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Genetica

Zanzare, gene-drive e future pandemie

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Renovatio 21 pubblica il comunicato del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB).

 

 

Nel corso dell’estate 2023 gli italiani hanno avuto modo di sperimentare la multiforme pervasività delle restrizioni imposte dall’agenda emergenziale che le élites finanziarie globali stanno attuando al di sopra e al di là dei governi nazionali e delle loro dichiarazioni di intenti, talvolta di pura facciata.

 

Esempio eclatante di tale pervasività è offerto dall’entrata in vigore del Digital Service Act (DSA) che concretizzerà i peggiori incubi orwelliani attribuendo alla Commissione europea – ossia a un organo che di fatto non risponde ad alcuno –  l’autorità per esercitare non solo il potere di censurare le informazioni trasmesse per via digitale, ma anche di decidere l’attendibilità delle fonti relative e dunque di creare una verità unica da propalare: ciò che, se da una parte costituisce un macroscopico attentato alla libertà d’espressione e d’informazione, dall’altra ha il merito di rendere evidente, a chi ha occhi per vedere, l’incolmabile divario che separa ogni atto della Commissione Europea dal modello consolidato di democrazia.

 

Tuttavia, più che dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la principale minaccia alla libertà e alla vita stessa dei cittadini europei deriverà – come sempre – dagli sviluppi della biomedicina e delle biotecnologie.

 

Dopo la cosiddetta campagna vaccinale anti-COVID, centrata sull’impiego di terapie geniche suscettibili di interagire con il DNA umano e la sua espressione e di produrre effetti avversi imprevedibili nel breve come nel lungo periodo, e proprio per questo funzionali agli interessi dell’industria farmaceutica, le élites di cui sopra hanno concentrato l’attenzione sul gene-drive, ossia sulla tecnica di biologia sintetica in grado di aumentare il tasso di ereditarietà di una determinata caratteristica genetica all’interno di una popolazione, allo scopo principale di ridurre la popolazione medesima. (1)

 

Note anche come genetic extinction technologies (2), le tecniche di gene-drive interferiscono in modo particolarmente incisivo con le leggi naturali e determinano rischi per la biodiversità, l’ecosistema e la stessa vita umana di cui non è possibile apprezzare compiutamente la portata, tenuto conto dell’incertezza scientifica che circonda le modalità e i risultati sperimentali, da una parte, e dell’ampiezza delle maglie della normativa internazionale rilevante, dall’altra. (3)

 

L’esempio più noto in tal senso è quello relativo alle zanzare portatrici del patogeno responsabile della malaria – malattia prevenibile mediante l’assunzione di farmaci di uso consolidato – che vengono geneticamente modificate allo scopo di determinare la loro auto-estinzione e, con esse, la scomparsa della malattia: è ovvio, infatti, che il primo dei due esiti attesi (l’estinzione delle zanzare), pur essendo presentato come un risultato positivo, determina di fatto una riduzione della diversità biologica e collide con la disciplina internazionale concernente la responsabilità e i risarcimenti per i casi di danno alla biodiversità, di cui al Protocollo di Nagoya-Kuala Lumpur del 2010.

 

L’esempio delle zanzare si rivela particolarmente efficace alla luce delle notizie che imputano a questo insetto la diffusione di alcune rare patologie in habitat molto diversi da quelli d’origine, come nel caso della febbre Dengue in Lombardia e in Toscana e del virus Usutu in Sardegna (5). È infatti ragionevole prevedere che casi del genere, insieme ad altri opportunamente enfatizzati da certa stampa (6), offriranno il destro agli stakeholders per esercitare azioni di pressione sulle autorità politiche, a tutti i livelli, affinché le tecniche di gene-drive siano indicate come le sole in grado di affrontare efficacemente le crisi sanitarie che potrebbero derivare dalla diffusione delle patologie richiamate. (7)

 

Anche da questo punto di vista il gene-drive apre una nuova fase: se, in passato, il ricorso alle biotecnologie poggiava su considerazioni di natura essenzialmente economica, oggi il consenso che circonda la biologia sintetica deriva, più che dalla convergenza di interessi finanziari (8), dal primato assunto nella società contemporanea dalla tecno-scienza e dalla biopolitica.

 

È in questo senso che va interpretata, ad esempio, la singolare decisione con cui la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, tenutasi a Cancun nel dicembre 2016, ha respinto la proposta di moratoria sul gene-drive, ossia su una tecnica che ha tra i suoi scopi dichiarati proprio la riduzione della diversità biologica.

 

Altrettanto significative appaiono, nella prospettiva indicata, le dichiarazioni di organismi che, pur definendosi etici, non esitano a ossequiare la capacità del gene-drive «di … estinguere altre specie in modo mirato, rapido, efficace e quasi automatico» e costruiscono nuovi paradigmi culturali a esso funzionali affermando che il fine primario del progresso scientifico non è più «la conoscenza fine a sé stessa, ma la riduzione delle sofferenze umane». (10)

 

Sulla scorta di tali viatici, e stante l’indeterminatezza della nozione di «sofferenza umana», gli stakeholders avranno buon gioco nel giustificare l’impiego delle tecniche di gene-drive allo scopo di modificare geneticamente zanzare (o altri insetti ematofagi e in prospettiva anche acari, artropodi, mammiferi quali i pipistrelli o qualsiasi altro vettore utile) per veicolare a distanza – superando al volo le resistenze di critici e dubbiosi – vaccini e terapie destinati a salvare l’umanità da grandi flagelli e future pandemie. (11)

 

Ma si può andare ancora oltre, perché nulla esclude che in futuro il gene-drive sarà utilizzato per modificare geneticamente vettori in grado di diffondere agenti patogeni al fine di innescare – secondo una versione aggiornata di guerra batteriologica – quella drastica riduzione dell’umanità che taluni reputano necessaria allo scopo di limitare le emissioni antropiche di CO2 e assicurare così la stabilità del clima a vantaggio dei fortunati (scelti da chi?) che sopravviveranno.

 

Ricordando che fin dal 2018 l’Unione europea ha definito «grande flagello» qualsiasi «malattia prevenibile da vaccino», indipendentemente dalla sua gravità, e ha raccomandato agli Stati di attuare «un approccio alla vaccinazione sull’intero arco della vita» (12), c’è da chiedersi quanti, in buona fede, e soprattutto dopo l’affaire COVID, si sentirebbero di escludere scenari biopolitici come quelli appena descritti. 

 

In vista di questi e altri possibili sviluppi, il CIEB sollecita il pubblico a prendere coscienza:

 

  •  dell’autoreferenzialità del progresso tecnologico e del fatto che la convergenza delle tecnologie (ingegneria genetica, biologia sintetica, nanotecnologie, bioinformatica, robotica, etc.) è finalizzata, più che a svolgere funzioni di utilità sociale, a concentrare ulteriore potere nelle mani dei soggetti che già oggi controllano la vita di miliardi di individui regolando l’accesso alle fonti primarie della sopravvivenza, ossia alle risorse alimentari e sanitarie;

 

  • del fatto che le tecniche di gene-drive suscitano macroscopici dilemmi etici in quanto volte a riprogrammare le caratteristiche genetiche degli organismi viventi allo scopo esplicito di estinguere intere specie, creando al contempo ex novo sistemi biologici artificiali le cui proprietà e funzionalità costituiranno – in una rinnovata prospettiva eugenetica – invenzioni biotecnologiche coperte da brevetto;

 

  • del fatto che, al di là delle ottimistiche e rassicuranti dichiarazioni degli stakeholders, l’accesso alle eventuali applicazioni biomediche di queste invenzioni sarà non solo rischioso, ma anche costoso e discriminatorio e quindi in contrasto con i principi bioetici di beneficenza, non maleficenza e giustizia;

 

  • del fatto che, curiosamente, solo una parte del mondo scientifico viene interpellata e coinvolta dagli stakeholder – e conseguentemente dai media e dalla politica – nella definizione dei rischi collegati alle tecniche in parola e delle relative strategie di governance.

 

Il CIEB, inoltre, chiede al Governo italiano di valutare se le tecniche di gene-drive integrino le fattispecie vietate dai trattati internazionali sulle armi di distruzione di massa, con specifico riferimento alla Convenzione di Washington, Mosca e Londra sulle armi biologiche del 1972 e alla Convenzione di Parigi e New York sulle armi chimiche del 1993, e, nel caso, di adottare i provvedimenti necessari.

 

Il CIEB, infine, invita il Governo e i media italiani a promuovere finalmente un dibattito pubblico trasparente e oggettivo sui rischi suscitati dalle tecniche di gene-drive, che coinvolga in particolare ricercatori scevri da conflitti di interesse e svincolati da schieramenti (bio)politici.  

 

 

CIEB, 31 agosto 2023

 

 

NOTE

1)  A differenza delle biotecnologie, che utilizzano organismi viventi per degradare o trasformare materie prime allo scopo di ottenere determinati prodotti, la biologia sintetica mira a ridisegnare i circuiti metabolici e genetici degli organismi viventi per costruire ex novo strutture, funzionalità e interi organismi artificiali, non esistenti in natura: a tali scopi la biologia sintetica interagisce con la bioingegneria, la biologia computazionale, la bioinformatica e la robotica. In via generale e introduttiva delle problematiche che saranno esaminate nel presente Parere, si ricorda che le tecniche di gene-drive, oggetto di sperimentazione da circa vent’anni, sono state e sono ampiamente finanziate dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), l’agenzia del Dipartimento della difesa del governo degli Stati Uniti d’America incaricata di sviluppare nuove tecnologie per uso militare.

2)  Altra espressione fortemente evocativa degli scopi del gene-drive è Genocidal Genes (geni genocidi). Per una rassegna dei rischi suscitati dalla tecnica in parola, di cui si dirà di seguito nel testo, si veda l’appello contro il gene-drive intitolato A Call for Conservation with a Conscience: No Place for Gene Drives in Conservation lanciato dal gruppo internazionale di scienziati impegnato nella prevenzione dell’Erosione dei diritti, nel controllo delle Tecnologie invasive e nel monitoraggio della Concentrazione di potere finanziario (ETC Group) fondato, tra gli altri, dalla celebre etologa Jane Goodall. L’appello in questione è riportato in https://www.etcgroup.org/files/files/final_gene_drive_letter.pdf

3)  Il riferimento è ai protocolli addizionali alla Convenzione sulla diversità biologica firmata a Rio de Janeiro nel 1992, ossia al Protocollo di Cartagena del 2000 sulla biosicurezza e al Protocollo di Nagoya del 2010 sull’accesso alle risorse genetiche e l’equa condivisione dei benefici derivanti dal loro utilizzo, nonché al Protocollo di Nagoya-Kuala Lumpur del 2010, addizionale al citato Protocollo di Cartagena, in materia di responsabilità e risarcimenti in caso di danno alla biodiversità. 

4) Recentemente, il «Polo GGB (Genomica, genetica e biotecnologie)» di Terni (…) ha annunciato di essere riuscito a modificare geneticamente, in laboratorio, le zanzare Anopheles portatrici del protozoo Plasmodium responsabile della malaria, allo scopo di determinarne l’estinzione. Senza nulla togliere alla veridicità di questi annunci, va ricordato che pochi anni fa dichiarazioni relative ad analoghe sperimentazioni si sono rivelate fallaci e fonte di contenziosi legali, come nel caso del progetto di rilascio nelle isole Cayman di zanzare Aedes aegypti geneticamente modificate: cfr. https://biosafety-info.net/articles/agriculture-organisms/insectsmicroorganisms/cayman-islands-abandons-failed-gm-mosquito-project/. A ciò si aggiunga l’eventualità che le zanzare geneticamente modificate sopravvivano alla programmata estinzione e trasmettano il gene-drive alle generazioni successive, o ad altre specie, provocando effetti imprevedibili nel lungo periodo, quali la resistenza a determinati farmaci: cfr. J. Cotter-D. Perls, Gene-edited organisms in agriculture: Risks and unexpected consequences, in https://foe.org/wp-content/uploads/2018/09/FOE_GenomeEditingAgReport_final.pdf. Del resto, la storia degli interventi dell’uomo sugli equilibri naturali è costellata di macroscopici errori, tra cui può ricordarsi il tentativo compiuto alla fine degli anni Cinquanta nella Cina di Mao Zedong di sterminare passeri e topi per salvaguardare i raccolti, che invece causò una carestia senza precedenti e decine di milioni di morti: https://www.vanillamagazine.it/la-campagna-di-sterminio-del-passero-in-cina-fu-tra-le-cause-del-peggior-disastro-ambientale-della-storia-1/

5) Cfr. https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/08/24/news/virus_dengue_nuovi_casi_lombardia_screening_castiglione_adda-412170391/, nonché https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2023/08/28/zanzare-positive-al-virus-usutu-a-oristano-primo-caso-del-2023_f60191f0-159f-4126-81c1-9e2d926370f7.html

6) È il caso della presunta endemizzazione della febbre del Nilo in Piemonte e in Emilia Romagna: https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2023/08/febbre-del-nilo-13-casi-in-piemonte-con-due-morti-6ec732e4-6207-4535-9a53-04d0c44169f5.html

7) Per una panoramica degli orientamenti in materia cfr. A. Kelsey-D. Stillinger-T. Binh Pham-J. Murphy-S. Firth-R. Carballar-Lejarazù, Global Governing Bodies: A Pathway for Gene Drive Governance for Vector Mosquito Control, in https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7470596/, nonché M. Mohanti, What if we used mosquitoes to vaccinate people? Japan actually did, In https://www.indiatimes.com/technology/science-and-future/mosquitoes-vaccination-carriers-japan-study-538324.html.

8) Secondo alcune stime, il settore svilupperà un volume di affari di circa 85 miliardi di dollari entro il 2030.

9) Cfr. https://www.pologgb.com/gene-drive-la-commissione-un-sulla-biodiversita-respinge-la-moratoria/.

10) Cfr. il parere del Comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi intitolato «Gene-drive e responsabilità ecologica», in https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/malaria-e-zanzare-il-gene-drive-funziona.

11) A proposito dell’abusato termine «pandemia», è il caso di ricordare che di esso non esiste una definizione unanimemente condivisa, né sul piano medico né su quello giuridico, e che la stessa identificazione dei suoi elementi costitutivi (cause, estensione geografica, gravità) resta a tutt’oggi controversa. 

12) Cfr. il Parere n. 7 del CIEB riportato in https://www.ecsel.org/wp-content/uploads/2022/03/VII-Parere-del-CIEB.pdf.

 

 

Il testo ufficiale del presente Parere è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb

 

 

 

 

 

Renovatio 21pubblica questo comunicato per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Animali

Clonato furetto in via di estinzione

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L’US Fish and Wildlife Service ha annunciato che un furetto dai piedi neri (mustela nigripes) clonato ha appena prodotto la prima prole apparentemente «sana». Si tratta della prima volta che una specie in via di estinzione clonata si riproduce negli Stati Uniti, costituendo, secondo quanto comunicato, un «risultato rivoluzionario nella ricerca sulle specie in via di estinzione».

 

La creatura clonata, di nome Antonia, ha dato alla luce due cuccioli sani allo Smithsonian National Zoo and Conservation Biology Institute (NZCBI) in Virginia, dopo essersi accoppiato con un maschio di 3 anni nato naturalmente.

 

All’inizio di quest’anno, Antonia è stata clonata da campioni di tessuto conservati presso il Frozen Zoo della San Diego Zoo Wildlife Alliance nel lontano 1988, ben 35 anni fa.

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Gli scienziati dell’USFWS addetti al programma di recupero del furetto, hanno dato seguito a questo primo grande risultato, continuando la discendenza genetica di una specie che ormai dipende da un pool genetico estremamente limitato, derivato da soli sette singoli antenati furetti. Ciò significa che il furetto dai piedi neri è estremamente vulnerabile, specialmente in condizioni ambientali mutevoli, ma con una nuova linea di discendenza, la specie ha una nuova possibilità di continuare la sua eredità.

 

Secondo l’USFWS, i campioni di tessuto da cui è stata clonata il mustelide contengono tre volte la diversità genetica dell’attuale popolazione della specie, il che significa che la sua prole potrebbe contribuire notevolmente ad approfondire la diversità genetica della specie.

 

Secondo alcune stime, all’inizio del 1900, c’erano fino a un milione di furetti dai piedi neri, ma alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, la specie è stata ritenuta estinta a causa dell’espansione agricola e dell’eradicazione del cane della prateria, che rappresentava un 90% della sua alimentazione.

 

«Questo progetto rappresenta una pietra miliare storica nella storia della conservazione», ha affermato Ryan Phelan il co-fondatore di Revive & Restore, partner di questo esperimento. «Per la prima volta, possiamo affermare con certezza che la clonazione ha contribuito a una variazione genetica significativa in una popolazione riproduttiva. Man mano che questi cuccioli avanzano nel programma di riproduzione, l’impatto di questo lavoro si moltiplicherà, creando nel tempo una popolazione più robusta e resiliente».

 

Come riportato da Renovatio21, «replicare» animali non è certo una novità, almeno dai tempi della notoria pecora Dolly.

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Pochi anni fa ricercatori dell’Università cinese di Nankai hanno affermato di aver clonato alcuni maiali attraverso un processo completamente automatizzato. Una scrofa surrogata avrebbe dato alla luce sette maialini clonati presso l’università cinese.

 

La clonazione di cani, gatti, cavalli ed altri animali domestici è una realtà, per chi può permetterselo, da diversi anni. Il processo prevede l’estrazione del DNA dall’amato animale domestico per produrre embrioni che sono la sua replica genetica esatta da collocare all’interno di una madre surrogata per svilupparsi fino alla nascita.

 

Un possessore di cani clonati sarebbe il presidente argentino Javier Milei, il quale, è stato detto dalla stampa, sarebbe pure in contatto medianico con il quattrozampe originario. Il clonaggio di animali domestici, che sono destinatari di grande investimento affettivo da parte delle persone, ci avvicina giocoforza alla piena accettazione della clonazione umana.

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Immagine di USFWS Mountain Prairie via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine ingrandita
 

 

 

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Cancro

Le amministrazioni Biden e Trump impegnano miliardi di dollari per le tecnologie dei vaccini a mRNA

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Il 19 gennaio, l’amministrazione Biden ha assegnato 590 milioni di dollari a Moderna per sviluppare vaccini antinfluenzali a mRNA con «potenziale pandemico». Il 21 gennaio, il suo secondo giorno in carica, il presidente Donald Trump ha annunciato il suo sostegno alla Stargate Initiative da 500 miliardi di dollari delle Big Tech, focalizzata in parte su soluzioni sanitarie basate su mRNA.   La scorsa settimana le amministrazioni Biden e Trump hanno investito denaro e peso politico nello sviluppo del vaccino a mRNA, scatenando la reazione dei critici preoccupati per i gravi problemi di sicurezza ed efficacia legati a questa tecnologia.   Venerdì l’amministrazione Biden ha assegnato a Moderna 590 milioni di dollari per finanziare il suo lavoro sui vaccini a mRNA per l’influenza aviaria e altri ceppi influenzali con «potenziale pandemico», ha annunciato il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti.   Nel corso di una conferenza stampa tenutasi il suo secondo giorno in carica, Trump ha espresso il suo sostegno politico a un progetto del settore privato da 500 miliardi di dollari denominato Stargate.   La joint venture è tra OpenAI, Oracle, SoftBank e altri per finanziare infrastrutture per l’intelligenza artificiale (IA). Parte di quel progetto riguarda l’IA per la diagnosi precoce del cancro e la rapida creazione di vaccini contro il cancro a mRNA.   L’amministrazione Trump ha sviluppato i vaccini mRNA contro il COVID-19 nell’ambito dell’operazione Warp Speed ​​nel 2020. Dopo che Trump ha lasciato l’incarico, l’amministrazione Biden ha investito miliardi nello sviluppo del vaccino mRNA.   Considerato l’appoggio di Trump al movimento MAHA e la nomina di Robert F. Kennedy Jr. alla guida dell’HHS, alcuni hanno previsto che la sua seconda amministrazione avrebbe potuto assumere una posizione più critica nei confronti di tali vaccini.   «È profondamente preoccupante, anche se non del tutto sorprendente, che la nuova amministrazione Trump continui a perseguire massicci finanziamenti per la tecnologia mRNA, comprese le terapie speculative contro il cancro», ha detto l’autore ed esperto di salute naturale Sayer Ji a The Defender.   «Questa direzione sottolinea un preoccupante sostegno bipartisan alle biotecnologie sperimentali, nonostante le ricadute catastrofiche dei vaccini mRNA COVID-19, che sono stati collegati a eventi avversi, disabilità e decessi senza precedenti», ha aggiunto.

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Biden dà un’ultima manna a Moderna

L’amministrazione Biden ha assegnato a Moderna 590 milioni di dollari tramite la Biomedical Advanced Research and Development Authority ( BARDA) dell’HHS, che collabora con Moderna dal 2023 per sviluppare vaccini a mRNA per vaccini antinfluenzali con potenziale pandemico, tra cui l’influenza aviaria A.   L’anno scorso la BARDA ha donato alla società biotecnologica 176 milioni di dollari nell’ambito della stessa iniziativa.   HHS ha affermato che il nuovo round di finanziamenti aiuterà Moderna ad accelerare lo sviluppo di un vaccino contro l’influenza aviaria abbinato ai ceppi attualmente in circolazione nei bovini e negli uccelli. Amplierà inoltre i dati clinici necessari se dovessero emergere altri ceppi di influenza con potenziale pandemico.   Moderna ha affermato in una nota che intende lanciare uno studio di fase 3 per il suo vaccino sperimentale contro l’influenza pandemica (mRNA-1018) dopo i risultati «positivi» della fase 1/2, che saranno resi pubblici in una prossima riunione.   «Mi sembra che questa notte e questa azione di nebbia dell’ultimo minuto da parte dell’amministrazione Biden siano progettate per spalare più soldi possibile a Moderna per mitigare il rischio rappresentato da Robert Kennedy, a patto che ottenga la conferma del Senato», ha detto John Leake della McCullough Foundation a The Defender. «Mettere un freno a tutto questo è un’interpretazione plausibile».   Con il finanziamento, Moderna progetterà e testerà anche un vaccino contro l’influenza pandemica H7N9 in una sperimentazione di fase 3. L’azienda progetterà fino a quattro altri vaccini «nuovi per l’influenza pandemica» che testerà in studi preliminari di sicurezza e immunogenicità.   «La tecnologia mRNA completerà la tecnologia vaccinale esistente, consentendoci di muoverci più velocemente e di colpire meglio i virus emergenti per proteggere gli americani dalle future pandemie», ha affermato Dawn O’Connell, Assistente Segretario per la Preparazione e la Risposta (ASPR). BARDA fa parte dell’ASPR all’interno dell’HHS.   Il premio è l’ultimo componente del portafoglio di contromisure mediche della Divisione per l’influenza e le malattie infettive emergenti della BARDA, destinata a continuare a effettuare importanti investimenti in «contromisure mediche» per potenziali pandemie come parte del piano strategico 2022-2026 della BARDA.   BARDA gestisce i finanziamenti attraverso il suo Rapid Response Partnership Vehicle (RRPV), uno strumento finanziario tecnico che le consente di finanziare l’industria privata attraverso collaborazioni che non sono soggette alle stesse normative di altri finanziamenti federali.   Il 16 gennaio, il giorno prima che l’HHS annunciasse i 590 milioni di dollari per Moderna, l’agenzia ha annunciato un altro premio di 211 milioni di dollari al RRPV di BARDA per «sostenere lo sviluppo e la capacità di produzione a lungo termine di una piattaforma tecnologica per vaccini basata sull’RNA per combattere le biominacce in evoluzione del 21° secolo».   RRPV sta sollecitando proposte per sviluppatori di vaccini mRNA per sviluppare una vasta capacità di risposta. Cerca proposte che prima sviluppino vaccini antinfluenzali mRNA e poi, una volta concessa la licenza, si concentrino su esercitazioni continue di preparazione alla pandemia. Le domande devono essere presentate entro il 31 gennaio.

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Trump sostiene con forza la tecnologia mRNA

Sebbene l’amministrazione Trump non abbia promesso finanziamenti per Stargate, il presidente ha appoggiato l’iniziativa e annullato un ordine esecutivo dell’amministrazione Biden che, secondo i repubblicani, ostacolava lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.   «Darò un grande aiuto attraverso le dichiarazioni di emergenza, perché abbiamo un’emergenza, dobbiamo costruire questa roba», ha detto Trump.   Durante la conferenza stampa che annunciava l’iniziativa, il co-fondatore di Oracle Larry Ellison ha decantato la promessa dell’intelligenza artificiale e dei vaccini a mRNA. Ha affermato che l’intelligenza artificiale sarebbe in grado di rilevare il cancro nelle sue fasi iniziali e personalizzare i vaccini a mRNA per curarli entro 48 ore.   I critici hanno sottolineato il numero senza precedenti di effetti avversi associati ai vaccini a mRNA esistenti, la mancanza di successo finora riscontrata nei vaccini contro il cancro e le preoccupazioni etiche associate ai vaccini contro il COVID-19, ha scritto Ji su Substack.   «Non è un vaccino», ha detto Mary Holland, CEO di Children’s Health Defense, commentando il concetto. «È una terapia genica. Quello che abbiamo visto dalle iniezioni di mRNA per il COVID è che sono state disastrose per il sistema immunitario». Holland ha osservato che le iniezioni stesse sono state collegate ai tumori turbo.   Anche altri esperti hanno messo in dubbio l’idea. «Non accadrà», ha scritto l’oncologo Vinay Prasad sul suo Substack.   Prasad ha affermato che centinaia di vaccini terapeutici contro il cancro sono stati studiati e hanno fallito. Quello che ha ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration statunitense ha prolungato la sopravvivenza di soli quattro mesi.   Non c’è motivo per cui i vaccini a mRNA dovrebbero avere maggiore successo, dato il sistema immunitario compromesso dei pazienti oncologici, ha aggiunto.   Inoltre, ha detto Prasad, i vaccini mRNA, «hanno chiaramente una tossicità unica e idiosincratica. Poiché sono stati spinti così tanto per il COVID-19, c’è una grande fetta del pubblico che non li vuole. Hanno domande inesplorate sulla sicurezza a lungo termine. Non farò la fila per prenderne».   Ji ha dichiarato al The Defender che il sostegno di Trump all’iniziativa è stato «particolarmente scoraggiante» per il movimento MAHA.   «Trump si è candidato su una piattaforma di sovranità sanitaria e libertà, eppure questa iniziativa Stargate sembra un allontanamento significativo da quei valori», ha detto Ji. Ha aggiunto:

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«Invece di investire in approcci rigenerativi e auto-guaritori alla salute e di affrontare le cause profonde di malattie come il cancro, le risorse vengono convogliate in una tecnologia che molti considerano intrinsecamente transgenica e transumanistica, violando i principi fondamentali della salute e della dignità umana».   Leake, critico dei vaccini anti-COVID-19 e del potere concentrato nel complesso biofarmaceutico, ha affermato di essere meno preoccupato delle dichiarazioni di Ellison rispetto ad altri.   Ha scritto su Substack che pensa che sia meglio per Trump «catturare i Nerd Miliardari» piuttosto che evitarli. Ha detto a The Defender che i miliardari della tecnologia hanno già così tanto potere sullo stato profondo e sulla legislatura che pragmaticamente, Trump dovrà negoziare con loro.   «Trump non ha controllo sulla lingua di Larry Ellison. Larry Ellison dirà ciò che Larry vuole dire», ha detto. «Ciò non significa che in qualsiasi accordo del governo degli Stati Uniti che alla fine verrà consumato con Larry Ellison come partner, le sue fantasie sull’mRNA debbano essere realizzate. Sono solo sproloqui di Larry Ellison».   Anche Elon Musk ha messo in dubbio le affermazioni sbandierate nella conferenza stampa. Ha scritto su X che le aziende «in realtà non hanno i soldi» per sostenere il loro investimento infrastrutturale promesso.   Brenda Baletti Ph.D.   © 22 gennaio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Genetica

Azienda torna a far parlare del progetto di resuscitare i mammutti

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La Colossal Biosciences, con sede in Texas, si propone di salvare dall’estinzione il mammut lanoso, la tigre della Tasmania e il dodo, e ha appena raccolto altri 200 milioni di dollari per i progetti.

 

La startup è guidata dall’imprenditore di intelligenza artificiale Ben Lamm, che ha dichiarato a Bloomberg che Colossal è sulla buona strada per avere un cucciolo di mammut entro il 2028.

 

«Non faremo nulla finché non avremo i genomi corretti», ha detto Lamm in un’intervista rilasciata mercoledì a Bloomberg Technology.

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L’azienda, che può dirsi ufficialmente nel business (se ne esiste uno) di quella che si chiama «de-estinzione» (fenomeno descritto ampiamente nel romanzo di Michele Crichton Jurassic Park, poi divenuto filmone hollywoodyano nel 1992 con Steven Spielberg – sarebbe attualmente nella «fase di editing» del progetto, con la tigre della Tasmania, o tilacino, «in realtà in anticipo sui tempi previsti», ha affermato il Lamm.

 

Un team di 17 persone sta lavorando su uteri artificiali, il primo dei quali dovrebbe essere pronto entro due anni, ha aggiunto.

 

Colossal ha una valutazione di mercato di oltre 10 miliardi di dollari e ha raccolto un totale di 435 milioni di dollari in contanti, inclusa l’iniezione più recente di 200 milioni di dollari dall’investitore TWG Global.

 

TWG è rimasta colpita dalle «significative innovazioni tecnologiche e dall’impatto di Colossal nel promuovere la conservazione», ha affermato in una nota il CEO dell’investitore, Mark Walter.

 

Lamm ha dichiarato a Bloomberg che il suo progetto è stato ispirato dalle previsioni secondo cui la Terra avrebbe perso il 15% della sua biodiversità entro il 2050, stima poi aggiornata al 50%.

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«Sarebbe meglio avere un kit di strumenti per la de-estinzione e non averne bisogno piuttosto che averne bisogno e non averlo», ha affermato.

 

Come riportato da Renovatio 21, il progetto di de-estinzione del mammut è risalente, e adduce talvolta grotteschi argomenti di natura ecologica, oltre che di intrattenimento, quando è chiaro a tutti che si tratta di pura hybris frankensteiniana di scienziati e fiancheggiatori miliardari vari.

 

Nel dicembre 2023, il miliardario russo Andrei Melnichenko ha dichiarato di aver stretto una partnership con Colossal per sviluppare un «Pleistocene Park». Al vertice sul clima COP28 di Dubai, Melnichenko lo ha descritto come un modo per ridurre le emissioni di metano dal permafrost siberiano ricreando la fauna dell’era glaciale, come un «metodo conveniente per mitigare il cambiamento climatico». Le sanzioni statunitensi contro la Russia per il conflitto in Ucraina hanno tuttavia congelato il progetto.

 

Lamm ha co-fondato Colossal nel 2021, con il genetista della Harvard University George Church. Tra i sostenitori dell’azienda c’è In-Q-Tel, società di investimento di capitale di rischio (venture capital) notoriamente affiliata della CIA, dietro ai primi passi di tante società della Silicon Valley.

 

Gli scienziati ritengono che la popolazione dei mammut lanosi abbia subito un crollo circa 10.000 anni fa, alla fine dell’ultima grande era glaciale, e che gli ultimi membri della specie si siano estinti circa 4.000 anni fa.

 

Gli altri due progetti di Colossal riguardano estinzioni più recenti. Il dodo, un uccello incapace di volare, scomparve alla fine del 1600, dopo che gli esploratori europei introdussero specie invasive nella nativa Mauritius, mentre l’ultimo tilacino conosciuto morì nel 1936 allo zoo di Hobart in Tasmania.

 

Come riportato da Renovatio 21, cosiddetta «de-estinzione» dei mammutti, sulla cui resurrezione si lavora tramite la bioingegneria, è una fissa di George Church, uno delle figure centrali nello sviluppo della riprogenetica del XXI secolo, con idee che vanno dal Tinder genetico alla creazione di Mirror Humans, ossia esseri umani dalla biochimica totalmente invertita, quindi non suscettibili, in teoria, di alcuna malattia.

 

Il progetto dei mammuth di Church, che è uno degli scienziati che rivendica la paternità della tecnica di bioingegneria CRISPR, è dettagliato nel libro Woolly: The True Story of the Quest to Revive History’s Most Iconic Extinct Creature. («Lanoso: la vera storia della ricerca per far rivivere la creatura estinta più iconica della storia»).

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Come riportato da Renovatio 21, alla bislacca motivazione climatica e quella di intrattenimento faunistico, si è aggiunta negli anni, nella bizzarria più atroce, quella culinaria: tre anni fa è emerso che un’azienda australiana di carne coltivata chiamata Vow ha preparato nel suo laboratorio polpette di mammutto.

 

Il testo da leggere per comprendere la portata della rivoluzione genetica in arrivo è scritto dallo stesso George Churc e si intitola Regenesis: How Synthetic Biology Will Reinvent Nature and Ourselves («Rigenesi: come la biologia sintetica reinventerà la natura e noi stessi»). Si tratta di un libro manifesto dove, oltre ai progetti di far ritornare le specie estinte, si mostrano prospettive abissali che possono mettere i brividi al lettore (cambiamenti di enormi porzioni del genoma degli esseri viventi, invenzione di nuove specie, ridefinizione totale degli esseri umani), ma che tuttavia stanno accadendo.

 

In circolazione, a parlarne, c’è praticamente solo Renovatio 21. E da anni. Il sito che state leggendo è raro e unico come un mammutto sopravvissuto nei millenni.

 

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Immagine di Tracy O via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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