Armi biologiche
Ciò che ha ucciso George Floyd e che sta uccidendo l’America tutta
In settimana si è consumato il processo a Derek Chavin, il capro espiatorio supremo degli USA in preda ad all’isteria razziale programmata.
Chauvin, preso a simbolo del «razzismo sistemico» della Polizia e del Paese tutto in tutta la sua storia ed in ogni suo angolo, non poteva che essere condannato. Questo nonostante il «razzista» Chauvin avesse una moglie asiatica, e soprattutto nonostante l’incontrovertibile filmato, visto per la prima volta in tribunale, dove pare chiaro che lo stesse immobilizzando con il ginocchio puntato sulla spalla, e non sulla gola come invece credono di aver visto tutti.
Chauvin andava sacrificato per un bene più grande: evitare l’ennesima rivolta razziale negli USA
Erano già emerse prove filmate che il Floyd aveva cominciato a proferire le sue ultime parole famose, «I can’t breath» molto prima che fosse schiacciato a terra
Chauvin andava sacrificato per un bene più grande: evitare l’ennesima rivolta razziale negli USA. La filosofia politica che guida il mondo ora è, a qualunque latitudine, l’utilitarismo: cioè la possibilità di sacrificare una parte al fine di assicurare il maggior godimento alla maggiore porzione della collettività. Questo principio disumano, come è evidente oggi nel caso dei vaccini e dei loro danni «tollerati» per il bene più grande della società, non è oramai neppure dissimulato.
Del resto, la prospettiva dello scoppio della violenza nera nelle strade era evidente.
Se qualcuno si è perso le indegne violenze scatenate dalla torma razzista di Black Lives Matter (una formazione, come abbiamo dettagliato, legata a Soros ma anche alla campagna Biden con il dubbio che prendano danaro pure dalla Cina) può tranquillamente rovistare nella memoria storica del 1992, quando vennero assolti i poliziotti filmati mentre pestavano il nero Rodney King. Fuoco fiamme, zone di Los Angeles fuori controllo, negozi saccheggiati (soprattutto quelli di televisori , notava lo scrittore William Gibson: quelli che vendevano Mac e PC rimasero intonsi).
Secondo l’autopsia, nel suo cuore, Floyd aveva nel suo corpo mentanfetamine, THC (marijuana) e fentanyl
Qualcuno ipotizzò pure che l’assoluzione di O.J. Simpson, campione di football ed attore hollywodiano accusato di aver trucidato la bionda moglie e il suo amante, potesse essere dettata dal ricatto di una probabile ulteriore rivolta razziale – questo nonostante anche una vasta parte della popolazione nera può ritenere O.J. colpevole.
Quindi, Chauvin andava immolato per placare il Moloch razziale, un demone che si fa ogni settimana più famelico ed irrazionale. Qualsiasi prova avessero portato i difensori, probabilmente non sarebbe servito a niente.
Gli esperti hanno convenuto che la quantità di fentanyl trovata nel sangue di Floyd era molto alta, a 11 nanogrammi per millilitro
Di fatto, erano già emerse prove filmate che il Floyd, peraltro pregiudicato per crimini assai odiosi (entrò in casa di una donna incinta e le puntò una pistola sul ventre per rapinarla) aveva cominciato a proferire le sue ultime parole famose (è il caso di dirlo) «I can’t breath», io non respiro, molto prima che fosse schiacciato a terra.
Nei video in cui venne estratto dalla macchina diviene chiaro che il Floyd era in istato di alterazione totale, e proprio l’assunzione di droga probabilmente lo faceva urlare, da subito, che gli mancava il respiro – non il ginocchio di Chauvin, peraltro posato sulla spalla, non sulla trachea.
Il fentanyl, che in italiano chiamano anche fentanil o fentaile, è una droga potentissima. Esso è 100 (cento) volte più potente della morfina. La quantità necessaria per avere effetti, di sballo o di morte, sul corpo di una creatura è esprimibile in microgrammi
Secondo l’autopsia, nel suo cuore, Floyd aveva nel suo corpo mentanfetamine, THC (marijuana) e fentanyl – parrebbe essere risultato positivo anche al SARS-CoV-2, ma in questa vicenda non è stato considerato come causa di morte, probabilmente unico caso al mondo.
Tuttavia è del fentanyl che bisogna parlare. Gli esperti hanno convenuto che la quantità di fentanyl trovata nel sangue di Floyd era molto alta, a 11 nanogrammi per millilitro. Secondo la Divisione di Tossicologia Medica della Rutgers Medical School del New Jersey, tale quantità è sufficiente da causare una overdose fatale in qualcuno che assume il farmaco per la prima volta.
«In combinazione con il tratto falciforme e le sue condizioni cardiache preesistenti, l’uso del signor Floyd di fentanil e metanfetamina molto probabilmente lo ha ucciso», ha scritto Eric J. Nelson, l’avvocato dell’agente Chavin, in una dichiarazione depositata in tribunale del 28 agosto chiedendo senza successo l’archiviazione delle accuse contro il suo assitito.
«Aggiungere fentanil e metanfetamina ai problemi di salute esistenti del signor Floyd equivaleva ad accendere una miccia su una bomba».
Questa versione, che per rasoio di Occam sembra la più semplice e veritiera, è stata rigettata, prima che dai tribunali, dalla stampa americana.
Negli ultimi 30 anni le prescrizioni di antidolorifici a base di oppioidi, in particolare, il farmaco analgesico a rilascio lento Oxycontin, sono aumentate esponenzialmente, facendo diventare dipendenti milioni di persone
«Il fentanyl uccide chiudendo la parte del cervello che controlla la respirazione. Il respiro rallenta, poi si ferma, seguito dal cuore» ammette il Washington Post, tuttavia nei suoi articoli virgoletta serie di esperti che negano che si possa essere trattata di una overdose».
Lo sappiamo che, ora più che mai, la stampa, americana come italiana mente. Mente sempre, su tutto: un caso così delicato non può essere risparmiato dalla mostruosa campagna di distorsione della realtà che abbiamo già visto con il COVID e con le elezioni presidenziali.
Il fentanyl, che in italiano chiamano anche fentanil o fentaile, è una droga potentissima, un oppioide sintetico che toglie il dolore e dà un senso di euforia. Esso è 100 (cento) volte più potente della morfina. La quantità necessaria per avere effetti, di sballo o di morte, sul corpo di una creatura è esprimibile in microgrammi. 0.03 milligrammi di fentanyl al chilo sono la dose letale conosciuta per le scimmie. Cioè, meno di 5 milligrammi (non grammi, millesimi di grammo) sono in grado di uccidere un gorilla da 160 chili.
È qui, nella domanda disperata di questo popolo stremato dalla dipendenza, che ha cominciato a trovare spazio il fentanyl: una droga soddisfacente per i tossici, grazie all’incredibile e pericolosissima efficacia, e al contempo assai facile da contrabbandare, perché per ogni dose, per ogni carico, bastano quantità microscopiche che possono essere nascoste ovunque
Il fentanyl è un flagello senza precedenti negli USA. Esso si ritaglia un ruolo principale nella più grande emergenza sanitaria che vivono gli USA: la cosiddetta «crisi degli oppioidi». È considerato l’oppioide sintetico a cui attribuire lo spaventoso, catastrofico aumento del tasso di mortalità per overdose negli Stati Uniti negli ultimi anni. Non provate a dire che il COVID è più letale: come riportato da Renovatio 21, a dicembre 2020 il CDC stabilì che i morti per overdose da oppioide supervano quelli di COVID-19.
Il meccanismo socio-sanitario di questo inferno, in pratica, è più o meno questo: a causa del marketing aggressivo – con una grande «mano» data dalla classe medica e dal loro ordine – perpetrato da Big Pharma (un nome in particolare: la Purdue Pharma della ultramiliardaria famiglia Sackler, ma nel caso è coinvolta anche la Johnson&Johnson) negli ultimi 30 anni le prescrizioni di antidolorifici a base di oppioidi, in particolare, il farmaco analgesico a rilascio lento Oxycontin, sono aumentate esponenzialmente, facendo diventare dipendenti milioni di persone.
La dipendenza di tutta questa gente, che talvolta si era recata dal dottore solo per un mal di schiena, si tramutava così in overdosi o in atteggiamenti criminali: alla ricerca di una dose soddisfacente, molti mollano il farmaco (che non viene dato in quantità che rimangono appaganti per il drogato) e vanno in strada alla cerca di surrogati come l’eroina, che, come abbiamo visto, ha una sua probabile solida rotta segreta provieniente dall’Afghanistan sotto la ventennale occupazione americana.
È qui, nella domanda disperata di questo popolo stremato dalla dipendenza, che ha cominciato a trovare spazio il fentanyl: una droga soddisfacente per i tossici, grazie all’incredibile e pericolosissima efficacia, e al contempo assai facile da contrabbandare, perché per ogni dose, per ogni carico, bastano quantità microscopiche che possono essere nascoste ovunque.
Il Fentanyl ha già fatto i suoi morti famosi: Prince, il geniale cantante testimone di Geova di Minneapolis, morì di una overdose di fentanile. Così come Michelle McNamara, famosa scrittrice di crimine che ha contribuito a risolvere il vecchio caso di un serial killer stupratore della California, morta di overdose in casa dove viveva in apparenza tranquillamente con la figlia e il marito attore Patton Oswalt.
«Stiamo assistendo a un drammatico aumento dei sequestri di fentanyl quest’anno fiscale, oltre il 360 per cento in più rispetto allo scorso anno»
Il fiume di Fentanyl che entra negli USA, nonostante il problema sia noto e dichiarato da Trump presidente come «calamità nazionale», non ha accennato a fermarsi nemmeno durante i lockdown.
La quantità di fentanil sequestrata mentre attraversava il confine meridionale durante i primi 5 mesi dell’anno fiscale 2021 è già superiore a tutto l’anno fiscale 2020, dicono le statistiche di Customs and Border Protection (CBP).
Il CBP ha sequestrato più di 5.000 libbre di fentanyl dal 1° ottobre 2020, ha dichiarato il Commissario ad interim del CBP Troy Miller durante una conferenza stampa dello scorso 10 marzo.
«Dal 2013, la Cina è stata la principale fonte del fentanyl che ha inondato il mercato delle droghe illecite degli Stati Uniti (…) alimentando l’epidemia di droga più mortale nella storia degli Stati Uniti»
«Stiamo assistendo a un drammatico aumento dei sequestri di fentanyl quest’anno fiscale, oltre il 360 per cento in più rispetto allo scorso anno», ha detto Miller.
«I sequestri di droga a livello nazionale sono aumentati del 50% a febbraio da gennaio».
Il fentanyl può provenire da laboratori in Messico che utilizzano sostanze chimiche fornite dalla Cina. Altre volte, pare che il fentanyl arrivi direttamente negli USA dalla Cina, addirittura tramite ordini che è possibile piazzare online. I cartelli messicani possono produrre fentanyl, ma la materia prima o il prodotto già pronto arriva decisamente dalle coste cinesi.
«Dal 2013, la Cina è stata la principale fonte del fentanyl che ha inondato il mercato delle droghe illecite degli Stati Uniti (…) alimentando l’epidemia di droga più mortale nella storia degli Stati Uniti. Sia l’amministrazione Obama che quella Trump hanno dedicato un significativo capitale diplomatico per convincere la Cina a reprimere la fornitura di fentanyl dalla Cina agli Stati Uniti, con la Cina che ha finalmente annunciato nell’aprile 2019 che la produzione, la vendita e l’esportazione di tutti i farmaci di classe fentanyl sono vietate, ad eccezione delle aziende autorizzate a cui il governo cinese ha concesso licenze speciali» scrive un saggio della Brookings Institution intitolato Fentanyl and geopolitics: Controlling opioid supply from China.
Diventa chiaro a tutti che il fentanyl è, nelle mani cinesi, una vera arma biologica lanciata sulla società americana. Uno strumento geopolitico, una bomba che uccide la popolazione avversaria e ne disgrega la società
«Nonostante il fatto che la Cina sia orgogliosa di avere una forte posizione e reputazione antidroga – scriveva nel suo essay Vanda Felbab-Brown – è altamente improbabile che la Cina inizi una cooperazione antidroga con gli Stati Uniti (…) a meno che non inizi a sperimentare la propria epidemia di oppioidi sintetici. Inoltre, il significativo deterioramento delle relazioni USA-Cina potrebbe minare ulteriormente la volontà della Cina di applicare diligentemente il nuovo regolamento sul fentanyl».
In poche parole, diventa chiaro a tutti che il fentanyl è, nelle mani cinesi, una vera arma biologica lanciata sulla società americana. Uno strumento geopolitico, una bomba che uccide la popolazione avversaria e ne disgrega la società.
Donald Trump lo aveva capito e, come sempre, non faceva mistero del suo pensiero, per quanto spiacevole e poco diplomatico. Nell’agosto 2019, riporta Reuters, il presidente Trump accusò l’omologo cinese Xi Jinping di aver fallito nel fermare le esportazioni di fentanyl verso gli USA.
«Il mio amico presidente Xi ha detto che avrebbe fermato la vendita di fentanyl agli Stati Uniti – questo non è mai accaduto e molti americani continuano a morire», scrisse Trump in un tweet.
«Il mio amico presidente Xi ha detto che avrebbe fermato la vendita di fentanyl agli Stati Uniti – questo non è mai accaduto e molti americani continuano a morire», scrisse Trump in un tweet
«Stiamo perdendo migliaia di persone a causa del fentanyl», ha poi detto ai giornalisti.
Quanta sincerità, quanta verità immediata, priva di filtri, erano nelle parole e nelle azioni di Donald, che, per motivi sui quali si interrogano ancora in molti, era in grado di sintonizzarsi, lui miliardario nuovayorchese, con l’americano medio di ogni Stato dell’Unione. C’è del resto un pattern, sottolineato anche in un libro di grande successo, The Hillbilly Elegy (in italiano Elegia americana), poi divenuto un film per Netflix: vi sono interi Stati che si reggevano sull’industria (metalmeccanica, siderurgica, etc.) che, finiti nella disoccupazione a causa delle delocalizzazioni industriali in Cina, piombavano nella dipendenza degli oppioidi.
Tra la Cina e i drogati americani, insomma, c’era un doppio legame: la Cina ha portato via loro il lavoro; la Cina ha inondato le loro strade con fiumi di narcotici per dimenticare la loro nuova miseria – il tutto grazie al tradimento di una classe dirigente politica, industriale e medica completamente corrotta. Non sorprenderà nessuno sapere che statisticamente sono questi Stati che hanno votato in massa per Donald Trump nel 2016, e lo hanno probabilmente rivotato anche nel 2020.
Tra la Cina e i drogati americani, insomma, c’era un doppio legame: la Cina ha portato via loro il lavoro; la Cina ha inondato le loro strade con fiumi di narcotici – il tutto grazie al tradimento di una classe dirigente politica, industriale e medica completamente corrotta
Quindi, tornando da capo: siamo sicuri di sapere cosa ha ucciso George Floyd? Siamo sicuri che il colpevole sia il poliziotto?
Siamo sicuri di aver compreso la portata dell’attacco che è stato portato alla società americana, e, a breve, anche a quella europea ed italiana?
Immagine © Renovatio 21
Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.
Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.
Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».
I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.
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In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.
La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.
«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».
All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.
L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.
Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.
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Armi biologiche
La polizia americana uccide scimmie fuggite dal laboratorio
🚨🇺🇸 BREAKING: “AGGRESSIVE” LAB MONKEYS ESCAPE OVERTURNED TRUCK IN MISSISSIPPI
Tulane University transport truck crashes on I-59, releasing six 40-pound rhesus monkeys. Five have been euthanized, one still loose in the woods near Heidelberg. Sheriff Randy Johnson warns… pic.twitter.com/tqOuOEGuiU — Mario Nawfal (@MarioNawfal) October 28, 2025
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Armi biologiche
Il Cremlino sostiene l’idea di Trump di vietare le armi biologiche
La Russia appoggerebbe con entusiasmo la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di vietare a livello globale lo sviluppo di armi biologiche, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, definendola una «brillante iniziativa».
Questa settimana, Trump ha annunciato alle Nazioni Unite che intende ridurre la minaccia delle armi di distruzione di massa, invitando «ogni nazione a unirsi a noi per porre fine una volta per tutte allo sviluppo di armi biologiche».
Il presidente degli Stati Uniti ha anche collegato quelli che ha definito «esperimenti sconsiderati all’estero» alla pandemia di COVID-19, ribadendo le sue precedenti accuse secondo cui il coronavirus sarebbe originato in un laboratorio cinese, un’affermazione che Pechino ha categoricamente smentito.
Parlando ai giornalisti giovedì, Peskov ha accolto le dichiarazioni come un «appello molto importante» e una «brillante iniziativa». «Certamente, la Russia è pronta a partecipare a un simile processo di rinuncia alle armi biologiche, e sarebbe opportuno formalizzarlo a livello internazionale», ha aggiunto.
La stragrande maggioranza della comunità internazionale, inclusi Russia, Stati Uniti e Cina, aderisce alla Convenzione sulle armi biologiche (BWC), che vieta lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi biologiche e tossiche.
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Mosca accusa da anni l’Ucraina – anch’essa firmataria della Convenzione sulle armi chimiche – di ospitare laboratori biologici finanziati dall’Occidente e di utilizzare armi chimiche sul campo di battaglia. Alla fine del 2024, funzionari russi hanno dichiarato che gli Stati Uniti gestiscono ancora 30 laboratori biologici in territorio ucraino nell’ambito di un programma militare-biologico illegale, con l’intenzione di estendere tale quadro normativo all’Africa.
Nel 2022, l’allora sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland, nota sostenitrice della politica antirussa nell’amministrazione Biden, ammise che l’Ucraina dispone di «strutture di ricerca biologica», ma negò che queste potessero essere utilizzate per scopi di guerra biologica. La Nulanda fu invitata dalla Duma di Mosca a spiegarsi, ma con evidenza declinò, preferendo i suoi famigerati e malaugurati viaggetti a Kiev.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa la diplomazia russa dichiarò che gli USA ancora gestivano trenta biolaboratori in Ucraina.
Il mese scorso, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che gli esperti americani hanno finalmente iniziato a riconoscere le preoccupazioni di Mosca riguardo alle strutture biologiche in Ucraina.
Nel 2023 la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino. Il Pentagono ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.
È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.
Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.
Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.
La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.
Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.
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