Armi biologiche
C’è stato un Golpe. Ma a chi importa ormai?
Negli ultimi tempi si è parlato molto di un alto papavero dell’esercito americano, il generale Mark A. Mulley. Egli ricopre tutt’ora il ruolo di Capo dello stato maggiore congiunto, l’ufficiale di rango più elevato delle forze armate statunitense.
Milley è conosciuto per aver espresso di recente commenti sulla «white rage»: ritiene che un problema fondamentale del Paese sia la rabbia dei bianchi. Dice che sta studiando la materia. L’esercito intanto adotta come letture per i soldati manuali di Critical Race Theory, l’idea per cui ogni singola cosa accada in America sia frutto di un «razzismo sistemico» che dura da almeno 400 anni.
Poche settimane fa, all’indomani dell’uccisione di 13 militari americani all’Aeroporto di Kabul, fece una conferenza stampa per dire che gli USA avevano reagito: grazie a una «solida intelligence», un drone aveva disintegrato un furgoncino carico di terroristi dell’ISIS-K che stavano per entrare in azione. L’azione sembrò subito sospetta. Il New York Times ora conferma che a morire è stata un’intera famiglia, tra cui vari bambini.
Ora di Milley si parla con ancora più insistenza. Bob Woodward, il decano dei giornalisti (l’uomo che con la sua fonte Gola profonda innescò lo scandalo Watergate e la conseguente caduta di Nixon) ha mandato in stampa un paio di racconti incredibili.
Secondo il libro Peril, sul finire della presidenza Trump, Milley disse ai suoi sottoposti di essere consultato personalmente su qualsiasi ordine di azione militare da parte del presidente, compreso l’uso di armi nucleari – un fatto che costituisce la rottura della catena di comando in violazione del principio del controllo civile sui militari.
Per qualche giorno, gli USA sono stati tecnicamente oggetto di un Colpo di Stato. Un Golpe militare di cui erano a conoscenza i vertici del Partito Democratico e delle varie agenzie di sicurezza: tutti tranne che il popolo. Un golpe segreto, nondimeno, realizzato
L’8 gennaio, Milley ha assicurato la presidente della Camera, la democratica californiana Nancy Pelosi, che «gli inneschi nucleari sono sicuri e non lo faremo – non permetteremo nulla di pazzo, illegale, immorale o non etico che accada».
Secondo quanto riferito, la Pelosi avrebbe poi detto a Milley: «È pazzo. Sai che è pazzo. È pazzo da molto tempo. Quindi non dire che non sai quale sia il suo stato d’animo… È pazzo e quello che ha fatto ieri è un’ulteriore prova della sua follia», ha aggiunto la Pelosi, riferendosi a Trump e all’assedio del Campidoglio.
«Signora Presidente, sono d’accordo con lei su tutto» avrebbe risposto Milley.
Il libro riporta inoltre che il 30 ottobre 2020, quattro giorni prima del giorno delle elezioni presidenziali statunitensi, Milley chiamò il suo omologo in Cina, il generale Li Zuocheng:
«Voglio assicurarvi che il governo americano è stabile e che tutto è andrà tutto bene… Non attaccheremo o condurremo nessuna operazione cinetica contro di voi». «Operazione cinetica» significa attacco militare con armi fisiche.
«Se vogliamo attaccare, vi chiamerò prima, non sarà una sorpresa». Gli autori scrivono che il generale Milley ha chiamato di nuovo il generale cinese nel gennaio 2021, due giorni dopo l’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 2021.
Si tratta di rivelazioni a dir poco sbalorditive.
Il generale Milley, sostiene qualche membro dell’ opposizione repubblicana (non tutti…) si è quindi reso responsabile di alto tradimento.
Quello di Milley, nel passato nel presente e nel futuro, è un tradimento con implicazioni immani
Il generaly Milley, quindi, andrebbe mandato dinanzi ad una Corte Marziale dell’esercito USA. La quale, all’articolo 94 dell’Uniform Code of Military Justice, prevede che l’ammutinamento e la sedizione siano puniti con la morte.
Avete letto bene: pena di morte per i militari traditori. Nientemeno. Il caso di Milley ci sembra esattamente questo. Per qualche giorno, gli USA sono stati tecnicamente oggetto di un Colpo di Stato. Un Golpe militare di cui erano a conoscenza i vertici del Partito Democratico e delle varie agenzie di sicurezza: tutti tranne che il popolo. Un golpe segreto, nondimeno, realizzato.
Non si tratta di un tradimento qualsiasi – ma di un tradimento «nucleare». Cioè, di un piano preciso di privare il presidente ancora in carica (anche se per poco) dell’arma di deterrenza assoluta di cui dispone il suo Paese – e il tutto, tramando con una potenza avversaria che parimenti dispone del fuoco termonucleare e che, come riportato da Renovatio 21, potrebbe di recente aver costruito nuovi siti di lancio di missili intercontinentali – la Cina.
La Cina, lo strano compagno di viaggio, o meglio, il padrone di tanta della sinistra progressista occidentale. La Cina a cui, con un tradimento non ancora raccontato o spiegato, le nostre élite hanno passato tutta la nostra capacità manifatturiera. La Cina a cui abbiamo svenduto aziende, la Cina per cui abbiamo svuotato interi comparti industriali, con la conseguente distruzione della classe media.
Tutto è l’opposto di ciò che credono i vostri occhi, e la vostra logica
Quella Cina che potrebbe in questi giorni innescare una guerra per Taiwan: lo temono in molti, le manovre dell’anglosfera sembrano puntare lì (a meno che sotto, non ci sia un accordo ancora più profondo di ritirata occidentale), dai sottomarini atomici che ora si vuole fornire all’Australia in giù. Gli stessi media australiani, in questi giorni, si stanno chiedendo seriamente quanto Canberra sia vicina alla guerra con Pechino – che, su un organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, ha definito l’Australia una gomma da masticare attaccata alla suola dello stivale cinese.
Quello di Milley, nel passato nel presente e nel futuro, è un tradimento con implicazioni immani.
Il problema qui, tuttavia, è un altro. Di tutto questo, a nessuno importa. Milley è salutato dai media americani tutti (con l’eccezione di Fox News e dei canali trumpiani OAN e Newsmax) come un salvatore della patria. Si sprecano i commentatori che dicono quanto abbia fatto bene, perché, come la Pelosi, definiscono Trump «pazzo» (nonostante vi sia un emendamento, il 25°, per rimuovere un presidente pazzo, ma i democratici non sono riusciti ad attivarlo).
A lui dobbiamo la salvezza planetaria. Milley non è un traditore: è un eroe.
Vi renderete conto che siamo dinanzi ad un mondo capovolto. Deve essere la «Umwertung aller Werte», quella «trasmutazione di tutti i valori» di cui parlava il sifilitico Nietzsche quando sognava il suo mondo dionisiaco ed invertito.
Tutto è l’opposto di ciò che credono i vostri occhi, e la vostra logica.
Giocare con la fine del mondo, e senza alcuna supervisione politica. Anzi: farlo partendo proprio dalla sottrazione del potere da funzionari eletti dal popolo
Il rivale geopolitico non va considerato come avversario, anzi va protetto. Gli immigrati hanno più diritti dei cittadini, possono infrangere la legge sull’immigrazione e pure la regolamentazione anti-COVID: possono entrare nel Paese senza test e senza vaccini, a differenza di voi che se ne siete sprovvisti non potete nemmeno entrare al bar per fare la pipì.
E poi, l’inversione suprema, quella della «libertà». La vera libertà, ripetono anche i leader di partiti italiani, la ottiene se ti inserisci in un sistema di sorveglianza bio-informatica. «Libertà» è essere obbligati ad una terapia genica, pena la perdita non solo dei propri diritti ma anche del proprio lavoro, cioè del cibo per la propria famiglia. Il «bispensiero» teorizzato nel romanzo di Orwell è roba da educande.
Quindi, sì, vero: il generale Milley è un eroe del nostro tempo. E non è l’unico.
Il suo caso ricorda da vicino quello di un altro generale coinvolto in affari cinesi e, potenzialmente, in armi pericolosissime: quello del dottor Anthony Fauci.
L’eterno, onnipotente zar dell’ente pubblico per le malattie infettive, già detestato dagli scienziati e odiato dai gay ai tempi dell’AIDS (dove fece un paio di manovre interessanti), ora è considerato da alcuni – come il senatore Rand Paul che glielo ha detto in faccia in commissione – il possibile «responsabile dell’intera pandemia».
Egli infatti, come sembra sempre più certo, ha passato milioni di euro del contribuente americano a ONG che lavoravano sull’ingegneria genetica dei coronavirus all’Istituto di virologia di Wuhan – un progetto che la stessa DARPA, l’ente scientifico di ricerca del Pentagono, aveva scartato come troppo rischioso.
Avevate bisogno di altre prove della fine pragmatica della democrazia?
Eppure, anche di Fauci – oramai considerato perfino colpevole di aver mentito davanti al Congresso, pena che dovrebbe costargli 5 anni di gabbio – nessuno si cura. Anzi. Fauci è un eroe.
Abbiamo avuto testimonianze, nei mesi della pandemia, di cose grottesche: il giardino delle case private degli elettori democrat esponevano cartelli con su scritto «Grazie Fauci per difenderci dalla pandemia». Era quando Fauci, smentendo se stesso e pure quello che diceva in email private ora emerse, raccomandava mascherine e lockdown draconiani. C’era ancora Trump, quindi, come gli ubriachi con i lampioni, l’onesto cittadino progressista si aggrappava all’unico uomo che gli teneva testa, il virologo che tutti gli anni dava notizie sull’andamento stagionale dell’influenza (lo chiamavano, allora, «doctor flu»).
Si trattava, invero, di un altro effetto collaterale della TDS, ovvero la «Trump Derangement Syndrome», sindrome da disturbo-Trump. Non possiamo dire di non conoscerla, qui in Italia – l’abbiamo avuta per due decenni, solo che invece che il costruttore TV della Trump Tower abbiamo avuto il costruttore TV di Milano 2. La dinamica di odio cieco, e controproducente fino al masochismo, la conosciamo bene: alimentata dai media degli avversari finanziari e personali di Berlusconi, possiamo dire che essa ha creato l’assetto parlamentare dell’ora presente. Il fenomeno dei 5S, senza le decadi di delegittimazione mediatico-popolare di Berlusconi (certo, unito all’incapacità totale del PD di costruire un’alternativa credibile), non sarebbe esistito.
Quindi: Fauci e Milley sono eroi.
Non è un caso che, arrivato un premier «tecnico» (cioè, ancora meno eletto di quello precedente) la responsabilità della campagna vaccinale italiana sia subito passata ai soldati
Entrambi hanno trafficato con sicumera con le cose più delicate e devastanti al mondo, le armi atomiche e quelle biologiche. Queste ultime, come abbiamo visto, ancora più pericolose delle prime. E se diciamo proprio «armi biologiche» è perché siamo convinti che a quei livelli di biosicurezza le innocenti ricerche non esistono: ogni ricerca su un patogeno distruttivo è dual use, puoi farci un vaccino ma anche un’arma (guardate il film Virus Letale: è spiegato bene, è il centro di tutta la storia). E sappiamo per certo che l’esercito cinese lavorasse anche lì…
Giocare con la fine del mondo, e senza alcuna supervisione politica. Anzi: farlo partendo proprio dalla sottrazione del potere da funzionari eletti dal popolo.
Avevate bisogno di altre prove della fine pragmatica della democrazia?
Avete notato come improvvisamente quando si parla di militari al potere ora non venga più in mente Pinochet, ma anzi, i giornali dell’Oligarcato arrivano ad invocare un mezzo golpe dei colonnelli?
Non è un caso che, arrivato un premier «tecnico» (cioè, ancora meno eletto di quello precedente) la responsabilità della campagna vaccinale italiana sia subito passata ai soldati.
Tenete bene a mente: nel mondo invertito, voi non valete niente.
Il generale a capo della siringa nazionale si lascia scappare una gaffe, parla di inoculo di «decine di milioni di dosi senza saperne esattamente l’esito»: dice cioè, la verità – certo, forse senza rendersi bene conto. Invece che ricordare il Codice di Norimberga, giornali e popolo progressista applaudono. Anche qui, un generale eroe. Celo anche noi.
Ma anche questo: che importanza ha?
Tenete bene a mente: nel mondo invertito, voi non valete niente.
La vostra Costituzione, non vale niente.
La nuova forma di cittadinanza politica nel mondo degli eroi invertiti è una sola: la sottomissione
I vostri diritti umani, non esistono.
La vostra opinione, è nulla.
Il vostro voto, non ha valore.
Le vostre parole, vengono cancellate.
La vostra religione, non conta nulla.
I vostri figli, non sono vostri.
Il vostro corpo, non è vostro.
C’è stato un Golpe. L’obbiettivo non erano i palazzi dei governi. Erano i vostri corpi e le vostre menti.
La nuova forma di cittadinanza politica nel mondo degli eroi invertiti è una sola: la sottomissione.
Lo ripetiamo, nel caso qualcuno di voi non abbia capito a cosa serve il COVID. Allineatevi. Sottomettetevi.
Tra menzogne, bombe atomiche e armi biologiche, si sta aprendo una nuova era di schiavitù. E non pensate di poter scappare.
C’è stato un Golpe. L’obbiettivo non erano i palazzi dei governi, ma i vostri corpi e le vostre menti.
Ma a chi importa, oramai?
Roberto Dal Bosco
Armi biologiche
Lo spionaggio USA avrebbe nascosto a Biden le prove della fuga dal laboratorio di Wuhano
I funzionari dell’Intelligence statunitense avrebbero «messo a tacere» i ricercatori che hanno trovato prove che la pandemia di Covid-19 fosse il risultato di una fuga di notizie da un laboratorio cinese, ha riferito giovedì il New York Post, che cita fonti nell’apparato.
Secondo il quotidiano neoeboraceno, la loro analisi includeva «decine» di punti dati per supportare una versione di fuga di notizie in laboratorio, ma nessuno di questi è stato inserito nel rapporto del 2021 ordinato dal presidente Joe Biden, che affermava che il virus «probabilmente non era geneticamente modificato».
I ricercatori coinvolti che all’epoca lavoravano al National Center for Medical Intelligence, parte della Defense Intelligence Agency del Pentagono, incaricata di studiare le minacce delle armi biologiche e le malattie infettive hanno condotto uno studio scientifico sul COVID-19 e hanno concluso che il virus era stato molto probabilmente creato in laboratorio.
Secondo le loro scoperte, il virus conteneva una caratteristica biologica che ne consentiva una più facile trasmissione agli esseri umani, simile a una caratteristica descritta in uno studio cinese diversi anni fa. Hanno anche scoperto che un ricercatore militare cinese ha fatto domanda di brevetto per un vaccino contro il COVID-19 poche settimane dopo che il virus era stato sequenziato per la prima volta nel 2020, il che significava che doveva aver avuto la sequenza molto prima. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che gli scienziati del laboratorio di ricerca cinese sui coronavirus a Wuhan, la città in cui il COVID-19 è stato rilevato per la prima volta, avevano precedentemente lavorato con ricercatori statunitensi su virus che non avrebbero avuto tracce di manipolazione scientifica.
Tuttavia, i risultati schiaccianti sono stati trascurati nel rapporto sulle origini del COVID-19 preparato dal direttore dell’Intelligence nazionale, Avril Haines, che è stato presentato a Biden nell’agosto 2021. Ai ricercatori sarebbe stato anche proibito di condividere le loro scoperte, anche con il Congresso e l’FBI.
La Haines era stata vicedirettore della CIA dal 2013 al 2015 sotto Obama, e nel 2019 avrebbe partecipato alla simulazione pandemica «Event 201». La presenza della Haines all’evento (assieme a Bill Gates ed altri soggetti poi divenuti di estrema rilevanza nel contesto pandemico) è usata da Robert F. Kennedy jr., ora nominato come segretario della Salute, come prova del coinvolgimento della CIA nella questione COVID. Il Kennedy afferma inoltre che la CIA è coinvolta nel finanziamento del laboratorio di Wuhano.
Una fonte vicina alla questione ha detto al NY Post che «gli scienziati che avevano competenza in materia sono stati messi a tacer», aggiungendo che Biden e altri funzionari erano «completamente inconsapevoli» delle prove secondo cui il virus era probabilmente il risultato di una fuga del virus dal laboratorio.
Un precedente articolo del Wall Street Journal sosteneva che anche i funzionari dell’Intelligence statunitense avevano contribuito a escludere le conclusioni dell’FBI sulle origini del COVID-19 dal rapporto di Biden. L’FBI era l’unica agenzia statunitense all’epoca a concludere che la teoria della fuga dal laboratorio fosse probabile. Tuttavia, gli scienziati dell’FBI non erano stati invitati al briefing della Casa Bianca in cui a Biden era stato presentato il rapporto di Haines, e le loro conclusioni erano state trascurate.
All’inizio di questo mese, la sottocommissione speciale del Congresso degli Stati Uniti sulla pandemia di coronavirus ha pubblicato un rapporto di 520 pagine, concludendo anche che il COVID-19 è molto probabilmente emerso da un laboratorio a Wuhan. Il rapporto affermava che il governo cinese, le agenzie all’interno del governo degli Stati Uniti e i membri della comunità scientifica internazionale «hanno cercato di nascondere i fatti riguardanti le origini della pandemia».
Nel 2020, l’allora presidente Donald Trump affermò senza fornire prove che il virus proveniva da un laboratorio cinese. Pechino negò l’affermazione, definendola una tattica di rielezione volta a rafforzare la posizione di Trump tra gli elettori repubblicani.
L’anno seguente, durante la presidenza di Biden, il consigliere medico capo della Casa Bianca, il dottore Anthony Fauci, è stato messo sotto esame per la sua gestione delle origini della pandemia di COVID-19. I critici sostengono che abbia minimizzato la possibilità di una fuga dal laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhano, che ha ricevuto finanziamenti statunitensi per la ricerca sul coronavirus tramite sovvenzioni approvate dalla sua agenzia.
E-mail e udienze del Congresso hanno sollevato dubbi sul fatto che Fauci abbia cercato di sopprimere le discussioni sulla teoria della fuga di notizie per proteggere la collaborazione scientifica. Mentre Fauci ha costantemente negato qualsiasi insabbiamento, il dibattito ha alimentato le richieste di trasparenza sul coinvolgimento degli Stati Uniti in tale ricerca.
Come riportato da Renovatio 21, Fauci è stato accusato di spergiuro dal senatore Rand Paul che ormai da anni chiede un’investigazione sul dottore plenipotenziario della sanità COVID in America e, di riflesso, in tanta parte del mondo.
Sull’insabbiamento del disastro di Wuhano, e sul ruolo che ha avuto la CIA, Robert Kennedy ha scritto un denso libro intitolato The Wuhan Cover-Up: And the Terrifying Bioweapons Arms Race («L’insabbiamento di Wuhan e le terrificanti armi biologiche»).
Queste dichiarazioni rese da fonti anonime dell’Intelligence ad un giornale nazionale americano posso sembrare ad alcuni come una manovra da parte di Biden e clan annesso, a breve fuori dalle protezioni assicurate dal potere della Casa Bianca, di scampare ai procedimenti di giustizia che potrebbero abbattersi su Washington quando entrerà al comando Trump, con Kennedy messo esattamente a capo della questione sanitaria.
Come riportato da Renovatio 21, il figlio del presidente Hunter Biden era in qualche modo connesso alla questione dei biolaboratori in Ucraina, accusati di lavorare su agenti patogeni letali. In questi anni il generale Igor Kirillov, ucciso la settimana scorsa in un attentato a Mosca, ha sostenuto che gli USA in Ucraina producessero «componenti per armi biologiche». Mosca ha accusato Kiev di aver trovato patogeni mortali dell’influenza aviaria in un biolab ucraino.
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In passato alcuni hanno indagato su possibili connessioni tra i biolaboratori ucraini finanziati dagli USA e il COVID-19.
Uk sito britannico The Exposé ha notato la bizzarra coincidenza di documenti del governo degli Stati Uniti mostrerebbero che il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DOD) avrebbe assegnato un contratto il 12 novembre 2019 a Labyrinth Global Health INC. per la «ricerca COVID-19», almeno un mese prima della comparsa del nuovo coronavirus e tre mesi prima che fosse ufficialmente dato un nome al COVID-19.
Come riportato da Renovatio 21, per un’altra strana coincidenza profetica, il Congresso americano ha votato per l’approvazione dell’inserimento del mRNA nei vaccini il 17 dicembre 2019, poche settimane prima della pandemia COVID.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr.
Armi biologiche
Gli USA hanno stretto una partnership con la Cina per un progetto che coinvolge 500.000 virus: rischi per la biosicurezza
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I vantaggi
I documenti ottenuti dall’USAID e dal Dipartimento di Stato dimostrano l’entusiastico sostegno del GVP, nonché scorci delle preoccupazioni in materia di biosicurezza messe da parte per portare avanti il progetto. Nel 2017, una corrispondenza non classificata del Dipartimento di Stato proveniente dall’Ambasciata americana a Pechino ha fortemente sostenuto il GVP. «È incoraggiante che la Cina, insieme ad altri paesi, sia pronta a portare su scala globale quella che è iniziata come un’iniziativa guidata dagli Stati Uniti e una prova di fattibilità», secondo un cablogramma inviato nel settembre di quell’anno e firmato da Terry Branstad, ex ambasciatore degli Stati Uniti nella Repubblica Popolare Cinese. I funzionari americani consideravano la sanità pubblica un ambito fertile in cui collaborare. «[L’ambasciata di Pechino] è molto interessata a questo progetto perché è uno dei settori in cui Stati Uniti e Cina possono lavorare insieme senza troppi scontri politici», ha scritto Ping Chen, ex rappresentante del National Institute of Allergy and Infectious Diseases presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, in un’e-mail datata settembre 2017 e pubblicata la scorsa settimana dalla sottocommissione speciale della Camera degli Stati Uniti sulla pandemia di coronavirus. Altri documenti mostrano un forte sostegno al GVP all’interno dell’ambasciata statunitense a Pechino. Una mappa presentata da Daszak in un PowerPoint del febbraio 2017 mostra i piani per estendere un «progetto Virome guidato dalla Cina» in tutto il mondo: dal Kenya al Pakistan all’Indonesia, con l’aiuto degli Stati Uniti. I responsabili del progetto aspiravano a lavorare in Africa occidentale, Africa centrale, Asia sud-orientale e Asia meridionale, come mostrano note interne. Il Dipartimento di Stato e l’USAID hanno approvato il progetto anche per comprendere meglio il rischio di trasmissione di malattie infettive dagli animali agli esseri umani. EcoHealth aveva anche presentato il Global Virome Project come utile per prevenire la guerra biologica e gli incidenti di laboratorio. I documenti mostrano anche che i funzionari erano ansiosi di scoprire gli investimenti esteri della Cina nelle malattie infettive.Aiuta Renovatio 21
I rischi
Il cablogramma del 2017 riconosceva che i finanziamenti indipendenti della Cina per la sua parte del progetto avrebbero dovuto essere sfruttati in un modo che servisse gli «interessi degli Stati Uniti». «Shi Zhengli, uno scienziato senior presso l’Istituto di virologia di Wuhan, Accademia cinese delle scienze, che ha studiato i meccanismi di trasmissione della SARS tra le specie, ha affermato che la CAS [Accademia cinese delle scienze] ha già stanziato fondi per la ricerca correlata al GVP», si legge nel cavo del 2017. «Il governo cinese ha mostrato un forte interesse per il Global Virome Project e non è timido nel finanziare progetti in cui gli scienziati cinesi assumeranno un ruolo guida», si legge nel cablogramma. Anche la CAS, il Ministero della Scienza e della Tecnologia e la Fondazione Nazionale per le Scienze Naturali della Cina erano pronti a sostenere il lavoro attraverso i finanziamenti della CAS. «È probabile che il governo cinese si impegnerà sia con finanziamenti che con supporto in natura, il che probabilmente darà alla Cina una grande voce nella governance del GVP e nelle politiche di condivisione dei dati», si legge nel cablogramma, aggiungendo che «sarà importante per il governo degli Stati Uniti rimanere impegnato in modo significativo con il GVP, per garantire che gli interessi degli Stati Uniti siano adeguatamente riflessi in questo sforzo». Il cablogramma riconosceva anche che le spinose questioni relative alla proprietà dei dati genomici e dei campioni virali non avevano ancora trovato risposta. «Chi sarà il proprietario dei campioni raccolti da molti paesi? Dove saranno analizzati? Tutti i dati GVP saranno liberamente disponibili al pubblico? GVP prevede di confrontarsi con queste domande molto presto, ma ci vorrà del tempo prima che le politiche siano proposte e approvate da molti Paesi», si legge nel cavo. Il cablogramma esprime anche un tono incerto circa l’affidabilità e la trasparenza di BGI, che si era impegnata a svolgere il 30 percento del lavoro di sequenziamento del progetto. «L’impegno di BGI … nei confronti dei valori di GVP di libero e libero accesso ai dati non è stato dichiarato ufficialmente», riconosce il cablogramma. BGI «non ha fornito dettagli su come tale sequenziamento avrebbe avuto luogo o dove sarebbero stati ospitati i dati successivi», si legge nel cablogramma. «Nota: BGI ha beneficiato di finanziamenti significativi dal governo cinese». Un fattore che ha rafforzato la fiducia nel BGI è stato il suo coinvolgimento, 30 anni prima, nel Progetto Genoma Umano, guidato dall’ex direttore del NIH Francis Collins. «Il suo attuale leader, Yang Huanming, ha avuto un ruolo determinante nel coinvolgimento della Cina nel Progetto Genoma Umano negli anni ’90 ed è un sostenitore della condivisione dei dati», si legge nel cablogramma. Tuttavia, Collins è stato criticato per non aver dato priorità alla biosicurezza e per aver ignorato la Convenzione sulle armi biologiche mentre era al NIH. Nei sette anni trascorsi dal cablogramma del 2017 che proponeva la collaborazione, le ambizioni di BGI sono emerse più chiaramente, irritando la comunità dell’intelligence statunitense. Secondo un rapporto della Reuters del 2021, il BGI ha utilizzato test di gravidanza per raccogliere dati sul DNA umano, che sono stati poi dirottati all’Esercito Popolare di Liberazione. Chen, rappresentante del NIAID a Pechino, ha visitato il nuovo complesso di laboratori di massima sicurezza del WIV nell’ottobre 2017, un mese dopo il cablogramma che approvava il GVP, e non gli è stato permesso di entrare nei laboratori. Tuttavia, le istituzioni americane e cinesi hanno continuato a collaborare nella ricerca del virus. I documenti utilizzati in questa storia sono stati ottenuti tramite cause legali del Freedom of Information Act contro il Dipartimento di Stato e USAID. Puoi leggere questi e tutti i nostri documenti nella nostra indagine sui rischi biologici qui. Emily Kopp Pubblicato originariamente da US Right to Know . Emily Kopp è una giornalista investigativa che si occupa delle origini del COVID-19 e della biosicurezza. © 20 dicembre 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Armi biologiche
Assassinato a Mosca il generale delle armi chimiche e biologiche
Il tenente generale Igor Kirillov, capo delle Forze di difesa radiologica, chimica e biologica (RChBZ) della Federazione Russa, è morto in un’esplosione insieme al suo aiutante. Secondo gli inquirenti, un ordigno esplosivo innescato a distanza nascosto in uno monopattino è stato fatto esplodere martedì mattina vicino all’ingresso di un edificio residenziale nel sud-est di Mosca.
Kirillov è stato ucciso nell’esplosione un giorno dopo che il Servizio di sicurezza ucraino (SBU) lo aveva formalmente dichiarato sospettato del presunto uso di armi chimiche contro l’esercito di Kiev. Il generale ha respinto le affermazioni secondo cui la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina con armi chimiche, ricordando che l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW) aveva confermato la completa distruzione di tutte le scorte di armi chimiche russe nel 2017.
Secondo quanto riportato martedì da numerosi organi di stampa russi, citando fonti anonime all’interno dell’agenzia, dietro l’assassinio del generale russo Igor Kirillov ci sarebbe lo SBU. Tale notizia è stata battuta anche da alcuni giornali esteri, anche in Italia. L’agenzia Reuters, la BBC e i media ucraini hanno citato quella che sembra essere la stessa dichiarazione di una fonte dell’SBU che descrive l’ufficiale russo di 54 anni come «un criminale di guerra e un obiettivo assolutamente legittimo» per l’assassinio.
Igor Kirillov, a high-ranking general responsible for leading the radiation, chemical, and biological defense troops of the Russian Armed Forces, was killed in Moscow alongside an aide. The explosion occurred early Tuesday when a bomb concealed in an electric scooter detonated.… pic.twitter.com/c2pARVIEfJ
— JAS (@JasADRxquisites) December 17, 2024
❗️🇺🇦⚔️🇷🇺 – This morning in Moscow, an explosion resulted in the deaths of Lieutenant General Igor Kirillov, the head of Russia’s Radiation, Chemical, and Biological Defense Forces, and his driver.
The bomb was concealed in an electric scooter positioned near the entrance of an… pic.twitter.com/vaoBJgc7rE
— 🔥🗞The Informant (@theinformant_x) December 17, 2024
Footage of Russian Lieutenant General Kirillov and his aide being blown up by Ukraine.
This escalation of war by Zelensky was incredibly foolish and will do nothing to achieve peace.
Shame on him as he’s now put his Ukrainian people in more danger.pic.twitter.com/IdhzIyWf6E
— Paul A. Szypula 🇺🇸 (@Bubblebathgirl) December 17, 2024
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Il generale aveva assunto la guida del ramo militare russo nel 2017. È stato coinvolto nelle indagini sul presunto uso ucraino di armi chimiche contro le truppe russe e ha fornito regolari resoconti sui laboratori americani in Ucraina che, a suo dire, erano coinvolti nella ricerca sulla guerra biologica.
Secondo quanto riportato dai media e dalle dichiarazioni di ex funzionari, Kiev attua un vasto programma di omicidi, prendendo di mira persone considerate nemiche dell’Ucraina.
Mosca afferma che Kiev sta ricorrendo a tattiche terroristiche a causa dei suoi fallimenti militari. Gli investigatori russi hanno accusato il governo ucraino di aver ucciso la giornalista Darja Dugina, il blogger militare Vladlen Tatarskij e altri civili.
Kirillov da settembre 2014 ad aprile 2017 è stato a capo dell’Accademia militare del RChBZ intitolata al maresciallo dell’Unione Sovietica Semyon Timoshenko. Nell’aprile 2017 era diventato capo delle truppe RChBZ.
Il militare si è occupato di antiterrorismo sia in patria che all’estero. Aveva denunciato le provocazioni della controversa organizzazione di volontariato dei Caschi Bianchi in Siria e aveva partecipato all’attenuazione delle conseguenze di catastrofi naturali e di origine umana.
Dall’inizio dell’operazione militare contro l’Ucraina nel febbraio 2022, Kirillov ha parlato in molteplici conferenze stampa tenute dal ministero della Difesa, dove ha condiviso informazioni sugli sviluppi ucraini nei settori delle armi radiologiche, chimiche e biologiche.
A marzo 2022, aveva annunciato che i biolaboratori ucraini stavano studiando il potenziale di trasferimento di infezioni altamente pericolose attraverso gli uccelli migratori. Nello stesso mese, aveva presentò copie di documenti che, a suo dire, confermavano il finanziamento da parte del Pentagono di laboratori biologici in Ucraina.
Nel giugno 2024, il tenente generale aveva dichiarato che combustibile nucleare esaurito e rifiuti chimici pericolosi venivano importati in Ucraina per una potenziale creazione di «bomba sporca», aggiungendo che sostanze radiochimiche venivano ancora portate in Ucraina per lo smaltimento. Secondo Kirillov queste forniture erano supervisionate dall’entourage di Zelens’kyj, con rotte principali che passavano attraverso Polonia e Romania.
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Nell’ottobre 2024, Londra aveva colpito Kirillov con sanzioni dopo che aveva accusato l’Ucraina di preparare un attacco chimico false-flag con l’obiettivo di incastrare la Russia e indebolirne la posizione presso l’OPCW. Il generale aveva osservato che la NATO aveva fornito all’Ucraina una quantità di equipaggiamento protettivo chimico molto maggiore di quanto il paese abbia effettivamente bisogno, definendolo un’ulteriore prova di un complotto imminente.
Nel novembre 2024, Kirillov aveva dichiarato che l’Ucraina intendeva impadronirsi di una centrale nucleare durante la sua incursione su larga scala nella regione di Kursk.
Come riportato da Renovatio 21, in un briefing di aggiornamento del luglio 2022 sull’indagine russa sui laboratori biologici statunitensi in Ucraina, accompagnato dalla pubblicazione di nuovi documenti, aveva accusato che dietro i biolaboratori ucraini vi sarebbe un vasto sistema internazionale, con interessi delle Big Pharma americane e dello speculatore George Soros. Un altro documento fatto emergere dalla Difesa russa riguardava l’attività di Metabiota, azienda legata a Hunter Biden, figlio del presidente USA in carica.
Il generale Kirillov rappresenta il funzionario russo più alto ad essere stato assassinato lontano dal campo di battaglia dall’inizio della guerra. I precedenti tentativi di assassinio hanno preso di mira propagandisti russi e ufficiali militari più giovani.
Ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che il paese avrebbe sollevato la questione dell’omicidio del generale Kirillov alla riunione programmata del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di venerdì. «Siamo certi che tutti gli organizzatori e gli esecutori dell’omicidio di Igor Kirillov saranno trovati e puniti, chiunque siano e ovunque si trovino», ha affermato la Zakharova.
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, il sempre più «falco» Dmitrij Medvedev, ha definito l’omicidio di Kirillov un segno di «agonia» del governo ucraino, «che usa la sua forza residua per giustificare la sua inutile esistenza ai padroni occidentali, prolungare la guerra e la morte e giustificare la situazione catastrofica in prima linea».
I leader di Kiev non possono terrorizzare il popolo russo e saranno ritenuti responsabili dei loro crimini, ha aggiunto Medvedev. In un telegramma di condoglianze alla famiglia e ai colleghi di Kirillov, condiviso dalla TASS, Medvedev ha descritto il generale 54enne come un professionista, un «vero patriota russo», leale al suo dovere.
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«Il regime di Kiev… sta facendo ogni sforzo per giustificare la sua miserabile esistenza e la situazione catastrofica in prima linea ai suoi padroni occidentali», ha detto Medvedev, aggiungendo che l’Ucraina stava cercando di «prolungare la guerra e la morte». Kiev è consapevole che inevitabilmente perderà il conflitto e, tenendo presente questo, sta portando avanti «colpi codardi e spregevoli in città pacifiche», ha continuato l’ex presidente, giurando vendetta.
«I tentativi di intimidire il nostro popolo, fermare l’avanzata dell’esercito russo e seminare paura sono destinati a fallire. I nazisti ucraini, compresi i massimi dirigenti politico-militari del paese in via di estinzione, affronteranno un’inevitabile punizione», ha promesso.
Poche ore fa è arrivata la notizia di un primo arresto per la morte del generale Kirillov. Il sospettato, un cittadino uzbeko di 29 anni il cui nome non è stato reso noto, è stato arrestato in un villaggio fuori Mosca, ha affermato una portavoce dell’ufficio del procuratore russo.
La portavoce ha affermato che il detenuto avrebbe confessato che le agenzie di intelligence ucraine lo avevano reclutato per uccidere il generale Kirillov, 54 anni, responsabile delle forze di protezione dalle armi nucleari e chimiche dell’esercito russo, scrive il New York Times.
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Immagine screenshot da Twitter
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