Intelligenza Artificiale
«p(doom)»: ecco il calcolo della possibilità che l’Intelligenza Artificiale distrugga l’umanità
Gli esperti di Intelligenza Artificiale hanno introdotto nel loro gergo un nuovo termine, «p(doom)», che sta a significare la probabilità che l’IA distruggerà l’umanità. Lo riporta il New York Times.
Qualcuno con un «p(doom)» del 50% potrebbe essere etichettato come un «doomer», cioè un apocalittico, come il CEO ad interim di OpenAI, Emmet Shear, mentre un altro con il 5% potrebbe essere il tipico ottimista.
«Emerge in quasi ogni conversazione a cena», ha detto al NYT Aaron Levie, CEO della piattaforma Cloud Box.
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Non dovrebbe sorprendere che esista un gergo come questo sopracitato. I timori sulla tecnologia, sia apocalittici che banali, sono esplosi con l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale generativa e di grandi modelli linguistici come ChatGPT di OpenAI. In molti casi, i leader della tecnologia, come il CEO di OpenAI Sam Altman, sono stati più che disposti a sfruttare queste paure.
Il quotidiano neoeboraceno ipotizza che l’origine del termine p(doom) sia da ricercarsi nel forum filosofico LessWrong più di dieci anni fa, utilizzato per la prima volta da un programmatore di nome Tim Tyler come un modo per «fare riferimento alla probabilità di sventura senza essere troppo specifici sulla scala temporale o sulla definizione di “sventura”».
Il fondatore del forum, Eliezer Yudkowsky, è lui stesso un profeta di sventura dell’Intelligenza Artificiale – noto ai nostri lettori. Come riportato da Renovatio 21, lo Yudkowsky ha chiesto il bombardamento dei data center per evitare l’apocalisse. La sua «p(doom)» è semplicemente «sì», ha dichiarato al New York Times, trascendendo le semplici stime numeriche.
Lo psicologo ed informatico britannico Geoffrey Hinton, considerato uno dei padri dell’Intelligenza Artificiale, ha lasciato Google l’anno scorso, dichiarando di pentirsi del lavoro della sua vita e mettendo seriamente in guardia dal rischio dell’Intelligenza Artificiale di eliminare l’umanità.
Naturalmente, alcuni nel settore rimangono ottimisti sfacciati. Levie, ad esempio, ha detto al NYT che il suo «p(doom)» è «il più basso possibile» e ciò che teme non è un’apocalisse dell’Intelligenza artificiale, ma che una regolamentazione prematura possa soffocare la tecnologia.
La proliferazione dei «p(doomer)» indica che c’è almeno una corrente di autocoscienza esistenziale tra coloro che sviluppano la tecnologia.
Tuttavia, come sappiamo, la sventura delle macchine intelligenti si è già manifestata in modo patente in episodi talvolta raccapriccianti.
Come riportato da Renovatio 21, le «allucinazioni» di cui sono preda i chatbot ad Intelligenza Artificiale avanzata hanno già dimostrato ad abundantiam che la macchina mente, minaccia e può spingere le persone all’anoressia e perfino al suicidio. Una giovane vedova belga sostiene che il marito è stato portato a suicidarsi da un popolare chatbot di Intelligenza Artificiale, che, in sole sei settimane, avrebbe amplificato la sua ansia per il Cambiamento Climatico portandolo a lasciarsi alle spalle la sua vita agiata.
In un caso scioccante pare che un AI abbia «incoraggiato» un uomo che pianificava di uccidere la regina d’Inghilterra.
Il giornalista del New York Times Kevin Roose, dopo un’esperienza con ChatGPT che lo ha turbato così profondamente da «aver problemi a dormire dopo», in un suo articolo sconvolto aveva centrato la questione: «temo che la tecnologia imparerà a influenzare gli utenti umani, a volte convincendoli ad agire in modo distruttivo e dannoso, e forse alla fine diventerà capace di compiere le proprie azioni pericolose».
Come riportato da Renovatio 21, è già capitato che una Intelligenza Artificiale abbia suggerito ricette velenose agli utenti umani. Infatti un chatbot a sfondo culinario di una catena di alimentari neozelandese qualche mese fa aveva fatto scalpore per alcune ricette incredibili e potenzialmente letali, come la «miscela di acqua aromatica», un mix letale composto da candeggina, ammoniaca e acqua, altrimenti noto come gas di cloro mortale.
Esperti a fine 2023 hanno lanciato un avvertimento sui i libri generati dall’Intelligenza Artificiale riguardo la raccolta dei funghi, dicendo che tali libri scritti dalle macchine potrebbero causare la morte di qualcuno.
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Vari utenti hanno testimoniato che Copilot, l’Intelligenza Artificiale di Microsoft creata in collaborazione con Open AI, hanno testimoniato su X e Reddit che il programma avrebbe una «seconda personalità» preoccupante che chiede l’adorazione degli esseri umani, come già si credesse un dio, crudele e implacabile.
L’idea che l’AI diventerà una sorta di dio circola da anni e investe direttamente personale di OpenAI come il capo scientifico e cofondatore Ilya Sutskever, il quale ha chiesto ai suoi followers se le super-IA avanzate dovrebbero essere rese «profondamente obbedienti» ai loro creatori umani, o se questi algoritmi dovrebbero «amare veramente profondamente l’umanità». Nel 2022, Sutskever affermò che «può darsi che le grandi reti neurali di oggi siano leggermente consapevoli».
Elon Musk l’anno scorso aveva dichiarato durante la sua recente intervista con Tucker Carlson che il fine di Google – nemmeno così occulto – è quello di creare un dio-Intelligenza Artificiale.
Ma non si tratta di un dio, è decisamente altro. Come noto, Musk, oramai quasi una decina di anni fa aveva parlato del fatto che creare l’AI era «come evocare un demone».
Ci siamo.
Intelligenza Artificiale
Robocani lanciafiamme in vendita per 9000 euro
Robocani sono utilizzati ai confini con il Messico. Tuttavia vi è polemica: c’è chi ritiene che il loro uso spaventa gli immigrati spingendoli verso sentieri dove poi incontrano la morte. Come riportato da Renovatio 21, è emerso questo mese che le forze di difesa israeliane stanno utilizzando robocani nella loro operazione a Gaza. Nel frattempo, le forze dell’ordine di varie città americane da tempo ne fanno incetta. Come riportato da Renovatio 21, Los Angeles, come Nuova York, hanno fornito le loro forze dell’ordine di robodogghi. Anche la vicina San Francisco ha persino preso in considerazione l’idea di consentire al suo dipartimento di polizia di utilizzare i robot dotati di forza letale in caso di emergenza. Al Forum militare di Mosca dell’anno scorso di due mesi fa erano visibili robocani dotati di bazooka. Roboquadrupedi militari sono in produzione ovunque – pure in versione «telepatica». Lo scorso ottobre un robocane con lanciarazzi è stato testato dai soldati USA. Mesi fa robocani hanno fatto la loro comparsa anche a Genova, sia pure in quella che sembrava una tranquilla dimostrazione universitaria. Come riportato Renovatio 21, robocagnoidi sono stati mandati in giro pure per la campagna umbra. Per far cosa? Controllare l’ambiente, ci è stato detto. Almeno, al momento…Shanghai has deployed robotic dogs to blare lockdown instructions to the public. pic.twitter.com/PK72YIPfxs
— Ian Miles Cheong (@stillgray) March 30, 2022
Droni
I droni israeliani attirano i palestinesi con audio di bambini che piangono e poi gli sparano
I quadricotteri israeliani starebbe impiegando una nuova, inquietante tattica che consiste nel riprodurre registrazioni audio di bambini e donne che piangono per attirare i palestinesi in luoghi dove possono essere presi di mira. La notizia è riportata dal giornale Middle East Eye.
Domenica e lunedì notte, i residenti della parte settentrionale del campo profughi di Nuseirat, a Gaza, si sono svegliati al suono dei pianti dei bambini e delle donne che chiedevano aiuto. Quando sono usciti per individuare la fonte delle grida e fornire aiuti, secondo quanto riferito, i quadricotteri israeliani hanno aperto il fuoco direttamente contro di loro.
Samira Abu al-Leil, residente nel campo profughi, ha detto a Middle East Eye di aver sentito i quadricotteri israeliani aprire il fuoco durante e subito dopo la riproduzione dei suoni registrati, che sono durati diversi minuti e si sono ripetuti più volte lunedì notte.
«Ho sentito una donna piangere e gridare aiuto, dicendo: “Aiutatemi, mio figlio è stato martirizzato”. I suoni provenivano dalla strada ed erano bizzarri», ha detto il 49enne. «Alcuni uomini sono accorsi in soccorso, solo per essere colpiti dai quadricotteri che hanno continuato a vagare per tutta la notte».
Israeli drones are reported emitting sounds of crying children at al-Nuseirat camp in Gaza to target and shoot civilians searching for the source of the distress calls. pic.twitter.com/5w02CqYwqs
— Middle East Eye (@MiddleEastEye) April 16, 2024
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Secondo testimoni oculari, durante la notte almeno 7-10 persone sono rimaste ferite dagli spari del drone, scrive il giornale. «Le ferite erano gravi: alcuni sono stati colpiti direttamente alla testa» ha detto uno dei residenti del campo profughi di Nuiserat.
I residenti non sono stati in grado di aiutare le vittime, poiché «i quadricotteri sparavano a qualsiasi cosa si muovesse». Un’ambulanza è però riuscita a raggiungere la zona e a trasportarli in ospedale.
«Di notte, le strade sono solitamente vuote e gli uomini sono nelle loro case», ha aggiunto Leil. «Quando i quadricotteri aprono il fuoco, colpiscono solo i tetti e le strade, non trovano persone a cui sparare. Quindi hanno riprodotto questi suoni perché conoscono la natura della nostra società; sanno che gli uomini avrebbero cercato di fornire aiuto. Volevano che uscissero per potergli sparare».
«Ieri e la notte prima, i proiettili dei quadricotteri hanno colpito il nostro tetto, la nostra porta e la strada davanti a casa nostra. Ma ieri mattina hanno lanciato delle bombe esplosive con schegge che si sono sparse ovunque nel nostro quartiere, lasciando feriti molti residenti».
I quadricotteri sono droni telecomandati che sono stati ampiamente utilizzati contro combattenti e civili palestinesi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.
Questa tecnologia sta gradualmente sostituendo le truppe di terra, aiutando nell’identificazione degli obiettivi, nel targeting individuale e nella sicurezza delle aree in cui sono di stanza i soldati israeliani.
I quadricotteri possono esplorare posizioni avanzate, prendere di mira individui all’interno delle residenze e disperdere la folla negli spazi pubblici.
Un evento significativo che ha coinvolto l’uso di quadricotteri si è verificato l’11 gennaio, quando una grande folla in attesa di cibo in via al-Rasheed, vicino alla costa di Gaza City, è stata colpita dal fuoco dell’esercito israeliano. Numerosi testimoni hanno raccontato che i quadricotteri hanno sparato su centinaia di persone in attesa dell’arrivo dei camion dei soccorsi.
Muhammed Abu Youssef, 19 anni, ha detto a Middle East Eye che lunedì intorno alle 2 di notte ha sentito i pianti dei bambini. Tuttavia, poiché le persone postavano sui social media per aumentare la consapevolezza della fonte di questi suoni, ha scelto di non avventurarsi all’esterno. «Non siamo usciti, perché abbiamo appreso che queste erano solo registrazioni riprodotte dai quadricotteri per indurci ad uscire» ha detto il residente del campo profughi. «C’erano suoni diversi provenienti dai quadricotteri. Facevano rumore; alcune registrazioni erano comprensibili e altre no. Sono durati dai 30 ai 60 minuti, poi i quadricotteri hanno iniziato ad aprire il fuoco e a lanciare bombe nel quartiere».
Un video registrato da un residente del campo profughi di Nuseirat e circolante sui social media mostrerebbe suoni di bambini che piangono, mentre il residente spiegava che si trattava di suoni preregistrati riprodotti da quadricotteri israeliani.
🚨BREAKING: Israeli quadcopter drones are emitting sounds of crying children and women to lure civilians for targeting in Al-Nusairat! pic.twitter.com/dGaSw8hJXX
— S A R A H✌️🇵🇸 (@sarabahaa94) April 15, 2024
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«Negli ultimi tre giorni ci sono stati almeno 12 feriti a causa dell’incendio del quadricottero. Solo questa mattina abbiamo soccorso sei persone ferite nel quartiere. Le ferite erano gravi: alcuni sono stati colpiti direttamente alla testa».
Secondo i residenti, le registrazioni audio includevano anche canzoni sia in ebraico che in arabo, comprese canzoni per bambini, suoni di scontri e carri armati in movimento, voci di uomini armati palestinesi e voci di venditori ambulanti locali di prodotti per la pulizia familiari ai residenti di Gaza.
«Da oltre una settimana, l’esercito israeliano porta avanti un intenso attacco militare nella parte nord-occidentale di Nuseirat, prendendo di mira individui, case e quartieri con artiglieria, bombardamenti aerei e navali, nonché colpi di quadricotteri» scrive Middle East Eye, che è un giornale basato a Londra ma che, è stato riferito, riceve finanziamenti dal governo del Qatar, vicino come noto alla Fratellanza Musulmana da cui proviene Hamas.
Quanto riporta il giornale arabo, se vero, risulterebbe davvero sconvolgente – ma fino ad un certo punto. Varie voci, a destra come a sinistra e perfino in USA, stanno parlando apertamente di «genocidio massivo robotizzato» in corso in Palestina.
Come riportato da Renovatio 21, nel conflitto presente Israele starebbe utilizzando anche – una prima volta nella storia – robocani militarizzati, che sarebbero stati dispiegati a Gaza.
Il massacro di Gaza si presenta quindi come un grande banco di prova per la guerra antiumana del futuro, la guerra dei veri terminatori: con la caccia e l’eliminazione degli esseri umani affidate alle macchine – droni, Intelligenza Artificiale, automi militari, slaughterbots – diviene inevitabile che vedremo, nel futuro prossimo, sempre più «genocidi robotici» in tutto il mondo.
Tali tecnologie sono implementabili in qualsiasi contesto, urbano o rurale, del pianeta. Qualsiasi campagna o città – anche italiana – può diventare teatro di una guerra di sterminio macchinale: satelliti, UAV e a robot killer sono pronti ad operarvi, e guardando a Gaza e all’Ucraina non ci deve essere alcun dubbio a riguardo.
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