Grande Reset
I figli del Grande Reset già governano il mondo
In una intervista pubblicata mesi fa, Monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare in Kazakistan e fiero oppositore della follia pandemica e del suo vaccino ricavato dall’industria fetale» poneva una questione semplice: come è possibile che praticamente in ogni Paese del mondo la risposta al coronavirus è stata la medesima?
«Trovate le stesse modalità in Libano, in Kazakistan, in Brasile, in Italia – perfino i dettagli, le prescrizioni sanitarie… hanno messo le maschere a tutti, come se fossimo degli schiavi, e poi dovete fare comunque il vaccino».
Monsignor Schneider è abituato a viaggiare per il mondo con grande frequenza. Ovunque sia stato, Sua Eccellenza avrebbe trovato le medesime restrizioni, le medesime imposizioni da parte dello Stato.
Lockdown, obblighi di vaccinazione, «protocolli» di cura, pass sanitari… E poi i media a senso unico, e i politici pure.
Come è stato possibile una simile perfetta ridondanza in ogni angolo del pianeta?
Abbiamo ripetuto varie volte che questo, alla fine il COVID costituisce un processo di allineamento: i social media e i media mainstream ora dicono la stessa cosa; il sindacato va d’accordissimo con il padronato; la destra e la sinistra sono al governo insieme…
Qualcuno si è chiesto come questa incredibile mutazione dello scenario politico-sociale di ogni Paese sia potuta avvenire con questa spaventosa simmetria
Tuttavia, qualcuno si è chiesto come questa incredibile mutazione dello scenario politico-sociale di ogni Paese sia potuta avvenire con questa spaventosa simmetria.
In molti hanno cominciato a notare, durante il biennio pandemico, il rumore di certe mani che si sfregavano, che ad un certo punto cominciò ad essere impossibile da ignorare… ecco che, improvvisamente, si cominciava a parlare di quello che qualche anno fa si chiamava con semplicità «il Club di Davos» (oggi si preferisce chiamarlo World Economic Forum, o WEF). Ecco, spuntano i discorsi di Klaus Schwab, qualcuno comincia ad accorgersi che ha scritto dei libri – l’ultimo pubblicato in Italia, La quarta rivoluzione industriale, ha la prefazione di John Elkann, l’erede di Gianni Agnelli, ed è una lettura obbligata per manager certi rampanti.
Ecco che, improvvisamente, si iniziava a sentire questa espressione sinistra, ma usata come fosse bella e solare: «Grande Reset».
Essere a gennaio nella piccola cittadina svizzera poco al di là del confine italiano è uno status symbol del livello più alto possibile. Perché Davos – come abbiamo ricordato su queste pagine – ci vanno uomini di potenza termonucleare, sia che si tratti di trilioni di dollari o di veri e propri missili a testata atomica. Renovatio 21 ha ricordato, per esempio, l’eccezionale edizione 2017, quando tutta l’élite del «Partito di Davos» (copyright Steve Bannon) era spaventata a morte dall’elezione di Trump: ebbene, acclamarono al Forum, come un salvatore, il capo della Cina comunista, Xi Jinping, con i giornali in mano ai gruppi industriali, compresi i nostri, a leccare per terra dove il cinese passava.
Eccerto: «Xi Jinping a Davos difende la globalizzazione». Gli industriali applaudono l’oligarca comunista. Non una grinza. Se ci seguite sapete anche perché.
Tuttavia la capacità di unire i superpotenti della Terra grazie a una rubrica magica – del genere che aveva, pià o meno così, anche Aurelio Peccei – non basta a spiegare la perfetta consonanza della politica pandemica.
E così, qualche mese fa, l’economista tedesco Ernst Wolff ha cominciato a parlare di una «scuola» interna a Davos, la «Young Global Leaders», dove vengono fatti studiare giovani di belle speranze già segnalati e portati alla corte di Schwab.
I loro nomisono rilevanti per comprendere gli eventi mondiali durante la pandemia
Il tedesco ritiene che i loro nomi sono rilevanti per comprendere gli eventi mondiali durante la pandemia.
Il WEF parte nel 1971. A quel punto lo Schwabbo è ancora un pischello: ha 32 anni, tuttavia ha potuto studiare negli USA, dove è entrato nelle grazie di un uomo speciale, che all’epoca appariva quasi invincibile: Henry Kissinger. Il quale oltre che invincibile sta dimostrando di essere anche immortale: a 99 anni sta per uscire con un nuovo libro di analisi storica e geopolitica finissima.
Difficile comunque spiegare il successo dell’iniziativa: il WEF (che si è chiamato European Management Forum sino al 1987) riesce a mettere insieme440 dirigenti di 31 nazioni già al suo primo incontro nel febbraio 1971. Un risultato piuttosto notevole, per alcuni inspiegabile, considerando che a tirare le fila c’è un ragazzo così giovane come il Klaus. Il Forum all’inizio conta tra i partecipanti solo manager. Poco più in là, a Davos scatta il diluvio di politici e personaggi dei media e della mega-finanza che gli riconosciamo ora.
Nel 1992 lo Schwab fonda un’istituzione parallela, la scuola Global Leaders for Tomorrow, che è stata ribattezzata Young Global Leaders nel 2004. Non si accede per invito: pare invece che per seguire i corsi bisogna presentare una domanda di ammissione e lasciarsi scrutinare: il processo di selezione, dicono, è piuttosto rigoroso. «Ogni anno, il Forum dei giovani leader globali intraprende un rigoroso processo per identificare i leader più promettenti e avvincenti del mondo di età inferiore ai 40 anni» scrive il sito ufficiale del YGL.
Facciamo qualche nome della prima classe, quella del 1992, per vedere se qualche nome vi suona: Angela Merkel, Bill Gates, Tony Blair
Facciamo qualche nome della prima classe, quella del 1992, per vedere se qualche nome vi suona: Angela Merkel, Bill Gates, Tony Blair… Qualcuno sostiene che siano stati alunni anche Sarkozy e Viktor Orban, ma non troviamo conferme.
Edizione dopo edizione, siamo arrivati alla cifra di 1.300 diplomati YGL. Moltissimi di loro sono diventati leader di peso nel loro Paese di origine e in tutto il mondo.
Prendiamo la Germania. Quattro studenti di Schwab sono ex e attuali ministri della salute per la Germania, tra cui Jens Spahn, che è il controverso ministro federale della Salute dal 2018.
Philipp Rösler, ministro della Salute tedesco dal 2009 al 2011, è stato nominato amministratore delegato del WEF da Schwab nel 2014.
Annalena Baerbock, leader dei Verdi tedeschi che è stata la prima candidata del partito a cancelliere alle elezioni federali e che ora è ministro degli Esteri di Berlino, con posizioni piuttosto anti-Putin.
Spostiamoci nell’altro emisfero: Jacinda Ardern, il premier della Nuova Zelanda che ha istituito lockdown draconiani (l’ultimo sta partendo ora) anche per un solo caso nel Paese, dichiarando apertis verbis che «non vi sarà fine al programma di vaccinazione» e vantandosi in TV della creazione di una società a due livelli in cui i non vaccinati sono cittadini di serie B privati delle libertà.
Non sorprende trovare nella lista il nome di Emmanuel Macron, presidente della Francia, e ancora prima, ministro dell’Economia e agente per la Banca d’affari Rothschild. Il Macrone è un Young Global Leaders classe 2017.
Sebastian Kurz, fino a poco tempo fa giovanissimo cancelliere d’Austria, poi espunto di colpo per uno scandaletto. Al suo posto, un governo di lockdown durissimi e obbligo vaccinale totale con multe e carcere speciale per i non vaccinati. (Ora Kurz lavora per il geniale miliardario Peter Thiel, il quale però detesta Davos).
Nella lista troviamo anche il governatore della California Gavin Newsom, che è stato selezionato per la classe del 2005. Newsom è sopravvissuto quest’anno ad un processo di recall, ossia una elezione popolare per sfiduciarlo dopo la gestione disastrosa della pandemia; in autunno era sparito per settimane, si mormorò che il suo bel volto fu temporaneamente sfigurato da una paresi di Bell a seguito della terza dose, ma non c’è possibilità di verificare. Newsom è espressione della ricchissima famiglia petrolifera Getty. Suo padre aiutò i Getty a far avere alla ‘Ndrangheta il danaro del riscatto del giovane Getty rapito: un evento che, di rimbalzo, cambiò per sempre il traffico intercontinentale degli sutpefacenti, lanciando i calabresi nell’Olimpo delle mafie più ricche ed efficienti.
Jeff Bezos, il padrone di Amazon, è un diplomato del 1998: all’epoca, Amazon era un’azienda che perdeva centinaia di milioni di dollari. Ora è l’uomo più ricco del mondo, con attività robotizzate proprio come raccontato da Schwab nel suo libro sulla Quarta Rivoluizione industriale. Con Amazon, ha guadagnato cifre immense dalla pandemia.
Chelsea Clinton, che quando non è in Vaticano lavora ad una cosa oscura chiamata Fondazione Clinton, è del gruppo anche lei.
Pochissimi diplomati della scuola dei Global Leaders lo elencano nei loro curriculum
C’è pure Richard Branson, l’inventore del marchio Virgin, che non manca mai.
E poi ancora: i fondatori di Google Sergei Brin e Larry page, il grande capo di Facebook Mark Zuckerberg, l’ora più o meno desaparecido magnate del sito cinese Alibaba Jack Ma. Tutti individui che si sono arricchiti spaventosamente in questa crisi senza precedenti.
In più, tra gli alumni ecco tocchi di glamour: Leonardo Di Caprio, Charlize Theron, l’artista dei neon Olafur Eliasson, Michael Schumacher (non sappiamo se prima o dopo l’incidente), l’attore hollywoodiano Ashton Kutcher, il presentatore gay CNN Anderson Cooper (erede della potente famiglia americana Vanderbilt e stagista presso la CIA, nonché affittatore di uteri)
Nel 2012, Schwab e il WEF hanno fondato un’altra istituzione, la «Global Shapers Community», che riunisce coloro che hanno individuato un potenziale di leadership in tutto il mondo e che hanno meno di 30 anni.
Scrive Koening che ad oggi, circa 10.000 partecipanti sono passati attraverso questo programma e tengono regolarmente riunioni in 400 città. Wolff crede che sia l’ennesimo banco di prova in cui i futuri leader politici vengono selezionati, controllati e preparati prima di essere inseriti nell’apparato politico mondiale.
Wolff sottolinea che pochissimi diplomati della scuola dei Global Leaders lo elencano nei loro curriculum. Egli racconta di averlo visto elencato solo su uno: quello dell’economista tedesco Richard Werner, noto critico dell’establishment. L’economista suggerisce che la scuola sembra voler includere anche i critici del sistema tra i suoi ranghi, poiché un altro nome tra i suoi diplomati è Gregor Hackmack, il capo tedesco di Change.org, che era nella sua classe del 2010. Wolff ritiene che ciò sia dovuto al fatto che l’organizzazione vuole presentarsi come equa ed equilibrata, sebbene voglia anche garantire che i suoi critici siano un’opposizione controllata.
Ma perché proprio loro?
«Wolff ritiene possibile che queste persone siano state selezionate per la loro disponibilità a fare tutto ciò che gli viene detto e che siano incastrate fino a fallire in modo che il successivo contraccolpo possa essere sfruttato per giustificare la creazione di una nuova forma di governo globale»
«Wolff ritiene possibile che queste persone siano state selezionate per la loro disponibilità a fare tutto ciò che gli viene detto e che siano incastrate fino a fallire in modo che il successivo contraccolpo possa essere sfruttato per giustificare la creazione di una nuova forma di governo globale» scrive Peter Koenig in un articolo sul sito canadese Global Research,
«Wolff osserva infatti che i politici con personalità uniche e visioni forti e originali sono diventati rari e che il carattere distintivo dei leader nazionali degli ultimi 30 anni è stata la loro mitezza e adesione a una rigida linea globalista dettata dall’alto. Ciò è stato particolarmente evidente nella risposta della maggior parte dei Paesi alla pandemia, dove due anni fa politici che non sapevano nulla dei virus hanno improvvisamente proclamato che il COVID era una grave crisi sanitaria che giustificava il rinchiudere le persone nelle loro case, chiudere le loro attività e distruggere intere economie».
«Determinare esattamente come funziona la scuola è difficile, ma Wolff è riuscito a imparare qualcosa al riguardo. Nei primi anni della scuola, ha coinvolto i membri di ogni classe che si sono incontrati più volte nel corso dell’anno, inclusa una sessione di “formazione per dirigenti” di dieci giorni presso la Harvard Business School. Wolff crede che, incontrando i loro compagni di classe e diventando parte di una rete più ampia, i laureati stabiliscano quindi contatti su cui fare affidamento nelle loro carriere successive».
Il board del WEF include persone come il capo della BCE Christine Lagarde, la regina Rania di Giordania e soprattutto Larry Fink, il CEO di BlackRock, la più grande società di gestione degli investimenti a livello internazionale e che gestisce circa 9 trilioni di dollari all’anno.
Lo scopo materiale del WEF sarebbe quindi facilitare la cooperazione ad alto livello tra le multinazionali e i governi degli Stati, e questo è sotto gli occhi di tutti
Wolff fa il caso dell’alumnus YGL Bill Gates, ad esempio, e dei suoi affari Pfizer, il principale produttore di vaccini mRNA, attraverso le iniziative di salute pubblica della sua Fondazione in Africa da molto prima dell’inizio della pandemia. «Forse non a caso, Gates è diventato uno dei principali sostenitori del lockdown e dei vaccini COVID da quando sono diventati disponibili, e il Wall Street Journal ha riferito che la sua Fondazione aveva ricavato circa 200 miliardi di dollari in “benefici sociali” dalla distribuzione dei vaccini prima che la pandemia anche iniziato» scrive Global Research.
Secondo l’autore uno degli obiettivi delle attuali politiche perseguite da molti governi è distruggere le attività dei piccoli e medi imprenditori in modo che le multinazionali con sede negli Stati Uniti e in Cina possano monopolizzare gli affari ovunque. Come sappiamo, la distruzione programmata della classe media in Paesi come l’Italia è una realtà di lungo corso, la cui evidenza è ora incontrovertibile.
L’obiettivo finale di questo dominio da parte delle grandi piattaforme è vedere l’introduzione di una valuta bancaria digitale
Wolff sostiene che l’obiettivo finale di questo dominio da parte delle grandi piattaforme è vedere l’introduzione di una valuta bancaria digitale e considera la possibilità che due Paesi europei siano già pronti per la valuta elettronica: Svezia e Svizzera. Forse non a caso, la Svezia non ha praticamente avuto restrizioni di lockdowno a causa della pandemia e la Svizzera ha adottato solo misure molto leggere.
L’economista tedesco ritiene che la ragione di ciò potrebbe essere che i due Paesi non avevano bisogno di far crollare le loro economie attraverso misure di lockdown perché erano già pronti a iniziare a utilizzare la valuta digitale prima dell’inizio della pandemia. Egli sostiene che potrebbe essere in preparazione un nuovo ciclo di lockdown che abbatterà per sempre le economie mondiali, portando a una massiccia disoccupazione e, a sua volta, all’introduzione del reddito di base universale e all’uso di una valuta digitale gestita da una banca centrale.
Come ripetuto tante volte da questo sito, tale avrà dei limiti programmabili, sia in termini di ciò per cui le persone possono spenderla sia nel periodo di tempo e nel luogo in cui la si deve spendere. Inoltre, servirà al controllo fiscale totale, espanso su ogni singola azione dell’individuo, e direttamente agito con prelievi sul conto senza più intermediazione.
Quindi: shock, lockdown, crash finanziario e poi la moneta elettronica e un reddito di cittadinanza globale per ciascun sopravvissuto… Si tratta, se non lo avete capito, dell’attuazione dell’idea del WEF per cui «non possiederai nulla e sarai felice», come da slogan dell’organizzazione e da sogno non più così mostruosamente proibito di Klaus Schwabbo.
Si tratta, parimenti, di quel piano che Renovatio 21 aveva raccontato con la storia di quella strana lettera dal Canada uscita a fine 2020…. già il Canada, lo stesso Paese che in queste ore potrebbe vedere una repressione brutale di ogni protesta al Nuovo Ordine.
E di fatto, uno degli studenti più riusciti di Davos è certamente lui, Justin Trudeau.
I figli del Grande Reset oggi governano il mondo, e cercano di portare a compimento il loro piano maledetto
Renovatio 21 lo aveva notato in più occasioni: Trudeau jr. era stranamente impudico quando parlava in consessi pubblici. Ha usato con sincerità e abbondanza proprio quell’espressione, «Grande Reset», che come sapete è proibita nei media mainstream, e chi la usa è solo un complottista da deridere o da reprimere, rinchiudere, far tacere.
Trudeau è ora a capo di un processo di demolizione della democrazia nel suo Paese: insulti a chi osa protestare, nessun incontro, minacce incredibili (i conti bloccati), i finanziamenti rubati, i sostenitori hackerati e doxxati.
Del resto la cosa sconvolgente, o divertente, è che Schwab lo ha pure rivendicato, e c’è il video.
Sì, Schwab rivendica di avere «penetrato», dice, vari gabinetti di governo in tutto il mondo, ma è orgoglioso soprattutto del caso Trudeau. «Metà di quel gabinetto, o forse addirittura più di metà sono Young Global Leader del World Economic Forum». Testuali parole.
Se per i manifestanti di Ottawa il «penetrato» Trudeau è oggi un tiranno, per molti Stati, specie in Europa, è un modello. Il piano con cui egli sta indefessamente portando a termine la mutazione del paradigma politico – con la morte definitiva della democrazia detta liberale – è segno del suo valore come allievo YGL.
I figli del Grande Reset oggi governano il mondo, e cercano di portare a compimento il loro piano perverso e maledetto.
Diamoci una svegliata.
Roberto Dal Bosco
Grande Reset
Canadese «non binario» chiede al governo di pagare l’intervento per avere sia una vagina che un pene
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Un uomo dell’Ontario ha fatto causa al piano di assicurazione sanitaria del governo provinciale per coprire un intervento chirurgico di nicchia negli Stati Uniti per l’affermazione del genere, che gli darà sia una vagina che un pene.
Il caso riguarda KS, un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «femminile dominante» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento chirurgico più appropriato per la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.
Secondo i documenti legali, KS afferma che «ignorare “l’altro terzo”» di lei e il modo in cui si presenta sarebbe invalidante; lei è «entrambi», non esclusivamente l’uno o l’altro ma letteralmente un mix.
L’assicuratore ha ribattuto che la vaginoplastica senza rimozione del pene (penectomia) è considerata un intervento sperimentale e non è una prestazione assicurata.
Tuttavia, il comitato di appello e revisione dei servizi sanitari dell’Ontario ha annullato la decisione dell’assicuratore. Ha affermato che una vaginoplastica è elencata per la copertura pubblica e che non vi è motivo per cui non dovrebbe includere una penectomia.
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Il caso è attualmente all’esame della Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario.
Secondo il National Post:
«KS ha sostenuto che costringere una persona non binaria a sottoporsi a un intervento chirurgico binario – da maschio a femmina, o da femmina a maschio – non farebbe altro che esacerbare la sua disforia di genere e sarebbe simile a un atto di terapia di conversione, che è stata vietata in Canada dal 2022».
«Nella sua decisione, il tribunale d’appello dei servizi sanitari ha fatto riferimento agli standard di cura stabiliti dall’influente World Professional Association for Transgender Health, o WPATH, che considera una vaginoplastica con risparmio del pene una valida opzione di trattamento per le persone non binarie. Il consiglio ha affermato di aver adottato la logica del gruppo trans care secondo cui “presentazioni diverse per genere possono portare a richieste chirurgiche personalizzate individualmente che alcuni potrebbero considerare “non standard”».
Questo caso solleva ovviamente importanti questioni sull’etica della chirurgia sperimentale. Ma il capo del Crane Center, Curtis Crane, li ha risolti in modo soddisfacente. Crane è membro della WPATH, l’Associazione professionale mondiale per la salute transgender. In un video promozionale sul suo sito web afferma che «non riesco a pensare a una volta in cui un paziente ha presentato una richiesta chirurgica che non sono stato in grado di soddisfare». Ad esempio: «un uomo trans è venuto da me e voleva una falloplastica ma voleva mantenere la sua vagina e io ho detto, beh, non c’è problema. Non mi è mai stato chiesto di farlo e non c’è mai stato nulla pubblicato a riguardo e non l’ho mai visto, ma sono felice di pensarci».
Ha fatto un esame di coscienza e ha scoperto che era etico. Questo era il suo ragionamento: «essere un uomo trans o una donna trans o non binario non ha niente a che fare con la tua anatomia, non ha niente a che fare con quello che hai tra le gambe». Inoltre, ragionava, «se il genere esiste in un continuum, perché allora i miei trattamenti chirurgici dovrebbero essere binari? Non ha alcun senso riconoscere che il genere esiste in un continuum, ma offrirò solo opzioni tutte maschili o tutte femminili».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Grande Reset
La finanza come arma: preparatevi alla debancarizzazione
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Scuse zoppicanti
All’epoca, l’unica ragione fornita era che avevano riscontrato «attività sospette» su un conto non specificato. Più tardi, un rappresentante ha detto ai giornalisti che le chiusure dei conti sono in genere effettuate solo a fini di antiriciclaggio. Tuttavia, non sono mai state mosse accuse di riciclaggio di denaro contro di me e, in un vero caso di riciclaggio di denaro, sequestrano i tuoi conti a titolo definitivo. Non ti ordinano di portare la tua attività altrove. In seguito, in risposta a un’indagine del Chief Financial Officer della Florida Jimmy Patronis, un portavoce di Chase ha risposto che i conti erano stati chiusi perché la mia attività era stata «oggetto di controllo regolamentare da parte del governo federale… per aver intrapreso attività illegali relative alla commercializzazione e alla vendita di prodotti di consumo». Il portavoce ha affermato che la banca aveva un «obbligo legale» di impedire che i fondi derivanti da tali attività passassero attraverso la propria banca. Il problema di questa «spiegazione» è che l’ultimo «controllo federale» della nostra attività è stato quando la Food and Drug Administration, nel 2021, ci ha inviato una lettera di avvertimento che ci accusava di vendere vitamine C, D, quercetina e pterostilbene avanzate per «mitigare, prevenire, trattare, diagnosticare o curare il COVID-19» in violazione del Federal Food, Drug, and Cosmetic Act. Tuttavia, una lettera di avvertimento non è la prova di un’attività illegale. È un’accusa. Abbiamo risposto alla lettera della FDA e non sono mai state intraprese ulteriori azioni, perché non avevamo, di fatto, violato la legge. Se Chase Bank insiste sul fatto che ha un «obbligo legale» di chiudere i conti a me, i miei dipendenti e le loro famiglie, in base a una vecchia lettera di avvertimento della FDA, allora sarebbero anche legalmente obbligati a chiudere i conti ai dirigenti e ai dipendenti di Chase che hanno intenzionalmente beneficiato del traffico sessuale e truffato gli investitori con schemi di investimento illegali, cosa che non hanno fatto. No, qualcos’altro ha spinto Chase Bank a chiudere i nostri conti e la ragione più probabile sembra essere la relazione della banca con la rete di controllo tecnocratica che sta cercando di inaugurare un governo totalitario mondiale. Dal nostro debanking, abbiamo scoperto che Chase Bank ha diversi collegamenti con entità che stanno spingendo la distopia orwelliana che è il Grande Reset, sia a livello nazionale che internazionale. È importante sottolineare che JP Morgan Chase è stato un partner commerciale storico di Bill Gates, tanto da creare insieme un «fondo di investimento» per i vaccini. Quindi, Chase Bank è alla base del profitto derivato dai vaccini di Gates e ha ricavato somme incalcolabili dai vaccini in cui Gates è coinvolto, inclusi i «vaccini» mRNA.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Chase Bank ha legami diretti con il centro di censura nazionale
Lori Beer, Chief Information Officer di JP Morgan Chase, è diventata membro del nuovo Cybersecurity Advisory Committee della Cybersecurity & Infrastructure Security Agency (CISA) nel dicembre 2021. Secondo un comunicato stampa, questo comitato consultivo ha il compito di formulare raccomandazioni al direttore della CISA su «politiche, programmi, pianificazione e formazione per migliorare la difesa informatica della nazione». Due degli argomenti affrontati dal sottocomitato includevano «combattere la disinformazione e la contro-informazione che incidono sulla sicurezza delle infrastrutture critiche» e «trasformare il partenariato pubblico-privato in una vera collaborazione operativa». Quindi, quello che abbiamo qui è una banca, JP Morgan Chase, che consiglia un’agenzia federale, CISA, su come censurare gli americani e capire come sfruttare questa relazione pubblico-privato per garantire la sopravvivenza di un governo sempre più totalitario e al di sopra della legge. Con questo in mente, c’è da meravigliarsi quindi che Chase sia stata la prima banca a «punire per associazione?» Non fate confusione, il debanking è l’arma della finanza ai fini del controllo sociale. Chiudendo i miei conti, quelli del mio CEO, CFO, dei loro coniugi e figli (in realtà escludendoli a vita), Chase Bank ha dato alle persone un assaggio di come le valute digitali delle banche centrali (CBDC) e i punteggi di credito sociale verranno utilizzati per controllarci. Se si scopre che sei anche solo vagamente associato a un «dissidente», il tappeto che è la tua vita finanziaria ti verrà tolto da sotto i piedi. Lo scopo è che le persone si sorveglino a vicenda ed evitino chiunque non segua la narrativa ufficiale.Aiuta Renovatio 21
Chase Bank supporta il Complesso Industriale della Censura
Chase è anche l’unica banca rappresentata nel sottocomitato CISA sulla protezione delle infrastrutture critiche da disinformazione e contro-informazione. I documenti interni della CISA ottenuti da una causa in corso contro il governo degli Stati Uniti mostrano che un rappresentante della Chase Bank, il cui nome è stato redatto, ha partecipato alla riunione della sottocommissione del 1 marzo 2022, in cui il capo sezione della Foreign Influence Task Force (FITF) dell’FBI ha avvertito che «informazioni sovversive» sui social media potrebbero minare il sostegno pubblico al governo degli Stati Uniti e che «l’infrastruttura dei media» deve essere ritenuta responsabile. I membri del comitato hanno continuato a discutere quale dovrebbe essere l’approccio strategico del governo relativo alla disinformazione e alla contro-informazione, come organizzare al meglio la condivisione delle informazioni tra il settore pubblico e privato e come collaborare attraverso vari canali. Ora sappiamo che è stato implementato un processo formale che ha consentito ai funzionari governativi di accedere a un portale speciale in cui potevano contrassegnare i contenuti dei social media da rimuovere. Il comitato ha anche cercato di identificare le entità che avevano «compiuto un adeguato monitoraggio dei social media per il governo». Ora abbiamo la prova che la CISA ha collaborato con un consorzio di censura chiamato Election Integrity Partnership (EIP), in seguito rinominato Virality Project, per censurare illegalmente gli americani. Ho dettagliato questa relazione in «How the Virality Project Threatens Our Freedom». Perché Chase Bank è stata inclusa in una riunione per individuare il modo migliore per il governo di censurare gli americani? Con tutto ciò che ora sappiamo sulle attività di censura interna incostituzionale della CISA, la risposta più probabile è che l’arma della finanza faceva parte di quel piano e, un anno e mezzo dopo, Chase ha testato questa tattica sui miei dipendenti e sulle loro famiglie.Sostieni Renovatio 21
Chase Bank ha anche legami diretti con Bill Gates
Come accennato all’inizio di questo articolo, Chase Bank ha anche legami intimi con Bill Gates, così come con il famigerato pedofilo Jeffrey Epstein. Queste connessioni collegano la banca non solo alle imprese globali di traffico sessuale di minori, ma anche al disastroso filantrocapitalismo vaccinale di Gates, all’agenda eugenetica nascosta e al cuore della cabala del governo mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Come riportato da Seamus Bruner, autore di Controligarchs: Exposing the Billionaire Class, Their Secret Deals, and the Globalist Plot to Dominate Your Life, JP Morgan Chase è stato uno dei «più potenti partner commerciali» di Gates. Nel 2011, la banca ha formato una partnership ufficiale con Gates chiamata Global Health Investment Fund (GHIF), che «ha cercato di trarre profitto dallo sviluppo di vaccini e altre tecnologie sanitarie». Gli investitori in GHIF includevano la Pfizer Foundation, Merck, GlaxoSmithKline ed entità finanziate dai governi di Svezia, Canada e Germania. Secondo Bruner, il GHIF «ha sostenuto le tecnologie mRNA almeno cinque anni prima della pandemia COVID-19 e almeno quattro delle società in cui il GHIF ha investito – Atomo Diagnostics, Access Bio, genedrive plc e Univercells – hanno lavorato attivamente per affrontare la pandemia COVID-19 attraverso una diagnostica efficiente che aiuta a identificare e tracciare i casi e l’applicazione di tecnologie innovative per lo sviluppo e la produzione di vaccini». In altre parole, JP Morgan Chase aveva un incentivo diretto e finanziariamente motivato a collaborare con CISA per censurare i distruttori della narrativa ufficiale sul COVID come me e punire me e i miei dipendenti per aver continuato a parlare contro la narrativa anche dopo che eravamo stati sepolti con successo da Google, banditi da tutti i social media e aver avuto il nostro sito web abbattuto dagli hacker e i nostri server di posta elettronica distrutti definitivamente. Dopo tutto questo, Chase Bank ha intrapreso un’azione contro di noi e, dopo aver appreso che la banca ha sostenuto gli sviluppatori di mRNA per quasi un decennio, le sue azioni ora hanno più senso che mai. Per loro, zittirmi e chiudermi era ciò che si definisce «una questione personale», perché i miei punti di vista rappresentano una chiara minaccia per i loro investimenti.Chase ha sostenuto Epstein
Epstein è stato introdotto nella partnership da James Staley, un dirigente senior di Chase Bank che gestiva il rapporto di Epstein con la banca. Intendiamoci, nel 2008, Epstein, di fronte alle accuse federali di reati sessuali, si è dichiarato colpevole di un’accusa minore di istigazione alla prostituzione da parte di una persona di età inferiore ai 18 anni e ha scontato una pena di 18 mesi in un programma di riabilitazione. Molti sapevano che era un accordo mite che nascondeva una realtà molto più sordida, eppure Chase Bank non aveva scrupoli a mantenere Epstein come cliente. Hanno anche tenuto i conti per le vittime di Epstein e «gestito il flusso di denaro tra di loro», secondo il Washington Post. Chase Bank non ha chiuso i conti di Epstein fino al 2013 e, anche allora, la banca ha mantenuto con lui un rapporto d’affari segreto che è durato fino al suo arresto per traffico sessuale nel 2019.Aiuta Renovatio 21
«Lockdown Globale» e il ruolo delle banche
Come spiegato dall’esperta di finanza Catherine Austin Fitts, fondatrice del Solari Report, i banchieri centrali, la maggior parte dei quali sono tecnocrati, hanno creato una società parallela in cui sono al di sopra di ogni legge e controllano quasi tutto, compresa la politica fiscale. Il loro piano, che è parte integrante del Great Reset, è quello di implementare un nuovo sistema finanziario che suggellerà in modo permanente il loro potere illecito. In breve, il sistema di controllo tecnocratico e il sistema delle transazioni finanziarie sono la stessa cosa. Questo nuovo sistema di transazioni è la fine delle valute, perché in questo sistema non puoi mai prendere la valuta dalla banca e metterla in tasca. È possibile effettuare transazioni solo digitalmente e tutte le transazioni devono essere convalidate e approvate tramite e dalla banca centrale. Usando la mia esperienza personale di debanking come esempio, dovrebbe essere facile vedere come questo tipo di sistema di transazione possa essere utilizzato come meccanismo di controllo centrale. Quando qualcuno esce dallo schema, la sua capacità di effettuare transazioni finanziarie è semplicemente interrotta e non ci sarà nemmeno un essere umano a prendere questa decisione. La punizione finanziaria per il pensiero sbagliato e le associazioni con gli indesiderabili saranno inflitte dall’intelligenza artificiale che gestisce il sistema di credito sociale. Sapendo questo, le opzioni diventano piuttosto semplici. Possiamo avere una civiltà umana, o possiamo avere una civiltà disumana. Possiamo avere un sistema finanziario in cui il monopolio privato controlla la stampa di denaro, oppure possiamo avere un sistema decentralizzato fondato su denaro sonante. Sono d’accordo con Fitts, che dice di voler vivere in un mondo in cui la stampa finanziaria è stata decentralizzata e in cui ci impegniamo per la civiltà umana – non una distopia transumanista gestita da tecnocrati immersi nell’ideologia dell’eugenetica. Dobbiamo spingere per il decentramento e la libertà tanto quanto i globalisti stanno spingendo il loro Grande Reset. Ciò significa rifiutare tutte le loro allettanti offerte, soprattutto per quanto riguarda il settore bancario e la sorveglianza. Joseph Mercola Pubblicato originariamente da Mercola.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Grande Reset
Davos messianica: Klaus Schwab dichiara le élite non elette del WEF come «amministratrici del futuro»
Nel tentativo di ricostruire la fiducia, il fondatore del World Economic Forum (WEF) Klaus Schwab nomina se stesso e la folla di Davos «amministratori del futuro» in occasione dell’incontro annuale del WEF.
Martedì scorso, dando il via all’incontro annuale del WEF a Davos, in Svizzera, lo Schwab si è concentrato sul tema dell’incontro di quest’anno, «Ricostruire la fiducia», senza mai menzionare la ricostruzione della fiducia dei privati cittadini.
«Dobbiamo ricostruire la fiducia: fiducia nel nostro futuro, fiducia nella nostra capacità di superare le sfide e, soprattutto, fiducia gli uni negli altri», ha affermato Schwab, riferendosi alla folla di Davos.
Il capo del gruppo estremista poi dato una definizione piuttosto peculiare di cosa significhi per lui «fiducia»: «la fiducia non è solo un sentimento; la fiducia è un impegno all’azione, alla fede, alla speranza» ha affermato il calvo guru.
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Lo Schwabbo ha quindi ribadito la necessità di abbracciare la Great Narrative Initiative del WEF, lanciata nel novembre 2021 in seguito al lancio dell’agenda del Grande Reset un anno prima, affermando che «dobbiamo riscoprire e abbracciare la narrativa che ha guidato l’umanità sin dal suo inizio, agendo come amministratori per un futuro migliore».
«Il concetto di fiducia e amministrazione fiduciaria ci obbliga a pensare oltre i confini e oltre le nostre vite», ha affermato Schwab, aggiungendo che «incoraggia la collaborazione rispetto alla concorrenza, la sostenibilità rispetto all’opportunità e l’empatia rispetto all’apatia».
«Come amministratori del futuro, abbiamo la responsabilità di far avanzare un mondo che sia più ricco di possibilità, più equo nelle opportunità e più sicuro nelle sue fondamenta. Inoltre, come leader nel governo, nel mondo degli affari e nella società, abbiamo la particolare responsabilità di ricostruire la fiducia nel modo in cui assumiamo il nostro ruolo di amministratori fiduciari».
Diventa chiaro, quindi, che il guru stia autonominando se stesso e i partecipanti del vertice di Davos come amministratori del mondo e padroni del futuro collettivo dell’umanità, in un impeto messianico ora quasi totalmente slatentizzato.
Significativo come tale evidente «complesso di Dio» venga venduto utilizzando una parola placida e pura, «fiducia».
«La fiducia è un pilastro fondamentale della nostra vita sociale, economica e politica. È vitale per la cooperazione, la coesione sociale e istituzioni efficaci e funzionanti. Per ricostruire la fiducia, è fondamentale incarnare l’amministrazione fiduciaria, il che significa prendersi cura del bene comune. Usiamo questo incontro annuale per ricostruire la fiducia esercitando la nostra amministrazione fiduciaria individualmente e collettivamente per salvaguardare il futuro dell’umanità e della natura».
Ogni anno che passa a Davos l’autodeificazione dell’élite diventa sempre più spudorata, svergognata.
Come riportato da Renovatio 21, poche ore fa la Regina d’Olanda ha parlato di sistemi di tracciamento totale dell’essere umano, dalle transazioni economiche allo status vaccinale. Il filosofo transumanista israeliano gay Yuval Harari si è invece concentrato sulla minaccia all’ordine mondiale costituita dall’elezione democratica di Donald Trump.
In passato abbiamo sentito di tutto uscire dal WEF: blackout «benefici», telefonini «costruiti dentro i nostri corpi», microchip nel cervello, esseri umani geneticamente per essere più bassi ed intolleranti alla carne, perfino la privazione dell’acqua come strumento di controllo della popolazione.
Nel frattempo, sul palco di Davos si celebrano apertamente riti di quel paganesimo amazzonico tanto caro a Bergoglio, accorciando sempre più la distanza nei confronti dei culti che nei secoli compivano sacrifici umani – gli stessi di cui Davos, in ultima analisi, invoca il ritorno.
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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
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