Pensiero
La Regina della Morte è morta. Davvero volete piangere?
Immaginavamo la sozzura di queste ore. Immaginavamo gli inviati da Londra con l’impermeabile e il tweed. Sapevamo che i giornali ci avrebbero tormentato, perché la monarchia tira sempre, in ispecie quella britannica, segnata da scandali di gravità inaudita, anche freschissimi – qualcuno ricorda Jeffrey Epstein, amicone del figlio Andrea, in posa nel capanno della Regina in Iscozia? Noi sì – di cui tutti ora si sono dimenticati con una velocità disperante.
Non un passo falso in vita sua, ci dicono. Non uno scandalo, ripetono, e pazienza se noi in mente abbiamo Diana e il resto.
Piangiottano raccontandoci: un’icona di stile, e pazienza se per anni veniva considerata la peggio vestita del pianeta.
Poi arriviamo al culmina: era una ispirata figura di leader cristiana. È a questo punto che vomitiamo, quando capiamo che nel piagnisteo elisabettiano ci sono di peso tutti i «conservatori». Perfino Tucker Carlson: una leader di ispirazione cristiana, ed evviva l’impero britannico, che è stato il più umano della storia. (Tucker, per una volta: ma che cazzo dici?)
Ah sì, giusto: Elisabetta per diritto dinastico era considerata anche il capo della chiesa anglicana: sì, sopra l’arcivescovo di Canterbury ci stava lei. – quelli che si lamentano della teocrazia vaticana, dove il papa almeno viene eletto, cosa pensano? Però aspetta: la regina è considerata anche il vertice della massoneria. Anzi no: è una leggenda metropolitana. Tuttavia, suo cugino il Duca di Kent…
Ma a chi importa, ora? Come è successo per la mascherina e la bandiera ucraina, ora bisogna tirar fuori il fazzoletto e singhiozzare singhiozzi anglomonarchici.
È rivoltante. Ci rendiamo conto di essere una minoranza, essendo tra quelli che rammentano la storia, anche quella più superficiale che tutti dovrebbero aver presente, più, va bene, qualche dettaglio più opaco.
Ma di chi stiamo parlando? Certo, come ci stanno ripetendo fino alla nausea, si trattava di una personcina delicata, al punto che poche settimane fa, per il giubileo, si è fatta da vedere dal popolo in carrozza… via ologramma. Proprio così: mica poteva fare lo sforzo, hanno montato un’immagine sintetica, dove lei appare giovane e sorridente mentre fa ciao con la manina al volgo.
Delicata come lo era la mamma, detta Elisabetta la Regina Madre: secondo il libro The Queen Mother: The Untold Story, si sarebbe sottoposta ad una forma prototipale di inseminazione artificiale. La Regina Madre, si dice, non amava i rapporti sessuali. Elisabetta II, sarebbe nata così.
Massì, una bella famigliola, a cui l’eugenetica probabilmente piaceva. Anche quella che veniva da altre terre che Albione aveva contagiato.
Bisogna sapere che Elisabetta non viene dalla nobiltà inglese inglese, ma tedesca: si chiamavano Wettin, ma nel 1917 il casato germanico cambiò nome, per volontà di Giorgio V che desiderava contenere i sentimenti antitedeschi che infuriavano nella Gran Bretagna durante la grande guerra. Un’operazione di rebranding: Da Sassonia-Coburgo-Gotha si optò per il ben più anglofono «Windsor», tirandosi dietro le ironie del Kaiser Guglielmo II, che fece la battuta scespiriana: «Le allegre comari di Sassonia-Coburgo-Gotha».
Sette anni fa, di colpo, emerse quello strano filmato di 17 secondi, dove Elisabetta, a 8 anni, fa il saluto nazista.
Ma come? Deve essere un errore, una coincidenza, un fake. Non si può poi metterlo poi in relazione a quando anni dopo il nipote Enrico si presenta ad una festa vestito da gerarca nazista, svastica al braccio. Ma dai, guardatelo: ha sposato pure una ragazza di colore, anche se più sulla carta che sulla pelle.
Vi riveliamo che non è l’unica stramba coincidenza tra gli Windsor e la croce uncinata. Gli storici ricordano i rapporti estremamente cordiali che aveva Edoardo VIII, il re che abdicò per stare con l’americana Wallis Simpson, con Adolf Hitler in persona, visto in Germania durante sereni incontri privati. In breve: conquistata l’isola, il Führer avrebbe piazza Edoardo sul trono come un Quisling incoronato.
Meno noto è il fatto che tutte le sorelle del Principe Filippo, il longevo consorte di Elisabetta, sposarono aristocratici tedeschi poi membri del Partito Nazista o financo delle SS.
Chiariamo chi era Elisabetta d’Inghilterra: era il capo di una famiglia della morte, una di quelle dinastie che si trasmettono l’odio per l’umanità geneticamente. L’altra, molto nota per la Necrocultura che passa di generazione in generazione, è la famiglia Rockefeller.
Ricorderete le immortali parole del consorte, deceduto l’anno scorso, il principe Filippo di Grecia e Danimarca.
«Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare sotto forma di un virus mortale, in modo da poter contribuire in qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione».
Non erano parole a caso. Non era una delle tante gaffe. Stavano scritte nella prefazione del libro del 1986 If I were an animal. Furono ripetute alle agenzie di stampa.
«Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l’eliminazione per mantenere l’equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat. Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l’umanità è parte del mondo vivente» dichiarò alla Deutsche Press Agentur nel 1998.
Come sappiamo, il massone Filippo si diede da fare alla grande con l’ambientalismo e l’animalismo: il WWF lo ha fondato lui assieme all’amico regale Bernardo d’Olanda, già fondatore del Gruppo Bilderberg con, nel 1933, una bella tessera dello NSDAP, il partito nazista.
L’ambiente, il cambiamento climatico e tutto il resto, è stato tramandato al figlio Carlo, che partecipa ai vari COP sul clima e fa sentire la sua da decenni.
Il lettore di Renovatio 21 sa che l‘ambientalismo è solo la facciata per il vero argomento di cui si vuole parlare: il controllo delle nascite, cioè la riduzione della popolazione umana sulla Terra.
Da Carlo, il virus dell’antinatalismo passa al figlio Guglielmo, ,il quale ha avuto il coraggio di parlare pubblicamente di limitazione delle nascite dopo aver prodotto il terzo erede.
Non basta: ecco che poche settimane fa, per qualche motivo, all’ONU parla il fratello, il turbolento principe Enrico. In circa 40 secondi passa dall’idea di «una pandemia che continua a devastare» il mondo a «i cambiamenti climatici che devastano il nostro pianeta» e, infine, al «ritorno dei diritti costituzionali» negli Stati Uniti che costituisce «un assalto globale al democrazia». Per chi non lo ha capito: sta parlando della sentenza della Corte Suprema USA sull’aborto.
Il principe Enrico vuole l’aborto. Nonna Elisabetta non era da meno: fu la sovrana a dare nel 1967 l’«assenso reale» all’Abortion Act che lanciava, con cospicuo anticipo sul resto del mondo, il libero aborto in Inghilterra fino alla 28ª settimana di gestazione. Il Regno degli Windsor da allora ha sacrificato oltre 10 milioni di bimbi non nati. Sudditi della regina, squartati e buttati nella spazzatura: il ruolo dell’aristocrazia è quello di difendere il popolo, i deboli, giusto…?
Possiamo, quindi, definire gli Windsor una famiglia della morte? Possiamo definire la regina Elisabetta una regina della morte?
Potremmo essere quasi gli unici a pensare una cosa del genere. Siamo gli unici, forse, a ricordare in questo momento Alfie, Charlie, Archie. Stiamo parlando di casi in cui è lo stesso Regno britannico a uccidere bambini, per il loro «best interest». Non molti riescono a vedere la continuità dalla filosofia utilitarista, a Malthus, ai genocidi per fame in Irlanda e India, i campi di concentramento contro i boeri, le oscene guerre dell’oppio per sottomettere e drogare i cinesi (che ora, a distanza di tempo, si stanno vendicando sugli anglofoni con il fentanil).
Noi ricordiamo tutto.
E ricordiamo Diana, e il «soldato N» e quanti in questi anni hanno fatto rivelazioni di quello strano incidente che, se ci pensate, di fatto ha impedito che sul trono di Londra adesso ci fosse lei con il favore di cui godeva nel popolo, invece che il marito fedifrago (e forse qualcos’altro) e la concubina, universalmente detestata.
Vorremo dire al popolo di Britannia di gioire, ma un nuovo re della morte è già su di esso e sul mondo, su noi tutti. Lo abbiamo imparato a conoscere bene. Un mese fa è emerso che Carlo ha preso milioni cash, talvolta messo in borse della spesa, dalla famiglia Bin Laden, ovviamente per le sue fondazioni.
Da un documentario ora in onda negli USA apprendiamo che avrebbe preso cifre da capogiro da Armand Hammer, petroliere americano e spia per il KGB, nonno dell’attore Armie Hammer ora accusato di stupri e fantasie cannibaliste. Hammer sr. ricoprì Carlo di soldi (tanti, tantissimi, esageratamente), e la cosa servì: quando nel 1988 la piattaforma Piper Alpha della Occidental Petroleum collassò nelle fiamme a 200 miglia da Aberdeen uccidendo 160 persone, il futuro re si precipitò a difendere Hammer, che se la cavò alla grande.
Questo è il nuovo re. Re Carlo III. Quello che, si dice, non solo il sentimento popolare ma pure una fazione interna (quella dietro a tutte le rivelazioni alla stampa degli ultimi anni…) voleva far abdicare subito a favore del figlio Guglielmo.
Ma cosa sarebbe cambiato? La Necrocultura scorre potente nelle vene della famiglia Windsor, pardon, Wittin Sassonia-Coburgo-Gotha. Nei secoli.
Purtroppo questa maledizione non si interrompe facilmente. Risale di secoli, risale a quando il trono di Londra decise di uscire dalla cristianità e dall’Europa, generando ondate di martiri e la possessione di un demone famelico che chiedeva l’impero, chiedeva oro e sangue.
Noi non disperiamo, abbiamo forte dentro di noi l’esempio di quello che i deputati chiamano «l’ultimo uomo entrato a Westminster con intenzioni oneste»: Guido Fawkes.
Guido, il cui supplizio per mano del Re viene fatto festeggiare nei secoli ai bambini inglesi, aveva capito tutto, aveva capito ciò che i conservatori che secoli dopo piangono Elisabetta II non oseranno mai dire o anche solo pensare: solo il ritorno della Gran Bretagna al cattolicesimo può fermare il demone sanguinario che abita presso l’élite angloide.
Macché lutti, post contriti, servizi che colano saliva, ricordi commossi dei conservatori. Quello che noi chiediamo è un esorcismo di proporzioni storiche, metastoriche, metafisiche.
La Regina del Regno della Morte è morta. Ma la sua opera non è finita, neanche per sogno.
Roberto Dal Bosco
Pensiero
La giovenca rossa dell’anticristo è arrivata a Gerusalemme
Ieri si è avuta la notizia, che i grandi media non sono in grado di intercettare.
Gruppi sionisti del Monte del Tempio di Gerusalemme hanno annunciato che il 22 aprile sarà effettuato lo sgozzamento della giovenca rossa, un loro rito messianico per la fine dei tempi.
Secondo quanto riportato, sarebbe stata sottoposta alla polizia israeliana una richiesta ufficiale per permettere di portare nella spianata delle moschee un altare e dei coltelli per macellare mucche dal pelo fulvo.
ALERT 🚨 – The fanatical Zionists from Temple Mount Org have announced that April 22nd is their day to slaughter the much-vaunted #RedHeifer in Jerusalem to realise their version of the End Times messianic prophecy… https://t.co/HLo9nYbGvi pic.twitter.com/JYfs5dHORg
— Patrick Henningsen (@21WIRE) April 12, 2024
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Il rito fa parte del processo della ricostruzione del Tempio ebraico, distrutto nel 70 d.C., la cui ricostruzione porterà all’apparizione del Messia degli Ebrei, che molti cristiani considerano l’anticristo.
Questo, tuttavia, ai vari cristiani evangelici fondamentalisti americani va più che bene, perché in questo modo si accelererà la seconda venuta di Cristo stesso, che arriverà come predetto del Libro della Rivelazione dopo i sette anni di tribolazione – e cioè un conflitto mondiale, la distruzione di tutti gli ebrei che rifiutano di convertirsi, la rapture (idea fondamentalista americana di un subitaneo «rapimento» in cielo di parte della popolazione durante la guerra apocalittica) e alla fine del mondo.
È, in tutto e per tutto, l’Armageddon. E in questo caso è pure chiamare l’apocalisse così, con una parola ebraica.
Gli ebrei ritengono invece che il Tempio ricostruito porterà il loro Messia e, dal Tempio, gli ebrei governeranno cristiani e musulmani. Naturalmente, per fare questo, il luogo più sacro dell’Islam dopo La Mecca e Medina, la Moschea di Al-Aqsa, deve essere raso al suolo.
Armageddonisti ebrei e cristiani da vario tempo stavano collaborando nel trasporto di cinque «giovenche rosse» speciali e «senza macchia» dal ranch del cristiano sionista Byron Stinson in Texas in Israele più di un anno fa, dove hanno acquistato un terreno sul Monte degli Ulivi, il luogo speciale per il macello previsto tra una settimana.
La scelta del mese di aprile si basa sul fatto che le giovenche raggiungono l’età prescritta per la cerimonia. A quel punto, una o più possono essere macellate e poi bruciate, con le loro ceneri mescolate con acqua.
Questo affinché una squadra speciale, che dovrà iniziare la costruzione del Terzo Tempio, possa bagnarsi nella miscela ed essere adeguatamente purificata per il proprio compito.
Stiamo dando una versione semplificata: la realtà è molto più contorta. La chiave è un’interpretazione forzata di un passaggio del Libro dei Numeri dell’Antico Testamento, dove si parla del ruolo di una «giovenca rossa» nel purificare le mani di coloro che hanno toccato i morti.
«Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne: “Questa è una disposizione della legge che il Signore ha prescritta: Ordina agli Israeliti che ti portino una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti, e che non abbia mai portato il giogo. La darete al sacerdote Eleazaro, che la condurrà fuori del campo e la farà immolare in sua presenza. Il sacerdote Eleazaro prenderà con il dito il sangue della giovenca e ne farà sette volte l’aspersione davanti alla tenda del convegno; poi si brucerà la giovenca sotto i suoi occhi; se ne brucerà la pelle, la carne e il sangue con gli escrementi. Il sacerdote prenderà legno di cedro, issòpo, colore scarlatto e getterà tutto nel fuoco che consuma la giovenca. Poi il sacerdote laverà le sue vesti e farà un bagno al suo corpo nell’acqua; quindi rientrerà nel campo e il sacerdote rimarrà in stato d’immondezza fino alla sera. Colui che avrà bruciato la giovenca si laverà le vesti nell’acqua, farà un bagno al suo corpo nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. Un uomo mondo raccoglierà le ceneri della giovenca e le depositerà fuori del campo in luogo mondo, dove saranno conservate per la comunità degli Israeliti per l’acqua di purificazione: è un rito espiatorio. Colui che avrà raccolto le ceneri della giovenca si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera. Questa sarà una legge perenne per gli Israeliti e per lo straniero che soggiornerà presso di loro». (Num 19, 1-10)
Questa purificazione sarebbe fondamentale per il sacerdozio ebraico e il culto sacrificale. Il Jerusalem Post scrive: «ai giorni nostri, si presume che tutti gli ebrei, inclusi i kohanim [sacerdoti o discendenti dei sacerdoti, ndr], siano impuri a causa dell’impurità impartita da un cadavere. Mentre nella vita quotidiana dei giorni nostri questo status non ha molto effetto pratico, a chi è impuro con questo tipo di impurità è vietato entrare nel Tempio».
È la questione del kosher: l’ebraismo è ossessionato dalla contaminazione, da cui, secondo cui la tendenza a separare – il giudeo dal gentile, il latte della carne bovina, la donna mestruata dal resto della comunità.
Un’altra pubblicazione dello Stato Ebraico, Israel365News, spiega quindi che «la mancanza di una giovenca rossa ha lasciato tutto Israele ritualmente impuro e incapace di eseguire adeguatamente molti altri comandamenti».
Questo è un problema, perché la cerimonia deve essere completata da un sacerdote che sia lui stesso ritualmente puro. Rabbi Azaria Ariel, il direttore della ricerca del Temple Institute, spiega che il sacerdote «deve essere puro per eseguire il rituale e preparare le ceneri. Ad esempio, non può nascere in un ospedale. Abbiamo alcuni sacerdoti così».
«Cerchiamo sacerdoti che siano stati attenti a questa questione di significato, allontanandosi dai cadaveri dei cimiteri e degli ospedali. Devono avere una chiara tradizione familiare che discenda dai preti. In realtà di uomini così ce ne sono molti, moltissimi. Deve anche avere un’età in cui può macellare la mucca di almeno 15 anni e non è stato in ospedale fino a quel momento».
(Sugli ospedali come luoghi di morte, ci troviamo bizzarramente d’accordo col rabbino, ma questo è un altro discorso).
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Tuttavia, il rabbino Ariel ha anche affermato che, nel frattempo, è ancora possibile entrare nel Monte del Tempio e persino offrire alcuni sacrifici in uno stato di impurità rituale. Al contempo, il rabbino Ariele precisa che questa cerimonia «non attiva l’obbligo di costruire il Terzo Tempio» e «la costruzione del tempio non dipende dalle Giovenche Rosse».
«Noi non facciamo il rituale della giovenca rossa affinché il Messia venga affinché Dio faccia qualcosa del genere o qualcosa del genere» ha assicurato il rabbino.
Il rito di purificazione potrebbe seguire altre logiche di giudaizzazione pure della vita civile – e militare – dello Stato Ebraico.
Kassy Akiva, una videogionalista ebrea del Daily Wire, la grande organizzazione di informazione del sionista Ben Shapiro, del Daily Wire ha raccontato su Twitter che «le ceneri vengono utilizzate per creare una miscela che viene utilizzata nel processo di purificazione per accedere al cortile interno del Monte del Tempio. Gli usi pratici oggi consentirebbero agli agenti di polizia di purificarsi prima di entrare in quell’area per motivi di sicurezza invece di essere costretti ad entrare in quell’area per garantire la sicurezza senza prima purificarsi. Sebbene ciò sia consentito dalla lettera della legge ebraica, tutti concordano sul fatto che sarebbe meglio purificarsi prima di entrare».
Also to be precise: the red heifer isn't technically a sacrifice. It is slaughtered and burned on the Mt. of Olives but not on an altar. The ashes are used to make a mixture that is used in the purification process for entering the inner courtyard of the Temple Mount. Practical…
— Kassy Akiva (@KassyDillon) April 4, 2024
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In pratica, si potrebbe trattare di estendere la religione sulla società ebraica anche più secolare. Con il presente governo israeliano, il più religioso, il più messianico della storia, non poteva che essere così. È il governo dove si giustificano gli sputi ai cristiani a Gerusalemme («tradizioni», rivendica il ministro: certo), è il governo dei convegni con balli scatenati dei coloni pronti a scendere su Gaza, è il governo che non ha problemi a parlare di nuclearizzazione dei palestinesi – e degli iraniani – dopo aver usato una parola biblica, amalek, che riporta alla possibilità di annientamento di interi popoli. Genocidio: ma con radici religiose. (Dov’è che avevamo già sentito questa storia?)
In realtà, «cinque giovenche perfettamente rosse» – mucche che non hanno ancora partorito, mucche «vergini» – erano arrivate in Israele già nel settembre 2022.
All’epoca reagirono subito gli organi di stampa di Hamas a rispondere, definendolo un tentativo di «giudaizzare le sante moschee» e sostenendo che «Al-Aqsa è in pericolo».
Le giovenche sono state portate da Boneh Israel («Costruire Israele»), un’organizzazione israelo-americana composta da ebrei e cristiani. Le giovenche sono state trovate e allevate da Byron Stinson, sedicente «giudeo-cristiano» e consigliere dell’organizzazione. Un video sul sito web di Boneh Israel lo definisce «letteralmente il ragazzo che ha portato quelle giovenche rosse in Israele».
«Queste giovenche rosse possono portare la pace nel mondo! La Bibbia ci insegna che la chiave per costruire il Terzo Tempio (la Casa di Preghiera per Tutte le Nazioni) è purificarci con la giovenca rossa a Gerusalemme» scrive il sito.
Lo Stinson, come nota LifeSite, ha anche chiarito che ritiene che la cerimonia della giovenca sia un primo e necessario passo per ricostruire il Tempio, e la collega persino all’emergere di un governo mondiale:
«I rabbini sono così emozionati perché, come noi sparsi nelle Nazioni, tutti possono sentire l’avvicinarsi di un governo unico mondiale. Puoi sentire l’avvicinarsi di questo momento in cui qualcosa deve cambiare. E tutti lo sentono e ciò che cercano disperatamente è la venuta del Messia. Sanno che questo è il primo passo per poter costruire il tempio. Non puoi purificare le persone che lavoreranno nel tempio finché non avrai effettivamente quest’acqua di purificazione che proviene dalla cenere delle giovenche rosse».
«Credo che la risposta di ogni cristiano dovrebbe essere quella di sostenere la costruzione del Tempio»
Il Jerusalem Post ha anche affermato che a settembre le giovenche sono state accolte cerimonialmente all’aeroporto israeliano Ben-Gurion da diversi rabbini del Temple Institute, tra cui lo stesso rabbino Azaria Ariel e il direttore generale del ministero del Patrimonio e di Gerusalemme, Netanel Isaac.
Il Temple Institute è stato fondato dal padre di Ariel (Rabbi Yisrael Ariel) e Rabbi Azaria Ariel guida il suo dipartimento di ricerca. Il sito web dell’Istituto afferma che mentre alcune cerimonie del Tempio sono possibili in uno stato di impurità rituale, la giovenca rossa è necessaria per il completo ripristino messianico.
«Il completo rinnovamento di tutti gli aspetti del servizio del Sacro Tempio e il risveglio della completa purezza rituale tra gli ebrei dipendono dalla preparazione della giovenca rossa (…) La preparazione della giovenca rossa è una precondizione per la reintegrazione del servizio completo nel Sacro Tempio».
Il sito riporta inoltre favorevolmente l’insegnamento su questo argomento del rabbino Moshe ben Maimon – conosciuto come Mosè Maimonide (1135-1204) o «Rambam» – filosofo talmudista tra i maggiori nella storia dell’ebraismo, estremamente influente nel XII secolo. Egli collegò l’arrivo della successiva giovenca rossa con la venuta del Messia, cioè quello che gli ebrei chiamano il «mashiach» o «moshiach».
«Nove giovenche rosse furono offerte dal momento in cui fu loro comandato di adempiere a questa mitzvah [il compimento di uno dei comandamenti della legge ebraica, ndr] fino al momento in cui il Tempio fu distrutto una seconda volta. La prima è stata portata da Mosè, il nostro maestro. La seconda è stata portato da Esdra. Altre sette furono offerte fino alla distruzione del Secondo Tempio. E la decima sarà portata dal re mashiach; possa essere rapidamente rivelato. Amen, così possa essere la volontà di Dio» (Maimonide, Shefter Shoftim («Il Libro dei Giudici», capitolo 11).
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Secondo Maimonide, un’impresa fondamentale di questo presunto Messia, che costituirà peraltro una delle prove conclusive della sua affermazione, è che costui ricostruirà il Tempio di Gerusalemme.
È facile capire che se qualcuno vi dice che non esiste alcun legame tra la consegna delle giovenche rosse e la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme – e quindi la venuta del presunto messia degli ebrei – vi sta gettando fumo negli occhi, vi sta ingannando – gaslighting, dicono ora in America. Operano per l’apocalisse, ma fischiettosamente. I complottisti siete voi, che maliziosamente vedete troppe cose dietro un innocente, zufolante sacrificio veterotestamentario di mucche rosse sul Monte degli Ulivi. Avete visto troppe volte il primo Indiana Jones, con il rito ebraico che scatena quel massacro massivo orripilante. Eccerto.
Prima di parlare del significato che tutto questo ha per i cristiani, soffermiamoci a ricordare cosa significa il Terzo Tempio per i musulmani. La moschea di Al-Aqsa, si trova proprio lì. Lo sappiamo bene perché in questi anni abbiamo visto la quantità di botte che in tante occasioni le forze israeliane hanno rifiutato ai musulmani lì per – in teoria – pregare, cosa che peraltro è consentita solo a loro.
Qualcuno ricorderà anche la passeggiata che sulla spianata delle moschee compì l’allora premier israeliano Ariel Sharon nel 2000, l’atto da cui partì la seconda Intifada. Ricordiamo brevemente cosa accadde in seguito: Sharon divenne relativamente più «morbido» verso i palestinesi, formò un partito suo scindendo il Likud. Nel 2005 – esattamente come era successo anni prima a Ytzhak Rabin– finì al centro di una Pulsa DiNura, una cerimonia di maledizione cabalistica performata da una quantità di rabbini, pure ripresa da una TV locale. Se mesi dopo a Sharon venne un colpo, e restò anni in coma fino al 2014. Se vi impressionate, ripetiamo, è perché avete negli occhi I predatori dell’arca perduta.
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Si tratta di un luogo definito come terzo più sacro di tutto l’Islam. I musulmani ritengono che Maometto fu portato sul luogo del Tempio in rovina di Gerusalemme su un cavallo magico; e che legò il suo cavallo al Muro Occidentale e da lì salì al cielo e incontrò i vari profeti. Non si tratta solo di palestinesi: tutto l’Islam potrebbe reagire qualora Al-Aqsa fosse toccata.
Del resto, cerchiamo di comprendere: Israele, oltre che uno Stato etnonazionalista, può definirsi uno Stato religioso. Hamas, il nemico dello Stato Ebraico, è pure un’organizzazione religiosa – in particolare, una gemmazione locale del gruppo protofondamentalista dei Fratelli Musulmani. L’Iran – che poche ore fa ha attaccato frontalmente Israele con i suoi droni – è una Repubblica Teocratica, uno Stato fondato, rifondato su principi religiosi.
Insomma, al di là di quello che possono dirvi gli alfieri della «geopolitica laica» (quelli che vi raccontano di interessi economici, petrolio, voti dei pensionati ebrei in Florida) si tratta di una questione di religione: tutti gli attori in gioco sono enti religiosi.
In ballo c’è una guerra di religione: e quindi, come non vedere il peso assoluto della macellazione rituale della giovenca rossa?
In realtà, pochi in Italia ne stanno parlando. Non si sono addentrati i blog più complottisti, e neanche i canali Telegram pronti a rilanciare qualsiasi bufala dopaminica («re carlo è morto», «Putin si è schierato con l’Iran) per ciucciare un po’ della vostra attenzione.
Eppure, la questione religiosa dovrebbe interessare anche noi. Perché, anche se rimossi dall’equazione, siamo anche noi spinti nella catastrofe di Gerusalemme – in quanto cristiani, non potrebbe che essere così.
Si torna alla vecchia questione sottolineata più volte da Renovatio 21: c’è lo Stato Ebraico, c’è lo Stato Islamico (ce ne sono diversi), tuttavia non c’è, e non può esserci, lo Stato Cristiano – è rimosso dal discorso, non può essere nemmeno nominato. Il dogma, ad ogni latitudine occidentale e non solo, è quello dello Stato «laico», che sappiamo bene significa uno Stato retto su principi massonici – cioè su una religione ulteriore che tenta da secoli di cancellare il cristianesimo.
È stato riportato che a spingere il progetto di ricostruzione del Tempio di Salome vi sarebbe una loggia massonica britannica, la Quator Coronati. Tuttavia non è questo che vogliamo sottolineare: vogliamo dire come, ancora una volta, i cristiani pare non siano nemmeno considerati nell’equazione. Sono stati estromessi, eliminati dal discorso.
È una realtà portata a galla dal solito Tucker Carlson, che in settimana ha intervistato un pastore evangelico palestinese, mettendo in risalto il paradosso assoluto per cui – come in Iraq, come in Siria – i danari mandati dagli USA in Medio Oriente, su pressioni di lobby protestanti, finiscano per uccidere i cristiani stessi.
Questo è uno degli effetti, solo apparentemente paradossali, del messianismo sionista installato nel fondamentalismo cristiano americano: pur accelerare la fine dei tempi, aiutano la persecuzione, passano sopra il cadavere dei cristiani del Medio Oriente, finanziando ed armando Israele, che nel frattempo avanza leggi anti-conversione per proibire il proselitismo cristiano, negli ultimi mesi ha fatto registrare attacchi ai cristiani senza precedenti.
Non si tratta di frange: come riportato da Renovatio 21, anche lo speaker della Camera USA, il sempre più controverso Mike Johnson, è del gruppo, con vari legami con gruppi del sionismo messianico.
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I cattolici non stanno prendendo la cosa sul serio, anche nella storia teologi e padri della Chiesa – vengono citati San Girolamo, Sant’Ambrogio, San Gregorio Magno, San Efraim, San Giovanni Crisostomo, Sant’Ireneo di Lione – hanno stabilito che l’anticristo potrebbe essere una figura simile.
Il gesuita Francisco Suárez (1548-1617), nella sua opera De Antichristo, scrive che «c’è uno che gli ebrei aspettano e uno che tutti accoglieranno. Gli altri che pretendevano di essere il Messia non sono stati ricevuti da tutti gli ebrei, ma solo da alcuni».
L’anticristo, dice la scrittura, ingannerà il mondo intero, convincerà persino gli eletti. Per questo si ritiene che guiderà un Nuovo Ordine Mondiale, dove la fede sarà perseguitata, e l’umanità vivrà i suoi tempi ultimi.
Questo è il pensiero cristiano, al quale nessuno sembra voler far caso.
Se poi vi chiedete perché, ricordatevi di San Pio X, e di Bergoglio. Nel 1903 papa Sarto, come abbiamo ricordato più volte, ricevette il fondatore del sionismo Theodor Herzl, e gli negò qualsiasi aiuto.
«Noi non possiamo favorire questo movimento. Non potremo impedire agli ebrei di andare a Gerusalemme, ma non possiamo mai favorirlo. La terra di Gerusalemme se non era sempre santa, è stata santificata per la vita di Jesu Cristo (…) Io come capo della chiesa non posso dirle altra cosa. Gli Ebrei non hanno riconosciuto nostro Signore, perciò non possiamo riconoscere il popolo ebreo» scrive Herzl nei suoi diari.
Facciamo un salto temporale: 110 anni dopo, vediamo le immagini, girate durante il suo viaggio in Terra Santa, di papa Bergoglio, accompagnato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu (quello oggi definito «macellaio» e «genocida») mentre si reca a rendere omaggio alla tomba di Herzl. Nemmeno un rabbino: un «laico» etnonazionalista ebreo che, peraltro, si era rifiutato di baciare la mano del santo papa predecessore ed inginocchiarsi, come da protocollo vaticano.
Il mondo è rovesciato. Il mondo è stato rovesciato. Sì.
La chiesa post-conciliare quindi lavora per il sacrificio della giovenca rossa?
La Roma infiltrata dal Male vuole la manifestazione dell’anticristo, per poterlo adorare ed intronare?
Domande che vale la pena di farsi, nelle ore in cui lo spettro di una guerra atomica si fa sempre più concreto – ecco il vero sacrificio a cui mira il Male, ecco il vero Olocausto.
La cancellazione dell’umanità, l’annientamento dell’Imago Dei: stiamo parlando, davvero, di questo.
Roberto Dal Bosco
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Eutanasia
La «Costituzione materiale» dell’Italia umanoide, tra eutanasia e gender di Stato
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Pensiero
«Femminicidio in una chiesa sconsacrata»: ecco la pista satanico-patriarcale
Un nuovo enigmatico caso di cronaca nera scuote la Valle d’Aosta.
Una giovane è stata trovata morta venerdì pomeriggio in una vecchia chiesetta abbandonata del borgo deserto di Equilivaz, tra Aosta e Courmayeur. La ragazza è stata uccisa con due ferite, una delle quali molto profonda, alla gola. Alcuni giornali parlano anche di ferite all’addome. La procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio, riporta l’agenzia ANSA.
Secondo quanto riportato, la vittima è stata descritta da chi ha esaminato il corpo come una giovane molto giovane, probabilmente intorno ai 20 anni o forse anche meno, e probabilmente straniera. Presentava un piercing all’ombelico.
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Intorno al luogo del ritrovamento, oltre ad alcuni marshmallow (popolari cilindriche caramelle gommose fatte di zucchero e grasso animale), sono state rinvenute cartacce e altri rifiuti. Le forze dell’ordine hanno sequestrato diversi oggetti dall’ex chiesetta, tra cui una grande pietra con diverse macchie di sangue.
Ieri ancora si diceva che la giovane morta non è stata ancora identificata. Chi l’ha uccisa ha deliberatamente rimosso il suo cellulare, portafoglio e documenti, forse per ostacolare il processo di identificazione. Si sospetta che la ragazza non fosse italiana a causa del suo abbigliamento. Voci che hanno raggiunto la stampa parlando di una francese di 29 anni, vista con il suo compagno italiano su un furgone bordeaux, tuttavia altri sosterrebbero che il corpo sia di una ragazza molto più giovane.
Il corpo sarebbe stato trovato in un angolo buio della chiesetta sconsacrata, tra mura che cascano e uno squarcio nella parete. All’interno e all’esterno del rudere, erano sparsi diversi alimenti e si trovavano ulteriori tracce di sangue.
L’ex villaggio di Equilivaz è un luogo insolito e poco frequentato, conosciuto solo da pochi. Per raggiungerlo, è necessario camminare per una decina di minuti attraverso rovi e boscaglia, poiché il percorso è al di fuori dei circuiti turistici.
Con tutti questi elementi, non poteva non saltare fuori la «pista satanica», che in genere attira subito i giornalisti per poi essere abbandonata poco dopo.
«Tra le tante ipotesi c’è anche quella di un rito satanico, visto il luogo del ritrovamento» scrive l’articolo di Repubblica, che poi però nasconde la mano, scrivendo che tuttavia «al momento sembra poco probabile».
Tuttavia è Il Tempo che fa uscire il titolo giornalisticamente più interessante: «mistero sul femminicidio in una chiesa sconsacrata». La crasi è riuscita perfettamente. C’è il femminicidio – concetto giuridicamente inesistente ma celebrato da media-event congiunti di Stato e Chiesa, nuovo dogma civico del quale devono essere informati anche i nostri bambini piccoli a scuola per circolare di Valditara, – ma c’è pure la pista oscura, che certo attira l’attenzione, almeno fino a quando per qualche ragione i giornalisti smettono di parlarne (come nel caso dei feti nei barattoli, o in quello del mostro di Firenze, e in tanti altri).
Quindi: alla pista satanica ora si aggiungerà la pista patriarcale?
Oppure si procederà davvero con una nuova creazione fusionale, quella della pista diabolico-patriarcale?
I giornali cominceranno a parlarci di patriarcato satanico?
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Possibile che andiamo incontro ad un déjà vu rispetto al caso veneto di qualche mese fa, quello finito con la morte di una ragazza, tracce di sangue che non si capiscono bene, e il presunto assassino che in carcere chiede psicofarmaci.
La Stampa di Torino avrebbe trovato nell’edizione appena pubblicata una sorta di supertestimone che non parla di furgoncini, ma due giovani che «camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri».
«Ho pensato anche un’altra cosa, per cui adesso provo molta vergogna: lei era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo quello che è successo (…) Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne». I due avrebbero avuto «abiti neri, da dark. Ci ho pensato quando, due giorni dopo, ha nevicato. Mi sono chiesto: chissà quei due».
«Ha sempre parlato lui» continua il testimone de La Stampa, che avrebbe già parlato con i carabinieri. «Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, tutt’altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droga. Con me è stato gentile. Io non credo che l’abbia uccisa».
Insomma, c’è ancora molto lavoro da fare per capire cosa è accaduto. Tuttavia, una domanda sorge imperiosa: la categoria di «patriarcato satanico» – nuova di zecca – potrebbe applicarsi anche un adolescente dark?
Lo scopriremo, con probabilità, a breve.
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Immagine screenshot da YouTube
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