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Scimmia gioca a pong con il cervello: Elon Musk verso l’interfaccia cerebrale uomo-macchina

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La società di interfaccia cervello-computer di Elon Musk Neuralink ha mostrato in un video un macaco di nove anni chiamato Pager che gioca a Pong usando solo i segnali nel suo cervello.

 

In un video caricato su YouTube, il team di Neuralink mostra la scimmia prima che gioca a un semplice videogioco usando un joystick. Una ricompensa, sotto forma di un sorso di frullato di banana, viene consegnata attraverso una cannuccia di metallo ogni volta che la scimmia completa un compito nel gioco.

 

Neuralink ha fatto passi da gigante negli ultimi due anni nel campo dell’interfaccia neurone-chip

Più avanti nel video, il team disconnette completamente il joystick. Due impianti Neuralink, impiantati per la prima volta sei settimane prima nel cervello della scimmia, consentono al macaco  di assumere il controllo completo del videogioco utilizzando solo l’interfaccia cervello-computer.

 

È un’impresa impressionante, che consente alla bestia di assumere il pieno controllo di una racchetta sullo schermo attraverso un computer che decodifica i segnali inviati dal suo cervello alle sue membra. Se le affermazioni nel video devono essere credute, sarebbe dimostrato che Neuralink ha fatto passi da gigante negli ultimi due anni nel campo della BCI, la brain-computer interface.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, la scimmia cyborg era già stata annunciata da Musk a febbraio in una chat della nuova app Clubhouse.

Come in ogni innovazione che sfida la morale e il rigetto del pubblico, è stata sottolineata da parte degli inventori la cifra «terapeutica» del progetto

 

La notizia arriva anche dopo che nell’agosto 2020 Neuralink aveva mostrato diversi maiali vivi con il Neuralink impiantato nei loro cervello, a dimostrazione che il dispositivo è sicuro.

 

Come in ogni innovazione che sfida la morale e il rigetto del pubblico, è stata sottolineata da parte degli inventori la cifra «terapeutica» del progetto. Il team spera di utilizzare una tecnologia simile per consentire a chi è paralizzato di utilizzare un computer o un telefono «solo con la propria attività cerebrale», secondo il video.

 

«Non è magia – dice una voce fuori campo nel video – Il motivo per cui Neuralink funziona è perché registra e decodifica i segnali elettrici dal cervello. Ottima partita, Pager! »

 

Il primo «prodotto dell’azienda consentirà a una persona paralizzata di utilizzare uno smartphone con la mente più velocemente di qualcuno che usa i pollici»

La scimmia in effetti pare davvero cavarsela al videogiuoco Pong, pure senza usare le zampe.

 

In un recente tweet del fondatore Elon Musk, già si intravede, oltre alla classica scusa terapeutica, anche l’idea di dare all’invenzione una distribuzione massiva, accludendola ai telefonini: il primo «prodotto dell’azienda consentirà a una persona paralizzata di utilizzare uno smartphone con la mente più velocemente di qualcuno che usa i pollici» scrive Musk.

 

Al momento, gli scienziati devono ancora pubblicare un articolo sottoposto a revisione paritaria in una rivista scientifica.

 

Vi sono scienziati scettici. Inverse ha parlato con Andrew Schwartz, un neurobiologo dell’Università di Pittsburgh che ha aiutato a fare da pioniere nella tecnologia BCI e ha affermato che Neuralink sembra vantarsi di cose che gli scienziati, incluso lui stesso, hanno fatto fare decenni fa.

 

Al momento, gli scienziati devono ancora pubblicare un articolo sottoposto a revisione paritaria in una rivista scientifica.

«La performance è molto rudimentale – ha detto il dottor Schwartz a Inverse  – Questo tipo di controllo è stato dimostrato più di vent’anni fa».

 

Ciò che Neuralink ha realizzato, secondo Schwartz, è costruire un hardware impressionante che potrebbe spostare il campo in avanti. Schwartz dice che si sarebbe aspettato che la società mostrasse il controllo spaziale 3D – almeno – invece di muovere semplicemente una racchetta da ping pong su e giù.

 

«Tecnicamente, da un punto di vista ingegneristico, l’apparecchiatura di registrazione e la trasmissione dei dati sembra essere molto bella e questo può essere un progresso, ma in termini di prestazioni e uso effettivo del controllo cerebrale, è molto rudimentale».

 

 

 

 

 

 

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Capra assalta indegnamente il Giro d’Italia. Il fenomeno ha radici antiche

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Una capra ha attaccato la più grande manifestazione ciclistica del Paese. Il fenomeno di tale malizia animale contro il ciclismo non è nuovo, ed è stato registrato in più di un secolo di competizioni.

 

Si sono vissuti attimi di tremenda tensione al Giro d’Italia 2025 nella terza tappa albanese, la Valona-Valona. A circa 120 km dall’arrivo, mentre il plotone affrontava la salita dei Monti Cerauni, una capra, separatasi dal suo gregge al pascolo vicino alla strada, ha invaso la carreggiata, attraversando improvvisamente il percorso e mettendo a rischio il gruppo che procedeva a oltre 60 km/h.

 

Il malvagio ungulato ha colpito il neozelandese Dion Smith dell’Intermarché-Wanty, che è riuscito a rallentare evitando la collisione con i corridori dietro di lui e a rimanere in sella nonostante l’impatto. Fortunatamente, né il ciclista né la capra hanno riportato ferite, e l’animale si è dato alla fuga.

 

 

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I principali quotidiani sportivi e non hanno, al solito, presentato l’indegno assalto come un caso fortuito.

 

Renovatio 21 come sua abitudine può fornire invece dettagli riguardo l’incontrovertibile volontà degli animali di danneggiare gli eventi dei ciclisti umani.

 

Le cronache riportano, con malriposta ironia, di quando un sit-in di lama aveva interferito nello svolgimento del Tour de France già nel 1910, bloccando i corridori sul periglioso passo del Col d’Aubisque. Come riportato da Renovatio 21, più di un secolo dopo i lama sarebbero stati emulati dai loro colleghi ambientalisti.

 

Nel 2007 un cane di razza golden retriever si è scontrato con il ciclista tedesco Marcus Burghardt, ribaltando la sua bici durante una delle tappe più estenuanti del percorso di quell’anno. Il terrorista quadrupede rimase illeso e il Burghardt riportò invece lievi ferite.

 

 

Sempre nel 2007, vi fu un ulteriore dog crash che travolse un povero atleta.

 

Nel 2014, un piccolo cane bianco sfuggì alla presa del suo padrone e si lanciò sulla strada mentre il gruppo iniziava lo sprint finale verso il traguardo della seconda tappa. Fortunatamente, il cane riuscì a evitare 100 biciclette che viaggiavano a oltre 48 km/h.

 

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Un cane creò il panico, facendo cadere due ciclisti, anche al Tour 2022.

 

 

Tuttavia il caso più noto da parte delle bestie (anche in questo caso, ungulati) contro il mondo del ciclismo si ebbe al Tour de France 2010, quando presso il Col du Tourmalet nell’ultima tappa dei giro un gregge di pecore decise all’unanimità di attaccare i ciclisti.

 

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A questo punto la domanda bisogna porsela. Gli animali, oltre agli esseri umani, odiano anche e soprattutto il ciclismo?

 

Hanno per caso ragione?

 

E poi: perché il Giro d’Italia passa per l’Albania (un tempo, è vero, annessa dal Duce), e, storicamente, in Belgio, in Croazia, Danimarca, Grecia, Irlanda, Germania, Slovenia, Svizzera, Ungheria, Olanda, Gran Bretagna, Lussemburgo, Francia, e perfino Israele?

 

Questioni prettamente bestiali, per le quali Renovatio 21 non ha risposta alcuna.

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Immagine screenshot da Twitter

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Mirmecotraffico: contrabbandieri di formiche rare condannati in Kenya

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Un tribunale keniano ha condannato quattro individui a un anno di prigione o a una multa di 7.700 dollari ciascuno per aver tentato di esportare illegalmente migliaia di formiche vive, tra cui una specie rara. Lo riporta la BBC.   I presunti mirmecotrafficanti, due cittadini belgi, un vietnamita e un keniota, sono stati arrestati il ​​mese scorso a Naivasha, una città nel Kenya occidentale, dove sono stati trovati in possesso di circa 5.000 formiche regine. Tra le specie raccolte c’era la Messor cephalotes, una varietà rara nota anche come formica mietitrice africana gigante.   Nel corso del procedimento giudiziario, gli imputati si sono dichiarati colpevoli e hanno affermato di non essere a conoscenza del fatto che la raccolta di formiche per scopi hobbistici fosse un reato.

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Tuttavia, il giudice che presiede l’udienza ha osservato nella sentenza di mercoledì che la quantità e il tipo di formiche coinvolte indicavano uno sforzo deliberato per sfruttare preziosa fauna selvatica, aggiungendo che i trasgressori non erano semplicemente in possesso di pochi esemplari.   Secondo il Kenya Wildlife Service (KWS), le formiche sequestrate sarebbero destinate ai mercati di animali esotici in Europa e Asia. Le formiche di contrabbando, secondo i commercianti nel Regno Unito, possono valere fino a 170 sterline (195 euro) l’una.   Commentando la popolarità di questi insetti, Pat Stanchev, direttore generale del sito web di commercio di insetti Best Ants UK, ha detto alla BBC che il loro fascino risiede nel loro aspetto distintivo e bello.  
  Il KWS ha rivelato che i sospettati avrebbero preparato provette in grado di sostenere le formiche fino a due mesi, specificamente per eludere le procedure di controllo aeroportuale. L’organizzazione ha descritto l’operazione come «premeditata» – in pratica un atto di mirmecotraffico, neologismo assoluto in prima visione su Renovatio 21 (è il motivo per cui abbiamo pubblicato questo articolo) – e l’ha definita una pietra miliare nelle tendenze del traffico che si spostano dal tradizionale bracconaggio di grandi mammiferi verso specie meno conosciute.   Uno dei cittadini belgi, David Lornoy, ha dichiarato a Reuters che il gruppo non aveva intenzione di violare alcuna legge. «Non siamo venuti qui per violare alcuna legge. Per caso e stupidità lo abbiamo fatto», ha affermato, chiedendo clemenza.   La Messor cephalotes è una specie di formica monogina, con colonie che contano fino a 5.000 operaie. Tali formiche nutrono principalmente di semi, che raccolgono e immagazzinano, svolgendo un ruolo cruciale nella dispersione dei semi e nell’aerazione del suolo. Le regine della specie possono raggiungere dimensioni comprese tra 22 e 25 millimetri.

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Immagine di Retro Lenses via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Topi interrompono la costruzione di una centrale atomica

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I lavoratori del cantiere della centrale nucleare di Hinkley Point C in Gran Bretagna hanno segnalato una significativa infestazione di ratti, sollevando preoccupazioni per la salute e la sicurezza del cantiere dell’impianto atomico.

 

La minaccia murina è arrivata a tal punto che i sindacati si sono mossi per chiedere un intervento immediato.

 

All’inizio di aprile, i sindacati Unite e GMB dei lavoratori di Hinkley Point C nel Somerset, nel sud dell’Inghilterra, hanno informato il costruttore, il colosso energetico francese EDF, che l’impianto era invaso dai topi. I sindacati hanno affermato che era necessario un intervento immediato poiché i roditori erano «ovunque» e la rapida espansione della popolazione di topi sollevava preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

 

«Sono ovunque. Li vedi lì seduti, a guardarti. La situazione è peggiore vicino alle mense, dove credo sia iniziato tutto. Ma ora sono ovunque» ha detto una fonte ad un giornale locale del Somerset. «Più uomini lavorano sul cantiere, più rifiuti ci sono, e anche le mense non sono pulite. La situazione è solo peggiorata nel tempo» ha aggiunto un altro.

 

Si prevede che lo sviluppo di Hinkley Point C favorirà la creazione di 15.000 posti di lavoro. Una volta completato, l’impianto dovrebbe alimentare circa 6 milioni di case nel Regno Unito e contribuire al 7% del fabbisogno elettrico del Paese.

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L’avvio è previsto per l’inizio per gli anni 2030, dopo diversi anni di ritardi e costi crescenti. Tuttavia, molti ritengono che questo sia un obiettivo irrealistico. Negli ultimi mesi, i lavoratori hanno lamentato le pessime condizioni di lavoro e i bassi salari, probabilmente a causa delle pressioni finanziarie di EDF.

 

Centinaia di dipendenti del progetto hanno inoltre scioperato a novembre per l’inadeguatezza delle misure di sicurezza per l’accesso al sito.

 

La serie animata televisiva I Simpson aveva più volte mostrato scene di topi nella centrale nucleare dove lavorava il protagonista, Homer Simpson, al punto che si il governo USA si era mosso per smentire: «Le centrali nucleari sono ben mantenute» aveva scritto nel 2018 il Dipartimento dell’Energia USA. «L’impianto di Springfield è noto nella serie per le sue violazioni in materia di sicurezza. Si va dalle infestazioni di topi alle torri di raffreddamento incrinate (tenute insieme con gomme da masticare), fino alle perdite dalle tubature che fuoriescono rifiuti radioattivi. Questo semplicemente non accade. L’industria nucleare è una delle più sicure in cui lavorare e vivere».

 

 

La realtà è che problemi di questo tipo si erano visti in passato, come durante l’interruzione di corrente di Fukushima del 2013. Nel marzo 2013, la Tokyo Electric Power Co (Tepco) sospettò che i topi potessero aver causato un cortocircuito in un quadro elettrico, innescando l’interruzione di corrente. La Tepco annunciò di aver trovato segni di bruciatura su un quadro elettrico improvvisato e un roditore morto di 15 cm nelle vicinanze.

 

L’interruzione di corrente ha bloccato i sistemi di raffreddamento di quattro vasche di combustibile esaurito presso i reattori 1, 3 e 4, tuttavia il raffreddamento dei reattori non è stato compromesso. In seguito all’incidente, gli ingegneri hanno impiegato circa 30 ore per riparare i danni. Ciò è avvenuto solo due anni dopo che un gigantesco tsunami innescato da un terremoto aveva causato la fusione dell’impianto, che era in fase di smantellamento durante l’incidente con i topi.

 

La centrale di Hinkley Point C sta venendo costruita dal gigante francese EDF, rinazionalizzata da Parigi dopo lo shock energetico della guerra ucraina.

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