Sorveglianza
Debancarizzato il sovranista portoghese Gonçalves

L’attivista politico portoghese Afonso Gonçalves ha affermato che una banca locale ha chiuso il suo conto personale senza preavviso né spiegazioni.
Il Gonçalves, appena 24 anni, è il fondatore di Reconquista, un movimento nazionalista di destra fondato nel 2023, che descrive la sua associazione come un’iniziativa «metapolitica» volta a rimodellare il panorama culturale e politico del Portogallo.
L’attivista ha affermato che Novobanco, una delle principali banche portoghesi, ha chiuso il suo conto senza fornire spiegazioni e non ha risposto alle richieste di informazioni.
🚨 O Novo banco ENCERROU a minha conta bancária, alegando “políticas internas” e deu-me 24H para retirar os fundos.
Em Portugal já não há liberdade. Vivemos uma ditadura.
➡️ Preciso da TUA ajuda para combater o sistema.
Faz já o teu donativo (Comentários)👇🏻 pic.twitter.com/oR787tXhX8— Afonso Gonçalves (@AfonsoJFG) May 30, 2025
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«Ho chiesto loro di inviarmi una motivazione scritta. Mi hanno semplicemente detto “no”», ha dichiarato Gonçalves in un video pubblicato su YouTube venerdì.
L’attivista è noto per il suo aperto sostegno alla trasparenza finanziaria e alla libertà di parola. Nel suo video, sembra aver collegato la chiusura alle sue opinioni politiche, sebbene non abbia fornito prove a sostegno di questa affermazione. «Questo è ciò che accade quando dici la verità. Vieni messo a tacere».
La chiusura dei conti bancari in Portogallo è legalmente consentita a determinate condizioni, come il sospetto di frode o il rispetto delle leggi antiriciclaggio. Tuttavia, gli istituti finanziari sono generalmente tenuti a fornire una motivazione su richiesta. Gonçalves non ha dichiarato se intende presentare un reclamo formale.
Finora non sono stati segnalati procedimenti giudiziari o azioni legali relativi alla chiusura. Gonçalves ha concluso il suo video affermando che avrebbe continuato a «lottare per la libertà finanziaria» e ha incoraggiato gli altri a prestare attenzione a quella che ha definito «censura sistemica».
La chiusura unilaterale dei conti bancari da parte di banche ed autorità – chiamata ora «debancarizzazione» – è diventata sempre più comune in Occidente.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato era stata debancarizzata un TV anti-globalista tedesca, AUF. Nel 2023 era stato debancarizzato il leader del partito sovranista AfD Tino Chrupalla.
In Gran Bretagna, il leader del partito di destra Reform UK, Nigel Farage, ha dichiarato nel giugno 2023 che la banca privata Coutts gli aveva chiuso il conto. La società madre NatWest aveva inizialmente addotto motivazioni finanziarie, ma documenti interni avrebbero in seguito dimostrato che le sue opinioni politiche avevano influenzato la decisione. Successivamente Farage ha messo in guardia riguardo la tirannia della società senza contanti che è di fatto in via di caricamento ovunque per tramite delle monete elettroniche di Stato (CBDC) come l’euro digitale.
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In Canada, le autorità hanno congelato i conti bancari dei manifestanti del Freedom Convoy nel 2022, in base a poteri di emergenza. L’allora vice primo ministro Chrystia Freeland ha affermato che la misura era rivolta a chi finanziava le proteste antigovernative. Il blocco statale arrivò a fermare anche le campagne di raccolta fondi e pure le criptovalute.
Il caso più recente si è verificato in Germania il mese scorso, quando l’ex cancelliere Gerhard Schröder si è trovato a fronteggiare il blocco dei pagamenti da parte della Sparkasse Hannover a causa di preoccupazioni relative ai legami con la Russia. La banca avrebbe bloccato quasi 500.000 euro di trasferimenti annuali legati al ruolo di Schröder nel consiglio di amministrazione di Nord Stream 2, un progetto di gasdotto di proprietà del colosso energetico russo Gazprom, nonostante non fosse soggetto a sanzioni.
Un’ondata di debancarizzazioni aveva colpito anche i supporter di Bolsonaro che protestavano contro le elezioni che hanno portato al potere Lula, che essi ritenevano truccate.
Come riportato da Renovatio 21, il Kuwait pochi mesi fa ha promesso di debancarizzare chiunque non sottoporrà allo Stato le sue impronte digitali.
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Sorveglianza
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Pensiero
Massacro trans di bambini, ecco lo stragista ideale dei «conservatori». Per un futuro di sorveglianza totale

Erano passate poche ore dal massacro di Minneapolis che già fioccavano in rete teoria di tutti i tipi. Et pour cause: come è stato notato da molti, non era mai accaduto che emergessero così tante informazioni su uno stragista scolastico.
Ricordiamo il caso del Tennessee: ci sono voluti mesi e mesi prima che il famigerato «manifesto» dell’assassina transessuale Audrey Hale fosse pubblicato – e pubblicato perché trapelato in barba alle forze dell’ordine. E invece qui i diari del mostro sono subito fruibili, persino in formato video. C’è tutto, disegni, scritti, meme, confessioni… ogni cosa è subito in chiaro, in tutta la sua portata allucinante.
Alcuni notano ancora la differenza che vi è tra il caso di Robert Westman e di Thomas Matthew Crooks, il coetaneo che sparò al candidato presidente Donald Trump durante il comizio di Butler in Pennsylvania. Del Crooks non si sa ancora nulla: caso più unico che raro di ventenne che non ha una vera traccia su internet, né social media né altro. Curioso.
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Qualcuno specula di un nuovo caso MK-Ultra, dicendo che il programma di controllo mentale della CIA non è mai stato veramente fermato. Puntano il dito contro il padre del massacratore, James, che lavorerebbe per ESRI, produttore di un software di Intelligence geospaziale (cioè, satelliti) usato anche dalla CIA.
Il padre racconta che il ragazzo avrebbe avuto una delusione d’amore recente. La madre – che aveva lavorato proprio per la scuola della strage – invece ha rifiutato di collaborare con la polizia, e ora si sarebbe data alla macchia, rendendosi latitante. Secondo fonti del giornalista indipendente Andy Ngo, a spingere per la transessualizzazione di Robert sarebbe stato più il padre che la madre, definita come «cristiana devota», che sarebbe stata in qualche modo indotta a firmare per la «transizione» sessuale del figlio.
La realtà è che, al di là dei tantissimi dettagli contingenti che continuano ad affiorare, vi sono elementi che rendono il caso un vero e proprio ideale per i conservatori americani – o meglio, per i neocon.
Ci ha riflettutto sopra Kim Iversen, giornalista americana di origini scandinavo-vietnamite, un tempo considerabile come moderata, ora piuttosto lanciata su temi come quello di Israele e della sua totale influenza sugli USA – la bella Kim, per coincidenza, ha subito in questi ultimi giorni un furto di identità, con un’auto comprata a suo nome, nonché una misteriosa effrazione in casa sua mentre stava registrando una puntata del suo show YouTube.
Incurante di tutto, la Iversen mette in fila un po’ di spunte che fanno quasi pensare che si tratti di una figura desiderabile per la propaganda del vecchio conservatorismo USA: l’assassino è trans, e la demonizzazione della classe certo non dispiace ai conservatori vecchio stile; l’assassino scrive in cirillico, pare quindi avere simpatia per la Russia, nemico immortale dei neocon; l’assassino scrive su fucili e caricatori messaggi contro lo Stato Ebraico («Israele deve cadere», ad esempio) e la narrativa dell’«olocausto» («6 milioni non erano abbastanza»): ed ecco una leva interessante contro la nuova destra americana, i MAGA, che a differenza dei conservatori non sembra avere più riflessi pavloviani pro-Israele.
Insomma: lo Westman parrebbe quasi un babau concepito per la propaganda neocon, sempre più disperata per il fatto di aver perduto completamente il favore verso Israele del popolo di sinistra in America e di buona parte di quello della destra. Forse per questo, dicono alcuni, a Gaza accelerano: sanno di avere poco tempo, quando la generazione dei boomer morirà, non resterà in Occidente più nessun appoggio per lo Stato Giudaico…
Sono annotazioni, analisi, speculazioni. Tuttavia altri rilievi usciti dopo il massacro sono invece certezze.
La strage dei bambini cattolici di Minneapolis avrebbe potuto essere evitata se fosse stato installato uno strumento di rilevamento delle minacce basato sull’intelligenza artificiale, ha dichiarato mercoledì a Fox News – la TV dei conservatori americani, il canale tramite il quale necon portarono gli USA alla guerra in Iraq – proprio un ex agente delle forze speciali israeliane.
Parlando della sua piattaforma GIDEON, il fondatore Aaron Cohen ha affermato che l’attacco alla scuola cattolica dell’Annunciazione, in cui sono morti due bambini, non sarebbe mai avvenuto se le forze dell’ordine avessero utilizzato il suo software di polizia predittiva.
‼️🇺🇸 NEW: And there it is;
“I’m about to launch GIDEON, America’s first-ever Ai threat detection platform built for law enforcement.”
“It scrapes the internet 24/7 using Israeli-grade ontology…”
Pre-crime policing starts NEXT WEEK. 👀 pic.twitter.com/pTQUsMnONx
— Diligent Denizen 🇺🇸 (@DiligentDenizen) August 28, 2025
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«Sto per lanciare la prima piattaforma di rilevamento delle minacce tramite intelligenza artificiale di GIDEON America, creata appositamente per le forze dell’ordine», ha affermato Cohen, aggiungendo: «Esamina Internet 24 ore su 24, 7 giorni su 7, utilizzando un’ontologia di livello israeliano per estrarre un linguaggio di minaccia specifico e poi lo indirizza alle forze dell’ordine locali».
«È un detective attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non dorme mai e ci aiuterà a fronteggiare questi attacchi», ha aggiunto Cohen.
Cohen ha descritto GIDEON come «il primo sistema di intelligenza artificiale in tempo reale progettato per rilevare le minacce online prima che si trasformino in attacchi. Reti anonime che segnalano il comportamento e prevedono il pericolo».
Su YouTube è caricato un video che ne spiega funzionamento e potenzialità.
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Secondo quanto è dato di capire, il sistema analizza l’intera rete Internet aperta, inclusi Reddit, Discord, chat dei videogame e blog marginali, alla ricerca di segnali d’allarme chiave come «accumulo di lamentele, linguaggio da martire, pianificazione tattica, scouting scolastico e indottrinamento estremista».
È stata notata la simiglianza di tale piattaforma di polizia predittiva con il rilevamento delle minacce pre-crimine in stile Minority Report, film che partiva dagli incubi distopici del romanziere Philip K. Dick per descrivere una società dove i reati sono puniti prima ancora che avvengano.
Il fatto è che questo GIDEON non è l’unico software di questo tipo: più grande, ed esperto, è Palantir, programma di cui recentemente si parla moltissimo per descrivere l’influenza che il Venture Capitalist Peter Thiel (creatore con Elon Musk di PayPal) eserciterebbe occultamente sul governo Trump, a partire dal vicepresidente JD Vance, che aveva lavorato in un fondo dello stesso Thiel e la cui carriera politica sarebbe stata da questi promossa.
Secondo i critici, il Thiel da anni agirebbe in fusione con spezzoni dello Stato profondo, in ispecie militare, americano. Alcuni quindi si spingono a dire che vi sarebbe una sorta di golpe di Palantir in atto in USA, con una società di sorveglianza AI ad occupare sempre più largamente le stanze dei bottoni. Con questa idea un ragazzo si era dato fuoco a Nuova York fuori dal tribunale che stava processando l’allora candidato presidente Trump.
Al di là degli allarmi, la meccanica dietro alle grandi stragi – lo abbiamo imparato con amarezza dall’11 settembre 2001, e poi ancor di più con la pandemia – pare la medesima: ad un evento pauroso lo Stato risponde con maggior controllo sul cittadino, che a questo punto è pienamente giustificato dal pericolo, al punto da passare sopra alle Costituzioni dei Paesi sedicenti democratici.
Qualcuno ha cominciato a chiamarlo «liberalismo emergenziale», in realtà sarebbe più giusto definirlo più semplicemente biototalitarismo, perché abbiamo appreso che esso intende estendersi in ogni dimensione dell’esistenza umana, persino – pensate a vaccino e green pass – a livello biomolecolare, subcellulare, genetico, cioè al controllo della base stessa della vita
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Ancora nel 2020 Renovatio 21 ricordava come il leader del World Economic Forum di Davos Klaus Schwab avesse pubblicato un libro di 195 pagine, COVID-19: The Great Reset, nel quale, sulla scorta di una frase attribuita a Winston Churchill, incoraggiava gli industriali e chi ricopre ruoli decisionali a «fare buon uso della pandemia, non lasciando che questa crisi vada sprecata».
Diviene chiaro, quindi, che – sempre all’interno della triade tesi-antitesi-sintesi dell’idealismo di Hegel, sempre caro alle élite – chi produce crisi produce anche opportunità.
Chi produce massacri, crea la possibilità di manipolazione sociale – specie verso il controllo capillare dell’essere umano.
In fondo, non è così difficile da capire. Certo, realizzarlo, ad un certo punto, è angosciante e mostruoso. Ma questo è il tempo che ci è stato dato da vivere. E tirarsi indietro non solo non è possibile, ma è proprio quello che vogliono i commendatori del sacrificio umano.
Roberto Dal Bosco
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