Militaria
La Germania modifica la costituzione per dare soldi ai militari

La costituzione tedesca sarà modificata per introdurre nel testo un nuovo fondo speciale per l’esercito basato sul credito da 100 miliardi di euro. Lo ha confermato il ministro delle finanze del paese Christian Lindner.
Domenica, la coalizione di governo detta «semaforo» – composta da Partito socialdemocratico, Verdi e Liberi Democratici – ha avviato colloqui con il principale partito di opposizione, il partito democristiano CDU/CSU, per assicurarsi una maggioranza di due terzi in parlamento necessaria per esentare il fondo per la difesa dal freno all’indebitamento costituzionale.
Secondo quanto riportato dai media tedeschi, i gruppi hanno impiegato più di tre ore per raggiungere un consenso.
«Completato. Accordo sul fondo Bundeswehr [l’esercito tedesco, ndr]. Stiamo assicurando insieme che la Bundeswehr sarà rafforzata con 100 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nei prossimi anni. Allo stesso tempo, il freno all’indebitamento per tutti gli altri regimi rimane in vigore» ha twittato il Lindner.
La Costituzione tedesca quindi viene alterata per assicurare più danaro alle forze armate. La Germania si sta riarmando: quello che un tempo era un incubo internazionale da prevenire con ogni mezzo, oggi è una realtà con copertura costituzionale.
Il ministro Lindner ha poi sottolineato che con l’aiuto di questo fondo speciale, la Germania raggiungerebbe il «cosiddetto obiettivo del 2% della NATO nella media pluriennale». Vi è infatti per i Paesi aderenti al Patto Atlantico il requisito di spendere almeno il due per cento del rispettivo PIL per la difesa.
Il nuovo fondo, che richiederà a Berlino di contrarre prestiti massicci, superando il normale tetto del debito applicato nel Paese, sarà ora sancito dalla costituzione tedesca (localmente nota come Grundgesetz, «Legge di base») per evidenziarne il «carattere eccezionale».
Il denaro andrà a rafforzare il budget regolare della difesa della Germania di circa 50 miliardi di euro per diversi anni.
Un certo numero di media tedeschi ha riferito che la principale contesa tra la coalizione di governo e l’opposizione era la questione se il suddetto fondo potesse essere utilizzato solo per rafforzare le capacità della Bundeswehr o anche per altri scopi correlati.
Secondo quanto riferito, i Verdi avrebbero voluto che parte del denaro fosse dirottato nella sicurezza informatica e nel sostegno agli alleati.
La CDU/CSU, a sua volta, ha insistito sul fatto che il fondo dovrebbe essere utilizzato esclusivamente per rafforzare l’esercito del Paese. Secondo i media, i Verdi alla fine hanno acconsentito alle richieste dei conservatori.
La creazione del fondo è stata proposta dal cancelliere Olaf Scholz alla fine di febbraio, giorni dopo che la Russia aveva attaccato l’Ucraina. Rivolgendosi al parlamento tedesco dell’epoca, Scholz disse che Berlino avrebbe «dovrebbe investire di più nella sicurezza del nostro Paese per proteggere la nostra libertà e democrazia».
Il riarmo di una Germania unita è stato per decenni una prospettiva che faceva tremare la diplomazia mondiale: basti pensare alla famosa battuta di Giulio Andreotti, «amo così tanto la Germania da volerne due».
Lo stesso fine della NATO, è stato detto sin da subito in maniera non troppo scherzosa dal suo primo segretario Lord Ismay, era «keep the Soviet Union out, the Americans in, and the Germans down» – cioè tenere fuori l’URSS, dentro gli USA, e sottomessa la Germania.
Colpisce la facilità con cui si va a toccare la Costituzione di un Paese. Del resto sappiamo come il biennio pandemico abbia insegnato, a tutte le latitudini, la perdita di valore delle carte costituzionali, da quella americana (dove è sparito per esempio il primo emendamento, quello sulla libera espressione) a quella italiana (con la patente disintegrazione degli articoli 1, 16, 32, etc.) a quella tedesca, dove il primo articolo parla di dignità della persona umana, infinitamente negata in questi due anni di follia COVID tra obblighi vaccinali e botte dei poliziotti ai manifestanti ai limiti della tortura internazionalmente sanzionabile.
Ma niente paura: la Costituzione è ritoccata per combattere la Russia. A farlo, assegnando miliardi ai militari, sono i partiti di sinistra, quelli dell’arcobaleno della Pace e della protezione dell’ambiente.
Stiamo pensando: possono meritare di meglio i cittadini che li votano ancora?
Immagine di German Federal Archive via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Germany (CC BY-SA 3.0 DE)
Militaria
Barzellette ucro-NATO: la Danimarca ha inviato all’Ucraina più carri armati rotti che funzionanti

Sturmtruppen, lèvati. Barzellette militari NATO-ucraine in pieno svolgimento sul teatro della guerra contro la Russia. E con nessuno che ride, e con nessuno che si vergogni.
Nell’ambito della folle corsa all’invio di attrezzature militari in Ucraina, è stato riferito che 12 dei 20 carri armati offerti dalla Danimarca non sarebbero funzionanti.
Secondo il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen, dieci carri armati sono arrivati in Ucraina, ma avrebbero bisogno di riparazioni prima di essere operativi. Gli altri 10 restano in Polonia, di cui 2 con «gravi difetti».
Gran parte di ciò è dovuto al fatto che i carri armati Leopard 1A5 promessi a Kiev erano stati dismessi negli anni ’90, ma data la disperata necessità di «indebolire la Russia» e l’incapacità delle economie postindustriali europee di mobilitarsi efficacemente, la Danimarca ha offerto vecchi carrarmati che richiedevano lavori di ristrutturazione prima di essere utilizzabili.
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Secondo Forbes, le loro scorte erano così scarse che la Danimarca ha grottescamente preso in prestito 6 carri armati dai musei che erano in condizioni migliori di quelli in deposito, e quindi questi 6 sono stati usati per l’addestramento mentre il resto era in fase di ristrutturazione.
I danesi, a torto pensati come il popolo meno importante del continente (i «canadesi dell’Europa», diceva sarcasticamente un vecchio episodio del cartone satirico South Park) non solo soli in questo teatro dell’assurdo mancato. La stessa medesima cosa sarebbe accaduta anche alle consegne previste dalla Germania a luglio, quando l’Ucraina aveva rifiutato 10 carri armati Leopard 1A5 a causa di difetti.
Secondo Newsweek, Kiev ha detto al ministero della Difesa tedesco che era inutile consegnare i carri armati così come erano, poiché l’Ucraina non aveva tecnici in grado di ripararli, né pezzi di ricambio.
Apparentemente questo è stato un problema ripetuto con l’impegno iniziale dell’Europa di 100 carri armati l’anno scorso.
Meno divertente è lo scenario raccontato dall’agenzia russa TASS qualche giorno fa, che ha riferito di segnalazioni di carristi dell’esercito tedesco – non mercenari, ma soldati regolari – che sarebbero stati trovati all’interno di tank distrutti dalle forze russe.
Immagine di 270862 via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.0 Generic
Geopolitica
584° giorno di guerra

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Militaria
L’Ucraina è un «laboratorio» militare, dice il Pentagono

Il Pentagono ammette l’uso dell’Ucraina come cavia per la guerra moderna.
Il conflitto con la Russia sta infatti generando preziose informazioni: quantità di dati dalle forze armate statunitensi che vanno ad aggiungersi a quelli raccolti durante le guerre in Afghanistan e Iraq. Lo ha dichiarato la scorsa settimana in una tavola rotonda al Ronald Reagan Institute Mara Karlin, che ricopre il ruolo di Assistente Segretario alla Difesa per Strategia, Piani e Capacità.
L’Ucraina è diventata un vero e proprio «laboratorio di innovazione militare», in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale e dei droni, ha osservato l’alto funzionario del Pentagono.
«Ci sono cose che impari non in un conflitto, ad esempio attraverso wargame o esercizi pratici, e poi ci sono altre cose che inevitabilmente impari quando c’è una guerra in corso», ha spiegato la Karlin, ricordando «quanta innovazione è stata accadendo» quando le forze americane erano in Iraq e Afghanistan e come furono «in grado di prendere certe cose, metterle sul campo di battaglia, capire come effettuare certi cambiamenti e applicarli».
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«Ovviamente, l’Ucraina è un laboratorio di apprendimento per l’innovazione militare. Penso che tutti abbiamo visto non mancano gli esempi».
Considerare l’Ucraina come una sorta di «laboratorio» militare è qualcosa che è stato espresso non solo dai sostenitori d’oltremare di Kiev, ma anche dalla leadership del Paese. Ad esempio, il conflitto tra Russia e Ucraina è stato pubblicizzato come un’opportunità per i produttori di armi occidentali dall’ex ministro della Difesa Oleksyj Reznikov. I sostenitori occidentali di Kiev e i giganti dell’industria della difesa «possono effettivamente vedere se le loro armi funzionano, quanto sono efficienti e se hanno bisogno di essere migliorate», aveva detto Reznikov al Financial Times a luglio. «Per l’industria militare mondiale, non si può inventare un banco di prova migliore».
Come riportato da Renovaito 21, il Reznikov a inizio anno si era vantato in una intervista TV del fatto che Kiev stava pagando le armi della NATO con sangue degli ucraini.
«Oggi l’Ucraina sta affrontando questa minaccia. Stiamo svolgendo la missione della NATO oggi, senza versare il loro sangue. Abbiamo versato il nostro sangue, quindi ci aspettiamo che forniscano armi» aveva detto sulla rete 1+1.
Il discorso fa il paio con quello del presidente polacco Duda, che ha sostenuto che combattere i russi in Ucraina è vantaggioso in quanto «più economico».
Quanto ancora dovrà durare il massacro della vita e della dignità degli ucraini, trattati come cavie sacrificabili dai loro capi e dai profittatori stranieri?
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Immagine di Ministry of Defence via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0 (OGL v1.0)
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