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Hanno ammazzato anche Archie: lo Stato utilitarista uccide il ragazzo «nel suo miglior interesse».

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Archie Battersbee, 12 anni, è morto ieri alle 12.15, ora del meridiano di Greenwich, al London Royal Hospital.

 

È morto soffocato: alle 10 le macchine che gli consentivano di respirare sono state spente, come da decisione dei medici e della magistratura britannica – con l’aggiunta della pilatesca Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, il cui pronunciamento era atteso con fiducia, ma che invece non si è opposta per «non interferire» con la giustizia di Albione.

 

A nulla sono valsi i ricorsi legali della famiglia, l’eco della protesta per mantenere in vita il figlio che ha varcato i confini nazionali. Non è mancata, al solito, l’offerta di spostare il bambino in Italia. Come era successo per Alfie, abbiamo visto quanto serve.

 

Tutti i gradi della magistratura parruccona hanno decretato che non era la famiglia a poter decidere se tenere vivo il bambino (concetto di per sé aberrante, ci rendiamo conto), ma i medici, che hanno agito nel suo «best interest».

 

Lo hanno ammazzato nel suo «miglior interesse». Lo hanno trucidato a suo vantaggio. Uccidere un bambino per «tutelarlo» Questa è l’irrazionalità assassina a cui è arrivato il mondo moderno, che si nutre oramai di oscene contraddizioni che provocano ondate di morte.

 

Il bambino era stato trovato privo di sensi nella sua casa del Sussex  lo scorso 7 aprile. Il lettore può notare, quindi, come i tempi nei quali si svolgono questo tipo di fenomeni – famiglie di comatosi contro medici e magistratura – si stiano accorciando. Non è escluso che a breve vedremo processi eutanatici per direttissima: vere e proprie sentenze di morte, comminate nel giro di poche ore.

 

Ricordiamo che erano stati i medici a chiedere alla magistratura di giudicare se fosse giusto proseguire a tener vivo il ragazzino con la ventilazione artificiale. I dottori infatti erano certi che il bambino non avesse possibilità di guarire.

 

Sappiamo cosa ha ucciso Archie. Non sono solo i medici e i giudici. È ciò che li contiene, li giustifica, li aizza nel loro lavoro di morte.

 

È lo Stato utilitarista. Per la filosofia utilitarista – che nasce proprio a Londra nel Settecento con l’inquietante filosofo Jeremy Bentham – il più debole può essere sacrificato al più forte, qualora quest’ultimo tragga dal sacrificio del primo un grande godimento. È la teoria per cui una minoranza della società è giusto che vada schiacciata a vantaggio del «piacere» (Bentham parla proprio di questo, con calcoli matematici) della maggioranza.  Chi ricorda i discorsi su vaccini, green pass e lockdown può capire di cosa stiamo parlando – perché l’utilitarismo è oramai il sistema operativo di ogni Stato moderno, che odia l’umanità e vuole umiliarla e ridurla.

 

Il più debole sacrificato al più forte. Il minore al maggiore. Tale sistema era perfetto per l’impero genocida che sterminava irlandesi e indiani, con carestie programmate, portandone vie le risorse, per il maggior godimento della società londinese.

 

Ecco quindi che l’utilitarismo diventa eugenetica, e chiama all’assassinio massivo degli stessi bambini britannici (Charlie, Alfie, Archie…): le loro vite sono divenute quelle che nella Germania di Hitler – grande discepolo delle teorie antropologiche angloamericane – veniva chiamata lebensunwerten leben, «vita indegna di essere vissuta».

 

Lo Stato utilitarista è quindi lo Stato della Necrocultura. L’utilitarismo è in fondo solo una elaborazione della Cultura della Morte.

 

Quindi, lo Stato utilitarista neonazista ha ucciso un altro bambino, sì: ma ne ammazza decine di migliaia ogni giorno con aborti, riproduzione in provetta, espianto di organi.

 

Perché è grazie agli orrori permessi dalla Necrocultura che lo Stato moderno può nutrirsi e prosperare.

 

 

 

 

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Essere genitori

La Tanzania nega lo scoppio di un virus Marburg nonostante le accuse dell’OMS

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Il ministero della Salute della Tanzania ha negato la presenza del virus Marburg simile all’Ebola nel paese, confermando che i test di laboratorio sui casi sospetti della malattia letale nella regione di Kagera sono risultati negativi. Ciò segue i resoconti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sui casi sospetti.

 

Il ministro della Salute del Paese ha affermato in una nota diffusa mercoledì che «tutti gli individui sospettati sono risultati negativi al virus di Marburg».

 

L’OMS ha sottolineato che gli individui nella regione di Kagera avevano manifestato sintomi compatibili con il virus di Marburg, tra cui febbre, vomito di sangue ed emorragie esterne.

 

Nel corso di una conferenza stampa virtuale tenutasi giovedì a Ginevra, il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha esortato la Tanzania a inviare i campioni raccolti ai laboratori di riferimento internazionali e a raccogliere ulteriori campioni in linea con le procedure standard.

 

In risposta alle preoccupazioni dell’OMS, la Tanzania ha sottolineato di aver rafforzato i propri sistemi di sorveglianza sanitaria per individuare e rispondere tempestivamente alle minacce.

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La regione di Kagera aveva già sperimentato un’epidemia del virus Marburg nel marzo 2023. Tale epidemia aveva causato nove casi confermati e sei decessi.

 

Il virus di Marburg, precedentemente noto come febbre emorragica di Marburg, è stato identificato per la prima volta nel 1967 in seguito a epidemie simultanee a Marburg, in Germania, e a Belgrado, in Serbia. È una malattia altamente infettiva simile all’Ebola che deriva dal contatto con fluidi corporei o superfici contaminate.

 

Il Ruanda ha confermato di recente che i pipistrelli sono la probabile fonte dei primi casi registrati del virus di Marburg.

 

Nel 2023, la Tanzania e la Guinea Equatoriale hanno segnalato casi di malattia, dopo i focolai in Ghana nel 2022 e in Uganda nel 2017.

 

Come riportato da Renovatio 21, vi era stato allarme alla stazione di Amburgo pochi mesi fa quando due persone provenienti dal Ruanda avevano mostrato dei sintomi mentre erano in treno. La banchina di arrivo del treno era stata quindi isolata dalle autorità tedesche.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’OMS aveva dichiarato il focolaio di Marburg in Ghana, per poi convocare una riunione «urgente» sulla diffusione del virus.

 

La Russia sta sviluppando un vaccino contro il morbo.

 

Tre anni fa il dottor Robert Malone, pioniere del vaccino mRNA, in una trasmissione di Steve Bannon parlò di un possibile «super virus» cinese da «febbre emorragica simile all’Ebola» che poteva derivare dalla vaccinazione di massa.

 

La Tanzania è uno dei Paesi che, su iniziativa dell’allora presidente John Magufuli, si oppose alla narrativa pandemica e rifiutò i vaccini COVID. Il Magufuli, chimico di formazione, morì nel marzo 2021 nella città portuale di Dar es Salaam. Aveva 61 anni.

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Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Vaccini e Morte in culla, studio dimostra che le iniezioni nei bambini prematuri aumentano notevolmente il rischio di apnea

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   I neonati prematuri ospedalizzati hanno avuto un’incidenza di apnea del 170% più alta entro 48 ore dalla ricezione delle vaccinazioni di routine del 2° mese rispetto ai neonati non vaccinati, secondo un nuovo studio. Gli autori hanno affermato che lo studio supporta le attuali raccomandazioni sui vaccini, ma alcuni scienziati non sono d’accordo e hanno sollevato preoccupazioni sulla SIDS.   Secondo i dati di un nuovo studio, nei neonati prematuri ricoverati in ospedale si è riscontrata un’incidenza di apnea del 170% superiore entro 48 ore dalla ricezione delle vaccinazioni di routine del secondo mese rispetto ai neonati non vaccinati.   Lo studio, pubblicato il 6 gennaio su JAMA Pediatrics, ha definito l’apnea «come una pausa respiratoria superiore a 20 secondi o una pausa respiratoria superiore a 15 secondi con bradicardia associata» – o una bassa frequenza cardiaca inferiore a 80 battiti al minuto.   Considerando che i neonati prematuri ricevono le vaccinazioni di routine contemporaneamente ai neonati a termine, lo studio ha cercato di determinare se le vaccinazioni di routine a 2 mesi comportassero un aumento del rischio di apnea.

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Gli autori hanno concluso: «il numero e la durata simili di eventi apnoici e la mancanza di gravi eventi avversi suggeriscono che le attuali raccomandazioni vaccinali per i neonati prematuri ospedalizzati sono appropriate».   Tuttavia, Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense , ha affermato che gli autori sono giunti a questa conclusione «ignorando i rischi» evidenti nei loro stessi dati.   «Un neonato prematuro affetto da apnea probabilmente trascorrerà più tempo in terapia intensiva neonatale, esponendosi ulteriormente alle infezioni contratte in ospedale», ha affermato Jablonowski. «Questo si aggiunge agli altri fattori di rischio per l’apnea, come morte, insufficienza respiratoria, problemi polmonari a lungo termine e ritardo della crescita».   In un post su Substack, il cardiologo Dr. Peter McCullough ha suggerito che «è concepibile» che con sette vaccini all’età di 2 mesi e 16 vaccini a 12-15 mesi, «la vaccinazione combinata potrebbe essere associata a significative apnee non monitorate, convulsioni febbrili o entrambe, con conseguente sindrome della morte improvvisa del lattante [SIDS] a casa».   La biologa Christina Parks, Ph.D. , esperta di come i vaccini influenzano il sistema immunitario, ha detto a The Defender che lo studio conferma «ciò che hanno dimostrato studi precedenti sui neonati prematuri: che la vaccinazione induce stress cardiorespiratorio che si manifesta come rallentamento della frequenza cardiaca (bradicardia) e della respirazione, nonché come cessazione della respirazione (apnea) per brevi periodi di tempo».   Parks ha affermato che il fatto che «i rischi noti non siano stati implicati come potenziali cause della SIDS è inammissibile a questo punto».  

Uno studio suggerisce che un approccio vaccinale «universale» non è appropriato per i neonati prematuri

Il ricercatore scientifico e autore James Lyons-Weiler, Ph.D. , ha dichiarato a The Defender che lo studio «è un campanello d’allarme» che evidenzia come le vaccinazioni di routine, in particolare nei neonati prematuri, possano comportare rischi trascurati.   «L’aumentata incidenza di apnea nei neonati prematuri vaccinati suggerisce che l’approccio unico alla vaccinazione potrebbe non essere appropriato per una popolazione così vulnerabile», ha affermato Lyons-Weiler. «Sottolinea la necessità di considerare le differenze fisiologiche individuali, in particolare in coloro con sistemi sottosviluppati, e di adattare di conseguenza le pratiche vaccinali».   Lyons-Weiler ha affermato che gli autori dello studio sembrano dare priorità ai benefici più ampi per la salute pubblica della vaccinazione rispetto ai rischi individuali dimostrati nello studio. Ha affermato:   «Si presume che i rischi di apnea a breve termine siano superati dalla protezione a lungo termine contro le malattie infettive. Tuttavia, questa conclusione trascura questioni critiche sui risultati a lungo termine per questi neonati, in particolare se gli episodi di apnea hanno conseguenze neurologiche persistenti. Tuttavia, non ci hanno pensato davvero. Quanto vale la vita di un neonato prematuro?»   Parks ha osservato che lo studio non ha presentato un’analisi di quali potrebbero essere le potenziali cause dell’aumentata incidenza di apnea nei neonati vaccinati. «La totale mancanza di interesse nei meccanismi attraverso cui la vaccinazione sta aumentando la sofferenza cardiorespiratoria nei neonati è anche in qualche modo scioccante».   Jablonowski ha osservato che il programma di vaccinazione infantile dei Centers for Disease Control and Prevention è stato ampliato da quando è stato condotto lo studio, dal 2018 al 2021.   «Se questo studio fosse stato condotto oggi, con il programma di immunizzazione del CDC in rapida espansione, i neonati avrebbero ricevuto Prevnar 20 invece di Prevnar 13, quindi sette antigeni aggiuntivi per il vaccino pneumococcico, il vaccino contro il rotavirus, fino a cinque antigeni in più e un anticorpo monoclonale per il virus respiratorio sinciziale», ha affermato Jablonowski.

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Quattro neonati vaccinati presentavano casi sospetti di sepsi

Jablonowski ha anche evidenziato un risultato meno enfatizzato dello studio: quattro neonati vaccinati avevano casi sospetti di sepsi, una condizione in cui il corpo risponde in modo improprio a un’infezione. Per fare un confronto, solo un neonato non vaccinato ha un caso sospetto di sepsi.   «La scoperta più sorprendente di questo studio non sono stati i suoi risultati primari o secondari, ma un risultato esplorativo riguardante la sepsi» ha detto Jablonowski.   «Nessuno esperto di reazioni avverse ai vaccini si sorprenderebbe se quattro neonati vaccinati, rispetto a un neonato non vaccinato, presentassero febbre. Tutti dovrebbero sorprendersi se quattro neonati vaccinati, rispetto a un neonato non vaccinato, avessero emocolture o fossero stati trattati con antibiotici per un timore di sepsi».   «L’assalto dei cinque vaccini dello studio, che coprono 19 antigeni, somministrati simultaneamente, ha imitato i sintomi della sepsi o ha degradato il sistema immunitario così gravemente da consentire a un agente patogeno di mettere piede?»   Studi precedenti hanno confermato il rischio di sepsi infantile dopo la vaccinazione, ha affermato Parks.   «Tradizionalmente, i medici davano per scontato che la sepsi infantile fosse dovuta a un’infezione batterica e la curavano con antibiotici anche quando non si riusciva a identificare alcuna infezione batterica. Tuttavia, questi studi precedenti hanno dimostrato che in realtà era la vaccinazione a portare a questo stato iperinfiammatorio potenzialmente letale», ha affermato Parks.   Secondo la scienziata indipendente francese Hélène Banoun, Ph.D., lo studio conferma una tesi medica francese pubblicata nel 2013. Tale studio ha esaminato 144 neonati prematuri, scoprendo che il 68% dei neonati ha sperimentato eventi cardiorespiratori significativi dopo la vaccinazione.   «Presi insieme, tutti questi studi dimostrano che la vaccinazione provoca uno stress estremo, e potenzialmente letale, al corpo del neonato e più il corpo è piccolo, meno risorse ha per resistere a tale stress», ha affermato Parks.

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I vaccini contenenti alluminio possono rappresentare un rischio particolare per i neonati prematuri

Lyons-Weiler ha affermato che i risultati dello studio forniscono anche un’indicazione del rischio connesso alla somministrazione di più vaccini contemporaneamente o in un breve lasso di tempo, in particolare nei neonati e nei bambini piccoli.   «I neonati prematuri hanno già un sistema immunitario e neurologico sottosviluppato e il carico cumulativo di alluminio derivante da più vaccini potrebbe esacerbare rischi come l’apnea», ha affermato. «Questo studio suggerisce che la vaccinazione combinata in tali popolazioni deve essere attentamente rivalutata».   Ha anche notato che alcuni vaccini somministrati di routine ai neonati contengono alluminio. Ha analizzato i potenziali rischi della somministrazione di tali vaccini ai neonati sul suo Substack.   «È noto che gli adiuvanti di alluminio innescano l’attivazione immunitaria e l’infiammazione, il che potrebbe avere un impatto sulla stabilità respiratoria e neurologica nei neonati prematuri», ha affermato Lyons-Weiler. «Purtroppo, lo studio non ha esplorato meccanismi specifici, come gli adiuvanti di alluminio, che potrebbero spiegare l’aumento osservato di apnea. Questa è una svista significativa».   I sali di alluminio «sono potenti attivatori immunitari e potrebbero scatenare un’infiammazione sistemica, interrompendo il controllo respiratorio», ha affermato Lyons-Weiler. Ha affermato che la vaccinazione infantile potrebbe anche stimolare la produzione di citochine, «che potrebbero interferire con i percorsi neurologici immaturi responsabili della regolazione della respirazione».   «La somministrazione simultanea di più vaccini aumenta il carico di attivazione immunitaria e l’esposizione cumulativa all’alluminio, aggravando i rischi», ha affermato Lyons-Weiler.   Scrivendo su Substack, Lyons-Weiler ha chiesto che i vaccini che non contengono alluminio siano considerati prioritari. Ha anche chiesto di ritardare la vaccinazione dei neonati «non a rischio immediato di infezione da epatite B o che hanno episodi respiratori o cardiaci dopo la vaccinazione» e ha proposto un dosaggio basato sul peso «per tenere conto della massa corporea inferiore e della funzionalità renale sottosviluppata dei neonati prematuri».   «Ritardare le vaccinazioni non essenziali fino a una maggiore maturità fisiologica potrebbe rappresentare una strada più sicura da seguire», ha scritto Lyons-Weiler.   Michael Nevradakis Ph.D.   © 9 gennaio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Bambini pagati per giocare con bambole transgender

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L’Università del Minnesota ha tentato di pagare effettivamente i bambini per giocare con le cosiddette «bambole transgender». Lo riporta LifeSite, che cita le testate Daily Wire e Campus Reform.

 

Un annuncio è stato pubblicato su Instagram dal National Center for Gender Spectrum Health; il centro fa parte del «programma sulla sessualità umana» presso la facoltà di medicina dell’Università del Minnesota, Stato retto dal governatore Tim Walz, già candidato perdente alla vicepresidenza USA con Kamala Harris, convinto sostenitore delle pratiche di cambio di genere per giovanissimi.

 

«Parliamo di genere. Vogliamo sentire i bambini transgender e gender diversi tra i 5 e i 10 anni e i loro genitori su una nuova attività pratica per parlare di genere e corpi! Bambini e genitori si incontreranno un paio di volte in gruppi con altri per giocare e darci idee sulle attività» scrive l’annuncio.

 

 

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Secondo il post sul social, il compenso per la partecipazione ammontava a una cifra compresa tra 20 dollari e 60 dollari, e la pubblicità su Instagram indirizzava i potenziali partecipanti interessati ad una email universitaria chiamata mygenderdolls.

 

Il sito Campus Reform scrive che tali «My Gender Dolls sono pubblicizzate come uno «strumento terapeutico» per «bambini transgender e gender diverse». Il progetto mira a insegnare l’ideologia di genere ai bambini, che possono scambiare i «genitali e gli organi riproduttivi interni» delle bambole per «mostrare che la loro identità di genere è valida indipendentemente dalle parti che hanno».

 

«In breve, un centro associato alla facoltà di medicina di una prestigiosa università americana ha cercato di pagare i bambini per giocare con bambole che consentivano loro di mescolare e abbinare peni e vagine per affermare l’idea che sesso biologico e “genere” non sono sinonimi ma distinti» scrive LifeSite. «Questo è forse il miglior microcosmo che abbia mai visto di ciò che Mary Harrington ha chiamato “Ideologia Lego della carne”», o «gnosticismo Lego della carne».

 

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L’altra testata interessata al caso, il Daily Wire, non è stato in grado di confermare se qualche genitore avesse iscritto i propri figli a questo programma di bambole transgender o meno.

 

Campus Reform ha osservato che il National Center for Gender Spectrum Health «ha anche prodotto un manuale per “supportare l’educazione al piacere sessuale” per gli uomini transgender dopo un intervento chirurgico genitale transgender» e che la missione del centro è «1) promuovere la borsa di studio da parte di coloro che si identificano come transgender; 2) promuovere un empirismo basato sull’esperienza reale vissuta dalle persone transgender; 3) sfidare la cisnormatività nell’assistenza sanitaria; e 4) promuovere il piacere e la sessualità positiva per tutti i corpi».

 

Il centro esiste per garantire una parvenza di rispettabilità accademica all’ideologia di genere che promuove tentando di affermare la disforia di genere nei bambini che probabilmente erano confusi da altri ideologi di genere per cominciare. Non è solo l’Università del Minnesota; Campus Reform ha notato che la Syracuse University ha avuto un «Trans Support Day» il 23 marzo che ha offerto «supporto terapeutico per i genitori di giovani trans» e «uno spazio per i giovani per entrare in contatto»; l’Università del Missouri e la Washington University «avevano anche condotto “transizioni di genere” sui bambini fino a quando una legge statale ha reso tali procedure illegali il 28 agosto 2023».

 

Anche i «giocattoli transgender» non sono una novità, ricorda LifeSite. La Mattel ha lanciato una bambola «Laverne Cox»; Cox è l’attore transessuale che è apparsa sulla famigerata copertina di TIME nel 2014 con il titolo «Transgender Tipping Point», il «punto di svolta transgender.

 

Un’altra bambola, chiamata «Sam», è stata creata per «fermare la transfobia prima che inizi».

 

«È sinistro e sovversivo pensare che le bambole per bambini, giocattoli creati per incoraggiare gli istinti naturali di accudimento e usati in giochi per bambini come “casa” o da bambine che fingono di essere madri, siano ora usati come strumento dagli attivisti trans per ingannare i bambini e fargli credere che i cambiamenti di sesso siano possibili» scrive LifeSite.

 

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Come riportato da Renovatio 21, quattro anni fa era divenuto virale un video inquietante nel quale si vedeva che una bambola di largo consumo aveva un «pulsante segreto» che la faceva gemere ed ansimare.

 

Il mese scorso il produttore di giocattoli per bambini Mattel si è scusato per un errore di stampa sulle scatole di alcune delle sue nuove bambole, che indirizzava erroneamente gli acquirenti a un sito web pornografico.

 


Come riportato da Renovatio 21, il film kolossal 2023 Barbie è stato messo al bando in alcuni Paesi del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia per la presenza di tematiche LGBT e femministe che contraddicono «fede e morale». Anche la parlamentare russa Maria Butina, passata per le carceri americane a causa del Russiagate, ha chiesto che il film venisse bandito nel suo Paese.

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