Ambiente
Come la Germania è diventata vittima della piovra dei verdi e dei miliardari che li sostengono
La deputata tedesca di Alternative fuer Deutschland Beatrix von Storch il 27 aprile ha sferrato un feroce attacco contro i grandi interessi finanziari dietro i Verdi tedeschi.
La von Storch ha lanciato le sue accuse direttamente dal podio del Bundestag, dove ha parlato per il gruppo parlamentare di AfD. La parlamentare ha fatto nomi e cognomi di personaggi ed enti che farebbero parte di un’intricata cabala verde che di fatto si è impossessata delle politiche del Paese.
Istituzioni non parlamentari come Agora Energy Change (AE) e l’Ecology Institute che scrivono progetti per il Ministero dell’Economia a guida verde, fanno parte di fondazioni non tedesche che sono al guinzaglio di miliardari internazionali, ha affermato nel suo intervento la von Storch.
Qui sarebbe attivo un «sistema nidificato di fondazioni»: «AE è finanziato dalla European Climate Foundation, che è finanziata dalla Children’s Investment Fund Foundation; e che è finanziato dal miliardario britannico Christopher Hohn. Guadagna 2 milioni di euro al giorno ed è il principale finanziatore degli estremisti della ribellione di Climate Extinction. Quindi spende i suoi soldi per l’agenda sul clima, ma [ciò che è] veramente interessante è la domanda: come guadagna i suoi soldi?»
La deputata tedesca cita dall’autodescrizione del fondo di Hohn, che dice che si concentra su mutui e immobili ad alto prezzo con un focus sulle principali città del Nord America e dell’Europa, «quindi, in quei luoghi il finanziatore dell’agenda climatica guadagna i suoi soldi con i mutui e immobiliare. Questo è il nocciolo della questione», ha accusato von Storch, spiegando che questo è rilevante per il piano dei Verdi di costringere milioni di proprietari di case tedeschi a sostituire i loro sistemi di riscaldamento a petrolio e gas con nuovi sistemi basati su pompe di calore, che la maggior parte delle non potranno permetterselo.
«I proprietari di case devono contrarre mutui sulle loro case per pagare la costosa pompa di calore e se non possono farlo, devono vendere le loro case. Ed ecco, ci sono gli hedge fund del signor Hohn, pronti ad acquistare i loro immobili. Che coincidenza!»
«Alcuni dicono che il signor Hohn non è l’unico dietro Agora», ha aggiunto la von Storch. «Sì, è vero, ci sono anche la Mercator Stiftung e i Metro-miliardari e attraverso il Fondo europeo per il clima ci sono anche flussi di denaro del miliardario canadese John McBain. È, come il signor Hohn, un membro del Club dei miliardari The Giving Pledge di Bill Gates. Non appena si gratta il rivestimento verde… miliardari, miliardari, miliardari».
La deputata AfD è andata oltre: «il settore immobiliare è una faccia della medaglia. L’altro è il business delle pompe di calore. L’azienda statunitense Carrier Global acquista il produttore tedesco di WP Viessmann per 12 miliardi di dollari. Chi possiede Carrier Global? L’86% è detenuto da investitori istituzionali. Ciò significa l’industria finanziaria statunitense, BlackRock, Vanguard, American Star e Capital Group».
«Nello stesso momento in cui il ministero [dell’Economia] di Habeck sta costringendo i tedeschi ad acquistare pompe di calore, l’industria finanziaria globale rileva la produzione tedesca di pompe di calore: una coincidenza incredibile».
«Grazie alla politica climatica dei Verdi, in questi circoli c’è una corsa all’oro politica», ha dichiarato la von Storch. «75 trilioni di euro, questo è ciò che i tedeschi devono pagare per l’installazione di pompe di calore, e BlackRock, Vanguard e la capitale fanno soldi pazzamente».
I verdi sono, quindi, il «braccio politico di questi interessi finanziari globali, e le loro politiche climatiche rendono i super ricchi globali molto più ricchi, mentre i tedeschi normali stanno perdendo il tetto sopra la testa», ha accusato von Storch.
«La vostra politica climatica non è altro che l’attacco definitivo all’intera ricchezza nazionale tedesca, e posso assicurarvi che non vi permetteremo di avere successo», ha concluso, annunciando resistenza contro questa politica.
Come riportato da Renovatio 21, le politiche folli della Germania merkeliana hanno prodotto disastri grotteschi: non c’è abbastanza vento per le pale eoliche ed è tornata ad far funzionare centrali a carbone, una risorsa che la Germania, alla pari del gas, importava dalla Russia. La regressione tedesca è stata tale che ad un certo punto, scrisse un’analisi Deutsche Bank, si era cominciato a parlare nel Paese della fornitura di legna da ardere per passare l’inverno.
Mentre il ministro verde Habeck parlava di ridurre la quantità di docce, magari prediligendo quelle fredde, il Paese chiudeva l’ultima centrale nucleare, peraltro intromettendosi, come accaduto di recente con l’Ungheria, nell’industria nucleare dei Paesi limitrofi.
Il partito dei Verdi al governo con Scholz – che ha discusso l’idea di cancellare la parola «Germania» dal proprio nome –si è distinto per le idee di repressione delle proteste in caso mancasse il riscaldamento e per il sostegno cieco ed incondizionato dato all’Ucraina, con il ministro degli Esteri Annalena Baerbock a dichiarare supporterà Kiev anche contro il proprio elettorato. La stessa Baerbock, che non ha mai completato gli studi in Germania ma ha passato lungo tempo alla London School of Economics, si era lasciata sfuggire al Consiglio d’Europa che di fatto si è in guerra contro la Russia.
Ambiente
Seoul accusa: La Corea del Nord fucila funzionari per le inondazioni di luglio
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Lo ha riferito un’emittente televisiva sudcoreana, mentre i servizi segreti hanno dichiarato che stanno monitorando la situazione. Alcuni esperti hanno espresso scetticismo, ma durante una riunione del Politburo Kim Jong-un aveva detto che avrebbe punito coloro che avevano «trascurato» i loro doveri.
Secondo quanto riportato da un emittente televisiva sudcoreana, la Corea del Nord ha sottoposto a esecuzione capitale decine di funzionari ritenuti responsabili dei danni causati dalle inondazioni che a luglio avevano colpito il Nord del Paese.
Citando una fonte anonima del governo sudcoreano, la TV Chosun ha affermato che tra i 20 e i 30 funzionari sono stati fucilati nei giorni scorsi. Si tratta di un’affermazione riguardo cui alcuni esperti hanno espresso scetticismo.
Tuttavia, questa mattina, l’agenzia di spionaggio di Seoul, la National Intelligence Service, ha dichiarato che sta «attentamente monitorando» gli sviluppi riguardo la situazione, senza fornire ulteriori dettagli. Il ministero dell’Unione di Seoul, che si occupa di gestire le relazioni con la Corea del Nord, ha declinato di commentare.
Si stima che migliaia di persone siano morte durante le alluvioni che hanno colpito in particolar modo la provincia di Jagang, che confina con la Cina e ospita il fiume Yalu (o Amnok). I media sudcoreani hanno riferito che durante i lavori di bonifica del terreno sono stati rinvenuti dei cadaveri.
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L’apparato propagandistico della Corea del Nord aveva diffuso foto del dittatore nordcoreano Kim Jong-un che supervisionava le operazioni di soccorso, ma senza riportare il numero dei decessi. Tuttavia, secondo la Korean Central News Agency di Pyongyang, le piogge hanno danneggiato almeno 4.100 abitazioni e distrutto circa 3mila ettari di terreni agricoli nella città di Sinuiju, snodo commerciale collegato alla Cina tramite un ponte. Circa 5mila persona erano invece state portate in salvo.
Durante una riunione d’urgenza del Politburo di fine luglio, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un aveva dichiarato che avrebbe punito i funzionari di governo colpevoli di aver causato vittime per aver completamente «trascurato» i loro doveri.
L’agenzia di stampa Yonhap ha scritto che l’ex segretario del comitato provinciale di Jagang, Kang Pong-hun, potrebbe essere tra coloro che sono stati fucilati. Kang e altri membri del partito, tra cui il ministro della Pubblica sicurezza Ri Thae-sop, erano stati rimossi dai loro incarichi durante la riunione di emergenza del Politburo.
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Statua della Madonna «rapita» tra le vette bellunesi: arriva la rivendicazione «ecologista»
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Ambiente
Davos avverte: preparatevi ad «un’era di eventi shock»
All’inizio di questa settimana, il sito del World Economic Forum ha pubblicato un articolo inquietante, avvertendo che dobbiamo prepararci a «un’era di eventi scioccanti» nel prossimo futuro.
Il gruppo estremista di Davos è noto per altre predizioni disturbanti, anche perché somigliano a vere e proprie imposizioni, suggerimenti ai tanti leader politici ed economici che frequentano il consesso creato da Klaus Schwab.
«L’era post-pandemia è caratterizzata da un aumento del rischio globale e da eventi shock imprevedibili» scrive nell’articolo intitolato «4 rischi globali a cui fare attenzione nell’era post-pandemia» Maha Hosain Aziz, professore di Relazioni Internazionali alla New York University. «In un’era post-superpotenza il potere si sta disperdendo, mentre i governi lottano con una crisi ricorrente di legittimità politica in tutto il mondo».
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«La persistente crisi pandemica della salute mentale è esacerbata dal clima e dall’Intelligenza Artificiale» aggiunge oscuramente l’accademico davosiano.
D«a quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato la fine della fase di emergenza del COVID-19 lo scorso maggio, altre minacce si sono intensificate: più varianti, guerre globali, eventi climatici, sfide tecnologiche, attività terroristica sul suolo occidentale e persino una nuova emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale chiamata Mpox [il vaiolo delle scimmie, ndr]. Ma cos’altro potrebbe esserci all’orizzonte?»
Viene lanciato qui l’avvertimento secondo cui che la «disinformazione» starebbe minacciando «il più grande anno elettorale della storia, con circa metà del mondo che si recherà alle urne».
«Questo, naturalmente, potrebbe ancora essere complicato dalla disinformazione dell’IA, dalle minacce informatiche o semplicemente dalle accuse di brogli (come già visto in Paesi come Bangladesh, Venezuela e Stati Uniti)» dice il pezzo, che pare mettere sullo stesso piano le critiche a presunte irregolarità elettorali e la «disinformazione».
Il breve scritto prosegue parlando di una «più complessa crisi della salute mentale globale» che interessa l’Intelligenza Artificiale e «l’eco-ansia»,
«Secondo l’OMS, la pandemia è stata “la più grande minaccia per la salute mentale dalla Seconda Guerra Mondiale”. Molti di noi stanno ancora lottando per recuperare il ritardo nella vita personale e professionale» scrive il WEF. «Tuttavia, altre sfide per la salute mentale post-pandemia sono in aumento, grazie al cambiamento climatico e all’Intelligenza Artificiale».
I medici, scrive l’autore schwabiano, «affermano che il cambiamento climatico sta generando un “nuovo tipo di ansia”, che porta a un senso di alienazione che rende difficile il funzionamento e persino al suicidio. È probabile che questa “eco-ansia” aumenti poiché i governi non riescono ad abbandonare i combustibili fossili abbastanza velocemente. Quindi, aspettatevi eventi climatici più estremi che aggravano ulteriormente la nostra salute mentale, soprattutto per un numero crescente di rifugiati climatici».
Come riportato da Renovatio 21, la balle dei rifugiati climatici è già in uso da anni, perfino nei discorsi del romano pontefice. Al contempo, la questione dei suicidi per ansia climatica sono una questione che produce già effetti di rilievo, come la richiesta, in Canada, di accedere all’eutanasia per paura del disastro climatico.
Il WEF avanza e ci parla dell’IA e del suo impatto.
«L’Intelligenza Artificiale ci viene imposta, che ci piaccia o no. Molti sentiranno di non adattarsi a questa nuova economia basata sull’Intelligenza Artificiale o di non avere nemmeno una possibilità, creando una classe di precariato più grande che si sente lasciata indietro (…) Questo sentimento aggraverà la nostra crisi di identità professionale, che si ripercuoterà sulle sfide globali della salute mentale».
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Viene citato l’esperto di AI Kai-Fu Lee che «ha confermato che la sua previsione passata è ancora “straordinariamente accurata” prevedendo che il 50% dei posti di lavoro verrà spazzato via entro il 2027. Una violenta reazione contro l’intelligenza artificiale è inevitabile, poiché molti si sentono lasciati indietro da questa transizione».
Ma non è finita qui. Altri tre shock potrebbero mostrarsi all’orizzonte del 2024.
1) Viene immaginato una sorta di upgrade dell’ISIS, rafforzata dagli strumenti AI: «emerge un nuovo gruppo estremista globale: con il mondo distratto da molteplici guerre importanti e una leadership in declino, questo potrebbe essere un momento opportunistico per un nuovo gruppo estremista per lasciare il segno, e forse non affrontare così tante conseguenze. Forse, sfrutterà persino gli strumenti di Intelligenza Artificiale per dare il via a una nuova fase del terrorismo».
2) Viene citata la grande pandemia cibernetica globale di cui Schwab ha tante volte parlato: «una pandemia informatica, intenzionale: la massiccia interruzione informatica globale di luglio non è stata terrorismo, ma semplicemente un aggiornamento software difettoso da parte di un’azienda di sicurezza informatica. Eppure, è costata alle aziende (…) 5,4 miliardi di dollari di danni e ha bloccato voli, banche, ospedali, rivenditori e altri servizi in tutto il mondo».
3) Viene dipinto un panorama apocalittico, da disaster movie, con cataclismi ambientali massivi: «il cambiamento climatico rivendica la sua prima nazione insulare nell’era post-pandemia: il piano della COP28 per eliminare gradualmente i combustibili fossili potrebbe richiedere decenni e non è chiaro se i leader mondiali lo seguiranno. Ciò che è più probabile è che nel frattempo alcune nazioni insulari (che emettono solo lo 0,3% delle emissioni globali) continueranno a combattere la loro causa, sia attraverso il diritto internazionale che nuovi fondi per il clima».
La studiosa canadese Naomi Klein ha pubblicato nel 2007 il libro Shock Economy, in cui dimostrava come attori politici sfruttano il caos dei disastri naturali, delle guerre e di altre crisi per far passare politiche impopolari come la deregolamentazione e la privatizzazione. Tale «terapia shock» favorisce gli interessi aziendali, sfavorendo e privando i cittadini dei diritti civili quando sono troppo distratti e sopraffatti per rispondere o resistere in modo efficace.
La pandemia ha mostrato che il livello di shock inflitto alla popolazione è ben superiore a quello che la Klein attribuiva ai piani della cricca neoliberale. L’intero biennio COVID è stato, in realtà, una grande palestra di gestione della psiche popolare attraverso traumi: imposizioni folli come il vero e proprio imprigionamento domiciliare, bombardamento di notizie di morte, stress continuo mantenuto da media e forze della polizia, sostanze sperimentali iniettate nella popolazione.
Nulla che vada in direzione di versa da quella grande architettura sociopolitica, che l’élite di Davos chiama Grande Reset, che prevede il rovesciamento dello Stato del diritto, la sottomissione del cittadino alla struttura piattaforma e la sorveglianza biocibernetica continua del popolo.
Quindi, l’era di shock a cui ci dicono di prepararci è in realtà l’era del controllo.
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