Sorveglianza
Arrestata per aver pregato con la mente: ottiene scuse e risarcimenti dalla polizia britannica

La donna arrestata due volte per aver pregato mentalmente in silenzio fuori da una clinica per l’aborto ha ottenuto le scuse e un risarcimento dalla polizia, dopo essere stata sostanzialmente perseguitata per un reato d’opinione.
Isabel Vaughan-Spruce è stata arrestata per aver pregato in silenzio all’interno di una cosiddetta buffer zone («zona cuscinetto») nei pressi di una clinica per l’aborto a Birmingham.
La volontaria dell’associazione cristiana è stata perquisita, anche nei capelli, arrestata, accusata e processata, nonostante non avesse fatto altro che riflettere in silenzio e non avesse nemmeno espresso verbalmente un’opinione.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare, si tratta di – letteralmente – psicopolizia.
Isabel Vaughan Spruce was standing near an abortion clinic in Birmingham.
Policeman: “are you praying?”
IVS: “I might be praying in my head”
Policeman: “you’re under arrest”
This really is the ultimate thought crime. pic.twitter.com/ehZiTx0bMU
— David Atherton (@DaveAtherton20) December 23, 2022
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«Lei stai pregando?» aveva chiesto il poliziotto.
«Potrebbe essere che stia pregando nella mia testa» risponde la donna.
«Lei è in arresto» intima l’agente.
Nonostante fosse stata assolta in tribunale, la Vaughan-Spruce era stata nuovamente arrestato alcune settimane dopo per lo stesso identico motivo.
«Aveva detto che stava pregando, e questo è il reato», le ha detto un agente.
🚨BREAKING: Isabel has been arrested, AGAIN, for THINKING.
MPs vote TOMORROW on banning silent prayer near all abortion facilities in🏴&🏴
“You’ve said you’re engaging in prayer, which is the offense.”
“Silent prayer.”
“You were still engaging in prayer, which is the offense.” pic.twitter.com/AId3OguiXz— ADF UK (@ADF_UK) March 6, 2023
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Dopo sei mesi di indagini, la polizia ha ritirato tutte le accuse e ha presentato delle scuse a Vaughan-Spruce, che ha ricevuto un risarcimento di 13.000 sterline.
«La preghiera silenziosa non è un crimine», ha detto Vaughan-Spruce al Telegraph. «Nessuno dovrebbe essere arrestato solo per i pensieri che ha in testa, eppure questo mi è successo due volte per mano della polizia delle West Midlands, che mi ha detto esplicitamente che “la preghiera è un reato”».
«Non c’è posto per la psicopolizia orwelliana nella Gran Bretagna del XXI secolo e, grazie al supporto legale ricevuto da ADF UK, sono lieta che l’accordo che ho ricevuto oggi lo riconosca», ha aggiunto la donna.
Nonostante le scuse, Vaughan-Spruce ha affermato di essere preoccupata che la stessa sorte possa toccare ad altre persone che pregano in silenzio fuori dalle cliniche abortiste.
Questa minaccia è destinata ad aumentare dopo che il nuovo governo laburista di Keir Starmer ha dichiarato che avrebbe eliminato le precedenti linee guida che consentivano la preghiera silenziosa all’interno di «zone di accesso sicuro», dove gli attivisti avrebbero potuto distribuire volantini e intavolare conversazioni con le donne che stavano pensando di abortire. Dame Diana Johnson, il nuovo ministro della Polizia, ha dichiarato: «abbiamo votato specificatamente contro le proposte che consentono la preghiera silenziosa e la comunicazione consensuale nelle zone di accesso sicuro».
Come riportato da Renovatio 21, il caso della Vaughan-Spruce non è l’unico capitato in questi mesi in Gran Bretagna. La psicopolizia si era infatti abbattuta ad agosto 2023 contro il veterano dell’esercito e padre di famiglia Adam Smith-Connor, che aveva anche egli pregato in silenzio fuori da una clinica feticida.
Un documento uscito a inizio anno ha dimostrato che ai dipendenti pubblici britannici è ora indicato cosa devono pensare dei transessuali.
Nel frattempo, il governo del Regno Unito è ancora impegnato a svuotare le prigioni sovraffollate dai veri criminali per incarcerare coloro che hanno pubblicato meme critici sui social in risposta alle recenti rivolte anti-immigrazione.
Il Paese di Giorgio Orwell si sta rivelando quello della piena realizzazione dell’incubo di 1984.
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Immagine screenshot da Twitter
Scuola
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Arte
Partito l’ingresso ai concerti con identificazione facciale

La HYBE, un’azienda sudcoreana di intrattenimento musicale che gestisce grandi star asiatiche, ha annunciato di voler introdurre un sistema di riconoscimento facciale digitale per poter accedere agli eventi live dei propri artisti. Questo nuovo sistema chiamato Face Pass, verrà utilizzato per la prima volta in occasione dei due concerti che i TWS terranno i prossimi 14 e 16 febbraio presso l’Handball Gymnasium dell’Olympic Park di Seul.
«Il Face Pass, che sarà utilizzato in parallelo alle modalità di accesso convenzionali, è basato sulle tecnologie offerte dall’app Toss e dalla piattaforma di ticketing Interpark Triple: registrando i propri dati biometrici prima degli show, sarà possibile accedere alle aree di concerto sfruttando varchi preferenziali, evitando le code per i controlli» leggiamo in un artico comparso su MusicBiz.
«Con una registrazione facciale una tantum, i fan possono entrare nei locali in modo semplice e comodo, migliorando la loro esperienza complessiva. Puntiamo a espandere questo servizio a livello globale per creare un ambiente confortevole in cui i fan di tutto il mondo possano godersi le esibizioni senza problemi», ha spiegato Kim Tae-ho, Chief Operating Officer di HYBE.
Fortunatamente la stampa locale ha sottolineato i dubbi sul versante della privacy, in quanto la gestione di questi dati biometrici è questione molto delicata e dare i propri dati così intimi e personali in mano ad un’azienda privata suscita qualche ragionevole perplessità.
Inoltre, come accaduto qualche mese fa, i siti di queste grandi agenzie, possono essere hackerati e i dati sensibili dei loro clienti possono finire in mano a chiunque, in barba alla riservatezza, come accaduto nel giugno scorso all’importante agenzia americana TicketMaster.
Il riconoscimento facciale e i dati biometrici, non sono cosa di oggi. Le multinazionali che detengono i diritti per i grandi eventi, come abbiamo appena letto, si stanno portando avanti in questo senso, dicendo al pubblico che con questa nuova tecnologia si eviteranno le tanto noiose file ai tornelli, senza poi però spiegare bene che fine fanno i nostri dati.
La cosiddetta pandemia COVID è stata prodromica in questo, tanto che, come riportato da Renovatio 21, già nei primissimi giorni dallo scoppio di questo virus, alcuni esperti di settore hanno detto che «l’identificazione biometrica può aiutare a verificare coloro che hanno già avuto l’infezione e garantire che i soggetti vulnerabili ricevano il vaccino quando verrà lanciato».
Tant’è che abbiamo assistito, dopo la riapertura al pubblico dei concerti e degli spettacoli in genere, l’accesso alle venues era vincolato alla scansione del tanto discusso greenpass. Infatti ai concerti si poteva accedere solo se si era marchiati con un qr code è che dimostrava lo stato di vaccinazione contro il COVID-19. Il «razzismo vaccinale» conquistò il rock, che in teoria era la musica trasgressiva per antonomasia.
Vogliamo ricordarci di come alcuni degli indomiti idoli del rock – compresi quelli nostrani – nell’era pandemica schernivano chi non la pensava come loro, chi nutriva qualche ragionevole dubbio sull’efficacia delle mascherine, sul beneficio incondizionato dei lockdown e sulla magia salvifica del «santo siero» anti-COVID. Tutti, in coro monofonico, lodarono il vaccino attraverso i propri canali social e finanche urlandolo ai propri concerti con quel fare spocchioso o di chi stava facendo la cosa giusta e doveva indottrinare i dissidenti.
A tutt’oggi, oramai lontani – si spera – dall’incubo pandemico, questa tecnologia rimane e viene implementata.
Sempre sulle colonne di Renovatio 21, pochi mesi fa scrivemmo che Visa, uno dei due maggiori processori di pagamento al mondo, sembra stia passando all’autenticazione basata su dati biometrici, almeno secondo un brevetto che ha richiesto. Se il brevetto di Visa – progettato, secondo la dichiarazione del colosso, per fornire «modelli biometrici per l’autenticazione che preserva la privacy» – fosse approvato e implementato, il risultato finale sarebbe la sostituzione dei PIN con l’identificazione biometrica.
I grandi filantropi non perdono occasione di cavalcare l’onda di questi cambiamenti e sponsorizzano la ricerca e l’implemento di un sistema globale di identificazione. La Bill and Melinda Gates Foundation ha promesso 1,27 miliardi di dollari per gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con 200 milioni di dollari destinati direttamente alla creazione di un sistema di identificazione digitale globale invasivo.
Il pacchetto da 200 milioni di dollari sarà utilizzato per creare un’infrastruttura che «comprende strumenti come sistemi di pagamento interoperabili, ID digitale, sistemi di condivisione dei dati e database di stato civile» che afferma per rendere i Paesi «più resilienti a crisi come carenza di cibo, minacce per la salute pubblica e cambiamenti climatici, nonché per aiutare nella pandemia e nella ripresa economica».
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Come già scritto su Renovatio 21, documenti delle Nazioni Unite sostengono non solo l’introduzione dell’ID digitale, ma la sua connessione ai conti bancari dei cittadini. «Gli ID digitali collegati a conti bancari o di denaro mobile possono migliorare l’erogazione della copertura di protezione sociale e servire a raggiungere meglio i beneficiari ammissibili. Le tecnologie digitali possono aiutare a ridurre perdite, errori e costi nella progettazione dei programmi di protezione sociale» scrive il rapporto, parlando di «un futuro digitale aperto, libero, sicuro e incentrato sull’uomo».
Gli Stati Uniti, con l’uscente amministrazione Biden, stava redigendo un ordine esecutivo affinché i governi federali e statali accelerino l’adozione dell’identità digitale e sviluppino un sistema di identità online uniforme, gestito dal governo, per verificare l’identità e l’età e accedere ai siti web e ai servizi pubblici.
Questo sistema di identificazione digitale potrebbe funzionare con l’uso di scansioni biometriche come il riconoscimento facciale per «aiutare a verificare meglio l’identità online».
Francesco Rondolini
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Droni
Iniziato in India il Kumbh Mela, il più grande raduno umano del pianeta. Con droni, riconoscimento facciale e AI a sorvegliare

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महाकुम्भ 2025 का भव्य शुभारंभ! आप भी पधारिये प्रयागराज, इस अविस्मरणीय आयोजन के साक्षी बनिये।#MahaKumbh2025 #MahaKumbhMela2025 #KumbhMela #KumbhMela2025 #kumbh2025 #kumbh pic.twitter.com/mPrAWPWfWA
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🚨 More than 1 crore (10 million) people visited on day 1 of Maha Kumbh Mela 2025. pic.twitter.com/JdPpDBT1D5
— Indian Tech & Infra (@IndianTechGuide) January 13, 2025
I devoti credono che fare il bagno nei fiumi sacri durante il Kumbh Mela purifichi l’anima, rimuova i peccati e conceda la salvezza spirituale. Mentre il Kumbh Mela viene celebrato ogni anno, il Maha Kumbh è considerato il più propizio, poiché si verifica una volta ogni 12 anni a Prayagraj. Precedentemente nota con il nome molto musulmano di Allahabad, Prayagraj è stata rinominata Prayagraj nel 2018 dal Primo Ministro dell’Uttar Pradesh, Yogi Adityanath, con l’obiettivo di riconoscere l’identità della città come meta spirituale per i pellegrini indù.There’s no Brahmin, Rajput, Jat, Gujjar, Ahir, Khatri, Dalit, Saini, Baniya etc There’s only Sanatani. This is #MahaKumbh for u. This is festival of Sanatan Dharma where all are equal before Mahadev. That’s why #MahaKumbhMela2025 is special. #KumbhMela2025… pic.twitter.com/dX1n5npfHB
— Ganesh (@me_ganesh14) January 13, 2025
नागा सन्यासियों का हुज़ूम। जिधऱ से गुजरता है रास्ता अपने आप बन जाता है। #KumbhMela2025 pic.twitter.com/VUtnvP81Fm
— Rajesh Sahu (@askrajeshsahu) January 14, 2025
The biggest Sangam of Sanatanis #KumbhMela2025 pic.twitter.com/h9Ep0oZ0dc
— Singh Varun (@singhvarun) January 13, 2025
Devil Worship #KumbhMela2025 pic.twitter.com/8EnEyWrVGE
— Crime Reports India (@AsianDigest) January 7, 2025
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