Pensiero
La potenza atomica europea al collasso politico e sociale: cosa accadrà alla Francia?

Succede che le elezioni francesi hanno mostrato qualcosa di prevedibile ma al contempo incredibile. Succede che la situazione di Parigi, oramai, è considerabile solo come pericolosissima.
Andiamo con ordine: le elezioni sembrava le dovesse vincere, anzi, stravincere, la Le Pen con il suo delfino Bardella. L’«estrema destra» al potere a Parigi: si era a pochi metri. Come hanno notato molti osservatori, Macron – l’uomo del sistema, forse in maniera così profonda ed esoterica che non ancora possiamo comprendere – ha manovrato così bene che invece al potere ci andrà l’estrema sinistra del Nouveau Front Populaire.
Capito? In meno di qualche giorno, da una Francia di estrema destra ci siamo ritrovati in una Francia di estrema sinistra. Interessante.
Rubo le considerazioni di David Sacks, investitore americano che viene dalla cosiddetta «PayPal mafia», il gruppo di ragazzi (da Musk a Peter Thiel ad una manciata di altri) che hanno creato gran parte di internet così come la conosciamo ora.
«Macron ha cospirato con l’NFP per eliminare 200 candidati dal ballottaggio, assicurando che RN vincesse il terzo maggior numero di seggi anche se aveva la percentuale più alta di voti. Ciò potrebbe essere stato legale, ma non è stato “solo” il voto a produrre questo risultato».
Yes they voted, but for a reduced set of choices. Macron conspired with NFP to drop 200 candidates from the ballot, ensuring RN won the 3rd most seats even though it had the highest % of the vote. It may have been legal but let’s not pretend “just voting” produced this result. https://t.co/fFxk5PKUM3 pic.twitter.com/vWXhPFqSs0
— David Sacks (@DavidSacks) July 8, 2024
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«Sì, hanno votato, ma per un ventaglio di scelte ridotto. Macron ha cospirato con l’NFP per eliminare 200 candidati dal ballottaggio, assicurando che RN vincesse il terzo maggior numero di seggi anche se aveva la percentuale più alta di voti. Potrebbe essere stato legale, ma non facciamo finta che “il semplice voto” abbia prodotto questo risultato».
Aveva ragione Macron: alla destra è stata tirata davvero una granata fra le gambe. E mica è finita: ora la magistratura muove contro la Le Pen. Si sa, i francesi amano distinguersi: in Italia e negli USA la giustizia ad orologeria colpisce prima delle elezioni, in Francia dopo. Forse, oltre che segno chic, è anche indice di una coordinazione maggiore, di una certezza salda sull’esito delle cose. Chissà.
C’è da dire che bisogna ritirare tanti mugugni fatti in questi anni sul Front National ora Rassemblement National «venduto». È chiaro: ai Le Pen non faranno mai toccare il potere francese. Un qualcosa che dice molto non solo su Marine e compagni, ma anche su un altro suo amico al quale chiaramente mai faranno vedere davvero la stanza dei bottoni – Matteo Salvini – e quindi forse qui c’è un rilievo da fare anche su Giorgia Meloni…
La tempesta di citochine politiche contro i Le Pen è risalente.
Chi scrive ricorda il primo vero botto: era il 2002, c’erano le presidenziali, era vivo il presidente Chirac, gollista atomico completamente fuso nell’establishment nazionale francese e in quello europeo – vabbè sintetizziamo pure che dicono che avesse dei massoni in famiglia. Incredibilmente, al ballottaggio non arrivò il socialista Jospin, ma lui, l’innominabile, il guercio, il picaresco, l’intollerabile, irricevibile, inimitabile Jean-Marie Le Pen.
Fu una di quelle prime volte in cui giornali ed opinionisti cominciarono a lasciarsi scappare che sì, la democrazia non va benissimo, la democrazia può dare scandalo.
Rammento il discorso di Le Pen al suo popolo ad un festone in una villa di Montmartre: inarrestabile, ironico, forse già vecchio, ma emanante l’aria di chi ha fatto l’impresa. La gente lo acclamava: «Le-Pen-président-Le-Pen-président». Per qualche ragione, finito il comizio, fecero partire la canzone di Kylie Minogue che spopolava in quel momento. «Na-na-na, na-na-nan-nan-na». Ci stava pure.
Notai all’epoca, anche in Italia, come nessuno fosse davvero preoccupato della possibilità che Jean-Marie potesse ascendere all’Eliseo. In TV c’era Giuliano Ferrara, che sorvolava sulla cosa, dicendo che più che Le Pen bisognava guardare le motivazioni che avevano portato i francesi a votarlo (forse al giornalista romano interessava all’epoca più che altro la questione islamica, per certi motivi), che comunque in pochi giorni il Front National sarebbe – spero di ricordare bene l’espressione, tornato nelle fogne. Sapete, era un vecchio adagio dell’estrema sinistra da cui proveniva il Ferrara: «fascisti/carogne/tornate nelle fogne».
Così fu: al ballottaggio stravinse lo Chirac.
Sarebbero seguiti altri déjà vu. 2017: Marine Le Pen, che oramai da anni ha ereditato il partito dal padre, va al ballottaggio con Macron e perdere, nonostante il record di 10 milioni di voti, mai visti per il FN: è il doppio dei voti che prendeva il genitore.
Alle presidenziali 2022 Marine prende addirittura 13 milioni di voti, ma – guarda guarda – lo strano personaggio che viene dalla Banca Rothschild e ha sposato la sua insegnante di quando era ragazzino la batte e si tiene il potere. Au revoir, Marine.
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2024, fino a poche ore fa la vittoria tanto agognata sembrava a portata, vento degli exit poll in poppa. Macché. Ecco il pazzesco fenomeno per cui è possibile passare dall’estrema destra all’estrema sinistra, perché tutto può cambiare al fine di mantenere le cose come stanno – e quindi lasciare i Le Pen fuori dai giochi.
A questo punto bisogna fare un discorsetto storico-morfologico sull’accaduto, tanto per unire qualche puntino.
Le Pen è un fenomeno organico. Si è fatto largo partendo dal nulla. Dalla sua aveva, si dice, un finanziatore che era il re francese dei cementi, la simpatia non nascosta di Brigitte Bardot, e una capacità affabulatoria e persuasiva unica nel panorama ingessato dei burocrati politici d’Oltralpe. È poca cosa, se si va contro il mastodonte dell’establishment illuminista francese, che ha radici violente che affondano in più di due secoli.
La prima crescita fu quando, si dice, Mitterand gli permise di andare in TV: al furbo presidente serviva far crescere il FN per sgonfiare gli avversari gollisti. Giammaria si fece strada alla grande, talk show dopo talk show, sparando verità indicibili una dopo l’altra. È il modello che una trentina di anni dopo avrebbe portato a Brasilia Javier Messias Bolsonaro.
Un amico mi raccontò di quando andò a prendere parte dell’occupazione della chiesa parigina di Saint Nicolas du Chardonnet da parte della Fraternità San Pio X – i lefebvriani, per chi non sa. Era il febbraio 1977: un manipolo di membri della FSSPX sotto la guida del sacerdote letterato Francois Ducaud-Bourget (1897-1984) entrarono nella chiesa e ne presero possesso – ancora oggi vi si celebrano quantità di messe vetus ordo.
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L’amico mi racconta che, arrivato con il primo treno da Firenze, trovò una situazione unica: c’erano fedeli e novizi di tutte le razze che dormivano sulle panche, c’era un senso di urgenza e di unione unico, era come sentire una Francia sepolta che stava tornando fuori in maniera potente, forse perfino circense: mi dice che fuori dalla chiesa ad un certo punto si presentò un tizio con un coccodrillo al guinzaglio, cose così, era membr0 del circo – anche quella una comunità dedita ad un’arte antica incompatibile con il mondo moderno, così come c’erano personaggi di ogni risma.
Ad un certo punto, mi dice, apparve anche Jean-Marie Le Pen.
In quello storico coacervo di stranezza e determinazione, mica poteva mancare: del resto, a differenza della figlia, della sua stravaganza lui ha fatto la sua cifra. È poco noto che Jean-Marie fu amicissimo di Marco Pannella, e diceva di stimarlo enormemente. Qualcuno anni fa ha raccontato ai giornali che se andavi a casa di Pannella a Roma poteva anche capitarti di trovarci ebbro il Le Pen, che in anni recenti ha pure protestato per la fine dei finanziamenti pubblici a Radio Radicale (!)
È chiaro quindi cosa è costata questa scalata: una vita intera, partita dai bassifondi più strambi, un’anabasi attraverso i decenni, mentre la Francia socialista diventava sempre più solidamente mondialista ed apertamente massonica, mentre la quantità di immigrati che vi venivano buttati dentro – da molto prima delle crisi migratorie degli anni Duemila – rendevano le città francesi delle bombe ad orologeria.
La risalita di Le Pen, che sistematizza un partito copiando il simbolo da quello dell’MSI (la fiammella, che dovrebbe essere ancora da qualche parte nello stemma del partito di governo in Italia FdI), giocoforza, accelerava mentre il popolo veniva aggredito ogni giorno di più dalla realtà. Tutti quei temi strani, le idee «della fogna» (sulla minaccia di immigrazione, droga libera, decadenza dei costumi), divengono una realtà sensibile per tanti cittadini francesi… al contempo, la castrazione della sua impresa politica si fa inevitabile.
Avete capito dove voglio arrivare: il potere francese è detenuto ancora oggi dagli eredi della ghigliottina, i massoni che rivoltarono trono e altare, con relativo genocidio in Vandea e non solo. Secoli sono passati, ma il potere mai davvero è passato di mano: anzi, nonostante le batoste belliche, vive ancora tranquillo con i suoi miti, come quello del distruttore d’Europa Napoleone Bonaparte: gli italiani dovrebbero capirlo meglio di chiunque altro, perché è proprio da lì che viene l’atteggiamento della Francia nei confronti del nostro Paese, visto – con una punta di rabbia, o ammirazione, o invidia – come una terra da depredare. L’assalto del capitalismo francese sulle nostre grandi aziende, sulle nostre banche, assicurazioni etc. deriva da qui. Il «Trattato del Quirinale», pure.
Questa conformazione politica storica – che, essendo basata su sempiterni ideali antireligiosi, è in realtà metapolitica e metastorica – forma una cappa da cui nessun’altra Francia è lasciata emergere. C’est-à-dire: la «cristianissima Francia», la Francia dei paesini e dei campi, la Francia delle famiglie e dei bambini, la Francia della storia e della tradizione cattolica, non la vedrete mai, e quelle volte che si è affacciata (sovvengono le proteste contro il matrimonio gay a metà anni 2010) viene soffocata, repressa con la forza.
Insomma: se la Le Pen vuole arrivare, deve fare più di un’abiura laicista (non costa niente, magari pure possiamo considerare che l’abbia già fatta: del resto i suoi deputati hanno votato l’aborto in Costituzione di Macron): deve purgare da sé il germe della Francia morale, la Francia eterna, la Francia cristiana. Perché la paranoia massonica altrimenti mai le permetterà di avvicinarsi al vertice: il rischio che scoppi la rivoluzione – cioè, la Controrivoluzione – è troppo grande per loro, che temono il vulcano. La valanga di voti di RN, i gilet gialli, le messe strapiene della FSSPX, i movimenti giovanili identitari, le proteste spontanee contro l’omosessualizzazione della società… sono geyser, sono lapilli di un abisso di magma che la piramide occhiuta non sa stimare, e che teme assai.
Ecco perché alla Le Pen non sarà mai consentito di vincere nulla.
Ecco perché, quindi, la situazione nel Paese potrebbe diventare pericolosa al punto da far tremare l’Europa, e il mondo.
Lo stop, ennesimo e repentino, del RN porterà ad un malcontento immenso presso gli autoctoni, i cittadini contribuenti orgogliosamente francesi. Assistere a cosa succederà con un governo di estrema sinistra – che adotterà provvedimenti che sono l’esatto contrario di quello per cui votano i lepenisti – radicalizzerà diverse frange di giovani e meno giovani.
In pratica: avranno voglia di menare le mani. L’incastro avviene immediatamente: all’estrema sinistra e nelle banlieue degli immigrati, la voglia di picchiare è permanente. Basta vedere che ci sono stati disordini pure la sera della loro vittoria elettorale. È una nuova usanza etnica: pensiamo ai danni a Milano e in altre città dopo le partite del Mondiali di Calcio in cui il Marocco vinceva. Spaccano tutto, anche quando sono felici.
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Il grande romanziere Michel Houellebecq è finito sui giornali anche in Italia dicendo che dopo queste elezioni ci sarebbe stata la guerra civile, in ispecie se avesse vinto il FN. I media hanno mancato di notare che non è una previsione nuova per lo scrittore francese: nel suo Sottomissione (2015), libro fantapolitico bello e disperato, raccontava dell’ascesa di un partito islamico e di guerriglia nel giorno delle elezioni, anche con morti: solo che i media insabbiavano tutto, e quindi sembrava che non fosse accaduto nulla.
Houellebecq scriveva in pratica che la guerra civile potrebbe anche esserci, ma potrebbe finire per non essere registrata. Basta che l’establishment ordini di ignorarla.
Abbiamo visto con quanto poco si può creare il caos in Francia: basta un petardo nelle banlieue, e ottiene città intere messe a ferro e fuoco, negozi razziati, violenza indiscriminata, urla «Allahu akbar», le forze dell’ordine, lo Stato, che recedono totalmente e lasciano il cittadino sprotetto.
È l’anarco-tirannia, ne abbiamo parlato tanto. La Francia rimane un esempio plastico: nonostante lo smacco subito dallo Stato francese nell’estate della rivolta etnica delle banlieue, Macron è rimasto tranquillo al suo posto. Anzi: ricordiamo pure che nella sera in cui Parigi andava a fuoco, lui era con Brigitta al concerto di Elton John (lui).
Ma quanto può durare una situazione di questo tipo? Quanto può la tensione covare, ed esplodere, e continuare a bruciare, prima che l’intero sistema non si rovesci?
Gli apprendisti stregoni con il grembiule credono di poter evocare il demone anarco-tirannico per stare in sella. Pensano di poterlo controllare: del resto, divide et impera è il trucchetto più vecchio nel manuale del vero potere. Sappiamo cosa accadrà: come sempre, il genio scapperà dalla lampada, il golem si ribellerà al padrone, Frankestein comincerà ad agire per conto suo. L’incantesimo gli si ritorcerà contro. On connait la chanson.
Vedere la Francia ribaltata non sarebbe solo un problema per i francesi, o per il resto degli europei, e in special modo l’Italia – un altro trucchetto del manuale: nessun Paese può tollerare il caos ai suoi confini: per far terminare la bagarre ci piazzi un tuo uomo forte, o lo invadi. La Francia consumata dalla guerra civile porrebbe una questione ancora più seria: Parigi ha le testate atomiche.
Tenetelo a mente: dopo la Brexit, gli unici che possono fornire l’ombrello atomico alla UE – un qualcosa che pare sempre più apprezzato anche dai socialisti tedeschi, un tempo antinuclearisti e pacifisti – sono i francesi. Gli esperimenti di Mururoa, voluti da Chirac nella tradizione della force de frappe di De Gaulle, a quello servivano. A farci capire che hanno le bombe, e ora che gli inglesi si sono tolti, ci rimangono solo le loro, e pure nella situazione di più alto pericolo di guerra termonucleare mondiale, con da una parte intellettuali russi che parlano di nuclearizzare città europee e dall’altro la valigetta nucleare USA in mano ad un uomo in demenza senile conclamata.
Cosa ne sarebbe delle atomiche francesi qualora a Parigi scoppiasse il finimondo, e la società, e la politica, collassassero del tutto?
E cosa dovrebbe fare, in quel caso, l’Italia?
Sono belle domande, a cui non vogliamo rispondere noi. Ci limitiamo a ricordare che forse, dietro allo strano, stranissimo atteggiamento di Macron degli ultimi mesi, potrebbe esserci un computo che nulla ha a che fare con la politica, con la geopolitica, con l’economia.
Del resto, è stato lui ad accendere lo scontro con la Russia, a poca distanza dallo sforzo, unico nella storia, di mettere il feticidio in Costituzione, e poi passare all’eutanasia e a breve a chissà cos’altro (non fatecelo dire).
Ci sono quelle storie assurde sulla moglie, ma qualche commentatore dice che la storia ufficiale, fra i due, non è in realtà meno allucinante. E quindi, chiediamoci: cosa hanno intronizzato, mettendo all’Eliseo Macron?
Quale parte del programma deve portare avanti la Francia in questo momento fatale?
Roberto Dal Bosco
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Pensiero
Oligarchia e aristocrazia eurodemocratica mondialista, da Ventotene a Kalergi e oltre

“Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”.
Applausi, soltanto applausi per il Presidente Meloni che demolisce la propaganda europeista usando il Manifesto di Ventotene. pic.twitter.com/ai0DtPmAIP — Francesco 🇮🇹 (@SaP011) March 19, 2025
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92 minuto di applausi all’ On. #Fornaro.#Meloni dimettiti, sei la vergogna di chi ha un briciolo di cervello in testa e l’orgoglio di chi usa il cranio solo per dividere le orecchie. pic.twitter.com/5wRxDA66eM
— Antonio nbo15🇪🇺🇮🇹 (@AntonioNbo15) March 19, 2025
E niente, dopo aver chiesto alla Meloni di inginocchiarsi davanti al #ManifestodiVentotene, il deputato dem @Fornaro62 scoppia in lacrime. pic.twitter.com/n4pTImMll9
— Francesca Totolo (@fratotolo2) March 19, 2025
Bravo premier: leggere in Parlamento passi come questo era la cosa migliore da fare. Trump lo sta indicando con chiarezza: sgonfiare il pallone di menzogne e corruzione dello Stato-partito è possibile, oltre che doveroso. Anche perché, sinceramente, non tutti capiscono da dove salta fuori questa cosa di Ventotene oramai assurto a culto di Stato. Crediamo che sia un’operazione di ridefinizione della storia (con occultamento di verità lapalissiane) nello stile che conosciamo: la guerra in Italia non l’anno vinta americani e inglesi (e i loro bombardieri, che mi racconta ancora oggi lo zio sopravvissuto, erano tanti da oscurare il cielo sopra una piccola città di provincia), macché, la vittoria è stata dei partigiani. Eccerto: e ce lo hanno ripetuto sino a che ciò non è divenuto dogma inscalfibile e fondamentale (la «Repubblica fondata dalla resistenza»), al contempo cancellando altri fattori del processo – e qui vorremo, al solito, fare il nome di James Jesus Angleton, la superspia americana cresciuta in Italia che fu «madre della CIA», poeta e stratega che fu con probabilità il vero padre dello Stato italiano del dopoguerra. E quindi: l’Europa non nasce da interessi geopolitici immani, e probabilmente non Europei. Viene piantata a Bruxelles, dove sta la NATO, per caso. L’Europa non nasce nemmeno da macchinazioni massoniche che affondano nei secoli. No, ora ci dicono che l’Europa Unita parte da tre signori messi al confino da Mussolini. Ecco, qui sorge una domanda, scusate: ma perché i fascisti, che sono tremendi, mandavano su un isola i dissidenti invece di metterli in galera o peggio? Riconosciamo che per alcuni questa domanda suona come una bestemmia, ma non credo che ci possano dare una risposta. Il fascismo uccide Matteotti ma lascia vivere Spinelli? (È vero, tuttavia, che i fascisti uccisero Colorni: ci torneremo sotto)Elly Schlein su Ventotene “la Presidente Meloni ha deciso di oltraggiare la memoria europea e noi non accetteremo i vostri tentativi di riscrivere la storia…stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista!”#Schlein #Meloni #Ventotene#MELONI_CHE_SQUALLORE pic.twitter.com/co7uVyY3Qp
— Sirio 🏀 (@siriomerenda) March 19, 2025
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Pensiero
Mons. Viganò: la UE concepita per distruggere la sovranità nazionale

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto su X alcune considerazioni riguardo l’Unione Europea, tema più che mai attuale nel momento in cui questa chiede un riarmo del continente.
«L’Unione Europea è un’entità concepita per sottrarre sovranità alle Nazioni, assorbendole in un superstato tecnocratico totalmente asservito agli interessi di una ristrettissima oligarchia finanziaria, eversiva e criminale» accusa monsignore. «I principi che la ispirano, gli scopi che si prefigge e i mezzi che intende usare sono antitetici rispetto alla nostra identità, alla nostra civiltà, alla nostra Religione».
Viganò lancia quindi un accorato appello alle superpotenze planetarie.
«Il Presidente Putin e il Presidente Trump devono aver ben chiara la minaccia costituita dal globalismo guerrafondaio dell’Unione Europea, nella quale emergono sempre più evidenti i tratti di una dittatura contro i propri stessi cittadini. Ed anche se la questione ucraina sembra prossima ad una soluzione grazie ai colloqui tra Mosca e Washington, è indispensabile estromettere dalla scena politica internazionale quanti – come Macron, Starmer e Carney, ma anche von der Lyen e Draghi – si credono investiti di un ruolo che nessuno riconosce loro».
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«Quanto più emergeranno gli scandali e i conflitti di interesse di questi cortigiani dell’élite globalista – che la censura di regime non riesce più a insabbiare – tanto più la loro azione diverrà marginale e la loro presenza imbarazzante» dice l’arcivescovo lombardo.
Quindi un auspicio per il futuro, dove giudizio e castigo siano possibili per quanti hanno portato il continente sull’orlo del baratro.
«Un futuro di pace e di concordia tra i popoli è possibile solo dove gli eversori che da decenni tramano contro i loro popoli siano portati a rispondere dinanzi all’opinione pubblica dei propri tradimenti, dei propri crimini, delle proprie menzogne».
Come riportato da Renovatio 21, un mese fa in merito alla UE contraria l’accordo per la pace in Ucraina monsignor Viganò aveva dichiarato che «è a dir poco sconcertante vedere con quale cinismo l’Unione Europea e la NATO stiano cercando di impedire la fine di un conflitto provocato dall’élite globalista che manovra entrambi».
Quindi, «di fronte a questa ostinata determinazione a creare morte e distruzione, e ai vergognosi tentativi di ostacolare il processo di pace, dobbiamo esprimere il nostro sostegno a coloro che agiscono nell’interesse della pace e condannare apertamente le azioni dei guerrafondai asserviti al globalismo massonico».
In un discorso su governo mondiale e sinarchia del gennaio 2024, Viganò aveva detto che «in un certo senso, l’élite è riuscita a estromettere lo Stato dal suo ruolo naturale per favorire un super-Stato che agisce non nell’interesse della collettività, ma dell’élite stessa. Questo in definitiva è il ruolo dell’Unione Europea e del governo federale americano in mano al deep state».
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Immagine di Thijs ter Haar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
Draghi della distruzione: reloaded

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🚨⚠️ Draghi parla di cessione di sovranità come se fosse una banale chiacchiera da bar, minimizzando un tema cruciale con una leggerezza pericolosa, come se non fosse un tradimento delle fondamenta stesse della nostra nazione. 🇮🇹#eversione pic.twitter.com/HsoXSHvwbS
— Sabrina®️🇮🇹 (@SabrySocial) March 18, 2025
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