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Bill Gates ha finanziato la società che liberato le zanzare OGM

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La società britannica di biotecnologia Oxitec sta portando avanti il ​​suo controverso piano per il rilascio in Florida di mezzo miliardo di zanzare geneticamente modificate, una nuova forma sperimentale di controllo mirato dei parassiti.

 

L’obiettivo è essenzialmente quello di introdurre una nuova versione geneticamente modificata della zanzara Aedes aegypti – che può diffondere malattie come la dengue e la malaria – in grado di mettere al mondo solo figli maschi,  così da  ridurre gradualmente la popolazione.

 

Una connessione che è passata per lo più ignorata durante il lancio dell’esperimento di rilascio delle zanzare OGM è il coinvolgimento del co-fondatore di Microsoft e filantropo per la salute pubblica Bill Gates

Una connessione che è passata per lo più ignorata durante il lancio dell’esperimento è il coinvolgimento del co-fondatore di Microsoft e filantropo per la salute pubblica Bill Gates nel finanziamento dell’azienda, confermato da Oxitec nel 2018 , attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation. Renovatio 21 scrive ai suoi lettori dei rapporti tra Gates e i programmi a base di zanzare OGM da diversi anni.

 

Torna a galla il fatto che la Gates Foundation abbia promesso circa $ 4,1 milioni a Oxitec nel 2018 per sviluppare una nuova zanzara che avrebbe combattuto la malaria nelle Americhe, nell’Asia meridionale e nell’Africa orientale.

 

Secondo quanto riferito, Oxitec ha anche ricevuto $ 5 milioni per le sue  zanzare Aedes – il tipo previsto per il rilascio in Florida – attraverso l’iniziativa Global Grand Challenges della Gates Foundation nel 2010. Nel frattempo,  Science Magazine ha riferito nel 2010 che la Fondazione Gates aveva elargito $ 19,7 milioni per un progetto a cui ha preso parte Oxitec.

 

La testata americana Futurism contattato Oxitec e la Fondazione Gates per chiarimenti sulla loro relazione.

 

«L’idea che una delle persone più ricche del mondo possa aiutare a portare avanti esperimenti di modifica genetica che vengono scatenati nell’ecosistema aperto è, a dir poco, un argomento delicato»

«Il coinvolgimento di Gates complica l’iniziativa già tanto criticata (…) i critici dicono che potrebbe fallire, ritorcersi contro o aprire le porte ad applicazioni più preoccupanti della tecnologia. E l’idea che una delle persone più ricche del mondo possa aiutare a portare avanti esperimenti di modifica genetica che vengono scatenati nell’ecosistema aperto è, a dir poco, un argomento delicato».

 

L’eradicazione della malaria è da tempo in cima alla lista delle priorità di Gates. La Fondazione Gates ha investito per anni denaro in vari campi come la ricerca sui vaccini contro la malaria, e dal 2016 sta spingendo per l’idea di utilizzare zanzare geneticamente modificate per eliminare la malattia; solo un anno dopo Oxitec terminava il suo primo rilascio di zanzare in massa in Brasile, dove, senza che ora se ne parli più di tanto, l’esperimento è fallito facendo gridare qualche critico alla «catastrofe genetica» – il risultato fu, a quanto si dicono, non l’eliminazione delle zanzare ma la creazione di un ceppo di super-zanzare geneticamente potenziate.

 

In azienda tuttavia il morale è alto. «Le zanzare geneticamente modificate si stanno dimostrando promettenti nel controllo di altre malattie trasmesse da vettori, quindi non vediamo l’ora di esplorare il loro uso insieme a interventi complementari per la malaria», ha detto in un comunicato stampa Philip Welkhoff, direttore della Gates Foundation .

 

Gates è recentemente nell’occhio del ciclone anche del progressismo liberal (di cui è il miliardario preferito) per aver recentemente sostenuto che gli Stati Uniti non dovrebbero condividere le formule del vaccino COVID-19 con i Paesi più poveri. In questo caso della Florida, alcuni aspetti del rilascio di zanzare modificato geneticamente sembrano affrettato, mal comunicato e mal accolto dai residenti locali.

 

Gates è recentemente nell’occhio del ciclone anche del progressismo liberal (di cui è il miliardario preferito) per aver recentemente sostenuto che gli Stati Uniti non dovrebbero condividere le formule del vaccino COVID-19 con i Paesi più poveri

Ulteriormente, l’idea del finanziamento di Gates ad un progetto di oscuramento del sole da poco stoppato in Svezia è una notizia che per una volta è riuscita a bucare ed arriva al mainstream: del resto, parliamo di una cosa talmente grossa – il sole – che fischiettare poteva diventare difficile.

 

Come riportato da Renovatio 21, il rilascio delle zanzare OGM in Florida è ferocemente contrastato da una parte significativa della comunità locale, così come da attivisti ed esperti esterni.

 

Ricordiamo che anche un virologo televisivo ora celeberrimo in Italia, Andrea Crisanti, aveva partecipato al progetto per la creazione di zanzare geneticamente modificate. Crisanti dirigeva a Terni dei laboratori che creavano zanzare GM, prodotte per battere la malaria in Africa. Il progetto, lautamente finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, era dell’Imperial College di Londra, dove lavorava Crisanti prima di trasferirsi a Padova. La storia è visibile sulla serie documentaria di Netflix Unnatural Selection.

 

L’Imperial College, peraltro, è l’istituzione che ha fornito i dati sballati che hanno indotto Johnson a mutare idea e a instaurare il lockdown più draconiano d’Europa, e anche qui lo zampino di Gates c’è.  Sui rapporti tra Bill Gates e Nial Ferguson, lo statistico dell’Imperial College che piombò la Gran Bretagna tutta in lockdown (salvo essere beccato mentre usciva per andare dall’amante) Renovatio 21 ha pubblicato un articolo nel marzo scorso.

L’Imperial College, peraltro, è l’istituzione che ha fornito i dati sballati che hanno indotto Johnson a mutare idea e a instaurare il lockdown più draconiano d’Europa, e anche qui lo zampino di Gates c’è

 

L’Imperial College si è altresì fatto notare poche settimane fa per aver annunciato un nuovo «Human challenge Study», eufemismo orwelliano con il quale si definisce un esperimento dove si infettano deliberatamente delle cavie umane. Nel caso specifico, approvato dal Comitato Etico del Regno Unito (contradicio in adiecto), per testare il vaccino i medici imperialisti hanno infettato ben 90 persone.

 

Il Billo come sapete ora se la passa non benissimo: poverino, sta divorziando. Di questo i giornaloni si sono accorti, di tutto quello che abbiamo scritto sopra, figurarsi.

 

 

 

 

 

Immagine © Renovatio 21

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Trafficante di droga latitante catturato mentre passeggiava con un delfino morto

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La polizia russa ha arrestato un sospettato di traffico di droga di 40 anni, dopo che è stato visto dalle telecamere a circuito chiuso mentre trasportava con disinvoltura quello che è stato descritto come un «delfino morto» nella località di Sochi sul Mar Nero.

 

Un bizzarro video che circola online mostra l’uomo, che era su una lista di ricercati, mentre trasporta il cetaceo defunto nel suo appartamento.

 

La polizia locale ha detto giovedì che dopo aver esaminato il filmato, ha identificato l’uomo come un fuggitivo della regione di Mosca, ricercato con l’accusa di traffico di droga.

 

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La polizia russa ha descritto l’animale come un «delfino morto», anche se i filmati suggeriscono che in realtà si trattasse di una focena, una piccola specie di balena imparentata più con i beluga e i narvali che con i delfini.

 

L’animale era già morto quando il sospettato lo ha trovato sulla spiaggia, ha osservato la polizia, senza spiegare perché avesse deciso di portarlo con sé.

 

Il sospettato è stato preso in custodia nella sua residenza nella cittadina balneare di Adler, appena a sud di Sochi. Tra breve sarà consegnato alle autorità della regione di Mosca per affrontare l’accusa di traffico di droga in quantità eccezionalmente elevate. Se ritenuto colpevole, rischia tra i 15 e i 20 anni dietro le sbarre.

 

Come riportato da Renovatio 21, il traffico di droga e le grandi creature marine si sono incrociati in un’altra storia di questi tempi, quella degli squali strafatti di cocaina a causa dei carichi criminali finiti in mare.

 

È noto che cetacei sono stati addestrati per fini militari, al punto che vi è un beluga in Norvegia sospettato di essere una spia russa. È possibile che le organizzazioni criminali utilizzino  i mammiferi marini per i loro loschi piani?

 

Ci chiediamo quindi: che anche la focena morta del Mar Nero fosse direttamente coinvolta in uno schema di narcotraffico?

 

Dopo le nefandezze viste in questi ultimi mesi da parte di orche, delfini e balenotteri, niente ci potrebbe ancora stupire.

 

Anzi diciamo pure che non vi sarebbe nessuna sorpresa a scoprire che la bestia marina era in realtà il vero capo del traffico criminale.

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Immagine screenshot da Twitter

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Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale

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Gli scienziati dell’Istituto indiano di tecnologia Roorkee, in India, hanno pubblicato un articolo sulla rivista Scientific Reports per discutere della loro scoperta del Vasuki Indicus, una nuova specie di serpente gigante, vissuto circa 47 milioni di anni fa nello Stato indiano del Gujarat.   I resti del gargantuesco serpentone sono stati trovati nella miniera di carbone di Panandhro, nella regione di Kutch. Il suo nome è stato scelto in riferimento al luogo del ritrovamento e alla leggendaria creatura simile a un serpente associata alla divinità induista Shiva.   I ricercatori hanno osservato 27 vertebre, per lo più in buono stato di conservazione e alcune delle quali ancora articolate, che sembrano essere state raccolte da un individuo adulto. I pezzi ossei hanno dimensioni comprese tra 37,5 e 62,7 millimetri in lunghezza e tra 62,4 e 111,4 millimetri in larghezza, indicando un corpo ampio e cilindrico.   Sulla base di queste misurazioni, gli scienziati hanno ipotizzato che l’esemplare di Vasuki Indicus di cui facevano parte potesse raggiungere una lunghezza compresa tra 10,9 e 15,2 metri.   «Il team, guidato da Debajit Datta e Sunil Bajpai, ha scoperto i resti fossili della specie, che poteva raggiungere una lunghezza stimata tra gli 11 e i 15 metri, praticamente quanto uno scuolabus» scrive La Stampa.   Tuttavia non è dato sapere quanto letale per l’uomo potrebbe essere stato il rettilone. Sappiamo invece perfettamente quando posso ferire, di questi tempi, il suo termine di paragone, lo scuolabus.   «Autista dello scuolabus ha un malore e muore a Chiavari: aveva appena concluso il giro con i bambini»: Il Messaggero di due settimane fa.   «Incidente a Cittadella: autista di scuolabus ha un malore e va a sbattere contro una corriera». Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2023.   La Spezia, maggio 2022: «Malore improvviso per l’autista dello scuolabus, mezzo fa un volo di venti metri». Lo riporta La Città della Spezia.   «Padova, autista di scuolabus muore alla guida». Automoto, ottobre 2023.   Corridonia, provincia di Macerata: «Malore fatale in strada, arrivano i soccorsi e uno scuolabus resta bloccato sui binari mentre arriva il treno». Il Resto del Carlino, il mese scorso.   Ottobre 2023: «Autista di scuolabus ha un malore alla guida: Jessica muore a 15 anni schiacciata dal mezzo». Lo riporta il Corriere Adriatico.   Stati Uniti, aprile 2023: «L’autista dello scuolabus ha un malore: studente di 13 anni prende il controllo del mezzo».   Roma, dicembre 2022: «Scuolabus fuori strada a Roma, paura per 41 bambini: Malore dell’autista». Lo riporta IlSussidiario.net.   Renovatio 21 ha riportato tanti altri casi.   «I ricercatori ipotizzano inoltre che il predatore preistorico cacciasse in modo lento, come le anaconde» scrivono gli scienziati scopritori del serpentazzo indico.   Abbiamo imparato invece che il suo termine di paragone, lo scuolabus, miete vittime all’improvviso.   «Malori improvvisi» del conducente, che rischiano di tirare giù con loro le vite di diecine di bimbi trasportati.   E quindi: cosa è più pericoloso? Il boa preistorico di 15 metri o mandare il proprio figlio a scuola?

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49 sadiche orche assassine stanno scioccando i biologi marini

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Gli scienziati conoscono tre distinti ecotipi di orche assassine – offshore, transitorie e residenti – che compongono la popolazione di orche lungo la costa della California e dell’Oregon. Tuttavia un nuovo studio suggerisce, attingendo ai dati raccolti in più di 25 anni, che potrebbe esserci un quarto gruppo in agguato nell’oceano aperto, che mostra attributi fisici, modelli alimentari e strategie di caccia diversi. Lo riporta la rivista scientifica americana Popular Mechanics.

 

Gli scienziati dell’Università della British Columbia (UBC) hanno probabilmente identificato un nuovo gruppo di orche situato lontano dalla costa della California e dell’Oregon in grado di comunicare con un nuovo «dialetto».

 

Si tratta di un gruppo di 49 cetacei assassini avvistati durante nove incontri dal 1997 al 2021. Gli scienziati ipotizzano che un nuovo gruppo potrebbe essersi formato in mare aperto, anche se non escludono la possibilità che si tratti di una sottopopolazione di un altro gruppo. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Aquatic Mammals.

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Esistono tre ecotipi di orche, forme distinte all’interno di una specie, che vivono al largo delle coste della California e dell’Oregone: orche residenti, orche dette offshore ed orche transitorie. Queste orche differiscono fisicamente (pinne arrotondate o appuntite, ecc…), comportamentali e alimentari.

 

I ricercatori ora sostengono che un quarto ecotipo, attualmente ancora senza nome, potrebbe esistere anche più lontano, in mare aperto. Analizzando le 49 orche avvistate in nove incontri, nessuna di loro è stata abbinata a nessuno dei tre gruppi di orche. Ma sono stati i loro crudeli schemi di caccia a stupire davvero i ricercatori.

 

«In uno dei primi incontri che i ricercatori hanno avuto con un branco di queste orche oceaniche, sono stati osservati mentre affrontavano un branco di nove capodogli femmine adulte, per poi scappare con un esemplare. È la prima volta che le orche assassine attaccano i capodogli sulla costa occidentale», ha detto in un comunicato stampa il primo autore Josh McInnes, uno studente di master alla UBC. «Altri incontri includono un attacco a un capodoglio pigmeo, la predazione di un elefante marino settentrionale e del delfino di Risso [detto anche grampo, ndr], e quella che sembrava essere una pausa post-pasto dopo aver mangiato una tartaruga liuto».

 

I dati raccolti descrivono questo branco come particolarmente aggressivo nella caccia rispetto alle altre orche. Orche assassine e stragiste – come sempre. Sadiche e infami. Come dimostra un altro particolare interessante.

 

I ricercatori hanno infatti notato anche un’altra caratteristica comune a quasi tutte le 49 orche: uno schema regolare del morso di un particolare squalo.

 

Tali cicatrici sono un regalo d’addio dello squalo tagliatore (Isistius brasiliensis), che fornisce un indizio significativo per discernere dove risiede abitualmente questa distinta popolazione di orche. Questi piccoli squali, che non superano mai il mezzo metro, usano labbra succhiatrici e denti appuntiti per lanciarsi sugli animali e poi girano il corpo per lasciare un foro a forma di stampino per biscotti (da cui il nome) dalla preda.

 

Insomma, la banda di orche sadiche ha il suo «tatuaggio»…

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Il problema delle orche teppiste andrebbe risolto una volta per tutte – e ad ogni latitudine del pianeta.

 

Renovatio 21 si è occupata varie volte della teppa di orche debosciate che incrocia presso Gibilterra, che ha scatenato qualcosa come un attacco al giorno, con la teppa cetacea a minacciare anche le spiagge spagnuole.

 

 

 

Tuttavia gli esempi del comportamento inaccettabile da parte di questi animali – che mascherano la loro malvagità impadronendosi dei colori del panda, simbolo delle specie protette – non accennano a fermarsi: solo la settimana scorsa a Mossel Bay, in Sud Africa, un’orca assassina ha sbranato dinanzi ad un pubblico umano uno squalo bianco, che è invece davvero una specie protetta dal CITES. La creatura, dopo aver assassinato il pescecane, ne avrebbe consumato pubblicamente il fegato.

 

Da tempo oramai Renovatio 21 chiede un la creazione di un movimento internazionale per sistemare il comportamento dei cetacei, chiaramente divenuto sconcio, indecente, immorale, scurrile, impudico, dissoluto, licenzioso, depravato, lascivo, volgare, sporco, laido, scostumato, svergognato, lubrico, scandaloso, turpe, disonesto e pericoloso.

 

Rilanciamo in nostro appello: quosque tandem… Fino a quando gli oceani, e l’umanità, dovranno sopportare lo scandalo di queste bestie prive di pudore?

 

Quanto ancora dovremmo tollerare i soprusi delle orche assassine, e bastarde, e infami, e maledette, e stronze?

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