Eutanasia
«È diventato tutto blu». Il vero significato del sacrificio umano di Archie Battersbee
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2022/08/arc-batt1.jpg)
Archie Battersbee è stato assassinato dal sistema sanitario e giudiziario britannico lo scorso 6 agosto.
Come riportato da Renovatio 21, i medici hanno staccato le macchine che lo tenevano in vita dopo le sentenze di tutti i gradi di giudizio dei tribunali britannici e la pilatesca decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo di «non interferire» con gli omicidi sanitari in Albione.
L’uccisione del bambino è stata portata avanti contro la disperata difesa dei genitori, che hanno lottato fino all’ultimo. Essi sono stati quindi anche testimoni oculari della morte del figlio per mano della Cultura della Morte ospedaliera e dello Stato malvagio.
Le macchine sono state staccate alle 10 di quel giorno, ora di Greenwich. Alle 12:15 Archie è spirato.
Ella Carter, un’amica di famiglia, era presente. Ha raccontato l’orrore infinito a cui ha assistito.
«Gli sono stati tolti tutti i farmaci alle 10 e i suoi valori sono rimasti completamente stabili per due ore» ha detto la ragazza.
Poi «è diventato completamente blu».
Difficile scrollarsi dalla mente questa immagine: un bambino che cambia colore. E muore.
«Non c’è assolutamente nulla di dignitoso nel guardare un membro della famiglia o un bambino soffocare» ha dichiarato la Carter. «Nessuna famiglia dovrebbe mai passare quello che abbiamo passato noi, è barbaro».
La giovane sconvolta dice il vero. Dice esattamente quello che sta accadendo – e a livello storico, metastorico, metafisico.
Casi comi quelli di Archie servono esattamente a questo, ad abituarci alla fine della dignità umana: così, le persone ritenute inservibili potranno essere terminate, scartate, cancellate – se ci pensate è quello che succede già nei Paesi nordici, Islanda in testa, dove non nascono più feti con la sindrome di Down, perché uccisi subito.
Forzarci a vedere lo Stato che uccide un nostro parente, ancorché bambino innocente, è un esercizio che, a quanto pare, ritengono dobbiamo fare. Il popolo deve abituarsi: uccideremo i vostri cari, se lo riteniamo, dice il potere. Non c’è Ippocrate, non c’è giudice parruccone, non c’è forza che vi possa salvare. Siete senza scampo.
L’amica di famiglia, in lacrime, parla di «barbarie». Anche qui, coglie nel segno.
Una società che uccide i propri figli non fa più parte della Civiltà. Il contrario della Civiltà è, appunto, la barbarie – il quadro in cui regna la violenza priva di legge e di morale, una violenza totalmente arbitraria, che può decidere di ferire, violentare, ammazzare chiunque, anche i bambini.
La fine della Civiltà è necessaria, perché con la restaurazione della barbarie potrà tornare il sacrificio umano.
Il moltiplicarsi di questi casi rivoltanti indica esattamente questo: la celebrazione di sacrifici umani, consumati pubblicamente, a cui dobbiamo assistere tutti, senza fiatare.
Fino a che, reimmessa la giusta dose di tributi a Moloch, ciò diverrà normale, diverrà legge – in effetti, legge lo è già.
L’assassinio del bambino inglese, diventato tutto blu, è solo «gestione della barbarie». Come da titolo del libro fondamentale dell’ISIS: e infatti, questo ci stanno preparando, un mondo di terrore.
Eccoci a guardare attonite le anteprime atroci del crollo della Civiltà, piccole anticipazioni di quello che sarà il futuro del pianeta dominato dalla Necrocultura.
Tuttavia non è finita.
È possibile fermare questo processo? Sì.
E ponetevi anche la domanda successiva: sarà possibile punire i responsabili?
Un uomo che non se lo chiede almeno una volta al giorno non è un uomo, è un complice dell’Impero della Morte che ci divora i figli.
Una uomo, una donna, che davanti a tale scempio non pensa di reagire ha già abdicato alla sua umanità, entrando già moralmente nel transumano, nel post-umano, nel dis-umano.
Guardando questo panorama di devastazione, un essere umano che vuole rimanere tale una cosa sola ha nel cuore: la lotta per la Vita e la Civiltà.
Roberto Dal Bosco
Immagine da Twitter
Eutanasia
I dati sul suicidio assistito in Canada suggeriscono aumenti inquietanti
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La scorsa settimana la provincia canadese della Columbia Britannica ha pubblicato i dati provinciali 2023 sull’eutanasia, che in Canada si chiama MAiD («medical assistance in Dying», o morte medica assistita).
Secondo il rapporto BC Medical Assistance in Dying 2023, sono stati segnalati 2.767 decessi assistiti, il 10% in più rispetto ai 2.515 del 2022.
Le «altre condizioni» rappresenterebbero il 32,9% dei decessi per morte assistita nel territorio. Altre condizioni sono state segnalate nelle categorie malattia autoimmune (2,4%), dolore cronico (24,8%), Diabete 9,8%, Fragilità 60,5%, Altre comorbilità* 52,1%.
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La legge canadese MAiD non richiede che una persona sia malata terminale. Diabete, fragilità, dolore cronico e condizioni autoimmuni sono solitamente condizioni croniche e non terminali.
Il rapporto non indica le condizioni che comprendono «altre comorbilità», ma indica che i disturbi mentali, in quanto comorbilità, rientrano in tale categoria.
In Canada l’eutanasia non è consentita solo per disturbi mentali, ma se una persona soffre di un disturbo mentale e di un’altra condizione di comorbilità, allora può essere idonea ad essere uccisa tramite MAiD.
Il rapporto sanitario esclude qualsiasi informazione importante, come un’analisi di morti sospette o un’ulteriore analisi del motivo per cui una persona ha effettivamente chiesto di essere uccisa, ma ne include solo le condizioni.
Sulla base dei dati di Ontario, Quebec, British Columbia, Manitoba, Alberta e Nuova Scozia, si prevede che nel 2023 ci saranno circa 15.280 decessi per eutanasia in Canada, scrive su LifeSiteNews l’associazione Euthanasia Prevention Coalition.
Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.
Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.
Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.
Il Canada del governo Trudeau – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. L’anno scorso in Canada un decesso ogni 25 era dovuto all’eutanasia, che viene servita anche alle pompe funebri.
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A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.
Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.
Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.
Il Canada, che è all’avanguardia anche grazie alla potente penetrazione nel suo gabinetto pure rivendicata dal World Economic Forum, è quindi un vero esempio dello Stato basato sempre più sull’eugenetica – cioè sul dominio totale sull’essere umano e l’annientamento della sua dignità di creatura figlia di Dio.
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Eutanasia
La «Tesla eutanatica» vietata in Isvizzera
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Last day of public display of Sarco Mk #1 euthanasia machine in Venice. Next chance to view Sarco will be @CubeDesignM in NL as part of the (Re)Design Death exhibition in 2020 https://t.co/3FX0gWqEbY pic.twitter.com/wdDcXlCK5j
— Philip Nitschke (@philipnitschke) November 25, 2019
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Eutanasia
L’eutanasia è un tema delle elezioni britanniche
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Anche se nel Regno Unito è meno avanzato che in Francia, il dibattito sull’eutanasia si fa sempre più intenso con il passare dei mesi, man mano che si avvicina il voto del 4 luglio 2024, al termine del quale il Re potrebbe nominare un nuovo ministro Carlo III.
La morte assistita – non si parla più di suicidio assistito in Inghilterra – è punibile con «una pena fino a quattordici anni di reclusione», nota Care. Ma le più recenti direttive, emanate nel 2010 dall’autorità giudiziaria, incoraggiano l’indulgenza quando l’atto è compiuto per «misericordia».
Come in Francia, la morte in guanti bianchi ha i suoi «influencer», sufficientemente presenti sui media britannici per cercare di commuovere l’opinione pubblica: così nota Le Monde, «Lady Esther Rantzen, 83 anni, nota figura della BBC, soffre di cancro in stadio avanzato, chiede la legalizzazione dell’eutanasia e annuncia che finirà la sua vita in un istituto specializzato in Svizzera».
D’altro canto, «la campionessa paralimpica Lady Tanni Grey-Thompson, membro della Camera dei Lord», denuncia un falso «diritto alla morte» che nasconderebbe un «dovere di morire», «esercitato consapevolmente o meno nei confronti delle persone con disabilità o gravemente malato, ha fretta di porvi fine per non costituire più un presunto peso per la società», constata Le Monde. Chiede maggiori risorse per le cure palliative.
Ma lo stato d’opinione sta cambiando nelle isole britanniche: «secondo un sondaggio IPSOS del 2023, due terzi degli intervistati nel Regno Unito erano favorevoli alla morte assistita per gli adulti incurabili che ne facevano richiesta», cita lo stesso giornale. In questo contesto, i due principali partiti – i Conservatori (Tory) e il Partito Laburista (Labour) – camminano sulle uova.
Il primo ministro uscente Rishi Sunak, messo male nei sondaggi, dichiara ora di «non opporsi» a una modifica della legge sull’eutanasia, assicurando che, se fosse rieletto, organizzerà un voto sulla depenalizzazione del suicidio assistito al fine di regolamentare la pratica, rileva Care.
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Il suo principale avversario, il laburista Keir Starmer, cerca di smussare la sua immagine per renderla meno divisiva per i conservatori: anche se non nasconde il desiderio di legalizzare l’eutanasia, il leader laburista «ha promesso che lascerà liberi i suoi deputati votare», secondo Le Monde.
Nel 2015, ricorda lo stesso quotidiano, «Keir Starmer votò a favore della morte assistita quando in Parlamento fu votato un primo disegno di legge proposto dalla baronessa Molly Meacher, membro della Camera dei Lord». Ma il testo venne in gran parte respinto.
Ma un terzo uomo si è lanciato nella corsa per il 10 di Downing Street: il brexiter Nigel Farage, oggi leader del partito Reform UK, sta dando una scossa alla campagna elettorale in vista delle elezioni legislative del 4 luglio. «I conservatori hanno causato un tale caos!» accusa.
Mentre alcuni sondaggi lo collocano al secondo posto, dietro al candidato laburista. Nigel Farage, anche se discreto sulle questioni del diritto alla vita, è ben lungi dal fare della liberalizzazione dell’eutanasia il suo cavallo di battaglia.
Da parte loro, i vescovi cattolici del Regno Unito invitano gli elettori a tenere conto di questa questione quando eserciteranno il loro diritto di voto il 4 luglio 2024: «Tra le tante questioni politiche, quella dell’eutanasia è centrale: almeno un leader di partito ha indicato che prenderà in considerazione la possibilità di rivolgersi al Parlamento per modificare la legge», ha detto mons. Mark Davies, vescovo di Shrewsbury, prendendo di mira in particolare il leader laburista, riportato da Crux.
«Chiedo ai cattolici di mobilitarsi. Non lasciarti convincere dagli argomenti emotivi nei media. Prendete posizione contro questa sinistra proposta», ha dichiarato da parte sua mons. Philip Egan, vescovo di Portsmouth, sempre a Crux, il quale ricorda che «la morte non dovrebbe essere vista come un sollievo dal dolore, ma come un passaggio alla nuova vita gloriosa in cielo con Dio nostro Padre e Creatore». Se almeno uno muore in stato di grazia.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Katie Chan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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