Autismo
La svolta di Roma. Resoconto della conferenza “Fede, Scienza e Coscienza”
Ieri a Roma c’è stata una svolta.
Una svolta che non ha precedenti storici. Nella Casa Bonus Pastor, si è svolto il convegno «Fede, Scienza e Coscienza – L’utilizzo di feti abortiti per la produzione farmaceutica».
Per i cattolici è una prima assoluta – una parte della Chiesa si apre all’ascolto di questo problema abissale: l’uso di feti abortiti nella ricerca scientifica e nella produzione di farmaci.
La sala era gremita già venti minuti prima dell’inizio. L’evento, come sappiamo, era sold out da giorni.
L’arrivo in sala di Sua Eminenza Cardinale Raymond Leo Burke strappa uno scrosciante ed affettuoso applauso al principe della Chiesa Cattolica Romana.
Vi erano persone di tutte le età: bambini, giovani, giovanissimi, adulti e anche diversi nonni: un pubblico, cioè, di estrazione molto eterogenea.
A presentare e moderare l’incontro il cofondatore e portavoce di Renovatio 21 Cristiano Lugli.
Ad aprire i lavori, un messaggio del Cardinale Burke.
«Spero che il presente incontro possa giovare al bene comune del popolo italiano e di tutti i popoli (…) sappiamo bene che anche il più desiderabile fine non può mai giustificare l’utilizzo di mezzi contrari alla legge morale (…) la questione morale si estende anche agli effetti collaterali del vaccino» ha detto il Cardinale Burke.
«Il nostro incontro di oggi è stato un atto di grande benevolenza e di carità verso la nostra società, verso tutti i nostri fratelli e sorelle affinché tutti noi possiamo avere a nostra disposizione delle misure cautelative necessarie che siano in se stesse anche moralmente giuste, cioè coerenti con il piano di Dio per noi e per tutta la Sua creazione. Che Dio ci benedica e ci dia la sapienza il coraggio di fare sempre il bene e così di servire sempre il bene di tutti i nostri fratelli e sorelle».
È seguito l’intervento di Debi Vinnedge, presidente dell’associazione americana Children of God for Life, che ha tracciato, in modo davvero esauriente, tutta la storia dell’utilizzo di feti abortiti per l’isolamento dei virus e la produzione conseguente dei vaccini attraverso le linee cellulari costruite con materiale organico di questi bambini sacrificati sull’altare di una cosiddetta «scienza».
Sono state offerte informazioni davvero sconvolgenti, incontestabili perché dimostrate attraverso fatti, documenti e citazioni precise e impossibili da contraddire, a meno di scadere nel ridicolo. Le basi eugenetiche dell’uso di feti abortiti sono emerse con chiarezza agghiacciante.
Un silenzio tombale, menti e cuori rapiti da una storia che in Italia non era mai stata raccontata in modo così preciso e dettagliato. Tanti occhi lucidi, dritti verso il tavolo dei relatori, mentre la storia di centinaia di bambini abortiti volontariamente (con buona pace dei Lopalco di turno che vorrebbero cavarsela riducendo i numeri reali e risolvendo il problema dell’inviolabilità della vita umana a calcolino matematico) sfata tutte le falsità che si sono pronunciate su questo tema.
La Dott.ssa Vinnedge ha poi parlato della GlaxoSmithKline, che in America, dopo alcune pressioni, avrebbe prodotto dei vaccini etici, cioè senza linee cellulari di feti abortiti ma con linee animali. Cogliamo l’occasione per ricordare che però, in Italia, la GSK produce il Priorix Tetra – cioè il vaccino MPR – all’interno del quale si trova la linea cellulare MRC-5.
Parrebbe che in USA la parte del cattivo la voglia fare Merck, mentre quelli della GSK si comporterebbero da bravi ragazzi. Come è stato fatto notare alla signora Vinnedge al termine della conferenza, si tratta di una classica tecnica: good cop, bad cop. Poliziotto buono, poliziotto cattivo. Sappiamo esistono, all’interno del mercato farmaceutico, patti più o meno occulti tramite i quali le multinazionali si dividono il mercato, e, par di comprendere, anche i ruoli del film.
Il secondo intervento è stato quello della dottoressa Martina Collotta, medico chirurgo ed esperta di bioetica. Un intervento breve, di cerca venti minuti, per spiegare come avvengono le pratiche di aborto necessarie per ricavare cellule di feto estratte dagli organi venduti alla macchina di morte farmaceutica.
A questo punto, qualcuno è pure uscito dalla sala in lacrime, sconvolto e stravolto da un male di cui forse non conosceva la portata, semplicemente perché nessuno, nemmeno le tanto impegnate associazioni pro-life italiane, si era mai preso la briga di spiegarlo davvero.
«Queste pratiche sono terribili, perché i feti devono essere sani, ed estratti con metodiche disumane per non danneggiare i tessuti che poi serviranno per le linee cellulari. Servono alternative etiche contro questa grave immoralità»
«Queste pratiche sono terribili, perché i feti devono essere sani, ed estratti con metodiche disumane per non danneggiare i tessuti che poi serviranno per le linee cellulari. Servono alternative etiche contro questa grave immoralità. Il documento del 2017 della Pontificia Accademia per la Vita è allucinante, perché non tiene conto di cosa sia davvero la cooperazione al male» ha detto la dottoressa Collotta, che ha fatto il sacrificio di partecipare alla conferenza pur essendo oramai prossima a partorire.
Proprio oggi ci è pervenuta la mail di una mamma che ci ha scritto: «Buonasera, ieri pomeriggio siamo stati presenti alla Vostra conferenza, e io ho pianto quando la Dott.ssa Collotta parlava delle metodologie di aborto». Signora, le assicuriamo che lei non è sola.
Un applauso senza fine ha accompagnato la conclusione del breve ma potente intervento della Dott.ssa Collotta, che ha lasciato poi il posto al dottor Stefano Montanari, ricercatore e direttore del laboratorio Nanodiagnostics di Modena.
«Io sono qui come scienziato, ma anche come uomo della strada che non può fare a meno di porsi e porre qualche domanda davanti a queste gravi questioni» ha detto il dottor Montanari.
«Se quello dei feti abortiti è un problema per i cristiani e per i cattolici – ha proseguito il ricercatore modenese – bisognerebbe però anche capire come mai musulmani ed ebrei tacciano sulla notevole presenza di gelatine di maiale nei vaccini. Molti, o meglio dire quasi tutti i vaccini, contengono gelatine di maiale. Gli estremisti islamici, per uccidere il nemico, intingono solitamente le pallottole dentro al sangue di maiale. Lo fanno perché, una volta che la pallottola raggiunge l’avversario e lo uccide, il sangue di maiale – considerata la cosa più impura che ci possa essere per un musulmano – secondo il credo islamico negherà l’accesso in paradiso di questo nemico. Come mai, allora, tutto questo silenzio sulle tracce di maiale che vengono inoculate a milioni di bambini musulmani? E come si spiega anche il silenzio degli ebrei su questo tema, per loro che considerano il maiale come altrettanto impuro e proibito? Se fino ad ora hanno scherzato sulle loro ragioni religiose, allora diciamocelo apertamente. Se però le cose stanno così, allora siamo di fronte ad un’incoerenza quanto meno aberrante».
Al termine del suo intervento, accompagnato da un lungo e caloroso applauso, il Cardinale Burke si è alzato in piedi per ringraziare personalmente Montanari, che con grande rispetto e stima, ha baciato l’anello dell’Eminenza. Segno, questo, di una possibile, onesta, rispettosa e veritiera collaborazione fra Fede e Scienza.
È stato poi il turno della dottoressa Theresa Deisher, una delle più importanti ricercatrici al mondo sul tema della presenza di DNA esterno nei vaccini, causa probabile dell’aumento esponenziale del cancro infantile e giovanile, nonché dello spettro autistico. Inutile sottolineare la ricchezza delle informazioni che la dottoressa Deisher ha fornito a tutti presenti e a tutti gli spettatori a casa che hanno seguito la diretta streaming.
Infine, il fondatore di Renovatio 21 Roberto Dal Bosco ha ricordato brevemente come tutti questi temi – aborto, vaccini, eutanasia, fecondazione in vitro, predazione degli organi – siano in verità tutti elementi di un unico assalto alla dignità umana, un assalto che ci interroga sulla necessaria riformulazione dello Stato e del suo apparato sanitario.
Negli ultimi minuti, fra la commozione di tanti, c’è stata la benedizione che Sua Eminenza, Cardinale Raymond Leo Burke, ha voluto dare al convegno, alla nostra battaglia etica e a tutti i presenti in sala.
A conclusione di tutto questo, possiamo dire di aver ottenuto un grande risultato, che speriamo possa essere un punto di partenza importante su cui continuare ora la nostra battaglia.
Una battaglia che ha però bisogno di tutti voi: della vostra voglia di combattere, delle vostre forze e anche dei vostri pianti.
State con noi.
Avanti.
Per la difesa dei nostri figli, per la difesa della Vita Umana, per superare le rovine e ricostruire questo 21° secolo.
La redazione di Renovatio 21
Autismo
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»
Una donna autistica di 28 anni morirà di suicidio assistito a maggio nei Paesi Bassi dopo aver lottato con depressione e malattie mentali, con il suo psichiatra che le dice che le sue condizioni sono incurabili e non miglioreranno mai. Lo riporta LifeSiteNews.
La giovane, che non soffre di alcuna malattia fisica, ha deciso di porre fine alla sua vita con il suicidio assistito dopo che gli psichiatri hanno affermato di aver esaurito ogni mezzo per aiutarla ad affrontare le sue malattie mentali, che include il disturbo borderline di personalità, scrive The Free Press.
I suoi problemi con la malattia mentale le hanno impedito di finire la scuola o di iniziare una carriera.
Secondo le disposizioni della donna, dopo essere stata uccisa, il suo corpo sarà cremato senza funerale e le sue ceneri sparse nel bosco.
La scelta di togliersi la vita è stata presa nonostante la sua ammessa paura della morte derivante dall’incertezza di ciò che accade dopo la morte. «Ho un po’ paura di morire, perché è l’ultima incognita», ha detto. «Non sappiamo davvero cosa accadrà dopo – o non c’è niente? Questa è la parte spaventosa».
La diagnosi di autismo e malattia mentale come «incurabili» e «insopportabili» è diventata una tendenza crescente nei Paesi Bassi, con uno studio pubblicato nel giugno 2023 che ha rivelato 40 casi durante un periodo di 10 anni dal 2012 al 2021, scrive LifeSite. In un terzo di questi casi, a quelli con autismo o disabilità intellettiva veniva detto che non c’era speranza di migliorare la loro vita, e quindi la loro condizione veniva considerata «incurabile».
«Aiutare le persone con autismo e disabilità intellettive a morire è essenzialmente eugenetica», ha dichiarato Tim Stainton, direttore del Canadian Institute for Inclusion and Citizenship presso l’Università della British Columbia.
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L’uccisione programmata della donna autistica di 28 anni arriva mentre i Paesi Bassi continuano ad ampliare la portata di ciò che legalmente qualifica per l’eutanasia, con una nuova legge in vigore dal 1° febbraio che consente l’uccisione di bambini malati terminali di età compresa tra 1 e 12 anni ritenuti malati al punto di «soffrire disperatamente e insopportabilmente».
La legge consente ai genitori di decidere di uccidere il proprio figlio anche se il bambino non è disposto o non è in grado di acconsentire, scrive LifeSite.
Come riportato da Renovatio 21, è in atto una Finestra di Overton in cui la popolazione viene portata gradualmente a considerare l’eutanasia degli autistici come un fatto razionale, accettabile, legale.
Tale manipolazione massiva verso l’uccisione degli autistici è destinata a crescere esponenzialmente visti i numeri dell’aumento dei casi di autismo, che fanno parlare di un vero e proprio «tsunami dell’autismo» che sta per investire la Sanità mondiale, le cui risorse economiche ed umane sono calcolate come insufficienti rispetto alla spaventosa quantità di persone colpite dalla malattia.
Nel frattempo, sta emergendo in tanta letteratura scientifica, come sottolineato di recente anche dal dottor Peter McCullough: una correlazione netta tra autismo e transgenderismo.
L’eutanasia degli autistici – in quanto possibili danneggiati da vaccino – era stata preconizzata diversi anni fa da Renovatio 21, che ne parlò in una delle sue prime conferenze pubbliche. Il video è stato, ovviamente, censurato e tolto da YouTube, qualche mese fa.
Ne abbiamo testé caricato un brano su X.
Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
«Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» domandavamo nel 2017.
L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari.
Il Regno Sociale di Satana passa anche da qui.
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Autismo
Finestra di Overton per l’inarrestabile incremento dell’autismo: dal vaccino al sacrificio umano dell’eutanasia infantile
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«Abbiamo visto che eliminano completamente i down, perché la loro è una vita indegna di essere vissuta» dicevo indicando il caso dell’Islanda down-free. «E una vita indegna di essere vissuta, va eliminata… voi pensate che sia impossibile? Il re cattolico del Belgio nel 2014 ha firmato una legge per cui si può fare l’eutanasia del bambino, basta che il bambino sia “consenziente”… l’eutanasia infantile è arrivata… qualcuno lo chiama aborto post-natale» dicevo. Poi parlavo del caso di Charlie Gard, il bambino lasciato morire della Sanità inglese, e del suo messaggio, e cioè il «pensare che si possono ammazzare i bambini anche già nati… i bambini danneggiati si possono ammazzare». «Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» Ricordo il gelo che scese nella sala. Da persona che lavora con i teatri, so percepire la temperatura di una sala. Lì era precipitato tutto sottozero all’istante, al punto che mi fermai prima ancora di finire la frase. L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari. Il capolavoro della Necrocultura di Satana è più visibile che mai: come con l’aborto – dove è la madre ad uccidere il suo figlio indifeso – anche qui l’eliminazione massiva di questa parte della popolazione in crescita verrà fatta passare per il consenso della famiglia, distruggendone, di fatto, ogni suo tessuto morale. La famiglia da luogo della vita, diventa luogo della Morte. La famiglia, la cellula primaria della società nella quale visse lo stesso Dio incarnato, il cuore della legge naturale, viene pervertita in modo sanguinario. È il Regno Sociale di Satana: parte dalle siringhe dei sieri e, dopo dolore e malattia, torna alle siringhe, ma dello sterminio biomedico di Stato. Dalla siringa al sacrificio umano. Lo Stato moderno fa così Quanto ci piacerebbe che la «consapevolezza sull’autismo», e le sue giornatone ONU pagate dal contribuente, parlasse di queste cose. Un’ultima cosa detta ai censori e ai «normalisti» che leggono queste righe e ridacchiano, o si scandalizzano, magari presi dalla voglia di segnalarci alle «autorità competenti» per «disinformazione»: ecco a voi il nostro dito medio, e ve lo siete meritato tutto, perché le vostre azioni stanno portando avanti nei decenni questo programma di morte e devastazione che usa i bambini come strumenti, come armi per la rivoluzione biologica che sta rovinando il mondo. Siatene consapevoli: la Necrocultura travolgerà anche voi e le vostre patetiche esistenze di volonterosi carnefici di Moloch. Svegliatevi. Convertitevi. Roberto Dal Bosco SOSTIENI RENOVATIO 21Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
Autismo
Vaccini COVID-19 collegati all’autismo nei ratti vaccinati: studio
Uno studio condotto in Turchia ha scoperto che ratti femmine a cui erano stati iniettati vaccini mRNA contro il COVID-19 hanno dato alla luce prole che mostrava sintomi di autismo e conteggi neuronali inferiori nel cervello. Lo riporta Epoch Times.
Lo studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Neurochemical Research il 10 gennaio, ha esaminato i collegamenti tra i vaccini mRNA COVID-19 e i disturbi dello sviluppo neurologico, con particolare attenzione all’autismo, analizzando la prole di ratti gravidi a cui erano stati iniettati i vaccini mRNA COVID-19 durante la gestazione.
I ricercatori hanno scoperto che i vaccini hanno avuto un «profondo impatto sui principali percorsi dello sviluppo neurologico», con la prole maschile che mostrava «comportamenti pronunciati simili all’autismo, caratterizzati da una marcata riduzione dell’interazione sociale e di modelli di comportamento ripetitivi».
«Inoltre, si è verificata una sostanziale diminuzione della conta neuronale nelle regioni critiche del cervello, indicando una potenziale neurodegenerazione o uno sviluppo neurologico alterato. I ratti maschi hanno anche dimostrato prestazioni motorie compromesse, evidenziate da una ridotta coordinazione e agilità», scrivono i ricercatori.
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Nello studio, i ratti femmine sono stati assegnati in modo casuale in due gruppi. Quelli del Gruppo 1 hanno ricevuto un’iniezione salina intramuscolare il tredicesimo giorno di gestazione, mentre i ratti del Gruppo 2 hanno ricevuto iniezioni di Pfizer lo stesso giorno. C’erano sette ratti femmine nel Gruppo 1 e otto nel Gruppo 2, per un totale di 15 ratti.
Sono nati in totale 41 figli: 20 nel gruppo salino e 21 tra quelli vaccinati. La prole è stata sottoposta a molteplici test comportamentali 50 giorni dopo la nascita, durante i quali i ricercatori hanno annotato le loro prestazioni:
- Open Field Test, che ha testato l’attività locomotoria generale e l’ansia.
- Comportamento di allevamento indotto dalla novità, che ha valutato la prole per i loro comportamenti esplorativi.
- Test di socievolezza e novità sociale a tre camere, che valutava la socievolezza della prole.
- Rotarod Test, che ha analizzato le capacità motorie e la resistenza della prole.
I ricercatori hanno riscontrato una «differenza significativa» tra maschi e femmine nel gruppo vaccino in termini di coordinazione motoria ed equilibrio, con la prole maschile che mostrava capacità compromesse «più pronunciate». Tuttavia, non sono state osservate differenze di questo tipo nella coordinazione motoria e nell’equilibrio basate sul sesso nella prole nata da ratti a cui era stata somministrata soluzione salina.
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Nei test di socialità, i figli maschi del gruppo vaccino sono stati visti trascorrere «molto meno tempo» con ratti che erano loro estranei rispetto ai figli maschi del gruppo trattato con soluzione salina. Questa differenza non esisteva quando si confrontavano le figlie del gruppo vaccino con quelle del gruppo soluzione salina.
I risultati «sottolineano l’importanza di considerare il sesso come una variabile biologica nella ricerca sui vaccini ed evidenziano la necessità di studi mirati per esplorare ulteriormente le implicazioni di questi effetti specifici del sesso».
Lo studio è stato finanziato dal Consiglio per la ricerca scientifica e tecnologica della Turchia, e gli autori non hanno dichiarato conflitti di interessi.
Dopo che i ratti nati sono stati testati, i ricercatori li hanno soppressi, hanno estratto il loro cervello e li hanno sottoposti a valutazioni biochimiche e istologiche. L’istologia si riferisce alla struttura microscopica di organi, tessuti e cellule.
Analogamente ai test comportamentali, anche le valutazioni biochimiche e istologiche hanno riscontrato che i figli maschi dei gruppi vaccinati erano colpiti. I ratti avevano «una conta neuronale significativamente diminuita» in alcune regioni dell’ippocampo rispetto ai maschi del gruppo salino. L’ippocampo è la parte del cervello che ha il compito di formare nuovi ricordi, apprendimento ed emozioni.
Allo stesso modo, anche la conta delle cellule di Purkinje nel cervelletto era «significativamente inferiore» nei figli maschi del gruppo vaccino. Le cellule di Purkinje sono un tipo di neurone situato nel cervello.
«Non sono state riscontrate differenze significative» tra le femmine del gruppo vaccino e quelle trattate con soluzione salina in termini di conta neuronale nell’ippocampo o nella conta delle cellule di Purkinje.
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I ricercatori hanno anche esaminato i livelli di BDNF nel cervello e l’espressione del gene WNT nella prole. Il BDNF è una proteina che influenza le funzioni cerebrali, come l’induzione di una nuova crescita neuronale, la prevenzione della morte delle cellule cerebrali esistenti e il supporto delle funzioni cognitive. Bassi livelli di BDNF sono stati collegati a uno scarso sviluppo neurale, all’Alzheimer e a disfunzioni dei neurotrasmettitori.
Nel frattempo, il gene WNT è stato collegato alla secrezione di proteine di segnalazione coinvolte nello sviluppo neurologico. Sia nella prole maschile che in quella femminile del gruppo vaccino, i livelli cerebrali di BDNF sono risultati «significativamente diminuiti» rispetto alle loro controparti del gruppo salino.
L’espressione del gene WNT era «significativamente diminuita» nella prole maschile del gruppo vaccino rispetto ai maschi del gruppo soluzione salina. Nelle femmine, la prole del gruppo vaccino ha mostrato un’espressione del gene WNT «non significativamente più alta» rispetto al gruppo soluzione salina.
«Il vaccino mRNA per il COVID-19 sembra indurre comportamenti simili all’autismo nei ratti maschi, influenzando i percorsi WNT e BDNF in entrambi i sessi», afferma lo studio. «Questo risultato specifico per genere enfatizza le domande sull’influenza del vaccino sulla funzione e sulla struttura del cervello».
«C’è una notevole maggiore prevalenza di ASD (disturbo dello spettro autistico) nei maschi rispetto alle femmine, il che indica fattori biologici innati che influenzano la manifestazione dei disturbi dello sviluppo neurologico in modo diverso tra i sessi».
Gli autori hanno chiesto che vengano condotte ulteriori ricerche su questi argomenti per «convalidare questi risultati nelle popolazioni umane e per svelare i complessi meccanismi alla base degli effetti osservati».
«Lo studio ha suscitato intense reazioni da parte della comunità scientifica. Il radiologo e ricercatore sul cancro William Makis ha definito i risultati dello studio “scioccanti” in un post del 12 gennaio» scrive Epoch Times, che ricorda come i media hanno spinto con decisione perché le donne incinte si vaccinassero per il COVID. «È ora di fermare immediatamente i vaccini mRNA contro il COVID-19 e di iniziare a valutare il danno incalcolabile arrecato alla prossima generazione», ha affermato Makis.
NEW ARTICLE: mRNA & Pregnancy – New Turkish Study: Pregnant rats were given Pfizer COVID-19 mRNA Vaccine.
Newborn rats developed autism, had fewer neurons, impaired motor function, neuro-degeneration & poor neurodevelopment
Shocking new study just published Jan.11, 2024!… pic.twitter.com/FCYDKojFx4
— William Makis MD (@MakisMD) January 12, 2024
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Uno studio sulla popolazione dei vaccinati italiani pubblicato sulla rivista Vaccines in ottobre aveva anche collegato i vaccini COVID-19 a problemi neurologici. Lo studio rilevava che circa il 31,2% degli individui vaccinati ha sviluppato complicazioni neurologiche post-vaccinazione, in particolare tra quelli a cui è stato iniettato il vaccino AstraZeneca.
Il profilo di rischio neurologico del vaccino AstraZeneca comprendeva mal di testa, tremori, spasmi muscolari, insonnia e acufene, mentre il profilo di rischio del vaccino Moderna comprendeva sonnolenza, vertigini, diplopia (visione doppia), parestesia (sensazione di intorpidimento o prurito sul viso o sulla pelle), alterazioni del gusto e dell’olfatto e disfonia (raucedine o perdita della voce normale).
Per quanto riguarda i vaccini Pfizer, i ricercatori hanno riscontrato «un aumento del rischio» di nebbia cognitiva o difficoltà di concentrazione.
Il tema della correlazione tra autismi e vaccini è stato un tabù assoluto almeno da fine anni Novanta, quando essa fu tenuemente ipotizzata in uno studio condotto da vari ricercatori capeggiati dal dottor Andrew Wakefield. Negli anni, studi hanno dimostrato nei bambini non vaccinati meno casi di autismo e allergie.
Come riportato da Renovatio 21, il numero di bambini autistici sta aumentando di anno in anno in modo impressionante, rendendo la loro futura assistenza economicamente quasi insostenibile per la società.
Nei Paesi Bassi intanto avanza l’ipotesi, preconizzata da Renovatio 21 sin dalla sua prima conferenza nel 2017, dell’eutanasia di Stato per gli affetti da autismo.
La ricercatrice biomolecolare americana Theresa Deisher ha teorizzato un legame tra l’uso di cellule di aborto nei vaccini e l’impennata dei casi di autismo.
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