Grande Reset
Davos e la cospirazione della lettera rubata

Il famoso racconto di Edgar Allen Poe, «La lettera rubata», è adatto a descrivere l’agenda di Klaus Schwab, fondatore circa 50 anni fa di quello che oggi è l’influente Forum economico mondiale di Davos (WEF) – nascosto in bella vista. Schwab ha pubblicato un libro nel 2020 intitolato The Great Reset, che invita i leader mondiali a sfruttare «l’opportunità» della pandemia di COVID-19 per riorganizzare fondamentalmente l’economia globale in una versione distopica dall’alto verso il basso della tecnocratica Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per quelli desideroso di fare ricerca paziente, il WEF di Schwab rivela un livello sorprendente dell’attuale agenda globalista per un totalitarismo tecnocratico. Ancora di più ha sviluppato quadri selezionati con cura per attuare questa agenda in tre decenni, con una «scuola di quadri» globale selezionata per «futuri leader globali».
Una delle caratteristiche più sorprendenti dell’isteria per la paura della pandemia di COVID è il grado in cui i politici di tutto il mondo hanno seguito di pari passo, insieme ai media globali e alle figure chiave della salute, per abbracciare un’agenda senza precedenti di distruzione economica e umana in nome della lotta contro un virus . Si scopre che quasi tutti i giocatori chiave hanno qualcosa in comune. Sono laureati scelti personalmente o «alunni» come li chiama lui, della scuola per quadri di Davos di Klaus Schwab, del suo programma annuale chiamato Young Global Leaders e prima del 2004 chiamato Global Leaders for Tomorrow.
Da quando il primo gruppo di quadri di Davos è stato selezionato nel 1993, più di 1.400 «futuri leader globali» sono stati formati in un processo altamente segreto che raramente viene menzionato nella biografia dei laureati di Davos. Con la pazienza di un ragno che tesse una vasta rete, Klaus Schwab ei suoi ricchi sostenitori del World Economic Forum hanno creato la rete più influente di attori politici nella storia moderna, o forse di sempre.
In un video del 2017 con David Gergen ad Harvard, Schwab si vanta di essere orgoglioso del fatto che «penetriamo nei gabinetti» con i quadri Davos Young Global Leader. Schwab afferma: «devo dire che nomi come la signora Merkel … e così via, sono stati tutti Young Global Leaders del World Economic Forum. Ma ciò di cui siamo davvero orgogliosi ora con le giovani generazioni come il Primo Ministro Trudeau, il Presidente dell’Argentina e così via, è che penetriamo nei gabinetti… È vero in Argentina ed è vero in Francia ora…»
Grande Reset
Il Great Reset, come spiegato da Schwab nel suo libro omonimo del giugno 2020 coautore, ed elaborato per intero sul sito web del World Economic Forum, è lì per chiunque sia curioso di scoprirlo.
Stabilisce un programma per riorganizzare l’economia globale dall’alto verso il basso, utilizzando le interruzioni del COVID per promuovere, tra le altre cose, un’agenda verde a zero emissioni di carbonio, l’eliminazione delle proteine della carne e dell’agricoltura tradizionale, l’eliminazione dei combustibili fossili, la contrazione dei viaggi aerei, l’eliminazione dei contanti per valute digitali della banca centrale e un sistema medico totalitario di vaccinazioni obbligatorie.
Nel vertice virtuale dei leader globali di Davos del giugno 2020, giustamente intitolato The Great Reset, Schwab ha dichiarato:
«Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni industria, dal petrolio e gas alla tecnologia, deve essere trasformata. In breve, abbiamo bisogno di un “Grande Reset” del capitalismo… Ci sono molte ragioni per perseguire un Grande Reset, ma la più urgente è COVID-19».
Il Great Reset, continua, richiede che «i governi dovrebbero attuare riforme attese da tempo che promuovano risultati più equi. A seconda del Paese, questi possono includere modifiche alle tasse sul patrimonio, il ritiro dei sussidi ai combustibili fossili… La seconda componente di un’agenda del Great Reset garantirebbe che gli investimenti portino avanti obiettivi condivisi, come l’ uguaglianza e la sostenibilità».
Ciò che Schwab non menziona è che è stata la sua rete di «leader globali» di Davos ad essere stata al centro dell’avanzamento dell’agenda draconiana del COVID da inutili blocchi alle vaccinazioni forzate alla maschera obbligatoria. La pandemia è stata la prima fase necessaria del Grande Reset. Senza di essa non sarebbe in grado di parlare di cambiamenti globali fondamentali.
Qui l’agenda di Schwab è la redistribuzione globale della ricchezza per creare la famigerata economia «sostenibile» dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite:
«Anche USA, Cina e Giappone hanno ambiziosi piani di stimolo economico. Invece di usare questi fondi… per colmare le crepe nel vecchio sistema, dovremmo usarli per crearne uno nuovo che sia più resiliente, equo e sostenibile a lungo termine». Ciò significa, ad esempio, costruire infrastrutture urbane «verdi» e creare incentivi affinché le industrie migliorino il loro track record in termini di metriche ambientali, sociali e di governance (ESG).
«La terza e ultima priorità di un’agenda del Grande Reset è sfruttare le innovazioni della Quarta Rivoluzione Industriale per sostenere il bene pubblico , in particolare affrontando le sfide sanitarie e sociali» aggiunge.
Lettera rubata
Il racconto del 1844 dell’autore americano Edgar Allen Poe, La lettera rubata, racconta di una lettera rubata della regina di Francia usata per ricattarla da un ministro senza scrupoli. Quando la polizia di Parigi perquisisce meticolosamente la casa del sospetto ladro senza risultati, un amico dell’ispettore capo riesce a trovare il documento rubato cercandolo, «nascosto in bella vista».
Così è con quella che è senza dubbio la cospirazione più sfacciata e criminale dei tempi moderni, il Grande Reset di Davos. Tutto è lì, aperto a chiunque abbia la pazienza di guadare tra le pagine dei comunicati stampa e delle pagine web del WEF.
Degno di nota è che gli attori globali, i «quadri» di Davos scelti con cura negli ultimi trent’anni per essere preparati a posizioni di potere per attuare l’agenda del Grande Reset, sono nominati apertamente sul sito web di Davos, trovati con una piccola ricerca paziente. Sono apparse liste parziali che nominano una piccola manciata di Davos «Young Global Leaders».
Una ricerca più esauriente di circa 1400 nomi nelle classi annuali dei quadri dal 1992 rivela una cospirazione sorprendente e dettagliata. Il sito web del WEF afferma che i leader mondiali sono «formati per essere allineati con la missione del World Economic Forum», per «guidare la cooperazione pubblico-privato nell’interesse pubblico globale».
Quanto segue è il risultato della revisione di ogni classe del WEF di futuri leader globali dal 1993.
Ciò che colpisce di più è che attori chiave legati a Schwab siano coinvolti nelle misure decisive che hanno reso la «pandemia» del COVID-19 il processo economicamente e fisicamente distruttivo che è. Gli alumni del WEF sono in mezzo a tutto il COVID.
Vaccini Davos, Gates e mRNA
Al centro dell’agenda COVID-19 c’è chiaramente il lancio dell’operazione «warp speed» di intrugli sperimentali modificati con mRNA non testati, vaccini con nomi errati, da parte di due società farmaceutiche: Pfizer (con BioNTech in Germania) e Moderna negli Stati Uniti.
Bill Gates (WEF 1993) e la sua Gates Foundation sono al centro del lancio del jab modificato dal gene mRNA insieme a Tony Fauci del NIAID statunitense. Gates è stato selezionato da Schwab prima ancora di aver creato la Bill and Melinda Gates Foundation, nel 1993, per il primo gruppo di quadri del WEF insieme ad Angela Merkel, Tony Blair, Gordon Brown e altri. Schwab è stato influente nel convincere Gates a creare la Fondazione?
Il denaro della Gates Foundation, centinaia di milioni, ha in effetti acquistato il controllo della corrotta Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite, secondo l’informatore dell’OMS, l’epidemiologa svizzera, Astrid Stuckelberger, che in una recente intervista ha dichiarato: «L’OMS è cambiata da quando ero lì… C’è stato un cambiamento nel 2016… È stato speciale: le organizzazioni non governative – come GAVI – Global Alliance for Vaccine Immunization – guidate da Bill Gates – si sono unite all’OMS nel 2006 con un fondo. Da allora, l’OMS si è trasformata in un nuovo tipo di organizzazione internazionale. GAVI ha guadagnato sempre più influenza e totale immunità, più dei diplomatici all’ONU».
La fondazione di Gates, insieme al WEF di Schwab, ha creato la GAVI-The Vaccine Alliance globale nel 2000. Un altro famigerato allievo della classe Gates WEF Global Leaders, José Manuel Barroso (WEF 1993), –Presidente della Commissione Europea dal 2004-2014, ex il capo Goldman Sachs International, membro del Comitato direttivo del Bilderberg, è stato nominato CEO dell’alleanza per i vaccini GAVI finanziata da Gates nel gennaio 2021, quando i vaccini mRNA sono stati lanciati. Barroso ora supervisiona la spesa globale per i vaccini mRNA per Gates e OMS.
Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, è un collaboratore dell’agenda del WEF. Il suo vicepresidente Pfizer, Vasudha Vats (WEF 2021), è una recluta del «Young leader» del WEF.
L’altro produttore chiave di vaccini mRNA è Moderna, il cui CEO, Stéphane Bancel (WEF 2009) è un altro alumnus di Davos.
L’anno successivo, il 2010, Bancel è stato selezionato per essere amministratore delegato di una nuova società, Moderna, nel Massachusetts. Nel 2016, senza un prodotto mRNA di successo ancora approvato, Moderna di Bancel ha firmato un accordo quadro per un progetto sanitario globale con la Bill & Melinda Gates Foundation per far avanzare progetti di sviluppo basati su mRNA per varie malattie infettive.
Lo stesso anno Bancel ha firmato un accordo quadro per un progetto sanitario globale con Tony Fauci e il NIAID. In un discorso del gennaio 2018 alla conferenza JP Morgan Healthcare, più di un anno prima che il mondo sentisse parlare di COVID-19 da Wuhan, in Cina, Gates ha dichiarato: «Stiamo sostenendo aziende come CureVac e Moderna sugli approcci mRNA per lo sviluppo di vaccini e farmaci…»
Preveggenza?
I politici di Davos
La seconda componente chiave dell’agenda della pandemia di Davos è stata una raccolta internazionale di politici chiave nell’UE e in particolare nel Nord America, che hanno sostenuto le misure di lockdown e vaccinazione forzata più draconiane della storia. Quasi tutti gli attori chiave sono Davos WEF Global Leaders.
In Germania la cancelliera Angela Merkel ha guidato uno dei più severi lockdown COVID fino al suo ritiro nel dicembre 2021. Era della prima classe WEF del 1993.
Anche il suo ministro della Salute, Jens Spahn (WEF 2012), era un alunno di Davos. Spahn ha costretto i colpi di mRNA di massa e ha spinto i blocchi e il mascheramento non necessari. Era un ex lobbista farmaceutico.
Philipp Rösler, ministro della Salute dal 2009 al 2011, è stato nominato amministratore delegato del WEF da Schwab nel 2014.
A dicembre una nuova coalizione guidata dal cancelliere Olaf Scholz, che è stato invitato a tenere un discorso speciale all’incontro di Davos del gennaio 2022 da Schwab.
Il nuovo ministro degli Esteri tedesco, la leader verde Annalena Baerbock (WEF 2020), è stata scelta per essere un leader globale poco prima di diventare cancelliera. La controversa scelta di Baerbock come Segretario di Stato per la diplomazia sui cambiamenti climatici, capo di Greenpeace, Jennifer Morgan, cittadina statunitense, è una collaboratrice dell’agenda del WEF e un’amica intima del membro del consiglio del WEF Al Gore. L’ex capo del Partito dei Verdi tedesco, Cem Özdemir (WEF 2002), è il nuovo ministro dell’Agricoltura e della Nutrizione.
In Francia il presidente Emmanuel Macron (WEF 2016) è misteriosamente passato da un oscuro ministro del governo a presidente della Francia nel 2017 senza un partito, appena un anno dopo essere stato selezionato per aderire al programma WEF Global Leaders. In qualità di presidente, Macron ha istituito alcune delle misure COVID più draconiane al mondo, inclusi passaporti interni e vaccini obbligatori.
Altri politici dell’UE del club di Davos includono il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis (WEF 2003), il primo ministro belga Alexander De Croo (WEF 2015). Entrambi hanno imposto severe misure COVID.
Sanna Marin (WEF 2020) Il primo ministro finlandese ha invocato lo stato di emergenza in Finlandia, con severi blocchi e altre misure drastiche.
Nel Regno Unito l’ex primo ministro del lavoro, Gordon Brown, (WEF 1993) è stato nominato dall’OMS nell’aprile 2021 per promuovere un programma da 60 miliardi di dollari per la vaccinazione contro il COVID nei «Paesi poveri». Brown è diventato ambasciatore dell’OMS per il finanziamento globale della salute nel settembre 2021.
In Nord America il governo canadese di Justin Trudeau, ora soggetto a una massiccia rivolta popolare contro i suoi severi obblighi di vaccinazione e altre misure, è crivellato di agenti Davos.
Lo stesso Trudeau è un collaboratore dell’Agenda WEF di Davos e relatore frequente a Davos. Schwab ha presentato Trudeau nel 2016 affermando: «non potevo immaginare nessuno che potesse rappresentare di più il mondo che uscirà dalla Quarta Rivoluzione Industriale».
L’attore chiave del COVID per Trudeau è il vice primo ministro e ministro delle finanze Chrystia Freeland, che fa parte del consiglio di fondazione del WEF e guida la risposta di Trudeau al COVID. Altri agenti del WEF a Ottawa sono il ministro degli Esteri, Mélanie Joly (WEF 2016), il ministro della Famiglia Karina Gould (WEF 2020).
Negli Stati Uniti i principali incaricati dell’amministrazione Biden includono Jeffrey Zients (WEF 2003), coordinatore del coronavirus della Casa Bianca.
Il segretario ai trasporti Pete Buttigieg (WEF 2019) che ha improvvisamente annunciato la presidenza dopo essere stato scelto da Davos è un altro.
L’agente dello stato profondo statunitense Samantha Power (WEF 2003) è a capo di Biden dell’USAID, la principale agenzia di aiuti esteri strettamente legata alle attività della CIA all’estero.
Rebecca Weintraub (WEF 2014) una professoressa di Harvard che lavora per la vaccinazione totale di tutti nel mondo con vaccini obbligatori anche per i bambini, è consulente del Comitato consultivo sui vaccini nazionale del Dipartimento della salute e dei servizi umani.
Il governatore della California Gavin Newsom (WEF 2005) ha imposto alcuni dei più severi lockdown e obbligato di maschere della nazione, così come Jared Polis (WEF 2013) governatore del Colorado, con un ordine di salute pubblica che ha reso il Colorado uno dei primi stati a richiedere la prova della vaccinazione completa per essere ammessi ai grandi eventi indoor.
Australia e Nuova Zelanda sono stati due dei regimi di tirannia COVID più gravi al mondo. In Australia, il ministro della Salute Greg Hunt è stato Direttore della Strategia del WEF nel 2001 e Leader globale del WEF nel 2003. Controlla le politiche estreme del governo COVID-19.
In Nuova Zelanda, il primo ministro Jacinda Ardern (WEF 2014) ha incontrato Bill Gates a New York nel settembre 2019 come relatore in primo piano alla conferenza annuale sugli obiettivi di sviluppo sostenibile della Gates Foundation, appena prima degli eventi COVID in Cina e giorni prima della simulazione di pandemia dell’evento 201 di ottobre del World Economic Forum e della Bill and Melinda Gates Foundation.
In qualità di Primo Ministro, Ardern ha imposto ondate di lockdown, rimuovendo la maggior parte dei diritti civili e vietando praticamente i viaggi internazionali.
Think Tank e accademici chiave
Questo è lontano dall’estensione della rete globale di Davos, accuratamente coltivata e promossa, dietro l’orchestrazione delle misure pandemiche globali di COVID-19.
I ruoli strumentali sono svolti dalla Fondazione Rockefeller il cui presidente, Rajiv Shah (WEF 2007) è stato una figura di spicco per l’Africa Green Revolution presso la Fondazione Gates, così come i programmi di vaccinazione. In qualità di capo dell’influente Rockefeller Foundation, Shah svolge un ruolo chiave nella promozione del Grande Reset di Davos, dove è collaboratore dell’agenda del WEF.
Un altro think tank politico statunitense molto influente, il New York Council on Foreign Relations, ha un profondo coinvolgimento nell’agenda del COVID-19. Thomas Bollyky (WEF 2013) è Direttore del CFR Global Health Program ed è un ex Gates Foundation nonché consulente dell’OMS. Ha diretto la Task Force CFR, Improving Pandemic Preparedness: Lessons from COVID-19 (2020).
Jeremy Howard (WEF 2013) è un australiano che all’inizio del COVID-19 ha organizzato una campagna mondiale per le mascherine obbligatorie.
Mustapha Mokass (WEF 2015) ha sviluppato un sistema di passaporti per i vaccini per l’agenda della 4a rivoluzione industriale di Schwab.
I media mainstream di Goebbels
Il ruolo dei media gestiti è stato al centro dell’offensiva propagandistica della pandemia di COVID-19 senza precedenti. Davos e il WEF di Schwab sono in mezzo anche a ciò.
La CNN è uno dei più noti mezzi di propaganda che promuove la paura e sostiene i vaccini mRNA mentre attacca qualsiasi trattamento correttivo provato. CNN e Davos sono ben collegati.
Il dottor Sanjay Gupta (WEF 2010), corrispondente medico capo della CNN, ha svolto un ruolo chiave nel promuovere la narrativa ufficiale nell’evento profondo del COVID-19.
La dottoressa Leana Sheryle Wen (WEF 2018) è editorialista del Washington Post e analista medico della CNN. In qualità di «contribuente medico» della CNN, Wen ha suggerito che la vita deve essere «dura» per gli americani che non hanno ricevuto un vaccino contro il COVID-19.
Anderson Cooper (WEF 2008), uno spettrale ex «tirocinante» della CIA è un importante conduttore della CNN.
Jeffrey Dean Zeleny (WEF 2013) è il capo corrispondente per gli affari nazionali della CNN.
Mentre la CNN produce commenti unilaterali sui vaccini mRNA e sul COVID, i proprietari altamente influenti delle società di social media si impegnano a vietare senza precedenti qualsiasi opinione critica o contraria nella censura che farebbe arrossire un Goebbels.
Tra questi c’è Mark Zuckerberg (WEF 2009), il miliardario proprietario di Facebook sostenuto dalla CIA, e il membro del consiglio di Twitter Martha Lane Fox (WEF 2012), membro del Comitato congiunto del Regno Unito sulla strategia di sicurezza nazionale e del comitato COVID-19 della Camera dei Lord.
Larry Page (WEF 2005) è un miliardario co-fondatore di Google, probabilmente il motore di ricerca più censurato e più utilizzato al mondo.
Anche Marc Benioff (WEF Board of Trustees), proprietario della rivista Time e del cloud computing di Salesforce, è collegato a The Giving Pledge di Bill Gates.
Dawood Azami (WEF 2011) è editore multimediale presso la BBC World Service, l’influente emittente statale britannica.
Jimmy Wales (WEF 2007) è il fondatore di Wikipedia che notoriamente altera il contenuto delle voci relative al COVID per promuovere l’agenda dell’OMS e di Davos.
Lynn Forester de Rothschild (WEF 1995) con il suo terzo marito, Sir Evelyn Robert de Rothschild, possiede la rivista The Economist, che promuove l’agenda COVID Davos insieme al prossimo Green Reset. È stata presentata a Sir Evelyn da Henry Kissinger alla Conferenza del Bilderberg del 1998 in Scozia.
Altre figure tra la scuderia di Davos dei futuri leader globali includono Jamie Dimon (WEF 1996), CEO JP Morgan Chase, Nathaniel Rothschild (WEF 2005) figlio ed erede apparente del barone Jacob Nathaniel «Nat» Rothschild. David Mayer de Rothschild (WEF 2007), un miliardario britannico sostenitore dell’agenda verde con una fortuna stimata in 10 miliardi di dollari.
I «partner» aziendali strategici del WEF che aiutano a guidare i Davos Global Leaders includono Barclays Bank, Bill & Melinda Gates Foundation, Deutsche Bank AG, General Motors Company, The Goldman Sachs Group Inc., Google Inc., HSBC Holdings Plc, McKinsey & Company e UBS AG e simili.
Questa concentrazione di potere globale è solo una coincidenza o parte di una vera e propria cospirazione? Una lettura dell’attuale Consiglio di fondazione del World Economic Forum potrebbe aiutare a rispondere.
William F. Engdahl
F. William Engdahl è consulente e docente di rischio strategico, ha conseguito una laurea in politica presso la Princeton University ed è un autore di best seller sulle tematiche del petrolio e della geopolitica. È autore, fra gli altri titoli, di Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation («Semi della distruzione, l’agenda nascosta della manipolazione genetica»), consultabile anche sul sito globalresearch.ca.
Questo articolo, tradotto e pubblicato da Renovatio 21 con il consenso dell’autore, è stato pubblicato in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook e ripubblicato secondo le specifiche richieste.
Renovatio 21 offre la traduzione di questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Grande Reset
Bergoglio e Schwab: la chiesa cattolica a Davos

Il sito di informazione ufficiale della Santa Sede Vatican News ha intervistato il parroco di Davos riguardo all’incontro annuale del World Economic Forum che si svolge nella sua parrocchia ogni gennaio.
Padre Kurt Susak, sacerdote a Davos da oltre dieci anni, afferma che «ovunque si sente parlare di crisi. Anche il mondo è in qualche modo in crisi».
Il prete quindi «afferma di aver avuto l’impressione che i partecipanti puntassero “consapevolmente” sulla conferenza di quest’anno “per presentare soluzioni». «Le persone attendono con speranza soluzioni ai conflitti e alle crisi globali».
Don Susak ha poi tuonato che il WEF rischia di perdere «la sua credibilità e legittimità se questo incontro non presentasse ora anche soluzioni riconoscibili alla gente e porti a un miglioramento dei tanti conflitti e sfide».
«Esattamente che tipo di soluzioni potrebbero essere presentate, Susak non lo dice» nota il sito prolife Lifesitenews. «Tuttavia (…) gli incontri del WEF hanno già evidenziato come “l’accesso all’aborto” sia un tema chiave».
Un moderatore di una delle sessioni ha parlato brevemente dell’«iniziativa per la salute delle donne» del WEF, un progetto dell’organizzazione globalista che spinge anche l’aborto e la contraccezione con il pretesto di «salute riproduttiva«. L’iniziativa mira, tra le altre cose, a ridurre «le gravidanze indesiderate e le gravidanze non sicure».
Tra le numerose organizzazioni partner dell’iniziativa pro-aborto ci sono aziende leader come Johnson & Johnson, Merck, CVS Health, Save the Children e la Bill and Melinda Gates Foundation. Bill Gates, habitué di Davos, quest’anno non si è presentato, forse fiutando che poteva succedergli quella cosa accaduta poi al suo amico CEO Pfizer Albert Bourla: arrivano dei giornalisti veri e ti fanno delle domande.
Nell’intervista su Vatican News, il parroco di Davos «non ha menzionato tali attacchi ai nascituri, alla famiglia o alle libertà. Invece, ha notato “ingorghi”, le spese generali per lo svolgimento dell’evento e una mancanza di trasparenza», scrive LSN.
Vatican News parafrasa i commenti di Susak, scrivendo che «c’è un’enorme quantità di traffico con ingorghi, tempi di attesa; la vita normale, come si è abituati qui, in realtà “si svolge in modo molto, molto limitato” durante il periodo del WEF».
«Si critica il fatto che molti argomenti vengano discussi e dibattuti a porte chiuse e che alla fine si sappia ben poco. “Ci sono tesi, opinioni, teorie che alimentano la resistenza contro l’élite che si riunisce al WEF», osserva il parroco.
«Tuttavia, l’intero evento ha anche qualcosa di positivo. Si tratta delle scuole, che hanno in calendario diversi giorni di sci durante la settimana. “Questo fa sempre molto piacere agli alunni. Sono sempre stupito da ciò che gli abitanti di Davos escogitano durante i festeggiamenti», racconta il don Susak.
Don Susak rivelato che da diversi anni la parrocchia organizza eventi di «silenzio e preghiera» ecumenici durante gli incontri del WEF. «Cattolici, Riformati e Chiese evangeliche invitano insieme a pregare la sera, insieme per cercare soluzioni a partire dal Vangelo. In passato, la Chiesa nella sua diversità, nella sua teologia morale, nella sua etica sociale, ha sempre trovato risposte meravigliose alle sfide del tempo. È solo necessario richiamarli alla mente più volte».
Il Vaticano ha infatti avuto un rapporto stretto, anche se poco conosciuto, con il WEF. Papa Francesco ha segnalato la sua intimità con il fondatore globalista del WEF Klaus Schwab, inviando un discorso al WEF quattro volte nei suoi otto anni di pontificato e consentendo una tavola rotonda vaticana annuale a Davos, sede della conferenza annuale del WEF in Svizzera.
«Finora il Vaticano ha inviato ogni anno rappresentanti della Chiesa al Forum Economico mondiale. Negli ultimi anni, il cardinale Peter Appiah Turkson o il cardinale Michael Czerny, e una volta anche il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin» scrive il sito vaticano. «Quest’anno è la prima volta che il Vaticano non ha inviato alcun rappresentante ufficiale o cardinale a Davos».
In un’intervista del 2021 sempre con Vatican News, Don Susak aveva rivelato che Parolin era andato al posto di Papa Francesco, che era stato invitato personalmente da Schwab per il 50° anniversario dell’evento.
«Sono stato davvero sorpreso positivamente di quanto interesse c’è per la Chiesa al WEF, ad esempio, c’è un incontro chiamato “Vatican meets WEF” e lì ho riscontrato un grande interesse da tutto il mondo», aveva dichiarato Susak nel 2021.
Vatican News scriveva che Schwab stesso era stato in Vaticano.
«In effetti, le azioni e gli interessi pubblici di Papa Francesco si allineano strettamente con Schwab, le élite globaliste e il WEF. Nel dicembre 2020, Francesco ha usato la frase “ricostruire meglio”, lo slogan sinonimo di politiche globaliste. La frase era il nome del sito web di Joe Biden dopo le elezioni (BuildBackBetter.gov), in cui affermava di “ripristinare la leadership americana”» nota LSN. «Poco dopo, Bergoglio si è unito ad aziende di tutto il mondo per promuovere un nuovo «sistema economico» del capitalismo in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile propalati, nonostante il loro legame con l’aborto e il suo stesso appello a una vita semplice e austera».
«A ciò è poi seguita una partnership tra il Vaticano e l’ONU, in cui il Papa ha mostrato ancora una volta le sue tendenze globaliste promuovendo l’educazione su “stili di vita sostenibili”, “parità di genere” e “cittadinanza globale”, evitando però di menzionare la fede cattolica».
Tali legami più profondi con le società e i leader globalisti danno ulteriore credito alle convinzioni di alcuni secondo cui Papa Francesco è allineato con l’appello del WEF per un «Grande Reset»: «c’è bisogno di un’autorità speciale legalmente costituita in grado di facilitarne l’attuazione».
«In effetti, durante l’incontro di Davos ritardato dello scorso anno, un funzionario vaticano ha dichiarato che la Chiesa cattolica è “impegnata nelle varie questioni esaminate al forum”» continua LSN. «Padre Leonir Chiarello, Superiore Generale della Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani), ha individuato otto temi chiave dell’incontro: “clima e natura, economia più giusta… salute e assistenza sanitaria, cooperazione globale, società ed equità”. Ha citato la Laudato Sii e Fratelli Tutti di Papa Francesco come esempi di come la Chiesa cattolica aderisse all’agenda globalista su aspetti particolari».
Insomma, habemus papam: il papa del Grande Reset.
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
Grande Reset
World Economic Forum 2023, la lista degli invitati a Davos

È uscita da qualche ora una lista degli invitati al consesso di Davos edizione 2023, cioè i nomi che si raccoglieranno al World Economic Forum che si tiene nella cittadini svizzera, cioè la corte del guru del Grande Reset Klaus Schwab.
La UE è presente in forze: c’è il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, c’è il vicepresidente del Parlamento Europeo Valdis Dombrovskis e vi sono i commissari europei del Bilancio (Hahn) e dell’Energia (Simson), più l’immancabile Paolo Gentiloni de Siverij, che è commissario agli Affari economici.
Christine Lagarde, presidente BCE, sarà presente allo stesso panel dove interverrà la presidente del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva.
Piuttosto significativo che oltre dimenticabili figure come la rappresentante per il Commercio Katherine Tai il segretario per il Lavoro Martin Walsh, l’amministrazione Biden mandi a Davos i vertici dei servizi segreti USA: Avril Haines, numero uno dell’Intelligence nazionale e vicedirettrice CIA, e Christopher Wray, il capo dell’FBI, istituzione talmente fuori controllo che vi sono ora voci che chiedono apertamente di scioglierla. Non può non esserci l’immancabile «Zar del Clima» John Kerry, candidato presidente trombato sposatosi con l’ereditiera dell’impero del ketchup Heinz, il quale non mancherà di arrivare a discettare con il suo mascellone sul clima, al solito, sul suo jet executive privatissimo.
Non solo: gli Stati Uniti sono presenti anche con il numero 1 di BlackRock Larry Fink, considerato oramai un deus ex machina dell’economia mondiale. È prevista la presenza del CEO di Goldman Sachs David Solomon, del CEO di JP Morgan Jamie Dimon, oltre che dei vertici di Morgan Stanley, Deutsche Bank e tanti altri.
Non può mancare il paesino al centro di tante storie in questi mesi, il piccolo Qatar, il quale invierà tra le nevi di Davos ben due ministri nonché il vicepremier e ministro degli Esteri membro della real casa qatarigna Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani.
La Francia manda il ministro dell’Economia Bruno Lemaire e quello dell’Europa Boone, più il governatore della Banca Centrale di Parigi Villeroy de Galhau.
La Germania invia il vicecancelliere Robert Habeck, verde confusionario dalle uscite sempre più imbarazzanti, il presidente della Bundesbank Joachim Nagel, il ministro delle Finanze Christian Lindner e più di una mezza dozzina di figure pubbliche spendibili.
I polacchi, che con la guerra in Ucraina si sentono di avere l’occasione del millennio, planeranno sull’ammucchiata globalista di Davos col presidente Andrzej Duda e il premier Mateusz Morawiecki. Si parla di nutrita presenza anche di lituani e lèttoni, altri Paesi che spingono per la guerra anti-Mosca, pur avendo al loro interno vasta popolazione di etnia russa. Potrebbero non mancare, per la scala reale antiputin (antica conoscenza di Klaus Schwab…) la presidente moldava pro-occidentale Maia Sandu e il premier georgiano Irakli Garibashvili.
Per l’Italia, era stato invitato il ministro dell’Economia della Lega Giancarlo Giorgetti, che dopo aver accettato invece avrebbe dato forfait. Presente invece il ministro dell’Istruzione Valditara: si trova infatti proprio al dicastero dove si parla di Piano Scuola 4.0, un’espressione che sembra tanto un omaggio al Klaus Schwabbo.
Per le grandi aziende italiane, in lista si nota la presenza di Francesco Starace e Michele Crisostomo di ENEL, Carlo Messina e Stefano Lucchini di Intesa San Paolo, Alexander Orcel e l’ex ministro PD Pier Carlo Padoan di Unicredit, Matteo Laterza di UNIPOL (la holding delle coop), Claudio Descalzi e Lucia Calvosa di ENI , di Andrea Illy (della famiglia valdese triestina del caffè), Paolo Merloni (Areston), Paolo Moretti Polegato (Geox, calzature traspiranti), Nerio ed Erica Alessandri (dell’impero Technogym). Tra gli invitati italiani vi è anche il vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini.
«La Davos 2023 potrebbe dunque essere più giocata dietro le quinte, con i negoziati operativi nelle salette private, piuttosto che nelle grandi dichiarazioni programmatiche del passato» scrive l’ANSA.
La realtà è che quello che si dirà a Davos, in scena o dietro il sipario, avrà effetto su tutti noi, visto il livello di infiltrazione dei governi nazionali «penetrati» (testuali parole) dal guru e dai suoi. Vaccini, educazione, consumi, trasporti, alimentazione, libertà di parola: ogni aspetto della vostra vita, nel vostro Paese desovranizzato, può dipendere da Davos. E parliamo di programmi dalle origini oscure dove la chippatura dei bambini diverrà a breve la proposta meno scioccante.
Aveva detto il leader di questo gruppo fanatico a Bali due mesi fa a Bali: «una ristrutturazione profonda, sistemica e strutturale del nostro mondo». Sì, bene così: quello che sarà del nostro mondo lo decide lui con i suoi amici.
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
Grande Reset
Klaus Schwab annuncia il suo programma per i vostri figli

Un video emerso in questi ultimi giorni in rete mostra il fondatore del World Economic Forum di Davos Klaus Schwab che enuclea l’azione del suo gruppo riguardo l’istruzione a livello internazionale.
Lo Schwab parla, anche per la scuola, di partenariati pubblico-privato che, dice riferendosi al suo gruppo, «accompagniamo».
«Quando definiamo un progetto come la nostra Global Educational Initiative… abbiamo, sotto la guida di Cisco e molte altre aziende, praticamente tutti i grandi nomi, cerchiamo di rivoluzionare il sistema educativo in Giordania, in Egitto e ora in Burundi» dichiara il potente ottuagenario tedesco calvo.
La Cisco è una multinazionale che si occupa di comunicazioni digitali, che, partita dai vecchi modem, si è ora specializzata nell’Internet of Things e nelle videoconferenze. Nel 2022 i profitti di Cisco hanno raggiunto i 51.56 miliardi di dollari americani.
Lo Schwab quindi cita l’UNESCO e sostiene che il WEF viene chiamato «non solo per attrezzare le scuole, ma per riqualificare gli insegnanti, per mettere in atto il nuovo curriculum nei programmi di studio. Quindi lavoriamo insieme. Accompagniamo».
Per enunciare il proprio modello di assistenza, l’uomo di Davos tira in ballo le operazioni «umanitarie» dei Clinton, dei quali tuttavia non si sente di parlar male, nonostante il suo modello sia diverso «rispetto alla Clinton Initiavie, che è una buona cosa, che chiede alle aziende di impegnare dei soldi e poi tornare e riferire».
L’azione del WEF, invece, segue «l’iniziativa dall’inizio alla fine».
Non è chiaro da dove provenga questo filmato, né di quando sia. Tuttavia il video sta spopolando in rete, dove ha ottenuto anche la reazione perplessa di Elon Musk.
Uhh …
— Elon Musk (@elonmusk) December 28, 2022
Come riportato da Renovatio 21, a Davos 2022 si è discussa in profondità l’inserzione dei vostri figli nel metaverso, con fine educativi e non solo.
Klaus Schwab è anche lì, nel mondo dei corsi di aggiornamento degli insegnanti, cioè i tramiti per cui nelle scuole pubbliche vengono infiltrati teoria del gender ed altro.
Come dire: lasciate che i bimbi vengano al Grande Reset.
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
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