Economia
Ex vicecancelliere austriaco: le sanzioni alla Russia stanno producendo «insolvenze e fallimenti di massa» in Europa
In un’intervista del 13 dicembre con RT l’ex vice cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache ha mostrato in maniera esplicita la sua opposizione all’attuale politica dell’UE contro la Russia.
Lo Strache ha affermato che queste politiche potrebbero innescare un’ondata di «insolvenze e fallimenti di massa» nel 2023, tuttavia chiunque dica qualcosa al riguardo «viene etichettato e diffamato come un simpatizzante di Putin e della Russia e anche come un traditore dell’Europa».
«Noi austriaci in particolare dovremmo aderire alla nostra neutralità e il nostro status di neutralità potrebbe pure qui svolgere un ruolo di mediazione decisivo. Finora, questo non è stato praticato» ha detto l’ex vicecancelliere.
«Naturalmente, i media nell’Unione europea tacciono su tutto questo», ha continuato. «Le persone si confrontano con lo slogan che devono assiderarsi per la pace, e poi arrivi alla conclusione: beh, l’assideramento non aiuta, perché purtroppo non c’è la pace (…) e poi diventi disoccupato e la disoccupazione non ha portato pace perché non ci sono iniziative di negoziazione: le persone naturalmente trovano tutto questo molto, molto ripugnante e molto discutibile».
Come noto, nel 2019 Strache – già leader del Partito della Libertà, quell’FPÖ portato all’attenzione mondiale da Joerg Haider a fine anni Novanta – fu coinvolto in uno strano scandalo chiamato dalla stampa austriaca Ibiza-Affäre, o Ibiza-gate. I giornali tedeschi Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung rivelarono un video a telecamera nascosta in cui Strache e il collega Johan Gudenus incontravano in una villa di Ibiza nel 2017 una donna che si dichiarava nipote di un oligarca russo, la quale discuteva con gli esponenti dell’FPÖ di finanziamenti e aiuto mediatico durante la campagna elettorale.
Ai tempi delle riprese, commissionate per qualche ragione da un avvocato iraniano nel 2017, l’FPÖ era all’opposizione. Al momento del video pubblicato dai giornali, Strache era al governo come ministro dello sport e vicecancelliere.
Lo scandalo fu tale che il governo di coalizione cadde il giorno dopo e vennero annunciate elezioni anticipate, con arrivo di lì a poco di un governo tecnico.
Come dire: la Russia già in passato si era rivelata un argomento determinante della politica austriaca, sia come babau buono per la caccia alle streghe.
Non pochi attacchi sono giunti anche a Karin Kneissl, ministro degli Affari Esteri di quel governo, colpevole di essere amica di Putin al punto da averlo come testimone al suo matrimonio, e ballarci pure insieme.
Come riportato da Renovatio 21, la Kneissl ha con estrema lucidità indicato il ruolo che in questi mesi, anche prima del conflitto, ha avuto la Gran Bretagna nello spingere il conflitto ucraino.
Nel frattempo, l’Austria è diventata un incubo pandemico che, dopo indicibili e pazzotiche privazioni e minacce contro la popolazione non vaccinata, è arrivata al grottesco più conclamato con lo spot della città di Vienna in cui una siringa gigante picchia due non vaccinati e li trascina al centro vaccinale con la forza.
L’Austria ha già espresso scetticismo sul divieto del gas russo, e lo Stato è spaventato al punto che il capo dei servizi di sicurezza ed intelligence (DNS) Omar Haijawi-Pirchner ha dichiarato che sono possibili rivolte nel Paese a causa della crisi energetica.
Come riportato da Renovatio 21, la FPÖ oggi è tornata in testa ai sondaggi come primo partito del Paese.
Immagine di Gregor Tatschl via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Economia
Softwarista canadese nega di essere Satoshi, l’inventore del Bitcoin
Un progettista di software canadese ha negato di essere il creatore di Bitcoin dopo la pubblicazione di un documentario che afferma di aver risolto il mistero che circonda la criptovaluta più popolare al mondo.
Money Electric: The Bitcoin Mystery, trasmesso martedì sulla rete televisiva statunitense HBO, sostiene che Peter Todd, un uomo di Toronto che collabora alla programmazione principale della valuta digitale, sia in realtà Satoshi Nakamoto, la persona che ha fondato Bitcoin nel 2009. Satoshi ha smesso di postare online ed è in gran parte scomparso dalla vita pubblica nel 2011.
Il trentanovenne canadese, coinvolto nello sviluppo del Bitcoin durante i suoi primi anni, ha poi negato ogni accusa.
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«Non sono Satoshi», ha scritto Todd in un’e-mail alla rivista TIME. «Ho scoperto Bitcoin per la prima volta leggendo il white paper, come ho detto pubblicamente molte volte».
Il documentario di 100 minuti presenta prove in gran parte indiziarie, tra cui l’uso dell’inglese britannico-canadese nei post del forum da parte di Satoshi.
Il regista Cullen Hoback – già noto per un’eccezionale serie documentaria che individuava i probabili veri personaggi dietro QAnon – ha detto di essere «molto, molto sicuro» che Todd sia Satoshi, scrive TIME. «Quando ho messo insieme una lista di perché e perché non potrebbe essere lui, la lista ‘potrebbe non essere lui’ era molto corta».
La pubblicazione ha tuttavia citato altri quattro primi «Bitcoiner» che avrebbero espresso scetticismo sul fatto che Todd avesse effettivamente le capacità di programmazione necessarie per creare il token di criptovaluta più importante al mondo.
L’identità di Satoshi Nakamoto, pseudonimo dell’autore di un white paper intitolato «Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System» del 2008, rimane un mistero. Sono emerse varie teorie, ma a oggi nessuno sa chi sia Nakamoto.
Nel 2021, il CEO di Tesla, Elon Musk, ha affermato che l’esperto di criptovalute iper-riservato Nick Szabo potrebbe essere il creatore della criptovaluta più popolare al mondo.
Uno dei candidati più celebrati era un ingegnere informatico nippo-americano di 75 anni di nome Dorian Satoshi Nakamoto. Nel 2014, è diventato oggetto di un ampio reportage della rivista Newsweek, che sosteneva di aver identificato l’inventore di Bitcoin. L’uomo, tuttavia, ha negato qualsiasi coinvolgimento nella criptovaluta.
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Il mistero che circonda l’identità del creatore di Bitcoin è stato descritto come un fattore che ha contribuito alla popolarità del token. Secondo Austin Campbell, professore alla Columbia Business School, «Il fatto che Bitcoin sia stato in un certo senso messo in circolazione e poi Satoshi sia scomparso è parte integrante del suo successo».
Se Satoshi venisse identificato, potrebbe rischiare di essere arrestato per evasione fiscale, violazione di regolamenti finanziari e di altro tipo, data l’incriminazione di personaggi di alto profilo nel mondo delle criptovalute come Changpeng Zhao. Il fondatore del principale exchange di criptovalute al mondo, Binance, è stato condannato a quattro mesi di prigione ad aprile dopo essersi dichiarato colpevole di aver violato le leggi sul riciclaggio di denaro.
Gli analisti hanno avvertito che se l’identità di Satoshi venisse rivelata, potrebbe vendere i suoi oltre un milione di Bitcoin e far crollare il prezzo del token dall’attuale livello di 57.766 dollari.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa l’FBI aveva risposto a una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA) da parte di un giornalista, insinuando che il creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto può essere un «individuo terzo» di cui non l’agenzia né conferma né nega di avere dei file.
Recentemente l’investitore miliardario Peter Thiel, creatore con Elon Musk di PayPal, ha rivelato di ritenere di aver conosciuto una persona che protebbe essere Satoshi ad un evento sulle valute digitali precedente al lancio del Bitcoin «sulla spiaggia di Anguilla nel febbraio del 2000». Thiel aveva investito in Bitcoin dopo aver dichiarato che «potrebbe essere un’arma finanziaria cinese contro gli USA».
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Un ospite di Tucker Carlson, l’impreditore informato Ajmad Masad, ha ipotizzato che Satoshi potrebbe essere invece il programmatore rodesiano Paul Leroux, creatore nel 1999 dei software di criptaggio E4M («Encryption for the Masses») e TrueCrypt, poi arrestato negli USA per narcotraffico. Il Leroux sta ora scontando una condanna ad un quarto di secolo nelle prigioni statunitensi. Un articolo si Wired nota che l’arresto di Le Roux e gli ultimi post di Satoshi Nakamoto sul repository originale di Bitcoin sono avvenuti più o meno nello stesso periodo.
Carlson ad un recente evento sulle critpovalute, al quale ha partecipato anche Trump, ha dichiarato che il Bitcoin potrebbe essere stato creato dalla CIA.
Trump, che ha promesso che farà degli USA la superpotenza delle criptovalute, lo scorso mese ha fatto la sua prima transizione pubblica in Bitcoin comprando un cheeseburgherro. Negli scorsi mesi, il candidato ha reiterato la sua volontà di dare la grazia a Ross Ulbricht, gestore del marketplace del Dark Web Ross Ulbricht in carcere da oramai più di una decade.
Come riportato da Renovatio 21, un’iniziativa crypto della famiglia Trump è stata hackerata il mese scorso.
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Economia
Sachs: gli USA trasformano il dollaro in un’arma
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Economia
Cuba vuole entrare nei BRICS
Cuba ha ufficialmente presentato domanda per entrare a far parte dei BRICS come stato partner, ha rivelato l’alto funzionario del Ministero degli Esteri Carlos Pereira. L’ambasciatore russo all’Avana, Viktor Coronelli, ha dichiarato il mese scorso che il Presidente Vladimir Putin aveva esteso un invito alla sua controparte cubana, Miguel Diaz-Canel, per partecipare a un imminente vertice dei BRICS a Kazan.
In un post su X di martedì, Pereira ha scritto: «Cuba ha ufficialmente presentato domanda di adesione ai BRICS come paese partner in una missiva al presidente russo, Vladimir Putin, che detiene la presidenza del gruppo».
#Cuba ha solicitado oficialmente su incorporación a los BRICS como “País Socio”, a través de una misiva al presidente de Rusia, Vladimir Putin, quien ostenta la Presidencia del Grupo, que se consolida como actor clave en la geopolítica global y esperanza para los países del Sur. pic.twitter.com/gapdhZ0pTi
— Carlos M. Pereira (@cmphcuba) October 7, 2024
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Il diplomatico cubano, che è direttore generale per gli affari bilaterali, ha definito il gruppo un «attore chiave nella geopolitica globale e una speranza per i paesi del Sud».
I BRICS sono stati originariamente fondati nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina, con l’adesione del Sudafrica nel 2011. Quest’anno, altri quattro paesi (Egitto, Iran, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti) sono diventati ufficialmente membri del gruppo, con l’Arabia Saudita che sta attualmente ultimando il processo di adesione.
Durante un incontro dei rappresentanti della sicurezza dei BRICS a San Pietroburgo il mese scorso, Putin ha rivelato che «ad oggi, circa tre dozzine di Paesi, 34 stati per l’esattezza, hanno dichiarato il loro desiderio di unirsi alle attività del nostro gruppo». Ha aggiunto che gli attuali stati membri avevano concordato di discutere la concessione dello status di partner ad alcune di queste nazioni e di approvare potenzialmente alcune delle offerte durante il vertice di Kazan dal 22 al 24 ottobre.
Se concordato, lo status di partner diventerà una nuova forma di adesione parziale per i paesi aspiranti, destinata a rappresentare una transizione graduale verso la piena integrazione nel gruppo.
A fine settembre, il ministro degli Esteri bielorusso Maksim Ryzhenkov ha affermato che almeno dieci nuovi membri, tra cui il suo Paese, avrebbero potuto essere ammessi all’evento.
All’inizio dello stesso mese, l’assistente presidenziale russo Yury Ushakov ha confermato che la Turchia aveva ufficialmente presentato domanda di adesione ai BRICS, diventando il primo Stato della NATO a farlo.
Tra le altre nazioni che hanno espresso il desiderio di entrare a far parte dei BRICS ci sono Azerbaigian, Algeria, Vietnam, Indonesia, Pakistan, Malesia, Nigeria, Thailandia, Venezuela, Kazakistan, Palestina, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Bangladesh, Bahrein, Kuwait, Senegal e Bolivia.
Con gli attuali stati membri che rappresentano il 28% del prodotto interno lordo nominale mondiale, Putin ha annunciato il mese scorso che il gruppo ha «lavorato per creare il nostro sistema di pagamento e regolamento». Ciò aiuterebbe a garantire «l’assistenza efficace e indipendente di tutto il commercio estero» tra gli Stati membri, ha spiegato.
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Immagine di travelmag.com via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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