Ormoni
Il problema degli USA col doping: parla il capo dell’agenzia antidoping mondiale WADA

Gli Stati Uniti dovrebbero assicurarsi che le proprie organizzazioni sportive rispettino i codici internazionali sul doping prima di accusare altri paesi di potenziare illegalmente i propri atleti, ha affermato il presidente dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA), Witold Banka.
Intervenendo mercoledì a una riunione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a Parigi, Banka ha difeso la decisione della sua agenzia di autorizzare 23 nuotatori cinesi a competere alle Olimpiadi di Tokyo del 2021, mesi dopo essere risultati positivi a tracce di sostanze dopanti.
Con 11 di questi nuotatori pronti a gareggiare ai giochi di Parigi questo mese, l’Agenzia antidoping statunitense (USADA) ha accusato la WADA di aver nascosto lo scandalo «sotto il tappeto», mentre il Dipartimento di Giustizia statunitense ha avviato un’indagine penale sulla gestione del caso da parte dell’agenzia.
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Le accuse dell’USADA sono «politicamente motivate» e fondate su un pregiudizio anti-Cina, ha detto Witold al CIO.
«Se le autorità statunitensi affermano la giurisdizione su casi che non hanno nulla a che fare con loro, allora rischiano di mettere gli Stati Uniti fuori dal sistema antidoping globale», ha aggiunto, sottolineando che gli Stati Uniti hanno già tentato di darsi questa giurisdizione con l’approvazione del Rodchenkov Act nel 2020.
Questa legislazione consente agli Stati Uniti di perseguire i cittadini di altri paesi sospettati di doping, a condizione che competano insieme agli americani o in eventi sportivi con legami finanziari con gli Stati Uniti.
«L’USADA cerca di porsi al di sopra del resto del mondo, forse persino di sostituire la WADA», ha dichiarato Banka, aggiungendo che «questo non può essere permesso».
«La scomoda verità per l’USADA è che non riesce ad affrontare un problema significativo, ovvero che il 90% degli atleti americani gareggia al di fuori della protezione del codice» della WADA, ha continuato il Banka.
Le organizzazioni sportive professionistiche e universitarie negli Stati Uniti stabiliscono i propri standard antidoping, con i sindacati degli atleti autorizzati a negoziare protocolli di test e sanzioni per l’uso di droghe. Ciò ha portato a regole antidoping molto diverse tra le organizzazioni, con la National Football League (NFL) che distribuisce sospensioni di sei partite per l’uso di steroidi anabolizzanti e la Major League Baseball (MLB) che sospende per 25 partite i trasgressori delle regole per la prima volta.
USADA in genere non sottopone a test gli atleti delle leghe professionistiche o universitarie, ma sottopone a test gli atleti amatoriali statunitensi che sperano di competere alle Olimpiadi. Secondo Banka, tre quarti di questi atleti iniziano la loro carriera nel sistema universitario, il che significa che «la maggior parte degli atleti d’élite statunitensi proviene inizialmente da un sistema che opera al di fuori dello standard sportivo pulito riconosciuto a livello mondiale. USADA non sta facendo nulla per affrontare questo grave problema».
Banka non ha accusato apertamente gli atleti statunitensi di doping. Tuttavia, ha affermato che le agenzie di polizia di tutto il mondo hanno detto alla WADA che «gli Stati Uniti sono un enorme mercato per la vendita e la distribuzione di farmaci per migliorare le prestazioni».
«Se gli USA continuano a minacciare» l’armonizzazione delle regole antidoping, «si isoleranno dalla comunità sportiva globale e avranno conseguenze significative per lo sport americano», ha avvertito il Banka.
L’ex capo della WADA Dick Pound ha già avvertito che il Rodchenkov Act potrebbe essere ritenuto incompatibile con il codice WADA, uno sviluppo che potrebbe vedere Los Angeles perdere il diritto di ospitare le Olimpiadi estive del 2028.
La guerra sul doping va avanti da più di un decennio. Gli USA avevano accusato la Russia di aver dopato gli atleti e truccato gli esami dell’antidoping alle Olimpiadi mondiali di Sochi, come esposto nel documentario Netflix Icarus. Si trattava, con ogni evidenza, di un’arma geopolitica lanciata contro Putin, che negli ultimi anni dell’era Obama lo aveva surclassato in ogni modo, Crimea e Siria in primis. Ricordiamo che la rivolta di Maidan arriva proprio quando le Olimpiadi russe sembravano concludersi con grande successo.
Intorno al 2016, la WADA fu hackerata, e si pensò subito ai famigerati «hacker russi». Tuttavia, saltarono fuori fuori elenchi di atleti olimpici statunitensi possibilmente dopati.
La questione, tuttavia è che tutti gli atleti USA avrebbero assunto sostanze proibite grazie allo scudo dell’uso terapeutico: se prendi quel farmaco perché hai una malattia, non è esattamente doping. La chiamano TUE, «Therapeutic Use exemption». Basta dire che hai quella malattia.
Nella lista si trovava la campionessa americana di ginnastica artistica Simon Biles, che avrebbe fatto uso di anfetamine e psicofarmaci – in una disciplina dove la concentrazione è tutto, ci si chiede se sia possibile considerarlo doping. «Simone Biles potrebbe passare alla storia dello sport come la prima atleta narcolettica a vincere quattro medaglie d’oro in una sola olimpiade», scherzavano alcuni dei massimi esperti di antidoping italiani. A riportarlo era Repubblica del 14 ottobre 2016.
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Come riportato da Renovatio 21, la Biles alle Olimpiadi di Tokyo si ritirò parlando di «demoni nella mente», poi le accuse vennero dirette verso le storie di abusi subiti dalle atlete americane ad opera di un allenatore poi arrestato nell’ignominia.
Il doping è un fenomeno ineniminabile nello sport, al punto che sono state proposte le «Olimpiadi dei dopati», pare pure con il finanziamento del miliardario tecnologico americano Peter Thiel, fiancheggiatore della carriera del candidato vicepresidente di Trump JD Vance.
Possiamo dire che il doping ha raggiunto anche il mondo degli scacchi: a inizio anno uno scacchista cinese è stato accusato di barare tramite vibratore anale wireless connesso al computer, che gli suggeriva le mosse da fare tramite vibrazioni indotte nel suo retto.
Renovatio 21 ha parlato anche del caso dell’ultramaratoneta usa a prendere passaggi in auto.
Fuori dal grottesco, Renovatio 21 ha parlato anche di recente del fenomeno più inquietante nello sport, quello dell’aborto-doping, con atlete che si prendono incinte solo per il beneficio fisico per poi sbarazzarsi del bambino.
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Epidemie
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Gender
La Gran Bretagna vieterà a tempo indeterminato i bloccanti della pubertà per i minorenni

In Gran Bretagna i bloccanti della pubertà saranno vietati a tempo indeterminato per i minori di 18 anni, fatta eccezione per le sperimentazioni cliniche. Lo riporta LifeSite.
A maggio di quest’anno, l’allora governo di Rishi Sunak ha utilizzato una legislazione di emergenza per vietare temporaneamente i bloccanti della pubertà per i minorenni. Il ministro della Salute Wes Streeting ha annunciato mercoledì che estenderà indefinitamente il divieto di fornitura e vendita di bloccanti della pubertà.
Il dipartimento della Salute britannico ha citato il parere degli esperti della Commissione per i medicinali per uso umano (CHM) secondo cui esiste «attualmente un rischio inaccettabile per la sicurezza nella prescrizione continuata di bloccanti della pubertà ai bambini».
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Il National Health Service (NHS) del Regno Unito aveva già sospeso la prescrizione di bloccanti della pubertà ai bambini a marzo. A maggio, l’allora governo conservatore aveva introdotto un divieto, impedendo la prescrizione di bloccanti della pubertà da parte di medici europei o privati e limitando legalmente l’uso dei farmaci da parte dell’NHS alle sperimentazioni cliniche.
Il divieto è stato confermato a luglio dall’Alta Corte dopo che gli attivisti pro-LGBT hanno presentato ricorso contro la sentenza perché «erano preoccupati per la sicurezza e il benessere dei giovani trans nel Regno Unito».
Il divieto di prescrivere farmaci dannosi per la pubertà ai bambini è stato sollecitato dalla Cass Review, un ampio rapporto del pediatra Dott. ssa Hilary Cass che ha evidenziato i rischi significativi del farmaco e la mancanza di prove in merito ai presunti benefici dei farmaci.
Il ministro della Salute Streeting ha affermato che avrebbe «sempre messo al primo posto la sicurezza dei bambini» e ha aggiunto che il suo approccio «continuerà a basarsi sulla revisione della dottoressa [Hilary] Cass, che ha rilevato che non vi erano prove sufficienti per dimostrare che i bloccanti della pubertà fossero sicuri per i minori di 18 anni».
In precedenza, lo stesso giorno in cui è stato annunciato il divieto a livello nazionale, il Parlamento dell’Irlanda del Nord aveva votato all’unanimità per vietare in modo permanente i bloccanti della pubertà al fine di impedire che la provincia diventasse una «porta sul retro» per la distribuzione di farmaci nel Regno Unito.
ome riportato da Renovatio 21, la marcia indietro sulla transessualizzazioni dei bambini era iniziata a marzo, quando, annunciata da molti mesi, arrivò la decisione del NHS di cessare la fornitura i bloccanti della pubertà ai bambini. La decisione era arrivata dopo una consultazione pubblica e un’indagine durata quattro anni sulle attività del Gender Identity Development Service (GIDS) del NHS, gestito dal controverso Tavistock and Portman NHS Trust a Londra.
Come riportato da Renovatio 21, dopo l’eclatante caso di Kiera Bell in Gran Bretagna erano stati vietati gli ormoni bloccanti per la pubertà ai minori di 16 anni.
Alla clinica Tavistock è stato ordinato di chiudere nel 2022 dopo che gli investigatori avevano concluso che i suoi medici stavano «affrettando» i bambini – alcuni di appena sette anni – a procedure sperimentali di cambio di sesso.
La Bioetica dibatte sul fatto che i bambini siano in grado di dare il proprio consenso informato per farmaci e trattamenti (castrazioni, amputazioni, alterazioni della crescita) il cui uso li segneranno per il resto della vita.
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Una delle sostanze bloccanti talvolta utilizzate, il Lupron, è la medesima che in molti Paesi viene inflitta a pedofili e stupratori condannati per produrre la cosiddetta castrazione chimica.
Mesi fa una giornalista della testata britannica Mail on Sunday ha scoperto che i siti di social media popolari tra i ragazzi – tra cui Facebook, o X e Reddit – sono «inondati» di collegamenti ad altri siti web dove è possibile acquistare bloccanti della pubertà senza controlli o prescrizioni sull’età.
L’autrice del documento di revisione sulla materia, la dottoressa Hilary Cas, ora vive sotto minacce di morte e costretta ad avere la scorta della polizia per le minacce ricevute dai transgenderisti
Nel frattempo, il transessualismo dilaga anche nella burocrazia scolastica italiana con la cosiddetta «carriera alias».
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Essere genitori
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