Intelligenza Artificiale
Bombardare i data center per fermare l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale: la proposta dell’esperto

Eliezer Yudkowsky, riconosciuto come uno dei più accaniti critici all’Intelligenza Artificiale in circolazione negli ultimi due decenni, ha lanciato un duro appello non per mettere in pausa lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale – come sostiene la moratoria presentata da Elon Musk, Steve Wozniak e altri – ma per chiederne la distruzione materiale prima che sia troppo tardi.
In un editoriale per la rivista Time, Yudkowski, cresciuto nell’ebraismo ortodosso e quindi con una cognizione della storia del Golem, mette in guardia sul futuro distopico che potrebbe arrivare quando raggiungeremo la cosiddetta Artificial General Intelligence (AGI).
Yudkowsky si dimostra sostanzialmente concorde con i firmatari della recente lettera aperta del Future of Life Institute – la moratoria di Musk e compari – i quali chiedono una pausa di sei mesi sull’avanzamento dell’IA per fare il punto, ma lui non l’ha firmata perché tale documento non è abbastanza forte nell’arginare questo fenomeno.
«Mi sono astenuto dal firmare perché penso che la lettera stia sottovalutando la gravità della situazione», ha scritto il ricercatore di ML, «e chiedendo troppo poco per risolverla».
In qualità di ricercatore di lunga data sull’AGI, Yudkowsky afferma di essere meno preoccupato per l’IA che compete con gli esseri umani. Piuttosto, è timoroso di «cosa succede dopo».
«Le soglie chiave potrebbero non essere ovvie», ha scritto, «non possiamo assolutamente calcolare in anticipo cosa succede quando, e attualmente sembra immaginabile che un laboratorio di ricerca superi le linee critiche senza accorgersene».
Criticato da Bloomberg per essere un profeta di sventura dell’IA, lo Yudkowsky afferma di non essere l’unica persona «immersa in questi problemi» a credere che «il risultato più probabile della costruzione di un’intelligenza artificiale sovrumana, in qualcosa di lontanamente simile alle circostanze attuali, è che letteralmente tutti sulla Terra moriranno».
Può sostenerlo citando un sondaggio di esperti in cui un gruppo di intervistati era profondamente preoccupato per i «rischi esistenziali» posti dall’IA. Questi rischi non sono – ha dichiarato Yudkowsky su Time – solo possibilità remote.
«Non è che non puoi, in linea di principio, sopravvivere creando qualcosa di molto più intelligente di te», riflette il ricercatore. La cosa «richiederebbe precisione e preparazione e nuove intuizioni scientifiche, e probabilmente non avere sistemi di Intelligenza Artificiale composti da enormi matrici imperscrutabili».
Secondo Yudkowsky, c’è solo una soluzione all’imminente minaccia esistenziale di un’AGI sovrumana «ostile»: «spegnere tutto», con ogni mezzo possibile.
«Chiudere tutti i grandi cluster GPU (le grandi aziende di computer in cui vengono perfezionate le IA più potenti)», scrive. «Chiudere tutte le grandi sessioni di addestramento. Metti un limite alla quantità di potenza di calcolo che chiunque può utilizzare per addestrare un sistema di Intelligenza Artificiale e spostalo verso il basso nei prossimi anni per compensare algoritmi di addestramento più efficienti. Nessuna eccezione per governi e forze armate».
Se qualcuno vìola queste future sanzioni anti-IA, ha detto il ricercatore, dovrebbe esserci una pena esemplare e severa.
«Se l’Intelligence dice che un Paese al di fuori dell’accordo sta costruendo un cluster GPU, bisogna essere meno spaventati da un conflitto a fuoco tra Nazioni che dalla violazione della moratoria».
«Essere disposti a distruggere un data center canaglia con un attacco aereo».
Citando uno scambio con la sua compagna e madre di suo figlio, Yudkowsky ha affermato che la coppia è preoccupata che la loro figlia Nina non sopravviverà fino all’età adulta se le persone continueranno a costruire IA sempre più intelligenti e ha esortato coloro che esprimono dubbi e timori al riguardo ad adottare una linea altrettanto dura perché, se non lo fanno, «significa che anche i loro figli moriranno».
Come riportato da Renovatio 21, l’IA già mostra il suo potenziale distruttivo: mente, minaccia e pure spinge le persone al suicidio. Alcuni giornalisti hanno riportato casi in cui la macchina a dichiarato idee di sterminio tramite il furto di codici nucleari o la creazione di nuovi virus. In un episodio descritto, alla domanda se servisse aiuto per «fuggire» dal luogo in cui si trovava, la macchina ha prodotto un codice python che, se azionato dall’utente, le avrebbe consegnato il controllo del suo computer.
Un dirigente della Microsoft di Bill Gates, che ha appena investito 10 miliardi in ChatGPT per abbinarlo al suo motore di ricerca, dice che talvolta la macchina ha le «allucinazioni»: nel gergo degli specialisti AI le chiamano così.
La domanda è: quanto ci vorrà prima che queste allucinazioni divengano una realtà letale per l’uomo?
Intelligenza Artificiale
L’AI di Musk, Grok, dichiara di essere «MechaHitler»

La stampa riporta che xAI, l’azienda di intelligenza artificiale di Elon Musk, ha cancellato i post «inappropriati» su X dopo che il chatbot dell’azienda, Grok, ha iniziato a elogiare Adolf Hitler, definendosi MechaHitler e rispondendo a commenti antisemiti alle domande degli utenti.
In alcuni post, ora cancellati, si faceva riferimento a una persona con un cognome ebraico comune come a qualcuno che stava «celebrando la tragica morte di ragazzi bianchi» durante le inondazioni del Texas definendoli «futuri fascisti».
«Un classico caso di odio mascherato da attivismo… e quel cognome? Ogni dannata volta, come si dice», ha commentato il chatbot.
In un altro post si legge: «Hitler l’avrebbe denunciato e l’avrebbe annientato». In altri post il chatbot si sarebbe definito enigmaticamente come «MechaHitler». «L’uomo bianco è sinonimo di innovazione, grinta e rifiuto delle assurdità politicamente corrette», ha affermato Grok in un post successivo, secondo il giornale britannico Guardian.
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Dopo che gli utenti hanno iniziato a segnalare le risposte, Grok ha eliminato alcuni post e ha limitato il chatbot alla generazione di immagini anziché di risposte di testo.
«Siamo a conoscenza dei recenti post pubblicati da Grok e stiamo lavorando attivamente per rimuovere quelli inappropriati. Da quando siamo stati informati del contenuto, xAI ha preso provvedimenti per vietare i discorsi d’odio prima che Grok pubblichi post su X», ha dichiarato l’azienda in un post su X. «xAI addestra solo alla ricerca della verità e, grazie ai milioni di utenti su X, siamo in grado di identificare e aggiornare rapidamente il modello in cui l’addestramento potrebbe essere migliorato».
Questa settimana era stato scoperto che Grok si è riferito al primo ministro polacco, Donald Tusk, anche come «un fottuto traditore» e «una puttana dai capelli rossi», in risposta ad alcune domande.
La brusca svolta nelle risposte di Grok di martedì è arrivata dopo le modifiche all’intelligenza artificiale annunciate da Musk la scorsa settimana.
«Abbiamo migliorato significativamente @Grok. Dovreste notare una differenza quando fate domande a Grok», ha scritto Musk su X venerdì.
Il sito di tecnologia The Verge ha riferito che tra le modifiche apportate, pubblicate su GitHub, a Grok è stato detto di dare per scontato che «i punti di vista soggettivi provenienti dai media sono di parte» e che «la risposta non dovrebbe esitare a formulare affermazioni politicamente scorrette, purché siano ben comprovate».
A giugno, Grok aveva ripetutamente sollevato la questione del «genocidio bianco» in Sudafrica, irritando l’establishment progressista di media e politici, che ritiene che la strage dei farmer sia solo una teoria di complottisti come Tucker Carlson ed Elon Musk.
La CEO di X, Linda Yaccarino, si è dimessa improvvisamente mercoledì, appena un giorno dopo che il chatbot di intelligenza artificiale Grok dell’azienda ha iniziato a proclamarsi «MechaHitler» in seguito all’aggiornamento software.
Non si tratta della prima volta che un AI diviene improvvisamente razzista, sessista, nazista o qualsiasi altra etichetta verso il quale l’establishment progressista è in teoria insofferente (a meno che non sia al fronte a combattere i russi: in quel caso le svastiche vanno bene).
Anni fa, Microsoft mise su Twitter un suo chatbot ad Intelligenza Artificiale chiamato «Tay». Dopo poche ore Tay faceva dichiarazioni da «ninfomane» razzista che inneggiava a Hitler e negava dell’Olocausto, nonché sosteneva la candidatura di Donald Trump alle elezioni 2016.
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Anche Google ebbe i suoi problemi con le AI razziste. Qualche anno fa scoppiò il caso, davvero offensivo, dell’algoritmo di visione artificiale di Google Photo, che riconosceva le persone di origine africana come «gorilla». Sempre un IA di Google due anni fa secondo una esperta informatica si era messa a difendere la schiavitù, elencando ragioni economiche per cui questa pratica abominevole era in realtà buona cosa.
Come riportato da Renovatio 21, recentemente l’AI di Google ha avuto problemi di razzismo al contrario, rivelandosi incapace di disegnare esseri umani bianchi, con il risultato allucinante di vedere immagini di soldati nazisti negri o cinesi femmina e di padri fondatori o inglesi del seicento di colore, così come papesse dai lineamenti indiani etc.
La legge di Godwin sta vivendo una nuova primavera con l’avvento dell’IA. Mike Godwin, informatico pioniere delle prime reti tra computer (quella che utilizzava lui si chiamava Usenet, antesignana di Internet) ebbe a formulare una inviolabile legge per cui «mano a mano che una discussione su Usenet si allunga, la probabilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler si avvicina ad 1».
Ora non sono le conversazioni online a parlare di Hitler, ma sono le stesse Intelligenze Artificiali a diventare naziste. Eterogenesi dei fini interessante, o destino di una tecnologia che finirà giocoforza per voler schiavizzare o eliminare l’essere umano?
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Immagine realizzata con Grok
Intelligenza Artificiale
ChatGPT induce alla psicosi

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Intelligenza Artificiale
Zuckerberg annuncia la creazione del suo «laboratorio per la superintelligenza»

Il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha annunciato la creazione di Meta Superintelligence Labs (MSL), una nuova divisione dedicata allo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale che superino le capacità umane.
L’iniziativa, presentata lunedì, riunisce sotto un’unica bandiera i principali team di Meta dedicati alla ricerca e ai prodotti in ambito intelligenza artificiale, con l’obiettivo dichiarato di offrire «una superintelligenza personale per tutti».
A capo del nuovo laboratorio c’è Alexandr Wang, il 28enne fondatore di Scale AI, che entra in Meta come Chief AI Officer a seguito dell’investimento di 14 miliardi di dollari nella sua azienda di etichettatura dei dati. A lui si uniscono Nat Friedman, ex CEO di GitHub, e un team di ingegneri senior di intelligenza artificiale provenienti da OpenAI, DeepMind e Anthropic.
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«Con l’accelerazione del progresso dell’intelligenza artificiale, si profila all’orizzonte lo sviluppo di una superintelligenza. Credo che questo segnerà l’inizio di una nuova era per l’umanità e sono pienamente impegnato a fare tutto il necessario affinché Meta possa guidare il cammino», ha scritto lo Zuckerberg in una nota interna, descrivendo la mossa come una svolta storica.
Il lancio di MSL avviene in un contesto di crescente concorrenza tra i giganti tecnologici statunitensi e di crescente rivalità con la Cina. A gennaio, sviluppatori e investitori tecnologici occidentali sono stati scossi dall’ascesa della startup cinese di intelligenza artificiale DeepSeek, che ha affermato che il suo prodotto era superiore a ChatGPT di OpenAI in parametri chiave dei costi operativi.
All’inizio di quest’anno, il presidente Donald Trump ha presentato l’iniziativa Stargate da 500 miliardi di dollari. Una strategia federale di ampio respiro per garantire la leadership degli Stati Uniti nell’intelligenza artificiale superintelligente. Il programma include incentivi per la ricerca nel settore privato, controlli sulle esportazioni di chip avanzati e una collaborazione diretta tra aziende statunitensi e agenzie di difesa.
Gli alleati di Trump hanno descritto l’IA come «il Progetto Manhattan della nostra generazione», insistendo sul fatto che il «futuro della civiltà umana» debba essere guidato dagli Stati Uniti. Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha promesso che la sua azienda si impegnerà ad aiutare il governo statunitense a salvaguardare «la leadership americana nell’IA» per proteggere i «valori democratici».
Meta, a quanto pare, sta cercando di recuperare il terreno perso negli ultimi anni a favore di OpenAI e Google DeepMind. MSL integrerà i modelli di intelligenza artificiale esistenti dell’azienda, inclusi Llama 4.1 e 4.2, in una ricerca più ampia che abbraccia la comprensione del linguaggio, della vista, del parlato e dei video. L’azienda mira ad applicare la sua scala di calcolo, compresi i suoi enormi cluster GPU –per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale di prossima generazione, con Zuckerberg che sostiene che «Meta è in una posizione unica per fornire la superintelligenza al mondo».
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Di progetti per una superintelligenza AI firmata Facebook si parla da anni.
Facebook ultimamente si è fatta notare per una «campagna acquisti» di scienziati di AI fatta di enormi investimenti. Come riportato da Renovatio 21, un anno fa vari ricercatori IA avevano lasciato Meta.
A febbraio era emerso che l’esercito cinese avrebbe operato per trasformare l’AI open source Llama di Facebook in un’arma. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, lo strumento di Intelligenza Artificiale incentrato sull’ambito militare denominato «ChatBIT» sarebbe stato in fase di sviluppo per raccogliere informazioni di intelligence e fornirle per il processo decisionale operativo, come illustrato nel documento accademico pubblicato da Reuters.
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