Ambiente
Zanzare OGM sterilizzanti finanziate da Gates pronte ad essere rilasciate in Florida e California

Milioni di zanzare OGM finanziate dalla Bill and Melinda Gates Foundation verranno rilasciate in California e Florida, secondo vari articoli usciti in queste ore sulla stampa anglofona.
L’ente di protezione ambientale USA EPA ha dato il via libera al rilascio delle zanzare OGM come parte di un «programma pilota» per eliminare le zanzare naturali in aree selezionate dei due stati.
«Le zanzare sono state prodotte dalla società di biotecnologie con sede nel Regno Unito Oxitec, finanziata dalla Bill and Melinda Gates Foundation, nel tentativo di combattere le malattie trasmesse da insetti come la febbre dengue, la febbre gialla e il virus Zika», ha riferito Epoch Times.
Secondo Oxitec , la sua «tecnologia di controllo biologico sostenibile e mirata dei parassiti non danneggia insetti benefici come api e farfalle ed è dimostrato che controlla la zanzara Aedes aegypti, che trasmette malattie, che ha invaso le comunità in Florida, California e altri stati degli Stati Uniti».
Il programma pilota in Florida, a cui è stato dato un vantaggio l’anno scorso, ha subito un contraccolpo quando i residenti hanno protestato con veemenza.
«L’EPA non ha richiesto una revisione tra pari o prove preliminari preliminari di base in gabbia in Florida e Texas ed ha escluso un adeguato commento pubblico non pubblicando documenti pertinenti quando ha approvato lo studio», ha affermato Jaydee Hanson, direttore politico dell’International Center for Technology Assessment and Center for La sicurezza alimentare.
Altri ritenevano che l’EPA non considerasse le conseguenze indesiderate.
«A marzo, un gruppo di esperti indipendenti ha testimoniato alla scheda delle zanzare delle Florida Keys che le zanzare GM potrebbero anche rappresentare una minaccia significativa per gli ecosistemi sensibili e le popolazioni umane nelle Florida Keys», ha riferito il Daily Mail.
L’idea di distruggere la popolazione delle zanzare per via genetica è nota da diversi anni. Un (molto dubbioso) articolo di Repubblica del 2018 parlava del cosiddetto «metodo Crisanti» da «Andrea Crisanti, romano di origine, oggi professore di parassitologia molecolare nell’ateneo londinese, ha inserito nelle zanzare femmine un gene che blocca la fertilità, (…). Mentre normalmente un frammento di Dna ha il 50% di probabilità di trasmettersi alla generazione successiva, esiste un trucco nei laboratori di oggi che fa balzare la percentuale al 99%. Il collasso della popolazione di insetti nella gabbia dell’Imperial College, nel giro di 7-11 generazioni, è stato irreversibile».
«Il trucco si chiama “gene drive”. Consiste – semplificando molto – nell’usare una moneta contraffatta in grado di cadere sempre sulla stessa faccia. In questo modo a trasmettersi alle generazioni future è quasi sempre uno dei geni dei due genitori. Per “contraffare” il Dna si usa la nuova tecnica di ingegneria genetica CRISPR, che permette di intervenire sulla doppia elica con grande precisione e a basso prezzo» spiegava l’articolo.
Il tema delle zanzare OGM è stato trattato molto approfonditamente da Renovatio 21, perché riteniamo che esso possa essere lo specchio di quello che potrebbe essere fatto agli esseri umani, sempre più considerati parassiti del pianeta, e quindi eliminati con tecniche di gene drive e di «bombe» genetiche sterilizzanti.
La Gates Foundation, finanziatrice del progetto, di fatto si occupa da sempre di sovrappopolazione, promuovendo il controllo delle nascite con investimenti da miliardi di dollari.
La società Oxitec avrebbe ricevuto dalla Gates Foundation milioni di euro per lo studio delle zanzare. Ad un piano simile ha lavorato anche Google.
In Florida mesi fa sono è già stato liberato mezzo miliardo di zanzare.
Come riportato da Renovatio 21, il progetto delle zanzare sterminatrici CRISPR coinvolge anche il Pentagono (dalla cui ala ricerca e sviluppo, la DARPA, peraltro proviene la tecnologia di ingegneria genetica «ecosistemica» del gene drive), che vi vede probabilmente una possibile nuova arma biologica, che curiosamente stanno testando sulla popolazione degli USA stessi.
In pratica, i cittadini californiani e della Florida sono praticamente ridotti a cavie di un grande esperimento biologico con una tecnologia mai vista: ma a questo oramai siamo abituati, quindi non è più un tabù.
Tutti dimenticano di riportare, tuttavia la catastrofe genetica in Brasile. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Reports, zanzare geneticamente modificate prodotte dalla compagnia Oxitec, acquisita dall’americana Intrexon, sono sfuggite al controllo umano dopo i test in Brasile e si stanno diffondendo nella zona.
Non solo: la ricerca mostra anche che le zanzare presentano un «vigore ibrido», cioè l’incrocio tra le zanzare naturali e quelle geneticamente modificate ha creato «una popolazione più robusta di quanto lo fosse prima del rilascio», resistente agli insetticidi, in poche parole «super-zanzare».
Il disastro carioca con le zanze-frankestein non ha tuttavia fatto cambiare idea ai padroni del progetto, che vanno avanti dritti senza alcuna remora.
Come mai?
Servono, per caso, un progetto più grande, che non è oggi pienamente visibile?
Ambiente
Leone XIV avverte che «il mondo sta bruciando» a causa del «riscaldamento globale» alla prima messa per la «cura del creato»

Leone XIV ha celebrato oggi la nuova «Messa per la cura del creato», che segna il primo utilizzo dei testi liturgici da lui approvati alcune settimane fa.
Ieri mattina, riunita nei giardini di Castel Gandolfo solo una piccola congregazione, Leone ha celebrato la Messa votiva «per la cura del creato» con un gruppo ristretto di prelati tra cui l’arcivescovo Vittorio Viola, segretario della Congregazione per il Culto Divino, l’ufficio vaticano principalmente responsabile dei testi della Messa. Era presente anche l’arcivescovo John Joseph Kennedy, responsabile della sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Annunciato il 30 giugno, il testo della Messa è stato svelato in una conferenza stampa il 3 luglio. È stato aggiunto alle Messe «pro variis necessitatibus vel ad diversa», o Messe votive, del Messale Romano.
Approvato da Papa Leone l’8 giugno, si ritiene che il testo della Messa fosse in lavorazione da tempo sotto papa Francesco e che la sua promulgazione coincidesse con il decimo anniversario dell’enciclica di Francesco sui cambiamenti climatici, Laudato Si’.
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Citando l’enciclica, un decreto che promulgava i nuovi testi della Messa affermava che il Dicastero per il Culto Divino aveva «considerato opportuno» istituire il nuovo formulario della Messa poiché «in questo tempo appare evidente che l’opera della creazione è seriamente minacciata a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha affidato alla nostra cura (cfr. Laudato si’ n. 2)»
Presentando i testi la scorsa settimana, il cardinale gesuita Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha la supervisione sulle questioni climatiche, ha rivelato che il nuovo formulario è giunto «in risposta alle richieste suggerite dalla Laudato si’». Ha affermato che negli ultimi decenni, la Chiesa ha «continuamente affermato la “responsabilità reciproca tra gli esseri umani e la natura” (LS 67)», e ha chiesto che le nuove preghiere della Messa possano «aiutarci a imparare come prenderci cura del creato che è sempre presente nella liturgia cattolica».
I testi in sé sono meno incendiari di quanto ci si aspettasse, soprattutto se si considera il linguaggio spesso stridente e incentrato sul clima utilizzato sotto Francesco. Significativa anche la location della Messa odierna, che si è svolta nei giardini papali adibiti al centro «Borgo Laudato Si’» a Castel Gandolfo, nato dall’enciclica e con l’obiettivo di promuovere gli ideali del testo.
«Carissimi fratelli e sorelle, il Borgo Laudato si’, nel quale ci troviamo, vuole essere, per intuizione di papa Francesco, un “laboratorio” nel quale vivere quell’armonia con il creato che è per noi guarigione e riconciliazione, elaborando modalità nuove ed efficaci di custodire la natura a noi affidata» ha detto Leone. «A voi, che vi dedicate con impegno a realizzare questo progetto, assicuro perciò la mia preghiera e il mio incoraggiamento».
Pronunciando l’omelia, composta da un testo preparato e da commenti iniziali improvvisati, Leo ha affermato che gli scritti di Bergogliosono ancora attuali: «un mondo che brucia, sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati, che rendono tanto attuale il messaggio di Papa Francesco nelle sue Encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti».
«Solo uno sguardo contemplativo può cambiare la nostra relazione con le cose create e farci uscire dalla crisi ecologica che ha come causa la rottura delle relazioni con Dio, con il prossimo e con la terra, a motivo del peccato». Il riferimento del papa è qui alla Laudato si’ al paragrafo 66.
Leo ha anche sottolineato la necessità di «conversione» per coloro che non danno ancora priorità «all’urgenza di prendersi cura della nostra casa comune».
«All’inizio della Messa abbiamo pregato per la conversione, la nostra conversione. Vorrei aggiungere che dobbiamo pregare per la conversione di tante persone, dentro e fuori della Chiesa, che ancora non riconoscono l’urgenza di curare la casa comune».
«Tanti disastri naturali che ancora vediamo nel mondo, quasi tutti i giorni in tanti luoghi, in tanti Paesi, sono in parte causati anche dagli eccessi dell’essere umano, col suo stile di vita. Perciò dobbiamo chiederci se noi stessi stiamo vivendo o no quella conversione: quanto ce n’è bisogno!»
I commenti del papa sono notevoli per due motivi, nota LifeSite: in primo luogo, perché ha deciso di fare un discorso improvvisato prima dell’omelia preparata, cosa che non ha ancora fatto, ma anche per la severità del linguaggio che ha utilizzato nel riferirsi alle questioni del cambiamento climatico, ovvero «un mondo che brucia … a causa del riscaldamento globale».
Nei precedenti messaggi sul clima, come quello per la prossima giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, Leone XIII ha adottato un tono diverso da quello del predecessore, esortando a uno stile cattolico di cura ordinata del creato e allontanandosi dalla fraseologia spesso iperbolica di Francesco in merito al presunto cambiamento climatico.
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Dopo molti anni di retorica allarmistica sul clima da parte del defunto pontefice, nel 2022 il Vaticano ha ufficialmente aderito alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e all’Accordo di Parigi sul clima. Francesco ha difeso la controversa decisione, affermando che «la sorella Madre Terra geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione».
Una promozione così degna di nota e continua dell’Accordo di Parigi, che è alla base della maggior parte dell’attuale agenda sui «cambiamenti climatici», è avvenuta nonostante i principi fondamentalmente pro-aborto dell’accordo siano collegati all’obiettivo dichiarato delle Nazioni Unite di creare un «diritto» universale all’aborto, in linea con l’Obiettivo n. 5.6 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’organizzazione.
Le prime incursioni di Leone XIII nel tema delle questioni climatiche in veste di Papa hanno finora lasciato intendere che adotterà un tono più delicato, sebbene la messa di «custodia del creato» rappresenti un punto di riferimento alternativo per il futuro.
Ad ogni modo, gli atti pubblici del nuovo pontefice non danno segni di disconoscimento riguardo l’impostura climatica, uno dei capisaldi, assieme alle migrazioni di massa, al sincretismo e alle aperture all’omotransessualismo, dell’opera distruttiva di papa Francesco.
Al contempo, notiamo come dopo la Messa in rito maya ora abbiamo anche una nuova messa eco-friendly: l’unica Messa che non pare consentita è la Messa di sempre, la Messa della tradizione, la Messa tridentina, detta impropriamente «Messa in latino», che per secoli ha retto la Civiltà Cristiana.
Non è che chi neghi la messa tradizionale stia cercando, esattamente, di distruggerla, la Civiltà Cristiana?
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Immagine screenshot da Twitter
Ambiente
L’Etiopia completa la mega-diga. Conflitto con Egitto e Sudan

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Ambiente
Blackout in Repubblica Ceca

Ampie zone della Repubblica Ceca, compresa la capitale Praga, sono state colpite da una significativa interruzione di corrente venerdì. Le autorità hanno attribuito l’incidente a un guasto tecnico piuttosto che a un attacco informatico.
Il blackout è iniziato intorno a mezzogiorno, ora locale, causando la temporanea chiusura dell’intera rete metropolitana di Praga. L’azienda di trasporti della città ha riferito che i servizi sulle linee A e C sono ripresi entro 15 minuti, mentre la linea B è tornata operativa dopo circa 30 minuti.
Anche i servizi tranviari sulla riva destra della Moldava sono stati sospesi, mentre quelli sulla riva sinistra hanno continuato a funzionare. Inoltre, alcuni servizi ferroviari vicino a Praga e in altre regioni hanno subito interruzioni.
Massive blackout in the Czech Republic
As a result of power outages in Prague, the metro stopped working, and most tram and trolleybus lines were halted. Hundreds of people were stranded in elevators, and ATMs stopped working. However, the capital’s airport remained unaffected.… pic.twitter.com/wVuZvFB5V2
— NEXTA (@nexta_tv) July 4, 2025
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Il premier Petr Fiala ha riconosciuto l’interruzione in un post sulla piattaforma social X, affermando che aveva interessato altre parti del Paese e che le autorità stavano affrontando la questione. Il gestore della rete elettrica nazionale, CEPS, ha segnalato problemi nelle regioni settentrionali e orientali della Repubblica Ceca.
Il ministro degli Interni Vit Rakusan avrebbe confermato che non ci sono indicazioni di un attacco informatico o terroristico, il che suggerisce che la causa probabile sia un guasto tecnico.
Il CEPS ha riferito che otto sottostazioni sono state colpite dall’interruzione, e cinque di esse hanno ripreso le operazioni al momento della sua comunicazione. L’azienda sta continuando a indagare sulla causa del blackout.
L’interruzione ha anche causato segnalazioni di persone intrappolate negli ascensori in alcune zone di Praga e della Boemia centrale. I servizi di emergenza sono intervenuti a numerose richieste di assistenza.
L’aeroporto internazionale di Praga Vaclav Havel, non è stato interessato dall’interruzione.
Il blackout nella Repubblica Ceca segue un’interruzione di corrente più estesa che ha lasciato Spagna e Portogallo al buio per diverse ore all’inizio di quest’anno. Tale interruzione è stata attribuita a un «sovratensione», sebbene le preoccupazioni iniziali indicassero un possibile attacco informatico.
L’interruzione di venerdì è arrivata anche sulla scia di un’ondata di caldo in Europa, che ha aumentato la richiesta di sistemi di raffreddamento. Tuttavia, le temperature a Praga erano scese a circa 25 °C venerdì, in calo rispetto ai 34 °C del giorno precedente.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa la penisola iberica aveva subito un blackout massivo. Il Portogallo ha accusato la Francia, mentre la Spagna, a circa un mese dal disastro, subì anche l’interruzione delle telecomunicazioni.
Tre mesi fa ad essere colpita dal blackout è stata la Georgia. Nell’ultimo anno si è registrato il grande blackout di Cuba.
Anche l’Italia due anni fa è stata martoriata da una serie di interruzioni corrente. Il professor Mario Pagliaro in un’intervista con Renovatio 21, ha dichiarato che durante l’estate 2023 i blackout sono stati meno del previsto grazie al crollo dei consumi industriali dovuti alla crisi energetica.
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