Intelligenza Artificiale
Ulteriori robocani armati sul mercato
Sulla stampa internazionale, e pure in quella italiana, ha fatto breccia il tema dei robocani armati.
Si tratta di un argomento che il lettore di Renovatio 21 conosce bene, così come una delle società coinvolte, la statunitense Ghost Robotics.
Ad una convention annuale dell’esercito americano la società assieme ad un’altra azienda chiamata SWORD International avrebbe presentato uno Special Purpose Unmanned Rifle (SPUR), un fucile Creedmoor da 6,5 mm prodotto SWORD montato su robocane modello Q-UGV.
Il quadrupede robotico assassino è remotato da un operatore: in pratica, un fucile ambulante, comandato a distanza. Un drone killer su quattro zampe.
I Q-UGV sono già in dotazione presso il 325° Squadrone delle Forze di Sicurezza dell’Aviazione USA di stanza alla base di Tyndall in Florida. Altre unità militari li starebbero sperimentando.
SPUR (Special Purpose Unmanned Rifle), @Ghost_Robotics Q-UGV + @SWORDINT 6.5 Creedmoor
CC @august_cole @MelanieRovery pic.twitter.com/S1D25xYwec— Abraxas Spa (@AbraxasSpa) October 12, 2021
I dettagli riguardo munizioni e configurazioni dell’arma non sono noti. Ghost Robotic ha spiegato che lo SPUR può essere istruito da remoto a ricaricare una volta, a svuotare la camera e a mettere al sicuro la pistola. Secondo quanto dichiarato dall’azienda, lo SPUR sarebbe in grado di sparare con precisione fino a 1200 metri di distanza. Le zampe robotiche danno al sistema una grande capacità di stabilizzazione del tiro.
Il robocane sarebbe in grado di proseguire la missione anche qualora alcuni sensori fossero messi fuori uso. «Lo stiamo calibrando per renderlo simile a un mammifero. Lo testiamo salire le scale, camminare o correre con tutti i sensori spenti. Va avanti a sensazioni, è completamente cieco. È un test utile perché il robot deve poter funzionare il 99,99% delle volte, anche se qualcun altro lo sabota»,
Il modulo SPUR ha un sistema di puntamento per bersagli disposto sopra l’arma. Nei test condotti dai militari USA è stata usata un’app di controllo chiamata Android Team Awareness Kit (ATAK), un’applicazione che gira su tablet e device simili. L’aviazione USA avrebbe poi discusso ddella possibilità di centralizzare il controllo del Q-UGV presso strutture di comando, utilizzando caschi da realtà virtuale..
Secondo quanto dichiarato, lo SPUR si servirebbe di decisioni autonome solo per rilevare e bloccare minacce; è stato assicurato che un operatore umano dovrebbe sempre approvare prima di iniziare a sparare.
I robocani saranno in grado penetrare e colpire in situazioni dove gli esseri umani non possono operare. Si tratta di una ulteriore svolta verso la robotizzazione della guerra.
«Questi cani saranno un paio di occhi e orecchie in più, e intanto elaboreranno grandi quantità di dati in posizioni strategiche in tutta la base aeronautica di Tyndall» ha detto il maggiore dell’aeronautica Jordan Criss, capo del 325° squadrone delle forze di sicurezza. «Porteranno un enorme miglioramento ai nnostri difensori e consentiranno flessibilità nel distacco e nella risposta del nostro personale».
Renovatio 21 aveva parlato dell’armamento dei robocani ancora un anno fa.
Roboquadrupedi militari sono in produzione ovunque.
I cinesi producono lo «yak meccanico» per la guerra in Himalaya, più un’altra serie di automi armati posti al confine con l’India. Un video con un robocane armato portato in cima ad un palazzo da un drone è apparso nel web cinese il mese scorso.
Al recente Forum militare di Mosca di due mesi fa erano visibili robocani dotati di bazooka.
Boston Dynamics, la prima società a concepire e produrre robocani, ha giurato che non ne farà delle versioni armate. Tuttavie, versioni non-armate dei robocani sono utilizzate già dalle forze dell’Ordine in USA, dai pompieri di Nuova York alla polizia, che li ha utilizzati in alcuni raid.
Sull’uso dei Terminator Dogs ai confini con il Messico vi è polemica, perché c’è chi ritiene che il loro uso spaventa gli immigrati spingendoli verso sentieri dove poi incontrano la morte.
Come visto in immagini scioccanti della scorsa primavera, i robocani abbiano pattugliato le strade di Shanghai durante il colossale lockdown della scorsa primavera, dove per sorvegliare e punire i 26 milioni di abitanti usarono, oltre agli androidi quadrupedi, anche droni che volevano tra i palazzi ripetendo frasi come «contieni la sete di libertà del tuo spirito».
Infine, Renovatio 21 segnala che quest’anno essi stono stati mandati in giro per la campagna umbra.
Come riportato da Renovatio 21, lo scrittore Douglas Rushkoff ha parlato, raccontando un episodio personale di quando era stato chiamato per un talk ad un consesso di miliardari, come l‘élite si stia interessando della possibilità di attorniarsi di robot killer per mantenere il potere anche in caso il danaro (cioè, l’unica cosa che hanno) perda completamente di valore durante il collasso della civiltà.
Immagine da Twitter
Droni
I droni israeliani attirano i palestinesi con audio di bambini che piangono e poi gli sparano
I quadricotteri israeliani starebbe impiegando una nuova, inquietante tattica che consiste nel riprodurre registrazioni audio di bambini e donne che piangono per attirare i palestinesi in luoghi dove possono essere presi di mira. La notizia è riportata dal giornale Middle East Eye.
Domenica e lunedì notte, i residenti della parte settentrionale del campo profughi di Nuseirat, a Gaza, si sono svegliati al suono dei pianti dei bambini e delle donne che chiedevano aiuto. Quando sono usciti per individuare la fonte delle grida e fornire aiuti, secondo quanto riferito, i quadricotteri israeliani hanno aperto il fuoco direttamente contro di loro.
Samira Abu al-Leil, residente nel campo profughi, ha detto a Middle East Eye di aver sentito i quadricotteri israeliani aprire il fuoco durante e subito dopo la riproduzione dei suoni registrati, che sono durati diversi minuti e si sono ripetuti più volte lunedì notte.
«Ho sentito una donna piangere e gridare aiuto, dicendo: “Aiutatemi, mio figlio è stato martirizzato”. I suoni provenivano dalla strada ed erano bizzarri», ha detto il 49enne. «Alcuni uomini sono accorsi in soccorso, solo per essere colpiti dai quadricotteri che hanno continuato a vagare per tutta la notte».
Israeli drones are reported emitting sounds of crying children at al-Nuseirat camp in Gaza to target and shoot civilians searching for the source of the distress calls. pic.twitter.com/5w02CqYwqs
— Middle East Eye (@MiddleEastEye) April 16, 2024
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Secondo testimoni oculari, durante la notte almeno 7-10 persone sono rimaste ferite dagli spari del drone, scrive il giornale. «Le ferite erano gravi: alcuni sono stati colpiti direttamente alla testa» ha detto uno dei residenti del campo profughi di Nuiserat.
I residenti non sono stati in grado di aiutare le vittime, poiché «i quadricotteri sparavano a qualsiasi cosa si muovesse». Un’ambulanza è però riuscita a raggiungere la zona e a trasportarli in ospedale.
«Di notte, le strade sono solitamente vuote e gli uomini sono nelle loro case», ha aggiunto Leil. «Quando i quadricotteri aprono il fuoco, colpiscono solo i tetti e le strade, non trovano persone a cui sparare. Quindi hanno riprodotto questi suoni perché conoscono la natura della nostra società; sanno che gli uomini avrebbero cercato di fornire aiuto. Volevano che uscissero per potergli sparare».
«Ieri e la notte prima, i proiettili dei quadricotteri hanno colpito il nostro tetto, la nostra porta e la strada davanti a casa nostra. Ma ieri mattina hanno lanciato delle bombe esplosive con schegge che si sono sparse ovunque nel nostro quartiere, lasciando feriti molti residenti».
I quadricotteri sono droni telecomandati che sono stati ampiamente utilizzati contro combattenti e civili palestinesi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.
Questa tecnologia sta gradualmente sostituendo le truppe di terra, aiutando nell’identificazione degli obiettivi, nel targeting individuale e nella sicurezza delle aree in cui sono di stanza i soldati israeliani.
I quadricotteri possono esplorare posizioni avanzate, prendere di mira individui all’interno delle residenze e disperdere la folla negli spazi pubblici.
Un evento significativo che ha coinvolto l’uso di quadricotteri si è verificato l’11 gennaio, quando una grande folla in attesa di cibo in via al-Rasheed, vicino alla costa di Gaza City, è stata colpita dal fuoco dell’esercito israeliano. Numerosi testimoni hanno raccontato che i quadricotteri hanno sparato su centinaia di persone in attesa dell’arrivo dei camion dei soccorsi.
Muhammed Abu Youssef, 19 anni, ha detto a Middle East Eye che lunedì intorno alle 2 di notte ha sentito i pianti dei bambini. Tuttavia, poiché le persone postavano sui social media per aumentare la consapevolezza della fonte di questi suoni, ha scelto di non avventurarsi all’esterno. «Non siamo usciti, perché abbiamo appreso che queste erano solo registrazioni riprodotte dai quadricotteri per indurci ad uscire» ha detto il residente del campo profughi. «C’erano suoni diversi provenienti dai quadricotteri. Facevano rumore; alcune registrazioni erano comprensibili e altre no. Sono durati dai 30 ai 60 minuti, poi i quadricotteri hanno iniziato ad aprire il fuoco e a lanciare bombe nel quartiere».
Un video registrato da un residente del campo profughi di Nuseirat e circolante sui social media mostrerebbe suoni di bambini che piangono, mentre il residente spiegava che si trattava di suoni preregistrati riprodotti da quadricotteri israeliani.
🚨BREAKING: Israeli quadcopter drones are emitting sounds of crying children and women to lure civilians for targeting in Al-Nusairat! pic.twitter.com/dGaSw8hJXX
— S A R A H✌️🇵🇸 (@sarabahaa94) April 15, 2024
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«Negli ultimi tre giorni ci sono stati almeno 12 feriti a causa dell’incendio del quadricottero. Solo questa mattina abbiamo soccorso sei persone ferite nel quartiere. Le ferite erano gravi: alcuni sono stati colpiti direttamente alla testa».
Secondo i residenti, le registrazioni audio includevano anche canzoni sia in ebraico che in arabo, comprese canzoni per bambini, suoni di scontri e carri armati in movimento, voci di uomini armati palestinesi e voci di venditori ambulanti locali di prodotti per la pulizia familiari ai residenti di Gaza.
«Da oltre una settimana, l’esercito israeliano porta avanti un intenso attacco militare nella parte nord-occidentale di Nuseirat, prendendo di mira individui, case e quartieri con artiglieria, bombardamenti aerei e navali, nonché colpi di quadricotteri» scrive Middle East Eye, che è un giornale basato a Londra ma che, è stato riferito, riceve finanziamenti dal governo del Qatar, vicino come noto alla Fratellanza Musulmana da cui proviene Hamas.
Quanto riporta il giornale arabo, se vero, risulterebbe davvero sconvolgente – ma fino ad un certo punto. Varie voci, a destra come a sinistra e perfino in USA, stanno parlando apertamente di «genocidio massivo robotizzato» in corso in Palestina.
Come riportato da Renovatio 21, nel conflitto presente Israele starebbe utilizzando anche – una prima volta nella storia – robocani militarizzati, che sarebbero stati dispiegati a Gaza.
Il massacro di Gaza si presenta quindi come un grande banco di prova per la guerra antiumana del futuro, la guerra dei veri terminatori: con la caccia e l’eliminazione degli esseri umani affidate alle macchine – droni, Intelligenza Artificiale, automi militari, slaughterbots – diviene inevitabile che vedremo, nel futuro prossimo, sempre più «genocidi robotici» in tutto il mondo.
Tali tecnologie sono implementabili in qualsiasi contesto, urbano o rurale, del pianeta. Qualsiasi campagna o città – anche italiana – può diventare teatro di una guerra di sterminio macchinale: satelliti, UAV e a robot killer sono pronti ad operarvi, e guardando a Gaza e all’Ucraina non ci deve essere alcun dubbio a riguardo.
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Immagine generata artificialmente
Intelligenza Artificiale
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Economia
Amazon abbandona il sistema senza casse nei negozi: si è scoperto che la sua IA era alimentata da 1.000 lavoratori umani
Il colosso dell’e-commerce Amazon starebbe rinunziando alla sua speciale tecnologia «Just Walk Out» che permetteva ai clienti di mettere la spesa nella borsa e lasciare il negozio senza dover fare la fila alla cassa. Lo riporta The Information, testata californiana che si occupa del business della grande tecnologia.
La tecnologia, disponibile solo nella metà dei negozi Amazon Fresh, utilizzava una serie di telecamere e sensori per tracciare ciò con cui gli acquirenti lasciavano il negozio. Tuttavia, secondo quanto si apprende, invece di chiudere il ciclo tecnologico con la pura automazione e l’intelligenza artificiale, l’azienda ha dovuto fare affidamento anche su un esercito di oltre 1.000 lavoratori in India, che fungevano da cassieri a distanza.
Di questo progetto denominato «Just Walk Out» – uno stratagemma di marketing per convincere più clienti a fare acquisti nei suoi negozi, minando attivamente il mercato del lavoro locale – forse non ne sentiremo la mancanza.
Nel 2018 Amazon ha iniziato a lanciare il suo sistema «Just Walk Out», che avrebbe dovuto rivoluzionare l’esperienza di vendita al dettaglio con l’intelligenza artificiale in tutto il mondo. Diverse altre società, tra cui Walmart, hanno seguito l’esempio annunciando negozi simili senza cassiere.
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Tuttavia più di cinque anni dopo, il sistema sembra essere diventato sempre più un peso. Stando sempre a quanto riportato da The Information, la tecnologia era troppo lenta e costosa da implementare, con i cassieri in outsourcing che avrebbero impiegato ore per inviare i dati in modo che i clienti potessero ricevere le loro ricevute.
Oltre a fare affidamento su manodopera a basso costo e in outsourcing e invece di pagare salari equi a livello locale, le critiche hanno anche messo in dubbio la pratica di Amazon di raccogliere una quantità gigantesca di dati sensibili, compreso il comportamento dei clienti in negozio, trasformando una rapida visita al negozio in un incubo per la privacy, scrive Futurism.
L’anno scorso, il gruppo di difesa dei consumatori Surveillance Technology Oversight Project, aveva intentato un’azione legale collettiva contro Amazon, accusando la società di non aver informato i clienti che stava vendendo segretamente dati a Starbucks a scopo di lucro.
Nonostante la spinta aggressiva nel mercato al dettaglio, l’impatto dei negozi di alimentari di Amazon negli Stati Uniti, è ancora notevolmente inferiore a quella dei suoi concorrenti quali Walmart, Costco e Kroger, come sottolinea Gizmodo.
Invece di «Just Walk Out», Amazon ora scommette su scanner e schermi incorporati nel carrello della spesa chiamato «Dash Carts». Resta da vedere se i «Dash Carts» si riveleranno meno invasivi dal punto di vista della privacy dei dati.
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Immagine di Sikander Iqbal via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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