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Elon Musk: Soros sta distruggendo il tessuto della Civiltà

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George Soros sta effettivamente cercando di smantellare la società e la civiltà tutta: lo ha affermato apertis verbis Elon Musk durante il popolarissimo podcast di Joe Rogan.

 

Musk ha spiegato che la capacità di Soros è quella di vedere possibilità dove gli altri non le vedono, come ha dimostrato con l’attacco alla sterlina (e, aggiungiamo noi, alla lira italiana…), effettuato in un ambito, quello del trading delle valute, che Musk ritiene difficile.

 

Secondo Musk, Soros avrebbe quindi compreso che non è necessario cambiare le leggi, basta non applicarle, o applicarle in mondo diverso. Per questo Soros ha finanziato le campagne elettorali di procuratori distrettuali (cioè magistrati che in USA sono eletti dal popolo e che dirigono le azioni penali contro determinati crimini) responsabili del collasso di tante città americane rette dai democratici.

 

«Soros si è reso conto che in realtà non è necessario cambiare le leggi; devi solo cambiare il modo in cui vengono applicate. Se nessuno sceglie di far rispettare la legge o le leggi vengono applicate in modo differenziato, è come cambiare le leggi», ha dichiarato Musk.

 

Le città menzionate da Musk hanno visto, negli ultimi anni, un aumento significativo del tasso di criminalità, che molti hanno attribuito all’elezione di procuratori distrettuali progressisti come Chesa Boudin di San Francisco. L’anno scorso, Boudin è stato destituito in un’elezione di revoca dopo essere stato accusato di essere troppo tenero con i criminali.

 

Musk ha fatto l’esempio di San Francisco, ormai ridotta ad uno scenario di «apocalisse zombie», proprio nella zona (Market Street) dove ha sede Twitter. Per Musk ciò è effetto diretto delle elezione dei procuratori distrettuali finanziati da Soros, il quale, ha osservato il patron di Tesla, ha visto anche qui un affare: investire su un candidato presidenziale costa tantissimo, investire sulla campagna di un candidato governatore o senatore pure; costa molto meno una campagna per i District Attorney, la cui azione, peraltro, ad un impatto più immediato e concreto nella società, senza attendere i tempi del cambio delle leggi, visto che essi ne presiedono direttamente all’applicazione. Un caso, che possiamo citare, è la scelta del procuratore di San Francisco quello di non perseguire penalmente chi ruba in un negozio beni per un valore minore di 900 dollari.

 

«Sta facendo cose che erodono il tessuto della civiltà», ha detto Musk, sottolineando che l’attuale illegalità che affligge città americane come San Francisco e Los Angeles è il risultato del sostegno di Soros ai procuratori distrettuali progressisti che «si rifiutano di perseguire il crimine». Musk ha osservato che il miliardario di origine magiara «sta spingendo queste cose anche in altri Paesi».

 

Come scrive RT, all’inizio di questo mese, l’ufficio del procuratore generale russo ha designato l’Università dell’Europa Centrale, finanziata da Soros, come «indesiderabile» per aver tentato di «screditare» la leadership politica russa e distorcere la storia.

 

La «cosiddetta organizzazione internazionale non governativa educativa» conduce diversi programmi che «svalutano e distorcono deliberatamente la storia dello Stato russo, minimizzano i meriti di eminenti scienziati, scrittori e figure culturali russe e promuovono affermazioni pseudo-scientifiche secondo cui la Russia è responsabile di tutti i cataclismi mondiali, il che chiaramente non è vero», ha affermato in una nota la Procura generale.

 

Anche altre ONG affiliate a Soros sono state bandite come organizzazioni «indesiderabili» in Russia, che ha ripetutamente accusato il finanziere di cercare di intromettersi nei suoi affari interni.

 

Come riportato da Renovatio 21, a settembre, davanti alla catastrofe migratoria di Lampedusa, Musk ha accusato George Soros di volere «la distruzione della civiltà occidentale».

 

Ad agosto, Musk aveva detto che denuncerà le ONG sostenute da Soros per i loro presunti tentativi di sopprimere la libertà di parola.

 

Musk era stato accusato di antisemitismo per aver detto che Soros gli ricordava il cattivo dei fumetti degli X-Men Magneto, perché, scrisse Elon, il grande donatore del Partito Democratico USA (e di qualche partito anche in Italia, parrebbe) in realtà «odia l’umanità». Nelle storie Marvel, Magneto è un ebreo sopravvissuto all’olocausto che, in effetti, odia l’umanità: ma poco è bastato che si scatenasse una tempesta di accuse di antisemitismo.

 

A maggio il fondo finanziario di Soros aveva liquidato la sua partecipazione in Tesla, che ammontavano tuttavia a «soli» 16 milioni, una cifra praticamente insignificante rispetto agli attuali 644,43 miliardi di dollari di capitalizzazione dell’azienda di auto elettriche.

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Immagine di Niccolò Caranti via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

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I miliardari stanno costruendo trappole per i poveri fuori dai loro bunker apocalittici

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Gli oligarchi mondiali starebbe costruendo trappole bizzarre quanto mortali per tenere lontani i poveri mortati per tenere dai loro lussuosi bunker costruiti in caso di fine del mondo. Lo scrive The Hollywood Reporter.   Uno di tali rifugi antiapocalittici è stato commissionato, ad esempio, dal miliardario e CEO di Meta, Mark Zuckerberg, che si sta costruendo un bunker sotterraneo da 100 milioni di dollari.   Il giovane ultramiliardario cofondatore di Facebook ha iniziato a lavorare su un complesso familiare alle Hawaii che includerà un bunker sotterraneo di 500 metri quadrati con una botola di fuga e un tunnel che porta a due palazzi comunicanti.

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Secondo gli appaltatori di bunker simili, lo Zuckerberg non è certo solo, con gli affari dei costruttori di sotterranei per l’Armageddon che vanno a gonfie vele, scrive Futurism.   «È diventato davvero affollato e sembra che il telefono non abbia smesso di squillare; la terza guerra mondiale sembra in arrivo», ha detto all‘Hollywood Reporter il CEO di una società specializzata con sede in Texas, che vende bunker prefabbricati da 400.000 dollari.   La notizia del bunker di Zuckerberg, ha aggiunto, «ha causato una frenesia di acquisti», sostenendo che la sua azienda sta attualmente lavorando con due suoi clienti miliardari.   Il presidente e fondatore della società Strategically Armored & Fortified Environments, ha parlato alla testata losangelena di uno dei rifugi più ambiziosi della sua azienda, una vera e propria fortezza accessibile solo tramite un ponte mobile: l’intero complesso è circondato da un enorme fossato pieno di liquido infiammabile «che può trasformarsi in un anello di fuoco» qualora il proprietario lo desiderasse.   Inoltre ci sono anche potenti cannoni ad acqua «che possono abbattere paracadutisti, elicotteri Apache, qualsiasi cosa ti si pari davanti a 500 piedi di altezza», ha aggiunto il Corbi. Come se non bastasse, ci sono lanciafiamme, muri di acciaio di chiusura e un sistema di gas. E tanto per non sprecare nulla, la terra scavata per costruire il fossato è stata usata per formare una montagna artificiale come fortificazione aggiuntiva.   Altri clienti desiderano che le loro ville abbiano porte all’avanguardia e corridoi nascosti. Un ingegnere di una società chiamata Creative Home Engineering ha raccontato al giornale di una tenuta decisamente in stile cattivo di James Bond che presentava un camino girevole come ingresso segreto per una tana sotterranea. Una volta percorsa la gigantesca scalinata a cui conduce, si può raggiungere un enorme garage per veicoli, una cabina telefonica che consente di sparire e un simulatore di volo. Altrove, c’è anche una sala di sicurezza dedicata e addirittura una vasca per gli squali.   Sempre secondo il Corbi, molti clienti amano creare tunnel che portino a un altro rifugio di riserva come precauzione. E per sopravvivere a lungo, alcuni installano persino mini-centri medici dotati di tavoli operatori e «ogni farmaco immaginabile».   Detto questo, questo tipo di preparazione apocalittica da parte di persone ricche non è una novità, ma la paranoia che la alimenta potrebbe esserlo.   «La novità è che si sta passando dall’idea di un ka-boom nucleare alla protezione contro le minacce locali», ha spiegato sempre Corbi a THR. «La vera minaccia è la rete elettrica… In situazioni come questa, sostenere la propria vita è importante quanto il cibo e l’acqua».   Come riportato da Renovatio 21, un ex silo per missili balistici intercontinentali in Kansas definito come «Fortezza sotterranea a prova di zombi» è stato messo in vendita sul principale sito immobiliare statunitense Zillow per 749 mila dollari.

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«Benvenuti nel paradiso dei prepper! Immerso in 23 acri di terra appartata, questo raro gioiello offre un’opportunità straordinaria di possedere il vostro silo Atlas E. Missile, completo di base missilistica nucleare e bunker», si legge nell’annuncio su Zillow, sito per la ricerca di immobili USA.   Zuckerberg non è l’unico giovane ultramiliardario di tendenza Partito Democratico interessato ai bunker apocalittici. Un promemoria di una causa intentata contro l’ex CEO del colosso crypto Sam Bankman-Fried – che secondo quanto emerso era un immenso schema fraudolento –suggerirebbe che Bankman-Fried e suo fratello Gabriel avessero persino discusso dell’acquisto di una piccola nazione insulare chiamata Nauru, in Micronesia, per costruirvi un bunker.   Sempre da ricordare anche il Global Seed Vault alle isole Svalbard, la strana «arca della biodiversità» botanica, che a inizio anno aveva ricevuto un nuovo lotto di semi, nonché le preghiere del papa Bergoglio.

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Magnate gay della moda accusato di traffico sessuale

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Mike Jefferies, ex CEO del colosso americano della moda Abercrombie & Fitch, è stato arrestato negli Stati Uniti con l’accusa federale di traffico sessuale. Il magnate della moda è sospettato di aver drogato e sfruttato sessualmente uomini vulnerabili.

 

Jeffries, il suo compagno Matthew Smith e il loro dipendente James Jacobson sono stati arrestati martedì in un caso che coinvolge 15 accusatori anonimi.

 

Mentre Jeffries e Jacobson sono stati rilasciati rispettivamente su cauzione da 10 milioni e 500.000 dollari, Smith, che possiede la doppia cittadinanza statunitense e britannica, rimane in custodia.

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Secondo un atto d’accusa citato dalla stampa, per quasi 20 anni gli imputati avevano adescato giovani uomini in festini a base di sesso forzato, promettendo loro una carriera da modelli per il rivenditore.

 

Le vittime sarebbero state pagate per accompagnare Jeffries e Smith in diverse località di Nuova York, così come nel Regno Unito, in Francia, in Italia, in Marocco e a St. Barts tra il 2008 e il 2015, dove sarebbero state presumibilmente costrette a partecipare a feste a base di sesso della durata di ore. I procuratori affermano di credere che le presunte vittime, alcune delle quali all’epoca avevano appena 19 anni, non fossero state informate in anticipo che avrebbero dovuto compiere pratiche sessuali.

 

Il procuratore statunitense Breon Peace ha dichiarato in una conferenza stampa che i pubblici ministeri hanno «molte prove» a sostegno del caso, tra cui registri di viaggio, documenti finanziari e testimonianze di accusatori e testimoni.

 

Gli avvocati che rappresentano Jeffries hanno detto ai giornalisti che il loro cliente «nega fermamente» le accuse.

 

Come riportato da Renovatio 21, il caso contro l’ex AD del celebre marchio Abercrombie era iniziato ancora un anno fa.

 

Jeffries fu assunto come amministratore delegato nel 1992 per risollevare il marchio allora moribondo dalle ceneri della bancarotta da Leslie Wexner, fondatore di The Limited ed ex proprietario del marchio di moda intima Victoria’s Secret, che aveva acquistato Abercrombie quattro anni prima.

 

Wexner, vale la pena di ricordare, era l’unico cliente noto di consulenza finanziaria del defunto pedofilo Jeffrey Epstein, a cui cedette per una cifra piuttosto bassa la sua magione di Nuova York. Uno degli avvocati coinvolti in questa causa, Brad Edwards, ha rappresentato oltre 70 delle ragazze trafficate da Epstein.

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Secondo quanto riportato, il Wexner avrebbe agito come mentore di Jeffries mentre l’amministratore delegato trasformava l’azienda in un centro di tendenza per adolescenti. «Nel 1992, Mike Jefferies divenne presidente» scrive un articolo sul sesso nella pubblicità dell’ente radiotelevisivo di Stato canadese CBC risalente al 2012. «Jefferies aveva una visione per A&F e voleva attirare il mercato americano degli adolescenti. Voleva che i negozi «sfrigolassero di sesso».

 

Epstein, quindi, è tutto meno che un caso isolato…

 

Tra gli ultimi casi c’è quello dell’icona rap Sean Combs detto Diddy (già noto negli anni Novanta come Puff Daddy), che il mese scorso è stato accusato di traffico sessuale, associazione a delinquere e trasporto per prostituzione. Combs avrebbe attirato donne vulnerabili in orge alimentate dalla droga, promettendo loro sostegno finanziario o di carriera. Secondo i documenti del tribunale, le vittime sarebbero state poi costrette ad avere rapporti sessuali con prostituti maschi, con l’intero processo filmato.

 

Come riportato da Renovatio 21, è trapelato alla stampa che nella rete del Diddy sarebbero finiti «politici» e «principi». Tre settimane fa è emerso che vi sarebbero almeno 120 nuove accuse di molestie sessuali, anche con soggetti all’epoca minorenni, dove l’avvocato che accusa sostiene il coinvolgimento anche di figure di potenti di banche e Big Pharma.

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Immagine di Rowanswiki via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
 

 

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Bill Gates ha donato 50 milioni di dollari alla campagna della Harris

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Dopo decenni trascorsi ai margini della politica, Bill Gates, una delle persone più ricche del mondo, ha dichiarato in privato di aver recentemente donato circa 50 milioni di dollari a un’organizzazione no-profit che sostiene la corsa alla presidenza della vicepresidente Kamala Harris. Lo riporta il New York Times, che avrebbe tre fonti informate sulla questione   La donazione avrebbe dovuto restare segreta. Il Gates non ha pubblicamente sostenuto la Harris, e la sua donazione rappresenterebbe un cambiamento significativo nella strategia che in precedenza lo aveva tenuto lontano da doni come questo.   Nelle telefonate private di quest’anno ad amici e altre persone, il Gates ha espresso preoccupazione su come potrebbe apparire una seconda presidenza di Donald Trump, secondo una persona informata sul pensiero del Gates, sebbene abbia sottolineato che potrebbe lavorare con entrambi i candidati.

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Il Gates non ha un rapporto profondo con la Harris, ma ha celebrato il lavoro dell’amministrazione Biden-Harris sul cambiamento climatico.   L’organizzazione filantropica del Gates, la Bill & Melinda Gates Foundation, è significativamente preoccupata per i potenziali tagli alla «pianificazione famigliare» – cioè all’aborto: il padre di Gates era nel board della multinazionale abortista Planned Parenthood – e ai programmi di salute globale se Trump venisse eletto, secondo due persone vicine alla fondazione.   Come riportato da Renovatio 21, nel 2021 la Fondazione Gates ha donato 2,1 miliardi a enti che portavano avanti nel mondo aborto e contraccezione. Cinque mesi fa Melinda Gates, ora divorziata dal Bill, ha donato 1 miliardo di dollari a femministe e abortisti.   Gates ha detto di aver fatto la sua donazione a Future Forward, il principale gruppo di raccolta fondi esterno a sostegno della Harris, secondo le persone informate sulla questione.   Il Gates ha parlato della sua donazione pro-Harris con i suoi pari, tra cui Mike Bloomberg, ex sindaco di Nuova York e importante sostenitore di Future Forward che ha preso in considerazione una donazione di dimensioni simili, hanno detto due delle persone informate.   La donazione del Gates è andata specificatamente al ramo non-profit di Future Forward, Future Forward USA Action, che come organizzazione «dark money» 501(c)(4) non rivela i suoi donatori, secondo le fonti del quotidiano di Nuova York, che scrive che «quindi, qualsiasi contributo del Gates non apparirà mai in nessun deposito pubblico».   In una dichiarazione raccolta dal NYT, il Gates non ha affrontato esplicitamente la questione della donazione né ha offerto un sostegno alla Harris nella corsa, sottolineando il suo bipartitismo, ma dicendo pure «queste elezioni sono diverse».   «Supporto i candidati che dimostrano un chiaro impegno nel migliorare l’assistenza sanitaria, ridurre la povertà e combattere il cambiamento climatico negli Stati Uniti e nel mondo», ha detto al giornale neoeboraceno. «Ho una lunga storia di collaborazione con leader di tutto lo spettro politico, ma questa elezione è diversa, con un significato senza precedenti per gli americani e le persone più vulnerabili in tutto il mondo».   Un portavoce di Michael Bloomberg ha rifiutato di commentare al quotidiano.   Come riportato da Renovatio 21, il Bloomberg ha, come Gates, una lunga storia di supporto alla Cultura della Morte. Negli ultimi anni il miliardario ex primo cittadino neoeboraceno entra entrato a far parte del comitato per l’Innovazione del Pentagono.   Il Bloomberg e il Gates sono amici di lunga data che hanno stretto un legame sulla filantropia e sui problemi di salute pubblica e cambiamento climatico. Il Gates, con un patrimonio netto stimato di 162 miliardi di dollari, è stato a lungo incoraggiato dagli amici e dai donatori democratici a impegnarsi per battere Trump, ma ha sempre resistito, secondo due persone a conoscenza delle attività del Gates.   «Ho scelto di non partecipare a grandi donazioni politiche», aveva detto Gates alla fine del 2019. «Ci sono momenti in cui potrebbe sembrare allettante farlo, e ci sono altre persone che scelgono di farlo, ma io semplicemente non voglio afferrare quel gigantesco megafono».   «Il coinvolgimento del Gates sorprende i dirigenti di lunga data della Gates Foundation» continua il NYT. «Il miliardario ha detto a un intervistatore dopo l’ingresso della Harris nella corsa presidenziale quest’estate che “si potrebbe essere in grado di prevedere” chi avrebbe sostenuto alle elezioni, ma che non era “un influencer politico”. Non dico agli altri come votare perché sono così associato alla fondazione che lavora con qualsiasi amministrazione. Penso che sia fantastico avere qualcuno che è più giovane e che può pensare a cose come l’intelligenza artificiale e a come modellarla nel modo giusto».   Due dei figli del Gates, Rory e Phoebe Gates, sono diventati donatori del Partito Democrato USA e hanno avuto un ruolo chiave nell’incoraggiare i genitori a prendere più seriamente le donazioni alla politica, affermano tre persone informate sulla questione. Entrambi i figli hanno tra i 20 e i 25 anni e i milioni di dollari che insieme contribuiscono provengono in gran parte dai genitori.   In questo ciclo la Melinda s si è anche dedicata alla donazione politica, staccando anche un assegno all’organizzazione non-profit Future Forward.

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Secondo il New York Times, Future Forward è stata la punta di lancia del bombardamento pubblicitario contro il Trump questo autunno. La donazione del Gates potrebbe, anche a fine campagna elettorale, aiutare a finanziare gli annunci pubblicitari anti-Trump. Il ramo non-profit affronta alcune restrizioni sulla quantità di denaro che può spendere per messaggi esplicitamente anti-Trump, ma ha donato oltre 170 milioni di dollari al super PAC Future Forward, che non affronta tali restrizioni.   Donare a un gruppo di «dark money» offre una certa protezione: alcuni ricchi donatori che sostengono la Harris sono nervosi all’idea di essere identificati pubblicamente con la sua campagna per paura che Trump cerchi vendetta dopo novembre. Il Trump ha minacciato di andare contro i sostenitori della Harris, compresi i suoi maggiori donatori.   Il Gates è una delle persone più attentamente osservate nel mondo della filantropia, con una rete di ricchi donatori che lo rispettano molto. Molte di queste persone fanno parte della comunità Giving Pledge, un gruppo di miliardari organizzato da Bill e Melinda che promettono di donare almeno metà dei loro beni a cause benefiche.   Il Gates ha in programma di incontrare alcuni membri del gruppo Giving Pledge e altri filantropi incentrati sulla salute a Palm Springs, California, secondo due persone informate sul programma, all’inizio di dicembre, subito dopo le elezioni.   Come riportato da Renovatio 21, riguardo al supporto degli oligarchi miliardari alla Harris, Elon Musk ha una teoria cristallina: essi sono «terrorizzati» dall’idea che la lista Epstein diventi pubblica, come ha promesso Donald Trump in caso di sua vittoria elettorale.   La bizzarra amicizia tra Gates ed Epstein emerse grazie ad un exposé del New York Times e riemerse con il divorzio dei Gates, ha suggerito la risposta alla domanda che nemmeno il giornalista più coraggioso ha provato a rivolgere al primo donatore mondiale dell’OMS: cosa univa in realtà, nel profondo, Epstein e Gates? Nessuno dei due aveva bisogno di danaro. Né di donne, riteniamo. E quindi?   La risposta che abbiamo provato a dare è: l’eugenetica.   Epstein era una sorta di transumanista apocalittico: aveva avuto l’idea di mettere il suo seme «superiore» e quello di geni accademici nel grembo delle ragazzine che sfruttava. Da lì si sarebbe potuto ripopolare il pianeta con una razza eletta di superuomini cervelloni. «È possibile che Gates vedesse in Epstein – con le sue isole, i suoi ranch, i suoi progetti di fanciulle ingravidate con il seme suo e di supergeni scienziati – qualcuno che comprendesse la sua visione del mondo e la sua rara capacità di renderla reale?» si chiedeva Renovatio 21 un anno fa.   L’argomento dell’eugenetica era discusso apertamente da Bill e la moglie Melinda dentro e fuori della loro Fondazione; era il tema preferito prima di quello delle Pandemie e dei vaccini, che del controllo della popolazione è diretta conseguenza.   Renovatio 21 ha altresì riportato di altre cene che in quegli anni Gates faceva con i Soros, i Rockefeller, i Buffet, etc. L’argomento, trapelò, era proprio quello: il controllo della popolazione mondiale, la sua riduzione.

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È emerso in questo periodo anche che Epstein potrebbe aver cercato di ricattare Gates parlando di un suo supposto rapporto con una giocatrice di bridge russa, Mila Antonova, presentagli nel 2010 da uno dei consiglieri di Gates all’epoca, Boris Nikolic, poi enigmaticamente reso esecutore testamentario di riserva di Epstein, rivelazione avuta solo dopo l’impiccagione del miliardario pedofilo.   Rimane a futura la memoria la reazione che ebbe quando fu intervistato sul suo rapporto con Epstein due anni fa.     Come riportato da Renovatio 21, qualcuno sospetta che un un incontro del 2013 tra Gates ed Epstein ha contribuito a creare progetti di vaccinazione globale a lungo termine.

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