Necrocultura
Demoni tibetani e Messa in latino
«Se siamo una minoranza così insignificante, perché Papa Francesco ha voluto attaccare la Messa tradizionale?»
In varie omelie delle Sante Messe tridentine di domenica scorsa che ho sentito, la domanda è stata posta, implicita o esplicita, sempre.
Perché impedire quella che è erroneamente chiamata «Messa in latino» se essa riguarda un numero esiguo di persone, molte delle quali erano state ammansite dalla licenza data da Ratzinger quasi tre lustri fa? Non era più saggio far durare questo compromesso di cartapesta, lasciare un po’ di aria al nemico, di modo che non abbia reazioni imprevedibili? No, neppure questa rovinosa saggezza democristiana oramai è contemplata dagli angeli sterminatori del Vaticano. Terra bruciata contro la Messa di sempre. E così sia.
«Se siamo una minoranza così insignificante, perché Papa Francesco ha voluto attaccare la Messa tradizionale?»
Ma, ancora, perché?
Si sono sentite alcune risposte: la più convincente è quella che vuole ristabilire il primato della lex orandi della messa volgare: che vuol dire che solo quest’ultima è l’espressione di preghiera legittima, e quindi legittima rappresentazione della lex credendi, cioè la definizione ultima della Fede.
Queste formule, in apparenza complesse, servono solo a spiegare che cancellando la Messa tridentina si vuole cancellare la sua base metafisica, e definire per sempre la natura della Santa Messa come la voleva il Concilio Vaticano II: non più il sacrificio di Cristo, ma la sua «commemorazione», a favore dell’«assemblea» (quindi, ci pare di capire, a porte chiuse la messa nuova non si può fare).
Annullare la Messa come Sacrificio materiale di Cristo porta giocoforza a cancellare Cristo stesso. Non è un obbiettivo secondario, nel Vaticano che vuole timbrare una volta per tutte la sua trasformazione da ente celeste – la Chiesa è fondata da Dio stesso – a ONG mondialista retta da cripto-omosessuali
Non una funzione divina, ma un «evento», come un concerto (appunto, le chitarre), un comizio (appunto, i discorsi su immigrati etc.), una «sosta» (come la ho sentita spesso chiamare dal Priore di un grande santuario: sì, una pausa, dove metti in stop soprattutto il cervello e perfino le orecchie). Uno spettacolino umano, e infatti ci stanno bene anche gli applausi, le barzellette, gli schiamazzi, l’Eucarestia lanciata come un freesbee.
Annullare la Messa come Sacrificio materiale di Cristo porta giocoforza a cancellare Cristo stesso. Non è un obbiettivo secondario, nel Vaticano che vuole timbrare una volta per tutte la sua trasformazione da ente celeste – la Chiesa è fondata da Dio stesso – a ONG mondialista retta da cripto-omosessuali. Anzi: neanche tanto cripto. Gesù è una pietra d’inciampo alla mutazione vaticana in corso, alla quale modernisti e massoni lavorano da secoli.
Quindi, eliminiamo il Corpo di Cristo dalla Santa Messa – eliminiamo la Messa incentrata non sullo show dei pretini, ma sulla Santa Eucarestia – perché dobbiamo disintegrare Cristo dalla storia umana.
È un modo di vedere le cose che i cultori del tradizionalismo ben conoscono. Togliere Cristo dalla Santa Comunione per farne una storiella, un mito astratto e lontano cui al massimo ispirarsi per un paio di cose, è ciò che credono e per cui lavorano numerosi preti, vescovi e cardinali italiani, tedeschi…
Quindi, eliminiamo il Corpo di Cristo dalla Santa Messa – eliminiamo la Messa incentrata non sullo show dei preti, ma sulla Santa Eucarestia – perché dobbiamo disintegrare Cristo dalla storia umana
Tuttavia, volevo qui provare a dare una risposta diversa, e rischiosa. Qualcosa che riguarda un piano spirituale, sottile.
Vorrei parlare del ruolo delle Sante Messe nel contenimento del Male, nel senso personale della parola: della lotta contro le legioni dei demòni di cui parlano le scritture. Proprio così: senza tanto pudore, tratterò di Satana e dei suoi diavoli, in un discorso per il quale, ad una conferenza di tanti anni fa a Rimini, avevo coniato il termine «Geodemonologia».
Allora: chi di noi non si è chiesto, nella propria vita, come mai nel nostro continente vi siano così tante chiese, con una distanza media di poche centinaia di metri l’una dall’altra.
Un altra domanda che chi ha viaggiato per gli altri continenti ad un certo punto si pone, è come mai altrove siano così evidenti i casi di possessione diabolica: chi è stato in Africa sa di cosa sto parlando. La possessione laggiù è un fatto pubblico naturale, che spesse volte si manifesta spontanemente, ad esempio, durante la Santa Messa.
Il monaco buddista Padmasambhava quindi edifica il primo tempio della regione. E qui viene il collegamento con quanto stavo scrivendo poco sopra: per il folclore tibetano, ogni tempio buddista è un chiodo che serve ad inchiodare Srinmo, il demone che si era adagiato su tutta la distesa del Tibet
Per rispondere, voglio ricordare un affascinante pensiero del buddismo tibetano. Non a caso, i primi missionari, come Ippolito Desideri, vedevano nelle strane simiglianze tra il cattolicesimo e la religione dei Lama uno strano scherzo del demonio ingannatore.
Scondo la leggenda, Padmasambhava – che significa «nato dal loto» –fu il primo monaco che arrivò in Tibet con lo scopo convertire questa terra al culto del Budda. L’impresa non era immediatamente conseguibile: doveva prima sconfiggere i demoni, che gli esperti hanno sempre letto come la rappresentazione degli dèi tibetani dell’era prebuddista. Siamo verso l’VIII secolo dopo Cristo.
Padmasambhava quindi edifica il primo tempio della regione. E qui viene il collegamento con quanto stavo scrivendo poco sopra: per il folclore tibetano, ogni tempio buddista è un chiodo che serve ad inchiodare Srinmo, il demone che si era adagiato su tutta la distesa del Tibet. Cioè un demone grande come tutta la sua terra, che coincide interamente con essa – e cioè, il demone che era (cioè, che è) il Tibet stesso.
Ogni Chiesa edificata in fondo non è stato altro che un capitolo di un enorme lavoro di «pulizia». L’esorcismo totale di un intero continente. Più chiese, più chiodi, meno demoni…
Trovo che questa immagine della demonessa Srinmo, trafitta e sconfitta dai templi sorti su di essa, sia di immane chiarezza.
Trovo che questo racconto, fuor di metafora, sia la spiegazione migliore che io abbia mai sentito sulla presenza di tutte queste chiese in Europa.
Ogni Chiesa edificata in fondo non è stato altro che un capitolo di un enorme lavoro di «pulizia». L’esorcismo totale di un intero continente. Più chiese, più chiodi, meno demoni…
Perché le chiese, grazie alle Messe, sono il luogo centrale di tutta la religione: lì, per miracolo della transustanziazione, c’è Dio stesso, c’è il suo corpo. Ogni chiesa, grazie alla Messa, diventa luogo materiale della presenza di Cristo, della «presenza reale».
Perché le chiese, grazie alle Messe, sono il luogo centrale di tutta la religione: lì, per miracolo della transustanziazione, c’è Dio stesso, c’è il suo corpo. Ogni chiesa, grazie alla Messa, diventa luogo materiale della presenza di Cristo, della «presenza reale»
Ne consegue che le chiese – che anche quando non hanno la Messa possono contenere Dio nel tabernacolo – sono un immane lavoro di esorcistato su base geografica. Sono «centrali di lotta geodemonologica». Laddove è la presenza reale, i diavoli non possono che fuggire.
Laddove è Dio, non possono esservi i demòni. E cioè, gli idoli dei gentili, vecchi e nuovi. Demoni antichi, per esempio quelli che abitavano l’Europa prima della venuta di Cristo.
Come da Salmo 95: Omnes dii gentium daemonia, gli dèi dei gentili sono demòni. Oppure i demoni moderni, che la tecnica ha moltiplicato e reso ancora più distruttivi. «Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio, a divinità che non conoscevano, novità venute da poco» scrive il Deuteronomio al capitolo 32.
Le chiese – che anche quando non hanno la Messa possono contenere Dio nel tabernacolo – sono un immane lavoro di esorcistato su base geografica. Sono «centrali di lotta geodemonologica»
Queste divinità moderne, «venute da poco», altro non sono che maschere di quei dei gentium antichi ai quali gli uomini compivano sacrifici prima che Nostro Signore discendesse sulla Terra, prima che la Chiesa di Cristo né eliminasse la presenza e perfino il ricordo piantando su tutto il nostro continente dei palazzi dove era gelosamente conservato il Corpo di Dio.
I demoni che chiedevano sacrifici umani (Baal, Moloch, Quetzalcoatl, Kali, etc.) ora hanno cambiato nome: si chiamano guerra, riproduzione artificiale, droga, sfruttamento, aborto, scienza, globalizzazione.
Sì, solo la maschera è nuova: ciò che demandano agli uomini non cambia mai. Vogliono il loro sangue, la loro prole, la loro dignità, la loro morte. Sono dèi a cui l’uomo deve sacrificare il suo simile e il suo figlio, al contrario esatto di Cristo, Dio sacrificatosi per l’uomo suo simile e suo figlio.
La differenza, il lettore può capirlo, è davvero tra il Male ed il Bene.
I demoni che chiedevano sacrifici umani (Baal, Moloch, Quetzalcoatl, Kali, etc.) ora hanno cambiato nome: si chiamano guerra, riproduzione artificiale, droga, sfruttamento, aborto, scienza, decrescita, globalizzazione.
La presenza reale ha esercitato la sua potenza totale sulla geografia d’Europa per secoli e secoli, forse un millennio e mezzo. Almeno, fino a poco fa. Ora, grazie al Concilio e ai suoi figli come Bergoglio, stiamo assistendo, in miriadi di video visibili in rete, alla visione di intere cattedrali in (Olanda, in Francia… e ora anche in India e ovviamente nella Cina dell’accordo sino-vaticano voluto, chissà perché, dalla cricca di Francesco) abbattute per fare spazio a chissà cosa, supermercati, condomini…
La realtà è che non si tratta di quel che vi dicono – abbattiamo quelle chiese, anche antiche, perché non ci va più nessuno – ma probabilmente di un piano preordinato dal clero modernista con direttive specifiche: per liquidare il Cristianesimo, devi liquidare innanzitutto le sue chiese, e perfino le proprietà immobiliari ad esso legate.
La conseguenza, concatenata alla scristianizzazione, sarà la realizzazione delle condizione per una possessione diabolica mondiale
Nel palazzo che un tempo fu il seminario di una grande città cattolica, oggi l’ospedale (che ha acquisito dalla diocesi quello spazio) farà forse, mi hanno detto, le analisi di sangue-pipì-cacca. So in vari luoghi di chiese sconsacrate dal vescovo in un nanosecondo, e di altre chiese private dove i religiosi, invece che gioire per potervi dire la Messa (e così, piantare un chiodo nel corpo del demone…), suggeriscono la loro trasformazione in una birreria, una sala concerti, o in un centro Yoga.
Per probabile ordine dall’alto, stanno liquidando le chiese: non c’è alcuna sorpresa, quindi, nel vedere che ora liquidano l’unica vera Messa, quella incentrata tutta su Dio e sulla Sua presenza. Se avete seguito il mio ragionamento, avrete capito che quello era l’obbiettivo sin dal principio.
Intere città, interi Paesi, interi continenti – tutti di ritorno fra le mani unghiose del princeps huius mundi. Piccoli comuni, paesi, Italia, Europa, mondo – tutti ri-paganizzati, ri-satanizzati. Sparendo il Sacrificio di Cristo della Santa Messa di sempre, riapparirà definitivamente il sacrificio umano
Quale sarà il risultato di questo piano, qualora dovesse riuscire agli zucchetti congiurati? Nel piano concreto, della sociologia e della vita quotidiana, quello che vedremo è l’ulteriore, definitiva scristianizzazione dell’Europa.
Se invece scendiamo al piano sottile, quello della lotta fra il Bene e il Male, quello dei chiodi piantati sui demoni terrestri, ebbene, la conseguenza, concatenata alla scristianizzazione, sarà la realizzazione delle condizione per una possessione diabolica mondiale.
Intere città, interi Paesi, interi continenti – tutti di ritorno fra le mani unghiose del princeps huius mundi. Piccoli comuni, paesi, Italia, Europa, mondo – tutti ri-paganizzati, ri-satanizzati.
E così, sparendo il Sacrificio di Cristo della Santa Messa di sempre, riapparirà definitivamente il sacrificio umano.
Il sacrificio umano è tornato. Per questo vogliono abolire l’unica cosa che vi si può opporre: il sacrificio divino
Ora, in questo Anno del Signore 2021 – dove miliardi di persone sono obbligate a pozioni di stregoneria genetica fatti con il sacrificio di feti abortiti, dove altrettanti miliardi sono esposti al calcolo utilitaristico per cui la loro morte è un’immolazione accettabile alla causa pandemica, dove migliaia di persone (soprattutto: giovani) sono private delle loro libertà più intime – dovete essere davvero ciechi per non capire che questo sta già accadendo, che questo è la condizione nella quale dovremmo vivere e morire, che questo è il nuovo sistema operativo dell’umanità: la Necrocultura.
Il sacrificio umano è tornato. Per questo vogliono abolire l’unica cosa che vi si può opporre: il sacrificio divino.
Roberto Dal Bosco
Immagine di Tcapper1 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0); immagine modificata
Necrocultura
Un altro feto trovato nel cassonetto. Volete davvero credere alla favola del disagio sociale?
Due giorni fa è stato rinvenuto un feto di poche settimane in un cassonetto situato in un parco a Parona, un comune della Lomellina nei pressi di Vigevano, in provincia di Pavia.
L’individuazione è avvenuta grazie agli operatori ecologici impegnati nelle operazioni di pulizia dell’area. Durante la loro attività di svuotamento dei cestini lungo via Papa Giovanni XXIII, il feto è emerso dal cassonetto.
Si tratta esattamente della trama della canzone Cassonetto differenziato (1989) di Elio e le Storie Tese, quella che ipotizzava una raccolta differenziata per i feti, vista la quantità di casi che finivano sui giornali: «lo spazzino è più sereno/ e poi si impressiona meno». Trentacinque anni fa già questo tipo di eventi seguiva un pattern molto riconoscibile, al punto da divenire una canzone satirica.
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Conosciamo, ad ogni modo, anche il ruolino di marcia delle cronache di situazioni come questa: secondo quanto riportano all’unisono i giornali locali e nazionali, i carabinieri sono stati tempestivamente contattati e si sono recati sul luogo. Possiamo annunciarvi che, nonostante si parli di telecamere ed altro, con molta difficoltà verrà trovato chi ha lasciato lì il bambino. Ad oggi, non abbiamo presente di casi di «scagliatrici di feto nel cassonetto» (cit. sempre Elio) identificate ed arrestate (e a dire il vero, non siamo nemmeno sicuri che si tratti di donne).
Torniamo alle cronache fetali pavesi: il feto, delle dimensioni di dieci centimetri, è stato affidato agli esperti dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia per essere sottoposto a esame, è stato riportato. La cosa potrebbe creare una certa dissonanza cognitiva: il lettore sa che in certi casi – come quelli degli enigmatici feti imbarattolati disseminati in tutto il Paese – inizialmente si sospetta proprio di ospedali ed università, da cui «il residuo» potrebbe essere uscito. Abbiamo appreso anche che il giallo dei bidoni gialli di Granarolo, dove furono trovati feti umani, si risolse esattamente con l’Università che ne chiese la restituzione, e la procura che ne dispose il dissequestro. (Altro non ci è dato sapere: quanti erano, perché erano lì, a cosa servivano, chi erano… tutte domande che ci rimangono addosso)
Le cronache, in coro, continuano informandoci che date le sue ridotte dimensioni, si suppone che la gravidanza della madre del bambino del cassonetto pavese sia stata breve,
Nessuno osa ovviamente specificare come sia possibile che il bambino, che si presume sia uscito intero dal grembo materno, possa essere finito lì: vi sarebbe da fare la dolorosa ammissione per la quale – è la possibilità meno allucinante – il bambino sia uscito con la RU486, la pillola dell’aborto domestico che permette di espellere il feto integro, in genere nel water, pronto per farlo viaggiare nelle tubature giù giù sino alle fogne, dove sarà divorato da pantegane, batraci e pesci coprofagi, magari pure qualche insetto goloso che apprezza la carne umana tenera e i concentrati di staminali.
La RU486 – che qualcuno giustamente ha chiamato «il pesticida umano» – permette di far uscire integri dal grembo materno questi bambini minuscoli, ma mica questo orrore può essere detto pubblicamente (la storia dei bambini divorati nelle sentine, che Renovatio 21 va ripetendo da anni, dove altro credete di poterla leggere?), perché la pasticca della morte va sdoganata sempre più: ricorderete il ministro Roberto Speranza (quello che adesso ha qualche problemino nel presentare i suoi libri in giro per l’Italia, dove lo aspettano alcune persone che ha fatto vaccinare genicamente) e la sua spinta, in pieno lockdown, per la distribuzione più libera della pillola dell’aborto fai-da-te, da rifilare alle donne senza ricovero. Di nostro possiamo dire che più di una decina di anni fa abbiamo visto politici sedicenti pro-life – ancora in circolo, presso pure le alte sfere – votare a favore della distribuzione ampliate del pastiglione omicida.
Ciò detto, non è per parlarvi della RU486 – ora distribuita su internet anche per impulso civico delle femministe americane, sconvolte dalla defederalizzazione dell’aborto subita due anni fa tramite la sentenza della Corte Suprema USA Dobbs v. Jackson – che scriviamo queste righe.
In realtà, non è nemmeno per parlare dell’aborto – o meglio, per cercare di raccontare, una volta di più, che oramai siamo convinti di come esso sia solo un pezzo del puzzle, e il puzzle è talmente mostruoso che non c’è film o libro che lo abbia anche solo concepito.
In breve, abbiamo maturato la convinzione che il ritrovamento di feti in luoghi improbabili e degradanti – o misteriosi, inspiegabili – non sia un fenomeno spontaneo, una storia spiegabile con le categorie che ci forniscono giornali e politici – di sinistra, di destra, abortisti, pro-lifi.
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La narrazione, che perdura dai casi di feto nel cassonetto che avanza dagli anni Ottanta, vuole farci pensare che l’abominevole atto è un segno di degrado. Si tratta di persone povere, disperate. Forse una donna che non può permettersi di avere un bambino, o che non vuole averlo perché vive in un appartamento dove il patriarcato le imporrebbe di divenire madre. Cose così.
Insomma: lo shock del feto trovato nella spazzatura serviva a consolidare l’aborto di Stato, ad estenderlo: se la donna avesse abortito avremmo evitato di scandalizzare il netturbino («Ma mettetevi nei panni di chi / il cassonetto pulisce / mi trova e non capisce / il perché di tanta inciviltà / poi scende in piazza e sciopera / e la colpa è anche un po’ tua / se non ti batti per un mondo migliore / in cui una madre sappia dove gettare il bebè»: sono i realistici versi di Elio).
Logica ferrea: fai a pezzi il bambino dentro il grembo materno con il metodo Karman (facendolo diventare un rifiuto ospedaliero, o in certi casi materiale da esperimento) invece che farlo trovare poche settimane dopo nell’immondizia. Non una grinza: come diceva una filastrocca delle scuole medie, «era meglio morire da piccoli / con i…»
Il problema è che oggi tutta questa teoria non tiene più. Il bambino non è nato, è stato fatto uscire dalla madre prima, integro, quando era lungo poco più di un dito – eppure, già perfettamente umano, già Imago Dei.
L’aborto è libero, liberissimo: consentito dalle autorità anche senza essere incinte (è successo), celebrato come grande conquista sociale dalla stampa, dalla politica (tutta!), glorificato da fiction e serie TV. Perché mai allora, continuiamo a trovare feti nel cassonetto?
Se qualche voce «laica» ora si alza per dire che è per colpa del clima intollerante causato dalla chiesa cattolica, può tacersi anche subito: perché sappiamo come Roma non solo non abbia intenzione in alcun modo di andare contro la legge di figlicida (abbiamo cardinali che lo hanno pure dichiarato, e casi sussurrati di confessori che consigliano la procedura a fedeli disperate) ma come abbia fatto di tutto per infliggere il mondo un prodotto che dall’aborto è derivato, il vaccino COVID (e prima ancora, altri vaccini, tutti – come sa il lettore che ci segue negli anni 0 ottenuti con cellule di aborto). Il Vaticano sapeva, ma ha fatto spallucce.
E quindi? Se non si tratta di disagio, dramma sociologico, di repressione del diritto umano all’ammazzare la propria discendenza, cosa sono questi feti nei cassonetti?
Quello che pensiamo noi, adesso, è che siano essenzialmente dei segni. Non sono stati abbandonati, sono stati piazzati. Sono delle puntine su una mappa oscura, sono capitelli di un territorio letto secondo una mistica del male. Sono antenne, amuleti, sono prove di un sacrificio avvenuto sopra una determinata zona del Paese.
Chi li mette? Qualcuno che concepisce l’aborto, o meglio l’uccisione della vita umana innocente, come una realtà da rendere simbolo ripetibile distribuito sul territorio.
Immaginate tutte quelle vecchie chiesette, anche minuscole, ora deserte, che vedete un po’ ovunque. Immaginate che lì vi è un altare, che serve per il sacrificio di Dio per l’uomo. Invertite tutto: ecco che bisogna puntellare la Terra del segno del sacrificio dell’essere umano per il dio – o meglio, per il demone.
Si può trattare, quindi, di una sorta di pratica satanica, o forse perfino«post-satanica», di cui non abbiamo mai sentito nulla, perché tenuta davvero segreta da chi la pratica?
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Abbiamo ipotizzato questa spiegazione per la storia dei feti in barattolo rinvenuti nel corso di più decenni in vari luoghi improbabili, spesso nel verde: campi, argini dei fiumi, aiuole urbane, cimiteri. Probabilmente, siamo stati i primi a cercare di unire i puntini di questi casi: chi può avere interesse, nell’arco di trenta o quaranta anni, ad abbandonare vasetti con bambini dentro a Nord e Sud, in città e in campagna? Come può trattarsi di un unico soggetto che lo fa?
Ora stiamo cercando di allargare la medesima idea ai bimbi nei cassonetti. Forse non si tratta di donne disperate, a cui gli obiettori di coscienza cattivi hanno negato l’accesso al feticidio. Non si tratta di degrado sociale, non si tratta di quelle storie brutte che ci fanno allargare le braccia e dire «ma dove andremo a finire», così da spingerci sempre più dentro il nostro bozzolo domestico.
Forse non è una storia che potete ancora immaginare. Perché potrebbe essere talmente spaventosa da dover essere tenuta segreta – sia da chi la pratica, che da chi forse lo ha capito, ma non può dirlo, vuoi perché teme il panico sociale che potrebbe scatenare, vuoi perché forse qualcuno in alto desidera che continui, perché parte di un meccanismo, di un accordo indicibile.
Mentre meditate dentro questo abisso, abbiate una certezza: quella di non credere più, nemmeno per un secondo, a quanto vi dicono sull’aborto i politici, i giornali, i pregatori seriali, i pro-life a caccia dei vostri soldini.
Rifiutate del tutto chi vuole farvi fissare il dito invece che la luna di sangue che è sopra tutti noi.
Roberto Dal Bosco
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Autismo
Finestra di Overton per l’inarrestabile incremento dell’autismo: dal vaccino al sacrificio umano dell’eutanasia infantile
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«Abbiamo visto che eliminano completamente i down, perché la loro è una vita indegna di essere vissuta» dicevo indicando il caso dell’Islanda down-free. «E una vita indegna di essere vissuta, va eliminata… voi pensate che sia impossibile? Il re cattolico del Belgio nel 2014 ha firmato una legge per cui si può fare l’eutanasia del bambino, basta che il bambino sia “consenziente”… l’eutanasia infantile è arrivata… qualcuno lo chiama aborto post-natale» dicevo. Poi parlavo del caso di Charlie Gard, il bambino lasciato morire della Sanità inglese, e del suo messaggio, e cioè il «pensare che si possono ammazzare i bambini anche già nati… i bambini danneggiati si possono ammazzare». «Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» Ricordo il gelo che scese nella sala. Da persona che lavora con i teatri, so percepire la temperatura di una sala. Lì era precipitato tutto sottozero all’istante, al punto che mi fermai prima ancora di finire la frase. L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari. Il capolavoro della Necrocultura di Satana è più visibile che mai: come con l’aborto – dove è la madre ad uccidere il suo figlio indifeso – anche qui l’eliminazione massiva di questa parte della popolazione in crescita verrà fatta passare per il consenso della famiglia, distruggendone, di fatto, ogni suo tessuto morale. La famiglia da luogo della vita, diventa luogo della Morte. La famiglia, la cellula primaria della società nella quale visse lo stesso Dio incarnato, il cuore della legge naturale, viene pervertita in modo sanguinario. È il Regno Sociale di Satana: parte dalle siringhe dei sieri e, dopo dolore e malattia, torna alle siringhe, ma dello sterminio biomedico di Stato. Dalla siringa al sacrificio umano. Lo Stato moderno fa così Quanto ci piacerebbe che la «consapevolezza sull’autismo», e le sue giornatone ONU pagate dal contribuente, parlasse di queste cose. Un’ultima cosa detta ai censori e ai «normalisti» che leggono queste righe e ridacchiano, o si scandalizzano, magari presi dalla voglia di segnalarci alle «autorità competenti» per «disinformazione»: ecco a voi il nostro dito medio, e ve lo siete meritato tutto, perché le vostre azioni stanno portando avanti nei decenni questo programma di morte e devastazione che usa i bambini come strumenti, come armi per la rivoluzione biologica che sta rovinando il mondo. Siatene consapevoli: la Necrocultura travolgerà anche voi e le vostre patetiche esistenze di volonterosi carnefici di Moloch. Svegliatevi. Convertitevi. Roberto Dal Bosco SOSTIENI RENOVATIO 21Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
Controllo delle nascite
Continua il crollo delle nascite in Italia
Il crollo delle nascite in Italia si è confermato nel corso del 2023, in Italia. Lo riporta l’agenzia ANSA.
L’ulteriore declino del numero dei bambini messi al mondo, come indicato dai dati demografici relativi a tale anno pubblicati oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).
Secondo le statistiche preliminari, il numero dei neonati residenti nel Paese si attesta a 379 mila, accompagnato da un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (rispetto al 6,7 per mille registrato nel 2022).
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Tale diminuzione delle nascite rispetto all’anno precedente si attesta a 14 mila unità, equivalenti al 3,6%.
Risalendo al 2008, ultimo anno di aumento delle nascite in Italia, si osserva un calo complessivo di 197 mila unità (-34,2%).
La media di figli per donna diminuisce da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi notevolmente al minimo storico di 1,19 figli riscontrato nel lontano 1995. L’Italia, come da imperativo della Necrocultura, si sta spopolando.
Gli articoli di stampa che analizzano tale numero non osa metterlo in relazione con l’altra quota ufficiale che la logica vorrebbe andasse subito citata: il numero degli aborti nel Paese. Il dato del 2021 è di un totale nel notificato di 63.653 «interruzioni volontarie di gravidanza», o IVG, termine della neolingua orwelliana per il feticidio di Stato.
In pratica, secondo il dato ufficiale, ogni sei bambini uno viene sacrificato a Moloch – e non sappiamo che fine possa fare il corpo dei piccoli assassinati, se smaltito con i residui ospedalieri, bruciato come rifiuto, smembrato e venduto per esperimenti e linee cellulari per le farmaceutiche (in America, lo sappiamo, succede: e i produttori di vaccini possono ringraziare) oppure finito misteriosamente in barattoli disseminati per le campagne, o ancora in enigmatici bidoni gialli abbandonati in depositi fuori città.
A chi si rallegra del continuo andamento in diminuzione dell’aborto (-4,2% rispetto al 2020) a partire dal 1983, vogliamo ricordare che il dato ufficiale rappresenta la punta dell’iceberg, e forse nemmeno quella.
I bambini di fatto oggi muoiono a causa di quella che chiama contraccezione, che crea il fenomeno della cosiddetta «microabortività»: alcuni anticoncezionali, come la cosiddetta spirale (o IUD), ostacolando l’annidamento dell’embrione, di fatto agiscono come sistemi di aborto permanente. Qualcuno ritiene quindi che i dispositivi intrauterini possono considerarsi in grado di procurare alla donna anche un aborto al mese: è l’infanticidio automatico, impiantato macchinalmente dentro il corpo stesso della donna. Capolavori della medicina moderna…
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Stesso discorso va fatto per il numero sommerso dei bambini uccisi dalla RU486, il pesticida umano utilizzato per l’aborto chimico: come usiamo ripetere, qui il feto viene espulso nel water e poi inviato con lo sciacquone nelle fogne dove sarà presumibilmente divorato da ratti, rane, pesci, insetti vari.
Esistendo un mercato nero diffuso della pillola dell’aborto – negli USA pure sostenuto da alcuni gruppi femministi specialmente dopo la defederalizzazione del «diritto di aborto» avvenuta con la sentenza della Corte Suprema Dobbs v. Jackson del 2022 – il numero di bambini trucidati con la pasticca assassina non è dato conoscerlo.
Vi va aggiunta, in ogni caso, anche la quantità di esseri umani terminati dalla pillola del giorno dopo, per la quale la stampa sincero-democratica si sgola da anni spiegando che non è aborto, quando invece lo è.
In questa sede, poi, non inizieremo nemmeno il discorso sulla quantità di embrioni prodotti e scartati con la riproduzione artificiale (sono centinaia di migliaia…), né il numero di esseri creati in provetta e poi congelati sotto azoto liquido in un limbo teologicamente, politicamente, legalmente biologicamente indefinito (sono vivi? Sono morti?).
Il numero dei bambini uccisi dallo Stato-Erode non è quindi di 65 mila individui, ma molto superiore. Non si tratta di una città di piccole dimensioni che sparisce ogni anno: forse è una metropoli, è una piccola regione che viene nuclearizzata nel grembo materno mentre la popolazione si contrae mostruosamente, e – molto causalmente – il Paese, anche sotto un sedicente governo nazionalista e sovranista, importa a spese del contribuente milionate di africani, le cui cifre sembrano decisamente essere quelle di una sostituzione vera e propria.
Caro lettore sincero-democratico, qualche campanello in testa ti si accende?
C’è qualcosa che vuoi fare, che non sia dare spago a danari a qualche stupido gruppo pro-life?
Roberto Dal Bosco
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