Droni
«Genocidio robotico di massa»: oggi in Israele, domani a casa vostra

Un post del popolare commentatore ed editore di Infowars Alex Jones – da poco riammesso su Twitter per decisione di Elon Musk dopo un sondaggio – ha fatto parlare discutere molto il mondo del giornalismo indipendente americano.
Jones ha mostrato un video, che sarebbe stato ottenuto da Al Jazeera, in cui si vede un gruppo di ragazzi palestinesi che sembrano camminare in modo innocente in mezzo alle macerie di Gaza. D’un tratto, vengono disintegrati: un drone li ha colpiti con un missile.
Il video parrebbe essere decisamente una delle testimonianze più evidenti del coinvolgimento dei civili nella guerra dello Stato Ebraico, che a parole dice ancora che il suo obiettivo è Hamas, e i 30.000 e passa palestinesi morti sono un effetto collaterale della guerra contro i terroristi.
Il filmato è cruento sino a divenire disperante. Sembra che di fatto sia in via di sparizione da X. Ne abbiamo trovato ancora una copia circolante sul social network.
Con orrore, assistiamo ad un primo colpo che, come piovuto dal nulla, disintegra il gruppetto. Segue poi l’eliminazione dei sopravvissuti che vagolano, forse disorientati, per le rovine.
Le persone sensibili non è il caso che guardino.
Aerial footage shows an lsraeli drone killing unarmed Palestinians in Khanyounis city, Gaza. pic.twitter.com/86zveAoi8k
— Muhammad Smiry ???????? (@MuhammadSmiry) March 22, 2024
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La scena orripilante, dove la caccia all’eliminazione singolo palestinese sembrerebbe un dato incontrovertibile, ha scatenato il commento di Alex Jones, il quale non è noto per prese di posizioni anti-israeliane a prescindere.
Israel has lost the high ground. This is not war. It is robotic mass genocide. Section 1091 of Title 18, United States Code, prohibits genocide whether committed in time of peace or time of war. Genocide is defined in § 1091 and includes violent attacks with the specific intent… https://t.co/4Yq9ssSGZb
— Alex Jones (@RealAlexJones) March 21, 2024
«Israele ha perso la superiorità morale. Questa non è guerra. È un genocidio di massa robotico. La sezione 1091 del Titolo 18, Codice degli Stati Uniti, proibisce il genocidio sia commesso in tempo di pace che in tempo di guerra. Il genocidio è definito nel § 1091 e comprende attacchi violenti con l’intento specifico di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».
Israele quindi non solo è accusato di genocidio – e non dai sudafricani, da avvocati attivisti tedeschi o da ministri goscisti spagnuoli, ma da voci americane fino a poco fa decisamente non ostili – ma è detto che sta perpetrando, per la prima volta nella storia, un «genocidio robotico massivo».
Era inevitabile che fosse così: lo Stato Ebraico dispone di uno degli eserciti più tecnologici del globo, con un arsenale che va dagli scudi antiaerei come l’ Iron Dome (un sistema che ora vira verso il laser) alle armi cibernetiche, dai carri armati con corazza reattiva Merkava ai missili anticarro Spike. Molte di queste armi, come noto, sono poi vendute dalle aziende di Difesa israeliane, conosciute e rispettate in tutto il mondo.
Come riportato da Renovatio 21, le forze israeliane stanno impiegando a Gaza anche cani robot, una prima assoluta in un vero campo di battaglia per robocani militari.
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Il massacro di Gaza si presenta quindi come un grande banco di prova per la guerra antiumana del futuro, la guerra dei veri terminatori: con la caccia e l’eliminazione degli esseri umani affidate alle macchine – droni, Intelligenza Artificiale, automi militari, slaughterbots– diviene inevitabile che vedremo, nel futuro prossimo, sempre più «genocidi robotici» in tutto il mondo.
Non crediate di essere al sicuro: tali tecnologie sono implementabili in qualsiasi contesto, urbano o rurale, del pianeta. Qualsiasi campagna o città italiana può diventare teatro di una guerra di sterminio macchinale: satelliti, UAV e a robot killer sono pronti ad operarvi, e guardando a Gaza e all’Ucraina non ci deve essere alcun dubbio a riguardo.
Nell’era della disumanizzazione definitiva del nemico, riflesso della deumanizzazione del pianeta imposta dai padroni del mondo, ogni vita può essere di troppo, ogni individuo può essere sacrificato dalla macchina e per la macchina: algoritmi di morte, androidi assassini, continuum di tecnologia di sterminio che uccide per generare dati, e genera dati per uccidere.
La prospettiva è già qui, anche se pochi vi stanno davvero ponendo mente.
Renovatio 21 in passato ha parlato del vecchio modello multifase con il quale lo studioso Gregory H. Stanton descriveva il processo di un genocidio, dalla fase di classificazione a quella di polarizzazione, dalla fase persecuzione a quella di vero e proprio sterminio.
Nel primo studio, uscito nel 1987, lo Stanton aveva considerato 8 fasi. Nel 2012 aggiornò il modello per un totale di 10 fasi.
Crediamo sia ora che se ne aggiunga un’altra: la fase di automazione del genocidio. Presto potrebbe accadere molto vicino a noi.
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Immagine screenshot da Twitter
Droni
La Russia rivela i suoi mezzi anti-drone

🚨⚡️ FPV drone crews of the Rubicon Center continue to destroy unmanned aerial vehicles of the Ukrainian Armed Forces in the area of the special military operation. pic.twitter.com/g4XnOJ6FH2
— RussiaNews 🇷🇺 (@mog_russEN) May 12, 2025
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🚨⚡️FPV drone crews from the Rubicon Center hit manpower, armored vehicles, UAVs, and firing positions of the Ukrainian Armed Forces in the special military operation zone. pic.twitter.com/Z8mcHixsAF
— RussiaNews 🇷🇺 (@mog_russEN) May 13, 2025
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Droni
Israele attacca la Siria in «difesa della minoranza locale» drusa

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno lanciato un attacco con droni contro un non troppo definito «gruppo estremista» in Siria. In una dichiarazione congiunta, il premier Beniamino Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno definito l’attacco una «operazione di avvertimento» volta a prevenire la violenza contro la minoranza drusa siriana.
Secondo il Times of Israel, l’attacco ha preso di mira un «raduno di un gruppo estremista che si preparava a continuare il suo attacco contro la popolazione drusa» in Siria. Il capo di Stato Maggiore IDF, tenente generale Eyal Zamir, avrebbe ordinato alle truppe di colpire ulteriormente siti governativi siriani «se la violenza contro i drusi non cessa».
Secondo l’agenzia di stampa AFP, nei pressi di Damasco sono scoppiati scontri tra gruppi armati legati al governo siriano e combattenti drusi.
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Almeno 11 persone sono state uccise mercoledì, quando «gruppi fuorilegge hanno preso di mira civili e forze di sicurezza» nel sobborgo di Sahnaya a Damasco, appena un giorno dopo che scontri simili hanno causato 17 vittime a Jaramana, un sobborgo prevalentemente druso e cristiano, secondo l’agenzia di stampa.
Le nuove autorità siriane devono affrontare le tensioni seguite alle violenze settarie avvenute nella provincia costiera di Latakia, che hanno preso di mira soprattutto alawiti e cristiani e che, secondo quanto riferito, hanno causato la morte di 1.000 persone.
La violenza ha spinto gli Stati Uniti e la Russia a denunciare la persecuzione delle minoranze siriane, mentre l’UE ha attribuito la responsabilità degli attacchi alle «forze del governo ad interim» da parte di «elementi pro-Assad».
Il ministero dell’Interno siriano ha affermato che l’attacco israeliano ha ucciso un membro delle forze di sicurezza nazionale siriane, schierate nella zona per fermare gli scontri tra gruppi armati, secondo quanto riportato da Reuters. L’agenzia di stampa siriana SANA ha confermato l’attacco israeliano, ma non ha fornito informazioni sulle vittime.
I drusi sono un gruppo religioso minoritario che segue una derivazione dell’Islam sciita ismailita che crede, tra le altre cose, nella metempsicosi. I drusi costituiscono il 3% della popolazione siriana. In Israele rappresentano il 10% del gruppo degli arabi israeliani, e sono tenuti a prestare servizio militare presso l’IDF. Sono distribuiti, oltre che in Israele e Siria, anche in Libano e Giordania.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio era stato annesso ad Israele il villaggio della Siria meridionale di Hader, dove gli abitanti drusi avrebbero chiesto di essere incorporati nel Golan occupato dagli israeliani.
L’attacco potrebbe – in apparenza – segnare un cambio di registro da parte dello Stato Ebraico nei riguardi del nuovo governo islamista di Damasco, in passato definito da Israele come fatto di «jihadisti educati».
Due mesi fa Israele lanciava attacchi aerei per «smilitarizzare» la Siria. Tuttavia un ex capo della Direzione dell’Intelligence israeliana aveva ammesso che «il caos in Siria è benefico per Israele».
Netanyahu a inizio anno aveva visitato il territorio israeliano occupato dalle forze dello Stato Ebraico. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva annunciato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) dovevano istituire una «zona di difesa sterile» temporanea nella Siria meridionale per prevenire qualsiasi «minaccia terroristica» dopo la caduta del governo Assad.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa Israele aveva annunciato una presenza militare indefinita in Siria.
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Immagine di Israeli Defence Forces Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Droni
Israele schiera bulldozer robotici a Gaza per una guerra su larga scala

Israeli military D9 armored bulldozers are plowing through the Nur Shams Camp in the Northern West Bank. pic.twitter.com/qCaaaAx4wo
— 🇺🇸ProudArmyBrat (@leslibless) October 19, 2023
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