali del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), della Carta d’Identità Elettronica (CIE) o della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Muovendosi nel solco tracciato da documenti programmatici che riscuotono consensi politici trasversali e che sono presentati all’opinione pubblica internazionale quali paradigmi di efficienza tali da far apparire superflua o pedante ogni analisi critica (come nel caso dell’Agenda 2030 dell’ONU sullo sviluppo sostenibile), i sostenitori dei sistemi premiali si avvalgono dei principi dell’economia comportamentale.
Quest’ultima utilizza metodi e criteri propri alla psicologia e alla sociologia per elaborare nuovi modelli economici, in base ai quali gli individui non sono più considerati decisori razionali: influenzati dal contesto di riferimento e dal modo in cui le informazioni vengono offerte, essi finiscono per compiere scelte irrazionali, che a loro volta conducono a conseguenze indesiderabili per il mercato e a possibili situazioni di crisi degli assetti sociali.
Per evitare ciò, i sostenitori dell’economia comportamentale – promuovendo il cosiddetto «paternalismo libertario» – invocano e legittimano l’intervento delle autorità regolatorie, pubbliche e private, affinché determinate scelte vengano presentate agli individui come necessarie per conseguire comportamenti virtuosi e socialmente utili.
È evidente che, al di là delle finalità dichiarate, l’applicazione dei principi dell’economia comportamentale può condurre alla limitazione e alla soppressione di diritti e libertà fondamentali in nome di pretese esigenze generali, emergenze o situazioni di crisi: quindi al soggiogamento dell’individuo.
Ciò è quanto è accaduto durante la cosiddetta emergenza sanitaria, che ha giustificato dapprima la «spinta gentile» alla vaccinazione, in seguito l’introduzione di un vero e proprio obbligo vaccinale e infine il monitoraggio dell’adempimento di detto obbligo mediante il possesso e l’esibizione di un certificato digitale (il green pass) che attesterebbe l’asserito comportamento virtuoso: certificato che, caso unico al mondo, ancora oggi condiziona in Italia – nel momento in cui gli stessi produttori dei cosiddetti vaccini anti-COVID ammettono le incertezze relative alla loro efficacia e sicurezza (1) – la titolarità e l’esercizio del diritto all’istruzione, all’assistenza sanitaria, alla libera circolazione, al lavoro, alla ricreazione.
Ciò è quanto sta accadendo nel campo della tutela dell’ambiente, dell’approvvigionamento energetico, del mantenimento della sicurezza internazionale, dell’ottimizzazione dei modelli urbani.
Sulla scorta di queste considerazioni, il CIEB rileva che l’adozione e il mantenimento del Green Pass fondato sull’obbligo vaccinale, come anche l’introduzione di altri sistemi premiali analoghi al Citizen Wallet, costituiscono l’obiettivo di politiche normative giustificate da pretese esigenze generali, emergenze o situazioni di crisi e in grado di instaurare una società digitale della sorveglianza, della discriminazione e della repressione, surrettiziamente proposta dal Governo quale modello sociale virtuoso.
Tutto ciò premesso, il CIEB:
1) Invita i cittadini a riflettere e a confrontarsi in merito all’opportunità che le autorità pubbliche applichino i principi dell’economia comportamentale con il rischio di instaurare un sistema di credito sociale che potrebbe produrre effetti discriminatori nella fruizione di beni e/o servizi pubblici essenziali;
2) Richiama l’attenzione dei cittadini contro il rischio di soggiogamento intellettuale e culturale derivante dall’impiego sempre più pervasivo della tecnologia digitale a fini di propaganda, creazione del consenso e manipolazione dell’opinione pubblica;
3) Mette in guardia i cittadini contro la tendenza a scoraggiare l’analisi critica della gestione del COVID in nome di altre emergenze che riproducono il medesimo cliché comunicativo secondo un approccio evidentemente pianificato e politicamente trasversale, come conferma la presentazione del disegno di legge di riforma costituzionale intitolato «Modifica all’art. 78 della Costituzione e altre disposizioni in materia di dichiarazione e disciplina dello stato di emergenza nazionale»; (2)
4) Auspica che la parte vigile del Paese si attivi al più presto per delegittimare l’azione del Governo e per non subire passivamente la crisi politica prospettata per il prossimo autunno quale probabile conseguenza della maturazione del vitalizio parlamentare.
CIEB
30 aprile 2022
La versione originale del Parere è pubblicata sul sito www.ecsel.org/cieb
NOTE
1 ) Cfr. https://investors.biontech.de/node/11931/html, dove si afferma espressamente: «We may not be able to demonstrate sufficient efficacy or safety of our COVID-19 vaccine to obtain permanent regulatory approval in jurisdictions where it has been authorized for emergency use or granted conditional marketing approval» (pag. 12).
2 ) Cfr. http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.3444.18PDL0171770.pdf.
Immagine di siulzz via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)
Intelligence
Arrestata la giornalista che ha accusato l’Intelligence francese di coinvolgimento in omicidi di civili: libertà di stampa al palo

L’arresto negli scorsi giorni di una giornalista in Francia, in relazione alla sua segnalazione nel 2021 secondo cui l’Intelligence francese era stata utilizzata dall’Egitto per uccidere civili, potrebbe essere visto come una violazione della libertà di stampa, ha affermato Amnesty International.
«Mettere in custodia una giornalista per aver svolto il suo lavoro, oltretutto per aver rivelato informazioni di interesse pubblico, potrebbe costituire una minaccia alla libertà di stampa e alla riservatezza delle fonti», ha detto martedì Katia Roux, responsabile per la difesa delle libertà di Amnesty International Francia. Secondo la Reuters, la Roux ha aggiunto di essere «molto preoccupata» per lo sviluppo.
I commenti fanno seguito all’arresto avvenuto di Ariane Lavrilleux, che ha trascorso la notte del 19 settembre in custodia per essere interrogata nell’ambito di un’indagine condotta dall’agenzia di intelligence interna francese, la DGSI, su un potenziale pericolo per la sicurezza nazionale.
L’indagine nasce da una serie di articolata di Lavrilleux, che citava informazioni riservate del governo trapelate sostenendo che le autorità egiziane avevano utilizzato l’Intelligence francese per uccidere i trafficanti in un’operazione al confine tra Egitto e Libia, tra il 2016 e il 2018. Lavrilleux ha affermato nel suo rapporto che i servizi segreti francesi erano stati utilizzati in «almeno 19 attentati» in cui erano rimasti uccisi dei civili.
Secondo quelli che sono stati ribattezzati Egypt Leaks, l’operazione era rivolta ai terroristi provenienti dalla Libia che cercavano di infiltrarsi in Egitto. Tuttavia, secondo la serie di articoli, i servizi segreti francesi hanno segnalato veicoli e colonne sospette di contrabbandieri e trafficanti di esseri umani. Questi individui avevano scarso o nessun legame con l’ISIS, Al Qaeda e le altre sigle terroristiche, ma sono stati comunque fatti a pezzi dai caccia egiziani.
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L’operazione segreta chiamata Sirli, che sarebbe stata approvata dai presidenti francesi François Hollande ed Emmanuel Macron come indicherebbero i documenti provenienti dall’Eliseo, dal Ministero della Difesa e dai servizi segreti e pubblicati, ha causato 19 bombardamenti mirati tra il 2016 e il 2018, con centinaia di vittime civili.
Questi documenti dimostrerebbero che l’operazione, mantenuta segreta al pubblico, è stata utilizzata dagli egiziani per giustificare una campagna di esecuzioni arbitrarie, configurandosi come crimini di Stato.
La maggior parte degli obiettivi segnalati nel deserto egiziano infatti «non hanno collegamenti con il terrorismo. Si tratta semplicemente di contrabbandieri beduini».
Il 5 luglio 2017, per errore, viene disintegrato dagli F-16 egiziani un ingegnere del Cairo di nome Ahmed El-Fiky insieme a due suoi colleghi, i quali, anche se non avevano alcuna connessione con i trafficanti di merci e persone vengono attaccati dai caccia.
Secondo una nota proveniente dal dipartimento dell’intelligence militare di Parigi il problema del terrorismo non è mai stato affrontato. I militari francesi avevano informato i leader politici di questa situazione, ma non sono stati raggiunti risultati evidenti. Secondo quanto riportato, personale francese sotto copertura opererebbe ancora nel deserto egiziano al confine con la Libia.
Il sito web francese di giornalismo investigativo Disclose, che originariamente aveva pubblicato gli articoli di Lavrilleux, aveva riconosciuto all’epoca che le accuse includevano dettagli sensibili sulla sicurezza nazionale. Tuttavia, la pubblicazione afferma che ha il dovere di pubblicare «in nome di un principio fondamentale della democrazia: il diritto all’informazione».
Il sito web sostiene inoltre che il concetto di secretazione di alcune informazioni «non può essere invocato per proteggere una campagna di esecuzioni arbitrarie contro civili».
Virginie Marquet, avvocato che rappresenta sia Lavrilleux che Disclose, ha detto poco dopo l’arresto del giornalista che l’indagine «rischia seriamente di minare la riservatezza delle fonti dei giornalisti».
Tuttavia, il ministero francese delle forze armate, in una denuncia legale ufficiale presentata in seguito ai rapporti, ha affermato che Lavrilleux e Disclose avevano violato «segreti di difesa nazionale» e messo a repentaglio un «agente protetto».
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Immagine di Roberdan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Intelligenza Artificiale
La Von der Leyen invoca i passaporti vaccinali digitali: green pass e id digitale per tutto il mondo

«Oggi voglio concentrarmi su AI e infrastrutture digitali. Come è stato descritto, l’Intelligenza Artificiale presenta dei rischi ma offre anche enormi opportunità. La questione cruciale è come sfruttare una tecnologia in rapida evoluzione» ha dichiarato la controversa figura politica europea. «Nell’UE, nel 2020, abbiamo presentato la prima legge sull’Intelligenza Artificiale. Vogliamo facilitare l’innovazione costruendo al tempo stesso la fiducia. Ma abbiamo bisogno di più. Ciò che il mondo fa oggi darà forma al nostro futuro. Credo che l’Europa – e i suoi partner – dovrebbero sviluppare un nuovo quadro globale per i rischi dell’IA», ha affermato Ursula.The future is digital. I passed two messages to the G20:
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 10, 2023
→ We should establish a framework for safe, responsible AI, with a similar body as the IPCC for climate
→ Digital public infrastructures are an accelerator of growth. They must be trusted, interoperable & open to all
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Epidemie
Variante COVID, il governo israeliano ordina agli ospedali test PCR su tutti i nuovi pazienti

Il Ministero della Sanità israeliano ha ordinato agli ospedali di condurre test COVID su tutti i nuovi pazienti, mentre anche nello Stato Ebraico si rincorrono le voci di nuovi lockdown in arrivo.
Secondo un rapporto del Jerusalem Post, il Ministero della Sanità ha dato l’ordine di effettuare test PCR obbligatori a causa dell’aumento del numero di infezioni da COVID-19 e per «monitorare in modo più efficace i tassi di infezione».
Secondo quanto riferito, i funzionari sanitari sono preoccupati per la cosiddetta variante BA.2.86 o «Pirola» che potrebbe diffondersi più rapidamente del previsto. Si suppone che la variante sia «in grado di eludere gran parte dell’immunità fornita da precedenti infezioni e vaccinazioni».
Il Jerusalem Post cita Shay Fleishon, direttore esecutivo dell’organizzazione affiliata al governo BioJerusalm, il quale sostiene che la percezione della diffusione relativamente lenta della variante BA.2.86 potrebbe essere dovuta a «scarsi sforzi di sorveglianza in tutto il mondo e non all’insuccesso della variante».
L’autore dell’articolo del Jerusalem Post, Tzvi Joffre, afferma che la «diminuzione della sorveglianza ha anche reso difficile giudicare con precisione la velocità con cui BA.2.86 si sta diffondendo e sta ponendo difficoltà nel catturare varianti future».
Il ricercatore Ben Murrell del Karolinska Institute di Stoccolma ha fatto eco a questo sentimento, affermando: «il fatto, tuttavia, che si sia verificato un altro evento di emergenza simile a Omicron, con quel ramo a lungo inosservato e la successiva diffusione, dovrebbe metterci in guardia dal rinunciare alla nostra infrastruttura di sorveglianza genomica».
All’inizio della crisi COVID, Israele è stato uno dei primi paesi a introdurre misure restrittive, compresi lockdown su larga scala. In questi mesi sono emersi dati impressionanti sulla pandemia, come il fatto che zero adulti sani sono morti di COVID nel Paese. Anche i dati sulle reazione avverse ai vaccini, che lo Stato Ebraico ha inoculato in massa per tutte le varianti alla popolazione emarginando totalmente i non vaccinati, sono stati definiti «allarmanti e scioccanti».
La reintroduzione dei test PCR obbligatori, che si sono rivelati imperfetti e producono risultati imprecisi, così come le richieste di «maggiore sorveglianza», arrivano tra le voci di lockdown e di obblighi di mascherine che torneranno questo autunno.
Mentre in rete si diffonde lo slogan «we will not comply» («non obbediremo»), molte figure pubbliche, incluso l’ex presidente Donaldo Trump, stanno esortando i cittadini a non rispettare potenziali nuovi lockdown, nuovi obblighi di mascherina, nuovi obblighi vaccinali..
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