Sorveglianza
Il Kuwait debancarizzerà le persone che non hanno le impronte digitali

Il ministero degli Interni del Kuwait ha annunciato mercoledì che tutti i cittadini e gli espatriati dovranno prenotare un appuntamento per la rilevazione delle impronte digitali biometriche prima del 31 dicembre 2024, altrimenti non potranno più utilizzare i loro conti bancari o accedere ai servizi governativi.
«Un appuntamento per l’impronta biometrica deve essere prenotato prima della scadenza specificata tramite la piattaforma Meta o l’app Sahl per evitare la sospensione delle transazioni governative e bancarie», si legge nell’annuncio del governo in un post sui social media mercoledì.
L’avvertimento di dicembre non è stato il primo emesso dal governo kuwaitiano: a settembre avevano già diffuso un annuncio simile, affermando che coloro che non si fossero sottoposti alle impronte digitali sarebbero stati espulsi dalle banche entro il 30 settembre, ma anche quella data era un’estensione della misura, ha riportato lo scorso settembre Times Kuwait.
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All’epoca, solo i cittadini kuwaitiani avevano la scadenza del 30 settembre, mentre gli espatriati avevano tempo fino al 30 dicembre. Ora, in base all’annuncio di mercoledì, sembra che entrambi i gruppi abbiano tempo fino al 31 dicembre.
«I kuwaitiani potranno fornire le impronte digitali fino al 30 settembre, mentre gli espatriati avranno una scadenza ancora più lunga, fino al 30 dicembre 2024, secondo il Ministero degli Interni. La scadenza iniziale per finalizzare la raccolta delle impronte digitali era giugno», ha affermato il sito Biometric Update a maggio.
Il giornale Arab Times ha riferito tre mesi fa che il processo di impronte digitali è iniziato a maggio 2023 e che il programma è stato avviato nel 2016. Arab Times ha anche affermato che coloro che non possono recarsi fisicamente in una struttura per impronte digitali biometriche possono programmare di farsi rilevare le impronte digitali a casa.
Mentre la scadenza per la presentazione delle impronte digitali continua a essere prorogata, anche l’aristocrazia kuwaitiana è sottoposta a scansioni biometriche.
«Il Ministero ha sottolineato l’importanza di aderire all’esempio dato dalla leadership politica del Paese, in particolare Sua Altezza l’Emiro, che è stato tra i primi a conformarsi al processo di impronte digitali biometriche. Questa mossa ha esemplificato che le normative governative si applicano equamente a tutti i cittadini, senza eccezioni», ha scritto Kuwait Local in ottobre.
«Circa 2,5 milioni di cittadini avevano completato la registrazione biometrica a settembre, mentre a ottobre erano stati registrati 470.900 espatriati. Poco più di 20.000 cittadini devono ancora inviare i loro dati biometrici, stando alle cifre menzionate di recente dalle autorità», scrive Biometric Update.
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Paesi islamici non si stanno facendo molti problemi ad installare sistemi di sorveglianza avanzati.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa i talebani tornati al potere piazzarono a Kabul 2 mila telecamere a circuito chiuso.
Negli Emirati Arabi Uniti, durante la pandemia, vennero attivate telecamere pubbliche con software di riconoscimento facciale per «rilevare il COVID-19».
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Sorveglianza
Londra è il laboratorio di prova per la tecnologia di scansione facciale di massa

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Sorveglianza
La sicurezza aerea USA non farà più togliere le scarpe. E in Italia?

La Transportation Security Administration (TSA) sta eliminando l’obbligo per i viaggiatori di togliersi le scarpe durante i controlli di sicurezza negli aeroporti. Lo riportano varie testate americani.
La TSA è l’agenzia dei controlli negli aeroporti, divenuta temutissima dopo l’11 settembre 2001 per la pervicacia con cui porta avanti il suo lavoro.
Una «fonte» che ha parlato «a condizione di anonimato» ha dichiarato al New York Times che la TSA ha «eliminato» l’obbligo per i viaggiatori di togliersi le scarpe, sebbene l’agenzia non abbia «annunciato ufficialmente questo cambiamento».
Un portavoce della TSA ha spiegato che la TSA e il Dipartimento per la sicurezza interna (DHS) sono «sempre alla ricerca di modi nuovi e innovativi per migliorare l’esperienza dei passeggeri». «Qualsiasi aggiornamento potenziale alle nostre procedure di sicurezza verrà diffuso tramite i canali ufficiali», ha aggiunto il portavoce della TSA.
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Jennifer Jacobs, reporter senior della Casa Bianca per la CBS News, ha inoltre riferito che «i viaggiatori non devono più togliersi le scarpe per superare la normale fila ai controlli di sicurezza della TSA» negli aeroporti.
Secondo il sito specializzato in raccolta punti-miglia One Mile At A Time, in una «nota interna» la TSA ha spiegato che «questa norma aggiornata è il risultato sia dei progressi tecnologici sia di una rivalutazione completa dei rischi a livello di minaccia».
«Si sostiene che le moderne apparecchiature di scansione siano ora in grado di rilevare potenziali pericoli senza dover togliere le scarpe. È interessante notare che la TSA prevede di mantenere le restrizioni sui liquidi fino al 2040, nonostante anche lì le tecnologie di screening siano migliorate. Quindi la differenza nel modo in cui vengono gestite queste due situazioni è piuttosto interessante» scrive l’articolo.
Rimane da capire se l’Italia seguirà l’esempio. Togliersi le scarpe è un inconveniente fastidiosissimo di quando, anche per un semplice volo interno, si passa alla security di qualsiasi aeroporto. Un atto invasivo, oltre che molto poco igienico (camminare scalzi in un luogo pubblico dove passano diecine di migliaia di persone? Infilare le scarpe in cassette che poi certo non vengono lavate?) che perdura nei decenni anche da noi.
Renovatio 21 ha notato come recentemente la situazione in Italia si sia allentata, almeno per quanto riguarda i computer, che forse a causa di nuove macchine a raggi X (e la nostra ipotesi, che verificheremo al prossimo volo), ora possono essere lasciati dentro gli zaini invece che fatti tirar fuori assieme a smartphone, tablet, etc. È rimasta, tuttavia, la direttiva di far togliere, oltre che le scarpe, la cintura, quindi chi è molto dimagrito e porta gli stessi pantaloni di prima è avvisato: in aeroporto potrebbe finire in mutande stricto sensu.
I controlli capillari negli aeroporti sono un dono malefico dell’11 settembre 2001, oramai avvenuto quasi un secolo fa. Il terrorismo islamico ha di fatto «israelizzato» il trasporto aereo, rendendo il mondo intero nella condizione di paura degli attentati che vive chi passa per gli aeroporti dello Stato Ebraico, notissimo per i suoi controlli stringenti e per le vanterie rispetto alla sicurezza della sua compagnia aerea nazionale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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