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Macron dalla Comunità di Sant’Egidio parla di guerra e di Nuovo Ordine Mondiale

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Il presidente francese Emmanuel Macron è intervenuto all’evento organizzato dalla Comunità Sant’Egidio a Parigi Imaginer la Paix («Immaginare la pace»), parlando di «ordine mondiale» e rendendo evidenti alcune relazioni al di sotto della politica e della gerarchia cattolica mondiale.

 

Nell’evento con la Sant’Egidio, organizzato con l’arcidiocesi di Parigi il presidente francese ha chiesto una riforma dell’attuale «ordine mondiale», considerato da lui «ingiusto», affinché gli esseri umani possano coesistere più pacificamente, ha dichiarato. «Chiunque fa credere che la soluzione possa essere nella distruzione dell’altro crea la guerra eterna. La pace è possibile solo nella coesistenza»

 

«Dobbiamo avere l’immaginazione necessaria per pensare alla pace di domani, una pace in Europa in una forma nuova» ha dichiarato Macron. Se si vuole che il continente europeo diventi più stabile, tutti dovrebbero riconoscere che «non è né propriamente l’UE, né risolutamente la NATO», ha affermato.

 

«Dovremo pensare a una nuova forma di organizzazione per l’Europa e ripensare il nostro rapporto con la Russia» dopo la fine del conflitto in Ucraina, ha aggiunto il presidente.

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Macron è stato accolto accolto all’ingresso dal presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, e ha quindi salutato il fondatore del movimento Andrea Riccardi, ex ministro della Cooperazione del governo tecnocratico di Mario Monti. «Il rapporto del leader francese con il fondatore di Sant’Egidio è ormai consolidato» scrive la Repubblica. «Macron considera il modello della “piccola Onu di Trastevere” di grande ispirazione e ha intrecciato nel tempo con Riccardi una relazione di stima e rispetto».

 

«La cultura della pace oggi è in crisi a causa della brutalità delle guerre, delle aggressioni, del terrorismo ma anche perché è stata consumata un’eredità morale trasmessaci dal Novecento e dalle sue terribili esperienze» ha detto sul palco il Riccardi prima di cedere la parola al presidente francese, facendo quindi l’inevitabile riferimento alla «Shoah».

 

Si è trattato di un evento interreligioso: prima di Macron ha parlato il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, che ha proposto l’assegnazione del premio Nobel per la Pace alla Comunità di Sant’Egidio. Nelle immagini trasmesse dal TG dei vescovi si vede anche che al meeting non sono mancati bonzi a caso, nonché, ci è spiegato, rappresentanti dello scintoismo giapponese e «persino dall’India rappresentanti dello zoroastrismo». Al termine della tre giorni è stato programmato un incontro tra musulmani, ebrei e cristiani sul Sagrato di Notre Dame, la cattedrale distrutta qualche anno fa da uno di quei misteriosi incendi che sembrano colpire decine se non centinaia di chiese francesi.

 

Come riportato da Renovatio 21, Macron ha inviato messaggi contrastanti riguardo alle ostilità tra Russia e Ucraina mentre il conflitto si evolveva nel corso degli anni. Nel 2022, ha attirato critiche da parte di altri funzionari occidentali per averli esortati a non «umiliare» la Russia, affermando che «la geopolitica è testarda». All’inizio del 2024, ha invece affermato che l’Occidente non dovrebbe escludere lo spiegamento di truppe NATO sul suolo ucraino, una proposta che vari altri leader nazionali hanno respinto, ma che ha trovato supporto presso Paesi UE ostili alla Russia come i Baltici e i nuovi membri scandinavi del Patto.

 

È impossibile non notare come nel biennio i rapporti tra Parigi e Mosca siano mutati anche a causa della rivolta delle ex colonie francofone africane (Mali, Burkina Faso, Niger) che hanno annullato gli accordi con la Francia, tra veementi proteste, per avvicinarsi visibilmente alla Federazione Russa.

 

Nel suo discorso, Macron ha affermato che il sistema globale creato sulla scia della Seconda Guerra Mondiale era «incompleto e ingiusto», perché molte nazioni moderne non esistevano nemmeno a quel tempo e non hanno un posto appropriato al tavolo. Ha affermato che gli organismi internazionali, come l’ONU, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, dovrebbero essere riformati di conseguenza.

 

Macron quindi, di fatto, chiede un Nuovo Ordine Mondiale. È la stessa persona, ricordiamo, che minaccia la Russia ben conscio che di lì potrebbe partire la Terza Guerra Mondiale: che sia quella la sua idea di rinnovamento per il Nuovo Ordine, come avvenne per la Seconda Guerra?

 

Aggiungiamo inoltre, scandalo di cui si possono scandalizzare i pochi cattolici rimasti nel mondo cattolico, che è semplicemente incredibile che venga invitato a parlare su un palco cattolico, omaggiandolo in tutti i modi, il presidente di un Paese che, su sua spinta irrefrenabile fino ad essere misteriosa, ha costituzionalizzato l’aborto – primo Paese al mondo a farlo – e si prepara a muoversi con decisione anche sull’eutanasia.

 

È vero che stiamo dimenticando, per un secondo, che sempre dalla Sant’Egidio proviene l’attuale presidente della Pontificia Accademia per la Vita di Bergoglio, monsignor Vincenzo Paglia, grande fan delle iniezioni mRNA, il quale come noto ha definito la legge abortista italiana 194/78 come un «pilastro della nostra vita sociale», e che sembrerebbe aver lanciato qualche segno evidente di apertura riguardo l’eutanasiapardon, testamento biologico.

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L’intimità tra Macron e la Sant’Egidio è molto indicativa di dinamiche profonde all’opera sotto la superficie di politica e religione dell’Europa e del mondo. La Comunità, creata da una scheggia di Comunione e Liberazione e salita di livello negli anni di Woytila, si è fatta un nome di tessitrice di equilibri mondiali, dopo aver aiutato il processo di pace in Mozambico.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’area, che non sembra troppo pacificata oggi a dire il vero, è ora oggetto di azioni terroristiche jihadiste sanguinarie anche contro gli interessi italiani (dell’ENI), con persecuzioni anticristiane e stragi che hanno portato al martirio anche figure religiose come Suor Maria De Coppi.

 

Nella foto di gruppo dell’evento inaugurale con visita presidenziale – che ha al centro ovviamente  Macron e Riccardi – è visibile in seconda fila anche il cardinale Zuppi, controverso arcivescovo di Bologna, ideatore del tortellino pro-islamico, prelato elogiato da certi massoni nonché storico volto della Sant’Egidio considerato da alcuni come un grande papabile del prossimo Conclave.

 

Come amava scherzare (fino ad un certo punto…) il compianto cardinale Pell, «attenti, perché se Zuppi sarà eletto in conclave, il vero papa sarà Andrea Riccardi».

 

Macron sei anni fa si fece notare durante una visita a Roma perché, con un gesto definito dall’oggi direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede Andrea Tornielli allora giornalista de La Stampa come una «carezza proibita» e dall’emittente dei vescovi TV 2000 come «affettuoso saluto», mise materialmente le mani in faccia a Bergoglio. Che a Parigi si sia preso avanti con il prossimo papa, che probabilmente piace a lui e al suo «giro» tantissimo, e da tanto tempo?

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Biden ha insabbiato un rapporto sullo scandalo di corruzione in Ucraina della sua famiglia

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Joe Biden, mentre era vicepresidente degli Stati Uniti nel 2015, avrebbe chiesto alla CIA di occultare un rapporto sulle presunte attività commerciali corrotte della sua famiglia in Ucraina. Lo rivelano documenti desecretati.   Martedì, il direttore della CIA John Ratcliffe ha reso pubblici i documenti, in gran parte censurati. Uno dei documenti, un’e-mail governativa datata 10 febbraio 2016 e inviata all’agenzia, recitava: «Buongiorno, ho appena parlato con il Vicepresidente/Consigliere per la Sicurezza Nazionale e lui preferirebbe fortemente che il rapporto non venisse diffuso. Grazie per la comprensione».   Il nome del mittente è stato oscurato, indicando solo il titolo «PDB Briefer». Il Presidential Daily Brief è un documento top secret destinato alla distribuzione giornaliera al presidente degli Stati Uniti e a un ristretto gruppo di alti funzionari autorizzati.

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Il rapporto in questione riferiva che i funzionari ucraini dell’amministrazione dell’allora presidente Petro Poroshenko «hanno espresso sconcerto e delusione» durante la visita di Biden nel dicembre 2015.   «Questi funzionari hanno ritenuto che i presunti legami della famiglia del vicepresidente degli Stati Uniti con la corruzione in Ucraina fossero la prova di un doppio standard all’interno del governo degli Stati Uniti in materia di corruzione e potere politico».   Hunter Biden, figlio di Joe Biden e condannato per reati gravi, occupava una posizione ben remunerata nel consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, un conglomerato energetico ucraino, durante il mandato da vicepresidente del padre.   Joe Biden ha ammesso pubblicamente di aver esercitato pressioni su Kiev per licenziare un procuratore generale che indagava su Burisma nel 2016. Tuttavia, ha negato di aver mai accettato tangenti o di essere stato a conoscenza degli affari esteri del figlio.   Nel dicembre dello scorso anno, Biden ha firmato un ampio atto di grazia per suo figlio, contraddicendo le precedenti promesse di non farlo. L’atto di grazia protegge Hunter da procedimenti penali per crimini commessi tra il 2014 e il 2024.   La diffusa corruzione in Ucraina ha sollevato preoccupazioni tra i funzionari statunitensi riguardo al possibile uso improprio degli aiuti. Recenti sondaggi indicano che la maggior parte degli ucraini ritiene che il problema stia peggiorando.   Come riportato da Renovatio 21, la famiglia Biden era stata accusata al Congresso USA di aver preso mazzette dalla Russia. La Commissione di supervisione della Camera afferma di aver identificato 20 milioni di dollari in pagamenti da fonti estere alla società di Hunter Biden, che descrivono come una copertura per vendere l’accesso al «network Biden» mentre suo padre era vicepresidente di Barack Obama dal 2009 al 2017.

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In particolare danari sarebbero arrivati dall’oligarca russa Yelena Baturina, vedova del controverso sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, a Rosemont Seneca Thornton, una società di comodo gestita da Hunter Biden e dal suo socio in affari Devon Archer. Dei 3,5 milioni di dollari trasferiti dalla Baturina, 1 milione di dollari è stato trasferito direttamente ad Archer, mentre il resto è stato utilizzato per avviare Rosemont Seneca Bohai, un nuovo account utilizzato per ricevere più finanziamenti dall’estero, ha affermato la Commissione camerale.   Accuse per il giro di corruzione dei Biden in Ucraina sono arrivate da Igor Shokin, il procuratore di Stato che a Kiev investigava, tra le altre cose, sul colosso gasiero Burisma, che aveva assunto nel board l’inesperto Hunter Biden. Il vicepresidente Joe Biden si è vantato in pubblico di averlo fatto licenziare durante un suo breve viaggio diplomatico, in cui praticò estorsione nei confronti di presidente e premier ucraini.  

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Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Viktor Medvedchuk, un politico ucraino e del partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, ora in esilio in Russia dopo essere stato arrestato dal regime Zelens’kyj e scambiato con Mosca, ha accusato Kiev di essere la «mangiatoia» per la corruzione del clan Biden.   Renovatio 21 aveva segnalato una pista kazaka ancora a inizio 2022 quando il Kazakistan fu oggetto di disordini, e riaffiorò una foto dei Biden con oligarchi di Astana, ripubblicata da organizzazioni locali anti-corruzione che chiedono la restituzione dei miliardi dei corrotti, politica poi abbracciata dall’attuale presidente Tokaev.   Un’altra parte consistente della corruzione del clan Biden riguarderebbe la Cina, con affari che comprendono anche investimenti in centrali atomiche, con legami con personaggi legati all’Intelligence della Repubblica Popolare così come, si è ipotizzato, il network interno di Xi Jinpingo.   Sull’origine del capitale del fondo internazionale di Hunter Biden fece un’ammissione un professore pechinese ad una conferenza pubblica appena dopo le elezioni 2020.

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Bill Gates critica la Svezia per l’aumento della spesa militare

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Il miliardario statunitense Bill Gates ha espresso critiche nei confronti della Svezia per l’aumento dei finanziamenti destinati all’esercito, a scapito del supporto ai programmi di aiuti internazionali.

 

In un’intervista pubblicata mercoledì dal quotidiano svedese Dagens Industri, l Gates, noto per il suo impegno in iniziative «filantrocapitaliste» globali, ha lamentato che il bilancio svedese di quest’anno non preveda fondi per il Fondo globale, un’organizzazione dedicata alla lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria a livello mondiale.

 

Commentando l’incremento della spesa militare di Stoccolma, Gates ha dichiarato che la questione «meriterebbe un dibattito più approfondito». «È davvero ciò che i cittadini desiderano e di cui c’è effettivamente bisogno?» ha chiesto l’ultramiliardario.

 

Il ministro del Commercio estero Benjamin Dousa ha replicato alle critiche di Gates, difendendo il cambio di priorità del Paese. «Se non vogliamo che i nostri figli parlino russo in futuro, dobbiamo avere una difesa molto solida», ha dichiarato all’agenzia di stampa TT.

 

A seguito dell’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022, la Svezia ha abbandonato la sua storica neutralità, richiedendo e ottenendo l’adesione alla NATO due anni dopo.

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A luglio, l’emittente pubblica SVT ha riportato che il governo svedese intende innalzare l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari da 47 a 70 anni, come parte di un piano per raddoppiare il personale militare a 115.000 unità entro il 2030.

 

All’inizio dell’anno, il parlamento svedese ha approvato una legge che stanzia ulteriori 300 miliardi di corone (circa 26,8 miliardi di euro) per le forze armate, oltre agli aumenti annuali del bilancio.

 

Durante un vertice all’Aia a giugno, i membri della NATO si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa dal precedente 2% al 5% del PIL entro il 2035.

 

Anche l’Unione Europea, di cui la Svezia fa parte, ha approvato quest’anno diversi programmi per incrementare la spesa militare, tra cui l’iniziativa ReArm Europe da 800 miliardi di euro.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Gates ha avuto in Isvezia investimenti particolari, come quello degli esperimenti di «geoingegneria solare», ovvero di oscuramento artificiale del sole con l’irrorazione nel cielo di sostanze chimiche. L’esperimento fu in seguito annullato a causa della protesta della popolazione autoctone lapponi.

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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic

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Puff Daddy chiede pietà, ma il giudice lo condanna alla galera

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Sean «Diddy» Combs ha espresso rammarico per le sue azioni passate e ha chiesto clemenza in una lettera indirizzata a un giudice di Nuova York, poco prima della sua condanna, che i pubblici ministeri ritengono debba superare i dieci anni di carcere.   Il magnate della musica, 55 anni, rischia fino a 20 anni di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di due capi d’imputazione per trasporto a fini di prostituzione. I procuratori hanno chiesto al giudice Arun Subramanian di infliggere almeno 11 anni e tre mesi, sottolineando che i reati «gravi» di Combs sono paragonabili a casi in cui sono state comminate condanne superiori a un decennio.   In una lettera pubblica di quattro pagine, Combs ha sostenuto che il periodo trascorso in custodia cautelare da settembre 2024 lo ha profondamente cambiato.

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«Oggi vi chiedo umilmente un’altra possibilità: un’altra possibilità di essere un padre migliore, un figlio migliore, un leader migliore nella mia comunità e di vivere una vita migliore», ha scritto.   Il rapperro ha riconosciuto di aver commesso «molti errori» e si è scusato con la sua ex fidanzata, Cassie, la cui testimonianza ha contribuito a una delle condanne.   «Le immagini di me che aggredisco Cassie mi perseguitano ogni giorno», ha dichiarato. «Ho perso la testa. Ho sbagliato gravemente a mettere le mani sulla donna che amavo. Mi dispiace profondamente e me ne pentirò per sempre».   Combs ha affermato di essere sobrio per la prima volta in 25 anni, descrivendo gli ultimi due anni come «i più difficili della mia vita».

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La richiesta di pietà non ha sortito effetto: il giudice di Nuova York ha condannato Sean «Diddy» Combs a 50 mesi, più di quattro anni di carcere, per «gravi reati di natura sessuale che hanno causato danni irreparabili a due donne». Il giudice Arun Subramanian ha dichiarato che una pena «significativa» è indispensabile «per inviare un messaggio chiaro sia agli autori di abusi sia alle vittime».   Combs è stato giudicato colpevole di «trasporto a fini di prostituzione», ovvero di aver accompagnato persone per attività sessuali illecite. L’accusa aveva richiesto una pena di undici anni, mentre la difesa aveva proposto un massimo di quattordici mesi.   L’ex icona dell’hip-hoppo, che ad agosto aveva chiesto la grazia presidenziale a Donald Trump, all’ultimo minuto ha ammesso le sue colpe in aula, definendo il proprio comportamento «disgustoso».   Come riportato da Renovatio 21, Puff Daddy era stato accusato di racket e traffico sessuale con un contorno di racconti imbarazzanti che parlano di forniture di centinaia di bottigliette di olio per bambini. Due mesi fa era emerso che l’uomo stava affrontando 120 nuove accuse di molestie sessuali, compresa quella di 10 mesi fa che parlava di una 13enne molestate assieme al celeberrimo produttore Jay-Z, marito dell’ancor più nota (e per taluni controversa) cantante nera Beyoncé Knowles, considerata vicina al Partito Democratico USA.   Secondo voci pubblicate sulla stampa americana, il Diddy sarebbe stato una sorta di Jeffrey Epstein in versione hip hop che avrebbe segreti, oltre che su tante stelle di Hollywood, anche su «politici» e «principi».  

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  Immagine di Reckless Dream Photography via Wikimedia pubblicata su licenza  Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata.  
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