Necrocultura
Il principe Carlo ha preso milioni dalla famiglia Bin Laden

Un rapporto rivela che il principe Carlo, erede al trono britannico, ha accettato il finanziamento dei suoi enti di beneficenza tramite una una donazione da 1 milione di sterline (1,19 milioni di euro) dalla famiglia di Osama bin Laden. Lo riporta la testata londinese Sunday Times.
Il Prince of Wales’s Charitable Fund ha ricevuto la donazione nel 2013 da parte di fratelli Bakr e Shafiq bin Laden, fratellastri di Osama bin Laden, fondatore di Al Qaeda e artefice degli attentati dell’11 settembre.
Il Sunday Times riferisce che il principe Carlo aveva mediato il pagamento dopo un incontro privato con Bakr bin Laden alla Clarence House di Londra il 30 ottobre 2013, due anni dopo l’uccisione di Osama bin Laden in Pakistan. Il giornale riportava anche che l’erede al trono aveva accettato di accettare la donazione nonostante le obiezioni vocali dei suoi stessi consiglieri, i quali avevano avvertito il principe dell’inevitabile contraccolpo se fosse venuto a sapere che la sua organizzazione di beneficenza aveva accettato denaro dalla famiglia dell’uomo che ha orchestrato gli attacchi terroristici che hanno ucciso quasi 3.000 persone, tra cui 67 britannici.
Clarence House, l’ufficio ufficiale e la residenza del principe, ha confermato che i fratelli bin Laden avevano donato i soldi all’ente di beneficenza reale, ma han contestato le notizie secondo cui il principe Carlo aveva mediato l’accordo o preso la decisione personalmente di accettarlo.
Non si tratta della prima volta in cui un potentato arabo innaffia di danaro le operazioni del Carlo. Lo Windsor aveva infatti accettato 3,1 milioni di dollari in donazioni in contanti da un miliardario del Qatar tra il 2011 e il 2015 , alcune delle quali sono state ricevute, personalmente, in una valigia e borse della spesa.
Non vi è alcuna prova che Bakr o Shafiq bin Laden abbiano sponsorizzato, sostenuto o siano stati coinvolti in atti di terrorismo – la famiglia Bin Laden è molto estesa, in quanto il capostipite Mohammed bin Laden (1908-1967), padre di Obama, ha avuto almeno 54 figli. L’uomo aveva iniziato come facchino per divenire il primo appaltatore d’Arabia e non solo, confidente e costruttore di fiducia, a quanto si tramanda, dei Saud, in particolare dell’emiro, poi divenuto Re, Faisal.
La potenza economica di Mohammed Bin Laden era tale che quando Faisal subentrò come Re al fratello Saud, chiese un aiuto finanziario per risollevare le sorti finanziarie del Paese proprio al Bin Laden, chbe si vide quindi assegnare tutti i possibili progetti edilizi del Paese. Bin Laden sr. morì in un incidente aereo.
I Bin Laden divennero noti come la «famiglia non reale più ricca del regno». Negli anni Settanta sono arrivati addirittura a sponsorizzare un team di Formula 1.
La famiglia ha ripudiato Osama nel 1994 quando l’Arabia Saudita gli ha privato della cittadinanza a causa delle sue attività estremiste.
Come noto, i membri della famiglia Bin Laden presenti su suolo USA durante i giorni dell’11 settembre furono gli unici esseri umani in grado di volare fuori dal Paese, su permesso speciale delle autorità americane.
Il Prince of Wales’s Charitable Fund, organizzazione creata nel 1979, sostiene che la sua missione è «trasformare vite e costruire comunità sostenibili assegnando sovvenzioni a un’ampia gamma di buone cause nell’ambito dei nostri principali temi di finanziamento: patrimonio e conservazione, istruzione, salute e benessere , inclusione sociale, ambiente e Paesaggio».
L’ente del principe del Galles finanziato dai Bin Laden fa parte dunque dei tanti progetti concreti di ambientalismo anti-umano tipici di tutte le generazioni degli Windsor, che dal principe Filippo (quello che voleva reincarnarsi in un virus per uccidere più popolazione possibile) arrivano fino a Guglielmo ed Enrico. Quest’ultimo, nonostante apparentemente sia in ribellione con la Real Casa, ha appena dato all’ONU un discorso eco-abortista piuttosto netto.
Gli Windsor, vero nome Coburgo-Gotha, sono una vera e propria «famiglia della morte», una dinastia votata alla Necrocultura più forsennata. Che prendano soldi dai Bin Laden non è nemmeno la cosa più grave.
I misteri di sangue che avvolgono la famiglia, da Diana in giù, sono ancora oscuri. Nel frattempo, tuttavia, sono riusciti a dire che la regina Elisabetta è discendente di Maometto.
Non è chiaro se questa scioccante rivelazione – specie considerando che, a causa della barzelletta anglicana, la regina è il capo della chiesa scismatica di Albione – possa essere un motivo dietro all’abbondante dazione binladenesca.
Crediamo di no.
Necrocultura
La terapia antirigetto sta finendo. Il tempo dei mostri e delle vacche sacre arcobaleno pure

Nella vita è capitato a tutti, magari giocando da bambini, di infilarsi una scheggia sotto pelle. A quel punto interveniva la saggezza della mamma o della nonna: non ti preoccupare, il corpo espellerà il pezzettino di legno, è una reazione naturale.
Il corpo non tollera qualcosa di altro da sé, qualcosa di contrario al suo programma.
Che poi è la grande questione – rimossa, censurata nel palcoscenico pubblico – dei trapianti: ti dicono che hanno trovato un donatore «compatibile», poi però il trapiantato finché campa deve pigliare farmaci che impediscano il rigetto dell’organo alieno inserito nel suo corpo (uccidendo un’altra persona, ma questo è un altro discorso…fino ad un certo punto). Un modo come un altro – ce ne sono vari altri, tutti di gran moda – di diventare ad vitam cliente di Big Pharma.
In pratica l’immenso business dei trapianti non si reggerebbe senza le droghe che reprimono la natura e i suoi processi fisiologici. In mancanza di farmaci antirigetto, la realtà dei trapianti si manifesterebbe per quello che è: una discendenza del mostro gotico di Frankenstein.
Ora, lo stesso fenomeno si può dire lo abbiamo subìto per la mente. Non solo la nostra, ma quella di tutta la società mondiale.
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Per decadi (in ispecie l’ultima), hanno trapiantato nel cervello dei singoli e dei popoli ogni sorta di aberrazione: ecco i matrimoni gay, ecco il feticidio come diritto assoluto, ecco la morte di Stato per deboli ed ammalati, ecco gli immigrati importati e privilegiati, ecco il fanatismo climatico appaltato alla ragazzina Asperger, ecco i sieri genici obbligatori, ecco i bambini castrati e imbottiti di ormoni sintetici (prodotti forse biochimicamente nemmeno troppo lontani dai quelli usati per evitare il rigetto di organi altrui).
Non è la prima volta che nella società umana sono innestati tessuti mostruosi – la decadenza è simile per ogni civiltà – e nel tempo, emersa la loro incompatibilità con la vita, sono stati combattuti e infine esplusi. Essi, per potersi mantenere e replicare all’interno del corpo sociale, richiedono dosi potenti di immunosoppressori e di cocktail antirigetto.
Adesso sappiamo come ciò avveniva: dalla nuova amministrazione americana apprendiamo che serque infinite di enti, conventicole e movimenti venivano pagati da USAID (che, con un budget di 50 miliardi, poteva distribuire 1 miliardo di dollari a settimana) per megafonare l’aberrazione, la riforma antinaturale della società.
L’orda di effeminati infervorati, di obese con la chioma viola, di psicosessuologhe oltranziste, di avvocaticchi d’assalto, e di comizi, corsi di aggiornamento, conferenze e concerti di riporto, non erano un fatto organico, spontaneo. No. Erano innaturali come i capelli pittati o il davanzale al silicone di un trans disperato: erano tutti lì, a suonare lo stesso spartito, solo perché pagati per diffonderlo urbi et orbi, sulla pelle dei più vulnerabili.
Siccome ogni società umana rimasta sana tende alla propria sopravvivenza e non tollera inclusioni ad essa incompatibili, era indispensabile una propaganda senza requie, ed era necessario pure abbinarla alla censura, per spegnere i globuli bianchi ancora in circolazione.
Per decenni siamo stati drogati per accettare il gender, l’Ucraina democratica, ogni sorta di diktat della cultura della morte. Ci hanno iniettato oceani di sostanze antirigetto. La scuola, le serie TV, lo sport, i film, Sanremo… la terapia è stata ubiqua e persistente. Eppure – ci viene da sorridere – siamo ancora qui. E stiamo per assistere alla fine di questa cura fallita.
Possiamo sperare che la chiusura dei rubinetti da parte dello Stato profondo americano produrrà esiti da non credere: muri di opposizione si sbricioleranno, agenti della necrocultura cambieranno mestiere, armate di attivisti agguerriti svaniranno lasciando il nulla dietro di sé. Vacche sacre arcobaleno si dissolveranno.
Niente di tutto questo esisteva davvero: si trattava di una presenza disorganica nelle nostre vite, che pensavamo di non poter scacciare mai, ma che stava lì solo perché qualcuno pagava un esercito di piccoli mostri mercenari per tenerla in piedi.
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Qualche esempio concreto lo abbiamo appena veduto.
Nello studio ovale, il presidente ha investito del massimo potere sanitario il re dell’antivaccinismo mondiale. E nel discorso di investitura, ha citato l’autismo, e il numero tragico di cui è (era…) proibito parlare in pubblico: pochi anni fa i bambini autistici erano uno su 10.000, ora nello spettro se ne conta uno ogni 38.
A Monaco, davanti ai papaveri europei e mondiali, il vicepresidente americano ha parlato, chiamandolo per nome e cognome, di Adam Smith-Connor, il veterano britannico arrestato e condannato per aver pregato in silenzio dinanzi a una clinica abortista.
Ora, capiamoci: questa storia di Connor era circolata solo sui siti pro-life, e in Italia probabilmente gli unici a conoscerla erano i lettori di questa testata. Ora invece ne parla il numero 2 della superpotenza egemone, e in faccia ai burocrati parassiti che vegetano ai vertici della geopolitica planetaria.
È come se il nostro piccolo mondo antico fosse ora il mondo intero.
Quelle che sembravano energie sprecate, storie dimenticate, battaglie perdute, sono ora al centro di tutto, nella stanza dei bottoni. O almeno, pare proprio che sia così. Stropicciamoci gli occhi: era solo l’incubo di una lunga notte.
Il tempo dei mostri sembra che stia per finire, la natura si riapproprierà dei suoi spazi come un elastico di ritorno, e presenterà i suoi conti. Mai avremmo pensato di vedere il momento in cui d’improvviso diventa possibile dirlo.
Dopo la disintossicazione della società dal trattamento di immunosoppressione massiva forse si prepara una nuova vittoria della realtà e della vita.
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
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Necrocultura
Il piano inclinato della morte cerebrale

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Necrocultura
Nunzio apostolico in Germania: l’Europa si sta suicidando con aborto, eutanasia e ideologia di genere

L’arcivescovo Nikola Eterovic, nunzio apostolico in Germania, ha messo in guardia dal «suicidio» dell’Europa dovuto alla promozione dell’aborto, dell’eutanasia e dell’ideologia di genere. Lo riporta LifeSite.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa cattolica tedesca (KNA), monsignor Eterovic ha recentemente lanciato l’allarme durante un sermone nel suo paese d’origine, la Croazia, in merito alla grave crisi demografica che sta attraversando la civiltà occidentale.
L’arcivescovo ha detto che l’Europa è afflitta da una «Cultura della morte» dovuta all’aborto e all’eutanasia. Vede il crollo demografico nella maggior parte dei paesi europei come un «segno di suicidio».
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Il monsignore ha anche messo in guardia dall’ideologia di genere, che vede come una forma di «colonizzazione ideologica» dell’Europa diretta contro la comprensione cristiana della famiglia.
Il nunzio apostolico ha descritto la guerra tra Russia e Ucraina come un segno di «suicidio sociale», perché due Paesi storicamente cristiani si stanno combattendo.
«Se un uomo rompe con Dio, se uccide simbolicamente Dio, allora, purtroppo, uccide anche se stesso: perde il fondamento su cui si regge, disprezza i valori che, tra le altre cose, hanno plasmato l’Europa e reso possibile il fiorire della civiltà occidentale», ha detto Eterovic.
Nonostante i tassi di natalità siano ben al di sotto del livello di sostituzione in quasi tutti i paesi europei, i governi di Danimarca e Finlandia hanno recentemente allentato le loro leggi sull’aborto, aumentando il limite dell’aborto da 12 a 18 settimane.
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Nel frattempo, il Regno Unito è attualmente impegnato nell’approvazione di una legge sull’eutanasia simile al MAiD, cioè la tremenda eutanasia canadese.
Tutti questi, assieme a tanti altri che su questo sito documentiamo ogni giorno, sono segni di quella che Renovatio 21 chiama Necrocultura, che è la Mortis Cultura, la Cultura della Morte, di cui parlava Giovanni Paolo II nell’Enciclica Evangelium Vitae.
La Necrocultura è ora il sistema operativo della politica e della vita quotidiana, è la forza di gravità artificiale che vuole spingere l’essere umano verso la sua terminazione, passando per la sua umiliazione. Questo sito documenta dalla sua nascita tale fenomeno, che si concretizza in un’agenda nemmeno occulta di ritorno sul pianeta del sacrificio umano.
Sempre più figure di spicco, da Tucker Carlson a Elon Musk, pur nella loro declinazione, paiono aver capito l’essenza della Necrocultura e il suo potere sull’ora presente.
Cosa si farà per combatterla è cosa che riguarda non solo loro, ma anche lo stesso lettore che sta leggendo questa riga.
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