Animali
Bill Gates ha finanziato la società che liberato le zanzare OGM

La società britannica di biotecnologia Oxitec sta portando avanti il suo controverso piano per il rilascio in Florida di mezzo miliardo di zanzare geneticamente modificate, una nuova forma sperimentale di controllo mirato dei parassiti.
L’obiettivo è essenzialmente quello di introdurre una nuova versione geneticamente modificata della zanzara Aedes aegypti – che può diffondere malattie come la dengue e la malaria – in grado di mettere al mondo solo figli maschi, così da ridurre gradualmente la popolazione.
Una connessione che è passata per lo più ignorata durante il lancio dell’esperimento di rilascio delle zanzare OGM è il coinvolgimento del co-fondatore di Microsoft e filantropo per la salute pubblica Bill Gates
Una connessione che è passata per lo più ignorata durante il lancio dell’esperimento è il coinvolgimento del co-fondatore di Microsoft e filantropo per la salute pubblica Bill Gates nel finanziamento dell’azienda, confermato da Oxitec nel 2018 , attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation. Renovatio 21 scrive ai suoi lettori dei rapporti tra Gates e i programmi a base di zanzare OGM da diversi anni.
Torna a galla il fatto che la Gates Foundation abbia promesso circa $ 4,1 milioni a Oxitec nel 2018 per sviluppare una nuova zanzara che avrebbe combattuto la malaria nelle Americhe, nell’Asia meridionale e nell’Africa orientale.
Secondo quanto riferito, Oxitec ha anche ricevuto $ 5 milioni per le sue zanzare Aedes – il tipo previsto per il rilascio in Florida – attraverso l’iniziativa Global Grand Challenges della Gates Foundation nel 2010. Nel frattempo, Science Magazine ha riferito nel 2010 che la Fondazione Gates aveva elargito $ 19,7 milioni per un progetto a cui ha preso parte Oxitec.
La testata americana Futurism contattato Oxitec e la Fondazione Gates per chiarimenti sulla loro relazione.
«L’idea che una delle persone più ricche del mondo possa aiutare a portare avanti esperimenti di modifica genetica che vengono scatenati nell’ecosistema aperto è, a dir poco, un argomento delicato»
«Il coinvolgimento di Gates complica l’iniziativa già tanto criticata (…) i critici dicono che potrebbe fallire, ritorcersi contro o aprire le porte ad applicazioni più preoccupanti della tecnologia. E l’idea che una delle persone più ricche del mondo possa aiutare a portare avanti esperimenti di modifica genetica che vengono scatenati nell’ecosistema aperto è, a dir poco, un argomento delicato».
L’eradicazione della malaria è da tempo in cima alla lista delle priorità di Gates. La Fondazione Gates ha investito per anni denaro in vari campi come la ricerca sui vaccini contro la malaria, e dal 2016 sta spingendo per l’idea di utilizzare zanzare geneticamente modificate per eliminare la malattia; solo un anno dopo Oxitec terminava il suo primo rilascio di zanzare in massa in Brasile, dove, senza che ora se ne parli più di tanto, l’esperimento è fallito facendo gridare qualche critico alla «catastrofe genetica» – il risultato fu, a quanto si dicono, non l’eliminazione delle zanzare ma la creazione di un ceppo di super-zanzare geneticamente potenziate.
In azienda tuttavia il morale è alto. «Le zanzare geneticamente modificate si stanno dimostrando promettenti nel controllo di altre malattie trasmesse da vettori, quindi non vediamo l’ora di esplorare il loro uso insieme a interventi complementari per la malaria», ha detto in un comunicato stampa Philip Welkhoff, direttore della Gates Foundation .
Gates è recentemente nell’occhio del ciclone anche del progressismo liberal (di cui è il miliardario preferito) per aver recentemente sostenuto che gli Stati Uniti non dovrebbero condividere le formule del vaccino COVID-19 con i Paesi più poveri. In questo caso della Florida, alcuni aspetti del rilascio di zanzare modificato geneticamente sembrano affrettato, mal comunicato e mal accolto dai residenti locali.
Gates è recentemente nell’occhio del ciclone anche del progressismo liberal (di cui è il miliardario preferito) per aver recentemente sostenuto che gli Stati Uniti non dovrebbero condividere le formule del vaccino COVID-19 con i Paesi più poveri
Ulteriormente, l’idea del finanziamento di Gates ad un progetto di oscuramento del sole da poco stoppato in Svezia è una notizia che per una volta è riuscita a bucare ed arriva al mainstream: del resto, parliamo di una cosa talmente grossa – il sole – che fischiettare poteva diventare difficile.
Come riportato da Renovatio 21, il rilascio delle zanzare OGM in Florida è ferocemente contrastato da una parte significativa della comunità locale, così come da attivisti ed esperti esterni.
Ricordiamo che anche un virologo televisivo ora celeberrimo in Italia, Andrea Crisanti, aveva partecipato al progetto per la creazione di zanzare geneticamente modificate. Crisanti dirigeva a Terni dei laboratori che creavano zanzare GM, prodotte per battere la malaria in Africa. Il progetto, lautamente finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, era dell’Imperial College di Londra, dove lavorava Crisanti prima di trasferirsi a Padova. La storia è visibile sulla serie documentaria di Netflix Unnatural Selection.
L’Imperial College, peraltro, è l’istituzione che ha fornito i dati sballati che hanno indotto Johnson a mutare idea e a instaurare il lockdown più draconiano d’Europa, e anche qui lo zampino di Gates c’è. Sui rapporti tra Bill Gates e Nial Ferguson, lo statistico dell’Imperial College che piombò la Gran Bretagna tutta in lockdown (salvo essere beccato mentre usciva per andare dall’amante) Renovatio 21 ha pubblicato un articolo nel marzo scorso.
L’Imperial College, peraltro, è l’istituzione che ha fornito i dati sballati che hanno indotto Johnson a mutare idea e a instaurare il lockdown più draconiano d’Europa, e anche qui lo zampino di Gates c’è
L’Imperial College si è altresì fatto notare poche settimane fa per aver annunciato un nuovo «Human challenge Study», eufemismo orwelliano con il quale si definisce un esperimento dove si infettano deliberatamente delle cavie umane. Nel caso specifico, approvato dal Comitato Etico del Regno Unito (contradicio in adiecto), per testare il vaccino i medici imperialisti hanno infettato ben 90 persone.
Il Billo come sapete ora se la passa non benissimo: poverino, sta divorziando. Di questo i giornaloni si sono accorti, di tutto quello che abbiamo scritto sopra, figurarsi.
Immagine © Renovatio 21
Animali
L’esperto di animali BBC «stuprava e torturava cani»

Una scioccante, rivoltante storia di bestialità arriva dall’Australia. Un acclamato esperto di coccodrilli britannico e produttore cinematografico della BBC, Adam Britton, si è dichiarato colpevole di oltre 50 accuse legate ad abusi sessuali contro animali in Australia. Lo zoologo avrebbe torturato e ucciso dozzine di cani, compresi i cuccioli, prima di condividere i video dei crimini sui social media. Secondo quanto riporta il New York Post, tra le ammissioni vi sarebbe quella di «detenzione di materiale di sfruttamento minorile».
Britton, 51 anni, ha presentato lunedì la sua dichiarazione di colpevolezza davanti alla Corte Suprema dello Stato australiano dei Territorio del Nord, riconoscendo di essersi filmato mentre abusava selvaggiamente degli animali in una cosiddetta «stanza delle torture» nella sua proprietà McMinns Lagoon, a mezz’ora da Darwin. La maggior parte degli animali sarebbe stata torturata fino alla morte.
Britton si è dichiarato colpevole di 60 accuse, tra cui tortura, stupro e uccisione di almeno 39 cani.
Il nome del produttore BBC era stato precedentemente nascosto al pubblico a causa della depravazione dei suoi crimini, che avrebbero minacciato, secondo quanto riferisce NT News, il suo diritto a un giusto processo, ha riferito.
I pubblici ministeri hanno affermato che il regista – che ha lavorato a produzioni per la BBC, National Geographic e altri importanti organi di stampa – aveva un «interesse sessuale sadico» per gli animali che risale almeno al 2014, sostenendo di aver abusato solo negli ultimi 18 mesi di circa una quarantina di cani, molti dei quali sessualmente.
Il presidente della Corte Suprema Michael Grant ha avvertito che i dettagli del caso erano estremamente espliciti, affermando addirittura che avrebbero potuto traumatizzare gli spettatori.
«Questi fatti contengono materiale che può essere descritto solo come atti di crudeltà grotteschi e perversi, sconvolgenti e angoscianti e che, a mio avviso, hanno il potenziale di causare shock nervoso», ha detto il giudice.
Secondo quanto riportato da NT News, il procuratore della Corona Marty Aust ha rivelato in tribunale che Britton aveva un sadico interesse sessuale per gli animali, in particolare per i cani, risalente almeno al 2014, quando iniziò ad avere rapporti sessuali con i suoi cani Swiss-Sheppard, Ursa e Bolt.
Oltre a 37 capi d’accusa di crudeltà sugli animali e altri dieci legati all’abuso sessuale sugli animali, Britton si è dichiarato colpevole anche di quattro accuse per l’accesso e la trasmissione di materiale pedopornografico, avendo presumibilmente posseduto 15 file illeciti sul suo computer.
Si dice che Britton abbia utilizzato mercati e forum online per procurarsi animali, molti dei quali provenivano da persone che cercavano di ospitare i propri animali domestici mentre erano via per viaggiare. Lo zoologo BBC tentava di costruire rapporti fiducia con i proprietari di animali domestici e presentava «false narrazioni» quando gli sono stati richiesti aggiornamenti sui loro amati animali, a volte anche inviando vecchie foto per suggerire che fossero ancora vivi, hanno detto i pubblici ministeri.
Conservata in un container, la camera di tortura fatta in casa di Britton era dotata di apparecchiature di registrazione, utilizzate per catturare i suoi orribili crimini e condividerli online in modo anonimo. Secondo quanto riferito, la polizia australiana ha ottenuto uno di questi video prima dell’arresto di Britton nell’aprile 2022, sebbene il caso fosse stato sottoposto a un ordine ufficiale di silenzio fino a questa settimana.
Britton avrebbe gestito due canali Telegram sotto pseudonimi come «Monster» e «Cerberus», creando più di 100 thread che descrivevano in dettaglio il suo «conteggio delle uccisioni» e i suoi metodi per ottenere animali, abusarne e far sparire i cadaveri, secondo i documenti del tribunale.
Nato e cresciuto nel Regno Unito, l’esperto di coccodrilli si è trasferito in Australia all’inizio degli anni 2000. Britton ha conseguito un dottorato di ricerca in zoologia e ha ricoperto la posizione di Senior Research Associate presso la Charles Darwin University. Era anche uno dei capi di un’azienda di ricerca e consulenza di successo sui coccodrilli chiamata Big Gecko, dove teneva coccodrilli marini come animali domestici nella sua proprietà.
La sua carriera mainstream di successo, lo ha visto coprodurre anche una serie della BBC con il famoso conduttore naturalistico Sir David Attenborough, il maestro del documentario naturalista che ha inondato di trasmissioni il mondo. Molti documentari BBC sono stati trasmessi anche in Italia dai programmi di Piero Angela, spesso doppiati dalla voce del compianto Claudio Capone, doppiatore di Luke Skywalker e Ridge Forrester.
La prossima udienza di Britton è fissata per metà dicembre, quando dovrebbe essere pronunciata la sentenza. Per il momento rimane in custodia delle forze dell’ordine.
Come riportato da Renovatio 21, la bestialità è un’attività in via di lento sdoganamento: la riprova è la manifestazione degli zoofili tedeschi tenutasi qualche un anno fa, dove si è capito che sempre meno perversi temono di essere visti in volto, e anzi rivendicano l’allucinante perversione in maniera pubblica, al limite della protesta.
Si tratta di una conseguenza necessaria dello Stato moderno: rigettando la morale naturale, apre a qualsiasi oscenità coprendola fintamente, magari, con l’illusione della libertà personale (quella che abbiamo visto violata in tutti i modi davanti alla pandemia).
La realtà è che lo Stato moderno non è amorale: è immorale, o meglio, è, niccianamente, immoralista – cioè opera per la moltiplicazione dell’immoralità, di atti al di fuori della morale. Aborti, eutanasie, provette, squartamenti per trapianti e bestialità, di fatto, sono frutto di questo principio pienamente maligno.
Come ripetiamo su Renovatio 21, lo Stato moderno è, a suo modo, uno Stato etico: e la sua morale è la Necrocultura.
Immagine generata al computer
Animali
Scienziati cinesi fanno crescere reni in maiali umanizzati

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Scienziati cinesi sono riusciti a creare con successo embrioni chimerici contenenti una combinazione di cellule umane e di maiale. Quando sono stati trasferiti in scrofe surrogate, i reni umanizzati in via di sviluppo avevano una struttura normale e una formazione di tubuli dopo 28 giorni.
Questa è la prima volta che gli scienziati sono riusciti a far crescere un organo solido umanizzato all’interno di un’altra specie. Un articolo che riportava il loro lavoro è apparso all’inizio di questo mese sulla rivista Cell Stem Cell.
I ricercatori del Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health si sono concentrati sui reni perché sono uno dei primi organi a svilupparsi e sono anche l’organo più comunemente trapiantato nella medicina umana.
«Organi di ratto sono stati prodotti nei topi e organi di topo sono stati prodotti nei ratti, ma i precedenti tentativi di far crescere organi umani nei maiali non hanno avuto successo», afferma l’autore senior Liangxue.
L’integrazione delle cellule staminali umane negli embrioni di maiale è stata una sfida perché le cellule suine competono con quelle umane e le cellule suine e umane hanno esigenze fisiologiche diverse.
La tecnica del team dipende da tre componenti chiave:
- In primo luogo, hanno creato una nicchia all’interno dell’embrione di maiale in modo che le cellule umane non dovessero competere con le cellule di maiale, utilizzando CRISPR per ingegnerizzare geneticamente un embrione di maiale unicellulare in modo che mancassero due geni necessari per lo sviluppo dei reni.
- In secondo luogo, i ricercatori hanno progettato cellule staminali pluripotenti umane – cellule che hanno il potenziale per svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula – per renderle più suscettibili all’integrazione e meno probabilità di autodistruggersi bloccando temporaneamente l’apoptosi. Quindi, hanno convertito queste cellule in cellule «ingenue» simili alle prime cellule embrionali umane coltivandole in un mezzo speciale.
- In terzo luogo, prima di impiantare gli embrioni in via di sviluppo in scrofe surrogate, i ricercatori hanno coltivato le chimere in condizioni ottimizzate per fornire nutrienti e segnali unici sia alle cellule umane che a quelle suine, poiché queste cellule di solito hanno esigenze disparate.
Complessivamente i ricercatori hanno trasferito 1.820 embrioni a 13 madri surrogate. Dopo 25 o 28 giorni, hanno interrotto la gestazione ed estratto gli embrioni per valutare se le chimere avessero prodotto con successo reni umanizzati.
I ricercatori hanno raccolto cinque embrioni chimerici per l’analisi (due a 25 giorni e tre a 28 giorni dopo l’impianto) e hanno scoperto che avevano reni strutturalmente normali per il loro stadio di sviluppo ed erano composti per il 50-60% da cellule umane. A 25-28 giorni, i reni erano nello stadio mesonefro (il secondo stadio dello sviluppo renale); avevano formato tubuli e gemme di cellule che sarebbero poi diventate ureteri che collegavano il rene alla vescica.
Il team ha anche studiato se le cellule umane contribuissero ad altri tessuti negli embrioni, il che potrebbe avere gravi implicazioni etiche, soprattutto se si trovassero abbondanti cellule umane nei tessuti neurali o germinali e i maiali fossero portati a termine. Hanno dimostrato che le cellule umane erano per lo più localizzate nei reni, mentre il resto dell’embrione era composto da cellule di maiale.
«Abbiamo scoperto che se si crea una nicchia nell’embrione di maiale, le cellule umane entrano naturalmente in questi spazi», afferma l’autore senior Zhen Dai del Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health.
«Abbiamo visto solo pochissime cellule neurali umane nel cervello e nel midollo spinale e nessuna cellula umana nella cresta genitale, indicando che le cellule staminali umane pluripotenti non si differenziavano in cellule germinali».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Alimentazione
Come gli antibiotici hanno creato l’industria del pollo. E le infezioni resistenti ai farmaci

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Maryn McKenna è una giornalista investigativa e senior fellow presso lo Schuster Institute for Investigative Journalism della Brandeis University che ha scritto una serie di libri relativi alla salute.
Il suo libro, Big Chicken: The Incredible Story of How Antibiotics Created Modern Agriculture and Changed the Way the World Eats («Pollo SPA: L’incredibile storia di come gli antibiotici hanno creato l’agricoltura moderna e cambiato il modo in cui il mondo mangia»), espone molti aspetti dell’industria del pollo di cui la maggior parte delle persone è completamente ignara.
Il libro è nato da un interesse per la resistenza agli antibiotici, che ha iniziato a indagare circa 10 anni fa. Come notato da McKenna, la resistenza agli antibiotici è una minaccia per la salute ampiamente sottovalutata.
Si stima che circa 23.000 americani muoiano ogni anno per infezioni resistenti ai farmaci e, anche se i funzionari sanitari sono sempre più preoccupati che le malattie sessualmente trasmissibili (MST) resistenti ai farmaci stiano aumentando a tassi allarmanti, il problema rimane in gran parte ignorato.
A livello globale, si ritiene che il bilancio delle vittime attribuito alle infezioni resistenti ai farmaci sia di circa 700.000 all’anno, ed è in peggioramento.
L’agricoltura svolge un ruolo importante in questo; negli Stati Uniti, il numero di antibiotici utilizzati nel bestiame è quattro volte superiore a quello utilizzato nella medicina umana.
Da un lato, gli scienziati avvertono che dobbiamo preservare e proteggere gli antibiotici per evitare che finiscano per perdere la loro efficacia e, dall’altro, l’industria alimentare li sta somministrando agli animali, la maggior parte dei quali non sono malati. «Questa contraddizione è ciò che mi ha spinto a intraprendere il viaggio che ha portato a questo libro», dice McKenna.
Come tutto ebbe inizio
Storicamente, i polli erano piccoli uccelli magri che nessuno pensava di consumare regolarmente come pasto primario.
Oggi, gli americani consumano in media 91 chili di pollo all’anno. «Il consumo di carne di pollo sta crescendo più velocemente in tutto il mondo perché sono molto facili da allevare», osserva McKenna. Non richiedono molta terra, ad esempio, e possono mangiare scarti.
«Se torniamo ai tempi dei nostri nonni e bisnonni, quasi tutti allevavano polli… Ma la ragione per cui erano lì non era principalmente quella di essere una fonte di carne. Dovevano essere una fonte di uova, perché le uova erano molto economiche, proteine molto facili da produrre. Per la maggior parte, mangiavamo pollo dopo che erano finiti i giorni di deposizione delle uova di gallina».
«Se immagini una gallina che va in giro da un paio d’anni a inseguire pulcini nell’aia, sbattendo contro un albero per evitare il cane di famiglia, grattandosi per gli insetti … quell’uccello sarà magro e muscoloso. Non proprio delizioso.
«Probabilmente dal sapore molto ricco grazie a tutto quello sviluppo muscolare, ma non tenero e succoso come sono ora i nostri polli. L’unica [eccezione] sarebbe stata rappresentata da … i galli … che vengono nutriti per un paio di mesi e poi venduti. Venivano chiamati polli primaverili ed erano considerati particolarmente appetitosi».
«Poi, da una confluenza davvero interessante di incidenti, il pollo avanza come fonte di carne — in primo luogo, perché si scopre che i polli sono talmente facili da allevare che gli agricoltori del Delaware, del Maryland e della Virginia… si convertono da agricoltori di verdure ad allevatori di polli… Il mercato per questa carne di pollo è New York City, che … aveva la più grande concentrazione di popolazione ebraica al mondo».
«Gli ebrei che vogliono osservare il sabato e vogliono avere un pasto gustoso, esotico e lussuoso perché il sabato non possono mangiare carne di maiale, ovviamente … Potresti andare in un mercato e guardare il pollo che viene ucciso di fronte a te, e sapere che è religiosamente appropriato. Quindi, il pollo è diventato la carne di New York City».
Come gli antibiotici hanno creato la moderna industria del pollo
Ma questi fatti da soli non hanno creato l’industria del pollo che abbiamo oggi. Gli antibiotici hanno svolto un ruolo cruciale in questo sviluppo.
Un tempo la maggior parte degli animali allevati per il cibo negli Stati Uniti veniva alimentata quotidianamente con antibiotici, non perché fossero malati, ma piuttosto perché piccole dosi di antibiotici (troppo piccole per curare effettivamente un’infezione) facevano in modo che l’animale ingrassasse più velocemente.
Ora, McKenna afferma che questa pratica allo scopo di aumentare di peso è stata vietata da gennaio 2017, ma l’uso di antibiotici come misura «preventiva» (per potenziali malattie) è ancora legale — e quindi ancora in gran parte non regolamentato.
Poiché più carne per animale significa più profitto, la pratica è guidata principalmente dall’economia.
È stato anche dimostrato che dosi subterapeutiche di antibiotici proteggono gli animali da malattie frequentemente diffuse in stalle e allevamenti affollati. Il primo antibiotico, la penicillina, fu utilizzato con successo nei campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale nel 1943.
Nel 1944, il farmaco divenne disponibile per il grande pubblico e divenne un successo immediato. Ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale accadde un’altra cosa interessante. Il sistema alimentare divenne fragile, in parte a causa delle distruzioni provocate dalla guerra. Ci fu anche una forte spinta a risparmiare denaro.
Un modo in cui i produttori risparmiavano era dare ai loro animali mangimi più economici. Purtroppo, mangimi più economici significavano meno nutrizione e più malattie, quindi gli agricoltori iniziarono a cercare modi per compensare.
«Uno specialista delle esigenze dietetiche del pollo — che sta lavorando per una di quelle aziende che produce uno dei primi antibiotici — va alla ricerca di integratori. Uno degli integratori che prova utilizza gli avanzi di produzione essiccati del farmaco della sua azienda, l’Aureomicina. È il primo della classe delle tetracicline».
«Con suo grande stupore, i pulcini che consumano gli avanzi di aureomicina essiccati crescono più del doppio più velocemente e mettono su il doppio del peso di qualsiasi altro pulcino nel suo esperimento».
«Da ciò nasce l’industria mondiale della somministrazione di antibiotici agli animali. Entro cinque anni, gli agricoltori americani hanno somministrato al loro bestiame 500.000 libbre di antibiotici all’anno. Ora, sono oltre 30 milioni di sterline [all’anno]».
Come il pollo è diventato una fonte primaria di carne
Anche l’allevamento ha svolto un ruolo cruciale. In un concorso nazionale chiamato «The Chicken of Tomorrow Contest» («La gara del pollo del domani»), che si è svolto negli anni ’40 e nei primi anni ’50, gli allevatori hanno rimodellato il pollo da cortile magro per farlo diventare l’uccello pesante che conosciamo oggi.
«Quindi, c’è una serie di avvenimenti storici e innovazioni tecnologiche che ci portano al punto in cui, in questo momento, rispetto ai polli che esistevano negli anni ’50, essi crescono fino a raddoppiare il peso alla macellazione in metà del tempo», afferma McKenna.
Una campagna pubblicitaria repubblicana con lo slogan «Un pollo per ogni pentola», alla fine ha trasformato la carne di pollo in un vero alimento base per la casa.
«All’epoca, il pollo era raro e speciale. Il pollo era un alimento che si consumava soprattutto la domenica. Non era affatto la carne che mangiamo ogni giorno come lo è oggi», dice McKenna. Lo slogan era essenzialmente una promessa di prosperità della campagna politica fatta per conto di Herbert Hoover.
Poi, nel 1977, il governo degli Stati Uniti ha pubblicato le sue prime linee guida dietetiche per gli americani, che includevano la raccomandazione di evitare i grassi saturi.
Anche se non specificava che si dovesse evitare la carne rossa, è stata interpretata in questo modo dalla maggior parte delle persone e, di conseguenza, il pollo — carne bianca — è cresciuto in modo esponenziale in popolarità.
Un’altra cosa si è verificata in quel momento che ha reso più facile il passaggio dalla carne di manzo al pollo.
«Uno scienziato molto intelligente e idiosincratico che lavorava nello Stato di New York ha capito come fare con il pollo ciò che agricoltori e padroni di casa hanno fatto con la carne di manzo e maiale per generazioni, e cioè trasformare il pollo in cose diverse.
«Non dovevi solo arrostire, friggere, cuocere o grigliare il pollo. Puoi mangiare mortadella di pollo, hot dog di pollo e, cosa più importante — che cambia davvero la storia del pollo — le crocchette di pollo».
«Pensiamo che siano una creazione di McDonald’s, ma prima di McDonald’s nel 1980, c’era Robert Baker della Cornell University che, nel 1963, pubblicò la prima ricetta per quello che chiamava un bastoncino di pollo, che era un pezzo di pollo incollato insieme a proteine in eccesso; impanato, congelato e poi fritto».
«Il pollo lavorato — pollo che non è solo pollo con l’osso — ha completamente cambiato il nostro rapporto con la sua carne… È così che siamo arrivati al punto in cui si trova nella nostra dieta».
L’evoluzione dell’allevamento di polli
Purtroppo, la produzione di pollo negli Stati Uniti è diventata un’industria che pone i profitti al di sopra di quasi tutto il resto, incluso il benessere degli animali e i diritti degli agricoltori.
L’allevamento di precisione ha trasformato il chiassoso pollo da cortile in un animale eccezionalmente docile che non si muove molto (e non può farlo). Questi nuovi tratti hanno permesso agli agricoltori di riunire gli animali in spazi ristretti.
Oggi, i polli commerciali vengono allevati in magazzini giganti della lunghezza di un campo da calcio, che può ospitare da 25.000 a 35.000 polli alla volta.
Lì, vivono alla luce del giorno artificiale, con una notte volutamente accorciata. La mancanza di spazio impedisce loro di muoversi e, in media, vivono solo 42 giorni.
McKenna dice:
«La cosa straordinari … è la struttura aziendale che è cresciuta per consentire a queste gigantesche fattorie di esistere. Gli allevatori di polli in realtà non ne possiedono. Di solito possiedono la loro terra, anche se probabilmente stanno pagando un mutuo. Pagano per costruire quegli edifici. Possiedono il loro debito. Possiedono il letame che esce da quelle strutture».
«La società per cui crescono, la società a cui sono appaltati (si chiamano agricoltori a contratto), acquista uccelli genitori da una società di genetica, cova i pulcini, porta i pulcini agli agricoltori, porta il mangime agli agricoltori, raccoglie gli uccelli sei settimane dopo, li porta in un impianto di macellazione di proprietà dell’azienda, li macella, li impacchetta, li distribuisce e negozia il contratto all’ingrosso».
«Quasi tutto ciò che è redditizio nel processo di allevamento del pollo appartiene alla società. Quasi tutto ciò che è difficile o economicamente pericoloso rimane all’agricoltore».
La politica ha impedito alla FDA di affrontare i danni degli antibiotici
Se un uccello ha ricevuto antibiotici al punto da essere ancora presenti nella carne, questo residuo di antibiotico è regolato dalla legge negli Stati Uniti. Il vero pericolo quando agli animali vengono somministrati antibiotici è che provocano una crescita innaturale alterando il loro microbioma intestinale.
Nel processo, alcuni di questi batteri diventano resistenti agli antibiotici. Una di queste due cose può quindi accadere. O i batteri vengono trasferiti nell’ambiente attraverso il letame dell’animale, oppure il contenuto intestinale può contaminare la carne durante la macellazione o la lavorazione.
Questa carne contaminata può quindi diffondere i batteri su utensili, taglieri e piani di lavoro, contaminando anche altri alimenti. «Quindi, il pericolo è la creazione di batteri resistenti agli antibiotici. Questo è lo sfondo più ampio del problema del modo in cui gli antibiotici hanno creato un sistema artificiale di allevamento degli animali», afferma McKenna.
Come accennato, si stima che 23.000 americani muoiano ogni anno per infezioni resistenti agli antibiotici. Altri 48 milioni di persone contraggono malattie di origine alimentare. Anche la carne di pollo contaminata è stata collegata a un’epidemia di infezioni del tratto urinario resistente ai farmaci.
«Le malattie di origine alimentare resistenti agli antibiotici sono un problema enorme», afferma. «In realtà è così che la questione della somministrazione di antibiotici agli animali da carne è stata esposta per la prima volta come un pericolo, prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti».
McKenna prosegue:
«È stato notato negli anni ’60 e ’70, quando improvvisamente si sono verificate epidemie di malattie di origine alimentare resistenti agli antibiotici, che non erano mai esistite prima nel mondo. L’Inghilterra è stata la prima a controllare con successo questa pratica».
«Una commissione governativa disse al governo inglese nel 1969: “Dovremmo davvero vietare l’uso di stimolanti della crescita”. Nel 1971, lo fecero. Sono stati i primi in assoluto a farlo. Ciò ha spostato l’attenzione sugli Stati Uniti perché erano la casa storica degli stimolanti della crescita».
«Nel 1977 … Il commissario della FDA [Food and Drug Administration]… Donald Kenned … è entrato in carica giurando che avrebbe tolto le licenze per gli stimolanti della crescita che la FDA aveva approvato negli anni ’50».
«Non ha mai avuto [la possibilità]. Un potente membro del Congresso che supervisionava il bilancio della FDA ha comunicato tramite un canale secondario alla Casa Bianca dicendo: “se questa udienza va avanti, terrò in ostaggio l’intero bilancio della FDA”. L’Amministrazione Carter era riformatrice, ma non stupida riguardo alla politica».
«Sapevano di avere molte altre battaglie che volevano combattere… Loro… dissero a [Kennedy] che la sua udienza non poteva andare avanti.
«Quel deputato, il deputato Jamie Whitten del Mississippi, in realtà ha posto un veto sugli stanziamenti di bilancio e diceva che — fino a quando il governo non avesse detto diversamente — la FDA non poteva investire nella ricerca [per indagare] se gli antibiotici usati negli animali fossero un rischio. Questo continuò fino agli anni ’90, quando il deputato Whitten andò in pensione».
«Le mani del governo erano legate, anche se da quel momento, decennio dopo decennio, tutti i principali organismi scientifici — l’Accademia Nazionale delle Scienze, l’Istituto di Medicina, l’AMA [American Medical Association], persino i ricercatori accademici finanziati dal NIH [National Institutes of Health] — hanno affermato che gli antibiotici usati liberamente negli animali da carne rappresentano un grave rischio per la salute umana».
Passi nella giusta direzione
Ci sono voluti più di 30 anni prima che si verificassero cambiamenti significativi. È stato solo l’anno scorso, proprio mentre l’amministrazione Obama stava uscendo di carica, che la Casa Bianca ha creato una serie di regole che hanno cambiato il modo in cui usiamo gli antibiotici negli animali allevati per il cibo. Un certo numero di grandi produttori di pollame sta anche adottando misure proattive per eliminare gradualmente gli antibiotici.
Sanderson Farms è un’eccezione a questa tendenza. Rifiutandosi di riconoscere l’impatto degli antibiotici, Sanderson Farms ha dichiarato che il pollo senza antibiotici non è altro che un espediente progettato per vendere il pollo a prezzi più alti.
Il motivo per cui lo definiscono un espediente è che il pollo trattato con antibiotici non avrà residui di antibiotici nella sua carne. Quindi non c’è differenza tra animali trattati e non trattati.
Tuttavia, questa logica manca completamente il punto, perché il problema non è l’eliminazione degli antibiotici nella carne, è l’eliminazione dei batteri resistenti agli antibiotici nella carne. Sono i batteri che rappresentano una minaccia per la salute umana.
Altri hanno fatto un lavoro molto più grande. Perdue Farms ha annunciato il suo piano per liberarsi dagli antibiotici nel 2014 e a quel punto l’azienda aveva già fatto passi da gigante. Allo stato attuale, Perdue Farms afferma di essere priva di antibiotici per oltre il 99% e ha costretto i concorrenti a seguirne l’esempio.
McKenna dice:
«Dopo Perdue sono arrivati Tyson, Cargill, McDonald’ s, Subway, Taco Bell e molti altri… Il motivo, penso, per cui Perdue sentiva di poter continuare senza antibiotici è perché erano sotto pressione da parte dei consumatori. Mi hanno detto che avrebbero ricevuto più di 3.000 commenti al mese dai consumatori tramite telefono, e-mail, Facebook e così via, chiedendo dell’uso di antibiotici nei loro polli».
«L’amministrazione Obama ha anche ritenuto che fosse possibile creare nuove regole… perché stava crescendo un movimento di consumatori. Hanno detto alle aziende alimentari: “Non vogliamo più spendere i nostri dollari per la carne allevata con l’uso abituale di antibiotici. Non riteniamo che questo sia sicuro”. Ciò è stato affermato anche dai grandi reparti di catering degli ospedali che hanno affermato: «Questo mette a rischio i nostri pazienti più fragili£. È stato anche detto da sistemi alimentari molto grandi nei distretti scolastici».
La domanda dei consumatori guida la creazione di un sistema alimentare più sicuro
In altre parole, la domanda dei consumatori ha dimostrato che esisteva un vero mercato per il pollo senza antibiotici. È interessante notare che, una volta che Perdue ha iniziato a studiare l’uso di antibiotici, hanno scoperto che i farmaci non funzionano più come una volta.
Fondamentalmente tutti stavano solo seguendo una formula che sapevano aveva funzionato in passato e nessuno si era preso la briga di valutare se qualcosa fosse cambiato. A quanto pare, le cose erano cambiate e la rimozione degli antibiotici in realtà non ha comportato alcuna perdita significativa.
Un’altra domanda era se gli antibiotici potessero prevenire le malattie negli animali che vivevano in condizioni di sovraffollamento. Perdue si rese conto che potevano stimolare il sistema immunitario degli uccelli in altri modi, ad esempio usando erbe e probiotici.
L’ultimo passo che hanno fatto è stato quello di migliorare le condizioni di vita dell’animale, installando finestre nei fienili. La luce solare naturale a sua volta fornisce la protezione naturale della vitamina D. Hanno anche cambiato l’interno per consentire agli uccelli di fare più esercizio fisico e l’opportunità di sbattere le ali.
«[Perdue] sta ancora allevando molti polli, ma non così vicini come una volta», dice McKenna.
«La cosa che è particolarmente magica per me è che tutto ciò che ho appena descritto — offrire ai polli una dieta diversa, lasciarli muovere, esporli alla luce del sole — non sono solo cose che stimolano il sistema immunitario, sono anche cose che creano sapore».
Partecipa anche tu al cambiamento
Il libro di McKenna, Big Chicken, fa un ottimo lavoro nel descrivere come la pressione dei consumatori possa creare cambiamenti enormemente benefici nel nostro sistema alimentare. Ci sono ancora altre modifiche che devono essere apportate.
Per cominciare, i polli sono ancora nutriti con una dieta costituita principalmente da cereali geneticamente modificati (GE) spruzzati con l’erbicida glifosato, che oltre ad essere una tossina ha anche attività antibiotica. Idealmente, i produttori di pollo tornerebbero almeno a utilizzare tutti i cereali non OGM per i loro mangimi.
Considerando il fatto che la maggior parte delle CAFO (operazioni di alimentazione animale concentrata) in altre nazioni sono in grado di allevare con profitto polli su cereali non OGM, dove gli OGM (organismi geneticamente modificati) non sono consentiti, non c’è dubbio che può essere fatto anche negli Stati Uniti. La chiave è continuare a chiederlo. Dobbiamo anche continuare a spingere per il cambiamento in altre aree.
Come notato da McKenna:
«Non possiamo riposare su ciò che abbiamo ottenuto finora. Dobbiamo andare avanti verso gli allevatori di suini, verso gli allevatori di bestiame, verso gli allevatori di pesce. L’allevamento ittico — e soprattutto nei paesi in via di sviluppo, l’allevamento di gamberetti — è un enorme consumatore di antibiotici, che è ancora più influente per l’ecosistema dell’oceano di quanto non lo sia per l’ecosistema della terra.
«Per quanto sembri inutile inviare un messaggio attraverso la pagina Facebook di un’azienda o parlare con il servizio clienti di un supermercato, tutti questi messaggi si sommano. Le persone possono creare più cambiamenti se solo persistono».
«Spero che le persone lo prendano a cuore e cerchino carne priva di antibiotici quando fanno la spesa … Cerca un’etichetta che dica: “Allevato senza antibiotici” e/o “mai con antibiotici”… Non fare affidamento sul biologico, perché lo standard biologico statunitense per il pollo inizia il secondo giorno di vita del pollo».
«Un pollo allevato da un produttore biologico che pensa di fare tutto bene avrebbe potuto ricevere antibiotici, iniettati nel guscio o nel primo giorno di vita per proteggerli nel transito verso il produttore biologico».
«Per me, è tanto importante vedere “mai con antibiotici” o “allevato senza antibiotici” [sull’etichetta] quanto vedere “biologico”, anche se questo copre tanti altri benefici per l’animale. Penso davvero che se le persone continuano a insistere, vedremo più cambiamenti».
Joseph Mercola
Pubblicato originariamente da Mercola.
Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni di Children’s Health Defense.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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