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Eutanasia

Lo spot per l’eutanasia in Canada contiene un riferimento alla Blue Whale?

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Come noto, il Canada con la sua «assistenza medica alla morte» (MAiD) è divenuto il teatro di una Cultura della Morte implementata in modo parossistico.

 

In Canada in questo momento viene chiesta la morte da persone depresse, persone povere o semplicemente preoccupate per il cambiamento climatico, più i casi di eutanasia per stress da lockdown COVID, e ovviamente i disabili che «costano troppo» all’erario.

 

Non solo: la morte medicalizzata di Stato viene offerta a chiunque, a malati e perfino a veterani sportivi che chiedevano solo una scala per salire in casa con la sedia a rotelle, e certamente, anche ai neonati. Ricordando sempre che grazie all’eutanasia il Canada è divenuto leader mondiale nella donazione – cioè della predazione – degli organi.

 

Renovatio 21 ha riportato il caso dello spot pro-eutanasia realizzato da un’azienda di pronto moda canadese.

 

 

Ora in rete circolano analisi su simboli più o meno occulti che lo spot potrebbe contenere.

 

Il più evidente è la presenza di una balena azzurra – o blu – fra le immagini oniriche dello spot pro-eutanatico.

 

Un video di Psyop Cop ricorda che la Blue Whale (in inglese, «Balena Blu») è un fenomeno emerso anni fa che riguardava l’induzione di bambini al suicidio tramite una sfida su internet.

 

La cosiddetta «Blue Whale Challenge» si sarebbe sviluppata sui social network a partire dal 2016, e si dice che, partita dalla Russia, avrebbe raggiunto diversi Paesi. Si tratta di un «gioco» costituito da una serie di compiti assegnati ai giocatori da un «curatore» nell’arco di 50 giorni, inizialmente innocui prima di introdurre elementi di autolesionismo e la sfida finale che richiede al giocatore di suicidarsi. In Italia si occupò del fenomeno la trasmissione Le Iene, tuttavia in seguito fu detto che poteva trattarsi di una bufala. Suicidi collegati alla Blue Whale sono stati segnalati in tutto il mondo, ma nessuno – dicono gli «esperti di bufale» – sarebbe totalmente confermato.

 

Tuttavia, vi sono stati arresti di «curatori» del gioco mortale.

 

Nel 2016, Filip Budeikin, un ex studente di psicologia russo di 21 anni che è stato espulso dalla sua università, ha affermato di aver inventato il gioco nel 2013. Secondo Budeikin, il suo scopo è quello di «ripulire la società dai rifiuti biologici». Budeikin è stato arrestato e detenuto nella prigione di Kresty, a San Pietroburgo, e nel maggio 2016 si è dichiarato colpevole di «incitamento al suicidio di almeno 16 ragazze adolescenti». Successivamente è stato condannato per due accuse di istigazione al suicidio di un minore.

 

Nel giugno 2017, Ilja Sidorov, di professione postino, viene arrestato a Mosca, accusato anche di aver creato un gruppo Blue Whale per incoraggiare i bambini all’autolesionismo e infine al suicidio. Sidorov ha affermato di aver convinto 32 bambini a unirsi al suo gruppo e seguire i suoi comandi.

 

Nel giugno 2018, l’analista finanziario russo Nikita Nearonov è stato arrestato per presunta ideazione del gioco Blue Whale. Nearonov è sospettato di aver adescato 10 ragazze di minore età per portarle al suicidio. Due di esse, una di 14 e una di 17 anni, sarebbero sopravvissute.

 

Le segnalazioni di morti legati alla Blue Whale sono ovunque, in Armenia e in Bangladesh, in Iran e in Cina, negli USA e in Tunisia, in Israele, in Arabia Saudita, in India, Egitto, Brasile. In Italia la Polizia Postale ha dichiarato di aver ricevuto, al maggio 2017, almeno 70 segnalazioni. Casi di partecipanti sarebbero stati riportati da tutto il territorio nazionale, da Ravenna, Siracusa, Brescia, Livorno.

 

Mentre alcuni giornali la ritengono solo una bufala internet, varie famiglie dicono invece di aver perso i figli a causa della Blue Whale.

 

Una balena blu, possibile simbolo del suicidio di bambini, è in effetti pienamente visibile in un video sull’eutanasia: i dubbi vengono tutti da questa coincidenza.

 

Qualcuno poi si interroga sul significato delle spirali tracciate sulla sabbia alla fine del video eutanasico.

 

Il video nel frattempo è stato tolto da YouTube e reso privato.

 

 

 

 

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Eutanasia

Il disegno di legge sulla morte assistita del governo Macron torna all’ordine del giorno

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Lunedì 12 maggio, l’Assemblea Nazionale francese ha riaperto il dibattito sull’eutanasia e sul suicidio assistito, dopo quasi un anno di interruzione legislativa causata dallo scioglimento del Parlamento e dalle elezioni anticipate di giugno e luglio 2024. Lo riporta l’European Conservative.

 

Il disegno di legge, promosso dal governo del presidente Emmanuel Macron, è presentato in due testi distinti: uno incentrato sullo sviluppo delle cure palliative e l’altro su quella che viene definita «morte assistita».

 

Il disegno di legge è stato approvato da una commissione parlamentare il 2 maggio. La sua bozza attuale delinea un quadro che consentirebbe ad alcuni pazienti di richiedere assistenza medica al suicidio, a condizioni ancora in fase di discussione. Si prevede che il dibattito in plenaria duri almeno due settimane, con una doppia votazione prevista per il 29 maggio.

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La proposta ha suscitato divisioni anche all’interno del governo stesso. Mentre l’ex primo ministro e attuale leader parlamentare del blocco di Macron, Gabriel Attal, ha difeso il provvedimento invocando la necessità di alleviare le sofferenze nei casi estremi, altre figure governative – come il ministro degli Interni Bruno Retailleau – hanno messo in discussione l’equilibrio del progetto, sostenendo che la proposta attuale faciliti l’accesso all’eutanasia più che alle cure palliative.

 

«Al di là del dibattito politico, la questione ha suscitato un notevole dibattito sui media e sui social network. Rappresentanti del mondo medico, giuridico e filosofico hanno espresso opinioni diverse» scrive l’European Conservative. Alcune associazioni mediche hanno espresso il loro sostegno alla misura; un recente sondaggio dell’istituto IFOP indica che il 74% dei medici francesi sarebbe favorevole all’autorizzazione di una forma di «morte assistita», sebbene il sostegno sia maggiore tra i medici di base (80%) che tra gli specialisti (70%).

 

Al contrario, diversi professionisti nel campo delle cure palliative hanno sollevato preoccupazioni in merito alla rimozione delle garanzie inizialmente previste nel testo. Tra gli emendamenti respinti in sede di commissione figuravano disposizioni come la valutazione dell’assenza di pressione sul paziente, la partecipazione di uno psichiatra nei casi dubbi, il coinvolgimento del giudice per le persone sotto tutela e clausole di coscienza ampliate per gli operatori sanitari.

 

Anche gli aspetti legali e sociali del disegno di legge sono stati oggetto di esame. I critici mettono in guardia dal possibile effetto espansionistico che la legalizzazione dell’eutanasia potrebbe avere, citando precedenti in paesi come il Canada, dove il quadro giuridico si è ampliato dalla sua adozione iniziale.

 

Da parte sua, il governo ha cercato di presentare il disegno di legge come un equilibrio tra compassione e responsabilità, evitando accuratamente di etichettarlo direttamente come «legge sull’eutanasia» per oscurarne le reali implicazioni. Una situazione simile si è verificata in Paesi come la Spagna, dove la sinistra lo ha presentato come «diritto a morire con dignità». Il risultato sotto gli occhi di tutti è il caso della Catalogna, terra di fondamentalismo eutanatico dove si preferisce assegnare – nel nome del dolore del disabile – il suicidio medico assistito di Stato ad una guardia giurata che aveva sparato sui colleghi invece che fargli scontare la pena per i suoi crimini.

 

 

Il ministro della Salute francese Catherine Vautrin ha sottolineato che la misura sarebbe eccezionale e soggetta a condizioni rigorose, sebbene le sue dichiarazioni riconoscano anche la difficoltà di conciliare posizioni divergenti all’interno dello spettro parlamentare. Questo argomento è stato utilizzato anche in altre occasioni, ma la verità è che, come l’aborto, l’eutanasia è un terreno scivoloso , con numeri in aumento di anno in anno.

 

L’approvazione del disegno di legge all’Assemblea Nazionale francese sembra probabile grazie al sostegno della maggioranza presidenziale e di diversi gruppi di sinistra. Tuttavia, il suo passaggio al Senato, dove i conservatori detengono la maggioranza, potrebbe incontrare difficoltà maggiori. L’esito di questo dibattito legislativo sarà cruciale per definire il futuro quadro giuridico francese in materia di fine vita, conclude EC.

 

Il dibattito sull’eutanasia a Parigi va avanti da diverso tempo, mentre la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) di Strasburgo sembra voler imporre l’eutanasia a tutta l’UE. Si segnala nel Paese l’attività di turbolenti gruppi pro-suicidio assistito. Tuttavia, qualche voce dell’intellighentsia francese si è levata contro l’eutanasia, come quella del romanziere Michel Houellebecq.

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Come riportato da Renovatio 21, Macron due anni fa in un discorso in loggia aveva rassicurato i massone del Grande Oriente di Francia (GOF) circa la realizzazione della legge eutanatica nel Paese. Il presidente francese aveva annunziato la priorità di ottenere la «dolce morte» legale per i cittadini francesi dopo l’inedita mossa dell’aborto piazzato dentro la Costituzione, un unicum giuridico globale.

 

L’eutanasia è legale in altri Paesi come Belgio (Regno-baluardo), Colombia (dove si è registrato uno spaventoso aumento dei casi), Lussemburgo (che numericamente è numero uno  mondiale)Paesi Bassi (dove è iniziata l’eutanasia dei bambini), Nuova Zelanda (che ha approvato per via referendaria e dove si era ipotizzato di eutanatizzare anche i pazienti COVID) e Spagna (dove la chiesa crea «zone franche» a prova di eutanasia), Austria oltre a diversi Stati in Australia.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Parlamento portoghese ha da poco approvato in modo forzoso la legge eutanasica, ignorando il veto posto dal presidente Marcelo Rebelo de Sousa.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; immagine modificata

 

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Eutanasia

Suicidio assistito, il disegno di legge passa in Iscozia

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Un disegno di legge per legalizzare il suicidio assistito in Iscozia ha superato il primo ostacolo con una votazione preliminare a Holyrood, il parlamento del Paese. Lo riporta LifeSite.   Il disegno di legge sul suicidio assistito per adulti malati terminali, approvato con 70 voti favorevoli e 56 contrari, è stato approvato «in linea di principio» e dovrà superare altri due ostacoli parlamentari prima di diventare legge.   Ciò è avvenuto a seguito di un dibattito parlamentare piuttosto intenso. Utilizzando la retorica ormai consueta, i sostenitori del suicidio assistito hanno insistito sulla necessità di legalizzare il suicidio assistito per porre fine alle sofferenze dei morenti, con una deputata del Parlamento scozzese che ha citato la morte di sua madre per cancro come motivazione del suo voto a favore.

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Il premier John Swinney, che si era espresso contro il disegno di legge in una serie di forti dichiarazioni all’inizio di questo mese, ha votato contro, il governo scozzese ha purtroppo scelto di rimanere neutrale e il ministro della Salute Neil Gray si è astenuto dal voto. La premier Kate Forbes e il leader laburista Anas Sarwar hanno entrambi condannato il disegno di legge; Swinney e Forbes sono entrambi cristiani convinti. Swinney ha affermato di sperare che «questioni significative» del disegno di legge possano essere affrontate, e l’ex premier Nicola Sturgeon, una convinta progressista, si è opposta al disegno di legge a causa del potenziale di «coercizione».   Ally Thomson, direttrice di Dignity in Dying Scotland, ha affermato che il voto a favore delle iniezioni letali somministrate da un medico è stato «uno spartiacque per la compassione».   Anche in questo caso le persone con disabilità si sono ritrovate a sentirsi ignorate dalla maggioranza. In Canada, le associazioni per i diritti delle persone con disabilità sono state completamente ignorate dal governo, anche dopo che il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha condannato il regime. Tutte le associazioni per i diritti delle persone con disabilità nel Regno Unito hanno condannato la proposta di legge di Leadbeater sul suicidio assistito; i parlamentari hanno respinto praticamente tutte le garanzie per le persone con disabilità.   Una scena simile si è verificata in Iscozia. La deputata laburista Pam Ducan-Glancy, prima persona in sedia a rotelle a essere eletta a Holyrood, ha dichiarato a BBC Scotland News di essere «profondamente preoccupata» che il disegno di legge mettesse a rischio le persone disabili e che questo fosse il primo passo per rendere «più facile aiutare a morire che aiutare a vivere». Il disegno di legge, ha affermato, potrebbe «legittimare l’opinione che una vita come la nostra, fatta di dipendenza e spesso di dolore, non valga la pena di essere vissuta». Il voto, dicee, l’ha lasciata «con il cuore spezzato». I suoi timori non hanno scalfito la festa dei sostenitori del suicidio assistito.  
  Il deputato Liam McArthur, membro del Parlamento dei Liberal Democratici e promotore del disegno di legge, ha dichiarato a BBC Scotland News di essere «lieto» e «sollevato», definendolo «un passo coraggioso» ma «compassionevole». Due precedenti votazioni per legalizzare il suicidio assistito erano fallite al primo voto, ma questa volta, ha affermato McArthur, «è un passo che credo la Scozia sia pronta a compiere». Ha ricevuto il sostegno del leader conservatore Russell Findlay, del leader dei Liberal Democratici Alex Cole-Hamilton e dei co-leader del Partito Verde Scozzese, Patrick Harvie e Lorna Slater.   McArthur si è spinto oltre, contraddicendo direttamente i timori quasi unanimi delle associazioni per i diritti delle persone con disabilità. «Negare più scelta agli scozzesi morenti non migliorerà la vita di chi ha una disabilità», ha affermato. «Né credo che sarebbe accettabile che a una persona con disabilità che soddisfa i criteri di ammissibilità previsti dal mio disegno di legge venga negata la stessa scelta di chiunque altro».   Il disegno di legge di McArthur limita (per il momento) il suicidio assistito ai malati terminali, ma non specifica una durata temporale dell’aspettativa di vita.   Il disegno di legge di McArthur sarà ora esaminato in una seconda fase, e le modifiche saranno proposte e discusse, con un’ulteriore votazione sulla bozza finale prima che diventi legge.

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Come riportato da Renovatio 21, la Scozia sta vedendo un aumento del numero degli aborti, pressioni sull’educazione sessuale a scuola, discriminazioni anticristiane, pazzesche battaglie legali sullo sperma dei trans, minacce di prigione ai genitori contrari alla transessualizzazione dei figli, le carceri femminili stesse con ospiti uomini stupratori, mentre sono ancora fresche le follie COVID che arrivarono persino a vedere progetti di campi di internamento pandemici.   Tra il 2022 e il 2023 era quindi emersa nel Paese una vera ondata di neonati morti, ma lo stato vaccinale della madre non veniva preso in considerazione come dato rilevante.

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  Immagine di Colin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Eutanasia

La Corte Suprema estone stabilisce che il suicidio assistito è un «diritto» costituzionale

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Il 7 maggio, la Corte suprema dell’Estonia ha stabilito che il suicidio assistito è un diritto fondamentale di qualsiasi persona capace di intendere e di volere che desideri porre fine alla propria vita volontariamente e per qualsiasi motivo e che assistere qualcuno in tale atto non è un servizio sanitario. Lo riporta LifeSite.

 

La sentenza arriva in risposta a un procedimento penale contro un cittadino, trasmesso in tribunale dalla Procura del Distretto Meridionale l’11 ottobre 2023. L’uomo aveva creato un dispositivo per il suicidio artigianale che includeva una bombola di gas collegata tramite tubi a una maschera.

 

L’inventore noleggiava il dispositivo completamente funzionante agli utenti, che erano responsabili dell’avvio del suicidio. Il dispositivo è stato utilizzato almeno tre volte, con due morti e una sopravvivenza per esaurimento del gas.

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I tribunali hanno dichiarato l’uomo colpevole di «svolgimento di attività economica senza licenza in un settore correlato ai servizi sanitari», mentre la Corte Suprema, in modo alquanto confuso, ha stabilito che, poiché il suicidio non rientra nell’assistenza sanitaria, l’accusato non poteva essere ritenuto colpevole di aver svolto attività economica senza licenza e lo ha assolto.

 

L’uomo, ha osservato la corte, non era stato coinvolto in diagnosi, esami o trattamenti, e non aveva personalmente facilitato i suicidi. Tuttavia la Corte ha stabilito ulteriormente che il suicidio volontario è un diritto fondamentale, che aiutare qualcuno al suicidio è un reato solo se la persona «non è in grado di agire in modo indipendente o non ha piena comprensione delle proprie azioni», e ha invitato il Parlamento estone a «creare norme per la facilitazione del suicidio non medico al fine di prevenirne gli abusi, citando la necessità di un quadro giuridico chiaro, come sostenuto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo».

 

Secondo la sentenza «la preoccupazione espressa dal pubblico ministero durante l’udienza è comprensibile: se l’assistenza al suicidio venisse offerta come servizio, sarebbero necessari principi chiari, tenendo conto dell’entità dell’intervento sulla salute di una persona e della necessità di prevenire potenziali abusi. Ciò includerebbe stabilire quando tale assistenza possa essere fornita, da chi, su quali basi verrebbe determinata la necessità del servizio e come verrebbe eseguita la procedura. La mancanza di principi chiari potrebbe portare a conseguenze indesiderate ed esporre lo Stato a responsabilità».

 

La Corte ha inoltre osservato che «se lo Stato consente un facile accesso ai servizi di suicidio assistito, è particolarmente importante stabilire il quadro giuridico necessario per prevenire potenziali abusi nella fornitura di tali servizi». Il governo estone non ha ancora risposto alla sentenza né ha confermato la sua intenzione di avviare i lavori sulla legislazione in materia di suicidio assistito, e l’opinione pubblica sulla questione rimane fortemente divisa.

 

Come ha osservato la testata local ERR News, la sentenza della Corte Suprema estone sembra seguire una tendenza europea. «Cinque anni fa, la Corte Suprema tedesca ha dichiarato che commettere suicidio è un diritto fondamentale – per tutti e per qualsiasi motivo – e che essere assistiti o assistere altri nell’atto sono diritti accessori associati a tale libertà», ha scritto bioeticista americano Wesley J. Smith su National Review. «In altre parole, morte su richiesta. Ora la Corte Suprema dell’Estonia sembra aver seguito la stessa linea».

 

Il suicidio assistito è un diritto legale, almeno in alcune circostanze, in Svizzera (dal 1942), Germania (2020), Austria (2022), Belgio (2002), Paesi Bassi (2001), Lussemburgo (2009), Spagna (2021), e Portogallo (2023, sebbene non sia ancora entrato in vigore). Il suicidio assistito e l’eutanasia rimangono illegali in 41 paesi europei.

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La Gran Bretagna sta attualmente discutendo sulla legalizzazione del suicidio assistito, e recenti resoconti indicano che la maggioranza dei parlamentari potrebbe essere pronta a votare contro entro la fine del mese.

 

Notiamo la consonanza anche dell’assetto fenerale sul tema: in Estonia, come in Italia, i giudici toccano la materia suicidio assistito lamentando il vuoto da parte del legislatore.

 

La magistratura supplisce quindi la politica, e pure si lamenta. Uno schema che si ripete in continuazione, non solo da noi.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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