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«La gestione della barbarie». Il vero motivo per cui stanno armando gli ucraini

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Seguendo le notizie si ha l’impressione che gli ucraini abbiano perso il controllo anche della narrazione mediatica. In realtà non lo hanno mai avuto. Sono stati coperti, fino all’impossibile, dai media occidentali.

 

I quali hanno fatto ingollare allo spettatore NATO ogni sorta di balla colossale. I martiri dell’isola dei serpenti (che si sono arresi e stanno bene). Il fantasma di Kiev (che è reale quanto Tex Willer). I russi che con i tank passano sopra un’automobile in corsa (era un tank ucraino).

 

Ora la questione dei russi che attaccano la centrale nucleare più grande d’Europa. Ecco subito il premier attore Zelens’kyj che fa un video per tutte le nazioni del mondo: venite qui, combattete al posto nostro.

 

I media hanno mentito, alterato fino alla spudoratezza più schifosa, in un modo perfino più meschino di quanto fatto con questi due anni di pandemia. Del resto, il loro compito non era facile: bisognava in tutti i modi far dimenticare che l’Ucraina di oggi nasce da una rivoluzione colorata, cioè un golpe, nel 2014 – e che nonostante gli aiuti di USA e soci, il suo stato rimane socioeconomicamente disastrato, con l’eccezione dei pasciuti oligarchi, che sono quelli che gli aiuti se li pappano e che hanno messo li Zelens’kyj.

Nonostante anni di aiuti di USA e soci, L’Ucraina rimane socioeconomicamente disastrato, con l’eccezione dei pasciuti oligarchi, che sono quelli che gli aiuti se li pappano e che hanno messo li Zelens’kyj

 

Bisognava inoltre far dimenticare l’altro dato interessante: che le varie milizie volontarie ucraine sono in realtà fatte da veri nazisti, nell’accezione più caricaturale del termine: sadici in maniera parossistica. Potete andare a cercarvi qualche informazione sulla strage di Odessa: decine di corpi bruciati in un sindacato della città, una donna incinta strangolata con il filo del telefono. Potete andarvi a vedere un po’ di foto del Donbass, dove hanno operato in questi otto anni, e dove sono morte 14 mila persone. In rete se ne trovano. Non fatelo, però, se siete di stomaco debole.

 

Tutto è sparito. Le svastiche, le stragi, le crudeltà ripetute.

 

Tuttavia, non è di questo livello di menzogna che vogliamo parlare. C’è qualcosa di ancora più immondo in atto, qualcosa che prelude ad una catastrofe di violenza che può durare decenni.

 

Oggi in un TG RAI ho visto un servizio strappalacrime che avverava un’immagine che avevo scritto due giorni fa: si mostrava una donna ucraina fuggita oltreconfine, portando con sé solo la figlia piccola – perché il figlio diciottenne, diceva la giornalista nel servizio, è dovuto restare in Ucraina. Nessuna spiegazione di questa lacerante separazione veniva offerta. Si scivolava via, tra immagine di pianti e misticismo del profugo a go-go. Difficile sapere quanti spettatori – contribuenti RAI – si siano posti la domanda: come mai questo ragazzino ha dovuta lasciare sua madre? Doveva andare a scuola per il compito di matematica? Doveva lavorare? Aveva voglia di stare con gli amici?

 

La risposta a questa domanda ve la possono dare siti come Renovatio 21, pluribannati e blacklistati a livello internazionale da prima del COVID (tutto vero: e ne stiamo ancora subendo di ogni).

 

Lo abbiamo scritto qualche giorno fa: l’Ucraina sta proibendo agli uomini dai 18 ai 60 anni di lasciare il Paese. Da quel che si dice, il cittadino maschio se viene trovato al confine viene immediatamente arruolato. Alcuni dicono che basta una tangente di 150 dollari per passare oltre. Non sappiamo: tuttavia, il divieto di espatrio per ogni uomo ucraino è realtà, riportata dalla CNN.

La Russia sta mandando a combattere un esercito di professionisti, qualche migliaia di ceceni in tenuta tecnica, più – se i giornali dicono il vero – i mercenari della Wagner.  L’Ucraina vuole mandare chiunque

 

La Russia sta mandando a combattere un esercito di professionisti, qualche migliaia di ceceni in tenuta tecnica, più – se i giornali dicono il vero – i mercenari della Wagner.  L’Ucraina vuole mandare chiunque.

 

Perché? Semplice: un 18enne morto mentre viene spedito al macello, magari in abiti borghesi, è utile alla causa: lui non sa utilizzare il fucile, il russo che lo fredderà quando questi si avvicinerà, sì. La foto del piccolo civile morto sarà il combustibile perfetto per il conflitto che l’Ucraina non può vincere. Sarà un’arma di ricatto morale per gli Stati NATO, che in ogni modo Kiev sta cercando di tirare dentro: a Zelens’kyj e ai suoi burattinai sembra non interessare che ciò significherebbe, molto letteralmente, la Terza Guerra Mondiale.

 

Non è detto che gli importi, anzi: se mai avessero la fortuna di resistere, e in qualche modo Putin fosse rimandato indietro (improbabile), loro sarebbero lì a spartirsi le nuove miliardate di aiuti da USA, UE, FMI, chiunque. Piatto ricco oligarchico per la ricostruzione. Al popolo ucraino, che è stato mandato a morire per legge, non andrà nulla – come del resto è stato in questi anni, dove partita con debito pubblico pari a zero all’indipendenza del 1992 (100 miliardi di dollari che si accollò Mosca), Kiev è arrivata a indebitarsi mostruosamente, con una popolazione sempre più povera e una superclasse oligarchica ricca da fare schifo.

 

Ecco a cosa serve trattenere i civili: a innescare la Terza Guerra Mondiale.

 

Lo si è capito, c’è bisogno di qualcosa di più per convincere le opinioni pubbliche euroamericane della necessità della guerra finale contro la Russia. Guardate la cautela con cui si muovono: minacciano, sanzionano, ma poi, come Biden, dicono che non manderanno neanche mezzo soldato in Ucraina – al momento.

 

Serve loro qualcosa di forte. Un casus belli morale. La centrale atomica «bombardata» già era una bella trovata, tuttavia è già spenta, con la l’ente ONU per l’energia atomica a smentire l’innalzo della radioattività nella zona e perfino i giornali americani ad ammettere che non ci sono prove che la Russia abbia tirato sull’impianto.

Il progetto, quindi, potrebbe essere quello di bombardarci di immagini di eroici ucraini morti

 

Il progetto, quindi, potrebbe essere quello di bombardarci di immagini di eroici ucraini morti.

 

Secondo lo strambo, lucidissimo, youtuber Gonzalo Lira andrà proprio così: ci sarà un accumulo di prove videofotografiche della «brutalità russa», che altro non sarebbe che il massacro di inesperti fatti schiantare contro l’impressionante forza militare di Putin.

 

Lira, che inizia tutte le sue dirette invocando il nome «Tiffany Dover», è un personaggio interessante: scrittore, regista, si è dedicato poi a temi macroeconomici con blog e canali YouTube di successo, dove poi, a quanto mi sembra di aver capito, ha cominciato a dare consigli riguardo alle donne e alla fuga dal mondo sviluppato, dove dice verrà presto implementato un sistema di controllo sociale di cui i vaccini genici sono solo l’inizio.

 

I suoi video di questi giorni sono fondamentali: si trova in Ucraina. È stato per giorni bloccato in un albergo di Kiev, dove ha aspettato di trovare un modo di spostarsi dai figli piccoli a… Kharkov. Ieri non ha postato nessun video, e infatti siamo un po’ preoccupati.

 

Il cileno-americano definisce il governo di Kiev «il regime Zelens’kyj», e i giornalisti occidentali, suoi compagni di albergo, nei suoi video vengono  apostrofati de visu come «system pigs», «maiali del sistema», servi di una narrazione che sta portando alla catastrofe.

Ci sarà un accumulo di prove videofotografiche della «brutalità russa», che altro non sarebbe che il massacro di inesperti fatti schiantare contro l’impressionante forza militare di Putin

 

Di fatto, Lira ha mostrato qualcosa che i professionisti dell’informazione, ammassati nell’albergo di lusso e in piazza Maidan, non hanno fatto passare: lo sprofondare di Kiev nell’illegalità diffusa. Lo scrittore ha mostrato alcuni video dove si vedono scene di violenza tra ucraini, e ha parlato apertamente del fenomeno. Sostiene che sia uno degli effetti collaterali della distribuzione di Kalashnikov alla popolazione.

 

Lo avrete sentito: Zelens’kyj sta dando fucili d’assalto a chiunque lo richieda. Avrete visto la foto social della deputata Kira Rudik, la preferita dei network americani, dove si è lasciata scappare che in Ucraina si combatte per il «nuovo ordine mondiale».

 


Ci mostrano poi le immagine con le file di comuni cittadini in attesa di ricevere un AK-47. C’è lo studente, il programmatore, l’imprenditrice…

I civili, insomma, devono combattere. Alcuni saranno certamente così scemi da lanciarsi contro l’esercito russo: altre photo opportunity sanguinarie

 

I civili, insomma, devono combattere. Alcuni saranno certamente così scemi da lanciarsi contro l’esercito russo: altre photo opportunity sanguinarie.

 

Li armano perché vogliono un sacrificio umano. È necessario. Il loro sangue, filtrato da social e media della menzogna, è la benzina con cui muovere il mondo verso il suo nuovo assetto.

 

Tuttavia, una parte di questi fucili non finiranno a combattere i russi: no, percoleranno verso la criminalità organizzata, che a quanto detto nella capitale sta già sparando. È un classico panorama del collasso. Mafiosi, signori della guerra, gangster armati e organizzati in bande cominceranno a dettar legge in alcune zone e magari ad interloquire con quel che resta dello Stato e con i servizi dei Paesi stranieri interessati, non diversamente dall’Afghanistan o da qualche Paese Africano.

 

L’Ucraina potrebbe scendere, quindi, in quello che gli strateghi dell’ISIS chiamavano Idarat at-Tawahhus, la «gestione della barbarie». I jihadisti dello Stato islamico prevedevano che il crollo di uno Stato offriva possibilità immani: dopo la prima fase di «vessazione e potenziamento», in cui si strema e si impaurisce la popolazione di un territorio, subentra una seconda fase, dove, sulla scia del crollo dell’ordine precedente , prevale la legge della giungla con i sopravvissuti pronti ad «accettare qualsiasi organizzazione, indipendentemente dal fatto che sia composta da persone buone o cattive».

 

Chi sta armando gli ucraini sta preparando non solo il collasso del Paese, ma il suo sprofondare in uno stato selvaggio, di crudeltà inarrivabile. I Balcani degli anni Novanta. Il Ruanda del 1994. La Siria degli anni 2010… probabilmente moltiplicati per un enorme Paese da 40 milioni di persone con immense ricchezze in fatto di materie prime.

Li armano perché vogliono un sacrificio umano. È necessario. Il loro sangue, filtrato da social e media della menzogna, è la benzina con cui muovere il mondo verso il suo nuovo assetto

 

È pensando a questo che assume un carattere criminale, apocalittico la fornitura di armi agli ucraini da parte dei governi occidentali, in particolare l’Italia.

 

Come è stato notato da molti, portare lì le armi (tranquilli, armi di difesa, dice Salvini), per chiunque, di per sé sarà un’impresa: il Mar Nero è controllato dalle navi russe, visibili mentre galleggiano nere e placide fuori da Odessa. Lo spazio aereo è chiuso. Insomma, la logistica di questa consegna delle armi non è esattamente semplice.

 

Quello che si può pensare, quindi, e che se mai queste armi arriveranno, arriveranno tardissimo, probabilmente a Kiev già caduta. Quindi, a chi andranno in mano alle bande, ai battaglioni nazisti, ai criminali. A chiunque si prepara, magari ulteriormente turlupinato, finanziato e armato da qualche servizio segreto occidentale, a sfiancare la Russia per anni con atti di guerriglia et similia.

 

In pratica, Draghi e compagni stanno armando il caos. Il disordine sanguinario che sta per arrivare, e durare fino a che i gestori della barbarie vorranno sparare con le loro armi.

Una parte di questi fucili non finiranno a combattere i russi: no, percoleranno verso la criminalità organizzata, che a quanto detto nella capitale sta già sparando

 

È semplicemente mostruoso: è la garanzia che la violenza durerà anni, decenni. Che l’instabilità non sarà mai risolta, che l’Ucraina diverrà una Cecenia non guarita (cioè, una Cecenia che non ha incontrato Putin). Palazzi distrutti. Povertà diffusa. Sangue. Sangue. Sangue.

 

Tuttavia, ci preme dire che a usare queste armi nella regressione selvaggia del Paese non saranno solo i neonazi, i gangster e i signori della guerra: lo faranno, di certo, anche alcuni civili. Perché oramai la radicalizzazione della popolazione ucraina (in realtà, abbiamo visto con il COVID, di ogni popolazione umana) è oramai arrivata al punto, la società è polarizzata in modo abissale, l’odio e la volontà di punire sono moneta corrente nello stato attuale – non sappiamo se dobbiamo ringraziare di questo gli algoritmi dei social media o il generale crollo dell’unità sociale inevitabile per lo Stato moderno, che non ha nessun vero collante a tenerlo insieme.

 

Sulle armi che stiamo fornendo ci sarà, quindi, altro sangue, e per anni. La rovina dell’Ucraina, granaio d’Europa, si potrebbe prolungare fino a creare shock sistemici globali, per esempio per il grano (cioè la pasta, il pane, i carboidrati che costituiscono la dieta principale della maggioranza dell’ umanità) così come per il neon e il palladio, che sono assolutamente necessari per produrre i microchip, senza i quali oggi non si costruisce né si vende nulla, nemmeno un bollitore per il té.

Draghi e compagni stanno armando il caos. Il disordine sanguinario che sta per arrivare, e durare fino a che i gestori della barbarie vorranno sparare con le loro armi

 

Pensate all’odio, allo squilibrio, alla distruzione tra gruppi umani su tutta quella terra, che non molto tempo fa era una cosa sola, era Rus’.

 

E poi, su tutto: pensate a questa danza del caos a poca distanza da migliaia di bombe atomiche ex sovietiche. Pensate, come Oppenheimer, alla Bhagavad-Gita: «Ora sono diventato la Morte, il distruttore di mondi».

 

La domanda da porsi, a questo punto, è se tutto questo non sia programmato.

 

Una zona di barbarie eterna, da tenere accesa fino a che non si decapiterà la Russia e la si spoglierà delle sue ricchezze naturali – o forse, la distruzione non si fermerà fino a ché si eliminerà la Russia per quel che rappresenta: la sovranità dello Stato, la sovranità dei popoli, il rifiuto dell’omologazione globalizzante, il radicamento in qualcosa che gli esseri umani si tramandano nel tempo, la religione, la famiglia.

 

Sì, l’Ucraina va data alle fiamme per bruciare la Russia. Alle porte d’Europa si creerà una terra che sarà reclamata, strage dopo strage, dalla Cultura della Morte.

 

E l’Italia, credete che sia così lontana?

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

Immagine di DS10Portfolio via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0); immagine modificata

 

 

 

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Attacco di droni ucraini respinto in Crimea: «erano puntati su obbiettivi civili»

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Diversi droni ucraini sono stati abbattuti dalle difese aeree nella città di Dzhankoy in Crimea nella giornata di ieri. Lo riporta il sito governativo russo RT che riporta come fonte funzionari locali.

 

I detriti dei droni distrutti hanno danneggiato una casa e un negozio nella zona, ha scritto lunedì su Telegram il leader della Repubblica di Crimea, Sergey Aksjonov, secondo cui una persona sarebbe rimasta ferita nell’incidente: si tratterebbe di un 33enne che sarebbe stato ferito da schegge. Portato in ospedale, la sua vita non sarebbe in pericolo, secondo quanto detto dal capo dell’amministrazione Dzhankoj, Igor Ivin.

 

«Tutti i droni erano puntati su obiettivi civili… Non ci sono strutture militari nelle vicinanze», ha scritto martedì su Telegram l’assistente di Aksjonov, Oleg Krjuchkov.

 

Uno degli UAV è stato distrutto sopra un istituto tecnico, schiantandosi al suolo tra un edificio accademico e un dormitorio. «Gli altri sono stati abbattuti su aree residenziali», ha detto, senza specificare quanti droni volassero. «Oltre agli esplosivi, ognuno di essi conteneva schegge», ha aggiunto Krjuchkov.

 

Kryuchkov ha condiviso le foto dei detriti dell’aereo abbattuto sul suo canale Telegram, che mostrava che i droni portavano adesivi del meme Internet noto come trollface. Ci vuole «un tipo speciale di cinismo», ha notato, per decorare in questo modo gli UAV che prendono di mira i civili.

 

L’attacco sventato è avvenuto pochi giorni dopo che la Crimea ha celebrato il nono anniversario della sua riunificazione con la Russia a seguito di un referendum del 2014, dove la stragrande maggioranza della popolazione locale ha votato per l’annessione con Mosca.

 

Il presidente della Federazione Russa due giorni fa è arrivato in Crimea con una visita a sorpresa.

 

La penisola, che era stata assegnata all’Ucraina da Krushev in una serata in cui, secondo i racconti, forse gli mancava la lucidità, è entrata ufficialmente a far parte della Russia il 18 marzo 2014, poco dopo il violento colpo di stato a Kiev conosciuto generalmente come Maidan.

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, il vice segretario di Stato americano per gli affari politici Victoria Nuland ha affermato che la Crimea è un «obiettivo legittimo» per gli attacchi ucraini.

 

«La Russia ha trasformato la Crimea in una massiccia installazione militare», ha affermato il sottosegretario di Stato americano per gli affari politici dell’amministrazione Biden. «Questi sono obiettivi legittimi, l’Ucraina li sta colpendo e noi lo sosteniamo», ha continuato la Nuland nelle sue osservazioni del 16 febbraio al Carnegie Endowment for International Peace. La Duma, il Parlamento russo, l’anno passato aveva invitato la Nuland a Mosca per spiegare i laboratori biologici ucraini finanziati dagli USA, la cui esistenza è stata da lei stessa ammessa in un’audizione della Commissione Relazioni Estere del Senato USA.

 

La Nuland aveva altresì ammiccato alla distruzione del Nord Stream mesi prima che avvenisse.

 

 

In un’audizione recente, interrogata dal senatore texano Ted Cruz, la Nuland, regina dei necon, aveva ammesso la sua gioia per il fatto che il Nord Stream fosse stato distrutto.

 

Il mese scorso Donald Trump ha nominato la Nuland come uno dei motivi in cui siamo arrivati vicino alla Terza Guerra Mondiale.

 

Come ricorda RT, l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, che ora ricopre il ruolo di vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Federazione Russa, ha avvertito a febbraio che qualsiasi attacco all’interno della Crimea sarebbe stato «accolto con inevitabili ritorsioni usando armi di qualsiasi tipo».

 

 

 

 

 

 

 

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Gli USA rifiutano l’armistizio ancora prima che venga offerto

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Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA John Kirby è intervenuto  su Fox News per opporsi risolutamente alla prospettiva della pace tra Russia e Ucraina: Washington è fermamente contraria a un cessate il fuoco tra le parti.

 

Il Kirby ha bollato qualsiasi iniziativa di pace come «inaccettabile» nella situazione attuale, annunciando che qualsiasi iniziativa di pace scaturita dagli incontri Xi-Putin sarebbe stata respinta.

 

«Quello che abbiamo detto prima, e lo diremo di nuovo oggi, che se all’esito di questo incontro ci sarà una sorta di appello per un cessate il fuoco, beh, sarà semplicemente inaccettabile perché tutto ciò che farà… è ratificare la conquista russa fino ad oggi».

 

Sfugge a Kirby e a tutto l’apparato il fatto che a un cessate il fuoco, date le attuali realtà militari, salverebbe migliaia e migliaia di ragazzi ucraini: ma non è una novità il fatto che a Washington nulla interessi della popolazione ucraine, in quanto questa guerra è, si dice, una guerra contro la Russia combattuta fino all’ultimo ucraino.

 

Kirby ha continuato spiegando come negli ultimi tempi Mosca e Pechino stiano «aumentando la loro collaborazione e il loro rapporto». Le due nazioni si sono unite per scardinare e «riscrivere» le cosiddette «regole del gioco a livello globale». Russia e Cina «sono due Paesi che si stanno sbattendo contro questo ordine internazionale basato su regole che gli Stati Uniti e tanti dei nostri alleati e partner hanno costruito, dalla fine della seconda guerra mondiale».

 

Sfugge al personaggio coi capelli tinti, e a tutto il mondo che lo produce, che l’avvicinamento ulteriore di Russia e Cina è stato causato proprio dagli USA, che in caso di scoppio della Terza Guerra Mondiale si troverebbero, anche stavolta, a combattere su due fronti: solo che sta volte Mosca non è più alleata, la Cina ha più di un miliardo di persone ed entrambi i Paesi nemici sarebbero armati di armi nucleari e di sistemi di consegna, come i missili ipersonici, contro cui Washington e le sue navi non avrebbero difesa.

 

Come riportato da Renovatio 21, un passato accordo di pace, che sarebbe stato trovato nell’aprile 2022, a poche settimane dall’inizio del conflitto, fu sabotato dagli angloamericani con una repentina – all’epoca inspiegata – visita di Boris Johnson a Kiev. Incontrato Zelens’kyj e portatogli un certo messaggio, l’accordo fu stracciato, e come conseguenza migliaia e migliaia di ragazzi sono stati mandati nella fornace della guerra in corso ad essere maciullati dall’artiglieria, bombardati da droni nei boschi, fatti esplodere nelle trincee…

 

Del resto c’è da capire come funzione la dinamica dell’élite al potere a Kiev: cosa succederebbe all’attore comico Zelens’kyj se non seguisse più il copione? La cintura neonazista che sta intorno (fisicamente, dicono) a Zelens’kyj glielo aveva anticipato nel 2019, parlando del fatto che il neoeletto presidente non avrebbe dovuto arretrare di un centimetro riguardo il territorio ucraino: in caso contrario, ci sarebbe stata l’impiccagione su un albero del Khreshatyk, il viale della capitale che porta a piazza Maidan.

 

Il lettore si farà la domanda: chi comanda davvero i gruppi neonazisti ucraini? La risposta Renovatio 21 ha cercato di darla tante volte.

 

E quindi, chi comanda davvero in Ucraina? Chi vuole morte e distruzione invece che pace e prosperità?

 

 

 

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Negata udienza ONU al commissario per i diritti umani di Donetsk

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Al commissario per i diritti umani nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR) Darja Morozova è stata rifiutata un’udienza davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

 

Russia, Brasile, Ghana e Cina erano favorevoli alla sua testimonianza, mentre Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Albania, Malta, Francia, Svizzera ed Ecuador si sono espressi contrariamente; Gabon, Mozambico e Emirati Arabi Uniti si sono astenuti.

 

Nel suo rapporto scritto, la Morozova documenta che dal 20 luglio 2014 al 24 febbraio 2022, ci sono state 4.374 persone uccise in attacchi delle forze ucraine nel Donbass e quasi 8.000 persone sono rimaste ferite. Morozova ha osservato che già nella primavera del 2014 il regime di Kiev, salito al potere con un colpo di Stato appoggiato dagli Stati Uniti, «ha inviato un esercito per sopprimere le manifestazioni pacifiche, utilizzando aerei, artiglieria e armi di azione letale di massa».

 

«Dall’inizio del conflitto e dal 24 febbraio 2022, a seguito dell’aggressione armata dell’Ucraina sul territorio della DPR, sono state uccise 4.374 persone, tra cui 91 bambini. Quasi 8.000 civili sono rimasti feriti a vari gradi di gravità, inclusi 323 bambini, almeno 27 dei quali hanno ricevuto una disabilità», afferma il rapporto del difensore civico di Donetsk.

 

Il documento afferma che «all’inizio dell’operazione speciale, più di 23.000 edifici residenziali privati ​​e circa 5.000 condomini erano stati distrutti dalle sparatorie delle formazioni armate ucraine». Hanno anche distrutto «circa 850 strutture scolastiche, 350 strutture sanitarie e 800 strutture abitative e di servizi comunali che forniscono gas, acqua, calore ed elettricità ai consumatori della repubblica».

 

Il suo rapporto documenta che «sono stati registrati massicci fatti di torture ed esecuzioni di prigionieri in Ucraina». «I civili nei territori controllati da Kiev sono soggetti a persecuzione politica e repressione per motivi ideologici da parte dei servizi speciali», ha dichiarato la Morozova.

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi mesi al Palazzo di vetro fa oltre 50 Paesi hanno votato contro la risoluzione ONU sull’antinazismo. La Federazione Russa, che ha portato a New York le prove delle torture subite dai prigionieri russi da parte delle forze ucraine e che sta cercando di discutervi anche il caso Nord Stream, sta mettendo in discussione la gestione americana delle Nazioni Unite.

 

Nelle sale dell’ONU risuona ancora l’appello del ministro degli Esteri Sergej Lavrov fatto alla plenaria lo scorso 24 settembre, che ripeté le parole dell’ex segretario generale delle Nazioni Unite (dal 1953 al 1961) Dag Hammarskjöld, ucciso in un misterioso incidente aereo in Zambia nel 1961: «L’ONU non è stata creata per portare l’umanità in paradiso , ma per salvare l’umanità dall’inferno».

 

 

 

 

 

 

Immagine di Mstyslav Chernov via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

 

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