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Vaccini

Il vaccino mRNA è una tecnologia militare del Pentagono

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Come il GPS, come Internet, come tante altre invenzioni che oggi usiamo tutti i giorni, anche il vaccino mRNA è un trasferimento tecnologico che dai militari arriva alla società civile.

 

Moderna, la prima azienda negli Stati Uniti ad aver partecipato nel 2020 a studi clinici con un vaccino per il virus è stata finanziata dalla DARPA – una sorta di misterioso braccio ricerca & sviluppo dell’onnipotente esercito USA. Così è stata la seconda, Inovio Pharmaceuticals.

 

E così anche il programma P3, il primo studio al mondo sugli esseri umani di un potenziale trattamento anticorpale per il COVID-19.

 

Su tutta la tecnologia di risposta al coronavirus, c’è il marchio DARPA.

 

Il vaccino mRNA è un trasferimento tecnologico che dai militari arriva alla società civile

«L’agenzia del Pentagono ha svolto un ruolo significativo nel far progredire la scienza che sta rendendo possibile il ritmo veloce e stabilendo una stella polare per i ricercatori» scriveva il Washington Post nel giugno 2020.

Fondata nel 1958 in risposta al lancio dello Sputnik da parte dell’Unione Sovietica, la DARPA è stata creata dal presidente Dwight D. Eisenhower per un senso di urgenza nei confronti delle innovazioni tecnologico-militari, dove gli americani cominciavano a sentirsi inferiori rispetto ai russi.

L’agenzia di ricerca scientifica militare non inventa le cose da sé. Piuttosto, i suoi funzionari guardano attraverso il panorama scientifico americano – università, laboratori militari e appaltatori della difesa – e incanalano le tecnologie emergenti in mega tentativi rischiosi per prevenire un altro Sputnik.

Come riportato da Renovatio 21, la DARPA è dietro a tecnologie di interfaccia cervello-macchina, eserciti di api clonate, pillole anti-aging per soldati, microchip vaccinali, zanzare OGM,  armate di insetti militarizzati, droghe psicoattive per ridurre gli esseri umani al conformismo, nanotecnologie e biosensori, vaccini autopropaganti e chissà cos’altro di cui non abbiamo contezza.

I progetti stravaganti dell’agenzia hanno un alto rischio di fallimento, ma se hanno successo, trasformano anche l’esercito americano e forse anche la società.

«L’agenzia del Pentagono ha svolto un ruolo significativo nel far progredire la scienza che sta rendendo possibile il ritmo veloce e stabilendo una stella polare per i ricercatori»

Nel corso degli anni, i progetti finanziati dalla DARPA hanno creato gli elementi costitutivi del GPS, il primo mouse per computer e i protocolli alla base della moderna Internet – che inizialmente si chiamava Arpanet, perché la DARPA un tempo aveva nome ARPA. L’agenzia ha aperto la strada alla tecnologia stealth che ha reso i caccia americani quasi invisibili ai radar nemici. E ha messo sul campo uno stuolo di nuove armi, inclusi i droni.

Negli anni successivi agli attacchi dell’11 settembre 2001, una serie di incidenti con l’antrace, combinati con l’Intelligence esterna su potenziali minacce biologiche, accrebbero i timori del bioterrorismo e hanno spinto la DARPA a investire in modi più rapidi per rispondere, inclusa la tecnologia per accelerare lo sviluppo del vaccino, individuare i virus emergenti e accelerare la produzione farmaceutica.

Attorno al 2010, prendendo spunto dalla pandemia di influenza del 1918, la DARPA realizzò come un nuovo agente patogeno, proveniente da un’altra specie o dal laboratorio di un nemico, potesse paralizzare l’esercito americano sul campo.

 

«Se abbiamo bisogno di schierare qualcuno in pericolo e c’è un nuovo virus, non abbiamo tempo di aspettare un nuovo vaccino», disse Dan Wattendorf, un ufficiale medico dell’aeronatica. «Potrebbe essere un decennio».

 

La DARPA lanciò così  un programma chiamato ADEPT, che investì 291 milioni di dollari dal 2011 al 2019 in una serie di tecnologie – incluso un dispositivo delle dimensioni di una carta di credito per la scoperta rapida di anticorpi sviluppato dalla società AbCellera con sede a Vancouver – che, prese insieme, potrebbero ridurre significativamente le tempistiche per i vaccini e gli anticorpi.

 

Il corpo umano stesso diventa una fabbrica di vaccini. Al costo di un’alterazione genetica, di una sorta di malattia autoimmunitaria indotta geneticamente

Il dottor Wattendorf sapeva già cosa fare: il primo tra gli obiettivi del programma divenne la creazione di vaccini e anticorpi innestando il codice genetico.

 

Wattendorf aveva, in pratica, compreso che la genetica era la nuova frontiera dei farmaci immunizzanti: una soluzione con preparazione e esecuzione rapida, come l’informatica – del resto la genetica è, come l’informatica, basata su un codice. I vaccini genici che stiamo inoculando ora a miliardi di persone in multiple dosi vengono tutti da questa idea, da questa strada aperta a suon di milioni dal Pentagono per la difesa biologica.

 

I vaccini tradizionali iniettano quello che è noto come antigene, di solito un frammento di virus vivo o disattivato, sufficiente a provocare una risposta protettiva del sistema immunitario. Gli antigeni sono in genere prodotti in un lungo processo che comporta la crescita di virus vivi in altre cellule, che vanno dai resti di feto abortito ai reni di scimmia verde, a cellule di cane, lombrico, insetto, uovo, cancro di mucca, etc.

Wattendorf invece voleva rivoluzionare completamente l’approccio: iniettando un codice genetico che spinge il corpo umano a creare l’antigene nelle proprie cellule, si elimina il lungo e costoso processo di produzione dei vaccini. Nella nuova tecnologia vaccinale immaginata da Wattendorf, il sistema immunitario riconosce l’antigene nelle cellule e lancia una risposta protettiva.

Diveniva chiaro che si era dinanzi ad un approccio universale unico per tutti, per qualsiasi malattia: nel futuro che già si prefigurava, gli scienziati avrebbero avuto bisogno solo del codice genetico di un virus per creare un vaccino

Il corpo umano stesso diventa una fabbrica di vaccini. Al costo di un’alterazione genetica, di una sorta di malattia autoimmunitaria indotta geneticamente.

Nel 2010, gli scienziati avevano testato l’idea usando il DNA con risultati contrastanti. Wattendorf voleva provare il fratello a filamento singolo del DNA, l’RNA. In caso di successo, l’RNA potrebbe essere utilizzato per sviluppare sia vaccini che anticorpi, accorciando i tempi di sviluppo da anni a giorni prima degli studi clinici, sosteneva il dottore DARPA.

Diveniva chiaro che si era dinanzi ad un approccio universale unico per tutti, per qualsiasi malattia: nel futuro che già si prefigurava, gli scienziati avrebbero avuto bisogno solo del codice genetico di un virus per creare un vaccino.

Vi erano problemi materiali ritenuti un tempo insormontabili. L’RNA è instabile nell’ambiente e altamente suscettibile alla degradazione. Non era chiaro come farlo entrare in una cellula umana. Al National Institutes of Health, dove Wattendorf aveva lavorato in precedenza, la ricerca sui vaccini a DNA aveva presentato problemi, per cui pochi volevano correre il rischio di provare anche l’RNA.

 

Wattendorf nel frattempo ha lasciato la DARPA e ora lavora alla Bill and Melinda Gates Foundation. Dai segreti militari a Bill Gates, passando per il deltoide di miliardi di persone

Nel 2019, un progetto DARPA finanziato presso la società Moderna con sede nel Massachusetts dimostrò in uno studio clinico di fase 1 che l’RNA poteva effettivamente fornire un anticorpo all’uomo  contro la chikungunya, che viene da un virus trasmesso dalle zanzare. Era la vittoria di Wattendorf che arrivava dopo anni in cui la DARPA aveva finanziato lo sforzo.

Nel 2020 Moderna divenne quindi la prima azienda  a partecipare agli studi di Fase 1 con un vaccino contro il COVID utilizzando l’RNA. La società ha iniettato il suo primo test in un essere umano 66 giorni dopo aver ricevuto il codice genetico del virus. Il vaccino sarebbe arrivato lo stesso anno: l’idea della tecnologia genetica  militare in grado di vaccinare le truppe in breve tempo era stata quindi trasferita in sede civile – iniettata letteralmente nella vita di miliardi di persone.

 

Wattendorf nel frattempo ha lasciato la DARPA e ora lavora alla Bill and Melinda Gates Foundation. Dai segreti militari a Bill Gates, passando per il deltoide di miliardi di persone.

 

Oligarcato

Il Kenya sospende temporaneamente l’immunità diplomatica per la Fondazione Gates

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

La scorsa settimana l’Alta Corte del Kenya ha sospeso l’immunità diplomatica concessa a ottobre dal governo keniota alla Fondazione Bill & Melinda Gates. La sentenza del 25 novembre, innescata da un ricorso legale presentato contro il governo, sarà riesaminata il 5 febbraio 2025.

 

La Fondazione Bill & Melinda Gates non ha più immunità e privilegi diplomatici in Kenya, almeno per ora. L’Alta Corte del Kenya ha sospeso l’immunità dopo che la Law Society of Kenya ha presentato un ricorso legale contro il governo.

 

Il governo keniota ha riconosciuto in ottobre la Gates Foundation e i suoi dipendenti come un trust di beneficenza con diritti speciali in Kenya, ai sensi del Privileges and Immunities Act. Il nuovo status ha esentato la fondazione e i suoi dipendenti in Kenya da azioni legali per atti compiuti in Kenya come parte di doveri ufficiali.

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Tuttavia, la sentenza del 25 novembre del giudice Bahati Mwamuye sospende l’immunità almeno fino al 5 febbraio 2025, quando un tribunale «esaminerà i progressi e fisserà una data per l’udienza per le osservazioni orali sulla petizione».

 

La sentenza impone inoltre a tutti gli imputati, tra cui il ministro degli esteri del Kenya e l’ufficio legale dello Stato, di «raccogliere, conservare e compilare tutta la documentazione relativa ai privilegi concessi alla Fondazione Gates, compresi i dettagli dell’accordo di cooperazione», sotto la minaccia di conseguenze legali in caso di inosservanza.

 

Secondo quanto riportato da Eastleigh Voice, la Fondazione Gates e il governo keniano hanno tempo fino al 10 dicembre per rispondere.

 

I privilegi diplomatici hanno permesso alla Fondazione Gates di «impegnarsi in contratti, azioni legali e transazioni immobiliari all’interno del Paese» e hanno garantito alla fondazione «esenzioni fiscali e immunità da azioni legali relative ai loro doveri ufficiali», lasciando molti keniani «con le sopracciglia alzate», ha riferito Kenyans.co.ke.

 

Nella sua contestazione legale, la Law Society of Kenya ha affermato che l’immunità «mina l’interesse pubblico e i principi costituzionali» e ha sostenuto che la decisione del governo dovrebbe essere dichiarata nulla e non avvenuta.

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Gates «tiene i governi in ostaggio»

Il dottor David Bell, medico della sanità pubblica e ricercatore senior presso il Brownstone Institute, ha affermato che la sospensione dell’Alta Corte «dimostra che il sistema keniano funziona come dovrebbe».

 

«Dal punto di vista del cittadino medio keniano, concedere l’immunità a un vasto gruppo di stranieri che lavorano per una fondazione privata… con interessi finanziari nei farmaci che viene loro detto di assumere dovrebbe essere davvero allarmante», ha affermato Bell.

 

Shabnam Palesa Mohamed, direttore esecutivo di Children’s Health Defense Africa e fondatore dell’organizzazione di difesa sanitaria Transformative Health Justice, ha affermato che Gates «opera da una posizione di immensa ricchezza finanziaria e quindi di influenza politica. Utilizzando meccanismi di carota (finanziamenti) e bastone (ritiro dei finanziamenti), tiene i governi in ostaggio».

 

Mohamed ha definito «orribile» la decisione del governo keniano di offrire l’immunità alla Fondazione Gates, affermando che dimostra che «i nostri governi sono prigionieri».

 

Ha aggiunto:

 

«Le conseguenze negative di questa scioccante decisione sono di vasta portata. Includono l’erosione della responsabilità, il trattamento diseguale nella legge, il danno alla sovranità nazionale, la presa in giro della trasparenza e della partecipazione pubblica».

 

Tim Hinchliffe, direttore di The Sociable, ha affermato di credere che gli sforzi di Gates per ottenere l’immunità diplomatica in Paesi come il Kenya siano legati a fini di lucro.

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«Ovunque vada Gates, si riempie le tasche con la scusa della filantropia, mentre lui se ne sta seduto a riscuotere i profitti dei suoi investimenti, indipendentemente dal risultato», ha detto Hinchliffe.

 

«Quando hai così tanta ricchezza e potere, quando hai un’organizzazione che contribuisce di più al bilancio annuale dell’OMS rispetto alla maggior parte degli stati nazionali, allora puoi comprarti la strada per tutto ciò che vuoi, inclusa l’immunità diplomatica», ha detto Hinchliffe. «Ma quell’immunità può durare solo per un po’».

 

Per altri esperti, il tentativo di Gates di ottenere l’immunità diplomatica è un tentativo di proteggersi dalle conseguenze legali delle sue azioni e di quelle della Fondazione Gates.

 

La dottoressa Meryl Nass, fondatrice di Door to Freedom, ha dichiarato a The Defender: «Si dovrebbe supporre che nessuna entità cercherebbe tale immunità a meno che non pensasse di poter essere a rischio di sanzioni legali».

 

Nass ha aggiunto:

 

«Gates è stato accusato di molti reati, tra cui pratiche commerciali monopolistiche, per aver condotto una sperimentazione clinica su ragazze in India, associata a morti infantili e mancanza di consenso informato. È stato certamente accusato di pubblicità ingannevole di prodotti agricoli in India e in Africa».

 

Francis Boyle, JD, Ph.D., professore di diritto internazionale presso l’Università dell’Illinois, ha affermato: «È piuttosto bizzarro che abbiano concesso a Gates privilegi e immunità in base alla loro legislazione nazionale in primo luogo. Ovviamente, questo è stato un tentativo da parte di Gates di proteggere se stesso e i suoi complici da procedimenti penali e responsabilità civile in Kenya».

 

Gates sta attualmente affrontando una causa nei Paesi Bassi intentata da sette vittime di danni causati dal vaccino contro il COVID-19 e sta affrontando sfide legali in almeno un altro Paese, l’India, per danni connessi ai vaccini.

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L’immunità di Gates in Kenya crea «un precedente pericoloso»

La Fondazione Gates ha già difeso la decisione del governo keniota di concederle l’immunità diplomatica, affermando che la fondazione opera «secondo i tipici accordi che il Kenya stipula con altre fondazioni e organizzazioni non profit».

 

Anche il Primo Segretario di Gabinetto del Kenya, Musalia Mudavadi, ha difeso la decisione, descrivendola come una prassi diplomatica di routine e sottolineando la crescente presenza della fondazione in Kenya, inclusa l’istituzione all’inizio di questo mese di un ufficio subregionale a Nairobi, la capitale del Kenya.

 

«L’ufficio amplierà e migliorerà il lavoro della Fondazione nei settori sanitario, agricolo e delle ICT [tecnologie dell’informazione e della comunicazione] in Kenya», ha riferito Tuko.

 

Tuttavia, secondo Capital FM, «la decisione di estendere l’immunità diplomatica ha scatenato un ampio dibattito sulla responsabilità. I ​​critici sostengono che i privilegi proteggono la Fondazione dal controllo legale, creando un pericoloso precedente».

 

Mohamed ha detto a The Defender che concedere l’immunità a Gates in Kenya crea pressioni diplomatiche ed economiche sugli altri Paesi africani affinché offrano simili esenzioni legali. Ha detto:

 

«Data l’influenza di Gates e la portata delle sue iniziative filantropiche in tutto il continente, i Paesi confinanti potrebbero sentirsi obbligati a seguire l’esempio del Kenya per attrarre o trattenere gli investimenti e i programmi di Gates, in particolare in sanità, istruzione e agricoltura. Ciò potrebbe portare a un effetto domino, in cui più nazioni africane si sentirebbero obbligate a concedere l’immunità».

 

«Ciò comprometterà l’autonomia dei Paesi africani sui loro sistemi legali e creerà una serie di attori stranieri che operano al di fuori della giurisdizione delle leggi locali, indebolendo la governance e creando un precedente in cui le esenzioni vengono concesse in base alla ricchezza o all’influenza, piuttosto che al merito o alla necessità, ponendo rischi per la sovranità legale e la governance equa in tutto il continente».

 

Catherine Austin Fitts, fondatrice e direttrice del Solari Report ed ex assistente segretario statunitense per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano, ha affermato che l’immunità concessa alla Fondazione Gates rientra in una tendenza in atto secondo cui anche le principali organizzazioni internazionali ottengono simili privilegi.

 

«Da quando abbiamo creato una banca centrale con immunità sovrana nel 1930, la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), abbiamo assistito alla creazione costante di organizzazioni internazionali che godono di immunità sovrana, nonché di trattati internazionali che sovvertono il diritto nazionale e locale», ha affermato Fitts. «Non sorprende che ciò sia stato seguito dalla costante erosione dello stato di diritto e dalla centralizzazione della proprietà e della ricchezza… consentendo a una manciata di élite di fare guerra alla popolazione e di impossessarsi di beni».

 

Nel caso della Fondazione Gates, Fitts ha affermato di credere che «concedere l’immunità diplomatica alla Fondazione Gates riduce i costi della prototipazione del controllo completo della fondazione con ID digitale, riducendo al contempo la popolazione con vaccini».

 

Secondo un’indagine del 2022 di Corey Lynn, «gli Stati Uniti hanno concesso a 76 organizzazioni internazionali pubbliche immunità, privilegi ed esenzioni fiscali a partire dal 1946, appena 10 anni dopo che la BIS aveva ampliato le sue immunità con la Convenzione dell’Aja del 1936».

 

Un’organizzazione che gode di tale immunità è il GAVI, The Vaccine Alliance, una partnership pubblico-privata internazionale che promuove la vaccinazione, fondata nel 1999 dalla Gates Foundation. La fondazione detiene uno dei quattro seggi permanenti nel consiglio del GAVI e finanzia pesantemente l’organizzazione fino a oggi.

 

Secondo Lynn, «quasi subito dopo la seconda guerra mondiale, il Congresso approvò l’International Organizations Immunities Act, che divenne legge il 29 dicembre 1945. Questo stabilì immunità, privilegi ed esenzioni fiscali per le organizzazioni internazionali che potrebbero non essere considerate organizzazioni internazionali secondo le regole del diritto internazionale».

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Il coinvolgimento di Gates in Africa riguarda vaccini, agricoltura, identità digitale

Gli ingenti investimenti di Gates in Africa comprendono il coinvolgimento in settori quali l’agricoltura, la sanità pubblica e, più di recente, l’identificazione digitale in Kenya.

 

A ottobre, Business Daily Africa ha riferito che la Gates Foundation consiglierà il Kenya sul lancio di Maisha Namba, un nuovo sistema di identificazione digitale. Secondo Reclaim the Net, «il piano prevede che a ogni neonato venga assegnato un Maisha Namba, che rimarrà con loro per tutta la vita».

 

Molti degli investimenti della Fondazione Gates nell’agricoltura africana sono finanziati tramite l’AGRA con sede a Nairobi, precedentemente nota come Alliance for a Green Revolution in Africa. La fondazione è co-fondatrice dell’AGRA e il suo più grande donatore.

 

Le pratiche di Gates/AGRA sono state criticate da gruppi per i diritti umani e ambientalisti, e da alcuni agricoltori africani, che hanno accusato la Fondazione Gates di «fare Dio» e di usare «la sua enorme influenza politica e monetaria per escludere idee alternative». La ricerca ha dimostrato che le iniziative supportate da AGRA hanno fallito, a volte portando ad un aumento della fame.

 

Le attività della Fondazione Gates in Africa includono anche lo sviluppo e la distribuzione di vaccini, un programma per implementare la circoncisione di massa in Swaziland e Zambia per frenare la trasmissione dell’HIV e il progetto «Target Malaria», che ha proposto di porre fine alla malaria introducendo zanzare geneticamente modificate, o OGM.

 

Secondo Mohamed, «la Fondazione Gates finanzia programmi universitari e, così facendo, influenza le politiche e la direzione dei programmi». La Fondazione Gates e l’Unione Europea hanno investito oltre 100 milioni di dollari per istituire un ente regolatore africano per la droga.

 

Rivolgendosi all’opposizione ai piani di Gates in Kenya, Hinchliffe ha affermato: «Come abbiamo visto più e più volte, quando le persone iniziano a svegliarsi e a ribellarsi all’ingiustizia, quel tipo di immunità diplomatica inizia a scomparire piuttosto rapidamente».

 

«Se alla Fondazione Gates venisse nuovamente concessa l’immunità, per me sarebbe un segnale di allarme per una corruzione di massa».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 2 dicembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Immagine di European Union, 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

 

 

 

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Vaccini

Fauci ha ammesso a Kennedy che nessuno dei 72 vaccini pediatrici obbligatori per i bambini è mai stato testato per la sicurezza

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Robert F. Kennedy Jr., candidato dal presidente eletto Donald Trump alla guida del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) ha raccontato che quando è stato minacciato di una causa legale, il dottor Anthony Fauci ha dovuto alla fine rimangiarsi le sue parole e ammettere che nessuno dei 72 vaccini attualmente obbligatori per i bambini negli Stati Uniti è mai stato testato sulla sicurezza.   «Per molti anni ho detto che nessuno dei 72 vaccini obbligatori per i bambini è mai stato testato sulla sicurezza in studi controllati con placebo prima della licenza», ha esordito Kennedy, parlando a un evento dell’Hillsdale College un anno fa in un video riemerso di recente. «Nemmeno uno».   Fauci è arrivato al punto di definire Kennedy «un bugiardo».

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Quando dopo l’elezione del 2016 presidente Trump nominò Kennedy a capo di una commissione per la sicurezza dei vaccini, Trump ordinò a Fauci e Collins di incontrarlo insieme al consulente della Casa Bianca presente.   Kennedy ha detto a Fauci: «Dici che sto mentendo. Per otto anni hai detto che sto mentendo», e ha sfidato Fauci a «mostrarmi lo studio» che dimostra che la moltitudine di vaccini che i bambini americani sono tenuti a ricevere sono stati testati per la sicurezza.   Fauci ha affermato di non averlo con sé. «È a Bethesda [luogo della sede dell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive, o NIAID, diretto da Fauci, ndr]. Te lo mando».   «Non l’ho mai avuto», ha detto Kennedy, «quindi gli ho fatto causa».   «Dopo averci fatto ostruzionismo per un anno, i loro avvocati ci hanno incontrato sui gradini del tribunale e ci hanno detto, “Sì, avete ragione. Non abbiamo mai fatto nessuno studio”», ha detto Kennedy.   Kennedy ha continuato spiegando quanto siano stati redditizi per l’industria farmaceutica i vaccini pediatrici imposti dal governo:   «Non c’è alcuna responsabilità a valle, non ci sono test di sicurezza iniziali (il che fa risparmiare loro un quarto di miliardo di dollari) e non ci sono costi di marketing e pubblicità, perché il governo federale ordina a 78 milioni di bambini in età scolare di sottoporsi a quel vaccino ogni anno».   «Quale prodotto migliore avresti potuto avere? E così è scoppiata una corsa all’oro per aggiungere tutti questi nuovi vaccini al programma di cui non abbiamo bisogno. La maggior parte di questi vaccini sono inutili. Molti di loro sono per malattie che non sono nemmeno casualmente contagiose».   «Fu una corsa all’oro, perché se riesci a rispettare quella tabella di marcia, per la tua azienda si tratta di un miliardo di dollari all’anno. E in molti casi è l’NIH a guadagnare le royalty».   Secondo Kennedy, ancora più scandalosi degli enormi profitti accumulati dalle grandi aziende farmaceutiche sono gli innumerevoli effetti collaterali negativi di tutti quei vaccini non testati.   «Le malattie neurologiche» sono «esplose», ha detto.   «ADHD [Disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ndr], disturbi del sonno, ritardi del linguaggio, ASD [disordini dello spettro autistico, ndr], autismo, sindrome di Tourette, zecche, narcolessia. Sono tutte cose di cui non avevo mai sentito parlare», ha detto Kennedy. «L’autismo è passato da uno su 10.000 nella mia generazione, secondo i dati del CDC, a uno su 34 bambini oggi».

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Kennedy è noto per la sua veemente pluri decennale opposizione ai vaccini, una posizione che ha adottato dopo che le madri dei bambini danneggiati dai vaccini lo hanno implorato di esaminare la ricerca che collega il thimerosal alle lesioni neurologiche, tra cui l’autismo. Ha continuato a fondare Children’s Health Defense, un’organizzazione con la missione dichiarata di “porre fine alle epidemie di salute infantile eliminando l’esposizione tossica”, in gran parte attraverso i vaccini.   Kennedy ha detto a ottobre che Trump gli ha chiesto di riorganizzare e «ripulire» le agenzie sanitarie federali come il CDC e la FDA. Ciò implicherebbe la fine dei conflitti di interesse che favoriscono gli interessi delle aziende farmaceutiche rispetto alla medicina basata sulle prove, secondo Kennedy.   Trump gli ha anche affidato l’incarico di porre fine «all’epidemia di malattie croniche in questo Paese», in particolare quelle tra i bambini.

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Reazioni avverse

Aumentano le prove sul fatto che il CDC ha nascosto i dati sui vaccini COVID e sulla miocardite

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

I documenti condivisi la scorsa settimana con Children’s Health Defense includono e-mail tra alti funzionari delle agenzie sanitarie pubbliche degli Stati Uniti che dimostrano che il ministero della Salute israeliano ha contattato i funzionari della sanità pubblica degli Stati Uniti già il 28 febbraio 2021 in merito a dati che mostravano uno stretto legame tra i vaccini COVID-19 e la miocardite.

 

Secondo i documenti ottenuti tramite una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA), a marzo 2021 il Ministero della Salute israeliano ha identificato un aumento di quasi il 1.000% del rischio di miocardite associato alla seconda dose del vaccino mRNA contro il COVID-19.

 

I documenti, condivisi con Children’s Health Defense (CHD) la scorsa settimana, includono anche e-mail scambiate tra alti funzionari delle agenzie sanitarie pubbliche statunitensi, che dimostrano che il Ministero della Salute israeliano li ha contattati in merito alla miocardite correlata alle iniezioni già il 28 febbraio 2021.

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Il vicedirettore del Ministero della Salute, Roee Singer, ha informato i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) che il Ministero della Salute era preoccupato per «un gran numero di casi di miocardite e pericardite in individui giovani» a seguito della vaccinazione Pfizer e ha cercato di discutere tali preoccupazioni con il CDC.

 

Una fonte che ha ottenuto documenti dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha condiviso i dati di Israele sui tassi di miocardite e la corrispondenza delle agenzie di sanità pubblica degli Stati Uniti con CHD. I documenti includono una presentazione in slide della Divisione di epidemiologia del Ministero della Salute di Israele datata 31 marzo 2021.

 

Le slide hanno mostrato che entro la fine di marzo 2021, 5,2 milioni di israeliani hanno ricevuto la prima dose del vaccino e 4,8 milioni hanno ricevuto la seconda dose. L’incidenza della miocardite dopo la dose 1 è stata di 1,1 per milione e di 11,7 per milione dopo la dose 2, un aumento del 964% dell’incidenza tra le due.

 

Il CDC non ha ammesso pubblicamente il collegamento tra i vaccini anti-COVID-19 e la miocardite fino al 27 maggio 2021, nonostante il Ministero della Salute israeliano lo avesse contattato a febbraio 2021 e l’agenzia avesse diffuso la presentazione delle diapositive subito dopo.

 

La presentazione in slide è stata inclusa in un’e-mail del 5 aprile 2021 che la dott.ssa Lauri Markowitz, co-responsabile del Vaccine Safety Technical Work Group del CDC, ha inviato al suo staff.

 

Karl Jablonowski, scienziato senior del CHD, che insieme al direttore scientifico del CHD Brian Hooker è stato tra i primi a descrivere nei dettagli l’inganno sulla miocardite, ha dichiarato a The Defender che il documento israeliano equivale a uno studio di sorveglianza sulla sicurezza di 5 milioni di persone e segnala la miocardite come un «segnale innegabilmente forte».

 

Jablonowski ha aggiunto:

 

«È inaccettabile che il CDC, il NIH [National Institutes of Health] e la FDA-CBER [US Food and Drug Administration-Center for Biologics Evaluation and Research] fossero in possesso di questo studio in un momento in cui oltre un milione di cittadini statunitensi venivano vaccinati ogni giorno e che tuttavia tali agenzie non abbiano preso alcuna azione osservabile».

 

«Il 2021 è stato l’anno del “sicuro ed efficace”, eppure gli studi sulla sicurezza sono rimasti incompiuti. Se i prodotti di terapia genica riadattati come vaccini fossero stati effettivamente sicuri, sarebbe stata una fortuna».

 

«I cittadini statunitensi sono stati tra gli ultimi a sapere della miocardite indotta dal vaccino, mentre il governo degli Stati Uniti è stato tra i primi a saperlo».

 

Il CHD ha ricevuto i documenti solo pochi giorni dopo che il senatore repubblicano del Wisconsin Ron Johnson aveva chiesto alle agenzie di sanità pubblica di fornire documenti completi e non censurati sullo sviluppo e la sicurezza dei vaccini COVID-19, dopo aver appreso delle ampie censurazioni nei documenti rilasciati in risposta a molteplici richieste FOIA.

 

In una lettera inviata il 19 novembre al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), alla FDA e al CDC degli Stati Uniti, Johnson ha affermato che le espunzioni rendono i documenti quasi impossibili da comprendere. Ha anche affermato che oscurano la comprensione del pubblico di problemi come la miocardite e la pericardite collegate ai vaccini.

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La risposta «imbarazzante» del CDC

La risposta del CDC alle domande sollevate dal Ministero della Salute israeliano, redatta congiuntamente alla FDA, consisteva in una descrizione dei risultati di una semplice ricerca nel database del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) effettuata il 23 febbraio 2021.

 

Si tratta dello stesso tipo di query che qualsiasi cittadino può effettuare nel database: cercare il numero di voci nel VAERS per la miocardite e il vaccino anti-COVID-19 e riassumere i dettagli dei resoconti dei casi.

 

«È una risposta imbarazzante, poiché il Ministero della Salute avrebbe potuto eseguire una propria query sulla fonte di dati disponibile al pubblico e trovare maggiori dettagli e informazioni più aggiornate», ha affermato Jablonowski.

 

La risposta non includeva nessuna delle analisi più sofisticate del database VAERS che ogni agenzia era tenuta a svolgere nell’ambito della propria sorveglianza VAERS di routine.

 

Secondo le Procedure operative standard VAERS co-sponsorizzate per COVID-19, datate 29 gennaio 2021, il CDC e la FDA coordinerebbero il monitoraggio per ♫potenziali nuovi problemi di sicurezza per i vaccini COVID-19».

 

Secondo il documento, ogni agenzia utilizzerebbe un diverso approccio standard al data mining per individuare potenziali segnali di sicurezza. Il CDC eseguirebbe il data mining del rapporto di reporting proporzionale settimanalmente o secondo necessità.

 

La FDA condurrà ogni due settimane una revisione manuale approfondita degli eventi avversi gravi utilizzando il data mining bayesiano empirico.

 

Utilizzando questi diversi metodi statistici, le agenzie dovrebbero poi confrontare gli eventi avversi correlati al vaccino COVID-19 con quelli correlati ai vaccini non COVID-19 per identificare segnali di sicurezza.

 

Le agenzie non hanno reso pubblici questi dati.

 

Nel gennaio 2023, CHD ha intentato una causa FOIA contro la FDA richiedendo documenti relativi al monitoraggio della sicurezza dei vaccini COVID-19 da parte dell’agenzia tramite VAERS. Nel febbraio 2023, CHD ha intentato una causa FOIA simile contro il CDC.

 

Un giudice ha dato alla FDA tempo fino ad agosto 2026 per iniziare a elaborare la richiesta di CHD. Il caso del CDC è sospeso fino a gennaio 2025, quando ci sarà una conferenza di stato tra le parti per discutere se la sospensione sarà estesa o revocata.

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Peter Marks della FDA si chiede se sia il caso di informare il pubblico del rischio di miocardite

Invece di fornire al pubblico informazioni sui rischi della miocardite associata al vaccino non appena ne sono venuti a conoscenza, i documenti FOIA indicano che le agenzie hanno fatto tutto il possibile per ridurre al minimo la percezione pubblica del rischio e hanno discusso se rendere pubbliche tali informazioni.

 

Nel maggio 2021, l’allora direttrice del CDC Rochelle Walensky e altri funzionari del CDC hanno valutato se emettere un avviso pubblico sul rischio di miocardite da vaccinazione. Hanno redatto un annuncio Health Alert Network, che è il modo in cui comunicano «incidenti urgenti di salute pubblica» con addetti alle informazioni pubbliche, professionisti, clinici e funzionari della sanità pubblica locale.

 

L’agenzia non ha mai emesso l’allerta. Invece, il CDC ha pubblicato informazioni sul suo sito web il 22 maggio 2021, indicando che erano stati segnalati «casi aumentati di miocardite e pericardite», ma il CDC continua a raccomandare il vaccino per tutti i soggetti di età pari o superiore a 12 anni.

 

In un’e-mail del 27 maggio 2021 del direttore del CBER Peter Marks a Walensky, Marks sembrava chiedersi se anche il post sul sito web fosse necessario. Ha chiesto a Walensky: «puoi aiutarmi a capire perché lo stiamo facendo quando pediatri e altri membri della comunità sembrano già esserne consapevoli?»

 

Jablonowski ha detto:

 

«Quando alla fine abbiamo avuto la prova che le agenzie federali stavano affermando la sicurezza pur sapendo che era un danno, ho pensato che mi sarei sentito sollevato. Sollievo che i dottori non avrebbero più seguito così ciecamente i dettami del CDC, che i funzionari eletti non avrebbero più spogliato così audacemente le libertà individuali, che i danneggiati dai vaccini avrebbero trovato giustizia e che coloro che si erano espressi in tempi impossibili e avevano pagato un prezzo alto sarebbero stati giustificati».

 

«Ora che abbiamo la prova mi sento solo triste. Se il CDC fosse stato onesto avremmo fatto scelte diverse. La nostra perdita di vite umane e la perdita di qualità della vita non sarebbero state così grandi, e le fratture tra le nostre famiglie e le nostre amicizie non sarebbero state così profonde».

 

«Coloro che sono consapevoli del rischio dei vaccini vengono spesso criticati per essere contrari al progresso. È un mondo capovolto in cui i cittadini che pongono le domande necessarie per far progredire la salute umana vengono etichettati come contrari al progresso, mentre coloro che mettono incautamente a repentaglio la salute umana vengono considerati pro-progresso».

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 27 novembre 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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