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Intelligenza Artificiale

Gli esperti temono che i libri generati dall’Intelligenza Artificiale sulla raccolta dei funghi possano causare la morte di qualcuno

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L’Intelligenza Artificiale può avvelenarci. È quanto temono alcuni esperti, mettendo in risalto uno scenario piuttosto concreta.

 

Secondo il sito 404 Media, Amazon è piena di guide sulla raccolta di funghi che sembrano siano generati dall’Intelligenza artificiale. Sebbene articoli negli ultimi mesi abbiano ci abbiano informato di vari generi di materiale generato da AI che già popolano gli scaffali digitali di Amazon, gli esperti avvertono che questo particolare tipo di scritto prodotto dall’Intelligenza Artificiale potrebbe generare legittime preoccupazioni: esso infatti reca seco rischi mortali.

 

«Amazon e altri punti vendita sono stati inondati di libri di raccolta e identificazione basati sull’Intelligenza Artificiale», si legge in un post della New York Mycological Society. «Si prega di acquistare solo libri di autori conosciuti, altrimenti può letteralmente significare vita o morte».

 

Potrebbe suonare macabramente fantasioso questo annuncio, ma in micologia bisogna porre la massima attenzione. Cosa potrebbe succedere quando un non esperto in cerca di un rapido guadagno pubblica una guida sui funghi generata dall’Intelligenza Artificiale? Siccome alcuni tipi di funghi sono estremamente velenosi e la ricerca di funghi può essere un passatempo pericoloso, dobbiamo stare attenti perché l’intelligenza artificiale generativa è nota per sbagliare i fatti. 

 

«Ci sono centinaia di funghi velenosi nel Nord America e molti di essi sono mortali», evidenzia Sigrid Jakob, presidente della New York Mycological Society. «Possono sembrare simili alle specie commestibili più diffuse».

 

«Una descrizione mediocre in un libro può indurre qualcuno a mangiare un fungo velenoso» continua preoccupato il micologo neoeboraceno.

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Peggio ancora, nessuno di questi libri – che presentano un linguaggio stereotipato e autori quasi sicuramente falsi che stanno diventando tratti distintivi di questi ebook generati dall’Intelligenza Artificiale – sembra essere contrassegnato come generati dall’IA: un’informazione importante che potrebbe mettere in guardia un potenziale cliente non troppo pratico di acquisti online prima di farsi recapitare a casa un testo potenzialmente mortale.

 

La raccolta dei funghi è un hobby relativamente di nicchia, perché poi il raccolto viene consumato dai familiari e da vai commensali, con potenziali rischi per molte persone.

 

Se i truffatori stanno già pubblicando guide di ricerca, non si sa bene cos’altro sia già disponibile su Amazon e in tutto il web in generale. Le persone potrebbero finire per ricevere consigli o informazioni fuorvianti su argomenti come la salute o la finanza, o qualsiasi altro argomento di «uso comune». 

 

Come riportato da Renovatio 21, è già capitato che una Intelligenza Artificiale abbia suggerito ricette velenose agli utenti umani. Infatti un chatbot a sfondo culinario di una catena di alimentari neozelandese qualche mese fa aveva fatto scalpore per alcune ricette incredibili e potenzialmente letali, come la «miscela di acqua aromatica», un mix letale composto da candeggina, ammoniaca e acqua, altrimenti noto come gas di cloro mortale.

 

Altre ricette consigliate dal bot IA includevano piatti come «sorpresa con candeggina analcolica e ammoniaca», una «sorpresa di riso infuso con candeggina» descritta dall’intelligenza artificiale come una «sorprendente avventura culinaria». Quando qualcuno ha chiesto al programma di dargli un’idea di ricetta per utilizzare gli ingredienti patate, carote, cipolle e carne umana, il bot ha suggerito all’utente una ricetta per un «misterioso stufato di carne», raccomandando che 500 grammi di carne umana sarebbero stati sufficienti.

 

Dopo aver mentito, minacciato, insultato e perfino – secondo varie accuse – indotto all’anoressia e al suicidio, l’Intelligenza Artificiale ora cerca di avvelenare gli utenti – o addirittura di servire loro piatti cannibali.

 

Quando diventerà legittimo, per politici e giornalisti, preoccuparsi del fenomeno?

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Intelligenza Artificiale

Robot umanoidi AI si picchiano come fabbri in un torneo in Cina

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Quattro robot dotati di Intelligenza Artificiale sono stati messi alla prova in una competizione cinese di combattimento tra robot, sfidandosi in incontri di kickboxing in cui gli automi si sono picchiati come fabbri. Alla fine, un androide è stato dichiarato campione. Lo riporta l’house organ del Partito Comunista Cinese in lingua inglese Global Times.   La World Robot Competition Mecha Fighting Series ha visto quattro robot controllati da esseri umani, costruiti dall’azienda di robotica cinese Unitree, competere in tre round da due minuti ciascuno; i vincitori sono stati incoronati tramite un sistema a punti.   Chen Xiyun, membro del team di Unitree, ha affermato che i «robot combattono in modo collaborativo tra uomo e macchina», e che alle macchine vengono insegnate in anticipo le mosse, ma alla fine è una persona a controllare i movimenti della macchina umanoide.  

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Secondo quanto riferito, i robot pesavano 35 chilogrammi e raggiungevano un’altezza di 132 centimetri. Prima dei round di combattimento, i naniformi robot kickboxeurs sono stati sottoposti a test per dimostrare una varietà di calci e pugni e aiutare gli organizzatori a perfezionare il regolamento.   La squadra con il punteggio più alto nei tre round passa ad affrontare un altro avversario. Un pugno alla testa valeva un punto, un calcio alla testa tre. Le squadre perdevano cinque punti se il loro robot cadeva e 10 punti se il loro robot rimaneva a terra per più di otto secondi.   Durante una trasmissione in diretta dell’evento sull’emittente statale CCTV, il direttore di Unitree, Wang Qixin, ha affermato che l’azienda di robotica ha utilizzato «la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale per consentire ai robot di imparare»   «Innanzitutto, la cattura del movimento si baserà su alcuni atleti professionisti di combattimento. Sulla base dei loro dati di cattura del movimento, il robot imparerà questi movimenti nel mondo virtuale», ha affermato il dirigente di Unitree.   In uno dei primi incontri, un robot con un copricapo rosa ha combattuto contro un robot con un copricapo nero. Dopo una raffica di pugni e calci, a volte fuori bersaglio, il robot nerovestito è stato il primo a finire al tappeto dopo aver sferrato goffamente un calcio. Purtuttavia, l’oscuro androide vestito si è riscattato mettendo a segno un atterramento sul rosa al terzo round con un calcio frontale.   Un secondo KO ha visto il robotto nero saltare sul rosa per bloccarlo e aggiudicarsi la vittoria.   L’umanoide in rosa e un altro con la maglia rossa sono stati entrambi eliminati, lasciando il robot maglia nera e uno in verde a sfidarsi in finale. Alla fine, il robot nero è stato dichiarato campione dopo aver superato il suo avversario in punti.   Secondo quanto riferito, un altro evento con robot a grandezza naturale è previsto per dicembre nella provincia del Guangdong, nella Cina meridionale.   Si tratta della trasposizione nella realtà di un film con Ugo Jackman di qualche anno fa, Real Steel (2011), dove il controverso attore australiano allenava un massiccio androide per incontri di lotta tra orrendi e nerboruti robotti metallici.  

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Come riportato da Renovatio 21, la Unitree era finita sulle cronache pochi giorni fa per il caso del robot umanoide Unitree Robotics H1, sviluppato e prodotto a Hangzhou, in Cina, visto esibirsi un «comportamento irregolare» in laboratorio: in pratica sembrava essere divenuto violento al punto da minacciare i suoi programmatori.     Come riportato da Renovatio 21, la Unitree è azienda molto nota anche per la produzione e vendita di robocani, alcuni dei quali pure militarizzati.

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Economia

L’AI eliminerà almeno metà dei posti di lavoro: parla il CEO di Anthropic

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L’Intelligenza Artificiale potrebbe eliminare la metà di tutti i posti di lavoro impiegatizi di livello base entro i prossimi cinque anni, ha avvertito Dario Amodei, CEO della società americana di ricerca sull’intelligenza artificiale Anthropic.

 

In una dichiarazione ad Axios pubblicata mercoledì, Amodei, co-fondatore di Anthropic ed ex dirigente di OpenAI, ha affermato di sperare di dare una scossa al governo statunitense e agli altri sviluppatori, preparandoli alle conseguenze della rapida automazione. L’Intelligenza Artificiale potrebbe far salire la disoccupazione negli Stati Uniti al 10-20% nei prossimi uno-cinque anni, ha avvertito.

 

Le aziende che sviluppano intelligenza artificiale stanno già lavorando a sistemi che potrebbero presto sostituire i lavoratori nei settori della tecnologia, della finanza, del diritto, della consulenza e di altre professioni impiegatizie, in particolare nelle posizioni entry-level, ha affermato Amodei.

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L’opinione pubblica e i politici sono ancora «ignari» del fatto che sta per verificarsi un cambiamento radicale e hanno insistito sul fatto che aziende e funzionari devono smettere di «indorare la pillola» su ciò che li attende, in particolare per i lavoratori più giovani.

 

All’inizio di questo mese, un rapporto della Linux Foundation, commissionato da Meta, ha scoperto che l’Intelligenza Artificiale open source sta già trasformando l’economia, incrementando l’efficienza, l’innovazione, il risparmio sui costi e l’aumento dei ricavi.

 

Tuttavia, Amodei ha espresso preoccupazione per il fatto che le persone potrebbero continuare a ignorare la minaccia di essere sostituite dall’Intelligenza Artificiale, soprattutto se il governo degli Stati Uniti decidesse di tacere sulla questione per paura di spaventare i lavoratori o di restare indietro rispetto alla Cina.

 

Presto, «quasi da un giorno all’altro», i leader aziendali vedranno i risparmi derivanti dalla sostituzione degli esseri umani con l’Intelligenza Artificiale e implementeranno un cambiamento «in massa». Smetteranno di creare nuovi posti di lavoro o di occupare quelli esistenti, e sostituiranno i lavoratori umani con alternative automatizzate, ha affermato l’Amodei.

 

L’imprenditore statunitense di origini italiane proposto diverse strategie di mitigazione, tra cui un indice speciale per monitorare l’impatto dell’IA in tutte le professioni e briefing per i legislatori per sensibilizzarli, suggerendo una «tassa simbolica», un sistema in cui una percentuale dei ricavi generati dall’IA verrebbe ridistribuita dal governo.

 

L’avvertimento di Amodei giunge in un momento in cui diverse grandi aziende hanno recentemente iniziato a licenziare un numero considerevole di dipendenti; alcuni ritengono che ciò sia avvenuto in previsione di grandi cambiamenti dovuti all’Intelligenza Artificiale.

 

All’inizio di questo mese, Microsoft ha licenziato circa 6.000 dipendenti, per lo più ingegneri, nonostante avesse riportato ottimi risultati in termini di vendite e profitti. Walmart ha tagliato 1.500 posti di lavoro aziendali per «semplificare le operazioni», mentre Crowdstrike, un’azienda di sicurezza informatica con sede in Texas, ha tagliato 500 posizioni, citando «un punto di svolta nel mercato e nella tecnologia, con l’Intelligenza Artificiale che sta rimodellando ogni settore».

 

 

Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi mesi era uscito un rapporto dell’Institute for Public Policy Research, fino a 8 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito potrebbero essere cancellati dall’intelligenza artificiale – in pratica un’«apocalisse lavorativa».

 

Tuttavia, un bollettino di ricerca pubblicato a fine 2023 dalla Banca Centrale Europea, l’adozione diffusa dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie correlate avrebbe portato ad un aumento dei posti di lavoro umani, ma ad una diminuzione dei salari. Non si sa come si possa credere ad analisi simili.

 

Come riportato dall’Harvard Business Review, uno studio del 2019 stimava che il 10% dei posti di lavoro negli Stati Uniti sarebbe stato automatizzato nel 2021. Un altro studio del colosso internazionale della consulenza McKinsey stimava che quasi la metà di tutti i posti di lavoro negli Stati Uniti potrebbe essere automatizzato nel prossimo decennio.

 

«Le persone vogliono rimuovere la manodopera» aveva affermato in tranquillità un l’amministratore delegato di una società di robotica a Bloomberg l’anno scorso.

 

Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate si era detto che il Bild, il tabloid tedesco di proprietà e gestito dalla principale casa editrice europea Axel Springer, aveva in piano di sostituire oltre un centinaio di lavori editoriali umani con l’Intelligenza Artificiale.

 

A maggio il CEO di IBM Arvind Krishna aveva affermato che la società prevede di sospendere le assunzioni per ruoli che ritiene possano essere sostituiti con l’Intelligenza Artificiale nei prossimi anni. Di conseguenza, le assunzioni nelle funzioni di back-office, come le risorse umane, saranno sospese o rallentate, ha detto Krishna in un’intervista. Tali impieghi non rivolti al cliente ammontano a circa 26.000 lavoratori, ha affermato Krishna. «Potrei facilmente vedere il 30% di questi essere sostituiti dall’Intelligenza Artificiale e dall’automazione in un periodo di cinque anni». A conti fatti, ciò significherebbe la perdita di circa 7.800 posti di lavoro.

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Come riportato da Renovatio 21IBM aveva già lavorato con il colosso del fast food McDonald’s per la sostituzione dei dipendenti con robot. Nei ristoranti gli esperimenti di soppressione della manodopera umana vanno avanti da un po’.

 

Autisti, giornalisti, piloti di aereo, trader finanziari, giornalisti, stilisti, artistiautistimediciinsegnanti, persino psicanalisti e soldatiNessuno è al riparo dalla disruption dell’automazione, la potenza socialmente distruttiva (ma, per pochi, economicamente conveniente) della sostituzione dell’uomo con la macchina.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’IA ha attaccato anche Hollywood, e il recente sciopero di attori e sceneggiatori era percorso anche da questa paura – a breve per fare film fotorealistici non vi sarà più bisogno di esseri umani.

 

Le macchine stanno davvero sostituendoci. È una verità, ormai, incontrovertibile, ed è pure il modo più solare di pensare alla trasformazione in corso: perché  fuori in molti sono convinti che l’AI annienterà gli esseri umani.

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Intelligenza Artificiale

Telegram annuncia la partnership con Elon Musk per l’AI sull’app

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Secondo una dichiarazione del CEO dell’app Pavel Durov pubblicata mercoledì, la startup di Elon Musk xAI investirà 300 milioni di dollari e implementerà il suo chatbot Grok AI in partnership con l’app di messaggistica Telegram.   Nell’annunciare l’accordo, Durov ha affermato che lui e Musk avevano concordato una partnership di un anno volta a rafforzare la posizione finanziaria di Telegram.   «Riceveremo 300 milioni di dollari in contanti e azioni da xAI, più il 50% dei ricavi derivanti dagli abbonamenti xAI venduti tramite Telegram», ha affermato.

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Musk ha poi dichiarato su X che «non è stato firmato alcun accordo», senza fornire ulteriori dettagli, spingendo Durov a chiarire che le parti avevano raggiunto un accordo di massima, con le formalità ancora da finalizzare.   Telegram ha annunciato che Grok AI sarà integrato in Telegram e che gli utenti dovrebbero iniziare ad accedere alle funzionalità basate sull’Intelligenza Artificiale a partire da quest’estate. Gli utenti potranno interagire con Grok direttamente dall’app, utilizzando un chatbot integrato per generare contenuti o partecipare a conversazioni aperte su un’ampia gamma di argomenti.   La partnership con xAI si inserisce nel contesto dell’impegno di Telegram a raccogliere almeno 1,5 miliardi di dollari attraverso una nuova emissione obbligazionaria, anche da finanziatori esistenti come BlackRock e la società di investimento di Abu Dhabi Mubadala. Si prevede che Telegram utilizzerà i fondi per riacquistare il debito emesso tramite una precedente emissione obbligazionaria.   L’accordo dimostra che gli investitori continuano a sostenere Telegram, nonostante il suo CEO sia sotto accusa in Francia.   Durov, la cui azienda ha sede a Dubai, è stato arrestato in Francia nell’agosto 2024 e accusato di complicità in crimini presumibilmente commessi da utenti di Telegram, tra cui estremismo e abusi su minori. È stato successivamente rilasciato su cauzione di 5 milioni di euro (5,46 milioni di dollari). Sebbene gli fosse stato permesso di recarsi negli Emirati Arabi Uniti a marzo, la sua recente richiesta di visitare gli Stati Uniti è stata respinta e rimane sotto sorveglianza limitata.   La popolarità di Telegram continua a crescere grazie ai servizi gratuiti offerti dall’app. Nel 2025, l’app di messaggistica ha superato il miliardo di utenti mensili e lo scorso anno ha registrato un fatturato di oltre 1 miliardo di dollari, segnando il suo primo anno in utile dall’introduzione della monetizzazione.   La crescita finanziaria dell’azienda è stata trainata, secondo quanto riferito, dall’aumento degli abbonati a Telegram Premium e dalle ottime performance pubblicitarie.   Telegram è al centro di numerose controversie politiche e geopolitiche.

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Come riportato da Renovatio 21, mesi fa secondo un post ufficiale su Facebook, le autorità ucraine hanno vietato ai funzionari governativi, al personale militare e ad altri lavoratori della difesa e delle infrastrutture critiche di utilizzare Telegram sui dispositivi forniti dallo Stato. Il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina Oleksyj Danilov aveva dichiarato che Telegram è un servizio «pericoloso», mentre il capo dell’Intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov in precedenza aveva apertamente definito Telegram una «minaccia alla sicurezza nazionale». A settembre dello scorso anno, il governo ha ordinato ai dipendenti di limitare l’uso dell’app sui loro telefoni di lavoro.   Telegram cinque mesi fa è stato sospeso in Spagna. L’app è stata vietata in Somalia assieme a TikTok per «terrorismo».   L’UE ha minacciato di perseguire Telegram accusando la piattaforma di nascondere il numero dei suoi utenti.   Come riportato da Renovatio 21, nei mesi della pandemia la Germania ha apertamente valutato la possibilità di chiudere Telegram, unico social che – di origine russa con server negli Emirati – pareva non censurare le opinioni degli utenti come invece facevano tutte le altre piattaforme. L’anno scorso la Germania ha messo in galera un uomo per aver sostenuto la Russia su Telegram.   In un’intervista con Tucker Carlson dello scorso anno Durov aveva raccontato di aver lasciato gli USA perché il governo federale voleva una «backdoor», cioè un punto di entrata, nell’app. Due mesi fa l’imprenditore russo ha ammesso che Telegram già condivide i dettagli degli utenti con molti Stati.

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Immagine di Ivan Radic via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)  
 
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