Pensiero
La guerra totale di Zelens’kyj-Meloni, la pace di Silvio Berlusconi
E così ci è toccato di vedere anche questa: il primo ministro del nostro Paese che va a baciare la pantofola al regime di Kiev, il giorno dopo che il boss vero è passato per promettere ulteriore morte e distruzione con tanto di sirene finte dispiegate per le TV. Con tanto di occhiali da sole da duro.
Sono, immaginiamo, cascami della sovranità limitata.
Tuttavia ci sconvolge la leggerezza con cui Giorgia – anche il presidente-comico ucraino la chiama così – si presta alla macchina infernale in atto, anche qui bene a favore di telecamera.
In pratica, il presidente del Consiglio italiano va a trovare, e sorridere, e promettere roba (sono qui per capire cosa serve all’Ucraina, ha detto, come se in questi mesi non ci fosse stata ripetuta ad nauseam la risposta: armi, danaro, armi, danaro, miliardi, missili, tank aerei militari, altri miliardi) l’uomo che tre giorni fa su Die Welt ha parlato apertis verbis di Terza Guerra Mondiale.
«Perché se la Cina si allea con la Russia, ci sarà una guerra mondiale, e penso che la Cina ne sia consapevole», ha Zelens’kyj, che finalmente comincia a significare anche a parole quello che ha fatto in tutto questo tempo con i fatti: condurre il mondo verso un nuovo olocausto bellico, magari fatto di armi termonucleari – lo sapete, questo è l’unico modo che il regime di Kiev ha per salvarsi la pelle.
Perché, se vince la Russia, l’élite ucraina, Zelens’kyj e i suoi ministri, non si sa che fine facciano: o fuggono (capitali all’estero statene certi ce ne sono) oppure possono subire processi e ritorsioni, e magari nemmeno da parte dei russi.
Tuttavia, anche l’altra opzione è disastrosa per il comico-presidente, forsanche di più: se scoppia la pace, i nazisti che lo attorniano (nel senso: si dice che siano proprio i battaglioni nazintegristi a fargli da sicurezza personale), potrebbero mantenere la promessa fatta alla sua elezione nel 2019, che è quella di impiccarlo ad un albero del Kreshatik (il bel viale del centro di Kiev che porta a piazza Maidan) nel caso lui ceda anche solo un centimetro del territorio russo.
Ci dispiace: il Donbass, la Crimea, non torneranno più indietro. Questo lo ha capito e accettato perfino Elon Musk, che all’Ucraina aveva dato i satelliti.
Ne consegue che l’unica opzione per la banda di Kiev è quella di augurarsi la distruzione diretta di Mosca, cioè la Terza Guerra Mondiale. Tanti sforzi, anche violenti (pensate al missile ucraino che uccide i contadini polacchi, con immediati richiami ucraini all’articolo 5 della NATO) sono leggibili solo così. Lo ripetiamo da un anno: la sopravvivenza di Zelens’kyj si basa solo sul trascinare tutti noi nel conflitto globale più distruttivo della storia dell’uomo.
Questo è chiaro a tutti. Evidentemente, non è chiaro a Giorgia Meloni.
La quale si è prestata pure al siparietto, traducendo in inglese una domanda di una giornalista italiana rivolta a Zelens’kyj riguardo a Silvio Berlusconi. La Meloni, che di Berlusconi è stata ministro, ha trovato il tempo di fare una battuta: «presidente operaio», ha detto forse riferendosi alle sue doti di traduttrice. Per chi è troppo giovane per ricordarlo, con probabilità si tratta di una piccola presa per i fondelli di uno slogan della campagna elettorale del 2001, quella vinta a man bassa dall’imprenditore milanese con lo slogan del «presidente operaio».
La Meloni, ricordiamo, fece parte del partito di Berlusconi, il PDL. E Berlusconi, ricordiamolo, è attualmente un suo alleato di governo.
È davvero un bel lavoro.
Berlusconi, lo ricorderete, pochi giorni fa aveva espresso parole di verità assoluta sulla situazione ucraina, e sulla necessità di trovare subito la pace. Il che significa, per logica, pensare tutto il male possibile di Zelens’kyj e dei suoi piani. Silvio non si tirò indietro, e lo disse pure.
Il Silvio non è solo in questo pensiero. Malgrado la totale sottomissione mediatica occidentale al continuum NATO, qualcuno si è spinto a dichiararlo, pure in TV, pure nella trasmissione via cavo più seguita in USA.
«Ci sarà una guerra mondiale se la Cina si allineerà con la Russia?» ha detto l’indomito giornalista televisivo Tucker Carlson riflettendo sulle parole di Zelens’kyj al quotidiano tedesco. «Chi potrebbe dire una cosa del genere con calma, visto che, come vi abbiamo appena detto, la Cina è allineata con la Russia? È già successo. Questa non è speculazione. È un fatto. E come risultato di ciò, secondo lo stesso Zelens’kyj, moriranno centinaia di milioni di persone. Non è un grosso problema. Finché ci riprendiamo la Crimea. Questo è un modo di pensare molto oscuro».
Carlson è andato oltre. Ha cominciato a percepire le vibrazioni spirituali, metastoriche, che emanano dal comico ucraino. Arriva a parlare di «forze oscure».
«Lo stesso Zelens’kyj è una forza molto oscura. Questo è ovvio se lo guardi. È inconfondibile. Chi non potrebbe vederlo? Quest’uomo è un distruttore. Ha vietato una fede cristiana nel suo paese e ha arrestato suore e sacerdoti. Oh, ma è un eroe, affermano i nostri leader (…) No, Zelens’kyj non è un eroe. È uno strumento di distruzione totale. Questa non è una difesa dei suoi nemici. È proprio vero e forse è per questo che Joe Biden è attratto da lui. Biden è atterrato oggi a Kiev per promuovere un’altra guerra mondiale».
Zelens’kyj è uno strumento di distruzione totale: questa è la nuda verità. Questo lo ha capito il vecchio Berlusconi, e lo ha detto. Mentre invece il nostro attuale premier è corso a baciare le mani al distruttore del mondo.
Ci sono insomma due campi: ci sono gli uomini di pace, e quelli invece che alimentano la guerra di annientamento planetario che ci si sta parando innanzi.
Giorgia ha deciso da che parte stare, ha deciso da che parte mettere gli italiani (che ora, ricordiamo, in caso di attacco non dispongono dell’antiaerea dei SAMP-T, omaggiati subito allo Zelensco, immaginando comunque che servano moltissimo contro i missili ipersonici Kinzhal e Tsirkon delle forze russe).
Anche Berlusconi ha deciso da che parte stare: da quella della pace, della prosperità, da quella di uomo cresciuto nel dopoguerra italiano, quando tutti, sopravvissuti tra rovine fumanti, sapevano che la guerra è orrenda e nociva, e lo sviluppo economico è ciò di cui si ha veramente bisogno, ciò che permette il vero progresso, la continuazione delle vite umane, delle famiglie.
Zelens’kyj ha detto in conferenza stampa che a Berlusconi non hanno mai bombardato casa.
Si dice che Berlusconi, furioso per l’attacco di Zelens’kyj, sia stato portato ad evitare una risposta all’ucraino. Beh, tentiamo invece di darla noi: Berlusconi è cresciuto a Milano quando questa era ridotta ad un cumulo di macerie dai bombardamenti degli angloamericani – che sono oggidì esattamente i primi alleati di Zelens’kyj, nonché suoi pupari nel mandare al massacro tutti quei ragazzi ucraini. Diremo di più: quella guerra, si dice, fu combattuta contro quei tizi che indossavano, come ricordato nel recentissimo discorso alla Duma di Putin, le mostrine runiche, i galloni con la testa di morto, le svastiche e i Sonnenrad: tutta roba che lo Zelens’kyj, perfino, pubblica impunemente su Instagram.
E poi, la menzogna: davvero dobbiamo berci questa storia dei russi che bombardano le case, esattamente come fanno gli americani in Italia, Germania, Giappone, Corea, Vietnam, Afghanistan, Iraq?
Davvero dobbiamo pensare che stiano censurando il fatto che la Russia stia eseguendo attacchi missilistici di precisione sulle infrastrutture (nella fase due iniziata dopo il bombardamento del Ponte di Crimea celebrato da Kiev) peraltro colpendo quelle di trasmissione e non quelle di produzione energetica?
Non c’è stato scandalo perché quel consigliere di Zelens’kyj ha ammesso poche settimane fa che il missile caduto sul condominio era ucraino?
Dobbiamo dimenticarci, invece, i colpi di artiglieria su case e scuole che nel Bacino del Don hanno ucciso dal 2014 almeno 14 mila persone?
Massì, bevetela tutta, la menzogna: c’è lì a fianco il premier col maglioncino bianco, fidatevi. Si tratta solo di tradurre la massa bovina – la massa vaccina – al macello nucleare, dopo che gli è toccato il macello economico, energetico, e genetico via siringa mRNA.
La pace contro la distruzione totale: non pensate che questo sia qualcosa di nuovo. Specie se c’è di mezzo quello di Arcore.
Siccome siamo su Renovatio 21, vogliamo ricordare che l’azione del potere profondo occidentale contro Berlusconi c’era da molto prima dell’Ucraina, perfino da prima che Berlusconi instaurasse quell’amicizia grande, vera, a tratti struggente, con Vladimir Putin.
Sono passati trenta anni, ma noi ricordiamo bene la stranezza del governo Berlusconi uno, con Silvio che vince inaspettatamente le elezioni del marzo 1994 contro la «gioiosa macchina da guerra» del PDS (allora il PD si chiamava così) di Achille Occhetto, che si sentiva destinato ad assumere finalmente il potere a Roma.
Quando Berlusconi piombò in politica non ruppe le uova nel paniere solo al futuro PD: c’è motivo di pensare che anche i veri padroni del Paese, quelli della «sovranità limitata», non fossero felici: con la caduta del muro, il Dipartimento di Stato americano e la CIA avevano completamente riconfigurato l’assetto dei loro appoggi globali. Quello che stavano con i sovietici, improvvisamente diventavano pro-Washington: ecco che ti tirano fuori dal carcere il terrorista filosovietico Nelsone Mandela, e te lo piazzano pure al potere in Sud Africa, a far ciao con la manina, il sorrisone e l’occhio fessurato.
I vecchi asset, che certo non scodinzolano come quelli che si sono trovati d’improvviso senza padrone, invece vengono eliminati: non è sbagliato pensare che Mani Pulite sia stato esattamente questo, la cancellazione del principale interlocutore antirusso del Paese, la Democrazia Cristiana, e la punizione per il «sovranista» Craxi che diceva che non voleva vedere i cavalli dei cosacchi abbeverarsi nelle fontane del Vaticano (era la promessa di Stalin), ma neanche vedere sgorgare, da quelle fontane, Coca-cola: la cosa fu particolarmente chiara a Sigonella.
E quindi, che vincesse le elezioni un amico intimo di Craxi, con il quale non si erano fatti accordi, né si avevano consistenti fili da tirare, era accettabile per il padrone americano?
No. E infatti il governo Berlusconi durò pochissimo. Quando rivinse le elezioni nel 2001, con percentuali che in certe regioni furono travolgenti, Berlusconi si adoperò per avvicinare questo nuovo presidente russo, molto composto, provenienza KGB, forse l’opposto totale della sua figura. Ci riuscì, al punto da creare un immenso punto per la storia della NATO – e quindi della pace sulla Terra – con gli accordi di Pratica di Mare, che riunirono i massimi vertici del pianeta (dotati di armi atomiche) per siglare la cooperazione con la massima superpotenza nucleare del mondo, la Russia.
Cominciate a vedere dove vogliamo andare a parare. Quando Berlusconi torna al potere nel 2008 (dopo aver perso contro Prodi per lo 0,07% dei voti) il rapporto con la Russia è oramai profondissimo: c’è l’acquisto di gas a buon mercato che favorisce le nostre aziende, ci sono le nostre banche che si espandono in Russia e pure nelle ex-repubbliche sovietiche, ci sono le PMI (tecnologia, moda, alimentari) che esportano miliardi e miliardi ogni mesi in Russia (e importano, pure), ci sono cooperazioni che fioriranno in settori strategici come l’aerospazio.
L’amicizia con lo Zar è tale che alla conferenza stampa per la vittoria elettorale, tenuta nella villa di Berlusconi in Sardegna, a fianco di Silvio c’è proprio Putin. Se lo rammentate, dovrebbero venirvi le vertigini: ma è così. Così come, poco dopo, Berlusconi in un’altra conferenza stampa congiunta con Putin, risponde in sua vece per difendere l’operato russo in Georgia, dove era andata in scena un’altra sanguinaria provocazione dei neocon, l’ultima dell’era Bush jr., che per le questioni cerebrali qualcuno potrebbe assimilare al Biden.
Anche quel governo Berlusconi finì anzitempo: all’apice della popolarità, cioè all’altezza del terremoto dell’Aquila, per il quale i russi a differenza degli americani mandarono subito degli aiuti, si attuò una manovra imprevista, con un’accusa da non credere: a Berlusconi piacciono le donne. In particolare, qualcuno sussurrò che sì, sulle storie delle escort, forse poteva esserci lo zampino americano, o meglio, così la pensava qualcuno di vicino a Berlusconi.
Le donne, e i processi, non furono abbastanza: sappiamo che la defenestrazione di Berlusconi la ottennero tramite una guerra economica. Ecco i risolini di Merkel e Sarkozy, il complotto (sì, anche i giornaloni oramai lo definiscono così) per far fuori Silvio dalla scena europea, certificato dai racconti autobiografici dell’ex segretario del Tesoro di Obama Timothy Geithner. Si inventarono lo spread – il COVID del 2011 – per allarmare il popolino, prepararono il tecnocrate di turno (con bollino Goldman Sachs), Mario Monti, il cui governo di tecnici «alieni» fu votato dalla stessa Meloni.
A Silvio andò bene: quell’anno, poco più sotto, un altro vertice di Stato veniva massacrato belluinamente, uno che pure conosceva bene, uno con cui aveva stipulato patti che favorivano non di poco l’interesse nazionale, le nostre aziende, la popolazione. Con l’uccisione di Gheddafi, la Libia, dove regnava la pace tra tribù e fazioni, diventa un inferno che ancora oggi brucia e minaccia di scottare anche noi.
Gli interessi nazionali italiani vanno a farsi friggere: entrano i francesi, gli inglesi, i turchi, i russi, gli egiziani, i sauditi, i quatarioti, e noi stiamo a guardare la nostra ex colonia, ora partner energetico strategico, divenire un buco nero. Facciamo notare anche che in Libia si piazzarono subito gli USA: sono indimenticabili le risate sataniche di Hillary Clinton quando le dicono che il rais libico è morto; di lì a poco il loro ambasciatore, Stevens, finirà impalato dai tagliagole sorti nel dopo-Gheddafi. Qualcuno dice che in realtà il diplomatico, o qualcuno sotto di lui, stesse combinando per conto di Washington un trasferimento di armi dai magazzini libici alla Siria, dove andava alimentata la rivolta anti-Assad da parte degli islamisti takfiri, tra cui l’ISIS.
Voci. Tuttavia vedete che anche qui abbiamo lo stesso schema: da una parte, chi porta distruzione e morte; dall’altra, chi vuole la pace e la cooperazione.
Berlusconi ha la sfortuna di stare dalla parte di chi ama la vita, il benessere, la prosperità. Berlusconi, come Trump, non vive di trame di annientamento, rifiuta per natura i programmi di devastazione che vengono dalle burocrazie del potere profondo.
È per questo che, in questo momento più che mai ci servono uomini così al potere: uomini veri, uomini sani, uomini che, secondo la più basica legge naturale, scelgono la vita e non la morte.
La Necrocultura, lo avete capito, fa qualsiasi cosa oggi per impedire che tali uomini arrivino e restino al potere: trucca le elezioni, gestisce colpi di palazzo, organizza linciaggi.
Lo avevamo detto altrove ricordando la crisi di Cuba, dove a parlarsi, e a risolvere, erano Kennedy e Krushev: l’assenza di uomini veri al comando oggi ci sta portando verso il baratro atomico.
Ci troviamo in un tempo in cui dobbiamo combattere contro forze oscure, contro le quali vogliono toglierci ogni difesa.
Il nostro governo obbedisce all’Impero del Male, sta da quella parte. Che non è quella che vuole che continuate a vivere e prosperare, come nell’Italia degli anni in cui son cresciuti i Berlusconi: pace, famiglia, lavoro. La vita oltre le macerie. Dall’altra parte chi invece opera, da sempre, per la rovina dell’umanità.
Siamo sempre qui: la vita contro la morte. Scegliete quale principio deve governare la vostra esistenza – e il vostro Paese.
Roberto Dal Bosco
Pensiero
La giovenca rossa dell’anticristo è arrivata a Gerusalemme
Ieri si è avuta la notizia, che i grandi media non sono in grado di intercettare.
Gruppi sionisti del Monte del Tempio di Gerusalemme hanno annunciato che il 22 aprile sarà effettuato lo sgozzamento della giovenca rossa, un loro rito messianico per la fine dei tempi.
Secondo quanto riportato, sarebbe stata sottoposta alla polizia israeliana una richiesta ufficiale per permettere di portare nella spianata delle moschee un altare e dei coltelli per macellare mucche dal pelo fulvo.
ALERT 🚨 – The fanatical Zionists from Temple Mount Org have announced that April 22nd is their day to slaughter the much-vaunted #RedHeifer in Jerusalem to realise their version of the End Times messianic prophecy… https://t.co/HLo9nYbGvi pic.twitter.com/JYfs5dHORg
— Patrick Henningsen (@21WIRE) April 12, 2024
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Il rito fa parte del processo della ricostruzione del Tempio ebraico, distrutto nel 70 d.C., la cui ricostruzione porterà all’apparizione del Messia degli Ebrei, che molti cristiani considerano l’anticristo.
Questo, tuttavia, ai vari cristiani evangelici fondamentalisti americani va più che bene, perché in questo modo si accelererà la seconda venuta di Cristo stesso, che arriverà come predetto del Libro della Rivelazione dopo i sette anni di tribolazione – e cioè un conflitto mondiale, la distruzione di tutti gli ebrei che rifiutano di convertirsi, la rapture (idea fondamentalista americana di un subitaneo «rapimento» in cielo di parte della popolazione durante la guerra apocalittica) e alla fine del mondo.
È, in tutto e per tutto, l’Armageddon. E in questo caso è pure chiamare l’apocalisse così, con una parola ebraica.
Gli ebrei ritengono invece che il Tempio ricostruito porterà il loro Messia e, dal Tempio, gli ebrei governeranno cristiani e musulmani. Naturalmente, per fare questo, il luogo più sacro dell’Islam dopo La Mecca e Medina, la Moschea di Al-Aqsa, deve essere raso al suolo.
Armageddonisti ebrei e cristiani da vario tempo stavano collaborando nel trasporto di cinque «giovenche rosse» speciali e «senza macchia» dal ranch del cristiano sionista Byron Stinson in Texas in Israele più di un anno fa, dove hanno acquistato un terreno sul Monte degli Ulivi, il luogo speciale per il macello previsto tra una settimana.
La scelta del mese di aprile si basa sul fatto che le giovenche raggiungono l’età prescritta per la cerimonia. A quel punto, una o più possono essere macellate e poi bruciate, con le loro ceneri mescolate con acqua.
Questo affinché una squadra speciale, che dovrà iniziare la costruzione del Terzo Tempio, possa bagnarsi nella miscela ed essere adeguatamente purificata per il proprio compito.
Stiamo dando una versione semplificata: la realtà è molto più contorta. La chiave è un’interpretazione forzata di un passaggio del Libro dei Numeri dell’Antico Testamento, dove si parla del ruolo di una «giovenca rossa» nel purificare le mani di coloro che hanno toccato i morti.
«Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne: “Questa è una disposizione della legge che il Signore ha prescritta: Ordina agli Israeliti che ti portino una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti, e che non abbia mai portato il giogo. La darete al sacerdote Eleazaro, che la condurrà fuori del campo e la farà immolare in sua presenza. Il sacerdote Eleazaro prenderà con il dito il sangue della giovenca e ne farà sette volte l’aspersione davanti alla tenda del convegno; poi si brucerà la giovenca sotto i suoi occhi; se ne brucerà la pelle, la carne e il sangue con gli escrementi. Il sacerdote prenderà legno di cedro, issòpo, colore scarlatto e getterà tutto nel fuoco che consuma la giovenca. Poi il sacerdote laverà le sue vesti e farà un bagno al suo corpo nell’acqua; quindi rientrerà nel campo e il sacerdote rimarrà in stato d’immondezza fino alla sera. Colui che avrà bruciato la giovenca si laverà le vesti nell’acqua, farà un bagno al suo corpo nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. Un uomo mondo raccoglierà le ceneri della giovenca e le depositerà fuori del campo in luogo mondo, dove saranno conservate per la comunità degli Israeliti per l’acqua di purificazione: è un rito espiatorio. Colui che avrà raccolto le ceneri della giovenca si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera. Questa sarà una legge perenne per gli Israeliti e per lo straniero che soggiornerà presso di loro». (Num 19, 1-10)
Questa purificazione sarebbe fondamentale per il sacerdozio ebraico e il culto sacrificale. Il Jerusalem Post scrive: «ai giorni nostri, si presume che tutti gli ebrei, inclusi i kohanim [sacerdoti o discendenti dei sacerdoti, ndr], siano impuri a causa dell’impurità impartita da un cadavere. Mentre nella vita quotidiana dei giorni nostri questo status non ha molto effetto pratico, a chi è impuro con questo tipo di impurità è vietato entrare nel Tempio».
È la questione del kosher: l’ebraismo è ossessionato dalla contaminazione, da cui, secondo cui la tendenza a separare – il giudeo dal gentile, il latte della carne bovina, la donna mestruata dal resto della comunità.
Un’altra pubblicazione dello Stato Ebraico, Israel365News, spiega quindi che «la mancanza di una giovenca rossa ha lasciato tutto Israele ritualmente impuro e incapace di eseguire adeguatamente molti altri comandamenti».
Questo è un problema, perché la cerimonia deve essere completata da un sacerdote che sia lui stesso ritualmente puro. Rabbi Azaria Ariel, il direttore della ricerca del Temple Institute, spiega che il sacerdote «deve essere puro per eseguire il rituale e preparare le ceneri. Ad esempio, non può nascere in un ospedale. Abbiamo alcuni sacerdoti così».
«Cerchiamo sacerdoti che siano stati attenti a questa questione di significato, allontanandosi dai cadaveri dei cimiteri e degli ospedali. Devono avere una chiara tradizione familiare che discenda dai preti. In realtà di uomini così ce ne sono molti, moltissimi. Deve anche avere un’età in cui può macellare la mucca di almeno 15 anni e non è stato in ospedale fino a quel momento».
(Sugli ospedali come luoghi di morte, ci troviamo bizzarramente d’accordo col rabbino, ma questo è un altro discorso).
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Tuttavia, il rabbino Ariel ha anche affermato che, nel frattempo, è ancora possibile entrare nel Monte del Tempio e persino offrire alcuni sacrifici in uno stato di impurità rituale. Al contempo, il rabbino Ariele precisa che questa cerimonia «non attiva l’obbligo di costruire il Terzo Tempio» e «la costruzione del tempio non dipende dalle Giovenche Rosse».
«Noi non facciamo il rituale della giovenca rossa affinché il Messia venga affinché Dio faccia qualcosa del genere o qualcosa del genere» ha assicurato il rabbino.
Il rito di purificazione potrebbe seguire altre logiche di giudaizzazione pure della vita civile – e militare – dello Stato Ebraico.
Kassy Akiva, una videogionalista ebrea del Daily Wire, la grande organizzazione di informazione del sionista Ben Shapiro, del Daily Wire ha raccontato su Twitter che «le ceneri vengono utilizzate per creare una miscela che viene utilizzata nel processo di purificazione per accedere al cortile interno del Monte del Tempio. Gli usi pratici oggi consentirebbero agli agenti di polizia di purificarsi prima di entrare in quell’area per motivi di sicurezza invece di essere costretti ad entrare in quell’area per garantire la sicurezza senza prima purificarsi. Sebbene ciò sia consentito dalla lettera della legge ebraica, tutti concordano sul fatto che sarebbe meglio purificarsi prima di entrare».
Also to be precise: the red heifer isn't technically a sacrifice. It is slaughtered and burned on the Mt. of Olives but not on an altar. The ashes are used to make a mixture that is used in the purification process for entering the inner courtyard of the Temple Mount. Practical…
— Kassy Akiva (@KassyDillon) April 4, 2024
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In pratica, si potrebbe trattare di estendere la religione sulla società ebraica anche più secolare. Con il presente governo israeliano, il più religioso, il più messianico della storia, non poteva che essere così. È il governo dove si giustificano gli sputi ai cristiani a Gerusalemme («tradizioni», rivendica il ministro: certo), è il governo dei convegni con balli scatenati dei coloni pronti a scendere su Gaza, è il governo che non ha problemi a parlare di nuclearizzazione dei palestinesi – e degli iraniani – dopo aver usato una parola biblica, amalek, che riporta alla possibilità di annientamento di interi popoli. Genocidio: ma con radici religiose. (Dov’è che avevamo già sentito questa storia?)
In realtà, «cinque giovenche perfettamente rosse» – mucche che non hanno ancora partorito, mucche «vergini» – erano arrivate in Israele già nel settembre 2022.
All’epoca reagirono subito gli organi di stampa di Hamas a rispondere, definendolo un tentativo di «giudaizzare le sante moschee» e sostenendo che «Al-Aqsa è in pericolo».
Le giovenche sono state portate da Boneh Israel («Costruire Israele»), un’organizzazione israelo-americana composta da ebrei e cristiani. Le giovenche sono state trovate e allevate da Byron Stinson, sedicente «giudeo-cristiano» e consigliere dell’organizzazione. Un video sul sito web di Boneh Israel lo definisce «letteralmente il ragazzo che ha portato quelle giovenche rosse in Israele».
«Queste giovenche rosse possono portare la pace nel mondo! La Bibbia ci insegna che la chiave per costruire il Terzo Tempio (la Casa di Preghiera per Tutte le Nazioni) è purificarci con la giovenca rossa a Gerusalemme» scrive il sito.
Lo Stinson, come nota LifeSite, ha anche chiarito che ritiene che la cerimonia della giovenca sia un primo e necessario passo per ricostruire il Tempio, e la collega persino all’emergere di un governo mondiale:
«I rabbini sono così emozionati perché, come noi sparsi nelle Nazioni, tutti possono sentire l’avvicinarsi di un governo unico mondiale. Puoi sentire l’avvicinarsi di questo momento in cui qualcosa deve cambiare. E tutti lo sentono e ciò che cercano disperatamente è la venuta del Messia. Sanno che questo è il primo passo per poter costruire il tempio. Non puoi purificare le persone che lavoreranno nel tempio finché non avrai effettivamente quest’acqua di purificazione che proviene dalla cenere delle giovenche rosse».
«Credo che la risposta di ogni cristiano dovrebbe essere quella di sostenere la costruzione del Tempio»
Il Jerusalem Post ha anche affermato che a settembre le giovenche sono state accolte cerimonialmente all’aeroporto israeliano Ben-Gurion da diversi rabbini del Temple Institute, tra cui lo stesso rabbino Azaria Ariel e il direttore generale del ministero del Patrimonio e di Gerusalemme, Netanel Isaac.
Il Temple Institute è stato fondato dal padre di Ariel (Rabbi Yisrael Ariel) e Rabbi Azaria Ariel guida il suo dipartimento di ricerca. Il sito web dell’Istituto afferma che mentre alcune cerimonie del Tempio sono possibili in uno stato di impurità rituale, la giovenca rossa è necessaria per il completo ripristino messianico.
«Il completo rinnovamento di tutti gli aspetti del servizio del Sacro Tempio e il risveglio della completa purezza rituale tra gli ebrei dipendono dalla preparazione della giovenca rossa (…) La preparazione della giovenca rossa è una precondizione per la reintegrazione del servizio completo nel Sacro Tempio».
Il sito riporta inoltre favorevolmente l’insegnamento su questo argomento del rabbino Moshe ben Maimon – conosciuto come Mosè Maimonide (1135-1204) o «Rambam» – filosofo talmudista tra i maggiori nella storia dell’ebraismo, estremamente influente nel XII secolo. Egli collegò l’arrivo della successiva giovenca rossa con la venuta del Messia, cioè quello che gli ebrei chiamano il «mashiach» o «moshiach».
«Nove giovenche rosse furono offerte dal momento in cui fu loro comandato di adempiere a questa mitzvah [il compimento di uno dei comandamenti della legge ebraica, ndr] fino al momento in cui il Tempio fu distrutto una seconda volta. La prima è stata portata da Mosè, il nostro maestro. La seconda è stata portato da Esdra. Altre sette furono offerte fino alla distruzione del Secondo Tempio. E la decima sarà portata dal re mashiach; possa essere rapidamente rivelato. Amen, così possa essere la volontà di Dio» (Maimonide, Shefter Shoftim («Il Libro dei Giudici», capitolo 11).
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Secondo Maimonide, un’impresa fondamentale di questo presunto Messia, che costituirà peraltro una delle prove conclusive della sua affermazione, è che costui ricostruirà il Tempio di Gerusalemme.
È facile capire che se qualcuno vi dice che non esiste alcun legame tra la consegna delle giovenche rosse e la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme – e quindi la venuta del presunto messia degli ebrei – vi sta gettando fumo negli occhi, vi sta ingannando – gaslighting, dicono ora in America. Operano per l’apocalisse, ma fischiettosamente. I complottisti siete voi, che maliziosamente vedete troppe cose dietro un innocente, zufolante sacrificio veterotestamentario di mucche rosse sul Monte degli Ulivi. Avete visto troppe volte il primo Indiana Jones, con il rito ebraico che scatena quel massacro massivo orripilante. Eccerto.
Prima di parlare del significato che tutto questo ha per i cristiani, soffermiamoci a ricordare cosa significa il Terzo Tempio per i musulmani. La moschea di Al-Aqsa, si trova proprio lì. Lo sappiamo bene perché in questi anni abbiamo visto la quantità di botte che in tante occasioni le forze israeliane hanno rifiutato ai musulmani lì per – in teoria – pregare, cosa che peraltro è consentita solo a loro.
Qualcuno ricorderà anche la passeggiata che sulla spianata delle moschee compì l’allora premier israeliano Ariel Sharon nel 2000, l’atto da cui partì la seconda Intifada. Ricordiamo brevemente cosa accadde in seguito: Sharon divenne relativamente più «morbido» verso i palestinesi, formò un partito suo scindendo il Likud. Nel 2005 – esattamente come era successo anni prima a Ytzhak Rabin– finì al centro di una Pulsa DiNura, una cerimonia di maledizione cabalistica performata da una quantità di rabbini, pure ripresa da una TV locale. Se mesi dopo a Sharon venne un colpo, e restò anni in coma fino al 2014. Se vi impressionate, ripetiamo, è perché avete negli occhi I predatori dell’arca perduta.
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Si tratta di un luogo definito come terzo più sacro di tutto l’Islam. I musulmani ritengono che Maometto fu portato sul luogo del Tempio in rovina di Gerusalemme su un cavallo magico; e che legò il suo cavallo al Muro Occidentale e da lì salì al cielo e incontrò i vari profeti. Non si tratta solo di palestinesi: tutto l’Islam potrebbe reagire qualora Al-Aqsa fosse toccata.
Del resto, cerchiamo di comprendere: Israele, oltre che uno Stato etnonazionalista, può definirsi uno Stato religioso. Hamas, il nemico dello Stato Ebraico, è pure un’organizzazione religiosa – in particolare, una gemmazione locale del gruppo protofondamentalista dei Fratelli Musulmani. L’Iran – che poche ore fa ha attaccato frontalmente Israele con i suoi droni – è una Repubblica Teocratica, uno Stato fondato, rifondato su principi religiosi.
Insomma, al di là di quello che possono dirvi gli alfieri della «geopolitica laica» (quelli che vi raccontano di interessi economici, petrolio, voti dei pensionati ebrei in Florida) si tratta di una questione di religione: tutti gli attori in gioco sono enti religiosi.
In ballo c’è una guerra di religione: e quindi, come non vedere il peso assoluto della macellazione rituale della giovenca rossa?
In realtà, pochi in Italia ne stanno parlando. Non si sono addentrati i blog più complottisti, e neanche i canali Telegram pronti a rilanciare qualsiasi bufala dopaminica («re carlo è morto», «Putin si è schierato con l’Iran) per ciucciare un po’ della vostra attenzione.
Eppure, la questione religiosa dovrebbe interessare anche noi. Perché, anche se rimossi dall’equazione, siamo anche noi spinti nella catastrofe di Gerusalemme – in quanto cristiani, non potrebbe che essere così.
Si torna alla vecchia questione sottolineata più volte da Renovatio 21: c’è lo Stato Ebraico, c’è lo Stato Islamico (ce ne sono diversi), tuttavia non c’è, e non può esserci, lo Stato Cristiano – è rimosso dal discorso, non può essere nemmeno nominato. Il dogma, ad ogni latitudine occidentale e non solo, è quello dello Stato «laico», che sappiamo bene significa uno Stato retto su principi massonici – cioè su una religione ulteriore che tenta da secoli di cancellare il cristianesimo.
È stato riportato che a spingere il progetto di ricostruzione del Tempio di Salome vi sarebbe una loggia massonica britannica, la Quator Coronati. Tuttavia non è questo che vogliamo sottolineare: vogliamo dire come, ancora una volta, i cristiani pare non siano nemmeno considerati nell’equazione. Sono stati estromessi, eliminati dal discorso.
È una realtà portata a galla dal solito Tucker Carlson, che in settimana ha intervistato un pastore evangelico palestinese, mettendo in risalto il paradosso assoluto per cui – come in Iraq, come in Siria – i danari mandati dagli USA in Medio Oriente, su pressioni di lobby protestanti, finiscano per uccidere i cristiani stessi.
Questo è uno degli effetti, solo apparentemente paradossali, del messianismo sionista installato nel fondamentalismo cristiano americano: pur accelerare la fine dei tempi, aiutano la persecuzione, passano sopra il cadavere dei cristiani del Medio Oriente, finanziando ed armando Israele, che nel frattempo avanza leggi anti-conversione per proibire il proselitismo cristiano, negli ultimi mesi ha fatto registrare attacchi ai cristiani senza precedenti.
Non si tratta di frange: come riportato da Renovatio 21, anche lo speaker della Camera USA, il sempre più controverso Mike Johnson, è del gruppo, con vari legami con gruppi del sionismo messianico.
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I cattolici non stanno prendendo la cosa sul serio, anche nella storia teologi e padri della Chiesa – vengono citati San Girolamo, Sant’Ambrogio, San Gregorio Magno, San Efraim, San Giovanni Crisostomo, Sant’Ireneo di Lione – hanno stabilito che l’anticristo potrebbe essere una figura simile.
Il gesuita Francisco Suárez (1548-1617), nella sua opera De Antichristo, scrive che «c’è uno che gli ebrei aspettano e uno che tutti accoglieranno. Gli altri che pretendevano di essere il Messia non sono stati ricevuti da tutti gli ebrei, ma solo da alcuni».
L’anticristo, dice la scrittura, ingannerà il mondo intero, convincerà persino gli eletti. Per questo si ritiene che guiderà un Nuovo Ordine Mondiale, dove la fede sarà perseguitata, e l’umanità vivrà i suoi tempi ultimi.
Questo è il pensiero cristiano, al quale nessuno sembra voler far caso.
Se poi vi chiedete perché, ricordatevi di San Pio X, e di Bergoglio. Nel 1903 papa Sarto, come abbiamo ricordato più volte, ricevette il fondatore del sionismo Theodor Herzl, e gli negò qualsiasi aiuto.
«Noi non possiamo favorire questo movimento. Non potremo impedire agli ebrei di andare a Gerusalemme, ma non possiamo mai favorirlo. La terra di Gerusalemme se non era sempre santa, è stata santificata per la vita di Jesu Cristo (…) Io come capo della chiesa non posso dirle altra cosa. Gli Ebrei non hanno riconosciuto nostro Signore, perciò non possiamo riconoscere il popolo ebreo» scrive Herzl nei suoi diari.
Facciamo un salto temporale: 110 anni dopo, vediamo le immagini, girate durante il suo viaggio in Terra Santa, di papa Bergoglio, accompagnato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu (quello oggi definito «macellaio» e «genocida») mentre si reca a rendere omaggio alla tomba di Herzl. Nemmeno un rabbino: un «laico» etnonazionalista ebreo che, peraltro, si era rifiutato di baciare la mano del santo papa predecessore ed inginocchiarsi, come da protocollo vaticano.
Il mondo è rovesciato. Il mondo è stato rovesciato. Sì.
La chiesa post-conciliare quindi lavora per il sacrificio della giovenca rossa?
La Roma infiltrata dal Male vuole la manifestazione dell’anticristo, per poterlo adorare ed intronare?
Domande che vale la pena di farsi, nelle ore in cui lo spettro di una guerra atomica si fa sempre più concreto – ecco il vero sacrificio a cui mira il Male, ecco il vero Olocausto.
La cancellazione dell’umanità, l’annientamento dell’Imago Dei: stiamo parlando, davvero, di questo.
Roberto Dal Bosco
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Eutanasia
La «Costituzione materiale» dell’Italia umanoide, tra eutanasia e gender di Stato
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Pensiero
«Femminicidio in una chiesa sconsacrata»: ecco la pista satanico-patriarcale
Un nuovo enigmatico caso di cronaca nera scuote la Valle d’Aosta.
Una giovane è stata trovata morta venerdì pomeriggio in una vecchia chiesetta abbandonata del borgo deserto di Equilivaz, tra Aosta e Courmayeur. La ragazza è stata uccisa con due ferite, una delle quali molto profonda, alla gola. Alcuni giornali parlano anche di ferite all’addome. La procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio, riporta l’agenzia ANSA.
Secondo quanto riportato, la vittima è stata descritta da chi ha esaminato il corpo come una giovane molto giovane, probabilmente intorno ai 20 anni o forse anche meno, e probabilmente straniera. Presentava un piercing all’ombelico.
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Intorno al luogo del ritrovamento, oltre ad alcuni marshmallow (popolari cilindriche caramelle gommose fatte di zucchero e grasso animale), sono state rinvenute cartacce e altri rifiuti. Le forze dell’ordine hanno sequestrato diversi oggetti dall’ex chiesetta, tra cui una grande pietra con diverse macchie di sangue.
Ieri ancora si diceva che la giovane morta non è stata ancora identificata. Chi l’ha uccisa ha deliberatamente rimosso il suo cellulare, portafoglio e documenti, forse per ostacolare il processo di identificazione. Si sospetta che la ragazza non fosse italiana a causa del suo abbigliamento. Voci che hanno raggiunto la stampa parlando di una francese di 29 anni, vista con il suo compagno italiano su un furgone bordeaux, tuttavia altri sosterrebbero che il corpo sia di una ragazza molto più giovane.
Il corpo sarebbe stato trovato in un angolo buio della chiesetta sconsacrata, tra mura che cascano e uno squarcio nella parete. All’interno e all’esterno del rudere, erano sparsi diversi alimenti e si trovavano ulteriori tracce di sangue.
L’ex villaggio di Equilivaz è un luogo insolito e poco frequentato, conosciuto solo da pochi. Per raggiungerlo, è necessario camminare per una decina di minuti attraverso rovi e boscaglia, poiché il percorso è al di fuori dei circuiti turistici.
Con tutti questi elementi, non poteva non saltare fuori la «pista satanica», che in genere attira subito i giornalisti per poi essere abbandonata poco dopo.
«Tra le tante ipotesi c’è anche quella di un rito satanico, visto il luogo del ritrovamento» scrive l’articolo di Repubblica, che poi però nasconde la mano, scrivendo che tuttavia «al momento sembra poco probabile».
Tuttavia è Il Tempo che fa uscire il titolo giornalisticamente più interessante: «mistero sul femminicidio in una chiesa sconsacrata». La crasi è riuscita perfettamente. C’è il femminicidio – concetto giuridicamente inesistente ma celebrato da media-event congiunti di Stato e Chiesa, nuovo dogma civico del quale devono essere informati anche i nostri bambini piccoli a scuola per circolare di Valditara, – ma c’è pure la pista oscura, che certo attira l’attenzione, almeno fino a quando per qualche ragione i giornalisti smettono di parlarne (come nel caso dei feti nei barattoli, o in quello del mostro di Firenze, e in tanti altri).
Quindi: alla pista satanica ora si aggiungerà la pista patriarcale?
Oppure si procederà davvero con una nuova creazione fusionale, quella della pista diabolico-patriarcale?
I giornali cominceranno a parlarci di patriarcato satanico?
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Possibile che andiamo incontro ad un déjà vu rispetto al caso veneto di qualche mese fa, quello finito con la morte di una ragazza, tracce di sangue che non si capiscono bene, e il presunto assassino che in carcere chiede psicofarmaci.
La Stampa di Torino avrebbe trovato nell’edizione appena pubblicata una sorta di supertestimone che non parla di furgoncini, ma due giovani che «camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri».
«Ho pensato anche un’altra cosa, per cui adesso provo molta vergogna: lei era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo quello che è successo (…) Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne». I due avrebbero avuto «abiti neri, da dark. Ci ho pensato quando, due giorni dopo, ha nevicato. Mi sono chiesto: chissà quei due».
«Ha sempre parlato lui» continua il testimone de La Stampa, che avrebbe già parlato con i carabinieri. «Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, tutt’altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droga. Con me è stato gentile. Io non credo che l’abbia uccisa».
Insomma, c’è ancora molto lavoro da fare per capire cosa è accaduto. Tuttavia, una domanda sorge imperiosa: la categoria di «patriarcato satanico» – nuova di zecca – potrebbe applicarsi anche un adolescente dark?
Lo scopriremo, con probabilità, a breve.
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Immagine screenshot da YouTube
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