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Sorveglianza

Vera psicopolizia nei tribunali britannici: veterano dell’esercito dichiarato colpevole per aver pregato con la mente contro l’aborto

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Il veterano dell’esercito britannico Adam Smith-Connor è stato ritenuto colpevole di aver violato una «zona cuscinetto» pro-aborto pregando con la mente nei dipressi di una clinica per aborti. Lo riporta LifeSiteNews.

 

Si tratta della prova incontrovertibile che nel Regno Unito la psicopolizia – ossia l’intrusione della repressione persino nel pensiero, nel foro interiore del cittadino – è realtà.

 

Smith-Connor, 51 anni, ha ottenuto la scarcerazione condizionale per due anni (vale a dire che è in libertà vigilata per due anni) e gli è stato ordinato di pagare le spese legali pari a 9 mila sterline (circa 10 mila euro) dal giudice distrettuale presso il tribunale di Poole, nel Dorset.

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L’uomo ha tenuto un discorso video fuori dal tribunale appena dopo la sentenza assieme a Isabel Vaughan-Spruce, una donna a cui è capitata la medesima disavventura, e agli avvocati dell’organizzazone ADF UK.

 

«Voglio ringraziare tutti per il supporto negli ultimi due anni da quando sono stato accusato per la prima volta di questo reato mentale il 24 novembre uh 2022» dice Adam. «Il salmo 22, 10 dice che quando mio padre e mia madre mi abbandonano, il Signore si prenderà cura di me. Ho servito la nostra grande nazione per 20 anni come riservista dell’esercito, continuo a servire la mia comunità locale come fisioterapista e volontario della chiesa. Non avrei mai immaginato che la nazione che amo e che è stata così buona con me in passato potesse rivoltarsi contro di me per non aver fatto altro che offrire una preghiera per il mio figlio defunto».

 

«Mi sento come se il mio governo mi ha abbandonato, ma il Signore si è preso cura di me, mi ha circondato di preghiere e mi ha fornito un eccellente team legale con ADF UK. Voglio ringraziare chiunque tutti coloro che hanno pregato per la giustizia in questo caso giudiziario ho ricevuto messaggi di sostegno da tutta la Gran Bretagna, America Italia, e anche a Betlemme».

 

 

 


«Sono estremamente rattristato che il giudice mi abbia dichiarato colpevole questo segna un momento oscuro e un giorno pericoloso per la nostra nazione, se stabilisce un precedente legale secondo cui i crimini di pensiero possono verificarsi in Inghilterra. Quando George Orwell scrisse 1984 nell’anno 1948 lo intendeva come un avvertimento, non come una guida (…) l’idea che i reati di pensiero potrebbero affermarsi nel sistema legale britannico era tristemente esatta due anni fa, quando è iniziato questo caso, un mio amico cristiano ha detto che ora siamo in un momento in cui i cristiani possono essere perseguitati per la preghiera, ma non ci sarebbero arrivati a un momento in cui potresti essere perseguitato e bussare alla porta potrebbe accadere a casa tua»

 

«Quel momento è ormai arrivato in Scozia le zone cuscinetto puoi essere perseguitato per aver discusso di aborto nel tuo giardino se vieni ascoltato da qualcuno. Se pensate che io sia paranoico questo accadrà solo al di fuori delle cliniche abortive ripensaci se il governo può creare crimini mentali da qualche parte è solo questione di tempo prima che creino crearli ovunque se hai opinioni controverse in contrasto con il governo e tutti noi, a un certo livello, facciamo attenzione».

 

«Dio e solo Dio ci dà gli incapaci diritti e libertà è compito del governo sostenere queste libertà (…) faccio appello agli attivisti dell’industria dell’aborto, al governo della funzione pubblica e al sistema legale che hanno esercitato pressioni così forti per rendere la preghiera un reato penale, per favore guardate ai vostri figli e chiedetevi se voglio che mio figlio o mia figlia crescano in un Paese in cui il loro stesso pensiero può essere criminalizzato. È il Paese che volete che i vostri figli ereditino?»

 

«Ci siamo ritrovati con i reati di pensiero in Gran Bretagna è perché noi abbiamo dimenticato il nostro primo amore e i principi su cui è stata costruita la nostra nazione, un tempo grande, siamo una nazione cristiana, la nostra costituzione è basata sulla Bibbia, l’autorità del re viene da Yahweh, il dio della Bibbia, se vogliamo restaurare la nostra nazione, una volta grande, abbiamo bisogno per ricordare che le sue fondamenta furono gettate nella Magna Charta 800 anni fa».

 

«Dobbiamo ritornare al Signore Gesù Cristo e questa corte qui ha deciso che anche una preghiera silenziosa al Signore Dio è ora un atto criminale. (…) Credo che ci sia ancora tempo per ripristinare la sanità mentale nella nostra nazione, ma il tempo è poco e la chiesa ha bisogno di svegliarsi. Infine voglio ringraziare mia moglie, mio ​​figlio e mia figlia che sono stati un’enorme fonte di forza e ringrazio per la vita di Jacob che morì di aborto e di Bobby che è morto di aborto naturale. Sebbene le loro vite siano state brevi mi hanno ispirato e mi hanno fatto andare avanti negli ultimi due anni».

 

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Come riportato da Renovatio 21, lo Smith-Connor era stato arrestato nei pressi dell’attività di aborto di Bournemouth, Dorset, del British Pregnancy Advisory il 14 novembre 2022, dopo aver pregato in silenzio per suo figlio Jacob, abortito 22 anni fa.

 

 

L’uomo, attualmente fisioterapista, si è dichiarato non colpevole di aver violato il Public Spaces Protection Order (PSPO) che proibisce proteste, offerte di aiuto alle donne incinte o testimonianze pro-life di qualsiasi tipo al di fuori del centro per l’aborto per i prossimi tre anni, dal lunedì al venerdì, dalle 7:00 alle 19:00. Quando ha affrontato Smith-Connor, che pregava in silenzio con le spalle rivolte alla clinica, un agente di polizia gli ha chiesto di descrivere «la natura della sua preghiera».

 

Il giudice ha deciso che Smith-Connor aveva deliberatamente violato il Public Spaces Protection Order (PSPO). Secondo Irish New , al giudice era stato detto che Smith-Connor aveva inviato un’e-mail al governo locale per informarlo dei suoi piani di pregare in silenzio fuori dalla clinica. La corte aveva anche sentito che si era rifiutato di andarsene quando gli agenti di polizia glielo avevano chiesto, e che lo avevano intrattenuto in una conversazione per ben più di un’ora.

 

Smith-Connor aveva pregato per l’anima del figlio anche in altre occasioni, fuori dalla clinica per l’aborto.

 

Come riportato da Renovatio 21, Isabel Vaughan-Spruce, un’altra cittadina britannica che è stata arrestata per preghiera silenziosa, ha ricevuto due mesi fa 13 mila sterline (circa 15 mila euro) di danni e delle scuse dalla polizia. La donna ha detto a LifeSiteNews via email oggi di essere «immensamente preoccupata» che Smith-Connor sia stato «marchiato… come criminale» per aver pregato in un luogo pubblico per il figlio abortito.

 

«La polizia ha assicurato ad Adam che aveva perfettamente il diritto di pregare in silenzio vicino al centro per l’aborto di Bournemouth, come ovviamente avrebbe dovuto fare, eppure solo una settimana dopo gli è stata inflitta una multa per aver fatto esattamente ciò», ha affermato Vaughan-Spruce.

 

«Nel massacrante processo di tre giorni ad Adam a settembre, lui ha fornito prove video della sua interazione con la polizia, in cui gli è stato ripetutamente assicurato che le sue preghiere silenziose non stavano violando la zona cuscinetto del PSPO a Bournemouth e questo, insieme alla consapevolezza che non dovremmo mai essere criminalizzati per i nostri pensieri, avrebbe dovuto essere una prova conclusiva per assolvere Adam da qualsiasi illecito», ha continuato la donna.

 

 

La Vaughan-Spruce ritiene che se la preghiera silenziosa è diventata un crimine, la Gran Bretagna è «passata nel regno della polizia del pensiero. Sarebbe discriminazione contro le persone con convinzioni religiose».

 

«Questo dovrebbe essere una preoccupazione per ogni persona di buona volontà, indipendentemente dalla sua fede o da quale parte del dibattito sull’aborto si schieri», ha dichiarato a LSN. «Non si deve mai dire ai cristiani che non possono pregare in pubblico, che la preghiera è qualcosa da lasciare a casa o da riservare esclusivamente alla chiesa (…) Ovunque sia consentito al pubblico, anche i cristiani, in quanto membri del pubblico, devono essere autorizzati, e ovunque sia consentito ai cristiani, anche le loro preghiere silenziose, i loro pensieri privati, devono essere autorizzati».

 

«Pregare per le donne incinte e i loro bambini non è un crimine. In definitiva, la preghiera può portare solo del bene, mai del male, e non è qualcosa da temere né dovrebbe mai essere messa al bando», ha concluso la donna.

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L’avvento di un sistema di psicopolizia non riguarda solo questi singoli episodi, ma è una tendenza che ha un fondamento istituzionale e tecnologico.

 

Moltissime grandi aziende, nonché università e tema di ricercatori, stanno lavorando a strumenti bioelettronici di lettura del pensiero, al punto che in ambito di giurisprudenza si comincia a parlare di diritti di «libertà cognitiva» – a significare come sia riconosciuto che neanche la cognizione è più libera.

 

Non si tratta solo degli esperimenti della società Neuralink di Elon Musk (che ha ora l’OK per i test sull’uomo dopo aver sperimentato su suini e primati): anche Facebook era attiva in ricerche di questo tipo, così come lo sono università e centri di ricerca all’avanguardia.

 

La Cina già utilizza sperimentalmente sensori psicodigitali per valutare, e correggere, l’attenzione degli alunni.

 

Come riportato da Renovatio 21, il guru del gruppo estremista noto come World Economic ForumKlaus Schwab, durante un incontro pubblico a Davos con il cofondatore di Google Sergej Brin parlò della possibilità, di lì a breve, di sapere esattamente cosa stavano provando e pensando tutti gli spettatori della sala – ovviamente tramite chip biologici e interfacce cerebrali.

 

Il pensiero eccitava molto lo Schwab, già teorizzatore – come altri importanti discepoli a Davos – della fusione uomo-macchina (che chiama «Quarta rivoluzione industriale», come da titolo del suo libro, prefato in Italia da John Elkann) che ha raccontato, senza vergognarsi, come in futuro negli aeroporti saranno effettuate scansioni celebrali sui viaggiatori di modo da trovare eventuali idee terroriste.

 

«Anche attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo» dice Schwab. «I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello».

 

La biocibernetica continuerà quello che già fa la cibernetica: cioè, nell’etimo, «timona», cioè «controlla».

 

Anche le vostre preghiere, quindi, saranno controllate – e punite.

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Immagine screenshot da Twitter

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Sorveglianza

L’Inghilterra sperimenta sistema di pagamento ferroviario tramite tracciamento smartphone della posizione in tempo reale

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In Inghilterra verrà lanciato un nuovo sistema di tariffe ferroviarie basato sul GPS che monitorerà gli spostamenti dei passeggeri tramite i loro smartphone e addebiterà loro il costo in un secondo momento, eliminando la necessità di acquistare i biglietti in anticipo. Lo riporta Reclaim the Net.   Sebbene venga promosso come un passo avanti verso un’esperienza di viaggio più semplice ed efficiente, il sistema si basa fondamentalmente sul monitoraggio della posizione in tempo reale, richiamando l’attenzione sul ruolo crescente della sorveglianza nei servizi pubblici di routine.   La sperimentazione è iniziata il 1° settembre sulle tratte ferroviarie dell’East Midlands Railway tra Leicester, Derby e Nottingham. Più avanti nel mese, il servizio sarà esteso ai servizi Northern Rail nello Yorkshire, comprese le fermate di Leeds, Sheffield, Harrogate, Doncaster e Barnsley.   Sono disponibili complessivamente 4.000 posti per coloro che si registrano tramite i siti web degli operatori ferroviari. I partecipanti utilizzeranno un’app che genera un codice a barre da scansionare ai tornelli. Una volta scansionato, il GPS del telefono si attiva, registrando gli spostamenti del passeggero durante la giornata.

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Il sistema calcola quindi il costo in base alla distanza percorsa e fattura il costo al passeggero a fine giornata. Gli operatori affermano che la tariffa sarà sempre la più economica possibile per la tratta percorsa.   Il ministro delle ferrovie, Lord Peter Hendy, ha descritto l’attuale struttura di biglietteria come «troppo complicata e un ammodernamento che avrebbe richiesto molto tempo per essere adattata al XXI secolo (…) Attraverso queste sperimentazioni stiamo facendo proprio questo, rendendo l’acquisto dei biglietti più comodo, più accessibile e più flessibile (…) Mettendo l’esperienza dei passeggeri al centro del nostro processo decisionale, stiamo modernizzando le tariffe e l’emissione dei biglietti, rendendo più semplice e facile per le persone scegliere il treno», ha affermato.   Mentre i funzionari continuano a presentare il progetto come una vittoria in termini di praticità e prezzo, la tecnologia introduce un nuovo livello di sorveglianza di routine in un ambiente di transito già ricco di dati.   La preoccupazione maggiore non riguarda solo la tecnologia in sé, ma la facilità con cui questo tipo di monitoraggio sta diventando routine. Per andare da A a B, ora è necessario generare un registro dettagliato di dove si va, quando si va e con quale frequenza.   Questi dati si accumulano rapidamente e non restano archiviati in un silos. Possono essere associati a nomi, comportamenti, schemi e persino alle persone con cui si viaggia. Con la diffusione di questo tipo di sistema, diventa sempre più difficile evitare un monitoraggio costante negli spazi pubblici.   Non esiste inoltre una linea chiara su come verranno gestiti questi dati. Chi ne avrà accesso, per quanto tempo verranno conservati e per quali altri scopi potrebbero essere utilizzati sono tutte questioni aperte.

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L’idea è tutta una questione di praticità, ma saltare la coda per i biglietti potrebbe comportare la rinuncia al controllo su dove finiscono i propri dati. Una volta registrata la cronologia delle posizioni, difficilmente rimane memorizzata. Può essere condivisa, analizzata e integrata in sistemi che vanno ben oltre i viaggi in treno.   Si tratta di un passo ulteriore verso una società della biosorveglianza totale, di cui è stato un prodromo la pandemia, con vari esempi (in primis, l’Australia), tra cui, sembra, qualche comune italiano, che hanno utilizzato le capacità geolocalizzative degli smartphone per tracciare gli spostamenti fuori casa, allora proibiti, dei cittadini.   Ora, con la scusa dei viaggi in regalo, si attirano gli avventati nella trappola del controllo totale. Il lettore di Renovatio 21 sa che sarà probabilmente lo stesso con l’euro digitale, il cui lancio è sempre più imminente.   «There is no such thing as free cheese» dice un detto anglofono: non esiste una cosa come il formaggio gratis. Cioè, secondo la saggezza murina che manca ai molti roditori come a molti umani, se il formaggio è gratis, probabilmente è una trappola.

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Immagine di Simon via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0  
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Pensiero

Massacro trans di bambini, ecco lo stragista ideale dei «conservatori». Per un futuro di sorveglianza totale

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Erano passate poche ore dal massacro di Minneapolis che già fioccavano in rete teoria di tutti i tipi. Et pour cause: come è stato notato da molti, non era mai accaduto che emergessero così tante informazioni su uno stragista scolastico.

 

Ricordiamo il caso del Tennessee: ci sono voluti mesi e mesi prima che il famigerato «manifesto» dell’assassina transessuale Audrey Hale fosse pubblicato – e pubblicato perché trapelato in barba alle forze dell’ordine. E invece qui i diari del mostro sono subito fruibili, persino in formato video. C’è tutto, disegni, scritti, meme, confessioni… ogni cosa è subito in chiaro, in tutta la sua portata allucinante.

 

Alcuni notano ancora la differenza che vi è tra il caso di Robert Westman e di Thomas Matthew Crooks, il coetaneo che sparò al candidato presidente Donald Trump durante il comizio di Butler in Pennsylvania. Del Crooks non si sa ancora nulla: caso più unico che raro di ventenne che non ha una vera traccia su internet, né social media né altro. Curioso.

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Qualcuno specula di un nuovo caso MK-Ultra, dicendo che il programma di controllo mentale della CIA non è mai stato veramente fermato. Puntano il dito contro il padre del massacratore, James, che lavorerebbe per ESRI, produttore di un software di Intelligence geospaziale (cioè, satelliti) usato anche dalla CIA.

 

Il padre racconta che il ragazzo avrebbe avuto una delusione d’amore recente. La madre – che aveva lavorato proprio per la scuola della strage – invece ha rifiutato di collaborare con la polizia, e ora si sarebbe data alla macchia, rendendosi latitante. Secondo fonti del giornalista indipendente Andy Ngo, a spingere per la transessualizzazione di Robert sarebbe stato più il padre che la madre, definita come «cristiana devota», che sarebbe stata in qualche modo indotta a firmare per la «transizione» sessuale del figlio.

 

La realtà è che, al di là dei tantissimi dettagli contingenti che continuano ad affiorare, vi sono elementi che rendono il caso un vero e proprio ideale per i conservatori americani – o meglio, per i neocon.

 

Ci ha riflettutto sopra Kim Iversen, giornalista americana di origini scandinavo-vietnamite, un tempo considerabile come moderata, ora piuttosto lanciata su temi come quello di Israele e della sua totale influenza sugli USA – la bella Kim, per coincidenza, ha subito in questi ultimi giorni un furto di identità, con un’auto comprata a suo nome, nonché una misteriosa effrazione in casa sua mentre stava registrando una puntata del suo show YouTube.

 

Incurante di tutto, la Iversen mette in fila un po’ di spunte che fanno quasi pensare che si tratti di una figura desiderabile per la propaganda del vecchio conservatorismo USA: l’assassino è trans, e la demonizzazione della classe certo non dispiace ai conservatori vecchio stile; l’assassino scrive in cirillico, pare quindi avere simpatia per la Russia, nemico immortale dei neocon; l’assassino scrive su fucili e caricatori messaggi contro lo Stato Ebraico («Israele deve cadere», ad esempio) e la narrativa dell’«olocausto» («6 milioni non erano abbastanza»): ed ecco una leva interessante contro la nuova destra americana, i MAGA, che a differenza dei conservatori non sembra avere più riflessi pavloviani pro-Israele.

 

Insomma: lo Westman parrebbe quasi un babau concepito per la propaganda neocon, sempre più disperata per il fatto di aver perduto completamente il favore verso Israele del popolo di sinistra in America e di buona parte di quello della destra. Forse per questo, dicono alcuni, a Gaza accelerano: sanno di avere poco tempo, quando la generazione dei boomer morirà, non resterà in Occidente più nessun appoggio per lo Stato Giudaico…

 

Sono annotazioni, analisi, speculazioni. Tuttavia altri rilievi usciti dopo il massacro sono invece certezze.

 

La strage dei bambini cattolici di Minneapolis avrebbe potuto essere evitata se fosse stato installato uno strumento di rilevamento delle minacce basato sull’intelligenza artificiale, ha dichiarato mercoledì a Fox News – la TV dei conservatori americani, il canale tramite il quale necon portarono gli USA alla guerra in Iraq – proprio un ex agente delle forze speciali israeliane.

 

Parlando della sua piattaforma GIDEON, il fondatore Aaron Cohen ha affermato che l’attacco alla scuola cattolica dell’Annunciazione, in cui sono morti due bambini, non sarebbe mai avvenuto se le forze dell’ordine avessero utilizzato il suo software di polizia predittiva.

 

 

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«Sto per lanciare la prima piattaforma di rilevamento delle minacce tramite intelligenza artificiale di GIDEON America, creata appositamente per le forze dell’ordine», ha affermato Cohen, aggiungendo: «Esamina Internet 24 ore su 24, 7 giorni su 7, utilizzando un’ontologia di livello israeliano per estrarre un linguaggio di minaccia specifico e poi lo indirizza alle forze dell’ordine locali».

 

«È un detective attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non dorme mai e ci aiuterà a fronteggiare questi attacchi», ha aggiunto Cohen.

 

Cohen ha descritto GIDEON come «il primo sistema di intelligenza artificiale in tempo reale progettato per rilevare le minacce online prima che si trasformino in attacchi. Reti anonime che segnalano il comportamento e prevedono il pericolo».

 

Su YouTube è caricato un video che ne spiega funzionamento e potenzialità.

 

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Secondo quanto è dato di capire, il sistema analizza l’intera rete Internet aperta, inclusi Reddit, Discord, chat dei videogame e blog marginali, alla ricerca di segnali d’allarme chiave come «accumulo di lamentele, linguaggio da martire, pianificazione tattica, scouting scolastico e indottrinamento estremista».

 

È stata notata la simiglianza di tale piattaforma di polizia predittiva con il rilevamento delle minacce pre-crimine in stile Minority Report, film che partiva dagli incubi distopici del romanziere Philip K. Dick per descrivere una società dove i reati sono puniti prima ancora che avvengano.

 

Il fatto è che questo GIDEON non è l’unico software di questo tipo: più grande, ed esperto, è Palantir, programma di cui recentemente si parla moltissimo per descrivere l’influenza che il Venture Capitalist Peter Thiel (creatore con Elon Musk di PayPal) eserciterebbe occultamente sul governo Trump, a partire dal vicepresidente JD Vance, che aveva lavorato in un fondo dello stesso Thiel e la cui carriera politica sarebbe stata da questi promossa.

 

Secondo i critici, il Thiel da anni agirebbe in fusione con spezzoni dello Stato profondo, in ispecie militare, americano. Alcuni quindi si spingono a dire che vi sarebbe una sorta di golpe di Palantir in atto in USA, con una società di sorveglianza AI ad occupare sempre più largamente le stanze dei bottoni. Con questa idea un ragazzo si era dato fuoco a Nuova York fuori dal tribunale che stava processando l’allora candidato presidente Trump.

 

Al di là degli allarmi, la meccanica dietro alle grandi stragi – lo abbiamo imparato con amarezza dall’11 settembre 2001, e poi ancor di più con la pandemia – pare la medesima: ad un evento pauroso lo Stato risponde con maggior controllo sul cittadino, che a questo punto è pienamente giustificato dal pericolo, al punto da passare sopra alle Costituzioni dei Paesi sedicenti democratici.

 

Qualcuno ha cominciato a chiamarlo «liberalismo emergenziale», in realtà sarebbe più giusto definirlo più semplicemente biototalitarismo, perché abbiamo appreso che esso intende estendersi in ogni dimensione dell’esistenza umana, persino – pensate a vaccino e green pass – a livello biomolecolare, subcellulare, genetico, cioè al controllo della base stessa della vita

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Ancora nel 2020 Renovatio 21 ricordava come il leader del World Economic Forum di Davos Klaus Schwab avesse pubblicato un libro di 195 pagine, COVID-19: The Great Reset, nel quale, sulla scorta di una frase attribuita a Winston Churchill, incoraggiava gli industriali e chi ricopre ruoli decisionali a «fare buon uso della pandemia, non lasciando che questa crisi vada sprecata».

 

Diviene chiaro, quindi, che – sempre all’interno della triade tesi-antitesi-sintesi dell’idealismo di Hegel, sempre caro alle élite – chi produce crisi produce anche opportunità.

 

Chi produce massacri, crea la possibilità di manipolazione sociale – specie verso il controllo capillare dell’essere umano.

 

In fondo, non è così difficile da capire. Certo, realizzarlo, ad un certo punto, è angosciante e mostruoso. Ma questo è il tempo che ci è stato dato da vivere. E tirarsi indietro non solo non è possibile, ma è proprio quello che vogliono i commendatori del sacrificio umano.

 

Roberto Dal Bosco

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Immagine da Twitter; modificata

 

 

 

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Internet

Il nuovo aggiornamento di Instagram eroderà ulteriormente la vostra privacy

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I nuovi aggiornamenti di Instagram sono ritenuti come problematici per la privacy degli utenti. Lo riporta Reclaim The Net.   Meta sta lanciando tre nuovi aggiornamenti del social network basato su immagini. Uno di questi «porta la piattaforma in un territorio che dovrebbe far scattare un serio campanello d’allarme per chiunque tenga alla privacy», scrive il sito.   Le prime due modifiche sono relativamente innocue: una nuova opzione per ripubblicare i Reel pubblici e una scheda «Amici» che mostra i post che i tuoi contatti hanno apprezzato o commentato.   La terza è molto più invasiva: la nuova «Friend Map» di Instagram, un sistema di tracciamento in tempo reale che ti consente di condividere la tua posizione esatta con i contatti scelti e di vedere a tua volta la loro.   «Meta lo presenta come un modo per “restare aggiornati con gli amici”, ma il suo vero valore è per l’azienda, non per te» nota Reclaim The Net.   La funzionalità rispecchia la «Snap Map» di Snapchat (società che in passato ha accusato Facebook di copiare le sue funzioni) e verrà introdotta inizialmente negli Stati Uniti prima di essere lanciata a livello globale.   «A differenza di un incontro per un caffè, questo tipo di “connessione” significa fornire a Meta un feed costante su dove ti trovi, quando ci sei e con quale frequenza ci vai» scrive RTN.

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Se attivata, la Friend Map utilizza il GPS del telefono, insieme a segnali Bluetooth e Wi-Fi, per determinare la tua posizione. Se hai già taggato la tua posizione in post o Storie, potresti aver già dato i permessi necessari. Reel, Storie e post taggati possono apparire sulla mappa per 24 ore, insieme alle «Note» dei follower condivisi.   Instagram specifica che la condivisione della posizione è inizialmente disattivata all’apertura della mappa, ma non è chiaro se successivamente verrà chiesto di riattivarla. Una volta concessi i permessi, l’app potrebbe accedere alla tua posizione ogni volta che la usi.   Rivelare la propria posizione in tempo reale è uno dei dati più rivelatori che si possano condividere online. Rivela la propria casa, il proprio posto di lavoro, le proprie abitudini quotidiane e i luoghi che si visitano più spesso. Queste informazioni sono una miniera d’oro per gli inserzionisti, che possono tracciare le proprie abitudini per proporre prodotti mirati, e per i governi, che possono utilizzarle senza mandato se pubblicate pubblicamente.   È stato notato che esiste quindi anche una minaccia concreta dello stalking. Le organizzazioni che si occupano di violenza domestica avvertono da tempo che il monitoraggio della posizione in tempo reale è uno strumento potente a disposizione degli aggressori per monitorare e controllare le vittime. La normalizzazione di questo tipo di sorveglianza aumenta ulteriormente i rischi, soprattutto per i bambini.   «Se ti viene chiesto di abilitare la Mappa Amici, rifiuta» scrive RTN, che dà istruzioni su come disattivarla:   Su Instagram: Vai a Messaggi. Tocca “Mappa” in alto. Apri Impostazioni. Selezionare “Nessuno” e confermare. Sul tuo dispositivo: iOS: in Privacy e sicurezza, rimuovi l’accesso alla posizione di Instagram o disattiva “Condividi la mia posizione”. Android: nelle impostazioni di localizzazione, rimuovi l’autorizzazione di Instagram o disattiva completamente i servizi di localizzazione.   Non si tratta di una singola funzionalità. Fa parte di una spinta costante delle Big Tech per normalizzare la condivisione di una quantità sempre maggiore di dati personali, con il pretesto di «connessione» e «comodità».   La vostra posizione è preziosa e mantenerla riservata è uno dei modi più efficaci per proteggervi da sorveglianza, tracciamento e profilazione.   «Non è necessario fornire a Meta una mappa in tempo reale della tua vita per rimanere vicino ai tuoi amici. Rifiutare questo tipo di tracciamento non è solo una scelta personale, ma è anche una presa di posizione contro la costante erosione della privacy digitale».

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Immagine di Santeri Viinamäki via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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