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Armi biologiche

Preparano l’apocalisse degli insetti

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Abbiamo certezza che la ridefinizione dell’umanità passerà attraverso radicali cambiamenti che avverranno nel mondo degli insetti.

 

Gli esseri umani – in particolare alcuni popoli, come quello giapponese – hanno sempre guardato alla società degli insetti, tutta brulicante ma a suo modo ordinatissima e laboriosa, come ad una bizzarra metafora di quella umana. O perfino ad un ideale di organizzazione sociale.

 

La forma di vita degli insetti pare anche visivamente aliena a quella dei vertebrati. Tuttavia, la sua presenza sul pianeta è ineludibile.

 

Gli uomini hanno catalogato almeno un milione di specie di insetti.

Quelle che crediamo di conoscere meglio, in realtà non le conosciamo per niente: ci sono 12.000 tipi di formiche, quasi 20.000 varietà di api, quasi 400.000 specie di coleotteri, così tante che il genetista J.B.S. Haldane (1892–1964), inventore del termine «clone» e gran nemico scientista di C.S. Lewis, ci ha fatto sopra uno scherzo blasfemo: Dio avrebbe «una passione smodata per i coleotteri», visto il loro numero e varietà.

La ridefinizione dell’umanità passerà attraverso radicali cambiamenti che avverranno nel mondo degli insetti

Un lembo di pochi centimetri di terreno sano, a pochissimi centimetri di profondità, potrebbe facilmente essere la dimora di 200 specie uniche di acari, ognuno impegnato in un lavoro diverso.

 

Eppure gli entomologi stimano che tutta questa varietà incredibile, assurda e sottovalutata rappresenti forse solo il 20% dell’attuale diversità di insetti sul nostro pianeta. Essi ritengono che ci siano milioni e milioni di specie che sono completamente sconosciute alla scienza.

 

Il pianeta Terra è insomma un pianeta degli insetti. Come l’uomo, e prima dell’uomo, essi per disegno diabolico stanno andando incontro al medesimo destino: estinzione, ingegneria genetica, guerra.

 

Il parabrezza pulito come segno apocalittico

Lo chiamano windshield phenomenon, il fenomeno del parabrezza.

Il termine è stato popolarizzato nel 2017. L’espressione viene utilizzata per descrivere la mancanza di insetti spiaccicati sul parabrezza delle auto, segno ineluttabile – dicono i propositori – di una popolazione di insetti che si assottiglia fino a sparire.

 

A lanciare l’allarme fu un paper di un’oscura società entomologica tedesca, la Entomologischer Verein Krefeld (Società entomologica di Krefeld). Il generoso ente – basato per lo più su lavori di appassionati – aveva messo a fuoco il problema della possibile sparizione degli insetti, calcolando  «un declino di più del 75% in oltre 27 anni di biomassa totale di insetti volanti nelle aree protette».

 

Lo studio tedesco ha rilevato che guardando i picchi della popolazione in piena estate, il calo è stato dell’82%.

Il pianeta Terra è insomma un pianeta degli insetti. Come l’uomo, e prima dell’uomo, essi per disegno diabolico stanno andando incontro al medesimo destino: estinzione, ingegneria genetica, guerra.

 

Non è la prima volta che grida di dolore per i nostri amici invertebrati si levano nel mondo dell’alta cultura. Pensate al violento intellettuale pedofilo Pier Paolo Pasolini, che cavalcò a suo tempo il mito della «scomparsa delle lucciole». In un articolo sul Corriere del 1 febbraio 1975, il poeta pederasta scrisse « gli uomini di potere democristiani sono passati dalla “fase delle lucciole” alla “fase della scomparsa delle lucciole” senza accorgersene. Per quanto ciò possa sembrare prossimo alla criminalità la loro inconsapevolezza su questo punto è stata assoluta; non hanno sospettato minimamente che il potere, che essi detenevano e gestivano, non stava semplicemente subendo una “normale” evoluzione, ma sta cambiando radicalmente natura».

 

In breve, per il protoambientalismo comunista del regista molestatore, la supposta sparizione del coleottero bioluminescente (che invero vediamo tutt’ora in giro d’estate) serviva ad una tirata politica, una dimostrazione della sua tesi di politica spicciola, davvero scema a guardarla oggidì, per cui «la continuità tra fascismo fascista e fascismo democristiano è completa e assoluta».

 

La sparizione degli insetti è quindi un possibile strumento politico: Pasolini lo usava per la sua bega nazionale; è facile pensare invece che il campanello d’allarme della Krefeld (ripreso su tutti i giornali, dal NYT che ha impaginato una lenzuolata, al Washington Post e molte altre testate) serva, forse in modo più plastico, agli stessi fini dell’allarme per il cosiddetto «cambiamento climatico» (che fino a pochi anni fa era «riscaldamento globale»): la depopolazione umana.

 

L’algoritmo della grande riduzione lo conoscete tutti: l’inquinamento uccide la natura, l’uomo inquina, quindi facciamo nascere meno uomini. Meglio milioni di insetti che qualche migliaio di uomini: sì, siamo dinanzi ad un estremo animalismo entomomorfo.

 

L’algoritmo della grande riduzione lo conoscete tutti: l’inquinamento uccide la natura, l’uomo inquina, quindi facciamo nascere meno uomini. Meglio milioni di insetti che qualche migliaio di uomini: sì, siamo dinanzi ad un estremo animalismo entomomorfo.

Non è un caso, per inciso, che l’autore del libro che più di ogni altro introdusse l’idea della sovrappopolazione terrestre (The Population Bomb, 1968) sia un entomologo. Il leggendario Paul R. Ehrlich, che perse ogni previsione catastrofista sulla fine dell’umanità a causa dei troppi figli, lo pensavamo dimenticato, quando poi a ritirarlo fuori dal nulla invitandolo a San Pietro (!) è stato il nuovo Vaticano.

 

Tornando dagli umani e gli invertebrati, le previsioni apocalittiche sulla sparizione degli insetti non sono nuove. Quando è stato chiesto di immaginare cosa sarebbe successo se gli insetti dovessero scomparire completamente, gli scienziati hanno trovato parole come: caos, il collasso, Armageddon.

 

Il professor David L. Wagner, entomologo dell’Università del Connecticut, per esempio, ha immaginato che senza insetti ci ritroveremo in un mondo senza fiori, con boschi e campagni immersi nel silenzio. Un mondo gravi problemi di smaltimento: sterco e foglie vecchie e carcasse in decomposizione si accumulerebbero nei bordi delle strade, un mondo di «collasso, decadimento, erosione e perdita che si diffonderà attraverso gli ecosistemi»

 

Edward Osborne Wilson, mirmecologo (cioè, studioso delle formiche) e premio Pulitzer per la divulgazione scientifica, è il fondatore di quella che si chiama sociobiologia, cioè lo studio sistematico delle basi biologiche del comportamento sociale.

 

Wilson non si è tirato indietro nella prospettiva della entomo-apocatastasi: ecco a descrivere un mondo senza insetti dove la maggior parte delle piante e degli animali terrestri si estingue; dove la popolazione dei funghi esplode a dismisura (qualcosa di simile a quello che si vede con quella sorta di terraforming che si vede ne La Guerra dei Mondi di Spielberg) prosperando con la morte e il marciume.

 

La Guerra dei Mondi: forme fungine colonizzano il pianeta sconvolto

 

Tuttavia la specie umana «sopravvive, perché in grado di ricorrere ai grani impollinati dal vento e alla pesca marina» nonostante la carestia massiva e le continue guerre di risorse. «Aggrappati alla sopravvivenza in un mondo devastato e intrappolati in un’epoca oscura ecologica – scrive Wilson nel libro The Creation: An Appeal to Save Life on Earth (2010) – i sopravvissuti offriranno preghiere per il ritorno di erbacce e insetti».

 

L’Antropocene, dice il sociobiologo, sarà sostituito dall’«Eremocene»: l’era della solitudine.

L’Antropocene, dice il sociobiologo, sarà sostituito dall’«Eremocene»: l’era della solitudine.

Per altri, la catastrofe, a guardare attraverso gli occhi degli insetti, è già qui.

 

L’entomologo olandese Hans de Kroon racconta che la vita di molti insetti moderni è una sorta di nomadica sopravvivenza da un’oasi in via di estinzione alla successiva, ma con «un deserto nel mezzo, un deserto velenoso». I poveri insetti come gli ebrei dell’Esodo biblico.

 

L’inquinamento, i pesticidi, forse perfino le onde elettromagnetiche di radio, cellulari e Wi-Fi renderebbero infatti inospitale una grossa fetta della superficie terrestre.

 

Di particolare interesse sono i neonicotinoidi, le neurotossine che si pensava influenzassero solo le colture trattate. Al contrario, è stato rilevato che i neonicotinoidi si sono accumulati nel paesaggio venendo dunque consumati da tutti i tipi di insetti.

 

Si parla della «perdita» delle api come di un disordine: gli alveari colpiti non sono pieni di api morte, ma semplicemente misteriosamente vuoti.

 

Una teoria fondamentale è che l’esposizione alle neurotossine lascia le api incapaci di trovare la strada di casa. È stato dimostrato che anche alveari esposti a bassi livelli di neonicotinoidi raccolgono meno pollini e producono un minor numero di uova e un numero molto minore di regine. Alcuni studi recenti hanno scoperto che, controintuivamente, le api stanno meglio nelle città che in campagna.

 

Il Premio Marzotto, un evento nazionale che premia startup tecnologiche, è stato vinto nel 2017 da 3Bee, una giovane società che sta sensorizzando le arnie degli apicoltori.

 

Impossibile non pensare al terribile episodio finale della terza stagione della serie Black MirrorHated in The Nation») dove le api sono state sostituite da robot-insetto che impollinano i campi salvando la società dal collasso alimentare.

L’artificializzazione degli insetti non è tuttavia una questione di fantascienza distopica. Essa è per l’Esercito della superpotenza americana una realtà fattuale.

 

L’artificializzazione degli insetti non è tuttavia una questione di fantascienza distopica. Essa è per l’Esercito della superpotenza americana una realtà fattuale. Anzi, un progetto.

 

 

Le api sintetiche in Black Mirror

 

 

Il Pentagono arma gli insetti

Scrive William Engdahl che esistono prove evidenti del fatto che il Pentagono, attraverso la sua agenzia di Ricerca & Sviluppo DARPA, stia sviluppando insetti geneticamente modificati che sarebbero in grado di distruggere le colture agricole di un potenziale nemico.

 

Tale voce è stata respinta dalla DARPA, ma i principali biologi hanno lanciato l’allarme su ciò che sta avvenendo utilizzando la nuova tecnologia CRISPR-CAS9, ossia il metodo definitivo di editing genetico che potrebbe essere impiegato in effetti per militarizzare gli insetti.

 

«È come un aggiornamento del 21° secolo della piaga biblica delle cavallette, solo potenzialmente molto peggiore» scrive Engdahl.

«È come un aggiornamento del 21° secolo della piaga biblica delle cavallette, solo potenzialmente molto peggiore»

 

Il nome del programma DARPA è interessante: Insect Allies, «Insetti alleati».

Spiega il dott. Blake Bextine della DARPA che è possibile «sfruttare un sistema di consegna in due fasi (…) per trasferire i geni modificati alle piante» usando gli come insetti vettori dei virus mutageni.

 

Si tratta della via entomologica al gene drive («guida genetica», «genetica direttiva»). Il gene drive è una tecnologia di ingegneria genetica che può propagare una particolare suite di geni in tutta la popolazione di creature. In atto, come vedremo, vi sono già proposte per fornire un mezzo efficace per modificare geneticamente popolazioni specifiche o financo intere specie.

 

 

Nel suo sito internet, la DARPA dichiara (utilizzando un linguaggio che sa di militare e di finanziario al contempo) che  il programma è quello di fornire «contromisure scalabili, rapidamente schierabili, e generalizzabili contro potenziali minacce naturali e artificiali per l’approvvigionamento di cibo con l’obbiettivo di preservare il sistema di raccolto degli Stati Uniti». Anche la bomba atomica, del resto, era una questione di Difesa…

 

In pratica, nell’ambito del progetto DARPA, agenti di alterazione genetica o virus saranno introdotti nella popolazione degli insetti per influenzare direttamente la composizione genetica delle colture. La DARPA prevede di utilizzare cicale, mosche bianche e afidi per introdurre virus selezionati nelle colture.

Nell’ambito del progetto DARPA, agenti di alterazione genetica o virus saranno introdotti nella popolazione degli insetti per influenzare direttamente la composizione genetica delle colture

 

Non poteva mancare, tra le tante dubbie affermazioni, la dichiarazione per cui l’insetto alleato «aiuterà gli agricoltori a combattere i “cambiamenti climatici”».

 

Gli enti di controllo come la Food and Drug Administration (la FDA, la stessa accusata di aver nascosto i dati della presenza del glifosato nei vaccini) stanno chiudendo un occhio, anzi due, fingendo di non vedere la prospettiva di colture costantemente inondate da virus geneticamente modificati.

 

Come ciò possa  ciò alterare la genetica e il sistema immunitario degli umani che dipendono dalle colture, non è domanda che vogliono porsi, né loro né, al momento, la UE, l’ente sovranazionale che determina la curvatura di banane (Regolamento CEE numero 404/93).

 

Guerra biologica con insetti militarizzati

Gli enti di controllo come la Food and Drug Administration (la FDA, la stessa accusata di aver nascosto i dati della presenza del glifosato nei vaccini) stanno chiudendo un occhio, anzi due, fingendo di non vedere la prospettiva di colture costantemente inondate da virus geneticamente modificati.

Un gruppo di scienziati europei ha pubblicato sull’argomento un articolo scientifico nel numero di ottobre 5 della rivista Science. L’autore capofila dello studio è il dottor Guy Reeves dell’Istituto Max Planck Institute di Plön, Germania.

 

Sul sito dello stesso Istituto compare una pagina con titolo inequivocabile: «Un passo verso la guerra biologica con gli insetti?». Sottotitolo: «Un progetto di un’agenzia di ricerca del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti potrebbe facilmente essere utilizzato impropriamente per lo sviluppo di armi biologiche». Sono dei tedeschi, in questo mondo capovolto, a temere la guerra.

 

 

 

L’articolo rileva che il programma «Insetti alleati» «mira a disperdere i virus infettivi geneticamente modificati che sono stati progettati per modificare i cromosomi delle colture direttamente nei campi». Questo è noto come« horizontal inheritance» («ereditarietà orizzontale»), in opposizione al metodo verticale dominante di alterazione degli OGM che produce modifiche generate in laboratorio nei cromosomi delle specie bersaglio per creare varietà di piante OGM.

 

Gli scienziati europei ricordano dunque come la DARPA non abbia presentato motivi convincenti per l’uso degli insetti come mezzo incontrollato di dispersione di virus sintetici nell’ambiente.

 

Inoltre, sostengono che il programma degli «Insetti alleati»potrebbe essere più facilmente utilizzato per la guerra biologica che per un uso agricolo di routine. Il motivo è lineare, è un principio: è più facile distruggere che creare. «È molto più facile uccidere o sterilizzare una pianta usando l’editing genetico piuttosto che renderla resistente agli insetti o alle erbacce».

Il programma degli alleati degli insetti potrebbe essere più facilmente utilizzato per la guerra biologica che per un uso agricolo di routine

 

 

Il lettore pensi alla geopolitica: chi è il più grande produttore al mondo di grano? Sì, è la Russia. Lo stesso Paese che rifiuta in modo sempre più aperto gli OGM…

 

L’articolo di Science sottolinea che non c’è stata alcuna discussione scientifica, per non parlare della supervisione, della sicurezza di tali metodi di modifica genetica in campi aperti o anche se ci sono dei benefici. La Bioetica e le sue Università Pontificie sono ovviamente mutissime.  del resto il loro lavoro, parlare della frittata solo quando le uova sono state sbattute.

La Bioetica e le sue Università Pontificie sono ovviamente mutissime.  del resto il loro lavoro, parlare della frittata solo quando le uova sono state sbattute.

 

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti respinge categoricamente qualsiasi test di sicurezza o salute di piante o insetti geneticamente modificati, «di conseguenza, il programma potrebbe essere ampiamente percepito come uno sforzo per sviluppare agenti biologici a scopi ostili e ai loro mezzi di consegna, che, se fosse vero, costituirebbero una violazione della Convenzione sulle armi biologiche ». Finora $27 milioni di dollari dei contribuenti statunitensi sono stati spesi per gli «Insetti alleati».

 

Una cifra tutto sommato modesta conoscendo l’immane budget di cui gode la DARPA, che per il 2018 ha richiesto 3,18 miliardi di dollari. La DARPA, per inciso, studia tutta una serie di tecnologie interessantissime, tra cui la «stimolazione transcranica», ossia la possibilità di influenzare («correggere») il cervello umano con scosse ed onde magnetiche. Con una tecnica del genere sarebbe stato curato dalla dipendenza della cocaina, sostiene l’interessato, Lapo Elkann; ci sono tuttavia casi, alcuni dei quali forse vicini allo scrivente, in cui simili tecniche potrebbero aver portato il paziente alla manìa e financo al suicidio. Ma è materiale per un altro articolo.

Per chi volesse una panoramica sulle allucinanti ricerche della DARPA, consigliamo il recente libro The Pentagon Brain, il più completo e ricco di fonti sull’argomento.

 

A rendere ancora più tetro lo scenario è stato il biologo harvardiano Kevin Esvelt, uno dei primi a suggerire l’uso del gene drive nell’editing genetico delle popolazioni. Forse in un momento di pentimento, Esvelt ha notato come la tecnologia CRISPR confonde le possibilità di «mutazioni protettive»: secondo lo scienziato, anche i gene drive benigni divengono aggressivi. «Anche pochi organismi ingegnerizzati – ha sottolineato – potrebbero irrevocabilmente alterare un ecosistema».

«Anche pochi organismi ingegnerizzati potrebbero irrevocabilmente alterare un ecosistema».

 

Il professor Esvelt ha quindi provato una simulazione al computer, calcolando che un gene modificato risultante «può diffondersi al 99 percento di una popolazione in meno di 10 generazioni e persistere per più di 200 generazioni». In pratica, l’inquinamento definitivo del pool genico di una specie.

 

Come appreso la settimana scorsa, la Cina ha dato ufficialmente il via all’era degli umani bioingegnerizzati, portando alla nascita due embrioni a cui, tramite il CRISPR, è stato alterato il genoma di modo da renderle HIV-resistenti.

 

La cospirazione delle zanzare OGM

Il fatto più clamoroso riguardo all’uso tecno-politico degli insetti è la preparazione della zanzara OGM, un argomento ai più misconosciuto ma sul quale lo scrivente raccoglie materiale da anni, tanto che potrebbe essere necessario un futuro articolo sull’argomento per spiegare l’incredibile, esiziale situazione che si sta via via dipanando nel disinteresse generale.

 

La Fondazione Bill e Melinda Gates stan lautamente finanziando la produzione di zanzare modificate geneticamente, con l’apparente fine di combattere la malaria. Alcuni dei laboratori sono in Italia, a Terni

In breve, la Fondazione Bill e Melinda Gates stan lautamente finanziando la produzione di zanzare modificate geneticamente, con l’apparente fine di combattere la malaria. Alcuni dei laboratori sono in Italia, a Terni. Il progetto, firmato anche dall’Imperial College di Londra, è portato avanti da un italiano, Andrea Crisanti.

 

Il laboratorio delle zanzare geneticamente modificate a Terni

 

Tramite il CRISPR e il gene drive, Gates – che vi ha investito circa 1 miliardo di dollari – vuole creare un’intera popolazione di zanzare che possano generare solo una prole di maschi. Avete capito cosa deve succedere: in una generazione, l’estinzione assoluta. Una popolazione di soli maschi  Niente più zanzare Aedes aegypti, quindi niente più malaria. Il Duce bonificava le paludi, Bill Gates «bonifica» la genetica di un’intera specie – spazzandola via.

 

Guardatelo con i vostri occhi rilascia zanzare nell’aria ad un TED Talk

 

 

È emerso di recente che anche Verily, il braccio di Google che si occupa di «scienze della vita», sta già implementando nella città di Los Angeles un metodo alternativo di combattere la zanzara. La città californiana di Fresno è stata già teatro del primo esperimento; chiaramente si sta preparando la diffusione su scala globale.

 

L’impianto automatico di allevamento di zanzare di Google

 

 

Funziona così: gli insetti succhiasangue vengono  allevati in un ambiente ultra-high-tech, un sistema automatizzato di allevamento delle zanzare creato da Verily  200 miglia a sud di San Francisco. In questa macchina sofisticatissima di precisione millimetrica, i maschi di zanzara vengono infettati dal Wolbachia, un batterio comune. Quando, una volta rilasciate in natura, le 80.000 zanzare maschio infette da Wolbachia allevate in laboratorio si accoppiano con le loro controparti femminili, il risultato è il silenzioso annientamento della loro specie: la prole non arriva mai. Esattamente come il progetto di gene drive di Bill Gates.

 

Insomma, due colossi della modernità elettronica, Google e Microsoft, lavorano alacremente allo stesso obiettivo: l’eliminazione genetica delle zanzare.

Due colossi della modernità elettronica, Google e Microsoft, lavorano alacremente allo stesso obiettivo: l’eliminazione genetica delle zanzare.

 

Uniamo i puntini.

Un primo dato inquietante è che, come noto, Bill e Melinda Gates sono sostenitori accaniti e esibizionisti non solo delle cure forzate sulla popolazione (i vaccini, soprattutto) ma anche dell’eterno mito della sovrappopolazione. La missione di riduzione del numero delle persone viventi deve caricarsi quando si diventa i più ricchi del pianeta (era così per generazioni di Rockefeller, è così per l’ultramiliardario William Buffet, che i Gates hanno tirato dentro nella loro crociata antiumana).

 

Altrettanto inquietante è il fatto che 23andMe, la prima fortunatissima azienda di genomica di consumo (per pochi dollari di analizzano il DNA, ti dicono da dove vieni, quali malattie potresti avere e in alcuni casi ti trovano pure i parenti che non conosci) si stata lanciata e finanziata da Google. L’amministratore delegato è l’ex moglie del fondatore di Google Sergej Brin, Anne Wojcicki. (La sorella Susan è invece CEO di YouTube: tanto per farvi capire quanto vi sono famiglie della morte a controllo delle vostre vite sin dentro alle cellule o al vostro svago).

 

Abbiamo la tendenza di vedere la società degli insetti come una buffa, densa metafora di quella umana. Forse qualcuno è andato oltre: proviamo sugli insetti ciò che un domani proveremo sugli umani.

Come non pensare che una simile tecnica non possa essere usata anche sugli esseri umani? Come non pensare alla prospettiva di una sterilità bioingegnerizzata per limitare la popolazione?

 

Alla mente ritorna un vecchio, bizzarro romanzo italiano, Il Mondo senza donne (1936) di Virgilio Martini, un libro che forse varrebbe la pena di ristampare. In esso si raccontava di un’apocalisse umana in cui un gruppo di omosessuali diffondeva una malattia che uccideva solo le donne; il risultato era un mondo di soli uomini che, dinanzi alla prospettiva dell’estinzione, crollava in una barbarie sempre più africana.

 

Lo abbiamo detto sopra, lo ripetiamo: abbiam la tendenza di vedere la società degli insetti come una buffa, densa metafora di quella umana. Forse qualcuno è andato oltre: proviamo sugli insetti ciò che un domani proveremo sugli umani.

 

Sterminare le zanzare per capire come sterminare l’uomo, colpendo la cosa più preziosa, il suo seme

Sterminare le zanzare per capire come sterminare l’uomo, colpendo la cosa più preziosa, il suo seme. Il Serpente ricorda la promessa di Dio. Il Serpente (Genesi 3,15) conosce il suo nemico:

 

Io porrò inimicizia tra te e la donna,

tra la tua stirpe

e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa

e tu le insidierai il calcagno

 

E noi, stirpe della donna, conosciamo il nostro nemico?

 

 

Roberto Dal Bosco

 

Articolo precedentemente apparso su EFFEDIEFFE.

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Armi biologiche

L’Ucraina usa armi chimiche di fabbricazione statunitense: l’ambasciatore russo accusa ancora

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L’Ucraina ha ripetutamente utilizzato armi chimiche fornite dagli Stati Uniti contro l’esercito russo, ha affermato lunedì un alto diplomatico in un’intervista al quotidiano russo Izvestia.

 

Vladimir Tarabrin, rappresentante permanente di Mosca presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) e ambasciatore nei Paesi Bassi, ha osservato che l’uso di armi chimiche è una flagrante violazione del diritto internazionale.

 

«Nel corso dell’operazione militare speciale, abbiamo registrato casi di utilizzo da parte delle forze armate ucraine di armi chimiche prodotte negli Stati Uniti», ha detto Tarabrin, affermando che le consegne fanno parte di uno schema ben consolidato e illegale di invio di sostanze chimiche non letali armi a Kiev e sottolineando che l’uso di sostanze chimiche tossiche da parte dell’Ucraina è diventato sistematico, poiché il sostegno occidentale consente a Kiev di violare impunemente il diritto internazionale.

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Secondo Tarabrin, l’esercito ucraino utilizza vari tipi di munizioni, granate e contenitori fatti in casa con sostanze sconosciute contro le forze russe.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Tarabrin ha anche accusato gli USA di gestire ancora oggi alcuni biolaboratori in Ucraina.

 

La Convenzione sulle armi chimiche (CWC), un trattato sul controllo degli armamenti amministrato dall’OPCW, un’organizzazione intergovernativa con sede a L’Aia, è stata adottata nel gennaio 1993 ed è entrata in vigore quattro anni dopo. Ad agosto 2022, 193 stati avevano firmato il trattato. L’Ucraina ha ratificato il documento e ha accettato tutti i suoi obblighi.

 

La convenzione vieta a tutti gli Stati membri di produrre, acquisire e immagazzinare armi chimiche, nonché di trasferirle direttamente o indirettamente. Ai firmatari è inoltre vietato l’uso di tali armi.

 

Il diplomatico ha sottolineato che Mosca sta attirando l’attenzione delle organizzazioni internazionali, in particolare dell’OPCW, sulle violazioni.

 

«Penso che gli Stati Uniti e i loro dipendenti possano essere fermati solo attraverso la massima trasparenza, l’identificazione di fatti specifici che dimostrino che forniscono direttamente, o facilitano la fornitura, di queste sostanze all’Ucraina in violazione della CWC», ha affermato.

 

Il ministero della Difesa russo ha ripetutamente accusato Kiev di preparare provocazioni con l’uso di armi chimiche, compresi atti sul territorio dell’Ucraina. Lo scorso aprile, il ministero ha affermato che il servizio di sicurezza ucraino (SBU) stava pianificando una simile provocazione con l’uso di “sostanze chimiche pericolose” nella città di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina. Kiev ha negato l’accusa, riporta RT.

 

Le accuse dell’ambasciatore seguono quelle fatte un mese fa dal tenente generale russo Igor Kirillov, capo delle forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il quale aveva fornito diversi esempi del presunto uso da parte di Kiev di armi chimiche vietate e di agenti chimici non letali che, secondo Mosca, sono stati ottenuti dagli Stati Uniti.

 

Il Kirillov aveva affermato che l’Ucraina ha utilizzato droni per lanciare granate a gas di fabbricazione statunitense il 28 dicembre 2023 contenenti il ​​composto «CS» – una sostanza chimica classificata come strumento antisommossa che irrita gli occhi e il tratto respiratorio superiore e può causare ustioni alla pelle e paralisi respiratoria. e arresto cardiaco se utilizzato in alte concentrazioni.

 

Da parte dell’OPCW non c’è stata alcuna risposta nonostante tutte queste prove fossero state presentate all’organizzazione quattro mesi fa, aveva detto il generale alla stampa, accusandola di essere gestita da Washington come strumento per prendere di mira i suoi oppositori politici.

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Come riportato da Renovatio 21, a febbraio 2023 il giornale russo Komsomolskaya Pravda aveva parlato dell’uso da parte delle forze ucraine nei pressi di Zaporiggia di armi chimiche che hanno causato la perdita di coscienza dopo l’inalazione.

 

Alla fine di febbraio dello scorso anno, l’esercito russo ha avvertito che le forze ucraine a Kramatorsk avevano ricevuto 16 container con sostanze antisommossa CS (clorobenzilidenemalononitrile) e CR (dibenzoxazepina), nonché – fatto interessante – l’agente inabilitante BZ (3-Quinuclidinil benzilato), insieme a «cittadini di Paesi stranieri». Mosca ha quindi suggerito che gli Stati Uniti potrebbero pianificare un attacco «false flag» nel Donbass.

 

Il 3-Quinuclidinil benzilato (QNB), chiamato BZ in codice NATO e sostanza 78 nel codice militare URSS, è un potente allucinogeno che induce disfunzioni cognitive e delirio.

 

Il BZ è stato inventato dalla società farmaceutica svizzera Hoffman-LaRoche nel 1951 durante studi su agenti antispasmodici, simili alla tropina, per il trattamento di disturbi gastrointestinali quando è stata scoperta la sostanza chimica. È stato quindi studiato per un possibile utilizzo nel trattamento dell’ulcera, ma è stato ritenuto inadatto. A quel tempo l’esercito degli Stati Uniti e la CIA del progetto MK Ultra cominciarono ad interessarsene insieme a un’ampia gamma di possibili agenti inabilitanti non letali, psicoattivi e psicotomimetici tra cui droghe psichedeliche come LSD e THC, droghe dissociative come ketamina e fenciclidina, potenti oppioidi come il fentanil, etc.

 

Nel 1959, l’esercito degli Stati Uniti mostrò un interesse significativo nel dispiegarlo come agente di guerra chimica.

 

Come descritto nell’introvabile libro autobiografico Chemical Warfare: Secrets Almost Forgotten (2006) dello psichiatra dell’esercito in pensione James Ketchum, il lavoro di sperimentazione procedette nel 1964 quando un generale immaginò un piano per inabilitare un’intera imbarcazione con BZ aerosolizzato: un esperimento che prese il nome di Project DORK.

 

Il BZ fu tra le sostanze testate nelle strutture dell’Edgewood Arsenal, nel Maryland, tra il 1948 e il 1975, dove con esperimenti su soldati l’esercito voleva valutare l’impatto di agenti di guerra chimica a basso dosaggio sul personale militare e testare indumenti protettivi, prodotti farmaceutici e vaccini. Una certa parte di questi studi era diretta alla cosiddetta «guerra psicochimica».

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Tali storie sono riflesse nel film con Tim Robbins Allucinazione perversa (1990), che parla di esperimenti a base di BZ sui soldati americani in Vietnam.

 

Secondo quanto riportato, le scorte americane di BZ sarebbero state distrutte nel 1989 come parte di un ridimensionamento generale del programma di guerra chimica degli Stati Uniti.

 

Nel 1998 l’esercito britannico aveva accusato l’Iraq di Saddam Hussein di avere riserve di un «Agente 15» di fatto identico al BZ. Nel 2013 gli USA accusarono la Siria di Assad di aver usato l’allucinogeno.

 

Come riportato da Renovatio 21, di un possibile false flag chimico ucraino si era parlato ancora un anno fa. La guerra chimica è vietata dalla Convenzione sulle armi chimiche di cui sono firmatarie sia l’Ucraina che la Russia.

 

Il conflitto ucraino si sta dimostrando un banco di prova per il nuovo tipo di guerra: guerra con i droni, con i missili ipersonici, con i sabotaggi infrastrutturali con le sanzioni economiche.

 

C’è da chiedersi anche se l’Ucraina diverrà il definitivo laboratorio anche per la guerra biochimica, o perfino psicochimica.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Armi biologiche

Gli USA gestiscono ancora biolaboratori in Ucraina: ambasciatore russo

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Gli Stati Uniti continuano a gestire 30 biolaboratori sul territorio dell’Ucraina come parte di un programma biologico-militare illegale, ha affermato l’ambasciatore russo nei Paesi Bassi.   Il numero di laboratori americani sul territorio ucraino è «noto da molto tempo», ha detto il diplomatico di Mosca in un’intervista al quotidiano Izvestia Vladimir Tarabrin, che è anche rappresentante permanente della Russia presso l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW).   Il Tarabrin ha ricordato che il capo delle forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il tenente generale Igor Kirillov, aveva affermato nel marzo 2022 che esistevano 30 biolaboratori di questo tipo.

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«Le nostre forze armate hanno scoperto documenti che confermano l’ampio programma militare biologico dispiegato dagli Stati Uniti e dai paesi della NATO sul territorio dell’Ucraina e di altre ex repubbliche sovietiche», ha detto.   Il governo di Kiev avrebbe iniziato a distruggere pericolosi agenti patogeni nei laboratori e a sospendere la ricerca il 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha lanciato l’operazione militare contro l’Ucraina, ma «nel 2023 l’attuazione di questi programmi è ripresa, solo il loro nome è stato cambiato», ha affermato Tarabrin.   Alla domanda se il numero dei biolaboratori statunitensi in Ucraina sia ancora pari a 30, l’ambasciatore ha risposto: «secondo i nostri dati, sì».   «Non sorprende, quindi, che negli ultimi 20 anni Washington abbia bloccato tutte le iniziative russe volte a rafforzare il regime della Convenzione sulle armi biologiche (BWC) e a creare un meccanismo efficace per verificare il rispetto delle sue disposizioni da parte di tutti i paesi partecipanti», ha detto Tarabrin.   Negli ultimi due anni Mosca ha ripetutamente sollevato preoccupazioni su una presunta rete di laboratori segreti finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina, pubblicando documenti catturati dalle autorità di Kiev, che sostiene siano collegati alle operazioni di tali strutture.   Lo scorso aprile, Kirillov aveva affermato che la Russia «non aveva dubbi sul fatto che gli Stati Uniti, con il pretesto di garantire la biosicurezza globale, conducessero ricerche sul duplice uso, compresa la creazione di componenti di armi biologiche, in prossimità dei confini russi».   Il governo degli Stati Uniti ha confermato l’esistenza dei biolaboratori in Ucraina, ma ha insistito sul fatto che sono del tutto legali e non destinati a scopi militari, nonostante siano finanziati principalmente tramite il Pentagono. Washington ha negato le affermazioni di Mosca secondo cui i laboratori sarebbero utilizzati per lavorare sulle armi biologiche, definendole una «campagna di disinformazione russa».   Kirillov ha anche affermato un anno fa che il programma di biolaboratori statunitense in Ucraina, precedentemente noto come «Ricerca biologica congiunta», è stato rinominato «Ricerca sul controllo biologico» in modo che possa continuare le sue operazioni.   Dieci mesi fa la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino.   La questione dei biolaboratori ucraini finanziati dagli americani pareva all’inizio una fake news, ma è stata confermata in un’audizione del Congresso USA dal sottosegretario di Stato Victoria Nuland, responsabile per la politica estera eurasiatica di Washington nonché pupara degli accadimenti di questi anni a Kiev e dintorni.

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La stessa Duma ha invitato a Mosca Victoria Nuland per testimoniare, ma è molto difficile la Nuland ha evidentemente dato forfait.   Il Pentagono al momento ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.   È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.   Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.   Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.   La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.   Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.

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La dengue aumenta del 400% in Brasile dopo il rilascio delle zanzare OGM del programma sostenuto da Bill Gates

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La febbre dengue è quadruplicata in Brasile nel 2024: nelle prime cinque settimane del 2024, secondo il ministero della sanità del Paese, sono stati segnalati oltre 364.000 casi di infezione da dengue, un numero 4 volte superiore rispetto ai casi precedenti nello stesso periodo del 2023.

 

Osservatori notano che la recrudescenza del fenomeno accade dopo il rilascio di milioni di zanzare geneticamente modificate da parte del World Mosquito Program delle Nazioni Unite.

 

Il drammatico aumento dei casi di dengue ha spinto il Brasile ad acquistare milioni di dosi di vaccino contro la dengue.

 

«La rapida diffusione della dengue ha causato 40 morti accertati, ha detto il ministero, e altri 265 sono oggetto di indagine» scrive il giornale britannico Guardian. «Il Brasile ha acquistato 5,2 milioni di dosi del vaccino contro la dengue Qdenga, sviluppato dalla casa farmaceutica giapponese Takeda, con altri 1,32 milioni di dosi fornite senza alcun costo per il governo, si legge in una dichiarazione del ministero».

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Tre Stati brasiliani hanno dichiarato lo stato di emergenza, tra cui il secondo Stato più popoloso, Minas Gerais, e il Distretto Federale, dove si trova la capitale, Brasilia, che sta affrontando un aumento senza precedenti di infezioni. Brasilia inizierà a vaccinare i bambini di età compresa tra 10 e 14 anni con Qdenga, ha dichiarato il governo locale.

 

I casi di dengue a Brasilia dall’inizio dell’anno hanno superato il totale dell’intero 2023, con un tasso di infezione di 1.625 casi ogni 100.000 abitanti, rispetto alla media nazionale di appena 170.

 

Il World Mosquito Program delle Nazioni Unite ha annunciato nel 2023 un piano per liberare miliardi di zanzare geneticamente modificate in Brasile per un periodo di 10 anni nel tentativo di sradicare la febbre dengue nel Paese dell’America Latina.

 

«I funzionari sanitari brasiliani in cinque città hanno rilasciato nuvole di zanzare Aedes Egypti coltivate in laboratorio infette dal batterio Wolbachia, che impedisce la trasmissione del virus dengue agli esseri umani», riferiva Harvard Public Health nell’agosto 2023.

 

«Il Paese sarà il primo a lanciare un programma nazionale per rilasciare le zanzare Wolbachia modificate, che si prevede proteggeranno fino a 70 milioni di persone dalla febbre dengue nei prossimi 10 anni. E sta costruendo una fabbrica per aumentare la produzione di zanzare: a partire dal 2024, la fabbrica produrrà in serie cinque miliardi di zanzare all’anno».

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Risulta impossibile non notare come ora, un anno dopo l’inizio dell’iniziativa con le zanzare di laboratorio, i casi di dengue sono aumentati notevolmente anziché diminuire.

 

È un dato pubblico il fatto che il World Mosquito Program ha ricevuto una sovvenzione di 50 milioni di dollari australiani (circa 30 milioni di euro) dalla Bill & Melinda Gates Foundation, che sta anche finanziando la ricerca sul vaccino contro la febbre dengue.

 

Il governo brasiliano ha acquistato oltre 5 milioni di dosi del vaccino contro la febbre dengue Qdenga, prodotto dalla casa farmaceutica giapponese Takeda, che ha pure ricevuto anche milioni di dollari in sovvenzioni sempre dalla Fondazione Bill & Melinda Gates.

 

«In altre parole, i soldi della Fondazione Bill Gates sono coinvolti in tutti gli aspetti della situazione, dalle zanzare geneticamente modificate – che apparentemente hanno esacerbato la crisi della dengue – alle società finanziatrici che forniscono il vaccino contro la dengue molto richiesto al Brasile» scrive Infowars. «A che scopo?»

 

Come riportato da Renovatio 21, avanzano, a livello scientifico, le proposte di utilizzare le zanzare OGM come strumento di vaccinazione degli esseri umani, elementi auto-operanti di un di medicalizzazione biotecnologica massiva in un mondo in cui il consenso della popolazione è divenuto totalmente obsoleto.

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In Brasile era già stato avviato anni fa un programma di immissione di zanzare OGM contro la malaria, tuttavia, invece che estinguersi, gli insetti parassiti avrebbero sviluppato quello che si chiama un «vigore ibrido»: per eterogenesi dei fini, gli scienziati hanno ottenuto al contrario una razza ancora più forte di zanzare.

 

Rilasci di miliardi di zanzare geneticamente modificate sono stati programmati, nonostante le rimostranze dei residenti, in Florida e California, e, più di recente, alle Hawaii, con i cittadini a divenire, anche stavolta, cavie umane del grande progetto che coinvolge la tecnica del cosiddetto gene drive.

 

A finanziare il progetto interviene, praticamente sempre, la compagine di Bill Gates, anche se va riconosciuto che il progetto coinvolge anche il Pentagono (protagonista di vari progetti di militarizzazione degli insetti) e contava fra i suoi sostenitori, ancora anni fa, anche Google.

 

Renovatio 21 da almeno un lustro ritiene la storia delle zanzare bioingegnerizzate – alle quali, ricordiamo en passant, lavorava anche il neo-onorevole professor Andrea Crisanti – come uno dei temi centrali del futuro prossimo.

 

Zanzare sterilizzate per via genetica, zanzare alterate per diventare creature vaccinatrici: il catalogo frankensteiniano che riguarda questi parassiti è vasto e impressionante, e, crede Renovatio 21, prelude a ciò che succederà all’uomo.

 

Il confine tra operazione biomedica ed arma biologica, anche nel caso del piano per le zanzare OGM, diviene davvero labile

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