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Controllo delle nascite

Il principe che voleva reincarnarsi in una pandemia: Filippo è finalmente diventato un virus genocida?

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Lascia più sgomenti del solito la lenzuolata di coccodrilli per il morto VIP delle ultime ore: Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo, nato principe Filippo di Grecia e Danimarca, massone affiliato alla Logia della Marina di Londra col numero 2612.

 

Tutti a ricordare quanta classe, quanta grazia, e via leccando – non si capisce bene per quale motivo. Il principe consorte, non era mai stato simpatico a nessuno, al massimo era ignorato. Qualcuno già l’anno scorso aveva ipotizzato che lo spilungone fosse schiattato, ma che, come usava nell’Unione Sovietica, il potere britannico teneva nascosta la morte per paura di destabilizzare ulteriormente una società resa schizofrenica dal lockdown imposto dall’Imperial College.

 

Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo, nato principe Filippo di Grecia e Danimarca, massone affiliato alla Logia della Marina di Londra col numero 2612

Le foto che erano uscite raffiguravano un vecchio di bruttezza impressionante: gli occhi scavati e abitati come da una luce cupa, la mascella pronunciatissima, la bocca che mostra un ghigno incomprensibile… Ma che importa? Ora tutti ad ammirarlo, con foto dove lo si vede in tweed in campagna.

 

I più simpatici hanno pubblicato foto inequivocabili in cui si evince che il marito della Regina Elisabetta era una versione malvagia di Raimondo Vianello, che preferiamo mille volte, così come preferiremmo Sandra Mondaini e perfino Sbirulino alla perfida consorte di Filippo, che ancora è in vita.

 

Utenti dell’internet ancor più spiritosi hanno ricordato una qualche serie delle sue gaffe storiche.

 

«Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare sottoforma di un virus mortale, in modo da poter contribuire in qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione»

Al presidente della Nigeria in abiti tradizionali nel 2003: «Ma che ti sei messo, il pigiama?». All’ambasciatore Russo nel 1967: «Mi piacerebbe molto venire in Russia, ma voi bastardi avete ucciso metà della mia famiglia». All’ambasciatore delle isole Cayman nel 1994: «Siete tutti pirati, voialtri». All’ambasciatore aborigeno William Brin nel 2002: «E la lancia dove l’hai lasciata?». Al bambino sulla sedia a rotelle nel 2002: «Mi fai fare un giro?» Ad una donna africana in Kenya nel 1984: «Salve, lei cos’è, una donna?». Al club di giovani del Bangladesh nel 2002 : «Ok ragazzi, tirate fuori la droga». All’ambasciatore irlandese, che portava un cesto regalo: «E dove diavolo è il whiskey?». In Papua Nuova Guinea ad uno studente inglese, lì per fare trekking: «Dunque sei riuscito a non farti mangiare?». Sulla cucina cinese: «Se ha quattro zampe e non è un tavolo, se vola e non è un aeroplano, se nuota e non è un sottomarino, potete essere sicuri che i Cinesi lo mangeranno». Sull’arte etiopica, nel 1965: «Sembra fatto da mia figlia alle elementari» Al cantante Elton John nel 2001: «Ah, è tua quella macchina orrenda che vedo spesso al Castello di Windsor». All’inaugurazione di un monumento, non molti mesi fa: «Sono lieto di inaugurare questo coso, qualunque cosa sia». Sui Koala: «Mostri che portano malattie orribili». (Ringraziamo il professor Alfonso Piscitelli per la sequela, che gli rapiniamo).

 

Tutto molto divertente: all’epoca però non rise nessuno, e non ridiamo anche noi. Lo humor, perfino quello britannico, prevede che da qualche parte ci sia nel discorso un’intelligenza rivelatrice: qui abbiamo solo la rivelazione di una demenza – o, se siete di sinistra, di un razzismo forsennato che a quanto sembra in Casa Windsor non è peregrino.

 

A noi invece risuonerò per sempre, più che la gaffe, la celebre dichiarazione che il principe Filippo fece nella prefazione del libro del 1986 If I were an animal («Se io fossi un animale»), di reincarnarsi un giorno come un virus mortale, per poter contribuire ad un giusto sterminio di questa umanità in eccedenza. Ripeté questo suo desiderio varie volte, anche di fronte ad Agenzie di Stampa.

 

«Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l’eliminazione per mantenere l’equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat»

«Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare sottoforma di un virus mortale, in modo da poter contribuire in qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione»

 

Sì, il principe morto era apertis verbis propugnatore della riduzione della popolazione, con tanto di cifra tonda da raggiungere: meno di un miliardo. Come saprete, un po’ come avviene in un’altra Casa Reale – i Rockefeller – anche in casa Windsor l’antinatalismo è trasmesso per via genetica. È clamorosamente antinatalista il principe Carlo (coordinatore della Conferenza sul Cambiamento Climatico a Parigi e sostenitore della «decarbonizzazione», nuova parola orwelliana per dire «depopolazione», e della riduzione delle terre agricole – meno cibo meno uomini), e perfino il principe Guglielmo, che ha avuto il coraggio di parlare di limitazione delle nascite dopo aver prodotto il terzo figlio.

 

La sovrappopolazione, davvero, è un bizzarro pallino degli Windsor da almeno tre generazioni, parrebbe. Filippo, però, essendo Filippo, aveva la lingua più sciolta di tutti.

 

Questa è la Casa Reale britannica: una vera e propria Famiglia della Morte, una dinastia di potenti al servizio della Necrocultura

«Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l’eliminazione per mantenere l’equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat. Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l’umanità è parte del mondo vivente» dichiarò alla Deutsche Press Agentur nel 1998.

 

Il Principe antispecista non è rimasto con le mani in mano: fu  cofondatore – con il sodale, Bernardo d’Olanda, ex nazista fondatore del Gruppo Bilderberg – del World Wildlife Fund: massì, l’arcinoto WWF, la pietosa ONG che ha l’immortale e sconsolato Panda impresso nel logo. Da qualche anno, la presidenza del WWF è passata al principe Carlo suo figlio.

 

Insomma, la filosofia della vita Windsor: sì al orsacchiottone cinese bianco e nero, no ai bambini umani: ancora  nel 2011 il Filippo sosteneva senza requie una «limitazione volontaria della famiglia» (potete sentire come suona in inglese: Planned Parenthood) come antidoto alla sovrappopolazione, massima minaccia della conservazione della natura.

 

Per chi non lo avesse capito, questa è la Casa Reale britannica: una vera e propria Famiglia della Morte, una dinastia di potenti al servizio della Necrocultura.

 

I secoli di carestie e guerre che Londra ha inflitto all’Irlanda, all’India, all’Africa, alla Cina dovrebbero averci insegnato qualcosa: dal momento in cui Enrico VIII tradì Cristo e con esso l’Europa e la Ragione, Albione è stata posseduta da un demone assetato di sangue

I secoli di carestie e guerre che Londra ha inflitto all’Irlanda, all’India, all’Africa, alla Cina dovrebbero averci insegnato qualcosa: dal momento in cui Enrico VIII tradì Cristo e con esso l’Europa e la Ragione, Albione è stata posseduta da un demone assetato di sangue.

 

La Britannia è stata nei secoli una macchina genocida, e non abbiamo bisogno di ricordarci del fatto che, con i casi di Alfie Evans e Charlie Gard, anche ora lavora di avanguardia per distribuire sempre più a fondo la morte anche in questo XXI secolo.

 

Quindi, tutti a salutare col fazzoletto il principe che voleva farsi pandemia sterminatrice, così da preservare i boschi dove magari andava alla caccia alla volpe.

 

Non sappiamo cosa sia successo perché la popolazione si sia rincoglionita fino a questo punto: sospettiamo che anni di bombardamento dei TG sulle vicissitudini degli Windsor (dove i lati oscuri, come la morte di Diana, sono stati velocemente riassorbiti tra le chiacchiere da rotocalco) abbia prodotto danni incalcolabili.

La Britannia è stata nei secoli una macchina genocida, e non abbiamo bisogno di ricordarci del fatto che, con i casi di Alfie Evans e Charlie Gard, anche ora lavora di avanguardia per distribuire sempre più a fondo la morte anche in questo XXI secolo.

 

Non sappiamo nemmeno, ammettiamo, se Filippo ora sia stato accontentato in un sogno metempsicotico: che sia divenuto una variante del COVID che aspetta di uscire dal Brasile? Che si sia reincarnato in una forma ulteriore di HIV che in questo momento crapula nella dark room di un gay bar da qualche parte in Europa? Che sia trasmigrato in un Ebola che sta liquefacendo qualche suora pia in un villaggio congolese? No, non lo sappiamo.

 

Che dite? Che sia tornato sottoforma di virus di laboratorio? Ma no: i virus di laboratorio non esistono, in special modo in Gran Bretagna, dove gli esperti di armi biologici come David Kelly vengono misteriosamente assassinati.

 

Davvero, che schifo: il mondo non solo ha imparato ad amare la pandemia, ma ora piange perfino un ricco potente che desiderava farle concorrenza.

 

Davvero, che schifo: il mondo non solo ha imparato ad amare la pandemia, ma ora piange perfino un ricco potente che desiderava farle concorrenza.

La Cultura della Morte regna oltre ogni pudore possibile.

 

Nel frattempo, per Londra, noi sogniamo il ritorno di Guido.

 

 

 

 

 

 

Immagine di PolizeiBerlin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0). Modifiche applicate

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Controllo delle nascite

Crollo demografico in Francia

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«La storia è la demografia. È lei che lo dà alla luce. Ed è spietata quando ridistribuisce le carte. Perché è anche ciò che controlla tutte le dinamiche del potere e talvolta traccia una linea di demarcazione tra le persone che non vogliono più vivere, perché non hanno più la forza di perpetuarsi».

 

Inutile dire che queste poche righe scritte da Philippe de Villiers in Domani suoneranno ancora le campane? (Albin Michel, 2016) risuonano tristemente poiché l’INSEE ha appena pubblicato il suo ultimo rapporto sul tasso di natalità in Francia.

 

L’istituto di sondaggi stima la popolazione francese al 1° gennaio 2025 in 68,6 milioni di abitanti, di cui 2,3 milioni all’estero: una cifra gonfiata anche dalle naturalizzazioni che rappresentano ufficialmente più di 100.000 persone all’anno.

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Pertanto, nel 2024, il saldo naturale è appena positivo: è stimato a +17.000, il livello più basso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Diminuisce tra il 2023 e il 2024 sotto l’effetto combinato di un calo delle nascite e di un aumento dei decessi.

 

Il numero delle nascite in Francia è stimato a 663.000 nel 2024, in calo del 2,2% rispetto al 2023: siamo ancora lontani dal famoso «riarmo demografico» auspicato da Emmanuel Macron nella sua conferenza stampa del 17 gennaio 2024, anche se il calo osservato è di entità molto inferiore a quella registrata tra il 2022 e il 2023 e che all’epoca rappresentava il -6,6%.

 

Un risultato negativo a cui fa eco, come specchiata, l’indice di fecondità totale (TFR) che continua anch’esso a scendere attestandosi nel 2024 a 1,62 figli per donna mentre già stagnava a 1,66 nel 2023.

 

Pur sapendo che occorre attendere un indice di 2,1 figli per donna per poter contare su un ricambio generazionale: aritmeticamente parlando, la Francia è ben avviata verso un declino inesorabile. E il declassamento che l’accompagna.

 

Da notare che le donne francesi diventano madri sempre più tardi: nel 2024, l’età media al parto continua la sua tendenza al rialzo e ammonta a 31,1 anni, contro i 29,5 anni di vent’anni fa…

 

Cécilia Creuzet, specialista in questioni perinatali intervistata da Le Figaro, ritiene che questi dati catastrofici illustrano la «difficoltà che le famiglie, e soprattutto le donne, hanno nel conciliare vita professionale e vita personale». A ciò si aggiunge il problema della «mancanza di posti negli asili nido e di soluzioni per l’infanzia». E sottolineare «il crescente individualismo che vediamo nella nostra società, che è contraddittorio con l’idea di formare una famiglia».

 

Una spiegazione che dimentica di ricordare che questo individualismo è il frutto di una società secolarizzata, privata di ogni trascendenza, e dove l’antropologia ereditata da due millenni di cristianesimo è stata sistematicamente decostruita dai paladini del wokismo.

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Nel 2024, invece, la speranza di vita si stabilizza su un livello storicamente elevato: è pari a 85,6 anni per le donne e esattamente a 80 anni per gli uomini. Un dato superiore alla media europea e che evidenzia ulteriormente l’invecchiamento della società francese: in Francia, una persona su cinque ha attualmente almeno 65 anni.

 

Il numero dei matrimoni è di nuovo in leggero aumento rispetto al 2023, ma in totale il numero dei matrimoni celebrati nel 2024 – 247.000 – è superiore del 10% rispetto al livello del 2019. Tale incremento va comunque ponderato precisando che il dato fornito dall’INSEE comprende i 7.000 «matrimoni» conclusi tra persone dello stesso sesso…

 

Una Francia che invecchia, in cerca di identità, priva di valori da trasmettere e stanca di esistere: questa la triste conclusione che emerge dalla lettura del rapporto INSEE. Tuttavia, la primogenita della Figlia della Chiesa non è ancora arrivata alla fine della sua storia: i bambini non cadono certo dal Cielo, ma se i francesi guardano un po’ di più verso di esso, non c’è dubbio che arriverà la primavera demografica.

 

Articolo previamente pubblicato su FSSPX.News

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Bioetica

Feticidi femminili in uno Stato indiano: 910 bambine ogni mille maschi nati, cresce di nuovo l’aborto selettivo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Nel 2024 lo Stato dell’India settentrionale ha fatto registrare il peggiore rapporto alla nascita dal 2016. Pascoal Carvalho: «Feticidi femminili praticati clandestinamente». Una campagna promossa da Modi nel 2015 ha frenato solo temporaneamente la tendenza.   «Il radicato pregiudizio di genere dell’India nei confronti delle bambine permane». Lo afferma ad AsiaNews il dott. Pascoal Carvalho, già membro della Pontificia Accademia per la Vita, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1994, a commento di nuovi allarmanti dati che giungono dallo Stato settentrionale dell’Haryana, uno tra quelli economicamente più avanzati in India, sul numero di femmine per mille maschi alla nascita. Nel 2024 lo stato dell’Haryana ha registrato il più basso rapporto in otto anni, con 910 bambine ogni 1000 bambini nati (nel 2023 erano state 916).   Il rapporto tra i sessi biologici alla nascita rappresenta un indicatore fondamentale dell’uguaglianza di genere ed è ricavato dai dati raccolti dai Servizi di registrazione civile (CRS), che monitorano l’andamento statistico delle morti e delle nascite. Secondo i dati provvisori preparati dalle autorità sanitarie statali per il 2024, lo scorso anno sono nati 516.402 bambini, di cui 270.354 (52,35% del totale) erano maschi e 246.048 (47,64%) femmine. Ciò indica che il numero di bambine è stato inferiore di 24.306 rispetto a quello dei bambini nei dodici mesi in questione.

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«La diminuzione del rapporto tra i sessi potrebbe indicare che le bambine vengono uccise nel grembo materno. La pratica del feticidio femminile, in contrasto con la legislazione che vieta i test di determinazione del sesso e gli aborti selettivi, viene praticata clandestinamente», ha sottolineato Carvalho, commentando i dati. «La Chiesa cattolica in India sottolinea instancabilmente il valore e la dignità della vita umana», ha aggiunto. La stessa Pontificia accademia per la vita ha come fine del suo servizio la difesa e la promozione del valore della vita umana e della dignità della persona, ma «i pregiudizi della società nei confronti delle bambine continuano, nonostante i progressi».   Secondo i dati, il numero massimo di nascite (57.961) in Haryana nel 2024 è avvenuto nel distretto di Nuh, uno dei più arretrati del Paese. Tuttavia, il rapporto alla nascita a Nuh, pari a 928, è tra i migliori nei 22 distretti dello Stato, dietro solo a Yamunanagar (936) e Sirsa (936). Gurgaon ha registrato 45.344 nascite nel 2024, ma con un rapporto di soli 899. Gurgaon è uno dei distretti con un rapporto tra i sessi biologici inferiore a 900. Con un rapporto simile (899) è anche Faridabad, con 48.777 nascite nel 2024.   Per arginare il calo del rapporto tra i sessi biologici in Haryana, il primo ministro Narendra Modi ha avviato nel 2015 la campagna Beti Bachao, Beti Padhao («Salva le figlie, educa le figlie»), per affrontare tutte le questioni correlate all’emancipazione delle donne nell’arco dell’intero ciclo di vita. L’indice dello Stato era migliorato dopo la campagna e aveva toccato quota 923 nel 2019. Ma dal 2020 ha ricominciato a diminuire, tendenza che è continuata fino ad oggi.   «La Chiesa è stata molto attiva nel dare potere alle donne attraverso l’istruzione, l’assistenza legale, l’assistenza sanitaria, lo sviluppo sostenibile per educare la madre a proteggere la vita della bambina», conclude Carvalho.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Controllo delle nascite

Crolla la natalità in UE, ma la popolazione aumenta a causa dell’immigrazione

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Il numero di bambini nati negli stati dell’UE è sceso a un minimo storico lo scorso anno, secondo gli ultimi dati dell’ufficio statistico del blocco (Eurostat). Nonostante ciò, la popolazione totale è in aumento a causa dell’immigrazione di massa.

 

Le nascite nei 27 stati membri dell’UE sono state pari a 3.665.000 nel 2023, un calo del 5,5% su base annua, secondo i dati di Eurostat. I tassi di natalità sono in calo costante in tutta l’UE dal 2008.

 

Lo scorso anno il numero di nascite è stato il più basso nei paesi dell’UE da quando sono stati raccolti per la prima volta dati comparabili nel 1961, e il calo annuale è il più grande mai registrato, riporta il Financial Times.

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I cali più marcati delle nascite nell’ultimo decennio sono stati registrati in Italia, Spagna, Grecia, Polonia, Finlandia e nei Paesi baltici.

 

Gli esperti demografici intervistati dal FT ritengono che la tendenza di lunga data degli europei ad avere meno figli possa essere stata esacerbata dalle preoccupazioni relative alle tensioni economiche e politiche a livello internazionale, alla peggiore impennata dell’inflazione in una generazione, al cambiamento climatico e alla pandemia di Covid-19.

 

Secondo un rapporto recente, il tasso di fecondità totale si è dimezzato, passando da 3,3 figli per donna nel 1960 a 1,5 nel 2022 nei 38 paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), tra cui 22 stati membri dell’UE, più Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud e altri.

 

Secondo Eurostat, tutte le regioni dell’UE hanno tassi di fecondità inferiori al livello di sostituzione di 2,1 nati vivi per donna.

 

Tuttavia, la popolazione dell’UE è in aumento nell’ultimo decennio, ad eccezione dell’anno pandemico del 2021. Il balzo più notevole è stato registrato nel 2023, secondo i dati Eurostat.

 

«Il cambiamento naturale negativo (più decessi che nascite) è stato superato numericamente dalla migrazione netta positiva», ha affermato l’agenzia in un comunicato di luglio.

 

Eurostat ha attribuito la crescita della popolazione all’aumento delle migrazioni dopo la pandemia e all’afflusso di immigrati dall’Ucraina che hanno ottenuto lo status di protezione temporanea nell’UE.

 

Come riportato da Renovatio 21, vari Paesi europei hanno registrato tassi di natalità ai minimi storici dalla Seconda Guerra Mondiale.

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Nel corso di questi anni, è stata avanzata la domanda se i vaccini mRNA COVID abbiano in qualche modo influenzato i tassi di natalità.

 

Nel 2022 uno studio del governo tedesco aveva trovato «forte associazioni» tra il programma di vaccinazione COVID e il calo della fertilità.

 

I vaccini mRNA hanno dato prova di poter avere effetti devastanti su maschi e femmine.

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